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LETTERATURA ITALIANA

25/03/2020

La scienza dice che noi condividiamo con le banane il 50% del DNA, e con lo scimpanzè il 99% e le differenze
sono meno immediate che con una banana. La differenza sostanziale che ci distingue da uno scimpanzè è
che noi siamo esseri narranti, cioè raccontiamo ed è la tecnica che ci ha permesso di evolverci. La prima
testimonianza del racconto risale a 15000 anni fa in un’incisione rupestre di villa Lascaux in Francia, è una
scena di caccia e rappresenta un bisonte che è stato trafitto da una lancia scagliata da un uomo, il bisonte
probabilmente si è difeso e ha colpito l’uomo. Sotto l’uomo è presente un uccello che potrebbe
rappresentare un uccello di passaggio, potrebbe essere anche il simbolo dell’anima infatti c’è un legame
con l’uomo perché ha la faccia un po’ deformata e sembra avere un becco.
La nostra è una società è apparentemente dominata di immagini, però ha sempre bisogno della parola.
L’uso delle parole ci cambia la vita nella larga scala e anche nelle piccole interazioni quotidiane.
Si pala di darwinismo letterario e cognitivismo letterario:
Darwinismo letterario  è una corrente di pensiero che dice che l’uomo si è evoluto grazie alla capacità di
raccontare
Cognitivismo letterario  il cervello si è sviluppato grazie alla abilità narrativa, l’abilità di conoscere si
sviluppa con la narrazione. Si occupa di tre capacità: blending (capacità di unire l’aspetto concreto con
quello astratto; è tipico solo dell’uomo), mind reading (capacità di intuire i comportamenti degli altri dalle
espressioni, dalla gestualità; permette di agire in un certo modo), empatia (capacità di mettersi nei panni di
un altro; la scienza dimostra la presenza dei neuroni specchio che ci permettono di specchiarci nei
sentimenti e nelle emotività degli altri).
La letteratura è necessaria per la vita, la letteratura è anche intrattenimento ma quando è nata permetteva
all’uomo di sopravvivere. È la cosa essenziale che ha permesso di evolverci e di sviluppare le nostre capacità
intellettive e questo lo dice soprattutto la scienza. La narrazione si arricchisce anche di elementi estetici. La
letteratura come letteratura necessaria ci dice che “una biblioteca letteraria comprende la maggior parte
delle informazioni della biologia, della sociologia, della psicologia, della scienza politica, della storia…”.
La letteratura come letteratura necessaria ha un aspetto di alleggerimento e un aspetto informativo.
Alleggerimento  la letteratura alleggerisce l’ansia, poiché quando voglio distrarmi leggo un romanzo,
guardo un film, ascolto una canzone. La letteratura ci proietta in mondi diversi, ci allontana dalla realtà di
tutti i giorni e ci dà una sosta nella lotta per la sopravvivenza, è una piccola oasi di pace in cui ci si può
allontanare dalla routine.
Informativo  dà delle informazioni fondamentali per sopravvivere, ha la capacità di “abbreviare”
esperienze, posso riassumere una giornata o un viaggio e ci fornisce anche i nessi di casualità, i rapporti
causa-effetto.
“Ognuno di noi ha una storia del proprio vissuto, un racconto interiore, la cui continuità, il cui senso è la
nostra vita. Si potrebbe dire che ognuno di noi costruisce e vive un “racconto”, e che questo racconto è noi
stessi, la nostra identità”
(Oliver Sacks)

01/04/2020

Strumenti di lavoro per la letteratura si dividono in:

- strumenti cartacei (off line)  manuali ad esempio “Storia della letteratura italiana” di Francesco De
Sanctis che risale alla metà del 19 secolo ed è importante per le intuizioni e le suggestioni e la sua
particolarità è che si sofferma molto sulla personalità del personaggio. Nel 900 troviamo Garzanti
(approccio più tecnico), Laterza e Vallardi. Più di recente c’è la “letteratura italiana” di Einaudi che ha
un’impostazione tematica, “Storia della letteratura italiana” di Enrico Malato che ha un’impostazione
classica, quindi procede in ordine cronologico. “Atlante della letteratura italiana” di Einaudi l’approccio
si può sintetizzare “per capire una letteratura non basta saper leggere, bisogna pure saper contare”,
cioè non basta saper analizzare i testi ma bisogna avere anche un approccio quantitativo. L’approccio di
questo atlante si lega al distant reading, un approccio anglosassone, la cosiddetta lettura distante, più
ci si allontana e più si riesce ad avere uno sguardo più ampio, ha uno sguardo più quantitativo.
“Dizionario Bompiani delle Opere e dei personaggi” che contiene delle schede che riassumono le opere
principali di tutte le letterature. DBI (Dizionario biografico degli italiani), “Enciclopedia Dantesca”,
“BiGLLI” (biografia generale della lingua e della letteratura italiana) è uno strumento più sintetico.
- in rete (on line)  DBI (dizionario biografico degli italiani), Enciclopedia dantesca, Bigli, Italinemo, jstor,
archive.org, google books, academia.edu, treccani.
- risorse audio/video  raiplay, o archivio della rai, ted talks

08/04/2020

METODI
La critica letteraria si occupa di riconoscere, distinguere il buono dal cattivo e di dare dei giudizi. La critica
letteraria che si applica alla letteratura riguarda il quotidiano, la vita. Un famoso critico americano, Harold
Bloom, dice che la funzione della critica è tramutare le opinioni in conoscenze, cioè tramutare una
suggestione in qualcosa di più sicuro. Un altro aspetto della critica è indicato da André Bazin, cioè
prolungare il più possibile lo shock, le emozioni dell’opera d’arte. Un’altra funzione è indicata da Charles Du
Bos che dice che la letteratura è come un idraulico, ovvero ha la funzione di captare e convogliare le acque
della vita. Secondo Giacomo De Benedetti la funzione della critica è quella di trasformare l’angoscia della
notte in qualcosa che libera le ansie. Roland Barthes introduce un nuovo elemento dicendo che il testo è
paragonabile a un cielo, piatto e insieme profondo e il critico è come l’augure e traccia delle zone di lettura,
al fine di osservarvi le migrazioni dei sensi, l’affiorare dei codici, il passaggio delle citazioni.

