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Elvis Aaron Presley nacque l'8 gennaio 1935 a Tupelo, nello Stato del Mississippi,

sopravvivendo al gemello Jessie Garon, che morì appena nato. Di origini gitane
scozzesi da parte paterna ed ebraiche da parte materna,[19][20][21] ebbe
un'infanzia povera e disagiata a causa delle condizioni economiche della famiglia
che tuttavia non gli fece mancare il proprio affetto.[22]

Il padre Vernon e la madre Gladys Love Smith, che svolgevano lavori saltuari,
abitavano in una modesta dimora a Tupelo vicino al quartiere della comunità afro-
americana diventata in seguito meta di pellegrinaggio per i suoi fans come la più
famosa "Graceland".[23] La bis-bis nonna materna di Elvis, Nancy Burdine, era
un'ebrea originaria della Lituania; la madre Gladys si considerava ancora di etnia
ebraica, seppur di religione cristiana, e alla sua morte Elvis fece apporre sulla
sua pietra tombale una stella di David da lui disegnata.[21]

Di tale periodo della sua vita il cantante in seguito serbò sempre un ricordo
intenso, tanto che nelle rare interviste che concesse successivamente ne fece
spesso menzione, ponendo l'accento sul rapporto affettivo che lo legava ai suoi
genitori, e in modo particolare alla madre.[24] I suoi genitori erano assidui
frequentatori della Chiesa evangelica delle Assemblee di Dio americane, e proprio
durante lo svolgimento di tali riunioni, Elvis cominciò a entrare in contatto con
il mondo della musica.

Nell'autunno del 1941 iniziò a frequentare la scuola elementare di Lawhon,[25] e fu


proprio una delle sue insegnanti di quinta elementare, Oleta Grimes, ad
incoraggiarne la partecipazione ad un concorso musicale radiofonico a Tupelo al
quale il piccolo Elvis, non accompagnato da nessuno strumento musicale, si sarebbe
piazzato secondo.[26] La mancanza di uno strumento sarebbe stata successivamente
risolta nel 1946, quando Elvis ricevette in regalo per l'undicesimo compleanno una
chitarra, tramite la quale imparò da solo i primi rudimenti musicali cercando di
riprodurre ciò che ascoltava dalla radio.[27]

Tre anni dopo partecipò ad un concorso per dilettanti durante una manifestazione
fieristica, sponsorizzato dalla WECO, stazione radiofonica locale, il primo di
fronte ad un pubblico di una certa consistenza. Interpretò, accompagnandosi con la
chitarra, un brano che era stato un classico di Red Foley, Old Shep,[28] e riuscì a
classificarsi al secondo posto.[24] Circa una decina di anni dopo, lo stesso brano
fu inciso in studio dal cantante e incluso in uno dei suoi primi album di successo,
venne pubblicato durante il periodo in cui fu scritturato dalla RCA Records, mentre
stava dando la scalata alla notorietà e la sua fama non era più confinata in un
ristretto ambito di carattere locale.[24]

La famiglia Presley durante il periodo della sua permanenza a Tupelo dimorò in


diversi quartieri, prima presso la zona "Commerce Street", trasferendosi poi presso
"Mobile Halley", e infine a "North Gleen Street". Tutti luoghi non certo
residenziali, ma lontani geograficamente dalla miseria del ghetto abitato dalla
gente nera, presso il quale una certa retorica sviluppatasi successivamente attorno
alla figura del cantante ha sempre fissato la sua residenza durante il periodo
della sua adolescenza.[29]

Dal momento che il padre Vernon Presley non riusciva a trovare un'occupazione
stabile a Tupelo, nel settembre 1948 la famiglia Presley decise di trasferirsi a
Memphis, nello Stato del Tennessee, con la speranza di migliorare le sue condizioni
di vita. La famiglia Presley nel maggio 1949 trovò sistemazione in un piccolo
nucleo residenziale nelle vicinanze del complesso delle "Launderdale Courts", il
locale quartiere delle case popolari.[30]

Il futuro cantante, ormai adolescente, frequentava con mediocre profitto la scuola


locale, chiamata "Humes High School", ma nella nuova città continuava a incontrare
grosse difficoltà a costruirsi delle amicizie stabili e a legare con i suoi
coetanei, a causa del suo carattere schivo e introverso. Egli inoltre nel corso di
quel periodo mostrava ancora un eccessivo attaccamento verso i suoi genitori, e in
modo particolare alla madre, mentre il suo look, reputato atipico e in qualche modo
rivoluzionario, non lo rendeva affatto popolare tra i suoi compagni di scuola e i
suoi conoscenti.

Mentre all'epoca solitamente gli altri ragazzi sfoggiavano un taglio di capelli


corto, ordinato, e ispirato ai dettami di uno stile militare, egli invece prima
lasciava che i suoi capelli rossicci raggiungessero una lunghezza notevole, e poi
li compattava raccogliendoli in un vistoso ciuffo cementato da dosi abbondanti di
brillantina, che abbinava ad altrettanto lunghe e vistose basette. Successivamente,
quella particolare acconciatura venne adottata da una miriade di suoi fan,
assurgendo al ruolo di simbolo di un'epoca, i "favolosi anni cinquanta", almeno
quanto lo sono diventati i jukebox, le Cadillac, i Drive-in, e le bottigliette
della Coca-Cola, peculiari icone dello stesso periodo storico.[31]

Il futuro cantante inoltre era solito adottare un abbigliamento particolare, con


abiti caratterizzati da uno stile pacchiano e appariscente, contraddistinti da
tagli particolari e colori sgargianti, manifestando già all'epoca una tendenza che
consolidò nel corso della sua esistenza.

Girovagando per Beale Street egli ebbe anche l'occasione di assistere a svariate
esibizioni di bluesman come B.B. King e Furry Lewis, appassionandosi
contemporaneamente al genere di musica da loro proposto.[30] Contrariamente alla
maggioranza della popolazione originaria del sud degli Stati Uniti, il cantante
dimostrò di non avere pregiudizi, frequentando ambienti sia della comunità bianca,
sia della comunità nera. Conseguenza di questo suo atteggiamento fu anche il suo
approccio disinvolto con le diverse culture musicali, che in seguito fu una delle
ragioni che gli consentirono di raggiungere il successo come artista.[32]

Durante il corso degli anni cinquanta, le stazioni radio statunitensi erano divise
in due categorie, quelle che trasmettevano esclusivamente musica "bianca", ovvero
interpretata da artisti dalla pelle chiara, e quelle che trasmettevano musica
"nera", interpretata da artisti neri. Il futuro cantante, scevro da pregiudizi
razziali, le ascoltava entrambe, finendo in tal modo per assorbire simultaneamente
le influenze di artisti musicali sia bianchi sia neri.

