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La narrativa

autobiografica
Definizione • Una narrazione autobiografica
riguarda, letteralmente, la storia
della vita di chi scrive.
• Fondamentale è la dimensione
della memoria: chi scrive
un’autobiografia cerca di trovare
un filo conduttore tra gli eventi
della propria vita.
• Il racconto autobiografico è
sempre parziale, soggettivo e
filtrato dalle idee, dalle
conoscenze e dalle opinioni
dell’autore.
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• Il tempo delle narrazioni autobiografiche è il tempo della
memoria: l’autore ripercorre il proprio passato più o meno
recente per organizzarlo e raccontarlo, anche riferendosi a fatti
storici noti.
• Lo spazio delle storie autobiografiche è quasi sempre reale ma
molto vario: corrisponde ai luoghi e agli ambienti frequentati dal
protagonista dell’autobiografia.
• I personaggi delle narrazioni autobiografiche corrispondono
all’autore dell’autobiografia e alle persone reali (parenti, amici,
conoscenti, sconosciuti) che egli sceglie di inserire nella propria
storia.
Autobiografia e memorialistica

Il genere dell’autobiografia va distinto da quello della


memorialistica, a cui appartiene ad esempio un’opera come Se
questo è un uomo di Primo Levi (1919-1987), basata sul racconto
dell’esperienza collettiva e storicamente rilevante dell’olocausto.
Autobiografia Memorialistica

Dimensione del passato. Dimensione del passato.

Racconto dell’esperienza privata di un individuo in


Racconto della storia personale di un individuo. relazione a eventi significativi della storia
(l’esperienza diventa collettiva).

Racconto legato alla vita di personaggi comuni,


Racconto della vita di un personaggio noto (come
divenuti casuali testimoni di eventi storici
un politico, un atleta, un artista).
significativi.
L’autobiografia nell’antichità
Storia del
Seppur la nascita del genere con
genere caratteristiche proprie venga
collocata nel Settecento, la prima
forma di narrazione autobiografica
risale alla Tarda Antichità: si tratta
delle Confessioni di Agostino
d’Ippona (395-430), in cui
l’autore racconta gli episodi della
propria vita, dall’infanzia all’età
adulta, che hanno costituito le
tappe di un personale percorso
spirituale verso Dio.

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L’autobiografia tra Medioevo e Rinascimento

L’eredità di Agostino d’Ippona viene raccolta in epoca medievale e


rinascimentale da vari scrittori:
•Francesco Petrarca (1304-1374) nel Secretum allestisce un
immaginario dialogo proprio con Agostino, al quale confessa i
tormenti del proprio animo e le proprie debolezze;
•Benvenuto Cellini (1500-1571), con Vita, realizza
un’autocelebrazione di sé stesso ponendo grande attenzione al
proprio contesto storico, descritto in modo molto dettagliato.
L’autobiografia nel Settecento

Il genere della narrativa autobiografica nasce in senso stretto nel


Settecento con un’opera di Jean-Jacques Rousseau (1712-
1778), le Confessioni, il cui titolo contiene un eloquente richiamo
ad Agostino di Ippona.
Diversamente dai testi autobiografici dei secoli precedenti, privi di
una struttura sistematica e ordinata, Rousseau recupera il proprio
passato attraverso una successione cronologica organizzata e
lineare: dall’infanzia all’età adulta, copre circa cinquant’anni di
vita.
L’autobiografia nell’Ottocento

Nell’Ottocento il genere
autobiografico si sviluppa in due
filoni:
•un orientamento intimista,
ispirato alle Confessioni di Rousseau
e basato sul racconto dell’intimo sé;
•un orientamento memorialistico
basato sull’esigenza di parlare di sé
a partire da contingenze storiche
significative. M. Q. de la Tour, Ritratto di
Jean-Jack Rousseau
L’autobiografia nel primo Novecento

Il genere autobiografico nel primo Novecento si configura


soprattutto nella produzione memorialistica legata ai due conflitti
mondiali; ricordiamo tre scrittori italiani:
•Emilio Lussu (1890-1975) ricorda la sua partecipazione alla
Prima guerra mondiale in Un anno sull’Altipiano;
•Mario Rigoni Stern (1921-2008) con Il sergente nella neve
racconta la propria esperienza durante la campagna di Russia del
1942-1943;
•Primo Levi (1919-1987) con Se questo è un uomo e La tregua
racconta gli anni di prigionia e il ritorno da Auschwitz.
L’autobiografia nel Dopoguerra

