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Teorie della Letteratura

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Questa parte del programma d allo studente la possibilit di acquisire strumenti di grande
forza analitica e una nuova capacit di interpretazione.

Dimmi, perch lo stilema / il sintagma e lidioletto / compaiono col fonema / in ogni tuo articoletto?
// Perch ami tanto Jakobson / la metonimia e il significante / Claude Lvi-strauss and Sons, / il
diacronico e il commutante? // Perch tangoscia la differenza / tra fonetica e fonologia / E non puoi
vivere senza Barthes e la semiologia? (Ennio Flaiano, Luovo di Marx. Epigrammi, satire,
occasioni)

"Aspetti della critica letteraria in prospettiva storica".


Questa parte del corso sar dedicata a una rapida panoramica della
critica letteraria in una prospettiva storica, con particolare attenzione alla
critica del Novecento (scuola di Cambridge, New Criticism, formalismo
russo, Reader-Response Criticism, teoria della ricezione, teorie
femministe e di gender, decostruzione, teorie del postmoderno, ecc.).
D. Izzo (ed.), Teorie della letteratura, Roma: Nuova Italia Scientifica,
1996: l'introduzione di D. Izzo e un saggio a scelta;
Giovanni Bottiroli
La teoria della letteratura un'invenzione del XX secolo. uno spazio di
ricerca in cui la visione si intreccia permanentemente con le tecniche:
ecco ci che distingue la teoria della letteratura dalla critica letteraria e
dall'estetica. Questa ibridazione tra i concetti e le tecniche di analisi ha
cambiato radicalmente il nostro modo di leggere e di interpretare i testi
letterari: ma per quanti? La difficolt di accedere a problematiche
complesse, e di dominare una cassetta degli attrezzi sempre pi ricca,
diventata sovente il pretesto per tornare alle vecchie abitudini mentali
(con qualche travestimento ideologico); e rappresenta comunque un
ostacolo per chi desidera realmente visitare i cantieri della teoria.
Anzich offrire sintesi vaghe e sostanzialmente inutili, questo libro
rappresenta una vera introduzione. Descrive le teorie come
prospettive, mostrando come nascono i problemi e quali sono le
domande e i concetti essenziali; insegna a guardare la letteratura
attraverso gli sguardi dei classici (da Sklovskij a Barthes, da Bachtin a
Lacan, ecc.); e accompagna l'esposizione concettuale con esempi, in cui
si pu gi vedere come funziona la teoria.
CHE COS' LA TEORIA DELLA LETTERATURA

Teorie della Letteratura

FONDAMENTI E PROBLEMI
Einaudi, Torino 2006
1. Nel terzo libro della saga di Harry Potter, Hermione Granger comunica
ai suoi amici di essersi iscritta anche a un corso di Muggle Studies
(Babbanologia). Non si tratta Hermione lo sa benissimo - di un corso
particolarmente interessante, e certamente non paragonabile a quello
sulla Difesa dalle Arti Oscure, o ad altri corsi di questo tipo. Nessuno va
a Hogwarts per studiare prevalentemente i Muggle studies ! Ermione li
frequenter soltanto perch una studentessa zelante e vuole avere una
preparazione la pi completa possibile.
Quali sono le possibilit di scelta per uno studente che siscrive
allUniversit per studiare letteratura, in Europa e negli Stati Uniti? Non
sarebbe sconfortante apprendere che la maggior parte dei corsi che gli
possibile frequentare sono lequivalente dei Muggle studies ? Lo studente
vorrebbe seguire corsi che lo avvicinino alla magia della letteratura. Per
non smarrire tale magia, egli vuole imparare a difendersi contro le arti
chiare, perch sa che la letteratura un linguaggio denso e complesso. I
poeti chiari non durano ha detto Eugenio Montale. La grande letteratura
linguaggio saturo di significato al massimo grado ha detto Ezra
Pound.1
Tuttavia lUniversit offre soprattutto studi banalizzanti: c la vecchia
critica letteraria, che insegna a parafrasare il testo, cio a fare una sintesi
del significato (nel caso della poesia, decifrando ed eliminando quegli
ornamenti che sono le figure retoriche, e di cui lo studente non capisce
lutilit), e che privilegia il punto di vista biografico e storico-filologico,
ecc.; e c la nuova critica letteraria, quella dei cultural studies, che
impoverisce e spesso deforma il testo, riducendolo alle sue componenti
sessuali, politiche, razziali, senza rendersi conto che un testo letterario
non un oggetto culturale e tantomeno un oggetto ideologico (se non
per aspetti marginali).
Ci che la vecchia e la nuova critica hanno in comune la tendenza alla
rarefazione. Esse dispongono di strumenti quando ne hanno, e ne
hanno comunque pochi che sono strumenti di rarefazione. Tuttavia:
capire un testo non vuol dire impoverirlo bens, in qualche modo,
espanderlo.
Che cos un testo letterario? La teoria della letteratura una delle grandi
invenzioni del XX secolo ha fornito una serie di risposte, ma soprattutto
ha creato un programma di ricerca, che non si ha il diritto di ignorare.

