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SBOBINA FISIOPATOLOGIA - LEZIONI DEL 10-24-28/02/2022

I TUMORI

ONCOLOGIA (deriva dal greco oncos e logos, studio dei tumori)

TUMORE: è stato coniato questo termine ad indicare che c’è una TUMEFAZIONE, dato che è una
CRESCITA di una MASSA EX NOVO, massa rilevante rispetto al sito anatomico di origine

NEOPLASIA (dal greco “nuova formazione”), cioè sono cellule che proliferano e formano ex novo
questa massa

CANCRO (lat. cancer , “granchio”, che stringe con le proprie chele la preda, come fanno i tumori,
che avvolgono il tessuto normale, lo opprimono e lo distruggono)

—> il SIGNIFICATO È UGUALE

Cos’è il tumore??

I tumori sono l’insieme di una POPOLAZIONE DI CELLULE SOMATICHE che hanno avuto origine
da una cellula di partenza, che ha subìto delle mutazioni a livello del genoma ; il tumore cioè si
sviluppa solo in seguito all’accumulo di speci che mutazioni a livello del genoma

Tali mutazioni verranno trasmesse alle cellule glie, queste si dividono e così via

Gli e etti primari sono:

1) capacità delle cc.tumorali di PROLIFERARE in maniera AUTONOMA (il ciclo cellulare è


costituito da varie fasi, che sono regolate dalle chinasi, altre proteine, etc.; alla fase M di solito
LE CC. SI FERMANO e stanno in fase G0, dopo un certo tempo di pausa rientrano nel ciclo
cellulare per poi dividersi di nuovo).

Quando sono in fase G0, le cellule possono rientrare nel ciclo cellulare oppure essere eliminata
per apoptosi (ad es cellule vecchie)

—> quindi le cellule tumorali hanno autonomia moltiplicativa, non sottostanno più a tutti quei
meccanismi che regolano il ciclo cellulare , sono indipendenti

2) MINORE CAPACITÀ delle cc.tumorali di DIFFERENZIARSI (IMP!->di erenziazione: maturazione


di una certa linea cellulare; le cc.staminali o totipotenti sono le cellule di partenza, poi in base all’”
accensione” o allo “spegnimento” di determinati geni, tali cc.staminali potranno diventare una
cellula epiteliale, una c.muscolare, etc.)

3) le cellule tumorali hanno perso in parte o totalmente la capita di andare incontro ad


apoptopsi (che entra in gioco, di solito, sia per le cellule senescenti che per quelle diventate inutili
(v. in in ammazione i macrofagi dopo aver svolto la loro attività).

—> le cellule che presentano mutazioni al genoma, grazie ai meccanismi di riparazione, vengono
di solito riparate (da sistemi enzimatici che eliminano un tratto del DNA e lo sostituiscono con un
altro tratto complementare - lamento - di DNA), OPPURE se non viene riparato il danno, la cellula
viene stimolata a morire per apoptosi

—> invece nei tumori, soprattutto quelli più aggressivi, le cellule perdono questa capacità, cioè le
cellule tumorali non vengono eliminate tramite apoptosi , sono cioè mutate tutti quegli enzimi e
quelle proteine coinvolte nel processo apoptopico.

-> la velocità di crescita dei tumori dipende dalla velocità delle cc.tumorali di replicarsi contro la
loro capacità di andare incontro ad apoptosi

—> nei tumori benigni l’apoptosi è ancora possibile, in quelli maligni dipende dal grado di
aggressività (mano a mano che il tumore diventa più aggressivo le cc. dei tumori maligni andranno
sempre meno incontro ad apoptosi e si replicheranno più velocemente )

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Quindi la TRASFORMAZIONE NEOPLASTICA avviene quando nella cellula somatica si accumula
tutta una serie di mutazioni a carico di determinati geni

Esistono molti tipi di tumore, a seconda del tipo di cellula coinvolto (CITOTIPO) e dell’INTENSITÀ
e della LOCALIZZAZIONE del DANNO GENOMICO (ad es un tumore cutaneo può determinare un
danno locale inferiore a un tumore cerebrale, dove abbiamo una compressione delle cellule
nervose, quindi si possono avere sintomi gravi, quali calo della vista, perdita dell’equilibrio, etc.)

L’ACCRESCIMENTO CELLULARE NEOPLASTICO, una volta che la cellula neoplastica incomincia


a PROLIFERARE, diventa un processo IRREVERSIBILE, cioè anche se io elimino la causa delle
suddette mutazioni, il tumore continua a crescere

-> tra le CAUSE di mutazioni predisponenti un accrescimento neoplastico troviamo i


CANCEROGENI, che possono essere (v.anche in seguito):

- Fisici : i più importanti sono le radiazioni eccitanti e le radiazioni ionizzanti

- Chimici : tutte le sostanze chimiche che hanno azione cancerogena, ad es il fumo di sigaretta
(idrocarburi etc.)

- Virali : virus associati a tumori maligni, ad es il Papilloma virus, associato al carcinoma al collo o
alla cervice dell’utero (esiste anche un vaccino)

—> la cellula TRASFORMATA dalle mutazioni comincia a proliferare e, nel caso del fumo, anche
se io smetto di fumare, il processo continua e si forma lo stesso il carcinoma

—> INVECE nell’IPERTROFIA e nell’IPERPLASIA, se io elimino l’agente che ha causato il danno, il


tessuto/l’organo interessato pian piano ritorna a un volume normale

I tumori vengono suddivisi in BENIGNI e MALIGNI

TUTTI I TUMORI, benigni e maligni, presentano:

a) cellule neoplastiche proliferanti, che formano il parenchima

b) Un sistema di supporto, uno STROMA di supporto appunto, per essere rifornite di sostanze
nutritizie e ossigeno; tale stroma è costituito da TESSUTO CONNETTIVO e, grazie al rilascio
da parte delle cc.tumorali stesse di fattori angiogenetici, da VASI SANGUIGNI ALL’INTERNO
della massa tumorale stessa

I TUMORI BENIGNI

Sono costituiti da cellule che hanno comunque la capacità di proliferare e sono molto BEN
DIFFERENZIATE = dal punto di vista BIOCHIMICO e MORFOLOGICO sono cellule praticamente
identiche alla cellula di partenza.

Sono però tumori che CRESCONO LENTAMENTE, ci mettono mesi/anni a crescere-> quindi se io
osservassi al microscopio delle cellule di tumori benigni NON troverei cellule in fase di MITOSI
( perlomeno molto raramente).