I primi passi nel mondo della musica

La chitarra Gibson J200, posseduta da Elvis, esposta a Graceland


Con lo scopo di migliorare le sue condizioni economiche e quelle della sua
famiglia, egli incominciò a cercare un'occupazione stabile, e, dopo qualche tempo,
la trovò presso la Crown Electric, una ditta che si occupava di impianti elettrici,
presso la quale venne assunto come camionista. Un giorno, transitando casualmente
per la Union Street, la via dove si affacciava la sede dello studio di una modesta
casa discografica, denominata Sun Records, di proprietà di Sam Phillips, scoprì che
chiunque, recandosi presso la stessa e sborsando una somma irrisoria (quattro
dollari), poteva registrare un disco dimostrativo, che successivamente poteva
portarsi a casa, e magari ascoltare con il proprio grammofono tra le mura
domestiche.

Elettrizzato da quell'opportunità il 18 luglio del 1953[27] decise di registrare un


disco, con l'intenzione di regalarlo alla madre, che in quel periodo era prossima
al compimento degli anni.[33] Il titolo del brano scelto per l'occasione fu quello
di una vecchia ballata, il cui titolo era My Happiness. Si presentò dunque al
cospetto di Marion Keisker, la segretaria che lavorava presso lo studio della
piccola etichetta discografica, che acconsentì alle sue richieste, e l'incisione
venne effettuata.[34]

L'avvio della collaborazione con la Sun Records

Gli studi della Sun Records, a Memphis


Sam Phillips ascoltò casualmente il materiale che era stato tratto da quella prima
ingenua esibizione, ne intuì le potenzialità artistiche e convocò immediatamente
due turnisti che già avevano lavorato nel suo studio in passato, il contrabbassista
Bill Black e il chitarrista Scotty Moore, con l'intenzione di creare un team
musicale, il cui compito sarebbe stato quello di collaborare con la sua giovane
scoperta, perseguendo l'obiettivo di raggiungere dei risultati artisticamente
validi.[35] Dalle testimonianze fornite da coloro che si rapportarono con il
giovane cantante in quegli anni, si desume che egli, pur non essendo in grado di
leggere gli spartiti, possedesse un notevole orecchio musicale, con il quale
sopperiva alla sua mancanza di preparazione e alle sue carenze di natura teorica.

La chitarra Fender Coronado II appartenuta a Elvis


Dimostrava poi di possedere una spiccata predilezione per strumenti musicali come
la chitarra acustica, dalla quale non si separava mai, utilizzandola per
accompagnarsi coreograficamente, sin dallo svolgimento delle sue prime esibizioni,
nonché successivamente, per tutto il corso della sua carriera. Con l'evolversi
della stessa tale strumento divenne una parte fondamentale e imprescindibile della
sua immagine, mentre l'altro strumento per il quale il cantante manifestava una
notevole predilezione era il pianoforte, che prese l'abitudine di suonare allo
scopo di rilassarsi tra una session e l'altra cantando qualche brano di musica
gospel, abitudine questa che conservò per tutto il corso della sua vita.[36]

Molte delle chitarre possedute durante lo svolgimento della sua carriera artistica
dal cantante, assurte per i suoi fan allo status di reliquia, sono ancora visibili
a Graceland, così come lo è un pianoforte di foggia particolare, completamente
placcato in oro, che rappresenta un tipico esempio di quelle eccentricità di cui
egli, a partire da un certo momento della sua vita, amò circondarsi.

L'avvio della carriera artistica


Seguendo il consiglio ricevuto da Sam Phillips, il cantante incominciò allora a
collaborare con i due session man, continuando a provare con loro per ore e ore
nuovi brani, o riarrangiando e vivacizzando pezzi già noti con l'apporto innovativo
della sua voce, del suo particolare stile e degli arrangiamenti che il gruppo
continuamente provava e riprovava, perfezionando in tal modo la sua tecnica di
esecuzione, e concorrendo alla formazione di un gruppo affiatato, e valido
artisticamente.[37] Scotty Moore, che qualche tempo dopo sarebbe diventato anche il
suo primo manager ufficiale, sfruttando le sue conoscenze si adoperò allora allo
scopo di promuovere la figura dell'emergente cantante presso i locali circuiti
musicali, e successivamente incominciò a collaborare con i primi due anche D. J.
Fontana, un abile batterista.[38]

Il gruppo che si era formato venne battezzato con il nome di Blue Moon Boys e i
suoi membri parteciparono attivamente alla lavorazione delle pellicole interpretate
dal cantante, interpretando il ruolo che rivestivano nella realtà. Inoltre essi lo
accompagnarono anche nel corso delle sue esibizioni negli show prodotti dalla
televisione nazionale che ebbero luogo a partire dalla seconda metà degli anni
cinquanta. Due dei tre membri ufficiali del gruppo ricomparvero anche durante il
corso della lavorazione dello show televisivo definito il 68 Elvis Comeback
Special, trasmesso dalla televisione nell'anno 1968. Dall'organico del complesso
mancava però Bill Black, poiché era deceduto prematuramente circa due anni prima, a
causa di un tumore maligno al cervello.[38]

Un microfono usato da Elvis nei primi anni cinquanta


Durante una notte di luglio del 1954, dopo avere provato con loro per ore e ore
senza essere riuscito a prodursi in qualcosa che reputasse accettabile o
soddisfacente, Elvis vinse la sua proverbiale timidezza e disse, rivolgendosi agli
altri astanti: «La conoscete questa?», cominciando contemporaneamente a suonare,
caratterizzandolo con il contributo del suo stile e della sua mimica, e
vivacizzandolo mediante l'apporto innovativo di un ritmo molto particolare e
frenetico, un vecchio pezzo appartenente al genere country, scritto tempo addietro
da Arthur Crudup, che qualche anno prima era già stato portato al successo da altri
artisti, intitolato That's All Right, Mama. Sam Phillips allora, folgorato
dall'atipicità di quanto stava ascoltando, uscì dalla sala di regia entusiasta e li
fermò dicendo: «No, non la conosco, ma io di questo ne faccio un disco!!!».[39]

