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Dieci tesi:

Definisce i presupposti teorici e le linee d’intervento dell’educazione linguistica per una scuola democratica.

1)LA CENTRALITà DEL LINGUAGGIO VERBALE: il linguaggio verbale è fondamentale nella vita sociale e individuale. Si
individuano una padronanza ricettiva (capacità di capire) e una produttiva (produrre) per usi comunicativi (intendere e
farsi intendere), cognitivi, emotivi, argomentativi

2)RADICAMENTO NELLA VITA BIOLOGICA, EMOZIONALE, INTELLETTUALE E SOCIALE: lo sviluppo delle capacità
linguistiche dipende dallo sviluppo dell’essere umano, innanzitutto da un’alimentazione corretta ma anche dalla
crescita psicomotoria e socializzazione, equilibrio nei rapporti affettivi e il maturarsi di interessi intellettuali e
partecipazione alla vita sociale. Infatti, un bambino sradicato dall’ambiente nativo, che non vede genitori o
fratelli, ostile alla comunità, malnutrito, inevitabilmente parla, legge e scrive male.

3)PLURALITà E COMPLESSITà DELLE CAPACITà LINGUISTICHE: Il linguaggio verbale ha molteplici capacità; alcune si
vedono chiaramente, altre non si percepiscono.

-produrre parole/frasi appropriate -dare senso alle parole/frasi udite.


sia nell’orale che nello scritto. -analizzare le parole in diverse situazioni.
-conversare, chiedere, leggere. -ampliare il vocabolario.

4)DIRITTI LINGUISTICI NELLA COSTITUZIONE: una pedagogia linguistica efficace deve tener conto del rapporto tra: -
sviluppo delle capacità del linguaggio nel loro insieme (tesi I) e –dello sviluppo sociale, intellettuale e fisico (tesi II), -in
vista dell’importanza del linguaggio verbale (tesi III).
Una pedagogia linguistica efficace è democratica solo se accoglie e realizza l’uguaglianza di tutti i cittadini senza
distinzioni di lingua. Il traguardo della repubblica è rimuovere gli ostacoli, tutelando tutte le varietà linguistiche con
uno sforzo coordinato e molteplice di tutte le istituzioni.

5)CARATTERI DELLA PEDAGOGIA LINGUISTICA TRADIZIONALE: punta su: -un apprendimento rapido. –pensierini, temi
(scarsamente motivati). –analisi grammaticale. –apprendimento a memoria di paradigmi verbali. –verbalizzare
apprezzamenti di testi letterali e tradizionali.

6)INEFFICACIA DELLA PEDAGOGIA LINGUISTICA TRADIZIONALE: ha sempre puntato sull’ortografia, ma ancora oggi un
terzo dei cittadini è in condizioni di analfabetismo.

7)LIMITI DELLA PEDAGOGIA LINGUISTICA TRADIZIONALE: inefficace, parzialità dei suoi scopi.
-opera settorialmente: unilaterale non trasversale e bada alle capacità produttive scritte e meno a quelle ricettive.
-produzione scritta e non quella orale, quest’ultima viene messa alla prova solamente durante un’interrogazione.
-trascura altre capacità della produzione scritta (prendere appunti, schematizzare).
-fiducia dell’utilità dell’analisi grammaticale e logica (ritenuta parziale e inutile).
-trascura la realtà linguistica degli allievi (diversità sociale, dialettale).
-ignora il rapporto tra capacità verbali e capacità simboliche ed espressive (come il disegno e la danza).

Dunque, nella sua inefficacia è funzionale agli allievi delle classi sociali più colte e agiate, i quali ricevono al di fuori
della scuola, quanto serve allo sviluppo delle loro capacità linguistiche.

8)PRINCIPI DELL’EDUCAZIONE LINGUISTICA DEMOCRATICA: sono stati formulati 10 principi su cui basare l’educazione
linguistica nella scuola democratica:
-sviluppo delle capacità verbali in stretto rapporto con quello psicomotorio e una corretta socializzazione.
-sviluppo delle capacità verbali come strumento per partecipare alla vita sociale e intellettuale (attraverso discussione,
produzione individuale e di gruppo).
-partire dal retroterra linguistico-culturale dell’allievo.
-apprezzare le varietà dei retroterra linguistici per esplorarli.
-sviluppare anche le capacità ricettive.
-sviluppare l’aspetto orale e scritto (sia nella ricezione che nella produzione).
-capacità di passare dalle formulazioni più formali a quelle più riflessive.
-conoscenza dei linguaggi giuridici, letterari, poetici
-sviluppare le capacità di autodefinirsi, analizzarsi.
-non deve essere imitativa, prescrittiva ed esclusiva (come la vecchia pedagogia che diceva: devi dire così il resto è
errore) ma deve sviluppare una funzionalità comunicativa e adattarsi a seconda degli interlocutori (si può dire così e
così e questo è il risultato nel dire così o così).

9)NUOVO CURRICULUM PER GLI INSEGNANTI: la nuova educazione linguistica richiede più conoscenza degli
insegnanti, con il bisogno di un salto di qualità dei docenti con la loro formazione attraverso un curriculum
universitario e post-universitario.

10)CONCLUSIONE: È necessaria l'organizzazione di adeguati centri locali e regionali di formazione e informazione


linguistica e educativa che correggano la lacunosità, povertà, casualità e parzialità dell'ordinamento universitario in
fatto di insegnamento delle scienze del linguaggio. Siamo dunque dinanzi a un problema amministrativo e civile, a un
problema politico.

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