Sei sulla pagina 1di 10

CAPITOLO 4- LA DIDATTICA DELLA L2.

Insegnare una L2 significa sviluppare nell’apprendente una competenza linguistico-


comunicativa altra tispetto a quella in lingua materna, già formata, anche se solo parzialmente
ma in costante evoluzione. L’obiettivo principale dell’apprendimento e dell’insegnamento
delle lingue è lo sviluppo della competenza linguistico-comunicativa dell’apprendente, non
solo nelle sue molteplici sottocompetenze (linguistica, extralinguistica e sociopragmatica) ma
sopreatutto nella sua natura plurima poiché risultato di più competenze lingusitico-
comunicative.
Fino qui, abbiamo visto come se acquisce le lingue spontaneamente, parlando in una ottica
NON DIDATTICA, senza attenzione alla didattica. Adesso, ATTENZIONE SULLA DIDATTICA:

1. Elementi per un curricolo


(Freddi) il curricolo esplicita di fatto il programma, presentando un vero e proprio “piano di
lavoro” proiettato di norma su un intero ciclo scolastico. Esso definisce le mete e gli obiettivi
da raggiungere un rapporto al contesto sociale e alle caratteristiche degli apprendenti, indica i
materiali, i sussidi e le tecniche di lavoro da mettere in gioco, descrive le forme di
accertamento e di valutazione.
Gli elementi, ovvero le variabili imprescindibilidella pianificazione curricolare: Dove? Chi? Che
cosa? Come?
DOVE) La risposta a DOVE?chiama in causa il contesto, sociale e scolastico, entro il quale il
curricolo si deve sviluppare. Deviamo conoscere le linee di politica linguistica a cui tale
percorso di apprendimento deve far riferimento.
Le scelte curricolari non dipendono solo dalla politica linguistica dal paese in cui ci si trova ad
operare, ma anche dalle singola scuola, e cioè da un lato dalla politica scolastica in materia di
insegnamenti linguistici e dall’altro dalle persone che si occupano di educazione linguistica
nella stessa scuola.
L’impostazione di un curricolo, dunque non può prescindere da un’attenta analisi del contesto
a tutti i livelli, dalla nazione, alla regione, alla città, alla scuola, alla classe, alle singole famiglie
degli alunni.
CHI, L’APPRENDENTE) Questa domanda è costituita dall’apprendente che come il contesto va
considerato da più punti di vista. Naturalmente i bisogni linguistci dell’aprendente
rappresentano un elemento fondamentale per organizzare il curricolo. Che li si distingua in
bisogni sociali e indivuali, oggettivi e soggettivi, oppure strumentali e culturali, la necessità e
l’interesse che l’apprendente ripone nell’appropiarsi di una L2 influenzano inevitablemente le
proposte curricolari. Lo stesso discorso vale per i livelli di età, i tipi di corso ma anche le
motivazioni e gli atteggiamenti più o menos stereotipati degli apprendenti nei confronti della
L2.
Il curricolo va dunque costruito intorno all’apprendente in funzione dei suoi bisogni liguistico-
comunicativi, delle sue motivazioni, della sua personalità, del suo stile cognitivo e delle sue
conoscenze pregresse. L’estensore del curricolo per procedere con la pianificazione, dovrebbe
tracciare il macroprofilo dell’apprendente a cui il curricolo pe destinato, in modo tale da
proporre un percorso didattico funzionale ai tre microprofili che lo compongono: quello
cognitivo (le modalità, i compiti, stili di apprendimento); quello linguistico (livelli di
compentena); quello individuale (motivazioni, i bisogni, storia personale, ecc.)

ANCHE QUESTA DOMANDA CHIAMA IN CAUSA L’INSEGNANTE DI L2: Bisongo d’una


formazione dei docente iniziale ma anche continua: la formazione continua consiste in una
gamma di attività che si dispongono con cadenza sistematica su tutto l’arco dell’attività
professionale: attività di aggionrmento culturale, professionale, ecc.
Le competenze e l’aggiornamento non si limitano alla dimensione linguistico-culturale, ma
comprendono anche le discipline afferenti alla didattica linguistica.
Insegnare una L2, del resto, significa non solo istruitre ma anche educare a quella lingua e , por
suo tramite, fare educazione (pluri)linguistica. Signfiica, perseguire obiettivi didattici pipu o
meno immediati e mete di più ampio respiro. La letteratura del settor distingue infatti le mete
educative: le prime si identificano con la culturalizzazione (la valorizzazione e la
relativizzazione di modelli culturali); la socializzazione (sviluppare relazioni sociali attraverso la
L2); l’autopromozione (possibilità di potere realizzare il proprio progetto di vita grazie a una
maggiore conoscenza del mondo).