Teorie della Letteratura

2. Tuttavia la teoria della letteratura resta minoritaria. Per diverse


ragioni: anzitutto per la sua complessit. Inoltre, perch stata sepolta
sotto una serie di stereotipi: ad esempio, la psicoanalisi sarebbe
dominata dal fallocentrismo e dal fallogocentrismo; la strutturalismo
sarebbe lo studio delle strutture, cio di schemi e di scheletri ripetibili, e
sarebbe incatenata al binarismo; Heidegger non sarebbe il pi grande
filosofo del XX secolo, ma un autore incomprensibile, e ambiguamente
collegato al nazismo; e cos via. Alla diffusione di alcuni stereotipi ha
contribuito anche un autore importante, che ha avuto un enorme
successo negli Stati Uniti, e cio Jacques Derrida. Purtroppo, il Derrida
che ha avuto maggior successo quello pi fazioso e schematico (basti
pensare a quel sottisier anti-lacaniano che Le facteur de la vrit).
Il libro di Giovanni Bottiroli si propone di recuperare il vero programma di
ricerca della teoria della letteratura. Tenta di spazzare via gli stereotipi
dellanti-teoria, per ritrovare i problemi, i concetti, e gli strumenti di
analisi che sono stati pazientemente elaborati dai grandi autori del XX
secolo (Saussure, Sklovskij, Barthes, Bachtin, Freud, Lacan, Heidegger, e
alcuni altri).
Ecco i principali fili conduttori di questo libro:
- il testo letterario non analizzabile mediante la coppia
forma/contenuto come credeva la vecchia critica e come continuano a
credere i cultural studies. Il testo letterario la combinazione di un
artefatto e di un oggetto virtuale: in questa concezione convergono i
grandi studiosi del XX secolo;
- il motore di quel misterioso dinamismo che riscontriamo nel testo
letterario il conflitto: questa la lezione delle estetiche conflittuali (da
Nietzsche ad Heidegger), di Bachtin (interpretato in base al principio di
non-coincidenza), della psicoanalisi (in quanto teoria del soggetto diviso,
e dunque del linguaggio diviso).
3. Siamo abituati a pensare che nel XX secolo sia avvenuto un linguistic
turn (per usare la formula di Rorty). Ci vero solo in parte. La svolta
linguistica stata realizzata solo a met, ed per questo che le vecchie
abitudini mentali hanno potuto occupare nuovamente la scena con una
certa facilit, mascherandosi con nuove ideologie.
Questo libro indica la necessit di collegare e di saldare tra di loro le
grandi conquiste della teoria letteraria: il problema del linguaggio va
dunque collegato a quello del desiderio e dellidentit (ecco limportanza
della psicoanalisi), ma anche al problema della conoscenza e della verit
(di qui la necessit di leggere Heidegger e, in una maniera nuova e
originale, il concetto heideggeriano di verit come aletheia).