Nel secondo Dopoguerra in Europa riprende la produzione intimista, in cui


il racconto della vita privata dell’autore prevale sul resoconto della
situazione storica, la quale resta sullo sfondo ed è compito del lettore
ricostruirla grazie a dettagli indiretti; ricordiamo:
•Elias Canetti (1905-1994) con La lingua salvata. Storia di una
Giovinezza affianca al proprio percorso personale e agli intrecci familiari
la presa di coscienza dell’importanza delle parole;
•Natalia Ginzburg (1916-1991) con Lessico famigliare descrive con
caratterizzazioni accurate la vita nella propria famiglia;
•Agota Kristof (1935-2011) ne L’analfabeta rilegge la propria vita alla
luce della passione per la riscrittura.
Il panorama attuale

Tra gli autori contemporanei di autobiografie ricordiamo:


• l’israeliano Amos Oz (1939-2018) con Una storia d’amore e di
tenebra;
• la francese Annie Ernaux (1940) con Gli anni;
• lo scrittore turco Orhan Pamuk (1952) con Instanbul;
• il noto tennista Andre Agassi (1970) con Open;
• l’accademico italiano Michele Mari (1955) con Leggenda privata;
• il premio Strega Paolo Cognetti (1978) con Le otto montagne;
• Claudia Durastanti con La straniera (1984).
Tecniche La narrativa autobiografica si
avvale di alcune tecniche
caratteristiche:
•il narratore è quasi sempre
interno perché racconta vicende
di cui è stato protagonista;
•il racconto è spesso in prima
persona;
•sono frequenti le riflessioni,
meno le sequenze dialogiche;
•il tempo utilizzato è per lo più il
passato remoto.

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IL ROMANZO II romanzo di formazione
mostra l’evoluzione di uno o più
DI personaggi dall’infanzia o
FORMAZIONE dall’adolescenza fino all’età
adulta.
E
PSICOLOGICO Fa parte del più vasto insieme dei
romanzi psicologici, che si
concentrano più sulla vita
interiore dei protagonisti che
sugli eventi esterni.

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IL ROMANZO Le scoperte, i dissidi, le
indecisioni, gli errori, gli incontri
DI e gli scontri che turbano la
FORMAZIONE situazione iniziale conducono il
protagonista nel mondo degli
adulti.

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IL ROMANZO IL TEMPO E LO SPAZIO

DI Sia la formazione sia qualsiasi


FORMAZIONE altro sviluppo psicologico sono
generalmente ambientati in un
E tempo e luogo determinato e
PSICOLOGICO realistico, dunque poco
marcato: l’attenzione del lettore
deve concentrarsi su ciò che
accade all’interno dei personaggi.

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I TEMI
IL ROMANZO
DI Il romanzo di formazione, che
mette al centro un percorso,
FORMAZIONE esplora spesso temi che hanno a
che fare con ricerche, ostacoli e
prime volte:

viaggio

primi amori

prime delusioni

ricerca di un ruolo all’interno
della società

conflitto con i genitori

dissidio interiore.
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...I TEMI
IL ROMANZO
PSICOLOGICO I temi del romanzo psicologico
comprendono la vasta gamma di
emozioni e sentimenti dell’essere
umano:

gioia, soddisfazione, ingenuità

inquietudine, depressione, paura

gelosia, invidia, rabbia

incertezza, esitazione, battaglie
interiori

egoismo, risentimento, rancore

solidarietà, compassione, slanci
altruistici.
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TECNICHE NARRATIVE,
IL ROMANZO LINGUAGGIO E STILE
DI
Per facilitare l’immersione nella
FORMAZIONE psicologia del protagonista, una
delle tecniche più usate è quella
della narrazione in prima
persona.

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TECNICHE NARRATIVE,
IL ROMANZO DI LINGUAGGIO E STILE
FORMAZIONE E
Ottiene tuttavia risultati molto
PSICOLOGICO efficaci anche un narratore che
racconta in terza persona ma
con focalizzazione interna,
riportando pensieri e parole senza
la mediazione di verbi dichiarativi
(discorso indiretto libero),
riproducendo i discorsi di un
personaggio tra sé e sé (monologo
interiore) e registrando le libere
associazioni di idee (flusso di
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Il genere del romanzo psicologico si
sviluppa soprattutto nel Novecento: In Italia i due grandi maestri del
genere sono Luigi Pirandello e
la diffusione della psicoanalisi e la Italo Svevo.
generale incertezza dell’epoca
incoraggiano
l’approfondimento
dell’interiorità.

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