Le mete glottodidattiche , richiamano direttamente lo sviluppo della competenza


comunicativa nella lingua/culgura oggetoo di studio e la cosiddetta competenza
glotomatetica, cioè, la capacità di apprendimento linguistico, la capacitpa di imparere ad
imparare e quindi, la necessitpa di insegnare ad imparare in maniera sempre più autonoma e
finalizzata alla realizzazione personale di ciascuno.

*Figura 1, pag 180/ fig 2 181

CHE COSA? CONTENUTI DEL CURRILOCO): quali contenuti inserire nel curricolo. È NECESSARIO
RIPRENDERE LA DEFINIZIONE DI COMPETENZA COMUNICATIVA e considerate tutte le
componenti: quella lingusitica, che prevede riferimenti alla fonologia, al lessico, morfosintassi,
ecc; paralinguistica, intonazione, tono della voce, suoni non verbali, ritmoe e pause;
extralinguistica, dimensioni cinesica e prossemica, anche quelle cronemica, oggettuale e
vestemica; socio-pragmatica, la quale a sua volta chiama in causa la sottocompetenze
strategica, sociolingiistica e cutlurale.

Piu recentemente pe stato proposto un modello di competenza comunicativa più completo


(Balboni): figura 2. Questo schema colloca le competenze strettamente connesse al sapere la
lingua, e cioè, le competenze lingusitica, extralinguistiche, socio-pragmatica e (inter)culturale.
La padronanza delle abilità linguistiche, semplici (ascoltare, parlare, ecc.) e integrate
(tradurre, riassumere, ecc.) consente il passaggio dalla dimensione mentale al contesto reale
della produzione dei testi, in altri termini del sapere la lingua al saper fare lingua, che diventa
nel sapere fare con la lingua quando le abilità consentono di agire socialmente con la lingua,
in funzoine dunque delle norme sociale, pragmatiche e culturali di un precios contesto
linguistico-comunicativo.

COME? LA STRUTTURA DEL CURRICOLO): quali procedimenti, mezzi, strumenti presentare i


contenuti pianificati perché rispondano ai bisogni dei discenti e diventino, gardualmente, parte
della loro competenza comunicativa?
L’importanza per l0impostazione del curricolo che, proprio grazie all’evoluzione metodologica
e scientifica possiede oggi una natura tridimensionale.

Tale concezione complessa me completa del curricolo, comprende oggi le nozioni pipu
tradizoinali di sillabo, inteso come corspu, elenco di contenuti da affrontare in un percorso
didattico e di programma, termine utilizzato per tracciare, i fini, contenuti, metodi e criteri di
valutazione di un corso di lingua, oggi sostituito dalle Indicazioni nazionali.
Progettare un curricolo glottodidattico significa dunque considerari i seguenti elementi
imprecisdibili:
• Contestualizzazione, livelli di politica linguistica e scolastica nazionale e locale;
• Destinatari: attraverso un’attenta e approfondita analisi dei profili degli apprendenti
cui il curricolo si rivolge;
• Registi, del curricolo, cioè, gli insegnanti, che organizzano ilpercorso, lo presentano,
aitutano a percorrerlo, lo modificano sapientemente, se necessario, lo influenzano con
la loro preparazione, ecc.
• Contenuti, in termini di competenza comunicativa e in funzione del tipo di approccio e
di metodo adottato nella realizzazione del curricolo;
• Struttura del curricolo, quindi, la sua natura auspicabilmente tridimensionale, che lo
rende flessibile e permette la selezione dei contenuti in funzione del tipo di corso, dei
bisgogni dei destinatari, dei tempi di insegnamento e degli approcci utilizzati.