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Di capitolo in capitolo, il lettore impara a liberarsi di quelle banalizzazioni


quotidiane e tenaci che gli impediscono di accedere a un grande testo
letterario. Egli comprende che bisogna abbandonare il modello pi ovvio
della comunicazione (cfr. Jakobson), e la concezione veicolare del testo
(che trsporterebbe il significato come unautomobile trasporta un
passeggero). Il testo letterario gli appare come un funzionamento ibrido
e conflittuale, comprensibile in molti dei suoi meccanismi - solo a
partire dagli strumenti che la teoria letteraria ha costruito. In questa
prospettiva la teoria della letteratura elabora molti problemi che
appartengono tradizionalmente al campo dellestetica
4. Questo libro dichiara di rispondere alla domanda che cos la teoria
della letteratura, ma, mediante una traversata originale delle diverse
teorie, tenta di affrontare anche la domanda che cos la letteratura - e
perch la amiamo (o dovremmo amarla).
Per due motivi.
Il primo lincredibile complessit e duttilit del linguaggio letterario. Chi
non in grado di percepire questa infinita mobilit di risorse, chi non sa
vedere la letteratura come linguaggio, non pu gustarne i piaceri. Al
contrario, ne sar deluso. Somiglia a qualcuno che vuole nuotare
restando a terra, rifiutando le possibilit il sostegno, il dinamismo, le
oscillazioni imprevedibili, la fluidit, la freschezza, ecc. - dellelemento
liquido.
Il secondo il rapporto con la conoscenza. La letteratura mette in scena
le nostre emozioni e la nostra mente; le possibilit di conoscenza che la
letteratura ci offre sono infinitamente superiori a quelle offerte dalla
stragrande maggioranza dei libri di psicologia e di sociologia. Ogni
grande opera darte per usare unespressione di Nietzsche un
esperimento con la verit.
Ma la verit della letteratura non il rispecchiamento di singoli contesti
storici. E non lo perch il significato di unopera darte autentica non
appartiene al contesto originario di produzione, ma attraversa le epoche.
Come ha detto Bachtin, le opere darte autentiche vivono nel tempo
grande, cio si espandono attraverso le epoche e le interpretazioni. E
questa non solo la tesi di Bachtin: uno dei risultati in cui convergono
tutte le teorie importanti del XX secolo.
Si rifletta, allora, sullassurdit come definirla altrimenti ? di un
approccio contestualizzante allopera darte (approccio storico, o
sociologico, o culturale), che non si accontenta di fornire utili informazioni
preliminari, ma pretende di giudicare e di circoscrivere il significato

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dellopera. I contestualisti (li chiameremo cos: in tempi recenti sono stati


chiamati cultural studies, critica post-coloniale, ecc) vorrebbero
rinchiudere nel contesto storico-culturale di origine non solo le opere
darte mediocri, ma anche quelle opere che sono macchine costruite per
attraversare le epoche, per varcare i confini limitati e soffocanti del
proprio tempo. 2
I contestualisti credono che tutte le opere darte siano come chiodi che
sono fuorusciti da un muro, e che bisogna conficcare di nuovo nello
stesso punto, o come viti che si sono allentate, e che bisogna stringere
perch stiano al loro posto. Niente di pi assurdo ! il caso di ripeterlo.
Eppure la mentalit contestualista continua a dominare lUniversit.
Continua a impedire la conoscenza della letteratura, e le conoscenze
rese possibile dalla letteratura.
5. Perci il libro di Giovanni Bottiroli si rivolge anzitutto allUniversit
auspica unUniversit meno babbanologica ma dedicato a ogni
persona colta che ami la letteratura, e ne abbia intuito e percepito
lenigmatica densit.
6. C ancora qualcosa di importante, che vale la pena di aggiungere, per
capire gli obiettivi e la possibile funzione di questo libro (secondo gli
auspici dellautore). Si tratta del rapporto tra la teoria della letteratura,
con la sua strumentazione metodologica, e la critica letteraria.
Secondo un vecchio detto, la cattiva moneta scaccia quella buona:
analogamente, la cattiva teoria scaccia la teoria come ricerca rigorosa.
Ma la cattiva teoria tende anche a soffocare la buona critica letteraria,
cio le ricerche di quegli studiosi che si affidano alla loro miscela
individuale, composta da competenze linguistiche e filologiche,
intuizione, raffinatezza, sensibilit, ecc.
E stato un grande errore credere che la teoria e la metodologia
avrebbero reso inutile e superflua lintuizione e dunque la critica
letteraria intuitiva. Non cos: sarebbe come credere che strumenti come
il microscopio, oppure la moviola e lo zoom, rendano del tutto superflua
losservazione a occhio nudo. I due tipi di sguardo vanno alternati, e
dovrebbero scambiarsi i loro risultati e le loro prospettive. In una certa
misura la comprensione di un testo possibile solo se si fa scorrere il suo
significato alla moviola, al ralenti (come avviene, ad esempio, in S/Z di
Barthes); vero per che quando si passa dai maestri ai discepoli (e
talvolta negli stessi maestri: basti pensare a Greimas !), la metodologia
produce pesantezza e anche pedanteria. Ecco perch bisogna tornare
allinsight, alla leggerezza e alla fluidit di uno sguardo che si muove