- Metodo storico ideologico  mette un accento sull’aspetto della storia, della ideologia, cioè il pensiero
che emerge dall’autore e della filosofia dell’autore; (De Sanctis)
- Metodo narratologico/strutturalistico/formalistico/semiologico  è un metodo tecnico-scientifico
che si sofferma su come funziona il testo, si vede in quante parti è costituito il testo e come
interagiscono.
Narratologico = ci si sofferma sui meccanismi di narrazione
Strutturalistico = ci si sofferma sulla struttura del testo, in quante parti è costituito il testo e come
queste parti interagiscono
Formalistico = testo come forma, uso di codici e registri linguistici
Semiologico = uso dei segni, si può usare per canzoni, film, videoclip
La narratologia nasce con un testo russo di Propp chiamato “morfologia della fiaba”, l’autore studia
una serie di fiabe e vede che ci sono una serie di elementi ricorrenti e li divide in una serie di
componenti ad esempio personaggi (esistono un tot di personaggi e si trovano in ogni fiaba) è legato
alla struttura ella fiaba, dice che ci sono una trentina di schemi, di funzioni per costruire una fiaba;
- Metodo psicoanalitico  si occupa dell’aspetto relativo della psiche dell’autore o dei personaggi, nasce
dopo la pubblicazione de “l’interpretazione dei sogni” di Freud, parole chiave: inconscio, ruolo del
sesso, sogni, super io (parte super conscia di noi, che ci dice cosa è giusto fare e cosa no); (lo si può
trovare nella novella di Lisabetta da Messina)
- Metodo marxista  si basa sul pensiero filosofico di Karl Marx, l’attenzione si sofferma sulla società,
vedere se c’è la lotta fra le classi, descrizione del proletariato. Parole chiave: lotta di classe, ceti sociali,
proletariato;
- Metodo stilistico  analizza lo stile, le parole di un autore e si sofferma su parole e figure retoriche
(Mengaldo);
- Metodo sociologico  si sofferma sul lettore e sulla società che emerge nelle opere e le società che
legge le opere, si occupa dei romanzi popolari, dei best seller;
- Metodo comparatistico  attiene alla letteratura di comparazione e mette a confronto le varie
letterature;
- Metodo di nuova critica  è una critica che si basa sul close reading, questo metodo nasce in politica
con il marxismo e dice che il testo va slegato con il contesto e va analizzato per quello che è e ha una
forte componente creativa.
Dal mondo anglosassone arriva un’importante intuizione che si lega all’approccio critico, chiamato concetto
post-moderno che si è sviluppato a partire dagli anni 50-60 del XX secolo. Non è solo un approccio ai testi
letterari ma anche alla società e si contrappone al concetto di moderno. I critici del post modern dicono che
ad un certo punto la società smette di essere moderna e diventa post moderna e ciò significa che vale l’idea
del doppio codice, che implica che un messaggio, un contenuto di un’opera può essere letto in più modi. Un
esempio è “Il nome della rosa” di Umberto eco che può essere letto come un romanzo storico oppure come
un trattato di teologia.
La critica di tipo militante è una critica meno tecnica e specifica, ma più emotiva, non soltanto descrive e
analizza un testo ma esprime un giudizio di valore.
Nel XXI secolo stanno emergendo nuovi approcci critici che nascono soprattutto in Francia e Inghilterra. La
prima macro categoria sono gli studi culturali che si occupano delle varie culture all’interno dei quali ci sono
una serie di approcci diversificati: post colonial studies che si occupano di letterature di paesi che sono
usciti dalla colonizzazione (continente africano, subcontinente indiano), gender studies che si occupano
dell’orientamento sessuale, translation studies si occupano non solo di come funziona la traduzione ma
anche dei testi tradotti e sostengono che tutto è traduzione.

15/04/2020
CRITICA STRUTTURALISTICA
Cesare Segre – Le strutture e il tempo
È un saggio che applica ad una novella di Boccaccio.
Comicità strutturale nella novella di Alatiel
1. Guardare sempre i critici che ci hanno preceduto, fare una rassegna degli studi precedenti. Cesare
Segre si appoggia ad una serie di riviste e di letterature e cita vari autori.
2. Si parte dall’analisi della parte introduttiva della novella e si giunge ad uno schema molto sintetico
tipico del romanzo alessandrino: promessa di matrimonio- traversie ritardatrici- attuazione del
matrimonio. La narrazione delle traversie ritardatrici implica di solito il mantenimento della fedeltà
morale e fisica del futuro coniuge, ma Alatiel si abbandona tra le braccia di molti uomini e il finale
riguardano un imbroglio perché Alatiel fa credere di essere ancora vergine. Trasformare la propria
opinione in qualcosa di più oggettivo.
3. Capovolgimento che riguarda la perdita della verginità di Alatiel, è un capovolgimento sistematico
che viene reso costante attraverso una serie di peripezie che vengono sintetizzate in uno schema
ripetitivo che contiene gli elementi caratterizzanti. Poi si riflette sul fatto che l’area semantica
dell’idea di matrimonio sono usate molte volte.
4. Ci si addentra in un altro aspetto, c’è una sorta di passività da parte di Alatiel. Questo elemento di
passività si lega ad un altro aspetto di tipo linguistico, cioè che Alatiel è muta. Segre nota che
riacquista la parola solo in un contesto in cui appare casta, cioè all’inizio (in cui è casta) e alla fine
(in cui si finge casta) e anche qui fa un altro schema che è una proporzione. Segre riflette su questi
aspetti citando una serie di passaggi della novella e parla di mutismo e perdita dell’individualità che
porta alla cosificazione di Alatiel (diventa un oggetto) e viene dimostrato attraverso delle citazioni.
Sempre dal punto di vista linguistico il critico si sofferma sul tipo di registro linguistico e stile:
durante la descrizione delle avventure di Alatiel (quando è muta, quindi quando è una “cosa”),
Boccaccio usa uno stile mediocre e colloquiale, mentre quando è un personaggio lo stile è alto.
5. Sviluppa ulteriormente lo schema iniziale con altri due schemi che vengono numerati: 1) castità, 2)
promessa di matrimonio, 3) mantenimento della castità, 4) traversie ritardatrici, 5) contatti carnali,
6) matrimonio. Quindi il metodo narratologico-strutturalistico utilizza schemi. I punti 1,2,3,4,6 sono
quelli normali nella convenzione romanzesca, mentre lo schema di Alatiel implica l’inclusione dei
contatti carnali. Lo schema 1,2,3,4 emerge poi nel discorso finale di Alatiel al padre in cui conferma
la propria castità. Segre si sofferma ancora sulla proporzione matematica precedente e c’è uno
scivolamento degli elementi essenziali e i contatti carnali vengono “travestiti” con il mantenimento
della castità.
6. Segre dimostra che la novella ha un carattere comico, e non è più un’opinione ma viene reso in
maniera oggettiva. Questo punto tende a riflettere sull’aspetto tragico su cui si sono soffermati
molti critici, Segre smonta l’interpretazione tragica della novella analizzando alcuni passaggi della
novella dimostrando che hanno comicità.
7. All’inizio contiene un’affermazione fondamentale “l’interpretazione di un’opera d’arte può essere
considerata, almeno allo stato dei fatti, valida, quanto più esaurientemente essa permetta di
esplicarne gli elementi costitutivi”  un’interpretazione è valida se individua gli elementi
fondamentali dell’opera d’arte. È un paragrafo di riflessione complessiva.
Se in un saggio prevale l’analisi narratologico-stilistico, allora il saggio è di approccio narratologico-stilistico,
mentre se prevale l’approccio dell’analisi di stile è un approccio stilistico.