Dalla macro alla microprogettazione


Dal curricolo, il macropercorso tracciato dal docente è necessario passare al micropercorso,
cioè, alla pianifizacione dei segmenti didattici:
• Dal dialogo socratico o maieutico della tradizione classica; privilegiare situazioni di
insengmaneto/Apprendimento;
• Alla lezione tradizionale, frontale e assimmetrica, in cui il docente constituisce l’unico
e contestabile “mezzo” di tasmissione dei contenuti.
• Ai più recenti schemi e modelli di organizazione: il modulo, unità didattica e unità di
acquisizione.

Il modulo è a metà strada tra l’ampio curricolo e la più circoscritta unità didattica, perché
risponde meglio alla complessita della realtà didattica attuale. Un modulo deve essere:
a) Autossufficiente: i contenuti devono permettere operari in maniera autonoma;
b) Deve fondarsi su ambiti comunicativi complessi (per esempio, la corrispondenza
commeerciale pu+o costituire un modulo, non la lettera di reclamo);
c) Deve poter essere valutato e accreditato autonomamente, independientemente di
altri moduli;
d) Flessibile e potersi raccordare con altri moduli;
Un modulo dunque è un blocco tematico concluso in sé, autossufficiente, signiticativo, che
raccoglie i contenuti che tradizionalmente si distribuivano su più unità didattiche.

Ogni modulo è costituito da una rete di unità didattiche, ognuna dedicata a un contenuto
specifico. Figura 1 p186
L’unittà didattica, inzialmente costituita da cinque momenti consecutivi:
• Presentazione
• Accostamento globale al testo
• Induzione delle strutture morfosintattiche
• Applicazione delle strutture indotte atttraverso esercizi
• Sistematizzazione delle strutture e controllo
Questi cinque momenti consecutivi sono divenuti sei con gli approfondimenti che Freddi
propone del modello negli anni Novanta, prepsenta fin dalla sua genesi un riferimento esplicito
alla Gestalttheorie, teoria psicologica che is basa sulla natura olistica della percezione umana,
caratterezizzata sempre dalla sequenza globalità-analisi-sintesi nel definire l’approccio alla
realtà circostante.

Le sei fasi riprendono la sequenza globalità-anlisi-sintesi, immediatamente seguite dalla fase


della riflessione; a queste se ne aggiungiano altre due: la fase della motivazione, in apertura
per attivare e stimulare l’attenzione dell’apprendente e quella del controllo, in chiusura, nella
quale si verificano caratteristiche e profondità degli apprendenti.

Danesi riconosc l’attivazione, nelle quattro fasi, di entrambi gli emmisferi cerebrali sceondo i
principio della bimodalità e della bidirezionalità emisferica: la modalità percettive
dell¡emisfero destro vengono ativate dalla fase della globalità, quando l’apprendente entra in
contatto con un contenuto nuovo, il testo, nella sua accezione più ampia, oggetto dell’unità; la
fase dell analisis del testo/contenuto attiva invece le modalità percettive dell emisfero sinitro,
mentre quelle della sintesi e della riflessione attivano emtarmbe le modalità percettive,
poiché presuppongono momenti di fissazione, riempiego e sistematizzazione delle strutture
indotte.

Per questa ragione, la rilettura dell’unità didattica come rete di unità d’acquisizone ci sembra
particolarmente utlie per superare la staticitppa e la limitatezza dell’dea di sequenza, presente
nella sei fasi tradizionali. Questo senza rinnegare l’inviolabile microsequenza globalità-analisis-
sintesi, il cui ordine e il cui emergere sono caratteristici di qualunque processo percettivo o
apprenditivo.

1.6. TECNICHE PER LO SVILUPPO DELLA COMPENTENZA COMUNICATIVA:


Le tecniche sono delle procedure, attività e dei modi di usare la lingua: attraverso le tecniche le
indicazioni del metodo si traducono in atti didattici: una tecnica è neutra, non è né “buona” né
“cattiva” né “moderna” è solo più o meno afficace nel raggiungere gli scopi di un metodo.

Le tecniche sono attivitpa didattiche destinate a guidare ma anche a sostenere


l’apprendimento. Non pe possibilie valutare la bontpa o la mediocritpa di una tecnica né la sua
efficacia nel perseguire gli obiettivi del metodo. Sono dunque, “il motore” dell0azine didattica,
ovvero, la forza motrice che anima e mette in relazione i fattori constitutivi dello spazio
d’azione didattica, il triangolo studente, disciplina, insegnante.