Il cantante fu scritturato ufficialmente da Sam Phillips e da quel momento in poi


cominciò a collaborare e a incidere dischi sotto l'egida della Sun Records. Egli
incise brani come That's All Right (Mama), Blue Moon of Kentucky, Good Rockin'
Tonight, Baby Let's Play House, titoli ora considerati dei classici, che all'epoca
contribuirono a catapultare rapidamente il nome del giovane cantante tra quelli che
già da tempo apparivano nelle zone alte delle classifiche inerenti alle stelle
della musica del Sud degli Stati Uniti.[40] Lo stile della musica proposta
dall'emergente artista appariva alle orecchie degli ascoltatori così diverso e
rivoluzionario, tanto che essi spesso telefonavano ai DJ che la proponevano presso
le radio locali per cercare di scoprire chi fosse quel "nero che cantava canzoni
country", oppure chi fosse quel "bianco che cantava pezzi blues".[41]

Il cantante conquistò poi un singolare primato, poiché era l'unico artista che
appariva, raggiungendo in entrambi i casi buoni piazzamenti, sia nelle classifiche
attinenti alla musica rhythm and blues, sia nelle classifiche attinenti alla musica
country.[27] Il verificarsi di quella situazione gli consentì di raggiungere una
certa notorietà, benché essa fosse comunque ancora ristretta in un ambito di
carattere prettamente locale.[42] Successivamente egli cominciò a esibirsi,
ovviamente accompagnato dal suo gruppo, generalmente durante lo svolgimento di
qualche manifestazione fieristica di carattere locale, raccogliendo solitamente
riscontri positivi.
Con l'evolversi della situazione si accorse che la sua nuova occupazione era
totalmente inconciliabile con il lavoro che svolgeva presso la Crown Elettric, e
decise quindi di licenziarsi dalla ditta presso la quale sino ad allora aveva
svolto la sua attività lavorativa. Questo suo gesto sancì anche ufficialmente la
data di inizio della sua nuova carriera artistica, in quanto, da quel momento in
poi, sarebbe anche stata la sua unica fonte di reddito.[43] In quel periodo i mezzi
d'informazione locali iniziarono a definirlo con soprannomi come "The Hillbilly
Cat" o "The King of Western Bop".[5]

Il consolidamento della carriera in ambito locale

Elvis in una foto promozionale della Sun Records scattata nel 1954

Un singolo inciso da Elvis per la Sun Records, Blue Moon of Kentucky


Albert Goldman, in alcuni paragrafi della sua biografia, ha posto l'accento
sull'imparzialità di quell'enorme apparato propagandistico che aveva sempre
gravitato attorno al personaggio. In effetti nell'accezione più comune, e in modo
particolare per i suoi fan più incalliti, le gesta del cantante sono sempre state
ammantate da un'aura leggendaria, che lo ha sovente raffigurato come il detentore
di una qualche forma di potere soprannaturale, e in conseguenza di ciò capace di
raccogliere sempre e comunque consensi totali e incontestabili di fronte a
qualsiasi tipo di platea.

In realtà ciò non risponde al vero, poiché, principalmente agli albori della sua
carriera, le contestazioni non solo non mancarono, ma talvolta furono anche di
notevole entità.[44] Il 25 settembre del 1954, forte dei responsi positivi che
aveva ottenuto sino ad allora, e che si riflettevano sulla posizione che il suo
nome occupava nelle classifiche inerenti alla musica country, il giovane cantante
si esibì in quello che da sempre era considerato il tempio di quel genere musicale,
il Grand Ole Opry di Nashville.

La tipologia di pubblico che solitamente frequentava quel tipo di manifestazioni,


gli tributò però inaspettatamente un'accoglienza molto fredda, perché l'immagine
che il cantante palesava attraverso lo svolgimento delle sue esibizioni era
totalmente inconciliabile con la mentalità dello stesso, di natura prettamente
puritana e bigotta.[42] Reduce da quel grave e inaspettato insuccesso la settimana
seguente il cantante si esibì durante lo svolgimento della manifestazione che da
sempre era considerata agli antipodi della precedente, ossia al Louisiana Hayride,
di Shreveport, ove invece gli venne tributata un'accoglienza entusiastica, e dove
ottenne una scrittura, tanto che per tutto il corso dell'anno 1955, continuò a
esibirsi presso la stessa, ottenendo sempre riscontri ampiamente positivi.[42]

Scotty Moore frattanto si defilò, e il nuovo manager dell'emergente cantante


diventò Bob Neal che, maggiormente introdotto negli ambienti musicali rispetto al
precedente, riuscì a procurargli una serie di ingaggi presso alcune località.
Assieme a quelli che nel frattempo erano stati battezzati i "Blue Moon Boys", egli
si produsse nel suo primo tour ufficiale, e in circa tre settimane attraversò il
Sud degli Stati Uniti, dopo essere partito dalla città di New Orleans, nella
Louisiana, essersi esibito in città dell'Alabama, della Florida, della Georgia,
della Virginia, e avere concluso il ciclo di spettacoli nella città di Chattanooga,
nello Stato del Tennessee.[5]
Durante lo svolgimento di quel tour, il cantante si accorse che il suo stile
scatenato e la sua mimica provocatoria, mutuati entrambi a suo tempo dalle
esibizioni degli artisti neri alle quali aveva assistito durante la sua
adolescenza, e che avevano caratterizzato in modo particolare il suo stile sin
dalle sue prime esibizioni, sortiva un effetto nullo, se non controproducente,
quando si trovava al cospetto di un pubblico composto da soggetti adulti. Sovente
in presenza di spettatori appartenenti a questa tipologia, egli fu fatto oggetto di
violente contestazioni, che diedero origine a conseguenti clamorosi e frustranti
insuccessi.

