1940
A.Comunicativo A.Integrato
RIFORMA
A.Naturale
Oltre il metodo
CILIBERTI (2012): “la lotta per il metodo migliore è una lotta senza speranza”
-A che cosa serve allora la conoscenza delle teorie, degli approcci, dei metodi e delle tecniche
didattiche proposte nel tempo?
Serve all’insegnate per conoscere tutte le possibilità a disposizione e a valutare la rilevanza
rispetto agli obiettivi di apprendimento degli studenti, al contesto, ma anche alle proprie
convinzione e preferenze.
APPROCI
Per presentare tali approcci e tali metodi seguiamo un criterio misto, che fonde più chiavi di
lettura possibili:
a) Quella cronologica;
b) Quella scientifica, che permette di caratterizare ogni singolo approccio in base alle
teorie dalle quali ha tratto spunto per generari poi motedi diversi;
c) Consdierazione dei fattori constitutivi della spazio didattico: studente/aprendente,
insegnante, disciplina;
d) L’osservazione delle tecniche e degli strumenti tecnologici utilizzati per comparare e
studiare le caratteristiche dei diversi metodi glottodidattici;
e) Aree di sviluppo degli approcci: stagione americana; francese; inglese; e seconda
stagione americana.
È dunque sulla base delle chiavi di lettura sopra esposte che presentiamo le carrateristiche
dei princiapli approcci e metodi: la nostra perspettiva è il criterio misto che permeterrà di
focalizzare l’attenzione sui punti seguenti:
Quando?: nascita, sviluppo e diffusione dell’approccio;
Perché? Eventuale teoria scientifica di riferimento;
Chi? Fattore dello spazio didattico messo in luce (soggetto, oggetto, agente, ecc.)
Dove? Area di svlipullo e di diffusione privilegiata
Che cosa? Contenuti priviligiati (riferimento alla progressione curricolare)
Come? Metodi sviluppatisi a partire dall’approccio; tecniche e strumenti.
1. APPROCCIO FORMALISTICO:
a) Perché? Non esiste una chiara teoria scientifica se non la convinzione che solo un
procedimento deduttivo favorisce l’apprendimento: procedimento che procede dalla
regola > lingua / forma > funzione / norma > uso.
b) Chi? Il fattore priviliegiato è la lingua oggeto dell’insegnamento; l’insegnante deve
presentare le caratteristiche dell’oggeto di studio, cioè, regole e eccezioni.
c) Che cosa?
Lingua= grammatica, identificare la lingua da insegnare con la sua grammatica.
I contenuti priviliegiati vertono dunque sulle abilità scritte (leggere e scrivere) e
prevedono elenchi di regole
Applicazioni di regole attraverso esercizi
Liste lessicali da imparare a memoria con traduzione
La lingua materna veicola norme
I testi per lavorare sulla lingua sono i testi letterari
La L1 è usata come lingua di insegnamento
Non è prevista l’interazione
d) Come? Si realizza nel metodo grammaticale-traduttivo: centrato sull’insegnamento
delle regole e di liste di vocaboli da apprendere a memoria. Il modello operativo è la
lezione frontale in cui il docente riversa i contenuti e le regole sugli apprendenti che
passivamente li assorbono, li memorizzano e li applicano: procedimento deduttivo.
-Una lezione tipo può essere: una lettura di un testo letterario con spiegazioni sul
lessico e la grammatica in lingua materna e successiva applicazione delle regole
apprese.
-Tecniche: la traduzione, il detatto e gli esercizi di manipolazione del testo
-Materiali e strumenti: Reading Method ( o metodo della sola lettura): bisgono di
avvicinarsi alle L2 per permettere un accesso più rapido e diretto ai testi originali,
sviluppando una competenza parziale poiché non era sentito il bisogno di parlare altre
lingue.
2. APPROCCIO NATURALE:
a) Perché? Non esiste un riferimento unico ed esplicito. La sua filosofia di fondo venne
influenzata dagli studi di fonetica. L’oralità deve precedere la scrittura: ascoltare>
parlare> leggere>scrivere. La lingua deve essere insegnata mediante un procedimento
induttivo che dall’uso conduca alla norma, cioè, dalla lingua alla regola come
l'apprendimento della L1. Si limita all’uso esclusivo della L2 in classe.
b) Chi? Il fattore dello spazio didattico priviligeato è la lingua non come forma, ma
come uso, quindi la lingua di tutti i giorni, utile all’apprendente per capire e farsi capire
dall'interlocutore nativo.
c) Che cosa? La L2 è usata come lingua veicolare. Principi dei metodi diretti:
Ascoltare, capire, parlare senza far ricorso alla lingua madre.