Tecniche per lo svlipuppo della competenza linguistica


Questa è favorito grazie a tecniche speficihe per l’acquisizione e/o il consolidamente delle
sottocompetenze:
a) Sottocompetenzefonologica: le tecniche devono favorire il riconoscimento e la
realizzaizione dei fonemi della lingua in apprendimento. Per esempio, coppie minime,
la ripetizione regressiva e ritmica
b) Sottocompetenze gramefica: tecniche di fissazione: copiatura e la realizzazione di
cruciverba, la quale favorisce la fissazione dell’ortografia della L2.
c) Morfosintattica: la grammatica, ovvero le regole che governano il funzionamiento
della lingua, non deve essere insegnata ex cathedra, quindi, imposta e presentata fuiri
contesto: si parla dunque di riflessione sulla lingua. Le tecniche utili sono quelle che
permettono di riconoscere prima e di fissare poi le regolarità di funzionamiento della
lingua, quelle cioè che forniscono un LASS (Language Acquisition Support System)
finalizzato a rimettere in moto il LAD (Languge Acquisition Device).
Il funzionamento del LAD permette all’apprendente di: osservare l’input ricevuto;
creare ipotesi in funzione di tali osservazioni; verificare le ipotesi; fissare le ipotesi
verificate; sistematizzare le ipottessi fissate.
Alcune tecniche utili:
1. Tecniche di inclusione, esclusione e seriazione: tecniche in cui l’apprendente deve
indivuduare; nel caso dell’inclusione, sottoinsiemi di parole o gruppi di parole
raggruppabili in virtù di una medesima regola (plurale irregolare); esclusione,
l’apprendente deve individuare la parola che non ha nulla a che vedere con le altre
(declinazione irregolare del verbo); la seriazione, consiste nel rimettere in ordine
una sequenza disordinata in funzione di un principio regolatore preciso;
2. Esercizi strutturali: facendo leva sulla ripetizione, sulla trasformazione, sulla
sostituzione contribuiscono alla fissazione di una determinata regola
grammaticale;
3. Tecniche di manipolazione sono costituite dai tradizionali esercizi del tipo “volgi
al...” permettono di riflettere su regole che si stann fissando oppure di dimostrare
che la fissazione della regola è già avvenuta e in maniera efficace.
4. Analisi grammaticale
d) Lessicale: La percezione e l’assimilazione avviene per campi semantici o per sistemi
completi : ciò significa che le parole vanno contestualizzati per essere appresi. Gli
esercizi devono dunque favorire la creazione di schemi precisi e di contesti chiari entro
cui collocare i nuovi vocaboli. Tecniche: l’accoppiamento parole-immagine; i
cruciverba, le perifrasi, la creazione di corpora a partire dalle co-ocorrenze (parole
che si accompagnano sempre e soo con certi altri);
e) Testuale: è una componente essenziale della competenza linguistica. Le tecniche utili
sono quelle che devono mirare al riconoscimento e alla fissazione non solo dei
connettivi e dei diversi tipi di suboridinazione, ma anche delle caratteristiche
tipologiche dei diversi tipi e generi testuali.

Tecniche per lo sviluppo della competenza extralinguistica


Si compone come sappiamo di diverse sottocompetenze (cinesica, prossemica, oggetuale,
ecc.). Fra gli esercizi possibili citiamo:
a) A partire dall’osservazione di video e/o fotografie: chiedere di riconosccere e/o di
confrontare con quelli appartenenti alla propria lingua/cultura (gesti, espressioni del
viso, movimenti del corpo, contatto fisico, vicinanza fra interlocutori, ecc);
b) Sulla base dell’esperienza personale, del confronto con gli altri e/o di ricerche
bibliografiche, cogliere e descrivere le diverse sfumature attriuite a concetti di tempo e
di spazio
Tecniche per lo sviluppo della competenza socio-pragmatica
Si compone delle sottocompetenze strategica, socio-linguistica e (inter)culturale.
Possedere tale competenze significa essere in grado di raggiungere il proprio scopo
comuncativo rispettando le norme di organizzazione del discorso della lingua/cultura
oggetto di studio, scegliendo la varietà linguistica piu adeguata alla cirscotanza e
rpportandosi in maniera appropriata al contesto culturale e valoriale entro cui ha luogo
l’evento comunicativo. Tecniche: esercizi di riconoscimento e/o di comparazione con la L1
a partire da registrazioni di video e audio, da testi scritti di vario genere e dagli esisti di
inverviste effetuatte ad hoc con parlanti nativi.