Elvis e Scotty Moore nel 1956


Ben diversi però erano gli esiti delle sue esibizioni, allorquando esse avvenivano
al cospetto di un pubblico composto da giovani, poiché proprio in quei frangenti il
cantante si accorse di possedere una notevole dose di carisma sulla platea e,
confortato dai positivi riscontri che egli otteneva quando tali circostanze si
verificavano, indirizzò tutti i suoi sforzi verso quella direzione. Durante lo
svolgimento dei suoi spettacoli, in presenza di quel tipo di pubblico la situazione
si evolveva rapidamente in modo a lui favorevole, e gli astanti solitamente non
tardavano a manifestare in ogni modo possibile la loro approvazione e il loro
entusiasmo per le esibizioni a cui stavano assistendo.[45]

Proprio a partire da quel periodo cominciarono a verificarsi, in concomitanza con


lo svolgersi delle esibizioni del cantante, notevoli e ripetute manifestazioni di
isteria collettiva. Questa fenomenologia si verificava maggiormente se gli
spettatori che componevano il pubblico che assisteva alle sue esibizioni era
formato da quelli che venivano definiti i "teenager" (giovani, adolescenti) e in
misura maggiore se essi appartenevano al sesso femminile.[43]

In svariate occasioni egli dovette faticare allo scopo di preservare la sua


incolumità personale, poiché non riusciva a portare a termine le sue esibizioni in
modo regolare, dal momento che in molte occasioni ben prima che il suo spettacolo
giungesse al termine, veniva assalito da orde di ragazzine urlanti e isteriche, che
lo aggredivano allo scopo di strappargli brandelli degli abiti che indossava, con
l'intento di potersi appropriare di qualcosa che fosse stato a contatto con la sua
persona, o chiedergli un autografo, o ancora prodursi in una qualche forma di
approccio di natura sessuale con lui.[42] In altre circostanze, egli fu fatto
oggetto di vere e proprie aggressioni fisiche, perpetrate da parte di fidanzati
gelosi dell'ascendente che egli esercitava sulle loro predilette, e in molti casi
la situazione degenerò.

Quando si verificavano tali episodi al cantante non rimaneva altra alternativa se


non quella di interrompere la sua esibizione e allontanarsi celermente dal palco
sul quale si stava esibendo scortato e difeso dalle autorità locali,[43] la cui
genuinità e autenticità è comprovata in modo inconfutabile da una serie di filmati
amatoriali realizzati all'epoca durante lo svolgimento delle sue esibizioni.[46]

Presso l'immaginario collettivo tale alone di leggenda, oltre ad accompagnare


indissolubilmente il cantante sino alla fine dei suoi giorni, nonché anche dopo,
posteriormente al suo decesso, in seguito entrò anche celermente a fare parte di
tutta quella pittoresca iconografia che a partire proprio da allora cominciò a
svilupparsi e a gravitare attorno all'immagine dell'artista.[4][47] Un giornalista
in quel periodo chiese al cantante delle delucidazioni inerenti all'esagitato
dinamismo che sfoggiava durante lo svolgimento dei suoi spettacoli, e a tal
proposito egli così si espresse: «Si deve dare spettacolo per attirare la gente,
altrimenti ognuno se ne starebbe a casa sua, senza uscire per venirmi a vedere...».

Interpellato in seguito sullo stesso argomento, in un'altra occasione, il cantante


così si espresse: «C'è chi muove le gambe, chi schiocca le dita e chi si muove da
una parte all'altra. Io faccio un po' tutto assieme, direi.» Sempre interrogato
sulla medesima questione, in un'altra occasione ancora, Elvis disse: «Il ritmo è un
qualcosa che o si ha o non si ha, ma quando ce l'hai [...] hai tutto!».[48] Sam
Phillips invece, pronunciò queste parole: «Alle radici di questo mito c'è ancora
oggi tanto mistero. Nessuno può dire di conoscere veramente bene l'uomo Presley
[...] Era complicato, pieno di contraddizioni e anche insicuro in privato, ma sul
lavoro era sempre profondamente convinto di ciò che faceva, e non si sbagliava
mai».[49]

Le accuse di razzismo

Billy Ward, cantante R&B e leader dei "Billy Ward and his Dominoes" con Elvis in
un'istantanea scattata nel 1955
Quando Dewey Phillips mandò in onda per la prima volta That's All Right, Mama su
Radio Memphis, molti ascoltatori telefonarono alla radio per avere informazioni sul
cantante, dando per scontato che fosse nero.[50] Degno di nota il fatto che sin
dagli albori della sua carriera, il cantante espresse sempre rispetto per gli afro-
americani e disprezzo per le norme tipiche della segregazione razziale.

Intervistato nel 1956 sulle circostanze nelle quali era nato il suo interesse per
il mondo musicale, ricordò come nella sua infanzia avesse ascoltato con interesse
la musica proposta dal bluesman Arthur Crudup (autore di That's All Right (Mama)),
e come essa lo avesse ispirato a intraprendere la successiva carriera musicale.[51]
Il The Memphis World, un giornale afroamericano, riferì come il cantante, "il
fenomeno Rock 'n' Roll, avesse infranto le leggi della segregazione razziale a
Memphis, frequentando il parco divertimenti locale che era solitamente frequentato
dalla gente nera".[51] Tali dichiarazioni portarono il cantante a essere
generalmente ben accolto nella comunità nera durante gli albori della sua
celebrità.

Viceversa, molti adulti bianchi lo considerarono alla stregua di un depravato, a


causa delle movenze delle sue esibizioni, ritenute oscene, che egli proprio dalla
gente nera aveva mutuato. Nonostante il parere ampiamente positivo che la gente
nera aveva del cantante, intorno alla metà del 1957 si diffuse la voce che egli,
intervistato da un giornalista, si fosse a un certo punto così espresso: «L'unica
cosa che i negri possono fare per me, è comprare i miei dischi e lustrarmi le
scarpe».[52]

Un giornalista del settimanale americano Jet, Louie Robinson, cercò di indagare


sulla veridicità della notizia. Sul set del film Il delinquente del rock and roll,
luogo dove il cantante gli concesse un'intervista, Elvis negò categoricamente di
avere mai detto una frase del genere e affermò di non essere in alcun modo un
razzista. Durante lo svolgimento della sua indagine, il giornalista non raccolse
alcuna prova del fatto che la frase fosse stata mai effettivamente pronunciata.[51]
[53]
La tesi secondo la quale il cantante si fosse pesantemente ispirato alla musica
della gente nera per edulcorarla e renderla più appetibile alle orecchie dei
bianchi per ricavarne profitto, trova numerosi proseliti.[54] In particolare il
musicista afroamericano Jackie Wilson si è preoccupato di smentire questa teoria,
affermando: «Un sacco di persone hanno accusato Elvis di rubare la musica dei neri,
quando in realtà, quasi ogni artista solista nero ha copiato i suoi modi di fare!».
[55] Nella sua carriera, Elvis non disconobbe mai l'enorme debito di carattere
musicale che aveva contratto nei confronti dei musicisti neri.