—> inoltre il tumore BENIGNO ha una CRESCITA di TIPO ESPANSIVO-COMPRESSIVO, è ben


DELIMITATO, cioè io riesco a vedere/immaginare i con ni di questa massa

—> il tumore benigno ha, tutto attorno a sé, una CAPSULA FIBROSA

-> dato che il tumore ci mette mesi a crescere, avrò già i segni di INFIAMMAZIONE CRONICA,
quindi il tessuto broso si formerebbe comunque

—> il CHIRURGO, dunque, riesce ad asportare questa MASSA BENIGNA perché la vede bene,
quindi dovrebbe riuscire ad asportarlo tutto

—> il tumore benigno NON dovrebbe dare RECIDIVE (recidiva=ricrescita del tumore lì dove si è
formato per la prima volta)

—> il tumore benigno NON METASTATIZZA, quindi io avrò solo il tumore primario

—> alcuni tumori benigni possono però degenerare in tumori maligni: quelli più a rischio sono i
tumori degli epiteli (polipi, verruche, condilomi, papillomi, i nevi, v.in seguito)

I TUMORI MALIGNI

A seconda dell’AGGRESSIVITÀ, possiamo osservare DIVERSI GRADI DI DIFFERENZIAMENTO:


possiamo avere tt.maligni ancora BEN DIFFERENZIATI, poi quelli MEDIAMENTE di erenziati,
SCARSAMENTE di erenziati, no a quelli TOTALMENTE INDIFFERENZIATI (detti anche
ANAPLASTICI), cioè le cellule di questi tumori sono TOTALMENTE DIVERSE dalla CELLULA DI
PARTENZA

—> inoltre i tumori maligni presentano un alto grado di ATIPIE o PLEOMORFISMO CELLULARI o
NUCLEARI = le CELLULE sono tutte DIVERSE TRA LORO (nucleo più grande/più piccolo, n. con
maggior addensamento di cromatina, n. ipercromico , rapporto citoplasma/nucleo maggiore o
minore, etc.)

—> i tt. maligni, a di erenza di quelli benigni, hanno con ni di cilmente delineabili, perché
crescono tra una cellula/tessuto e l’altra/o, formano come degli za , dei cordoncini, si in ltrano
-> hanno cioè una CRESCITA INFILTRATIVA (per similitudine, come le radici di una pianta che si
insinuano nel terreno), che causerà un DANNO DA SOSTITUZIONE alle cellule normali

—> NON hanno la CAPSULA brosa

—> la di coltà del chirurgo nel resecare integralmente la massa tumorale, unitamente alla loro
crescita in ltrativa, fa sì che spesso i tumori maligni abbiano delle RECIDIVE

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—> TUTTI i tumori maligni potenzialmente possono METASTATIZZARE, chi più velocemente e chi
meno ; anche le metastasi stesse possono a loro volta metastatizzare-> l’unico t.maligno che non
ha MAI metastatizzato è l’EPITELIOMA BASOCELLULARE (t.maligno della cute, ->v. in seguito),
perché tende a crescere verso l’esterno, non in profondità

—> danno luogo alla CACHESSIA, meccanismo complesso che interessa soprattutto i malati
terminali= rapido decadimento sico e mentale, malessere generale, febbre (causata
dall’in ammazione), anemia. Tale cachessia è determinata dal fatto che il tumore, per vivere e
crescere, sottrae nutrimento all’ospite; inoltre le cellule tumorali secernono dei fattori, le citochine,
quali ad es il TNF (tumor necrosis factor) , detta anche cachessina, ma anche l’interleuchina 1 (IL
1)

GRADAZIONE

Si prende in considerazione il grado di DIFFERENZIAMENTO (il grado cioè di maturazione della


cellula, il suo aspetto morfologico, biochimico); si vanno poi a osservare le ATIPIE (o
pleomor smo) e il NUMERO DI MITOSI presenti (INDICE MITOTICO) => GRADO DI MALIGNITÀ

—> perché i tumori maligni che hanno un basso grado di di erenziamento, tante atipie e un
numero elevato di mitosi sono quelli che crescono più velocemente e che sono più aggressivi

In base a questa analisi, posso descrivere una serie di gradi dei tumori maligni:

- GRADO I : tumori costituiti da cellule tumorali ancora molto di erenziate, quindi con poche
atipie e poche mitosi

- GRADO II : livello di di erenziamento medio, maggiori le atipie e le mitosi

- GRADO III : basso grado di di erenziamento, aumento di atipie e mitosi

- GRADO IV : tumori INDIFFERENZIATI (= a livello istologico non sono più in grado di capire qual
è la cellula di partenza)

- GRADO X (“x” nel senso di inde nibile): non ho speranze di capire da quale cellula il tumore ha
avuto origine

—>v.immagine p.seguente

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Esempio di carcinoma alla mammella ben diff./poco differenziato
Prima immagine a sx: epitelio ghiandolare della mammella sana con spazi acinosi; le strutt. ghiandolari sono
formate da un unico strato di cellule
Immagine centrale: carcinoma ben differenziato: le cc.tumorali hanno ricevuto l’informazione di formare
strutture simil-ghiandolari (sono comunque presenti atipie perché il t. è maligno); le cc. proliferano e formano
più strati, ossia crescono una sopra l’altra =non c’è più controllo sulla crescita e le cc. tumorali hanno PERSO
l’INIBIZIONE DA CONTATTO (=le cc. normali, una volta che si sono estese per lo spazio a loro disp., bloccano
la propria crescita)
Immagine a dx: carcinoma poco differenziato: le cc.tumorali non formano più le tipiche strutture
ghiandolari=tumore più aggressivo

STADIAZIONE

Valuto lo STADIO DI SVILUPPO del tumore maligno, prendendo in esame:

- la GRANDEZZA del tumore PRIMARIO

- Se c’è stata un’INVASIONE LOCALE (=interessamento dei LINFONODI)

- L’ESTENSIONE della DIFFUSIONE = ci sono METASTASI? (= riproduzione del tumore primario


in un altro tessuto, in un altro organo = TUMORE SECONDARIO)

SISTEMA TNM => T= tumore primario; N= linfonodi regionali; M= metastasi

Sarà l’ANATOMOPATOLOGO che, nel referto, indicherà la classi cazione TNM del tumore.