Tecniche per lo sviluppo delle abilità linguistiche


Lo sviluppo delle abilità linnguistiche per il raggiungimento di una competenza
comunicativa completa ed efficace è un momento essenziale. Le tecniche si suddividono:
a) per lo sviluppo delle abilità di comprensione (orale e scritta); b) della abilità di
produzione (orale e scritta); delle abilità integrate (saper dialogare, trasformare testi,
ecc.);
• Tecniche per lo sviluppo delle abilità di comprensione: saper comprendere significa
conoscere la lingua e saper prevedere il contenuto globale di un testo. Si tratta di
saper attivare la expectancy grammar (mecanismo che consiste nel predire ci``o che
può comparire in un testo operando sulla base della situazione, della parte di testo che
si pe già compresa, ecc.) Le tecniche che permettono di allenare la expectancy
grammarsono:
a) L’analisi del paretesto: titoli, sottotitli, grafici, ecc.
b) Le griglieda compilare in cui compaiano tratti saliente del testo;
c) La domanda chiusa e la scelta multipla, domanda che implicano una risposta
obbligata
d) Domanda aperta, da utilizzare con parsimonia come tecnica per lo sviluppo delle
abilità ricettive poiché richiede anche una produzione accanto alla comprensione.
e) La transcodificazione, con studenti principianti poiché permette di passare dal
codice lingusitico a un altro tipo di codice;
f) L’accomppiamento lingua-immagine, che permette di associare brevi testi, alla
relativa immagina esplicativa;
g) La procedura “cloze” che consiste nel completamento di un testo a cui dopo
alcune righe intatte, e stata cancellata una parola ogni sette.
h) L’incastro o il riodino di fumetti, di batture di un dialogo, di paragrafi di un testo,
di testi diversi appartenenti a un medesimo evento comunicativo.

• Tecniche per lo sviluppo delle abilità di produzione:


Servono dunque tecniche didattiche che permettano di esercitarsi dapprima nella
progettazione e poi nella stesura dei testi: dalla capacità di stendere una “scaletta” alla
capacità di riconoscere, smontando e rimontando tipi di testi diversi. Dunque, esercizi di
semplificazione e di facilitazione testuale, di transcofidicazione e di scrittura controllata.

• Tecniche per lo sviluppo delle abilità integrate


Risultano dall’interazione di più abilità semplici. Sono dunque abilitppa integrate saper
dialogare, scrivere sotto dettatura, prendere appunti, riassumere, ecc:
o Dialogare: interagire con il compagno di banco o con un parlante la L2 costituisce
un’abilità fondamentale, la più importante abilità da sviluppare fin dalle prime
lezioni. Per essercitare questa abilitpà sono possibili diverse attività:
a) Drammatizzazione, consiste in una vera e propria “recita” di un dialogo.
b) Dialogo a catena, costituito dalla ripetizione, a catena appunto, di una
medesima domanda e da una risposta simile ma individuale (Come ti chiami?
Tizio, e tu come ti chiami? Ecc.
c) Il dialogo aperto fornisce invece tutte le batture di un interlocutore e lascia
quindi una certa libertá all’allievo, che deve rispondere con parole proprie.
d) Nel role taking fornisce agli interlocutori un canovaccio da seguire, ma non si
tratta di precisi atti comunicativvi da realizzare, bensí di sutiazione
comunicative da animare;
e) Il role making costituisce la versione piu libera e senz’altro piu motivante dal
punto di vista comunicativo delle attività finalizzate allo sviluppo del saper
dialogare; l’insegnante si limita a fornire un contesto e a indicare i ruoli degli
interlocutori.
f) Telefonata: simulata o reale, guidata o libera.
g) Tecnologia più attuali: videotelefonata, delle chat, mail, sms.

o Scrivere sotto dettatura: è strettamente connesso alla conoscenza dell’ortografia.