Prime fasi si usano gesti per farsi capire, si mimano azioni e si indicano oggetti
Lo studio della grammatica avviene induttivamente
Le spiegazione sono sempre in L2.
I contenuti di questi metodi sono connessi alla lingua quotidiana usata per
interagire con il parlante nativo. Particolari enfasi viene attribuita alla
pronuncia e allo sviluppo delle abilità orali (comprendere e parlare)
I nuovi argomenti sono introdotti oralmente.
d) Come? Quanto alle tecniche didattiche, la conversazione con il docente
madrelingua.
Fra i principali metodi diretti ricordiamo i metodi diretti naturali e/o fonetici,
semplificate e eclettici:
Metodi diretti naturali: chiamati anche “fonetici”: dalla ripetizione di modelli
fonetici allo studio delle strutture grammaticali.
Diretti semplificati: si fondano sulla creazione di un vocabolario ridotto, scelto
sulla base della frequenza d’uso.
Diretti eclettici: basati sull’analisi degli aspetti fonetici della lingua,
accompagnata da un vocabolario costituito dal lessico più frequente e utile.
3. APPROCIO STRUTTURALISTICO
a) Perché? La lingua è costituita da una rete di strutture e di unità da memorizzare
che viene appresa per imitazione costante e quindi per fissazione di un stimolo
linguistico, e quindi l'apprendimento della grammatica è induttivo.
b) Chi? Il fattore priviliegiato è la lingua, intesa come un insieme di regole da fissare
in modo automatico grazie ad appositi esercizi. Lo studente è una tabula rasa da
incidere attraverso esercizi meccanici, mentre il docente si limita a gestire il
labotario linguistico e a correggere gli esercizi scritti.
c) Che cosa? Particolare attenzione alle abilità orali e alla fissazione delle regole
tramite imitazione costante di uno stimolo linguistico. La nozione di struttura è
centrale in questo approccio, in cui prevale una concezione meccanicista del fatto
linguistico (automatizzare procedimenti)
d) Come? Le Tecniche didattiche sono esercizi strutturali di:
Ripetizione
Sostituzione
Flessione/Trasformazione
Strumenti tecnologici: laboratorio linguistico, il registratore, il
videoproiettore per immagini fisse consequenziali.
I principi dell’approccio strutturalistico sviluppano quattro metodi in particolare:
Il metodo ASTP (Army Specialised Training Programm): sviluppato durante la
seconda guerra mondiale e destinato ad insegnare le lingue degli alleati e dei
nemici ad ufficiali, tecnici e diplomatici. Sono 34 le lingue insegnate (cinese,
giapponese, italiano, tedesco...)
-L’insegnate americano che coordina il corso e cura l’appredimento della
grammatica è affiancato da un insegnante madrelingua.
-è un metodo di natura intensiva
-Ottimi risultati: apprendenti maturi e motivati.
Il metodo audio-orale:
Si tratta di un adattamento dell’ASTP. Si fonda sull’applicazione costante di
esercizi strutturali: frasi simili per forma ma diverse per significato, da ripetere
o da manipolare sostituendo o trasformando la struttura linguistica da fissare.
Il rigore di questo metodo consiste nella progressione in difficoltà delle
sostituzione proposte e nell’attenzione ai molteplici aspetti della lingua.
Dal punto di vista psicologico non c’è nessuno spazio alla creatività dello
studente. Dal punto di vista linguistico c’è una prevalenza della frase sul testo.
Metodi audio-visivo:
-Primato assoluto dell’orale sullo scritto.
-Utilizzo di tecniche audio-visive: imaggine come veicolo del significato: ogni
item sonoro è collegato a una precisa immagine
-Anche esercizi strutturali.
-Non si tratta di scritto vero e proprio, lo scritto è solo la trascrizione del
parlato, orale trascritto.
-Si arriva alla comprensione tramite esposizione al messaggio e la regola viene
dall’interno.
Metodo orale-situazionale:
Orale: Il suo obiettivo era di sistematizzare la selezione del contenuto
del corso di lingua.
-Grammatica: soggiaccente alla struttura del parlato.
Principi:
-seleziona cosa insegnare
-Gradazione, organizzazione e sequenzazione dei contenuti.
-presentazione come presentare e praticare i diversi elementi.
Situazionale:
Principi:
-Orale prima dello scritto
-L2 è la lingua veicolare
-Nuovi elementi sono introdotti e praticati “in situazione”
-Procedure di selezione di lessico.
-Grammatica: forme semplici> forme complesse.
