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J AMES HILLMAN

lesperienza della morte



La psicologia non ha dedicato abbastanza attenzione alla morte. La letteratura
sullargomento molto scarsa se paragonata agli zelanti studi pieni di chiose
riguardanti fatti insignificanti della vita. Lesame della morte per mezzo dello studio
dellanima certamente uno dei compiti primari della psicologia. Ma ci non sar
possibile finch la psicologia non si sar affrancata dal suo senso di inferiorit verso
le altre scienze che tendono, a causa dei loro modelli di pensiero, a respingere questa
ricerca. Se la psicologia dovesse iniziare dalla psicoterapia, e porre di conseguenza la
psiche reale al centro dei suoi interessi, sarebbe costretta ad affrontare il problema
della morte prima di tutti quegli altri argomenti che consumano tanto talento
accademico.
Il rifiuto della morte da parte della psicologia accademica dovuto soltanto a motivi
scientifici, soltanto al fatto che la morte non un soggetto indagabile empiricamente?
Anche il sonno, controparte simbolica della morte, trascurato nella psicologia
moderna. Come sottolinea Webb, gli studi sul sonno (e, anche, sulla funzione onirica)
sono inadeguati in proporzione alle altre ricerche. Il relativo disinteresse della
psicologia accademica per il sogno, il sonno e la morte potrebbe costituire una
ulteriore prova della sua perdita dellanima e del timore della morte?
La teologia ha sempre saputo che la morte il primo turbamento dellanima. In un
certo senso la teologia consacrata alla morte, con i suoi sacramenti e riti funebri, le
sue elaborazioni escatologiche e le sue descrizioni di Paradisi e Inferni. Ma la morte
in quanto tale si offre difficilmente alla ricerca teologica. I canoni sono stati formulati
per mezzo di articoli di fede. Lautorit del clero deriva la sua forza da canoni che
rappresentano una posizione definita verso la morte. La posizione pu variare da
religione a religione, ma esiste sempre. Il teologo sa quale la sua posizione nei
confronti della morte. Le scritture, la tradizione, e lufficio gli dicono perch c la
morte e che cosa ci si aspetta da lui riguardo ad essa. Lncora della psicologia del
teologo, la sua dottrina sulla vita dopo la morte. Le prove teologiche sullesistenza
dellanima sono cos connesse ai canoni della morte, canoni sullimmortalit, il
peccato, la resurrezione, il giudizio finale, che una ricerca veramente libera mette in
causa la base stessa della psicologia teologica. La posizione teologica, dobbiamo
ricordarlo, sta allestremo opposto di quella psicologica. Parte dai dogmi, non dai dati;
dallesperienza cristallizzata, non da quella vivente. La teologia ha bisogno di
unanima che fornisca il terreno per lelaborato sistema della credenza nella morte che
fa parte del suo potere. Se non ci fosse alcuna anima, ci si porrebbe aspettare che la
teologia ne inventi una per poter conferire autorit alle antiche prerogative del clero
sulla morte.
Il punto di vista delle scienze naturali, medicina compresa, molto simile a quello
della teologia. una posizione rigida verso la morte. Questa teoria mostra i segni del
meccanicismo moderno; la morte semplicemente lultima di una catena di cause.
uno stato finale dellentropia? Una decomposizione, una immobilit? Freud concepiva
in questo modo la pulsione di morte perch il suo pensiero era fondato sulla base delle
scienze naturali dellultimo secolo. Immagini del morire, come lindebolimento, il
raffreddametuo, il rallentamento, lirrigidimento, e affievolimento, presentano tutte la
morte come lultimo stadio della decadenza. La morte lanello finale nel processo di
invecchiamento.
Riferito alla natura, questo punto di vista sembra corretto. La morte mostra decadenza
e quiescenza. Il mondo vegetale dopo la maturazione e la produzione del seme cade
nel silenzio. Qualunque morte prima del ciclo completo ovviamente prematura.
Quando il suicidio chiamato innaturale ci vuol dire che esso va contro il ciclo
vegetale della natura di cui fa parte anche la natura umana. Sorprendentemente,
tuttavia, sappiamo molto poco del ciclo vegetale, il quale mostra modelli variabili di
senescenza e morte. La genetica dellinvecchiamento nelle cellule, che cosa sia un
periodo di tempo naturale, il ruolo dei fattori ambientali (inclusa la radiazione)
restano degli enigmi biologici, specialmente quanto pi si sale nella scala della
complessit delle specie. Secondo Leopold, le spiegazioni in questo campo sono
notevolmente poche. questo ancora un segno della paura della morte che influenza
la ricerca scientifica? Le nozioni mediche di suicidio come prematuro e innaturale
trovano scarsa conferma dalla ricerca biologica in quanto anche nel mondo vegetale
ignoriamo ci che questi termini designano. Inoltre, tutti i giudizi su processi vitali
diversi da quelli umani sono espressi dallesterno, cosicch noi dobbiamo pensare noi
stessi lasciando da parte le metafore della scienza naturale. Queste non possono mai
avere una validit assoluta per la vita e la morte umane, le quali traggono il loro
significato soltanto dal fatto di avere una interiorit. da questa prospettiva interiore
che si dovr rispondere a tutte le questioni su ci che naturale e appropriato.
A giudicare dalle apparenze, coloro che tentano il suicidio per trovare una calma
vegetativa prima del completamento del loro circolo troncano la vita in maniera
innaturale. Ma questo quanto viene visto dallesterno. Non conosciamo le
complessit cui danno risalto la senescenza e la morte nelle piante, e ancor meno
sappiamo di un cicio naturale o periodo di anni nelluomo. Non sappiamo a quale
punto della curva di longevit si debba supporre statisticamente che ciascuna vita entri
nella morte. Non sappiamo quale peso abbia il tempo sulla morte. Non sappiamo se
lanima muore completamente.


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