Fra la varianti del dettato, vi è l’autodettato a partire da una registrazione oppure
il dettato-cloze, in cui l’allievo deve inserire la parole mancanti a un testo.
o Prendere appunti, si tratta infatti di saper individuare i nuclei iformativi
fondamentali, come avviene nel riassunto e saperli riportare in maniera
schametica, sintentica, rapida, leggibile e soprattuto comprensibile a posteriori.
o Riassummere, il riassunto è un’abilità linguistica ma soprattuto cognitiva, poiché
richiede al lettore o ascoltatore di un testo di individuare i nuclei informativi
essenziale per separarli da quelli non importanti.
o Parafrasare, consiste nel saper produrre, per iscritto o oralmente lo stesso testo
utlizzando parole e strutture differenti
o Tradurre; integra abilità di ricezione e di produzione, sia scritte sia orali. Essa può
essere intralinguistica (la parafrasi) come pure interlinguistica (tra due lingue) o
intersemiotica (nel caso in cui un testo, scritto o orale, vengo transcodificato, cioè,
tradotto utlizzando codici diversi).
Tale natura comporta un impegno cognitivo notevole, che chiama in causa la
comprensione di un testo nella sua interezza, la quale coinvolge sia la dimensione
prettamente lingusitica, sia quella socioculturale, legata alle conoscenze pregresse,
ecc.

Parametri valutativi ed efficacia delle tecniche


CAVEAT:
o Coerenza della tecnica con i singoli atti didattici;
o Ampiezza delle competenze e delle abilità chiamate in causa per ogni singola
tecnica;
o Vivacità, nella realizzazione per non annoiare e demotivare;
o Efficacia ed efficienza in relazione agli obiettivi didattici;
o Affaticamento provocato da certe tecniche
o Tecnologiccazione, utile e auspicabile subordinatamente alla presenza e al buon
funzionamento dei supporti tecnologici.
Questo acronimo può essere complementare all’altro PACE:
o Pertinenza, la tecnica utilizata deve essere in grado di esercitare o verifacare
chiare e specifiche abilità;
o Accetabilità, il contesto, la modalità, ecc., possono incrementare o annullare il
frito affetivo, rendono l’attivitpa svolta inutile o particolarmente efficace;
o Comparabilità, necessaria quando si utilizzano le tecniche per attività di testing. Lo
stesso test assegnato da un altro docente dovrebbe poter produrre lo stesso
risultato;
o Economicità; una tecniche deve richiedere tempi contenuti di somministrazione e
di correzione, pena il rischio di ridurre il tempo dedicato alle lezioni e allo studio
individuale.
Altre parametri: flessibilità; tipi di relazione e di comunicazione; addatabilità;
autonomia; contributo delle tecnologia.

Ogni docente deve essere in grado di scegliere e di valutre in maniera oculata e


competente, le tecniche didattiche da utlizzare, nei diversi conteseti nei quali
insegna, per sviluppare adeguatamente la competenza comunicativa dei propri
allievi.

2. Tecnologie per l’educazione lingusitica:


• Il termine glottotecnologie sono i primi strumenti elettronici portati nella classe di
lingue che caraterrizazano un periodo si sostanziale cierca fiducia nella “panacea
tecnologica” . Questa è correlata a un approccio tecnocentrico in una prospettiva
centrata sul docente.
• Il passaggio dalle glottotecnologie alle tecnologie glottodidattiche avanzate (TGA)
denota la presi di coscienza sia dello sviluppo dell’informatica sia dell’importanza del
ruolo strumentale destinato ai dispositivi digitali. Le nove tecnologie cominciano a
essere considerate in base alla loro efficacia didattica nel realizzare determinati
obiettivi linguistico-comunicativi- questa volta non in sostituzione ma in assitenza al
docente.
• Impostazione d’uso delle tecnologie particolamente incentrata sulle mete generali
riferite alle persone in formazione. Il termine utilizzato è tecnologie per l’educazione
linguistica: tecnologie pensate per l’apprendente, verso soggetto attivo e responsabile
del proprio percorso educativo, e impostate sui suoi bisgoni e sulle sue abitudini di
apprendimento.
Rivoluzione digitale →le nuove tecnologie hanno oggi raggiunto un grado di
penetrazione entro la sfera sociale delle abitudini umane, da resultare indispensabili
ed imprescindibili anche nelle più picole azioni d’ogni giorno. È quindi evidente la
rivoluzione digitale. Un approccio all’educazione è che gli strumenti digitali sono parte
degli abituali processi di conoscenza del mondo. Negarne l’utilizzo durante
l’apprendimento significherebbe ripetere errori e incongruenze di un passato recente,
di cui si ritiene invece ooportuno fare tesoro.
3.1. Le risorse tecnologiche del “audio-oralità”:
Per comprendere l’uso degli sutrmenti tecnologici nell’apprendimento occorre ricordare alcuni
dei principi fondamentali della scuola di pensiero:
o L’prganizzazione del processo di insegnamento in piccoli frammenti, in unità
minime di informazione;
o La creazione di abitudini imitative nella lingua;
o L’applicazione della sequenza stimolo-risposta-rinforzo.
Nasce cosí il concetto di teaching machine.

