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intervista a Giorgio Agamben di Antonio Gnoli

LAlmanacco dei Libri de La Repubblica Intervista a Giorgio Agamben di Antonio Gnoli Il suo nuovo libro si intitola La potenza del pensiero e inaugura una collana da lui diretta. Ma oggi che la filosofia ha conosciuto successo e popolarit in che modo possibile difenderla dalle sua banalit! "iorgio Agamben nato a Roma nel #$%&. 'ra i suoi libri Il linguaggio e la morte ()inaudi* +omo sacer ()inaudi*, Lo stato deccezione (-ollati -oringhieri*, .rofanazione (nottetempo*. / uno dei saggi e filosofi pi0 acuti in circolazione. Il suo nuovo libro La potenza del pensiero esce per 1eri .ozza in una elegante e incisiva collana da lui stesso diretta. 2i tratta di una raccolta di saggi, alcuni introvabili altri inediti. 3i si affrontano temi connessi al linguaggio, alla storia e allidea di potenza, ne vedremo il senso. Le chiederei 4ual il suo metodo di lavoro e se in 4uesto lungo periodo, circa un 4uarto di secolo di meditazioni, il suo pensiero ha subito pi0 un naturale sviluppo che molte digressioni. 56n filosofo che amo ha scritto una volta che lelemento propriamente filosofico in ogni opera, che sia opera di pensiero, di letteratura o di arte, 4uello che rimasto in 4ualche modo non detto e contiene per 4uesto una possibilit di sviluppo. La filosofia non ha in 4uesto senso un ambito proprio, ma lavora di volta in volta su 4uel che rimane non detto in ambiti e discipline che non le appartengono. A volte ho limpressione che 4uesto principio definisca il mio metodo di lavoro. ) non soltanto rispetto agli autori che amo, di cui cerco di continuare il lavoro, ma anche, in modo pi0 o meno inconsapevole, rispetto a me stesso. 7ome se ogni libro gi scritto portasse con s8 4ualcosa che rimasto involuto e non detto che esige di essere ripreso e sviluppato. .er rispondere alla sua domanda, non si tratta n8 di uno sviluppo naturale, n8 di una digressione, ma di una specie di regressione archeologica. 9orse aveva ragione )nzo Melandri, bisogna rivalutare la regressione. 7ome se tornare indietro fosse per me il solo modo di aprirmi una strada, di rendermi il pensiero nuovamente possibile:. Tra i suoi autori con cui ha vissuto in una specie di simbiosi ci sono Walter Benjamin e Martin Heidegger. A cosa si deve questa predilezione 5+o scoperto -en;amin e +eidegger allinizio degli anni sessanta pi0 o meno contemporaneamente, e 4uesti autori sono stati per me a un certo punto entrambi determinanti. Lei parla di simbiosi. In un certo senso si vive sempre insieme agli autori che si amano. ) con +eidegger un incontro personale, estremamente intenso, c stato ai seminari di Le 'hor nel #$<< e nel #$<=. Ma anche rispetto a -en;amin, ricordo ancora lemozione e il tremore 4uando, a Roma in casa di +erbert -lumenthal e poi alla -iblioteca nazionale di .arigi, mi capitato di scoprire suoi manoscritti inediti. 9orse -en;amin stato il contravveleno che mi ha salvato da +eidegger e +eidegger, in 4ualche modo, ci> che mi ha impedito di perdermi in -en;amin:. !arte dei suoi lavori mostrano una "orte attenzione ai problemi che linguaggio e "iloso"ia sollevano. #he relazione possiamo stabilire tra i due 5Ale?andre @o; ve diceva che la filosofia 4uel discorso che pu> parlare di 4ualsiasi cosa a condizione che parli anche del fatto che ne sta parlando. 1on si tratta di una battuta. 9ilosofia ed esperienza del linguaggio sono inseparabili. 9orse ci> che chiamiamo pensiero non che un esperimento molto speciale condotto sul linguaggio che non concerne ci> che ci diciamo attraverso il linguaggio, ma il fatto stesso che parliamo, che vi sia il linguaggio. Ma rischiarsi in 4uesto esperimento, provarsi a dire la lingua stessa, significa rischiare di restare senza parole di fronte al linguaggio. Ma 4uesta una condizione molto interessante, che i poeti e i mistici conoscono bene:. $ei suoi saggi si incontra l%espressione &scienza generale dell%umano'( una sorta di progetto