APPROCCIO STILISTICO
La guerra delle parole del partigiano Fenoglio
Nominare l’innominabile
Lo stile si analizza in base ad una serie di fenomeni, ad esempio i «calchi»:
- Calchi lessicali  parole costruite da altre lingue ad esempio polluzione per indicare la sporcizia
(pollution)
- Calchi sintattici  calchi a livello della costruzione della parola o dell’intera frase ad esempio il
participio presente come funzione verbale (strada ingrigente) o anteponendo l’aggettivo al sostantivo
(osservante Johnny). Participio passato con funzione aggettivale (quarantenato).
Si analizza lo stile concentrandosi sull’uso delle singole parole che hanno una serie di caratteristiche che
possono essere calchi o composti come tuttosopportante, neoformazioni ovvero parole inventate che
possono avere il prefisso negativo nonridente, neologismi verbali (nuovi verbi) acrobatizzare, ottimizzare.
Uso degli avverbi in -mente, avverbi ricavati da un nome, combinazione di parole italiano-inglese gore-
sangue. Quindi per la critica stilistica ci si può appoggiare ad una serie di schemi linguistici, si usano le figure
retoriche.
CRITICA MILITANTE
La critica militante è una critica di tipo giornalistico, cioè che si scrive sui giornali cartacei o online. È
considerata una critica meno tecnica, ma più emotiva. Essa non si limita ad analizzare e descrivere, ma
esprime poi un giudizio di valore, cioè dice se un libro vale la pena essere letto o meno. Questo giudizio
serve per creare il canone, ossia quella scelta di autori che vengono ritenuti importanti per una società o
una cultura (=seleziona dei modelli). Il canone italiano riguarda soprattutto le tre corone: Dante, Petrarca e
Boccaccio.
Pier Paolo Pasolini – Descrizioni di descrizioni
Italo Calvino – le città invisibili
La critica militante ha uno stile più militante. Il saggio si apre con un ricordo personale, poiché siamo
nell’ambito delle opinioni. Pasolini rievoca il proprio rapporto personale con Italo Calvino racconta che sono
cresciuti insieme e poi spiega perché si sono allontanati (ha un taglio autobiografico). Poi c’è la parte di
critica militante in cui cita “le città invisibili” e ne fa una recensione suddividendo i vari elementi, lo stile
della critica militante è più personale e quindi si possono usare espressioni più creative e dice se è un’opera
che vale la pena leggere o meno.
22/04/2020
TRAME
Trama  serie di vicende con dei personaggi in un determinato luogo che vengono sviluppate ed articolate,
deve sviluppare un contenuto. Ha a che fare con il mondo tessile, è un insieme di fili. Anche l’intreccio, il filo
del discorso rimandano al mondo tessile. L’altro mondo quotidiano che si lega alla scrittura è il mondo
agricolo ad esempio i campi semantici. La letteratura, quindi, si lega alle principali attività quotidiane
dell’uomo.
Per un approccio scientifico sulla tecnica di costruzione della trama ci si deve appoggiare alla narratologia di
Propp, che studia le fiabe russe raccolte da Afanasev, in particolare “morfologia della fiaba” e “radici
storiche delle fate”. L’approccio di Propp è serio, scientifico e narratologico: parte dall’analisi dei
personaggi che è una tipologia fissa e possono essere:
 piatti o tipi  statici e stereotipati;
 a tutto tondo  presentati in tutta la loro complessità;
 reali  persone realmente vissute;
 immaginari  frutto della fantasia dell’autore.
La descrizione dei personaggi può essere diretta se ci si sofferma in modo esplicito sulle caratteristiche
fisiche, caratteriali e psicologiche, indiretta se le caratteristiche del personaggio si colgono dalla narrazione.
In base alla funzione i personaggi possono essere:
 protagonista  personaggio principale;
 antagonista  si oppone al protagonista e gli ostacola il raggiungimento degli obiettivi;
 aiutante  aiuta il protagonista;
 opponente o avversario contribuisce con l’antagonista a creare ostacoli;
 mandante o destinatore spinge il protagonista a mettersi in moto mettendolo in
relazione con l’oggetto del desiderio;
 oggetto del desiderio  scopo che il protagonista vuole raggiungere.
Secondo Propp i personaggi sono divisi in sette categorie:
- eroe  protagonista (ricercatore, avventuriero o vittima);
- antagonista  oppositore dell’eroe (il cattivo);
- falso eroe  antieroe (si sostituisce all’eroe);
- mandante  chi invita l’eroe a partire per la sua missione;
- mentore  la guida dell’eroe (potere magico);
- aiutante  chi aiuta l’eroe;
- principessa / premio finale.
Secondo Propp la trama si costruisce di quattro momenti:
- equilibrio iniziale (esordio)
- rottura dell’equilibrio iniziale
- peripezie dell’eroe
- ristabilimento dell’equilibrio (conclusione)
Fabula  successione dei fatti narrati considerati nel loro sviluppo logico e naturale.
Intreccio  ordine con cui vengono raccontati i fatti.
Questi possono coincidere o meno. Quando coincidono, l’autore racconta le vicende seguendo la naturale
successione dei fatti; quando non coincidono, lo scrittore ricorre alle tecniche del flashback o analessi per
descrivere un fatto avvenuto in precedenza e flashforward o prolessi per anticipare un fatto.
Analizzando le fiabe russe, Propp ha individuato una trentina di funzioni: 1. allontanamento (dell’eroe che
solitamente viene esiliato), 2. divieto o ordine, 3. infrazione, 4. investigazione (da parte dell’antagonista per
cercare prove compromettenti sull’eroe), 5. delazione (tradimento), 6. tranello, 7. connivenza (l’antagonista
vuole diventare amico del protagonista), 8. danneggiamento, 9. mediazione, 10. consenso  queste prime
dieci compaiono nell’esordio e non sono necessariamente sempre tutti presenti nella narrazione.
11. Partenza (l’eroe parte e va in missione), 12. l’eroe messo alla prova, 13. reazione dell’eroe, 14.
ottenimento del mezzo magico, 15. trasferimento,16. lotta (scontro fisico con il nemico), 17. marchiatura
(l’eroe riceve un marchio distintivo), 18. vittoria/19. rimozione della sciagura, 20. ritorno dell’eroe (a casa),
21. persecuzione (quando torna non viene riconosciuto, non sempre c’è), 22. l’eroe si salva (da qui si passa
al punto 30-31)  sono tutte presenti e seguono un ordine dato.
23. l’eroe arriva in incognito a casa, 24. Inganno del falso eroe, 25. All’eroe è imposto un compito difficile,
26. Superamento del compito, 27. Riconoscimento dell’eroe, 28. Smascheramento del cattivo, 29.
Trasfigurazione dell’eroe, 30. Punizione dell’antagonista, 31. Lieto fine  implicano una narrazione più
articolata possono esserci o meno.
Per costruire le trame esistono anche altre combinazioni:
Exposition incipit; rising action  sviluppo crescente delle vicende; climax/ spannung  apice delle
vicende; falling action  azioni che vanno verso la conclusione; denouvement svelamento.
1.Situazione iniziale, 2. Svolgimento della condizione di partenza, 3. Raggiungimento del punto massimo di
tensione (spannung), 4. Soluzione delle difficoltà, 5. Conclusione.
Se ad un certo punto in una narrazione compare un oggetto dovrà essere usato nel modo più efficace.
Tecnica dell’aringa rossa  è una falsa pista, è la tecnica del depistaggio, è un suggerimento inutile che
porta ad una strada cieca.
MacGuffin  quando compare un oggetto che sembra importante ma che poi sparisce (ad esempio una
valigetta)
Questi sono elementi che arricchiscono il discorso.
In Occidente la narrazione moderna nasce con le 100 novelle del Decameron. Anche in questo caso se si
applica una visione proppiana le trame si possono riassumere in: trame di fortuna (Andreuccio da Perugia),
desiderio, erotica a lieto fine, erotica a infelice fine, di leggiadri motti (non ci sono molte azioni ma sono
presenti battute), adulterio ingegnoso, inganno (voglio ottenere qualcosa senza danneggiare nessuno)
/beffa (voglio beffeggiare qualcuno), gesto magnifico.