Negli anni della diffusione del metodo audio-orale nasce il laboratorio llingusitico, che si
diffonde come esempio di attrezzatura funzionale alla fina degli anni Cinquanta: progetatto
per ridurre le interferenze tra apprendente e sorgente sonora e per permettere la
registrazione di output, il laboratorio presenta tratti caracteristici conservatisi anche oggi:
o Una console centrale;
o Un numero variabile di postazioni;
o Una serie di cuffie con microfono;
Se pasa entonces a un Modello standard della lezione con metodo audio-linguale. Ne sono
momenti tipici:
o La ricognizione, primo ascolto del nastro;
o L’imitazione e la ripetizione;
o Lo svolgimento di pattern drills basati sulle sutrture del testo proposto e finalizzati
ugualmente alla fissazione di strutture minime in lungua straniera.
3.2. Dall’audiovisivo alla multimedialità:
Sono metodi definiti strutturo-globali-audio-visivi (SGAV) che coniugano un’impostazione
strutturalista a tecniche, e di conseguenza a tecnologie di tipo audiovisivo.
Il primo importante esempio è il proiettore di immagini fisse o filmine : le immagini sono
proposte solitamente come contesto situazionale al fine di agevolare la comprensione degli
studenti.
Lo sviluppo tecnologico porta poi a prefereire allo scomodo proiettore di filmine il più
funzionale proiettore di diapositive, che non permetteva ancora una coordinazione
automizzata tra audio e video e creava problemi pratici nella sua applicazione al laboratorio
linguistico.
Il primo strumento elettronico in grado di permettere una versa sincronizzazione tra
documento audio e immagine fissa a schermo è stato il misconosciuto diatape: incorpora le
funzionalità del proiettore di diapositive e del registratore audio. Oggi, il videoregistratore ha
portato con sé alcuni rilevanti cambiamenti valoriali nell’insegmaneto di lingua altre. Inoltre, il
videoregistratore permette:
o Di contestualizzare gli input linguistico-comunicativi, favorendo nell’apprendente
l’attivazione dei processi di formulazione di ipotesi linguistiche;
o Di mettere in luce la situazione socioculturale, favorendo l’incontro e il confronto tra
culture e civiltà diverse ed educando , cosí, al giudizio critico.
Glottodidatica cibernetica:
La possibilità di dotare diversi computer, ormai di dimensioni ridotte, di una independente
capacità di elaborazione agevola un abbatimento dei costi e favorisce la diffusione del
computer da scrivania. Nasce in questi anni il concetto di CALL (Computer Assited
Language Learning). Nasce con l’obiettivo della creazione non di programmi per insegnare
la lingua, bensí di attivitpa e giochi educativi di manipolazione testuale e ricostruzione di
senso a partire da elementi multimediali. Il vantaggio di una glottodidattica così concepita
è rendere più attivo il soggetto nel suo aprendimento, fornendogli un strumento
funzionale al suo obiettivo, nonché divertente e innovativo.
*Multimedialità e ipertestualità* (PEDIRLO A ALGUIEN)

