La psicologia non ha dedicato abbastanza attenzione alla morte. La letteratura sullargomento molto scarsa se paragonata agli zelanti studi pieni di chiose riguardanti fatti insignificanti della vita. Lesame della morte per mezzo dello studio dellanima certamente uno dei compiti primari della psicologia. Ma ci non sar possibile finch la psicologia non si sar affrancata dal suo senso di inferiorit verso le altre scienze che tendono, a causa dei loro modelli di pensiero, a respingere questa ricerca. Se la psicologia dovesse iniziare dalla psicoterapia, e porre di conseguenza la psiche reale al centro dei suoi interessi, sarebbe costretta ad affrontare il problema della morte prima di tutti quegli altri argomenti che consumano tanto talento accademico. Il rifiuto della morte da parte della psicologia accademica dovuto soltanto a motivi scientifici, soltanto al fatto che la morte non un soggetto indagabile empiricamente? Anche il sonno, controparte simbolica della morte, trascurato nella psicologia moderna. Come sottolinea Webb, gli studi sul sonno (e, anche, sulla funzione onirica) sono inadeguati in proporzione alle altre ricerche. Il relativo disinteresse della psicologia accademica per il sogno, il sonno e la morte potrebbe costituire una ulteriore prova della sua perdita dellanima e del timore della morte? La teologia ha sempre saputo che la morte il primo turbamento dellanima. In un certo senso la teologia consacrata alla morte, con i suoi sacramenti e riti funebri, le sue elaborazioni escatologiche e le sue descrizioni di Paradisi e Inferni. Ma la morte in quanto tale si offre difficilmente alla ricerca teologica. I canoni sono stati formulati per mezzo di articoli di fede. Lautorit del clero deriva la sua forza da canoni che rappresentano una posizione definita verso la morte. La posizione pu variare da religione a religione, ma esiste sempre. Il teologo sa quale la sua posizione nei confronti della morte. Le scritture, la tradizione, e lufficio gli dicono perch c la morte e che cosa ci si aspetta da lui riguardo ad essa. Lncora della psicologia del teologo, la sua dottrina sulla vita dopo la morte. Le prove teologiche sullesistenza dellanima sono cos connesse ai canoni della morte, canoni sullimmortalit, il peccato, la resurrezione, il giudizio finale, che una ricerca veramente libera mette in causa la base stessa della psicologia teologica. La posizione teologica, dobbiamo ricordarlo, sta allestremo opposto di quella psicologica. Parte dai dogmi, non dai dati; dallesperienza cristallizzata, non da quella vivente. La teologia ha bisogno di unanima che fornisca il terreno per lelaborato sistema della credenza nella morte che fa parte del suo potere. Se non ci fosse alcuna anima, ci si porrebbe aspettare che la teologia ne inventi una per poter conferire autorit alle antiche prerogative del clero sulla morte. Il punto di vista delle scienze naturali, medicina compresa, molto simile a quello della teologia. una posizione rigida verso la morte. Questa teoria mostra i segni del meccanicismo moderno; la morte semplicemente lultima di una catena di cause. uno stato finale dellentropia? Una decomposizione, una immobilit? Freud concepiva in questo modo la pulsione di morte perch il suo pensiero era fondato sulla base delle scienze naturali dellultimo secolo. Immagini del morire, come lindebolimento, il raffreddametuo, il rallentamento, lirrigidimento, e affievolimento, presentano tutte la morte come lultimo stadio della decadenza. La morte lanello finale nel processo di invecchiamento. Riferito alla natura, questo punto di vista sembra corretto. La morte mostra decadenza e quiescenza. Il mondo vegetale dopo la maturazione e la produzione del seme cade nel silenzio. Qualunque morte prima del ciclo completo ovviamente prematura. Quando il suicidio chiamato innaturale ci vuol dire che esso va contro il ciclo vegetale della natura di cui fa parte anche la natura umana. Sorprendentemente, tuttavia, sappiamo molto poco del ciclo vegetale, il quale mostra modelli variabili di senescenza e morte. La genetica dellinvecchiamento nelle cellule, che cosa sia un periodo di tempo naturale, il ruolo dei fattori ambientali (inclusa la radiazione) restano degli enigmi biologici, specialmente quanto pi si sale nella scala della complessit delle specie. Secondo Leopold, le spiegazioni in questo campo sono notevolmente poche. questo ancora un segno della paura della morte che influenza la ricerca scientifica? Le nozioni mediche di suicidio come prematuro e innaturale trovano scarsa conferma dalla ricerca biologica in quanto anche nel mondo vegetale ignoriamo ci che questi termini designano. Inoltre, tutti i giudizi su processi vitali diversi da quelli umani sono espressi dallesterno, cosicch noi dobbiamo pensare noi stessi lasciando da parte le metafore della scienza naturale. Queste non possono mai avere una validit assoluta per la vita e la morte umane, le quali traggono il loro significato soltanto dal fatto di avere una interiorit. da questa prospettiva interiore che si dovr rispondere a tutte le questioni su ci che naturale e appropriato. A giudicare dalle apparenze, coloro che tentano il suicidio per trovare una calma vegetativa prima del completamento del loro circolo troncano la vita in maniera innaturale. Ma questo quanto viene visto dallesterno. Non conosciamo le complessit cui danno risalto la senescenza e la morte nelle piante, e ancor meno sappiamo di un cicio naturale o periodo di anni nelluomo. Non sappiamo a quale punto della curva di longevit si debba supporre statisticamente che ciascuna vita entri nella morte. Non sappiamo quale peso abbia il tempo sulla morte. Non sappiamo se lanima muore completamente.
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