Tecniche: Materiali:
-Ripetizione guidata; -Manuale
-Attività di sostituzione -Supporti visivi.
-Ripetizione in coro
-Dettati
-Pattern drills
-Letture guidate
-Esercizi di scrittura.
Confronto con il Metodo Diretto:
Al metodo diretto mancava una base teorica proveniente dalla teoria linguistica: dice che
un’approccio orale non deve essere confusso con il Metodo Diretto, in cui l’apprendente perde
molti benefici di una megliore contestualizazione.
4. APPROCIO COMUNICATIVO:
Profonda evoluzione metodologica per effermare definitivamente la centralità del
discente.
a) Perché? Due concetti fondamentali: bisogno comunicativo e la compentenza
comunicativa: si tratta di due concetti fra loro strettamente connessi:
-Questi organizza i contenuti da insegnare sulla base degli effettivi bisogni
comunicativi degli apprendenti si insegna dunque ciò che serve per comunicare
nella lingua straniera.
-Pertanto, non solo si insegna la competenza linguistica ma anche la competenza
comunicativa, che consiste nella capacita di relazionarsi verbalmente e non
verbalmente in modo efficace con individui che apartegono ad una cultura diverse
dalla propria.
b) Chi? L’unico protagonista è il discente stesso da chi dipende lo sviluppo di una
competenza comunicativa dalle sue esigenze.
-Insegnante: accompagnatore e organizzatore delle risorse; facilitatore del
processo di comunicazione fra partecipanti
c) Che cosa? I contenuti:
-Sono strettamente conessi allo svliuppo della competenza comunicativa:
Le abilità orali hanno la priorità su quelle scritte.
-5 principi dell’approccio comunicativo:
1. Appropriatezza
2. Focalizzazione sul messaggio
3. Elaborazione psicolinguistica
4. Assumere rischi: apprendenti incoraggiati a fare ipotesi e a imparare dai propri
errori (strategie di comunicazione).
5. Pratica libera: coinvolgimento di più abilità contemporaneamente.
d) Come?
-Tutte le tecniche finalizzate allo sviluppo delle abilità orali e al miglioramiento
della competenza comunicativa.
-Tutte le attività che promuovono la comunicazione reale favoriscono
l’apprendimento.
-I documenti autentici sostituiscono quelli creati appositamente con una finalità
didattica.
-I dialoghi e conversazioni si fanno sempre più liberi e creativi.
-Spiegazioni grammaticali sono i riflessioni induttive sulla lingua.
-Gli strumenti piú comuni sono il laboratio linguistico e il registratore di audio e
video.
-Metodo nozionale-funzionale:
Concetto di notion come categoria concettuale contrapposta a quella
liguistica e a cui si lega quello di funzione comunicativa. Il suo scopo è lo
sviluppo della competenza comunicativa nella L2
Altri due elementi essenziali sui quali il metodo nozionale-funzionale si fonda sono i concetti di
nozioni e quello di bisogno comunicativo:
Nozioni:
o Generali: tempo, spazio, quantità e relazione.
o Di natura semantico-grammaticale: comparazione,
interrogazione, negazione.
Bisogni comunicativi:
L’insegnante deve rispondere ai bisogni reali degli allievi, attraverso la
presentazioni di atti comunicativi concreti.
-I contenuti dei corsi di lingua sono modificati, non sono pipu graduati
secondo parametri di difficoltà crescente, bensi secondo esigenze di
funzionalità e di frequenza.
Consiglio di Europa:
Notevole contributo alla definizione del metodo nozionale-funzionale: Consiglio di Europa
C’era una preoccupazione per migliorare il livello dell’insegnamento delle lingue europee. Per
questa raggione gli esperti del Progetto Lingue moderne del Consiglio d’Europa hanno
elaborato i concetti di livello soglia o livello minimo, è il livello minimo di competenza
linguistica utile per capire e farsi capire nella quotidianità, cioè, il grado minimo di competena
comunicativa necessario all’adulto per socializzare.
5. APPROCIO UMANISTICO-AFFETIVO:
Particolarità al patrimonio affettivo dell’apprendente:
a) Perché?Stessa base che l’approccio comunicativo ma con una maggiore focalizzazione
sulla dimensione psicologica, neurolinguistica e affetiva, grazie alla influenza del
umanesimo psicologico: prende in considerazione: caratteristiche individuali e la
componente emotiva.
b) Chi?L’apprendente: artefice del proprio apprendimento e aperto all’esperienza
linguistica grazie all’abbassamento e neutralizzazione del filtro affetivo. Il docente è
visto come un psicoterapeuta: osserva, segue, consiglia e incoraggia.
c) Che cosa?I contenuti non sempre sono espliciti e spesso sono generici.
d) Come?