—> per indicare la GRANDEZZA DEL T. PRIMARIO, accanto alla lettera T i numeri 1,2,3,4 (ad es
T1= diametro lesione < 2 cm; T2= 2-5 cm, etc.) —> T0 = la massa individuata NON È il TUMORE
PRIMARIO, bensì una METASTASI

—> per indicare l’INTERESSAMENTO DEI LINFONODI => N0= nessun linfonodo interessato;
N1=interessati i linfonodi locali (prossimali); N2= interessati i linfonodi distali

—> per indicare la presenza e l’estensione delle METASTASI=> M0= assenza di metastasi;
MX=metastasi non accertabili o sospette [a voce la Prof.ssa non dice più nulla sulla TNM-> v.slide
n 15]

// es. nel caso del tumore al fegato, se il chirurgo si accorge che la lesione individuata non è il
tumore primario, bensì secondario, come fa ad accorgersene?-> se le cellule del tumore
asportato sono simili alle cellule epatiche, allora sarà un tumore primario; se le cellule del

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t.maligno sono simili, ad esempio, alle cellule intestinali, il tumore sarà secondario (=metastasi;
infatti i tumori epatici metastatizzano spesso a livello del tratto GI attraverso la vena porta) //

N.B. : se il tumore è anaplastico, ossia totalmente indi erenziato, farò molta fatica a distinguere
tra tumore primario e secondario

IMP!: i CARCINOMI sono i tumori degli EPITELI (di rivestimento e ghiandolari) —> è importante
quando a anco della lettera T viene aggiunto -is -> Tis= CARCINOMA IN SITU = è in loco, è lì
MA ancora più importante è capire che “in situ” signi ca che NON SI È ANCORA DIFFUSO= LE
CELLULE TUMORALI NON HANNO ANCORA SUPERATO LA MEMBRANA BASALE = il tumore
NON HA ANCORA RAGGIUNTO LE VIE DI METASTATIZZAZIONE= inferiore probabilità di
sviluppare metastasi

INVASIVITÀ NEOPLASTICA

È regolata da diversi fattori, cioè le cc. tumorali maligne, per in ltrare il tessuto circostante:

- hanno perso l’INIBIZIONE DA CONTATTO (v.sopra)

- Sono MENO ADESE tra loro, per potersi muovere più liberamente -> le cc.tumorali producono
meno molecole di adesione

- Sintetizzano e rilasciano ENZIMI PROTEOLITICI, che le aiutano nel loro cammino nella
sostanza fondamentale (o matrice extracellulare) digerendone i suoi componenti

- Produzione in eccesso di ACIDO LATTICO, che favorisce l’azione degli enzimi suddetti (perché
l’acido lattico abbassa il pH rendendo l’ambiente più acido) —> le cc.tumorali sono in grado di
produrre acido lattico anche in aerobiosi, ossia in presenza di O2, a di erenza delle cellule
normali che lo producono solo nella glicolisi anaerobia

- A questo punto iniziano a produrre molecole di adesione per ancorarsi alla sostanza
fondamentale [e alle cellule del t.connettivo] e spostarsi meglio in essa

METASTASI TUMORALI

Metastasi: riproduzione del tumore maligno primario in un tessuto o in un organo diverso


(rispetto a dove si è formato il t.primario) = tumore secondario o metastatico

Quando compaiono le metastasi, il signi cato è che il nostro sistema immunitario non è stato in
grado di arrestare queste cc.tumorali maligne; però quando c’è un tumore primario, ogni giorno
delle cc.maligne sono in grado di staccarsi e in ltrare ma, grazie al sistema immunitario
medesimo, queste cellule vengono eliminate.

Sono quindi indice che c’è stato uno scon namento del tumore

Il tumore secondario, dal punto di vista biochimico e morfologico, è IDENTICO al tumore primario

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—> ALL’INIZIO, il tumore è formato da un’unica popolazione di cellule, cioè il tumore è
OMOGENEO ma poi, crescendo, si formano delle SOTTOPOPOLAZIONI, dei SOTTOCLONI, e
ogni popolazione può avere un bagaglio di mutazioni diverse => le cellule tumorali più deboli
verranno eliminate e resteranno quelle più aggressive

—> non tutte le cellule del tumore primario sono in grado di staccarsi e di formare metastasi,
bensì solo quel gruppo di cellule che ha acquisito il FENOTIPO METASTATICO

[N.B. : i markers tumorali NON sono da studiare per questo esame ]

Come fanno le cellule col fenotipo metastatico a distaccarsi e a invadere i tessuti? -> i passaggi
sono praticamente gli stessi dell’invasività neoplastica (v.sopra)

Quindi le cellule tumorali maligne che hanno il fenotipo metastatico devono:

- produrre meno molecole di adesione per staccarsi dalla massa delle altre cellule

- Superare la membrana basale e migrare nella sostanza fondamentale

—> nel caso di metastatizzazione per via ematica le cc.tumorali non sceglieranno le pareti delle
arterie, ma la via più facile, cioè le pareti di venule e capillari

[a questo punto la Prof.ssa “mischia” la spiegazione teorica della slide n 22 con l’esempio alla
slide n 23, per sicurezza copio direttamente la n 22 e inserisco la stessa immagine usata come
esempio]

[SLIDE N. 22]

CELLULE NEOPLASTICHE CON FENOTIPO METASTATICO DEVONO ESSERE IN GRADO DI:

1) potersi distaccare dal tumore primario (diminuzione delle molecole di adesione)

2) Attaccare e degradare i componenti della matrice EC per attraversare la membrana basale, il


t.connettivo interstiziale ed invadere i capillari sanguigni e linfatici

3) Sopravvivere ai sitemi di difesa immunitari (naturali e acquisiti) una volta arrivate nel sangue o
nella linfa (formazione di aggregati piastrine-cellule tumorali—>v.slide 23 e img pag.seguente

4) Potersi arrestare ad un determinato sito del circolo linfatico o sanguigno aderendo alle cellule
endoteliali […]

5) Potere fuoriuscire dai vasi al punto di arresto attraversando la membrana basale

6) Potere moltiplicarsi ed invadere i tessuti nei quali si sono arrestate

7) Potere nella nuova sede produrre fattori angiogenetici [v.slide 23 e img p.seg.] che forniscano
stroma e letto vascolare alle cellule metastatiche

Cascata metastatica in diffusione ematogena di un


tumore (tratto da: Robbins e Cotran, “Le basi
patologiche delle malattie”, 8a ed., Elsevier ed.)

ATT.! : a questo punto manca la registrazione della parte sulle vie di metastatizzazione e
sull’organotropismo, corrispondente alle slides dalla 24 alla 38; non potendo, per ovvi motivi,
incollare le slides in questo documento, riporto quanto presente a riguardo sul libro citato sopra,
nella didascalia della foto in questa pagina (il testo è uno dei consigliati dalla Prof.ssa. —> !
Ovviamente tale libro è troppo approfondito/diverso, io mi concentrerei sulle slides!

[REGISTRAZIONE INTERROTTA]
LE VIE DI METASTATIZZAZIONE (slides 24-31)

[SLIDE 24]

Le vie di di usione metastatica sono:

- via ematica

- Via linfatica

- Via celomatica

- Per contatto o contiguità

- Per innesto

[via ematica e linfatica->v.sopra + slides]

[SLIDE 26: TIPOLOGIE DI METASTATIZZAZIONE PER VIA EMATICA]

- tipo vena porta: provenienza da tumori presenti in organi il cui sangue è raccolto dalla vena
porta. Metastasi epatiche da cellule neoplastiche provenienti da: stomaco, intestino tenue,
colon, crasso, sigma

- Tipo vene cave: provenienza da tumori presenti in organi il cui sangue è raccolto dalle vene
cave. Metastasi polmonari da cellule neoplastiche provenienti dalla maggior parte degli organi,
fegato compreso [le metastasi a livello polmonare sono frequenti (vena cava-atrio dx-polmone);
perché non a livello cardiaco?? -> perché il cuore è un muscolo in continua contrazione, quindi
è un ambiente sfavorevole per le cc. tumorali maligne]

- Tipo polmone: attraverso le vene polmonari le cellule neoplastiche di tumori del polmone
arrivano al cuore sinistro e di qui attraverso le arterie determinano teoricamente metastasi in
tutti gli organi

[SLIDE 29: VIA TRANSCELOMATICA]

Tumori primitivi di organi rivestiti da sierose (cavità toracica e addominale) possono di ondersi
attraverso gli spazi celomatici (pleure, pericardio, peritoneo), e dare metastasi in queste cavità
sierose dette anche celomatiche.

