CHE COSA? CONTENUTI DEL CURRILOCO): quali contenuti inserire nel curricolo. È NECESSARIO
RIPRENDERE LA DEFINIZIONE DI COMPETENZA COMUNICATIVA e considerate tutte le
componenti: quella lingusitica, che prevede riferimenti alla fonologia, al lessico, morfosintassi,
ecc; paralinguistica, intonazione, tono della voce, suoni non verbali, ritmoe e pause;
extralinguistica, dimensioni cinesica e prossemica, anche quelle cronemica, oggettuale e
vestemica; socio-pragmatica, la quale a sua volta chiama in causa la sottocompetenze
strategica, sociolingiistica e cutlurale.
Tale concezione complessa me completa del curricolo, comprende oggi le nozioni pipu
tradizoinali di sillabo, inteso come corspu, elenco di contenuti da affrontare in un percorso
didattico e di programma, termine utilizzato per tracciare, i fini, contenuti, metodi e criteri di
valutazione di un corso di lingua, oggi sostituito dalle Indicazioni nazionali.
Progettare un curricolo glottodidattico significa dunque considerari i seguenti elementi
imprecisdibili:
• Contestualizzazione, livelli di politica linguistica e scolastica nazionale e locale;
• Destinatari: attraverso un’attenta e approfondita analisi dei profili degli apprendenti
cui il curricolo si rivolge;
• Registi, del curricolo, cioè, gli insegnanti, che organizzano ilpercorso, lo presentano,
aitutano a percorrerlo, lo modificano sapientemente, se necessario, lo influenzano con
la loro preparazione, ecc.
• Contenuti, in termini di competenza comunicativa e in funzione del tipo di approccio e
di metodo adottato nella realizzazione del curricolo;
• Struttura del curricolo, quindi, la sua natura auspicabilmente tridimensionale, che lo
rende flessibile e permette la selezione dei contenuti in funzione del tipo di corso, dei
bisgogni dei destinatari, dei tempi di insegnamento e degli approcci utilizzati.
Il modulo è a metà strada tra l’ampio curricolo e la più circoscritta unità didattica, perché
risponde meglio alla complessita della realtà didattica attuale. Un modulo deve essere:
a) Autossufficiente: i contenuti devono permettere operari in maniera autonoma;
b) Deve fondarsi su ambiti comunicativi complessi (per esempio, la corrispondenza
commeerciale pu+o costituire un modulo, non la lettera di reclamo);
c) Deve poter essere valutato e accreditato autonomamente, independientemente di
altri moduli;
d) Flessibile e potersi raccordare con altri moduli;
Un modulo dunque è un blocco tematico concluso in sé, autossufficiente, signiticativo, che
raccoglie i contenuti che tradizionalmente si distribuivano su più unità didattiche.
Ogni modulo è costituito da una rete di unità didattiche, ognuna dedicata a un contenuto
specifico. Figura 1 p186
L’unittà didattica, inzialmente costituita da cinque momenti consecutivi:
• Presentazione
• Accostamento globale al testo
• Induzione delle strutture morfosintattiche
• Applicazione delle strutture indotte atttraverso esercizi
• Sistematizzazione delle strutture e controllo
Questi cinque momenti consecutivi sono divenuti sei con gli approfondimenti che Freddi
propone del modello negli anni Novanta, prepsenta fin dalla sua genesi un riferimento esplicito
alla Gestalttheorie, teoria psicologica che is basa sulla natura olistica della percezione umana,
caratterezizzata sempre dalla sequenza globalità-analisi-sintesi nel definire l’approccio alla
realtà circostante.
Danesi riconosc l’attivazione, nelle quattro fasi, di entrambi gli emmisferi cerebrali sceondo i
principio della bimodalità e della bidirezionalità emisferica: la modalità percettive
dell¡emisfero destro vengono ativate dalla fase della globalità, quando l’apprendente entra in
contatto con un contenuto nuovo, il testo, nella sua accezione più ampia, oggetto dell’unità; la
fase dell analisis del testo/contenuto attiva invece le modalità percettive dell emisfero sinitro,
mentre quelle della sintesi e della riflessione attivano emtarmbe le modalità percettive,
poiché presuppongono momenti di fissazione, riempiego e sistematizzazione delle strutture
indotte.