29/04/2020
DALLA PARTE DELL’AUTORE
Etimologia/terminologia
La parola autore è legata al verbo “aumentare”  l’autore è qualcuno che aumenta, espande.
La parola lettore si lega al verbo “comprendere”  è qualcuno che raccoglie (intelligenza) e comprende.
La parola raccontare deriva da contare che deriva dal latino computare che si riferisce al computer,
raccontare in modo più continuativo.
La parola narrare deriva dal latino gnarus che significa sapere  sviluppare un racconto consapevole.
La lettura deve essere guidata da una motivazione forte, che tocca la nostra sfera quotidiana e deve
divertire e coinvolgere.
 Come si diventa scrittori?
a) Per caso dopo una vita di stenti, dopo aver fatto diversi mestieri (Bukowski)
b) Per grazia più o meno divina
c) Se si ha la fortuna di essere già famosi
d) Frequentando una scuola di scrittura più o meno creativa
e) Leggendo come dei pazzi
f) Traducendo come dei pazzi
g) Vivendo come dei pazzi
h) Copiando
i) Rubando
Dipende cosa si vuole scrivere. Per le autobiografie valgono a) e g). per i gialli sono sufficienti h) e i), bisogna
avere almeno una buona idea.
Il dovere e il compito di uno scrittore sono gli stessi di un traduttore. La traduzione ricrea e reinterpreta,
uno scrittore rielabora ciò che ha visto e ha provato, perciò lo scrittore è un traduttore.
Per un testo creativo: legge di Tondelli  Tondelli dice “scrivo perché ho letto”. Per scrivere bisogna aver
letto molto, leggere dà la possibilità di attingere a espressioni di altri autori rielaborandole.
Legge di Arpino  dice che per essere scrittor bisogna “scrivere almeno 100 racconti”
Legge di Faulkner  dice “uccidi tutti i tuoi tesori”, ovvero non ti affezionare a ciò che scrivi ma riscrivilo,
non ti fermare alla prima stesura.
Legge di Montanelli  “per scrivere non servono troppe idee, ne basta mezza: l’importante è che sia
chiara”.
L’intreccio viene sviluppato attraverso le sequenze narrative. Dopo l’esordio la storia deve essere
sviluppata:
- Sequenze descrittive  descrivo tempo e luogo
- Sequenze narrative  descrivo cosa succede
- Sequenze dialogiche  dialogo fra i personaggi
- Sequenze riflessive  riflessioni dei personaggi
- Sequenze di raccordo  collegano due parti del discorso
Un altro aspetto da tenere in considerazione è il tempo del racconto (la durata effettiva del racconto) e il
tempo della storia (la durata immaginata per le vicende narrate):
- Coincidenza (TR = TS) quando il tempo del racconto e della storia coincidono
- Sommario (TR < TS) quando il tempo della storia, più o meno lungo, viene sintetizzato in poche parole
con un effetto di accelerazione
- Ellissi (TR << TS) quando viene tralasciata una porzione di tempo della storia, senza alcun racconto,
creando un salto
- Dilatazione (TR > TS) quando il tempo del racconto è maggiore rispetto a quello della storia, attraverso
la descrizione di gesti o dei pensieri dei personaggi, con un effetto di rallentamento
- Pausa (TR >> TS) quando il tempo della storia si fera e nel tempo del racconto vengono inserite
descrizioni, commenti del narratore, con un effetto di sospensione
Il narratore può essere:
- Omodiegetico, cioè presente nella storia come personaggio. Si distingue in:
 Autodiegetico  coincide con il protagonista
 Allodiegetico  è testimone dei fatti
- Eterodiegetico, cioè assente dalla storia
Bisogna considerare il punto di vista, cioè la prospettiva scelta per narrare i fatti:
- A focalizzazione zero  chi narra è onnisciente, cioè conosce più dei personaggi, non solo le loro azioni
e pensieri, ma anche le ragioni profonde che li muovono
- A focalizzazione interna  chi narra è interno alla vicenda e sa quanto i personaggi; può usare la prima
o la terza persona singolare
- A focalizzazione esterna  chi narra è esterno e sa meno dei personaggi, racconta in terza persona
singolare una storia di cui è spettatore.
Le sequenze devono essere poi riempite con i personaggi i dialoghi tra i personaggi possono essere:
- Discorso diretto  il narratore espone le parole come son pronunciate dai personaggi, riportate fra
lineette o virgolette
- Discorso indiretto  in narratore riporta le parole dei personaggi in frasi subordinate introdotte
dall’uso di verba dicendi dire, affermare, pensare
- Discorso indiretto libero  le parole o i pensieri dei personaggi sono riportati dal narratore
direttamente nel testo senza l’uso dei verba dicendi
- Monologo interiore  pensieri dei personaggi
- Flusso di coscienza  i pensieri e le emozioni vengono riportate in maniera caotica, disordinata
06/05/2020
I RACCONTI PIÙ BREVI DEL MONDO
I racconti brevi, di poche parole o poche frasi, sono una tradizione che all’estero è molto radicata.
L’umorismo è uno degli elementi chiave del racconto breve. All’estero i racconti brevi vengono chiamati
flash fiction, sudden fiction, short short story (ambito anglosassone), microrrelato (ambito spagnolo). Il
maestro per eccellenza del racconto breve è Augusto Monterroso, scrittore guatemalteco. Egli esordisce
con una raccolta di racconti intitolata “opere complete”, il racconto più famoso è “El dinosaurio” composto
da 7 parole “quando si svegliò, il dinosauro era ancora lì”. Si può interpretare in diversi modi, non sappiamo
chi si sveglia, se una persona o il dinosauro. Non sappiamo se ha un messaggio positivo o negativo. Uno dei
segni di una grande opera è la capacità di generare più di un’interpretazione, se un testo è in grado di
essere letto, interpretato e vissuto in più modi vuol dire che è un testo efficace.
In Messico troviamo una serie di scrittori, meno noti in Italia, che hanno scritto numerosi racconti brevi
come ad esempio Guillermo Samperio che ha scritto “El fantasma”, Sergio Golwarz che ha scritto “Dios”
composto solo dalla parola dios, Luis Felipe Lomelì che ha scritto “El migrante”.
Nel mondo ispanico la tradizione del microracconto che si lega al genere letterario delle gregueria
(qualcosa di strano e curioso). È stata inventata da Ramòn Gòmez de la Serna. Le greguerie mettono in
gioco due elementi: sono brevi frasi che hanno caratteristiche umoristiche o poetiche/metaforiche ad
esempio il tram approfitta delle curve per piangere  è legata all’allontanamento, alla nostalgia. Russare è
sorbire rumorosamente minestra di sogni  è una sorta di aforisma.
In Argentina uno dei grandi scrittori di racconti brevi è Jorge Luis Borges che ha scritto “Le unghie”.
Nel mondo anglosassone troviamo Hemingway “For Sale. Baby shoes. Never worn” sono presenti solo
sostantivi scanditi dalla punteggiatura.
Un altro ambito in cui troviamo i racconti brevi è quello della fantascienza. Arthur C. Clarke.
Fredrick Brown scrive “Sentinella”, parte con una descrizione con cui dà l’ambientazione
In Europa uno dei più grandi scrittori di racconti brevi e Kafka che ha scritto “la trottola”  una riflessione
filosofica sulla nostra capacità di capire l’universo.
TIPOLOGIE:
- Fatto improvviso in un momento preciso della vita  El Dinosaurio, El emigrante, La Fine
- Condensazione di tutta la vita con immagine paradigmatica  El dinosaurio, for sale…
- Immagine istantanea  El fantasma, Dios, For sale…
- Struttura allegorica  Le unghie, Sentinella, La trottola
CARATTERISTICHE FORMALI:
- Strategie intertestuali: riferimento ad un altro testo con l’uso di citazione, allusione, parodia
- Strategie metafinzionali: dialogo con il lettore, metafore, giochi di parole
- Ambiguità semantica: finale aperto
- Umorismo / ironia
13/05/2020
NOVELLA MEDIEVALE – RINASCIMENTALE
Nell’antichità manca l’idea del racconto come lo intendiamo oggi ma prevaleva soprattutto la narrazione
breve. Nell’Odissea durante la narrazione delle imprese Ulisse e altri personaggi inseriscono dei racconti.
Mentre Erodoto parla di diversi popoli, inserisce delle digressioni, un racconto. L’idea del racconto vicino