3.3. La glottodidattica sul Web e oltre:


Nel 1993 il CERN di Ginevra rende pubblica la rete informatica di collegamento
ipertestuale tra archivi e documenti presenti in diversi computer sparsi in utto il mondo: il
nucleo originario della Rete globale. Internet e il servizio del World Wide Web diventano
così una risorsa universale e di semplice fruizione per lo scambio d’informazione e per la
comunicazione.
La visione della Rete come un unico immenso database di contenuti didattichi ha portato a
risultati non ecceleneti, contribuendo a sviluppare un novero ridotto di buone pratiche e
tecniche glottodidadttiche efficace. Tra le più fruibili recordiamo le webquest, attivitpa di
ricerca online, su tracce programmate dal docente, entreo le quali piccoli gruppi di
studenti applicano logiche di ricerca e indiziarie su siti consigliati, al fine di realizzare un
prodotto finale utilizzando le informazioni tratte dai riferimenti messi a disposizione.
L’abitudine di pubblicare documenti, slide o sercizi su bacheche virtuali inserite all’interno
di piattaforme per l’insegnamento a distanza, infatti, ha messo in luce rilevanti diffetti di
programmazione dell’e-learning.
Rendere l0apprendimento, anche in internet, un processo in cui il discente pe soggetto
attivo e responsabile è invece l’obiettivo dei progetti detti di e-learning 2.0, condotti in un
spirito contratio alla tecnolatria e conformi a una visione della Rete come entitpa formata
non da byte, bensì da persone. La rinnovata declinazione dell’online learning tende alla
costruzione di comunità di apprendimento, alle dinamiche informali del social networking,
alla collaborazione tra studenti e alla co-costruzione di conoscenza, all’esploraione della e
nella lingua.
Il social networking: il web come luogo sociale (blog, forum, ecc.,).
Naturalmente, non si deve però ridurre la persona intera alla sola sfera dei suoi rapporti
virtuali; rinunciare al contatto umano, all’interazione fisica costituisce un impoverimento
del contesto e non un passo avanti nella metodologia disciplinare.
Il web, anche nella sua filosofia 2.0 deve essere quindi un luogo alternativo e
complementare per la didattica delle lingue altre. L’accostamento ideale è il blended
learning: un approccio integrato la cui carrateristica principale è il percorso formativo
misto tra presenza e distanza, tra attività didattica sincrona e asincrona.

3.4. Nuovi scenari per l’educazione linguistica:


Il progresso delle tecnologie non si è fermato alla produzione di nuovi software e hardware
per l’uso didattico: l’esempio piu visibile di innovazione tecnologica sono senz’altro le
Lavagne interattive multimediali: LIM.
Queste costituiscono la tecnologia più sponsorizzata. Tali supporti digitali consentono di
visualizzare e navigare i contenuti del computer e del Web, integrarli con osservazioni e
commenti, importate e modificare oggetti, salvare e rendere dispoinibili i contenuti di una
sessione di lavoro.
Verso il mobile learning:
Sul finire degli anni Novanta, si inizia a riscontrare un’attenzione particolare verso i primi
telefoni cellulari con possibilità di connesione al Web e verso i PDA (Personal Digital
Assistant). L’uso oggi degli smartphones e tablets ha acquisito un rilevante interesse
educativo, tale da promuovere diverse indagini e studi focalizzati sul suo uso didattico e
glottodidattico: per esempio, come un strumento cognitivo, dizionari online, fruiti dagli
apprendenti come primo ponte tra LS e L1. Questi due permittono:
o Permettono autonomia e spostamenti;
o Sono dotati di schermo tattile, che invita a una fruizione più naturale, intuitiva e
congitivamente economica dei contenuti;
o Fanno da supporto per libri di testo elettronici;
o Facilita la navigazione nel Web;
o Offre un numero sempre cescente di apps dedicate specificamente alla didattica
delle lingue, come Duolingo.
Un esempio di decentralizzazione dell’aula è nel modello della flipped classroom. L’idea, che
docenti di tutto il mondo e delle più disparate discipline stanno sperimentando, vede le
tecnologie come vettori della didattica, che avviene in contesto extrascolastico, tramite video
ed esercizi da svolgere in autonomia. Le ore in classe vengono invece dedicate alla pratica:
esercizi colletivi, simulazioni project work, tecniche dialogiche e interazionali.

Altre iniziative:
o L’eTwinning, progetto europeo di gemellaggio, scambio e caollaborzione online tra
scuole di diverso ordine e grado, che coinvolge diversi attori scolastici; dirigenti,
docenti, classi, bibliotecari;
o i MOOCk (Massive Open Online Course) corsi gratuity promossi da università, enti di
cultura o privatim disponnibili sul Web in modalità open access o seguito di iscrizione.

Potrebbero piacerti anche