Il consolidamento della carriera in ambito internazionale


Il 22 novembre del 1955 il contratto che legava il cantante a Sam Phillips, che a
causa delle modeste dimensioni e dei conseguenti limiti logistici e organizzativi
della sua piccola etichetta manifestava sempre maggiori difficoltà a gestire la
fulminea ascesa della sua giovane scoperta, venne ceduto da quest'ultimo al colosso
discografico della Radio Corporation of America, per l'allora cifra record di circa
35.000 dollari. Paradossalmente Sam Phillips in precedenza, qualche mese prima di
scritturare il cantante aveva affermato: «Se trovassi un bianco che canta con
l'anima di un nero diventerei miliardario»[56]

Curiosamente, il primo singolo che il cantante incise sotto l'egida della RCA non
venne tratto da un brano di genere Rock and roll, ma da una canzone di netta
ispirazione blues, dal titolo Heartbreak Hotel (L'Hotel dei cuori spezzati), che
ottenne un ottimo riscontro di carattere commerciale a livello internazionale e che
contribuì al consolidamento della notorietà del cantante in un ambito
geograficamente molto più esteso rispetto a quello precedente.[57] Coloro i quali
all'epoca collaborarono con lui durante le sedute di registrazione ricordano ancora
il peculiare comportamento posto in atto dal cantante in sala di incisione, poiché
egli tendeva a eseguire i brani che stava incidendo in studio con lo stesso
esagitato dinamismo di cui faceva largo sfoggio durante le sue esibizioni dal vivo.

Elvis sul palco a inizio carriera


Questo suo modo di operare causava l'insorgere di non pochi problemi di natura
organizzativa poiché i suoi collaboratori, allo scopo di cercare di raggiungere un
risultato finale tecnicamente accettabile, erano di fatto costretti a inseguirlo
fisicamente in giro per lo studio, mentre egli incideva i nastri che erano
l'oggetto di quella seduta. Nessuno di loro però mise mai in discussione la
professionalità del cantante, tanto che in seguito intervistato sull'argomento così
si espresse al riguardo Steve Sholes, che all'epoca dello stesso diventò il nuovo
produttore: «Elvis era capace di incidere un'ottantina di tracce della stessa
canzone, e senza neanche riascoltarle, decidere con sicurezza qual era la migliore,
quella da utilizzare per incidere il disco da commercializzare...».[58]

Sempre in quell'epoca, cominciò a collaborare stabilmente con il cantante e il suo


complesso un gruppo vocale composto da quattro validi coristi, denominato The
Jordanaires. Tale quartetto, supportato dalle sue particolari doti vocali, già
godeva all'epoca di una buona reputazione in qualità di esecutore di brani
spiritual, gospel, e folk. Furono proprio i suoi membri a divenire successivamente
anche il gruppo autore, oltre che esecutore di quegli accompagnamenti corali che
costituirono una delle parti fondamentali della struttura musicale dei brani dai
quali vennero tratti i singoli incisi dal cantante durante il corso del successivo
decennio. Tali accompagnamenti corali, amalgamandosi perfettamente con la voce del
cantante, contribuirono a contraddistinguere vocalmente in un modo particolare tali
singoli, tanto che gli operatori del settore discografico definivano la loro
impronta musicale con l'appellativo di "Presley Sound".[59][60]

I Jordanaires parteciparono sia agli show televisivi ai quali il cantante


presenziò, sia alla lavorazione di alcune pellicole cinematografiche di cui egli
era protagonista, interpretando il ruolo che rivestivano nella realtà, e dopo il
decesso dello stesso incisero vari album contenenti cover di brani che ai tempi
avevano rappresentato i suoi più grandi successi discografici. Sempre nella loro
veste di coristi hanno inoltre partecipato spesso alle manifestazioni commemorative
che lo riguardano organizzate in ogni parte del mondo, e collaborato anche con i
migliori "Elvis impersonator".

La nascita del sodalizio artistico con il colonnello Tom Parker


Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Colonnello
Tom Parker.

Elvis Presley con il "colonnello" Tom Parker nel 1969


Sempre in quel periodo il cantante fece anche la conoscenza del colonnello Tom
Parker, che dopo qualche tempo diventò il suo nuovo manager ufficiale, sostituendo
Bob Neal. Quando ciò accadde nacque anche un ferreo sodalizio artistico, che per
circa vent'anni legò indissolubilmente il manager con il suo assistito, e il cui
termine fu sancito giocoforza soltanto dal decesso di quest'ultimo.[61] Il
colonnello Tom Parker, che era un personaggio scaltro e smaliziato, intuì il valore
delle potenzialità artistiche del suo assistito e si attivò allo scopo di farlo
esibire negli show organizzati dalla televisione nazionale, rendendo così possibile
il suo ingresso simultaneo in tutte le case statunitensi.[62]

Il rapporto che nel corso di tutta la sua carriera legò il cantante e il suo
manager, molto proficuo a livello economico per entrambi, finì per diventare un
argomento di accesa discussione presso i suoi fan più devoti. In merito la vulgata
più diffusa è quella che definisce il colonnello Tom Parker come un individuo dal
passato equivoco, venale, astuto e cinico, nonché gran giocatore d'azzardo, mentre
il suo protetto come un soggetto docile e remissivo, animato da buoni sentimenti, e
propenso a eseguire le direttive che il suo manager gli impartiva senza discutere,
perlomeno la maggior parte delle volte.

Solitamente per i fan del cantante, se da un lato il colonnello - grazie alle sue
indubbie capacità manageriali - fu dunque l'artefice delle sue enormi fortune
commerciali, dall'altro - a causa del suo temperamento cinico - fu anche il
principale responsabile del suo successivo declino.[63] Il colonnello, nel corso di
una delle rare interviste che concesse, così si espresse a proposito del suo
assistito: «Quando conobbi Elvis, possedeva milioni di dollari di talento [...] ora
possiede solamente milioni di dollari!».[64]