avviato sui suoi studi su Warburg e Benveniste e poi interrotto. !erch) 5Allinizio degli anni settanta, la scoperta di AbA Barburg e di )mile -enveniste mi sembr> aprire una nuova strada. A 4uellepoca leggevo una 4uantit sterminata di libri di antropologia e di linguistica. Mi pareva che -enveniste per la linguistica e Barburg per lantropologia avessero condotto le scienze umane a urtarsi contro il loro limite, al di l del 4uale non potevano procedere senza chiamare in causa anche la filosofia. Il progetto di una scienza generale dellumano e, piuttosto di una scienza senza nome nasce da 4uesta esperienza. )d dalla discussione con Italo 7alvino e 7laudio Rugafiori intorno a 4uesta idea che nac4ue anche il progetto comune di una rivista che non vide mai la luce. Il fatto che gi alla fine degli anni 2ettanta cominci> a diventare chiaro che la crisi delle scienze umane andava di pari passo a una trasformazione decisiva della situazione politica, che 4uella in cui ancora oggi ci troviamo. I progetti filosofici e scientifici non sono mai indipendenti da una determinata intensit politica e, senza di essa, restano inintelligibili. Alla fine di Le parole e le cose , 9oucault evoca limmagine di un volto di sabbia semi cancellato che londa delle scienze umane lascia sul bagnasciuga della storia. Il progetto di una scienza senza nomeera legato a 4uesto volto illeggibile e venne meno con esso. Ma a volte mi pare che le ricerche su unarcheologia della politica che ho cominciato negli anni novanta riprendano, anche se in maniera molto diversa, 4uel progetto:. #ircola nei suoi saggi l%idea che il meccanismo del "ondamento sia entrato in una crisi duratura. #he cosa * accaduto da rendere( dopo Hegel( irreversibile questa crisi 5A che cosa serve il meccanismo del fondamento, come lei lo chiama! In Aristotele che forse il primo a formularlo chiaroC si tratta di trasformare la domanda insipida che cos 4ualcosa in 4uella, molto pi0 interessante, attraverso che cosa, su 4uale fondamento un certo essere detto avere 4uesta o 4uella propriet o essenza!. .renda la domanda che cos la vita!. )ssa si trasformer nella domandaC attraverso che cosa, sul fondamento di che un certo essere detto vivente!. Limportanza di 4uesto mutamento enorme. 2i tratta di decidere che cosa vivente e che cosa non lo . Lo stesso per 4uel che riguarda lessere (che cosa e che cosa non * o luomo (che cosa umano e che cosa non lo *. In 4uesto senso non direi che il meccanismo del fondamento non sia pi0 valido. Direi semplicemente che continua ad agire, ma in modi diversi. .er esempio nel caso dei trapianti di organi, ancora attraverso un meccanismo di 4uesto genere che si decide che cosa vivo e che cosa non lo pi0:. Il titolo del suo libro * +a potenza del pensiero . Ma il pensiero * potente in che direzione o su che cosa $on ha piuttosto l%impressione che si stia andando verso una generale impotenza del pensiero 51el mio libro potenza non significa tanto potere 4uanto possibilit, potenzialit. La potenza del pensiero concerne la possibilit o limpossibilit del pensiero. I filosofi si possono dividere in due grandi scuoleC 4uelli che credono che luomo pensi sempre, nel senso che la sua essenza sia di essere un animale razionale, e 4uelli che ritengono che luomo non pensi sempre o non pensi ancora o pensi a buchi o a strappi. Io appartengo a 4uesta seconda scuola, che, storicamente, coincide con laverroismo. Averroisti sono in 4uesto senso Dante, 2pinoza, 9euerbach, +eidegger, Leo 2trauss. 2econdo il nostro geniale caposcuola, il filosofo andaluso Averro , luomo che, a differenza degli angeli, non pensa sempre, pu> unirsi allintelletto, che unico per tutti gli uomini, attraverso i suoi fantasmi e le sue immaginazioni. Io credo che ci> che manca oggi non tanto il pensiero, 4uanto limmaginazione che ce lo rende possibile:. #on il suo libro si apre una collana curata da lei. #he obiettivi si * dato e quale criterio ha adottato 57i vorr un po di tempo perch8 lidea della collana La 4uarta prosa diventi visibile. La scommessa che ci sia fra gli autori che pubblichiamo e i lettori di oggi una specie di appuntamento segreto, che non bisogna lasciarsi sfuggire a nessun costo. ) 4uesto appuntamento segreto non riguarda soltanto grandi opere di pensiero, ma, secondo lidea ben;aminiana di fare storia, anche

con gli stracci, anche libri obli4ui e marginali, che trovano per la prima volta lora e loccasione della loro leggibilit. 1on solo, 4uindi, Baburg e Bittgenstein, 2chmitt e @o; ve, Arendt e magari Leonardo, ma, anche, i trattati medievali sugli angeli, le opere dei malati di mente, i cabalisti che non hanno scritto in ebraico, insomma gli scaffali pi0 segreti delle biblioteche degli autori che amiamo:.

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