I metodi sono adatti a classi non troppo numerose.
Metodi:
Risposta fisica totale (TPR): Asher.
-Insegnamento della lingua attraverso attività motoria;
-L’allievo è posto al centro del processo di apprendimento
-L’innsegnante offre stimoli verbali e non-verbali;
-Qui l’acquisizione è un processo lento e personalizzato ed in un ambiente attento a
minimizzare situazioni frustanti o di ansia
-Contenuti: procedono da semplici ordini (alzati, siediti) a sequenze di comportamenti
diversi (siediti e metti a posto le forbici);
-Principio: accoppiamento parola-azione: per produrre un coinvolgimento dell’allievo
e lasciare tempo fra la comprensione del testo ed il momento in cui si chiede allo
studente di utilizzare elementi presenti in questo testo. Tutto questo si fonda sul
rispetto del periodo silenzioso
6. APPROCIO INTEGRATO
Evoluzione metodoligica: spazio didattico lo studente è il fattore centrale dello
spazio didattico. Gli insegnanti devono essere sensibili ai bisogni degli apprendenti e la
lingua non è vista più come prodotto, ma come processo.
a) Perché? Molte teorie scientifiche. Gli elementi efficaci didatticamente sono
selezionati e integrati organicamente. L’approccio integrato costituisce il punto di
arrivo delle diverse ricerche e fornisce indicazioni essenziali per progettare
interventi didattici il più possibile completi, aperti e attenti ai bisogni dei discenti.
b) Chi? Il fattore priviliegiato il soggetto apprendente: con i suoi bisogni
comunicativi e le sue caratteristiche personali, sociali, cognitive. Il docente è il
coordinatore delle scelte didattiche.
c) Che cosa? I contenuti priviliegiati sono tutti i contenuti utili allo sviluppo di una
competenza comunicativa funzionale alle esigenze di un dato apprendente e
quindi tutte le abilità, gli aspetti legati alla norma ma anche all’uso, gli elementi
culturali, e la dimensione contrastiva.
d) Come? Le tecniche dipendono dalle diverse esigenze: esercizi grammaticali
tradizionali per l’applicazione di regole e eccezioni, esercizi strutturali per fissar le
regole, attività comunicative come il role play, lavori di gruppo o attività creative.
Tutti questi conformi agli effettivi bisogni comunicativi dei discenti.
e) Materiali: dizionari bilingui e monolingui; laboratorio linguistico, CD e video,
strumenti multimediali.
Centralità dell’apprendente
Non si può insegnare tutto in classe promuovere l’autonomia. L’apprendente deve
identificare il modo migliore in cui apprende; svluppare strategia di apprendimento
efficaci, adottare obiettivi di apprendimento perseguibili e sviluppare abilità di
autovalutazione.
Approcci plurali: sono gli approcci didattici in cui si mettono in atto attività di
insegnamento-apprendimento che coinvolgono contemporaneamente più varietà
linguistiche e culturali. Questi sono descriti nel documento europeo ad essi dedicato
CARAP (Quadro di Riferimento per gli Approcci Plurali alle Lingue e alle Culture)
o Approcio interculturale: focalizza l’attenzione sul binomio lingua/cultura e sulla
necessità di riflettere sul contatto tra culture diverse e dunque sullo sviluppo di
una competenza plurilingue e pluri-interculturale. L’approccio ha lo scopo di
sviluppare strategie che promuovono il contatto tra individui i cui riferimenti
culturali sono differenti.
o Didattica integrata delle lingue: valorizzazione dell’apporto che la conoscenza di
più lingue comporta in termini linguistici, cognitivi e metacognitivi. La didattica
integrata delle lingue mira ad aiutare l’apprendente a stabilire legami tra un
numero limitato di lingue e a sviluppare le stesse competenze in più lingue e
culture o al massimo in alcune di esse solo la competenze parziale.
Intercomprensione tra lingue affini: si propone un tipo di formazione che sfrutta
la capacità di comprendere una lingua affine e ne accelera il processo. In questo
modo, si promuove un modello comunicativo per lo sviluppo delle capacità
cognitive e delle abilità ricettive.
o Risveglio alle lingue: particolare attenzione all’avvicinamento a più lingue presenti
nella famiglia o nella società. L’obiettivo non è tanto insegnare quelle lingue ma
piuttosto familiarizzare con significanti e significati nuovi e diversi al fine,
sopratutto, di sensibilizzare alla diversità linguistica e alla cittadinanza
democratica.