Peculiare poi l'esosità delle richieste di carattere economico che egli avanzava,
ogniqualvolta qualcuno gli proponeva offerte in denaro allo scopo di ingaggiare il
suo assistito, tanto che dopo avere ricevuto da un potenziale cliente un'offerta di
50 000 dollari per contrattualizzare il cantante, così si espresse: «Per me va bene
[...] ma per il ragazzo quanto offrite?».[64] Coloro i quali all'epoca informarono
il colonnello Parker dell'avvenuto decesso del cantante, rimasero decisamente
allibiti dall'indifferenza e dallo scarso coinvolgimento emotivo che egli manifestò
in quel frangente, poiché egli reagì alla notizia freddamente, come se si fosse
palesato improvvisamente un problema imprevisto da risolvere e nulla più.[63]
Le esibizioni negli show televisivi
Il 10 aprile del 1955 il cantante raggiunse New York allo scopo di effettuare un
provino per potere partecipare al programma Talent Scouts, condotto dal critico
Arthur Godfrey, ma ricevette da quest'ultimo una decisa risposta negativa.[6] Il 28
gennaio dell'anno seguente apparve per la prima volta in uno show trasmesso dalla
televisione nazionale, lo Stage Show dei fratelli Dorsey, riscuotendo un buon
successo.[6] Il 3 aprile del 1956 prese parte a uno degli spettacoli più seguiti
all'epoca dal pubblico televisivo, il "Milton Berle Show", e in quell'occasione più
di quaranta milioni di spettatori assistettero quindi contemporaneamente alle sue
esibizioni.[6] Il 12 gennaio del 1957 partecipò all'Ed Sullivan show, riscuotendo
un successo clamoroso, ma la sua esibizione venne parzialmente censurata poiché
egli venne ripreso dalla cintola in su, onde evitare di inquadrare i suoi famosi e
sconvenienti "movimenti pelvici".[6]

Le persecuzioni attuate dalle associazioni religiose


I benpensanti, che rappresentavano una parte consistente dell'opinione pubblica, si
scandalizzarono sia a causa del ritmo assatanato della musica proposta dal
cantante, sia per le movenze selvagge nelle quali egli si produceva durante le sue
esibizioni, che erano classificate come "oscene". Proprio a partire da quel periodo
Elvis, giudicato alla stregua di un pericoloso "depravato" dalle numerose e
attivissime associazioni di carattere religioso che da sempre svolgevano la loro
attività negli Stati Uniti, cominciò a essere duramente perseguitato dalle stesse,
che lo fecero oggetto di una dura e violenta campagna denigratoria la quale diede
luogo a risvolti talvolta comici e grotteschi. Invasati predicatori si produssero
in ogni dove in accaniti sermoni, il cui argomento principale era ovviamente
rappresentato dalla tipologia di musica che il cantante proponeva e dagli
atteggiamenti nei quali si produceva durante le sue esibizioni.

Sostanzialmente tali associazioni ritenevano il cantante un pericolosissimo veicolo


di perdizione per la gioventù dell'epoca e agivano di conseguenza, scagliandosi in
ogni modo contro quello che esse ritenevano un pericolo terribile per la stessa,
tanto che esse giunsero all'organizzazione di vere e proprie manifestazioni
pubbliche, durante lo svolgimento delle quali i dischi incisi dal cantante, in
quanto contenitori di musica "demoniaca" venivano distrutti fisicamente,
fracassandoli o incendiandoli. Interpellato a proposito delle accanite persecuzioni
di cui veniva fatto oggetto dalle suddette associazioni, il cantante all'epoca così
si espresse: «Io non penso di essere male per la gente. Se avessi pensato di essere
un male per la gente, sarei tornato alla guida di un camion...».[65]

I successi discografici del periodo


Durante lo svolgimento del periodo in questione, dal punto di vista dei successi
discografici, i risultati furono sempre molto positivi, e i singoli che all'epoca
vennero tratti riversando su vinile brani come Heartbreak Hotel (5 milioni di
copie), (Let Me Be Your) Teddy Bear (4 milioni di copie), Don't Be Cruel (6 milioni
di copie), Jailhouse Rock (che come singolo per ora ha venduto più di 9 milioni di
copie), Hound Dog (13 milioni di copie), Love Me Tender (5 milioni di copie), All
Shook Up (7 milioni di copie) detengono record di vendita assolutamente
significativi e talvolta imbattuti. Particolare menzione meritano poi i parolieri e
compositori Jerry Leiber e Mike Stoller, che in quel periodo furono gli autori di
molti brani che sembravano strutturati ad arte allo scopo di esaltare le doti
vocali del cantante, e che tanto contribuirono a consolidare il suo successo.[56]

L'acquisto di una nuova dimora


Una veduta della "Jungle Room" una stanza di Graceland, la dimora di Elvis
Nei primi mesi del 1957, investendo gli ingenti proventi derivanti dal felice
svolgimento della sua carriera artistica, il cantante acquistò una sontuosa dimora,
che reputava più confacente al suo nuovo ruolo di star cinematografica, Graceland,
situata a Memphis, nello Stato del Tennessee. Successivamente egli adattò la nuova
abitazione alle sue particolari esigenze e ai suoi gusti stravaganti, facendola
oggetto di un radicale rifacimento, consistente nell'effettuazione di una lunga
serie di modifiche alla sua struttura originaria, e ne arredò gli interni seguendo
i dettami di uno stile decisamente pacchiano e kitsch. Ultimati nel giro di qualche
mese i lavori di ristrutturazione, il cantante si trasferì presso la sua nuova
residenza in compagnia di tutto il suo numeroso seguito, composto da collaboratori,
amici e dai membri del suo nucleo famigliare. Ormai da tempo la sua dimora è
diventata una specie di mausoleo, meta di continuo pellegrinaggio per i suoi fan,
ed è considerata dagli americani una specie di monumento nazionale.[66]

La vita sentimentale negli anni cinquanta


Nel corso della seconda metà degli anni cinquanta il gossip dell'epoca attribuì al
cantante una lunga serie di relazioni sentimentali, più o meno ufficiali, fra le
quali si possono ricordare quelle che egli avrebbe intrattenuto con Dixie Locke,
Barbara Hearn, Dorothy Harmony, Tempest Storm, June Juanico, e Natalie Wood,
quest'ultima attrice già famosa all'epoca per avere interpretato un ruolo di una
certa importanza nel celebre film Gioventù bruciata.[67] Nello stesso periodo
terminò anche il suo rapporto con Anita Wood, un'attraente cantante che godeva di
una discreta fama, con la quale egli aveva da tempo instaurato una relazione.
Successivamente, nell'agosto del 1959 conobbe quella che circa una decina di anni
dopo sarebbe diventata sua moglie, e cioè Priscilla Beaulieu, la figlia di un
colonnello statunitense, anche lui di stanza in territorio tedesco.[68]

Il "Million Dollar Quartet"


Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Million
Dollar Quartet.
Durante tutto il corso della sua carriera il cantante non collaborò mai
collegialmente con altri artisti, salvo in una circostanza, peraltro del tutto
accidentale e fortuita, allorquando il 4 dicembre del 1957, durante lo svolgimento
di una seduta di registrazione presso gli studi della Sun Records, alla quale
partecipavano Carl Perkins come cantante e Jerry Lee Lewis come suo pianista, egli
si trovò a passare casualmente da quelle parti, in compagnia di Johnny Cash.
Durante una pausa della seduta che si stava effettuando il cantante si sedette al
piano, cominciando a suonarlo, e interpretando scherzosamente nel contempo alcuni
brani di tipologia gospel, un genere musicale per il quale egli manifestò per tutto
il corso della sua esistenza una vera e propria forma di venerazione.