alla nostra concezione la troviamo nelle favole milesie che sono andate perdute. La favola che nasce nella
città di Mileto pare che fossero narrazioni come le intendiamo noi. Qualche esempio di favola milesia lo
troviamo nel Satyricon di Petronio e l’Asino d’oro di Apuleio. Nel Satyricon troviamo la storia della matrona
di Efeso che si innamora di un soldato, lei sta vegliando nel sepolcro il marito morto, questo sepolcro è
vigilato da un soldato e si innamorano. Il soldato doveva vigilare anche su una serie di prigionieri che erano
stati crocefissi e una notte la famiglia di uno dei prigionieri riesce a recuperare il cadavere, il soldato
quando si sveglia era disperato e prende il marito della matrona di Efeso e lo mettono sulla croce per non
sacrificare una persona viva. Nell’Asino d’oro c’è la favola milesia di Amore e Psiche.
Nel medioevo prevale una forma di narrazione breve esemplare con caratteristiche morali o didattiche. In
Italia il primo tentativo serio di racconto è “il novellino” (titolo originale: le cento novelle antike) di cui non si
sa chi sia l’autore. Il novellino è una raccolta di 100 novelle molto brevi molte delle quali sono tratte da
episodi della Bibbia e quindi hanno un significato morale molto forte.
Un esempio è la novella “Qui conta come maestro Giordano fu ingannato da un suo falso discepolo” 
l’intertesto (la fonte, testo di partenza) è un’opera araba tradotta in latino. Parla di un medico di none
Giordano che aveva un falso discepolo. Il figlio del re era malato e il medico disse che si poteva guarire. Il
discepolo per fargli fare brutta figura disse al padre del bambino gli disse che sarebbe morto sicuramente,
così fa aprire la bocca al malato e lui gli mette del veleno sulla lingua. Allora il maestro che perse pregio
giurò che non avrebbe più medicato se non gli asini. Da questa novella si ricava un insegnamento: mai
fidarsi dei falsi discepoli, stare sempre in guardia.
Nel medioevo qualche altro esempio di narrazione del genere lo troviamo in Francia con i fabliau (tradotti
in italiano come favolelli)  narrazioni in versi a rima baciata di carattere moralistico, sono molto espliciti, a
volte anche volgari.
A cambiare tutto arriva il Decameron di Boccaccio e c’è una narrazione in prosa molto più lunga e ironica,
comica e libera i racconti dal didatticismo (ti insegno qualcosa) e dal moralismo (ti insegno come
comportarti), in cui il protagonista è l’ascoltatore che decide se usare la narrazione nel bene o nel male. Le
storie non hanno più la necessità di essere vere o illustrare la verità ma devono essere cose nuove
(novelle). Il protagonista non è più il narratore ma il lettore che interpreta come vuole il racconto.
Il racconto Occidentale nasce con il Decameron (dal greco 10 giornate), crea la narrazione. Il titolo si rifà
anche ad un’opera biblica delle sei giornate della creazione. Oggi viene usato l’aggettivo boccaccesco, se un
autore riesce a dar vita ad un aggettivo vuol dire che è un grande autore. Questo termine è sinonimo di
“scandaloso”, “osceno”. Boccaccio è presente a livello cinematografico. Si dice che ogni racconto è
“boccacciano” che è un aggettivo che si riferisce a Boccaccio stesso, le tecniche del racconto sono le
tecniche messe a punto da Boccaccio.
All’estero il corrispondente di Boccaccio è Chaucer, il suo racconto è in versi a rima baciata, versi composti
da dieci sillabe, un’altra distinzione è che non è scritta in inglese moderno ma in Middle English e non si
riesce a capire molto quello che c’è scritto, mentre il Decameron è scritto in italiano comprensibile. Rispetto
a Boccaccio ci sono differenze nella costruzione della storia: Boccaccio è un grande nell’uso del linguaggio,
nella costruzione dell’ambientazione e dei personaggi che sono molto sfaccettati e tridimensionali, mentre
la grandezza Chaucer è nella costruzione dei personaggi che sono molto complessi.
Il Decameron ha anche un altro titolo che è il “principe Galeotto” che è un’altra allusione a Dante. Dante
rimane nell’immaginario collettivo poiché continua a parlare anche oggi.
Dopo Boccaccio si è scatenata una gara ad imitare il Decameron. In Francia venne subito tradotta l’opera di
Boccaccio, Margerita di Navarra scrive Heptameron. Lei, sul modello di Boccaccio, avrebbe voluto scrivere
cento novelle, però morì e si fermò a 70 novelle che si ispirano a Boccaccio per l’argomentazione e la
cornice.
Successivamente in Italia Boccaccio ispira altri novellieri ad esempio Matteo Bandello per tutta la sua vita
scrive novelle senza una cornice. La sua caratteristica è che le sue novelle hanno una grande inventiva. Egli
ispirò il capolavoro di “Romeo e Giulietta”: la prima idea di queste due famiglie si trova nel Purgatorio di
Dante nel verso “vieni a veder Montecchi e Cappelletti”, la prima idea di due famiglie in lotta con due
innamorati la troviamo in due novellieri minori Masuccio Salernitano che ambienta la scena a Siena e Luigi
da Porto. Però il vero rielaboratore è Matteo Bandello, la 9 novella della seconda parte in cui troviamo la
storia di Romeo e Giulietta che verrà poi ripresa da Shakespeare. Anche Otello nasce da una novella di un
narratore chiamato Gian Battista Giraldi Cinzio.
Un aspetto che manca in Boccaccio è il gotico, il cupo.
In Spagna troviamo le novelle esemplari in cui viene introdotto il gotico, il cupo, i fantasmi, non c’è una
cornice.
 Racconto dell’indulgenziere (Chaucer)
Nelle Fiandre c'è una compagnia di ragazzi dediti ad ogni vizio: gioco, ingordigia, ubriachezza, lussuria,
bestemmia e spergiuro (discorso con citazioni di varie autorità per condannare i vizi). Tre di questi giovani,
al mattino, sono già a bere in una taverna, quando sentono suonare la campana che annuncia il passaggio
di un defunto; vengono a sapere che il morto era un loro compagno, ucciso da Morte, un brigante che ha
già fatto fuori tante persone. I tre decidono immediatamente di andare a cercare Morte per ucciderlo e
stringono un patto di fratellanza. Lungo la strada incontrano un vecchio, che risponde alla loro arroganza
con saggezza, dicendo di non stare aspettando altro che la morte. I tre pensano che il vecchio sappia dove si
nasconde il brigante sanguinario che stanno cercando e perciò gli domandano dove trovarlo. Basandosi
sull'equazione denaro = morte, il vecchio indica ai tre ragazzi sfaticati di cercare Morte sotto una quercia,
dove in realtà trovano un sacco di fiorini d'oro nuovi di zecca. Alla vista del denaro, i tre giovani
dimenticano ciò per cui erano arrivati fin qui e si accordano per portare via il bottino di notte, per non
essere scambiati per ladri. Il più giovane di tutti, in base alla sorte delle paglie, va in città a prendere da
mangiare e da bere, per aspettare la notte sotto l'albero, mentre gli altri due restano a fare la guardia al
tesoro. Quando il più giovane è via, gli altri due pensano di aggredirlo, appena torna, sfruttando la
superiorità numerica per ucciderlo e spartire i soldi non più in tre ma in due. Allo stesso tempo, anche il
giovane pensa a come fare per poter godere da solo di tutto il tesoro e compra un veleno da aggiungere al
vino. Quando il ragazzo torna sotto l'albero, i compagni lo uccidono, ma poi questi devono il vino
avvelenato e muoiono anche loro.
L'indulgenziere conclude con un'ulteriore invettiva contro la cupidigia che, come si è visto, ha portato i tre
ragazzi alla morte e invita le persone a donare abbondantemente, qualsiasi cosa loro abbiano (nobili,
sterline, spille d'argento, cucchiai, anelli, lana). Offre le sue reliquie ai pellegrini, facendo loro notare che
fortuna sia avere un compagno di viaggio come lui, in grado di assolverli dal peccato in qualsiasi momento.
L'oste risponde in modo volgare alle richieste di offerte dell'indulgenziere e il cavaliere ristabilisce
l'equilibrio, facendoli riappacificare.