- tumori polmonari metastatizzano nella pleura parietale

- Tumori del cuore sono rari per cui sono rare anche le metastasi al pericardio

- Tumori degli organi contenuti nella cavità peritoneale (es tumori stomaco e intestino) possono
dare metastasi nella sierosa intraperitoneale.

[SLIDE 31]

Per contatto o contiguità

Le cellule passano, pur senza contiguità di tessuto, da un organo ad un altro adiacente.

Es. metastasi nel palato per contatto con un tumore della lingua; nel labbro inferiore per contatto
con un tumore del labbro superiore; nella gengiva per contatto con un tumore della guancia; nel
fegato per contatto con un tumore della testa del pancreas

Per innesto o disseminazione

Le cellule neoplastiche vengono disseminate accidentalmente nel corso di un intervento


operatorio mediante i ferri chirurgici o i guanti.

Es. il tumore insorge a livello della cicatrice o in altre regioni del campo operatorio.

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L’ORGANOTROPISMO (slides 32-38)

ORGANOTROPISMO [def. da slide 32]= localizzazione preferenziale delle metastasi in determinati


organi anziché in altri

[SLIDE 33: FATTORI POTENZIALI DELL’ORGANOTROPISMO]

Fattori idrodinamici generali

La probabilità che le cellule neoplastiche vadano in un organo anziché in un altro dipende


strettamente dalla quantità di sangue che a uisce a quell’organo.

Fattori idrodinamici locali

La contrattilità è un impedimento alla localizzazione delle metastasi (tessuto muscolare).

La rigidità è un fattore favorente (tessuto osseo spugnoso).

Fattori umorali locali

- fattori favorenti con attività chemiotattica

- A nità delle cellule neoplastiche per il tessuto, in base alle interazioni fra recettori presenti sulle
cellule e componenti della matrice EC ( bronectina)

- L’adesività delle cellule neoplastiche alle pareti dei vasi e alle strutture vicine (integrine, VCAM,
ICAM, caderine, selectine).

- Di erenti concentrazioni di fattori di crescita e di ormoni.

[SLIDE 34: continua]

Fattori cellulari propri del tessuto

In relazione alla ricchezza (milza, tessuti linfoidi) o alla povertà (cervello) del tessuto reticolo-
istiocitario e delle difese immunologiche che possono ostacolare la di usione e l’attecchimento
delle metastasi.

Fattori embriogenetici

Origine comune delle cellule dallo stesso tessuto embrionale (metastasi cerebrali di melanoma).

[SLIDE 35: VELOCITÀ DI ACCRESCIMENTO]

In generale i tumori benigni, che sono tumori ben di erenziati, crescono lentamente (anche diversi
anni)

La maggior parte dei tumori maligni cresce rapidamente e con andamento variabile (alcuni
possono crescere lentamente e poi aumentare rapidamente; altri possono regredire o avere
periodi di quiescenza).

I tumori maligni ben di erenziati crescono più lentamente rispetto ai tumori maligni scarsamente
di erenziati o indi erenziati.

Ci sono comunque delle eccezioni: alcuni tumori benigni possono crescere più velocemente di
quelli maligni

[SLIDE 36: LA VELOCITÀ DI CRESCITA DI UN TUMORE DIPENDE DA…]

1) la proporzione di cellule che sono nel ciclo cellulare rispetto a quella delle cellule che si sono
di erenziate e sono entrate nella fase G0 del ciclo (fase di riposo moltiplicativo)

- cellule sono spinte a moltiplicarsi da speci ci segnali di crescita indotti da vari fattori di crescita
(ormoni, citochine, fattori di crescita classici)

- La progressione del ciclo cellulare, una volta che le cellule sono entrate in fase G1, è regolata
da numerose molecole: proteinchinasi (CDK= cinasi ciclino [??] dipendenti) (enzimi) e cicline
(proteine).

In molti tumori: eccessiva formazione di ciclina D (gene che codi ca per essa è considerato un oncogène) e
la delezione o mutazione inattivante dei geni che codi cano per gli inibitori di questa ciclina.

In conseguenza a questo fenomeno e ad altri simili durante tutte le fasi del ciclo, le cellule tumorali
e ettuano i cicli replicativi senza mai entrare in fase G0.

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[SLIDE 38: CONTINUA]

2) la mortalità delle cellule del tumore. Le cellule del tumore sono sensibili al processo di morte
cellulare programmata per apoptosi.

I tumori che sviluppano alterazioni genetiche, che consentono di sfuggire al controllo della
crescita esercitato dall’apoptosi, tendono a divenire a rapido accrescimento.

La morte cellulare programmata è sotto il controllo di alcuni geni proapoptotici (es. p53, BAX) e
geni antiapoptotici (es. BCL-2).

Nelle cellule neoplastiche questi geni sono alterati —> esse non invecchiano e non muoiono, e
continuano a moltiplicarsi inde nitamente (resistenza ai farmaci chemioterapici da parte delle
cellule neoplastiche in diversi pazienti, dipende dal fatto che l’attività di un gran numero di tali
farmaci è legata alla capacità di indurre la morte cellulare programmata delle cellule bersaglio);

3) la neovascolarizzazione della massa tumorale può in uire sulla crescita dei tumori.

L’adeguato apporto di nutrimento al tumore è garantito dallo stroma vascolare indotto dalle cellule
neoplastiche stesse.

Se la proliferazione cellulare eccede largamente la morte cellulare il tumore ingrandisce


rapidamente.

[pag.successiva: riprende registrazione ]

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DA QUI RIPRENDE LA REGISTRAZIONE: SLIDE 39

Cosa capita dal punto di vista genetico nelle cellule tumorali ??-> in seguito alla presenza di
mutazioni possono dare l’avvio alla nascita di un tumore, benigno o maligno.

Quelli che ci interessano di più sono quelli MALIGNI, ma anche un tumore BENIGNO può fare
grossi DANNI (basti pensare a un tumore benigno al SNC, con gravi problemi neurologici).