In seguito egli cominciò a intrattenere gli altri astanti, dialogando e scherzando


affabilmente con loro, ed essi, imbeccati e sollecitati in tal modo, di lì a poco
si unirono a lui, producendosi nella successiva interpretazione di una svariata
serie di brani, appartenenti a generi musicali diversi, rivisitandoli e
interpretandoli con un piglio molto informale.[69] Il tutto accadde alla presenza
di Sam Phillips che, intuendo la particolarità dell'evento, decise di registrare
quell'atipica esibizione del quartetto che si era formato casualmente qualche
istante prima, e dalla registrazione della stessa furono ricavati circa settanta
minuti di materiale, che venne utilizzato in seguito per incidere un album,
pubblicato successivamente al decesso del cantante. Phillips all'epoca definì i
quattro, tutti artisti che già da tempo si erano ricavati un notevole spazio
nell'ambito musicale del periodo, The Million Dollar Quartet (Un quartetto da un
milione di dollari).[69] Le incisioni che vennero ricavate all'epoca di quella
involontaria esibizione rappresentano l'unica testimonianza tangibile di una
qualche forma di collaborazione attuata dal cantante con altri artisti del suo
tempo.[69]

I collaboratori del cantante negli anni cinquanta


Il cantante nel corso degli anni cinquanta, oltre che dell'essenziale
collaborazione di quelli che possono essere considerati i membri "storici" della
sua band, e dei suoi coristi ufficiali, si avvalse del fondamentale contributo di
un notevole numero di musicisti, fra i quali si possono ricordare i pianisti Marvin
Hughes, Frederick Earl "Shorty" Long, Floyd Cramer, Dudley Brooks, i chitarristi
Vito Mumolo, Chet Atkins, Luther "Red" Roundtree, Tiny Timbrell, i trombettisti
Teddy Buckner e Warren Smith, il sassofonista Justin Gordon, i batteristi Johnny
Bernero e Richard Connell, il clarinettista Mahlon Klark, il polistrumentista Ray
Siegel, i coristi gospel Ben Speer e Brook Speer, il Ken Darby Trio (Rad Robinson,
Jon Dodson e Charles Prescott), il bassista Myer Rubin, i trombonisti Elmer
Schneider e Warren Smith, gli armonicisti Dominic Frontiere e Carl Fortina.

Questi musicisti, che già da tempo si erano costruiti un'ottima reputazione


nell'ambito musicale dell'epoca, collaborarono con il cantante sia durante la
lavorazione dei brani dai quali furono tratti i singoli e gli album pubblicati nel
corso del decennio, sia durante la lavorazione delle colonne sonore delle pellicole
alle quali egli partecipò nello stesso periodo.[70]

La produzione discografica degli anni cinquanta

Ed Sullivan con Elvis, ottobre 1956


Il cantante intraprese ufficialmente la sua carriera artistica incidendo, nel 1954,
il primo singolo sotto l'egida della Sun Records. Tale singolo recava inciso sul
lato A il brano That's All Right, Mama, e sul lato B il brano Blue Moon of
Kentucky. Il secondo singolo inciso dal cantante, sempre nel corso del 1954, fu
quello contenente nel lato A il brano Good Rockin' Tonight, e nel lato B il brano I
Don't Care If the Sun Don't Shine.

Successivamente, nel corso del 1955, il cantante incise il singolo contenente sul
lato A il brano Milkcow Blues Boogie, e sul lato B il brano You're a Heartbreaker.
Il secondo singolo che nel corso dello stesso anno egli incise, fu quello
contenente nel lato A il brano Baby Let's Play House, e nel lato B il brano I'm
Left, You're Right, She's Gone. Il terzo singolo inciso dal cantante nel corso di
quell'anno, che fu anche l'ultimo disco caratterizzato dall'essere inciso sotto
l'egida della Sun Records, fu quello contenente nel lato A il brano Mystery Train,
e nel lato B il brano I Forgot to Remember to Forget. I singoli in questione furono
commercializzati sia nella versione edita nel formato a "78 giri", sia in quella
edita nel formato a "45 giri".[71] Allorquando il cantante venne contrattualizzato
dalla RCA, cominciò a incidere album editi nel formato a "33 giri", il primo dei
quali, caratterizzato dall'autobiografico titolo Elvis Presley, conteneva sia brani
interpretati quando era ancora scritturato dalla Sun, sia brani interpretati dopo
la sua successiva scrittura da parte della RCA.

Circa vent'anni dopo, nel corso dell'anno 1977, il gruppo britannico dei Clash si
ispirò palesemente alla grafica che ne caratterizzava la copertina, allorquando
essi pubblicarono il loro album intitolato London Calling. Successivamente il
cantante incise un secondo album, caratterizzato dall'altrettanto autobiografico
titolo Elvis, contenente solamente brani incisi dopo l'avvenuto cambio di casa
discografica. Entrambi gli album in questione vennero pubblicati nel corso
dell'anno 1956, e ottennero un ottimo riscontro di natura commerciale, contribuendo
in tal modo a consolidare la fama e la notorietà del loro interprete a livello
internazionale, e sono solitamente considerati dai critici e dai fan del cantante
album fondamentali.