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liberamente e agilmente nel testo, e che vede, di colpo, il dettaglio


rivelatore.
Dunque, questo libro auspica unalleanza che storicamente mancata e uno spazio di lavoro comune per gli studiosi che si affidano agli
apparati metodologici e per gli studiosi che si affidano alla loro miscela
individuale. Ci che li accomuna, oltre allo spazio dellintuizione, la
percezione della complessit del loro oggetto di analisi.
Il fronte degli avversari attualmente assai esteso. E pu essere
imbarazzante, qualche volta, dover polemizzare con un tipo di critica
ideologizzata che nasce da valori assolutamente condivisibili sul piano
etico (il riscatto delle minoranze oppresse, il rifiuto delleurocentrismo,
ecc.). Bisognerebbe chiedersi tuttavia se gli ideological studies (e pi in
generale i cultural studies), al di l delle intenzione buone e corrette, non
abbiano gi prodotto e non continuino a produrre un enorme danno un
danno anche politico, che investe la loro stessa causa. C un punto su
cui bisognerebbe riflettere: verosimile che il Potere debba preoccuparsi
di avversari intellettualmente poveri?
In ogni caso, lautore di questo libro non potr mai schierarsi tra coloro
che preferiscono la povert delletica alle ricchezze dellintelligenza. Per
quanto riguarda i valori, egli ha scelto da molto tempo questo aforisma di
Pascal: Toute nostre dignit consiste en la pense ... Travaillons donc a
bien penser: voil le principe de la morale.3
7. Infine non superfluo ribadire questo punto - il ritorno al linguaggio
proposto da TL non un ritorno al passato (concezione autoreferenziale
degli strutturalisti e ludicit postmoderna), ma un ritorno al futuro.
Contro i retro-studies di ieri e soprattutto quelli di oggi, Giovanni Bottiroli
propone unalleanza strategica tra studi letterari e filosofia, con
particolare attenzione alla necessit di sviluppare nuovi modelli linguistici
e logici. Unalleanza che intende sfuggire alle sterilit e alle fumosit in
cui naufragato il decostruzionismo, e che intende ripensare il rapporto
tra letteratura, teorie del desiderio e problema della conoscenza.
Queste direzioni di ricerca rappresentano il futuro della teoria.
NOTE
1 Great literature is simply language charged with meaning to the
utmost possible degree.
2 Attenzione ! La capacit di attraversare diverse epoche non ha nulla a
che vedere con la vecchia nozione di universalit, con i valori universali
dellarte, e cos via. Questo libro non percorre vecchie strade, e meno che
mai quella dei valori universali. Lidea-guida invece quella della

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flessibilit. Se non fossero congegni straordinariamente flessibili, le opere


darte
non
potrebbero
venire
trasformate
e
arricchite
dallinterpretazione.
Dunque il libro di GB si ispira allidea di una razionalit flessibile. Ma non
si limita a proporre questidea nella sua possibile suggestione: tenta di
elaborarla concettualmente, e di enunciarne la logica. Dalla lettura di
questo libro emerge la fecondit di unalleanza strategica tra studi
letterari e filosofia (alcuni autori-chiave).
3 Blaise Pascal, Penses, 347 (cito dalledizione di Lon Brunschvigh;
trad. it. Pensieri, a cura di Paolo Serini, Einaudi, p. 162).

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