ALTERAZIONI DEI GENI RESPONSABILI DELLA FORMAZIONE DEL TUMORE

Abbiamo principalmente 3 meccanismi genetici:

1) gli ONCOGÈNI , geni che favoriscono lo sviluppo e la crescita del tumore ; sono quei geni
coinvolti nella PROLIFERAZIONE CELLULARE, quindi nel tumore tali geni dovranno essere
IPERESPRESSI, in modo da avere un’iperproduzione e sintesi di una speci ca PROTEINA
(=ONCOPROTEINE)

2) ONCOSOPPRESSORI o ANTI-ONCOGÈNI, cioè alcuni geni che codi cano per alcune
proteine, quali ad es la P53 (v.sopra), che vanno a rallentare/bloccare la crescita del mio
tumore.

3) PERDITA dei GENI coinvolti nella RIPARAZIONE del DNA -> mutati i geni che codi cano ad es
per le endonucleasi (sistemi riparatori del DNA sono formati da diversi enzimi che
intervengono nel riconoscimento, nel taglio, nella sintesi del tratto di DNA da riparare)

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[SPIEGAZIONE IMMAGINE P. PRECEDENTE] Danno al DNA—> cancerogeni determinano questo
danno al doppio lamento del DNA stesso, causando ad es un accoppiamento alterato tra le basi
azotate = addotti chinina - chinina oppure chinina-citosina, il che porta a una DISTORSIONE della
SEQUENZA delle BASI

—> ogni proteina è codi cata da una certa sequenza di basi , quindi se c’è un’alterazione
sequenziale, la sintesi di quella proteina risulterà alterata —> a questo punto avremmo i sistemi di
riparazione, che però saranno mutati anch’essi (v.sopra), dunque la mutazione resterà.

Anche per quanto riguarda l’apoptosi, se le cellule tumorali la eluderanno, continueranno a


proliferare —> tutte le cellule glie avranno le stesse mutazioni della cellula di partenza ;

-> inizialmente il tumore è formato da un’unica popolazione, da un unico clone, che avrà le stesse
alterazioni; in seguito le mutazioni potranno progredire, se ne potranno formare di altro tipo,
dunque si formeranno dei SOTTO-CLONI di cellule tumorali —> tra queste ulteriori mutazioni le
cellule potrebbero acquisire il FENOTIPO METASTATICO (v.sopra), dunque saranno in grado di
staccarsi per andare a metastatizzare.

—> quest’ultimo tumore (ulteriormente mutato rispetto al clone iniziale) sarà dunque
ETEROGENEO, e non più omogeneo come nella fase iniziale.

N.B.: a nché si formi un tumore, dovranno essere alterati determinati geni (v.sopra), non uno
qualsiasi —> oncogèni, oncosoppressori, regolanti l’apoptosi, regolanti il di erenziamento,
regolanti la riparazione del DNA

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Quali sono le ALTERAZIONI a carico del GENOMA che favoriscono la crescita neoplastica?

- mutazioni puntiformi di un gene: sequenza delle basi alterata —> sintesi di una proteina con
una funzione anomala, strutturalmente diversa

- delezione (perdita) di un gene , quindi la sintesi di una determinata proteina non ci sarà
proprio più

- ampli cazione genica ( o iperespressione di un gene) -> ad es un oncogène che, anziché


codi care per 10 proteine della crescita, codi cherà per molte più proteine di quel tipo

- Traslocazione cromosomica : un gene viene traslocato da un cromosoma ad un altro ->


sempre con l’es dell’oncogène favorente la crescita, esso verrà traslocato in un altro
cromosoma, generalmente in una zona detta promoter o enhancer—> il risultato nale sarà
sempre quello di iperesprimere questo gene (tipica è la traslocazione 8-14, Linfoma di Burkitt)
—> le traslocazioni interessano principalmente i tumori maligni di ORIGINE VIRALE , perché il
virus, per replicarsi, si inserisce nel genoma della cellula ospite ; altro es è quello delle leucemie
mieloidi croniche (molte leucemie sono infatti di origine virale)-> traslocazione 9-22

GLI ONCOGÈNI

Sono i geni del cancro, che favoriscono la formazione e la crescita del tumore

In realtà sono dei geni speci ci che, quando sono normali, sono indicati come proto-oncogèni,
presenti nel genoma di tutte le nostre cellule (geni che codi cano per il fattore di crescita, per il
recettore di membrana , per le molecole della trasduzione del segnale , cioè tutte di quelle
molecole che hanno come scopo nale quello di favorire la proliferazione cellulare).

Se questi geni sono mutati, prendono il nome di oncogène ->quindi in questo caso potrò avere
tutte le mutazioni di cui sopra, tranne la delezione

L’errore di codi cazione può essere:

a) di tipo quantitativo, cioè con una maggiore produzione di oncoproteine

b) di tipo qualitativo , con formazione di oncoproteine anomale

IMP! -> è su ciente che tale mutazione sia presente su una sola copia del gene (allele) per
conferire alla cellula un vantaggio proliferativo —> EFFETTO DOMINANTE

[schema alla slide 47 NON è da sapere, è solo per farsi un’idea]

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GLI ONCOSOPPRESSORI ( o anti-oncogèni)

Contrastano la crescita del tumore , cercano cioè di portare regolarità nel ciclo cellulare, di portare
le cellule all’apoptosi, di ridurre la proliferazione cellulare, etc.

Fino a che questi geni non sono mutati, contrastano la proliferazione e il tumore cresce più
lentamente

A livello degli oncosoppressori, avrò le seguenti alterazioni:

- delezione, cioè non verranno codi cate le proteine che inibiscono la proliferazione cellulare (ad
es la p53)

- Mutazione puntiforme, cioè c’è la sintesi di quel fattore che inibisce la proliferazione ma sarà
alterato e non funzionerà correttamente

—> a di erenza degli oncogèni, le mutazioni sugli oncosoppressori avranno un e etto


RECESSIVO, perché non è su ciente un’unica mutazione su un unico allele , cioè perché io abbia
perso completamente la capacità di questi geni di contrastare la proliferazione del tumore, devo
avere entrambi gli alleli mutati.

—> si è scoperto che la maggior parte dei tumori su base ereditaria sono causati da mutazione
sui geni oncosoppressori

Progressione neoplastica ed eterogenicità genetica: qui la docente riprende quanto detto alla p.precedente sul clone-
sotto-cloni e sull’eterogenicità; aggiunge solo la parte sulla resistenza ai chemioterapici
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EREDITARIETÀ E TUMORI

Quello che viene trasmesso alla progenie sono le MUTAZIONI responsabili del tumore, quelle a
carico delle CELLULE GERMINALI, NON somatiche.