20/05/2020
Nel Seicento in Italia c’è un grande novelliere: Gianbattista Basile che scrive il Pentamerone (50 novelle). La
sua caratteristica è che è scritto in napoletano, ebbe un grande successo in Europa e venne tradotto in
diverse lingue, è un libro ben presente nell’immaginario collettivo poiché ne venne fatto anche un film nel
2015 Tale of Tales (il racconto dei racconti). Un altro motivo di grande interesse è l’intuizione della
letteratura come elemento necessario per l’uomo, che è presene all’inizio del racconto e viene sviluppata in
modo molto articolata. Ha una cornice in cui troviamo 10 anziane che in 5 giornate si raccontano le novelle.
Nel Settecento non ci sono stati grandi racconti, poiché, in Italia, è un secolo che guarda ad altri generi
soprattutto il teatro. Nell’Ottocento invece le cose prendono un’altra svolta. In Italia troviamo Manzoni che
non scrive racconti, poiché non ci sono più racconti brevi. In Italia, il racconto, nell’Ottocento si manifesta
sotto altre forme. Due famosi narratori sono Carlo Porta (milanese) e Giuseppe Gioacchino Belli
(romanesco) che scrivono poesie in dialetto e in versi, e si tratta di poesie narrative. Invece all’estero ci si
dedica al racconto come lo conosciamo oggi. Negli USA troviamo E.A. Poe per il racconto fantastico e
Hawthorne per il racconto allucinante. In Francia troviamo Maupassant che ha avuto una vita molto breve
ma animata, per un po’ di anni lavora al ministero della marina ma dal 1880 inizia a scrivere novelle ed
ebbe successo. Maupassant resta nell’immaginario collettivo soprattutto per il romanzo “Bel Ami” che ha
dato origine a diversi film. Egli era un grande scrittore e in una lettera troviamo quella che si può chiamare
poetica e dice che per produrre non si deve ragionare ma bisogna guardare e pensare a ciò che si è visto e
soffermarsi sulle piccole cose. Per lui gli anni in cui lavorerà al ministero della marina saranno fondamentali
perché osserverà persone e ambienti e li utilizzerà per i suoi romanzi. È molto amico di un atro grande
scrittore: Zola. Diversi scrittori si riunirono nella casa di Zola (a Medan) che volevano raccontare la guerra
franco-prussiana, e nel 1880 escono “le serate di Medan” composta da novelle di sei scrittori che volevano
raccontare la guerra franco-prussiana. Nel 1880 Maupassant pubblica la sua prima opera “Boule de suif”
(Palla di sego), un capolavoro della letteratura mondiale e diventa uno scrittore a tutti gli effetti.
Quest’opera è ambientata in Normandia, quindi attinge alla propria vita quotidiana.
 Boule de suif (Guy de Maupassant)
Il titolo è un po’ difficile da tradurre in italiano perché la parola sego non si usa più. Mario Picchi decide di
tradurlo con “pallina” che è un’espressione affettuosa. Un altro scrittore lo ha tradotto in un modo un po’
provocativo e dispregiativo “la cicciona”.
Fabula  durante la guerra franco prussiana ci sono dei borghesi che scappano da Rouen in diligenza. Su
questa diligenza sale anche Boule de suif, una prostituta. Ad un certo punto questa diligenza si ferma di
notte per una sosta dove c’è una locanda di un prussiano che voleva consumare con Boule de suif, però lei
rifiuta. Tutta la borghesia è da parte di lei però dopo qualche giorno che la diligenza non partiva si
innervosiscono e lei si sacrifica e possono ripartire. Però quando Boule de suif risale sulla diligenza tutti la
disprezzano.
Intreccio  come da questa idea ha costruito una novella di più di 20 pagine?
Nella novella ci sono movimenti di sviluppo (elementi nuovi) e momenti di ripetizione, con questi due
elementi il racconto procede.
All’inizio ci sono sequenze descrittive della sconfitta dei francesi. L’elemento del titolo viene subito ripreso
nel secondo paragrafo, all’inizio della narrazione. Per vivacizzare la narrazione viene aggiunta
l’informazione dei Prussiani che stavano per entrare a Rouen  elemento principale. Vengono introdotti
prima elementi ambientali e successivamente anche quelli temporali, però ancora non sappiamo ad
esempio in che stagione siamo. Viene annunciato l’arrivo dell’esercito tedesco che non viene descritto con
elementi visivi ma con un elemento fonico (con passo duro e cadenzato). Viene dato un dettaglio della
popolazione che sbirciava attraverso le imposte.
Poi troviamo un altro elemento temporale che fa andare avanti la narrazione e troviamo una sequenza
narrativa. Gran parte della narrazione di svolge all’interno della carrozza della diligenza. Lo scrittore può far
andare avanti la narrazione anche con dettagli secondari.
Trama  Il racconto narra la storia di un gruppo di 3 persone in fuga da Rouen, invasa dai prussiani, su una
carrozza diretta alla volta di Dieppe.
La protagonista è Palla di sego, una prostituta che, nello spazio ristretto della diligenza, si trova a convivere
con un gruppo di nove persone che comprende tre coppie di coniugi appartenenti a diversi ceti sociali
(commercianti, ricchi borghesi, nobili), un inoffensivo rivoluzionario repubblicano e due suore. Tutti sono
ansiosi di sfuggire all'invasore e di raggiungere zone più tranquille dove curare i propri interessi. Durante il
viaggio con la macchina del tempo Palla di Sego è dapprima mal tollerata, poi le cose cambiano e viene
poco alla volta integrata nel gruppo, ciò a seguito di due episodi. Nel primo la carrozza procede lentamente
sotto una forte nevicata e i tempi del viaggio si allungano. La ragazza è l'unica previdente che ha con sé da
bere e da mangiare, mentre gli altri passeggeri sono in preda ai morsi della fame. L'uno dopo l'altro, pur di
mettere qualcosa sotto i denti, passano sopra il disprezzo sociale per Palla di sego e si servono in
abbondanza dal cesto in cui la ragazza tiene ogni ben di Dio. La protagonista torna al centro dell'interesse
dei suoi compagni di viaggio in una seconda occasione: la diligenza è ferma da giorni all'albergo del
Commercio perché un ufficiale prussiano pretende il pagamento di una gabella in natura da Palla di sego.
Lei, che è l'unica animata da vero spirito patriottico, rifiuta sdegnata. Gli altri viaggiatori in un primo tempo
la spalleggiano, ma col passare dei giorni davanti alla prospettiva di veder interrotto il loro tragitto, la
spingono a cedere. Grazie al sacrificio della protagonista la diligenza riparte; accolta e blandita nel
momento del bisogno, viene rimessa al proprio posto ed emarginata quando tutto rientra nella normalità.