Per questa ragione, la rilettura dell’unità didattica come rete di unità d’acquisizone ci sembra
particolarmente utlie per superare la staticitppa e la limitatezza dell’dea di sequenza, presente
nella sei fasi tradizionali. Questo senza rinnegare l’inviolabile microsequenza globalità-analisis-
sintesi, il cui ordine e il cui emergere sono caratteristici di qualunque processo percettivo o
apprenditivo.
Negli anni della diffusione del metodo audio-orale nasce il laboratorio llingusitico, che si
diffonde come esempio di attrezzatura funzionale alla fina degli anni Cinquanta: progetatto
per ridurre le interferenze tra apprendente e sorgente sonora e per permettere la
registrazione di output, il laboratorio presenta tratti caracteristici conservatisi anche oggi:
o Una console centrale;
o Un numero variabile di postazioni;
o Una serie di cuffie con microfono;
Se pasa entonces a un Modello standard della lezione con metodo audio-linguale. Ne sono
momenti tipici:
o La ricognizione, primo ascolto del nastro;
o L’imitazione e la ripetizione;
o Lo svolgimento di pattern drills basati sulle sutrture del testo proposto e finalizzati
ugualmente alla fissazione di strutture minime in lungua straniera.
3.2. Dall’audiovisivo alla multimedialità:
Sono metodi definiti strutturo-globali-audio-visivi (SGAV) che coniugano un’impostazione
strutturalista a tecniche, e di conseguenza a tecnologie di tipo audiovisivo.
Il primo importante esempio è il proiettore di immagini fisse o filmine : le immagini sono
proposte solitamente come contesto situazionale al fine di agevolare la comprensione degli
studenti.
Lo sviluppo tecnologico porta poi a prefereire allo scomodo proiettore di filmine il più
funzionale proiettore di diapositive, che non permetteva ancora una coordinazione
automizzata tra audio e video e creava problemi pratici nella sua applicazione al laboratorio
linguistico.
Il primo strumento elettronico in grado di permettere una versa sincronizzazione tra
documento audio e immagine fissa a schermo è stato il misconosciuto diatape: incorpora le
funzionalità del proiettore di diapositive e del registratore audio. Oggi, il videoregistratore ha
portato con sé alcuni rilevanti cambiamenti valoriali nell’insegmaneto di lingua altre. Inoltre, il
videoregistratore permette:
o Di contestualizzare gli input linguistico-comunicativi, favorendo nell’apprendente
l’attivazione dei processi di formulazione di ipotesi linguistiche;
o Di mettere in luce la situazione socioculturale, favorendo l’incontro e il confronto tra
culture e civiltà diverse ed educando , cosí, al giudizio critico.
Glottodidatica cibernetica:
La possibilità di dotare diversi computer, ormai di dimensioni ridotte, di una independente
capacità di elaborazione agevola un abbatimento dei costi e favorisce la diffusione del
computer da scrivania. Nasce in questi anni il concetto di CALL (Computer Assited
Language Learning). Nasce con l’obiettivo della creazione non di programmi per insegnare
la lingua, bensí di attivitpa e giochi educativi di manipolazione testuale e ricostruzione di
senso a partire da elementi multimediali. Il vantaggio di una glottodidattica così concepita
è rendere più attivo il soggetto nel suo aprendimento, fornendogli un strumento
funzionale al suo obiettivo, nonché divertente e innovativo.
*Multimedialità e ipertestualità* (PEDIRLO A ALGUIEN)
Altre iniziative:
o L’eTwinning, progetto europeo di gemellaggio, scambio e caollaborzione online tra
scuole di diverso ordine e grado, che coinvolge diversi attori scolastici; dirigenti,
docenti, classi, bibliotecari;
o i MOOCk (Massive Open Online Course) corsi gratuity promossi da università, enti di
cultura o privatim disponnibili sul Web in modalità open access o seguito di iscrizione.