Vi sono dunque tumori che interessano lo stesso nucleo famigliare -> è più a discendenza
verticale che orizzontale

Le mutazioni che vengono trasmesse sono principalmente quelle riguardanti i geni


ONCOSOPPRESSORI (si ricorda però che le mutazioni hanno e etto recessivo, dunque una sola
mutazione non è su ciente a nché compaia il tumore —> occorre che nell’arco della mia vita io
sviluppi una seconda mutazione, quindi devo avere entrambi gli alleli mutati)

—> N.B.: a nché si sviluppi il tumore non basterà un solo gene mutato, ma dovranno esserci più
geni mutati (=una certa combinazione tra oncogèni e oncosoppressori)

La mutazione può essere ereditata anche su un oncogène, però in questo caso basterà la
mutazione su un solo allele a nché il tumore si sviluppi (e etto dominante)

TUMORI A SUBSTRATO EREDITARIO

Tumori poco comuni e associati a marcatori fenotipici :

- retinoblastoma : tumore oculare infantile , può interessare entrambi gli occhi o solo un occhio;
anche se è un tumore benigno, le persone a ette hanno un rischio maggiore di sviluppare un
osteosarcoma, perché ci potrebbe essere un interessamento del tessuto osseo circostante

- Poliposi adenomatosa familiare del colon: ci sono persone che sviluppano anche centinaia di
polipi intestinali; è il classico tumore a substrato ereditario. Compare intorno ai 40 aa, è benigno
ma potrebbe evolvere in carcinoma del colon

- Neuro bromatosi 1 : presenza alla nascita di macchie cutanee color ca è-latte e nevi nell’iride

- Neuro bromatosi 2 : comparsa di neurinomi del n.acustico e talvolta di tumori del SNC

—> entrambe le forme sono responsabili della formazioni di neuro bromi

Tumori con difetti di riparazione del DNA

- xeroderma pigmentoso: le persone colpite sono ipersensibili agli UV, cioè non possono esporsi
alla luce solare; sono predisposte per sviluppare tumori maligni a livello cutaneo (es epiteliomi,
melanomi), presentano anche […audio incomprensibile..]

Tumori con alta incidenza familiare

- carcinoma alla mammella: mutazione all’oncosoppressore BRCA-1

- Carcinoma della mammella e dell’ovaio : mutazione all’oncosoppressore BRCA-2

- Carcinoma non poliposico del colon-retto: comparsa intorno ai 40 aa, si sviluppa dopo la
comparsa di un adenoma

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EFFETTI DEI TUMORI SULL’OSPITE

Prima di tutti gli e etti sistemici, abbiamo e etti locali, sia nei tumori benigni sia in quelli maligni, e
sia nel tumore primario che in quello secondario. L’e etto LOCALE è quello di una
COMPRESSIONE MECCANICA sui tessuti e gli organi adiacenti.

Se poi sono tumori di ghiandole a secrezione endocrina (ipo si, surrene, tiroide), il tumore potrà
anche interferire con l’attività di tali ghiandole, con la sintesi e la secrezione di speci ci ormoni (sia
aumentandone che inibendone la secrezione).

Altro e etto è quello dell’infarto del tessuto, cioè della sua NECROSI, perché essendo schiacciati
questi tessuti non ricevono più O2 e sostanze nutritive (ipossia -> necrosi)

Possiamo anche avere SANGUINAMENTO, per modi ca e rottura della circolazione, dei vasi

Per quel che riguarda in particolare i tumori MALIGNI, avremo i seguenti e etti sistemici:

- cachessia: decadimento organico, depauperamento sico, malessere generale

- Febbre

- Sdr paraneoplastiche , associate sia al tumore primario sia alle metastasi. Sono rappresentate
da quadri sintomatologici e clinici che non sempre appaiono come associati al tessuto/organo
di insorgenza. Esempi di queste sdr sono:

—> sindromi endocrine: in seguito allo sviluppo di determinati tumori, vengono rilasciati
determinati metaboliti, determinate sostanze. Si possono riscontrare sdr neurologiche, sdr a
carico del m.scheletrico, a livello ematologico, a livello del tratto GI, renale, cutaneo, etc.

Tra le sdr endocrine la più frequente è l’IPERCALCEMIA (10 % dei pazienti a etti da speci ci
tumori). Ad es nel MIELOMA MULTIPLO, nei LINFOMI.

Si può avere, inoltre, un aumento dei livelli di PROSTAGLANDINE; aumento metaboliti attivi della
vitamina D (adenocarcinoma della mammella, carcinoma polmonare) -> fungono da marcatori,
indicatori di certi tipi tumorali.

Troviamo anche tumori che fanno aumentare la presenza in circolo dell’ormone ACTH o
adrenocorticotropo, prodotto dall’ipo si, in caso di carcinoma polmonare, tumori neuroendocrini
come il feocromocitoma, neuroblastoma, il carcinoma midollare della tiroide (-> SDR DI
CUSHING).

Anche la corteccia surrenalica può essere iperstimolata a produrre i corticosteroidi come il


cortisolo (implicati nella stimolazione del metabolismo basale) , oppure i mineralcorticoidi che
stimolano un maggior riassorbimento di acqua e di sodio, etc.

—> sdr ematologiche : anemia sideropenica, soprattutto nei tumori del tratto GI, i quali riducono
l’assorbimento del Fe a livello intestinale.

—> sdr cutanee : da tumori al tratto GI, ad es ipercheratosi e pigmentazione a livello ascellare, del
collo; nei linfomi si potranno presentare eritema, desquamazione, prurito

CANCEROGENESI

PROCESSO MULTIFASICO che porta alla formazione della neoplasia

3 FASI:

1) INIZIAZIONE: una cellula viene esposta ad un cancerogeno, che le causerà determinate


mutazioni. Se queste ultime non potranno essere riparate dai sistemi di riparazione del DNA,
le mutazioni stesse si accumuleranno nel genoma, la cellula quindi passerà dall’essere
normale a neoplastica. Non è detto però che questa cellula inizi subito a proliferare, infatti
inizialmente rimane in una fase di latenza, rimane “dormiente”, “iniziata”. A questo livello la
cellula sopravvive senza moltiplicarsi.

2) PROMOZIONE: in conseguenza dell’accumulo di ulteriori mutazioni, la cellula incomincia a


dividersi.

3) PROGRESSIONE: ancora altre mutazioni si accumulano. Si formano sotto-popolazioni (sotto-


cloni, v.sopra) della popolazione di cellule neoplastiche all’interno della stessa massa: la
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neoplasia passa da essere omogenea a eterogenea. Alcuni di questi sotto-cloni possono
essere quelli che hanno sviluppato il FENOTIPO METASTATICO, oppure una sotto-
popolazione potrebbe diventare CHEMIO-RESISTENTE.