27/05/2020
CECHOV
Dopo Maupassant troviamo il russo Anton Cechov che ci introduce al 900. È nipote di un servo della gleba,
egli studia e si laurea in medicina, agli inizi fa il medico e la sera scrive novelle e ha presto successo. Nel
teatro di Cechov troviamo personaggi apatici che aspettano. Il senso dell’attesa del 900 viene quindi preso
dalle opere di Cechov. Non solo scrive novelle e opere teatrali ma innaugura i reportage giornalistici, che
viene sviluppato per la prima volta. Egli scrive più di 600 novelle, quasi il doppio rispetto a Maupassant.
Quando si coinvolge la vita dell’autore si ha un approccio di tipo storico-idealistico o un approccio di tipo
psicoanalitico, quindi vedere come i traumi dell’autore si riflettono nell’opera. L’approccio strutturalistico,
invece, non fa nessun riferimento alla vita dell’autore.
 La voglia di dormire (Cechov)
Trama  Il racconto si apre con la bambinaia Var’ka, una ragazzina di 13 anni che dondola la culla in cui
giace un bambino. Lei ha voglia di dormire ma non può e non riesce a muovere né le palpebre né le labbra.
Nell’altra stanza russano il padrone e un apprendista e la culla cigola e tutto si fonde in una musica che non
fa dormire Var’ka. Fissa la macchia verde sul soffitto e nella sua mente vede delle nuvole che si rincorrono
nel cielo e gridano come il bambino. Improvvisamente le nuvole vengono spazzate via dal vento e lei vede
una strada coperta di fango su cui ci sono due file di carri e degli uomini con delle grandi borse che cadono
nel fango e si addormentano. Successivamente si vede in una capanna e sul pavimento si rigira il padre, non
lo vede ma lo sente che si rotola dal dolore. Una macchina arriva alla capanna: è un medico mandato dai
padroni, non lo si vede ma si sente tossire e sbattere la porta. Il medico non può far niente e fa arrivare una
carretta per portarlo in ospedale. Il padre il mattino seguente muore e Var’ka va nel bosco a piangere, ma
ad un certo punto qualcuno le percuote la nuca con forza: è il padrone. Lei si riaddormenta e arriva la
padrona che la sveglia e deve allattare il bambino. A Var’ka vengono dati una serie di compiti tra cui pulire
le soprascarpe del padrone e lei pensa come sarebbe bello affondarci dentro la resta e fare un sonnellino.
Ad un tratto la soprascarpa si gonfia e riempie tutta la stanza. La giornata finisce e lei torna a cullare il
bambino e le canta la solita canzone. Il bambino grida e lei vede di nuovo la strada di fango con gli uomini,
la madre e il padre. Lei riconosce tutti ma c’è qualcosa, attraverso il dormiveglia, che le blocca mani e piedi
e le impedisce di vivere: il bambino. Lei si alza dallo sgabello e passeggia per la stanza e dopo aver soffocato
il bambino si sdraia a terra ridendo per la gioia di poter dormire.
È un racconto breve ma molto intenso.
All’inizio troviamo una descrizione molto sintetica (notte), poiché Cechov è un maestro della sintesi. Cechov
mette in pratica una delle massime di Franzis Fitgerald: il personaggio è un’azione, quindi viene reso
attraverso le azioni che compie e non con tratti fisici. Altre descrizioni vengono rese tramite percezioni
visive e olfattive.
La bambina sta delirando e vede delle nuvole in cielo che urlano come il bambino che sta cullando, quindi
proietta anche sul paesaggio esterno quello che sta vivendo. Chiude la visione con le urla delle gazze uguali
a quelle del bambino. Vede in una capanna la propria famiglia, in cui il padre sta morendo. Ad un certo
punto il sogno viene interrotto poiché viene svegliata dalla padrona che la rimprovera. Più un testo sollecita
emozioni più efficace.
La padrona le ordina di andare a pulir le soprascarpe del padrone che iniziano a crescere e riempiono tutta
la stanza (altro segno delirante)  potrebbe simboleggiare il potere che la padrona esercita su Var’ka.
Ad un certo punto sbuccia le patate che la abbagliano. Var’ka rivede la macchia verde sul soffitto creata
dalla lampada, la strada sporca di fango, i suoi genitori, il padre morto, dal suo inconscio emerge il desiderio
di uccidere il bambino e infatti lo soffoca  è un pensiero di Var’ka espresso con un discorso indiretto
libero perché è sciolto dai verba dicendi.
Fabula  una bambinaia uccide il bambino