CANCEROGENESI CHIMICA [LA DOCENTE DICE CHE QUESTA È UNA PARTE CHE
GENERALMENTE NON CHIEDE ALL’ESAME, SLIDES 61-71]

I cancerogeni chimici:

- possono agire direttamente alterando il DNA, provocando degli addotti (mutazioni) formando
dei legami col DNA

- Possono agire con la sommazione, cioè il superamento della dose soglia di esposizione al
cancerogeno

- Alcuni cancerogeni chimici non sono direttamente cancerogeni, bensì promoventi: stimolano
una cellula già iniziata a progredire in senso neoplastico

- Altre sostanze chimiche sono pro-cancerogeni (o cancerogeni indiretti), cioè per essere
cancerogeni devono venire attivati, a livello dei microsomi, grazie al complesso enzimatico
P450

- Alcuni cancerogeni, dopo essere stati introdotti nell’organismo, vengono bloccati (tramite
reazioni di coniugazione e riduzione) dagli acidi glucuronico e solforico; ma, essendo eliminati
con le urine, a livello renale alcuni batteri, scindendo il legame con gli acidi suddetti, possono
riattivarli e portare a tumori del sistema urinario.

- Altre sostanze chimiche, se agiscono insieme, possono contribuire allo sviluppo di una
neoplasia.

Principali gruppi di cancerogeni chimici

- idrocarburi aromatici policiclici: sono formati da anelli benzenici (il composto più semplice è
proprio il benzene). Sono pro-cancerogeni, vengono attivati a livello epatico da sistemi
enzimatici.

Presenti in grande quantità nel fumo di sigaretta, prodotti soprattutto dalla combustione della
cartina che avvolge il tabacco.

Rappresentano inoltre quasi tutti i contaminanti atmosferici (soprattutto benzopirene); altri sono
nel catrame, nella pece, nel bitume, etc.

L’ingresso nell’organismo avviene per inalazione, ingestione e attraverso la cute.

Provocano tumori soprattutto all’apparato respiratorio, alla cute, al rene, a livello nasale,
intestinale, etc.

- composti azoici o azocomposti: molti sono coloranti per gli alimenti (usati solo in passato).

Erano responsabili di epatomi.

Altro azocomposto usato in passato era il rosso scarlatto per disinfettare le ferite, ma poi si è
scoperta la sua azione cancerogena

- amine aromatiche: coloranti usati nell’industria della gomma, degli esplosivi e dei coloranti;
appartengono a quella classe di cancerogeni che vengono inizialmente bloccati dal legame con
l’acido glucuronico, ma che poi causano tumori a livello del sistema urinario (v.spiegazione
sopra).

Causano dunque tumori professionali, che possono insorgere anche a distanza di 20 aa dalla
cessazione dell’attività lavorativa (soprattutto t.alla vescica, in passato proprio anche dei
parrucchieri, oltre a quanto già detto).

- idrocarburi alogenati: solventi, resine, sostanze plastiche, insetticidi e pesticidi (ad es in


passato il DDT) ; altro es il cloruro di vinile, usato in passato per i guanti etc. […]

- agenti alchilanti: responsabili di tumori polmonari, gastrici e di leucemie.

Tra questi ricordiamo i nitrosocomposti (nitrosamine e nitrosamidi): sono procancerogeni attivati a


livello epatico. Nell’uomo vengono prodotti soprattutto dalla ora batterica, che li ottengono dalla
conversione dei nitrati e nitriti assunti con la dieta (conservanti soprattutto negli insaccati).

Altre nitrosamine sono prodotte dalla combustione del tabacco.

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- dieta: anche la dieta può portare all’insorgenza di un tumore: ad es un eccesso di grassi
favorisce il carcinoma della mammella, mentre una dieta povera in bre favorisce il tumore del
colon.

[la slide 65 viene appena citata—> amianto, silice etc. sono state già spiegate sopra]

CANCEROGENI FISICI

Quelli più importanti sono le radiazioni eccitanti e le radiazioni ionizzanti (per le radiazioni ci sarà
una lezione speci ca, v.sbobine seguenti).

Le radiazioni causano direttamente mutazioni a livello del DNA, rompendo i lamenti e causando
mutazioni puntiformi e accoppiamenti anomali delle basi azotate.

Altri agenti sici: già trattati o da trattare in seguito (v.sbobine seguenti)

CANCEROGENESI VIRALE (per replicazione virus v. Microbiologia )

I virus per potersi replicare devono trasferirsi nel genoma della cellula ospite, causando
traslocazioni cromosomiche (gene traslocato su un altro cromosoma).

Virus a DNA

Nel caso del linfoma di Burkitt, abbiamo il virus Epstein-Barr (responsabile anche del carcinoma
nasofaringeo e di alcuni linfomi).

I virus dell’epatite B e C causano una cronicizzazione a livello epatico (l’epatite A dà solo un


danno acuto) ; i pazienti colpiti hanno il rischio di sviluppare la cirrosi epatica, con necrosi,
tentativo di guarigione etc. (v.sbobina malattie del fegato) , il che rappresenta una condizione
precancerosa (insulto cronico di tipo in ammatorio che col tempo può causare mutazioni)

Papilloma virus: associato al carcinoma dell’utero, ad alcuni carcinomi cutanei

Virus erpetico di Kaposi—> sarcoma (t.maligno dei tessuti mesenchimali) di Kaposi, che colpisce
soprattutto le cellule endoteliali

Virus a RNA

HTLV-1 e 2 —> leucemia umana a cellule T / linfomi

Anche i batteri possono contribuire allo sviluppo di tumori (es Helicobacter pilori )

Anche gli ormoni —> estrogeni : mammella , utero; testosterone —> K prostata

[FINE SLIDE 71]

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CLASSIFICAZIONE DEI TUMORI [SLIDE 72]

La classi cazione dei tumori si basa sull’origine del tessuto, quindi sul criterio istogenetico.

Tale classi cazione è possibile solo se noi siamo ancora in grado di riconoscere il tipo cellulare,
perché se io sono di fronte ad un tumore maligno anaplastico, non sarò più in grado di sapere la
cellula di partenza.

CLASSIFICAZIONE ISTOGENICA DEI TUMORI: 5 classi

1) tumori degli EPITELI ( sia di rivestimento sia ghiandolari)

2) Tumori dei tessuti MESENCHIMALI (non emolinfopoietici)

3) Tumori dei tessuti EMOLINFOPOIETICI

4) Tumori del TESSUTO NERVOSO

5) Tumori MISTI

Tumori degli EPITELI

a) tumori dell’epitelio di rivestimento

Benigni: verruche, condilomi, cherato-acantoma, polipi, papillomi—> si osservano a occhio


nudo perché appaiono come ESCRESCENZE a livello cutaneo, più o meno pronunciate e più o
meno peduncolate (ad es il polipo è peduncolato, la verruca è piatta) —> sono tutti su base virale
(PAPILLOMA virus)-> si sviluppano soprattutto negli ambienti molto frequentati dalle persone
(piscine, mense, etc.)

Maligni: epiteliomi (e.spinocellulare e basocellulare, quest’ultimo è meno aggressivo, perché


NON metastatizza, forma ulcerazioni e lesioni cutanee, anche sanguinanti, però cresce verso la
super cie, dà facilmente recidiva ma non metastatizza)

Melanoma: ha origine dai melanociti, non propriamente dalla cute

b) tumori dell’epitelio ghiandolare

Benigni : adenomi, composti da cellule ancora ben di erenziate, che formano ancora tessuto
ghiandolare. Es c’è un caso particolare che è il broadenoma della mammella (tessuto
ghiandolare + mesenchimale ->t.misto); altro es è il cistoadenoma, etc.

Maligni : CARCINOMI (mammella, fegato, polmonare, tiroide, ovaio).

Se il t.maligno ha ancora un buon di erenziamento si chiama ADENOcarcinoma / i carcinomi


SOLIDI sono meno di erenziati e sono più aggressivi

PRECANCEROSI

Lesioni su base in ammatoria che hanno un’altissima probabilità di andare incontro ad una
trasformazione neoplastica maligna (soprattutto se c’è un’in ammazione cronica, uno squilibrio
ormonale, etc.)

Ad es sono indicate come precancerose:

- a livello cutaneo: la radiodermite (in ammazione cronica cutanea causata da esposizione a


radiazioni, es da radioterapia ); oppure gli anziani con ipercheratosi (da pigmentazione->
=ispessimento della cute) acuta (attinica o senile) possono sviluppare un epitelioma
basocellulare (tipico degli anziani e di chi si espone molto ai raggi solari) ; xeroderma
pigmentoso, che colpisce persone che hanno un difetto di riparazione del DNA e che quindi
non dovrebbero esporsi ai raggi solari; leucoplachie o leucoplasie, soprattutto a livello
genitale

- A livello polmonare: pneumoconiosi, patologie granulomatose causate ad es dall’accumulo di


amianto, silice, etc.; oppure la metaplasia squamosa, dove ad es nei fumatori, le cellule
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dell’epitelio tracheo-bronchiale cambiano la propria morfologia, a causa del continuo insulto
in ammatorio del fumo -> da epitelio cilindrico a epitelio pavimentoso

- Fegato : cirrosi epatica

- Pancreas : pancreatite cronica

- Mammella : mastopatia brocistica, ginecomastia negli uomini

- Cervice e utero: metaplasia e displasia (su base virale o da funghi); leucoplachie

TUMORI DEI TESSUTI MESENCHIMALI (tessuti broso, connettivo adiposo, muscolare,


cartilagine, osso)

—> se BENIGNO -> si usa il su sso -oma dopo il nome dell’organo (ad es broma, lipoma,
mixoma (mucose), leiomioma (m.liscio), rabdomioma (m.striato), emangioma (pareti dei vasi),
osteoma (ossa), etc.

—> se MALIGNO-> si usa il su sso -sarcoma ;

—> se sarò di fronte a sarcomi anaplastici o indi erenziati, aggiungerò la tipologia cellulare, ad
es. : sarcomi rotondocellulari, fusocellulari, polimor )

TUMORI DEI TESSUTI EMOLINFOPOIETICI

Prendono origine:

- dalle cellule staminali emopoietiche del midollo osseo: leucemie (acute e croniche)

- Dai linfociti maturi: linfomi (Hodgkin, non Hodgkin)

- Dalle plasmacellule: tumori plasmacellulari


LEUCEMIE

=Un blocco nelle fasi di maturazione /di erenziazione dei leucociti

In base al punto in cui avverrà il blocco, potrò avere leucemie acute o croniche, perché sia nel
midollo osseo ma soprattutto nel sangue io troverò forme immature dei leucociti.

LEUCEMIE ACUTE -> decorso più rapido e aggressivo rispetto alle l.croniche

I leucociti hanno subìto un blocco maturativo nelle PRIME FASI (1a,2a,3a fase di maturazione)

Fattori di rischio: somministrazione di alcuni farmaci, radiazioni ionizzanti, predisposizione


genetica, etc.

LEUCEMIE CRONICHE -> decorso più lento e meno aggressivo

Blocco maturativo dei leucociti nelle fasi più avanzate di maturazione

Sia acute che croniche :

- l.linfoidi o linfoblastiche : il blocco maturativo riguarda solo i LINFOCITI -> prevalgono nei
GIOVANI

- Leucemie mieloidi o non linfoblastiche: riguardano gli altri tipi cellulari, quindi i granulociti,
monociti, megacariociti -> più di use tra gli ADULTI e gli anziani

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LINFOMI

Neoplasie solide che si localizzano nel tessuto linfonodale

Si suddividono in due gruppi principali: linfomi Hodgkin (meno aggressivi) e linfomi NON Hodgkin
(più aggressivi).

Tra i non-Hodgkin abbiamo il linfoma di Burkitt (v.sopra), uno dei più maligni.

I linfomi di Hodgkin sono caratterizzati da cellule multinucleate dette cellule di Sternberg-Reed;


oltre a tali cellule, Hodgkin scoprì una cellula che invece aveva un solo nucleo (da qui il nome a lui
dedicato).

—> tutti i LINFOMI con CELLULE PARTICOLARI (multinucleate) sono indicati come linfomi di
HODGKIN; tutti gli altri come NON-HODGKIN

TUMORI PLASMACELLULARI o PLASMACITOMI

Neoplasie della linea maturativa B

Il più noto è il MIELOMA MULTIPLO , tumore plasmacellulare che colpisce principalmente il


tessuto osseo; viene chiamato multiplo perché si espande in più aree del tessuto osseo, cioè in
più aree del midollo osseo. È a crescita lenta, ma è molto doloroso e aggressivo, perché può
alterare il tessuto osseo, dato che metastatizza per via ematica e può aggredire il sistema
scheletrico in più punti. Il mieloma m. provoca attivazione degli osteoclasti (cc.che di norma
rimodellano il t.osseo) e dunque provoca OSTEOLISI. IN PIÙ grazie all’erosione del tessuto osseo,
aumentano i livelli di calcio in circolo (IPERCALCEMIA). È spesso associata ad ANEMIA e viene
spesso diagnosticata dopo una frattura.

Un PARAMETRO per vedere la presenza di questo tumore è la PROTEINA M, immunoglobulina,


che tra l’altro aumenta la viscosità del sangue e può dare problemi circolatori e insu cienza
renale.

TUMORI DEL TESSUTO NERVOSO

Si suddividono in:

- tumori degli elementi NEUROEPITELIALI, i più maligni -> astrocitomi, gliomi, ependimomi,
medulloblastomi (i più letali), etc.

- Tumori delle GUAINE NERVOSE

- Tumori delle MENINGI

Ricordarsi che il cervello è l’organo che viene più frequentemente metastatizzato perché non ha
grandi difese ed è altamente irrorato.

TUMORI MISTI

Ad es broadenoma della mammella , tumore misto della parotide.

Ricordarsi che i tumori sono la SECONDA CAUSA DI MORTE, la PRIMA sono le MALATTIE
CARDIOVASCOLARI.

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[l’immagine qui sotto la cita ma non sembra da sapere…]

Incidenza e prevalenza dei tumori in Italia (2016) secondo AIRTUM

FINE

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