04/06/2020
HEMINGWAY
Il racconto americano sviluppa l’arte del racconto ancora ai giorni nostri (serie tv, videogiochi). Nel
novecento il racconto si perfeziona soprattutto nell’aspetto dell’azione e del dialogo. Hemingway nasce nel
1899 e muore nel 1961, fu un grande autore che diede un grande aiuto alla letteratura e la sua presenza è
ancora molto forte. Egli decide di diventare giornalista e gli vengono fornite una serie di regole per scrivere
un articolo di giornale e tutte queste regole verranno poi applicate nei racconti ad esempio: usare frasi
brevi, paragrafi brevi, espressioni colloquiali, usare un buon inglese. La scrittura oggettiva è l’unica forma di
narrazione, quindi focalizzazione esterna, qualcuno che registra i fatti e la narrazione inglese arriva alla
semplicità tramite la brevità. La brevità vuol dire omettere particolari non fondamentali, come ad esempio
in “Colline come elefanti bianchi” in cui si parla di un fatto tragico ma che non viene mai esplicitato.
Hemingway parla spesso anche della figura dell’iceberg dicendo che vediamo sempre e solo la punta, però
la suo forza sta in tutta la massa che sta sott’acqua  principio dell’iceberg, raccontare solo la punta del
fatto e il resto verrà ricavato dal lettore. Un altro principio è scrivi solo ciò che conosci. Ha una vita molto
avventurosa che riversa poi nel racconto, è appassionato alla pesca, caccia, safari.
Con Salinger ci troviamo nella seconda metà del Novecento e si va verso il minimalismo, usa termini
minimi, nei suoi racconti succedono fatti quotidiani.
 I sicari (Hemigway)
Tratto da i 49 racconti. Il titolo originale è The Killers. È un racconto molto veloce fatto di azioni, dialoghi e
omissioni. Il racconto inizia con l’azione della porta che si apre ed entrano due uomini che non vengono
descritti. Subito dopo inizia un dialogo comune e quotidiano con un linguaggio colloquiale. Il linguaggio è
molto breve e fatto di domande. Ci sono pochi elementi descrittivi che ritornano perché costituiscono la
scena. Non sappiamo dove sia ambientato e nemmeno l’ora però leggiamo che c’è il lampione che si
accende. Per costruire un dialogo reale si danno una serie di particolari e si creano una serie di inciampi,
per essere realistico deve essere più studiato possibile. Un altro particolare importane è l’orologio che
ritornerà e viene inserito per creare sviluppo. Segue una descrizione molto semplice e breve dei due sicari,
soprabito nero e faccia bianca. Solo dopo si scopre che è ambientato a Summit. Arrivano i piatti e i due
uomini mangiano con i guanti che è un dettaglio che crea sospetto. Il dialogo comincia a coinvolgere anche
gli altri presenti perché prepara a qualcos’altro. Sia nei dialoghi che nella narrazione troviamo elementi di
ironia. Il tempo nel racconto con una serie di accorgimenti si può dilatare o restringere. La narrazione si
sposta in un altro luogo, escono e ritorna il dettaglio del lampione acceso. Il carattere dei personaggi viene
reso sia tramite le azioni che tramite il dialogo. Il racconto termina con un finale sospeso e aperto.
Trama  il racconto si apre con due uomini (Al e Max) che entrano in un locale nella città di Summit. Fuori
sta diventando buio e si accende un lampione. Segue un dialogo molto breve fatto di domande. Nick,
George e Sam lavorano nel locale. Max e Al rivelano che vogliono uccidere uno svedese di nome Ole
Andreson che va lì a mangiare tutte le sere alle 6. Lo svedese però non arriva e i due uomini escono dal
locale. Nick decide di andare a cercare Ole Anderson per avvisarlo. Lo svedese sapeva già tutto e gli dice che
non c’è più nulla da fare, neanche la polizia sarebbe stata d’aiuto, inoltre non aveva voglia di uscire dalla
sua stanza.
 Colline come elefanti bianchi (Hemingway)
Il racconto si apre con l’immagine di una stazione e un ragazzo e una ragazza si siedono al tavolino
all’ombra in attesa dell’espresso di Barcellona e ordinano due birre. La donna gliele porta e fissa i due
ragazzi. La ragazza a sua volta stava fissando le colline lontane dicendo che somigliano a degli elefanti
bianchi. I due parlano della piccola operazione che deve fare Jig, la ragazza. È l’unica cosa che li preoccupa e
li rende infelici. La ragazza chiede al ragazzo di tacere e la donna porta altre due birre e annuncia che il
treno arriverà tra cinque minuti.
 Un giorno ideale per i pescibanana (Salinger)
Il racconto di apre in un albergo in cui c’erano degli agenti pubblicitari di New York che tenevano le linee
interurbane monopolizzate. La ragazza, Muriel, dovette attendere per la sua chiamata e nel frattempo lesse
una rivista, tolse una macchia dal tailleur e si mise lo smalto. Il telefono squillò: era la madre che era in
pena per la figlia e domanda più volte come stesse e lei dice di essere arrivata in Florida mercoledì mattina.
Muriel si trova in vacanza in Florida con un ragazzo, Seymour, che è un po’ fuori di sé, la chiama con un
soprannome molto dispregiativo. La madre rivela che il padre ha parlato con il dottor Sivetski delle
numerose cose fatte dal ragazzo dicendo che l’Esercito non avrebbe dovuto dimetterlo dall’ospedale e che
potrebbe perdere totalmente il controllo di sé stesso. La ragazza dice che nell’albergo ha parlato con uno
psichiatra che però non le ha detto granché perché non è potuta entrare in particolari poiché si trovavano
in un bar e c’era molto rumore. La chiamata finisce.
La narrazione si sposta sulla spiaggia dove troviamo la signora Carpenter che abita nell’albergo che mette
l’olio solare sulle spalle alla figlia Sybil e intanto chiacchera con un’amica. La signora lascia la figlia andare a
giocare mente lei va in albergo a prendere un martini. Sybil si ferma davanti ad un giovane sdraiato sul
dorso con l’accappatoio e chiacchierano un po’. Il ragazzo propone alla bambina di andare a vedere i
pescibanana, così si toglie l’accappatoio e si dirigono verso l’acqua. Una volta arrivati mette giù il
materassino e ci fa sdraiare sopra Sybil. Il ragazzo racconta che i pescibanana hanno delle abitudini
singolari, nuotano dentro ad una grotta dove c’è un mucchio di banane e se le mangiano e diventano
talmente grossi che non possono più uscire dalla grotta. Arriva un’onda che inonda i capelli biondi di Sybil e
dice di aver visto un pescebanana. Tornano verso la riva, lui si rimette l’accappatoio e torna in albergo. Una
volta arrivato in stanza torva la ragazza addormentata, lui tira fuori da una valigia una pistola e le spara.
10/06/2020
Calvino che era molto appassionato dai romanzi brevi ha fondato una collana storica di romanzi brevi molto
ricercata chiamata Centopagine che raccoglie il meglio della narrazione breve. Un romanzo breve ha
sempre cento pagine o poco più. Fu pubblicata da Einaudi. Conrad è uno scrittore di racconti brevi che ha
influenzato Hemingway e dice che un racconto deve sentire e udire, il lettore deve percepire, udire e
vedere, aspetto ripreso poi da Hemingway.
PARISE
Parise e è grande autore veneto, fu anche un grande giornalista e ha fatto reportage sul Giappone, Vietnam
e Cina. Ha scritto romanzi da cui sono stati tratti anche dei film. C’è stato un periodo in cui gli scrittori
italiani erano molto affascinati dall’aspetto religioso
 Italia (Parise)
È la sintesi di due persone, Maria e Giovanni. Fa parte della raccolta chiamati Sillabari. Sono brevi racconti
con un titolo di una parola e messi in ordine alfabetico. Sono racconti di fatti ed eventi e sono anche poetici.
È un racconto in cui viene condensata un’intera esistenza.
Trama  il racconto si apre con Maria e Giovanni che si sposano in una chiesa piena di affreschi. Erano
molto giovani, avevano rispettivamente 18 e 25 anni e si conoscevano fin da ragazzi. Passarono gli anni e
cominciarono a viaggiare, le altre regioni d’Italia sembravano un po’ come degli stati esteri. Spesso avevano
dei momenti di silenzio, poiché non sapevano cosa dirsi però capirono che l’unica persona di cui si
potevano fidare era l’uno e l’altra. Ebbero un bambino di nome Francesco che somigliava molto a Giovanni.
Poi ebbero una bambina di nome Silvia, come la nonna di Giovanni. Ogni estate andavano al mare e
qualche volta facevano viaggi in Italia. Qui viaggi rimasero ben netti nella loro mente anche se ogni anno
che passava i loro sensi avevano sempre meno forza. Passarono altri anni e Silvia divenne una delle donne
più amate d’Italia e Francesco diventò dirigente sindacale di un partito politico. Giovanni e Maria
invecchiarono di colpo e lei si accorse che parlando perdeva le frasi che rimanevano nel pensiero e si
esprimeva in modo confuso e incomprensibile. Giovanni quando la udì gli prese un dolore infinito perché
capì che sarebbe morta, infatti fu così e di lei non rimase nulla in casa.
COVACICH
È uno degli scrittori viventi più importanti.
 Ciechi (Covacich)
Come epigrafe vengono usati due passi della Bibbia, poiché la Bibbia è una grandissima raccolta di racconti.
Un’opera d’arte può anche non avere un senso comune, può essere fatta anche solo di suggestione
musicale e dare al lettore diverse suggestioni.
Trama  il racconto si apre ad una fermata della metro. Sergio e Michela stanno parlando, arriva il treno
che li sorprende a metà discorso così decidono di aspettare quello successivo. Passa anche quello
successivo e Sergio conta di far perdere a Michela anche l’ultima corsa così da poterla riaccompagnare in
macchina, ma lei non voleva perché raccontava ai genitori che andava dal professore di italiano per un
gruppo di lavoro in vista della maturità, ma il gruppo non c’era. Segue un dialogo in cui Michela dice che
non possono continuare così poiché i suoi genitori sono sempre più sospettosi, mentre Sergio pensa che a
lei non vada bene il fatto che lui veda mentre lei e cieca. Michela gli confessa di non voler più stare con lui.
Arriva il treno dell’ultima corsa e lei lo prende. Il professore il giorno dopo non andò a scuola. Rientrando in
casa cerò di guardare più cose possibili per imprimerle bene nella mente, poi andò in bagno e si fasciò gli
occhi. Al secondo giorno di cecità cominciarono a lacrimargli gli occhi. Suonò il campanello: era il medico
che era stato mandato dal preside e gli disse di togliersi subito il nastro adesivo dagli occhi altrimenti
sarebbe potuto finire in ospedale. Dopo una settimane gli telefonò la prof di greco e latino dicendogli che
con lei poteva parlare liberamente, ma lui non voleva, le chiese solo di portagli un po’ di spesa. Lei tornò
più volte ad aiutarlo, e alla quarta settimana lo trovò sul letto con la febbre alta a causa dell’infezione, così
lei provò a togliergli la benda ma lui la fermò. Allora lei le disse che se non si fosse tolto la benda l’indomani
lo avrebbe fatto ricoverare. Il giorno dopo quando si svegli sa che sarebbero venuti a prenderlo così si
prepara al meglio e quando suonano alla porta si trova davanti Michela. Lei le dice che sarebbe dovuto
andare all’ospedale però lui disse che prima l’avrebbe dovuta portare in un posto. Si fecero portare da un
tassista sul Tronchetto – Venezia sull’ultimo piano del silo proprio dove erano stati in passato.

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