Come la maggior parte degli artisti americani che avevano in precedenza raggiunto
il successo, nel corso dell'anno successivo, il 1957, il cantante incise poi un
album contenente una raccolta di canzoni tradizionali di carattere natalizio,
intitolato Elvis' Christmas Album, reinterpretate con l'apporto del suo stile, che
riscosse anch'essa un ottimo risultato a livello di successo di vendite.
Concomitante con l'avvio della carriera cinematografica del cantante, cominciò la
pubblicazione delle colonne sonore tratte da alcuni dei film che egli interpretò
nel corso del biennio compreso tra l'anno 1956 e l'anno 1958. Vennero in effetti
commercializzati solamente i dischi contenenti le colonne sonore di due delle
quattro pellicole alla lavorazione delle quali egli partecipò nel corso di quel
periodo, vale a dire quelle attinenti al secondo e al quarto film da lui girati,
rispettivamente Amami teneramente (Loving You) e La via del male (King Creole,
1958). All'epoca gli album redatti riversando sul vinile le colonne sonore dei film
in questione concretizzarono piazzamenti e permanenze nelle varie classifiche anche
migliori di quelli raggiunti dagli album incisi in studio. I brani costituenti la
colonna sonora del primo e del terzo film girati dal cantante, rispettivamente
Fratelli rivali (Love me tender) e Il delinquente del rock and roll (Jailhouse
Rock), vennero commercializzati inizialmente solo sotto forma di singoli, e solo
successivamente le colonne sonore di tali pellicole vennero incluse integralmente
nei numerosi album di carattere antologico pubblicati in seguito. Durante il
periodo che il cantante dedicò allo svolgimento del servizio militare, giocoforza
l'attività concernente la registrazione di nuovi brani e la conseguente produzione
discografica subì un arresto.

Anche allo scopo di mantenere vivo l'interesse e l'attenzione del pubblico verso il
suo assistito, il suo manager, di comune accordo con la casa discografica, si
attivò allo scopo di fare pubblicare una serie di album di carattere antologico,
contenenti in massima parte raccolte di brani incisi in precedenza dal cantante,
che vennero immessi sul mercato discografico nel biennio compreso tra l'anno 1958 e
l'anno 1959. Tali album, che raggiunsero come la maggior parte della produzione
discografica del cantante nel corso di quel periodo ottimi risultati a livello
commerciale furono nell'ordine gli album dal titolo Elvis' Golden Records,
pubblicato nel corso dell'anno 1958, e i tre album successivi, pubblicati nel corso
dell'anno 1959, dai rispettivi titoli For LP Fans Only, A Date with Elvis, e
50,000,000 Elvis Fans Can't Be Wrong - Elvis Gold records vol. 2.

I singoli pubblicati nel corso dello stesso periodo che ottennero maggior successo
di vendite furono quelli contenenti brani come Heartbreak Hotel e I Was the One, I
Want You, I Need You, I Love You e My Baby Left Me, Don't Be Cruel e Hound Dog,
Love Me Tender e Any Way You Want Me, All Shook Up e That's When Your Heartaches
Begin, (Let Me Be Your) Teddy Bear e Loving You, Jailhouse Rock e Treat Me Nice.
[72] Sempre nel corso dello stesso periodo vennero poi pubblicati, in modo
particolare dalla RCA inglese, un considerevole numero di extended play, vale a
dire dei dischi caratterizzati dall'avere le stesse dimensioni esteriori di un
singolo edito nel formato a 45 giri, ma editi nel formato a 33 giri, e solitamente
contenenti quattro brani incisi dal cantante, anziché due.[73]

Come si è visto, durante lo svolgimento del servizio militare, il cantante sospese


giocoforza la sua attività canora, e disertò le sale di incisione ufficiali.
Tuttavia egli nello stesso lasso di tempo si produsse anche in una serie di
incisioni amatoriali, riversando su nastro magnetico delle sue personali
interpretazioni di brani già portati al successo da altri artisti dell'epoca.
Solitamente egli interpretava tali brani accompagnandosi con il pianoforte, e
personalizzandoli con l'apporto del suo stile. Tali interpretazioni, di cui
permangono tracce fonografiche di mediocre o pessima qualità, sono state
successivamente riversate su vinile, allo scopo di commercializzare dei bootleg,
contenenti appunto tali incisioni. Fra di essi spicca quello contenente una
particolare versione fornita dal cantante di un brano portato qualche anno prima al
successo da un celebre gruppo doo-wop americano, The Penguins, dal titolo Heart
Angel.[74]

L'avvio della carriera cinematografica

Locandina del film Il delinquente del rock and roll (Jailhouse Rock)

Locandina del film La via del male (King Creole)

Elvis in una foto promozionale per il film Il delinquente del rock and roll
(Jailhouse Rock, 1957)
Convinto anche delle potenzialità di attore del suo assistito, il colonnello Parker
si attivò, sfruttando tutte le sue conoscenze, allo scopo di inserire il cantante
nei vari circuiti cinematografici. Egli sollecitò l'esecuzione di una serie di
provini, che vennero effettuati presso gli studi della Paramount Pictures, e
diedero tutti un esito complessivamente soddisfacente, tanto che il famoso
produttore Hal B. Wallis firmò con il cantante un contratto di esclusiva per
poterlo avere fra i protagonisti dei suoi film.[75] Il contratto con la casa
cinematografica Paramount Pictures vincolava il cantante per un periodo di sette
anni, ed egli cominciò a lavorare stabilmente per la stessa in qualità di attore
protagonista.

Nel biennio compreso fra il 1956 e il 1958 egli prese parte alla lavorazione di
quattro pellicole, diretto da registi come Robert Wise e Michael Curtiz, e sino
alla data della sua partenza per lo svolgimento del servizio militare, che lo
costrinse a interrompere la sua carriera cinematografica, girò nell'ordine i
seguenti film: Love Me Tender (Fratelli rivali, 1956), Loving You (Amami
teneramente, 1957), Il delinquente del rock and roll (Jailhouse Rock, 1957,
solitamente considerato dai suoi fan il suo film più riuscito) e La via del male
(King Creole, 1958).[76]

Pochi critici cinematografici all'epoca plaudirono alle doti del cantante che era
diventato un novello attore, mentre la maggioranza di essi accolse le pellicole
sopra elencate freddamente e non lesinò aspri rimproveri all'interprete principale,
reo secondo gli stessi di possedere pessime qualità recitative. Dopo l'esordio del
film Love Me Tender, la rivista cinematografica Reporter così si espresse nei
confronti dello stesso: "Costui è un ragazzino osceno, ed è solo capace di
ondeggiare vacillando tra un grido e un gemito". Tuttavia le pellicole in questione
ottennero un riscontro di carattere commerciale ampiamente positivo, contribuendo a
consolidare a livello internazionale la fama del cantante, e sono considerate dai
suoi fan un oggetto di culto, in quanto legate al suo "periodo aureo", quando negli
anni cinquanta egli fece il suo esordio sulle scene come rocker.[76]
Il cantante era fotogenico e dotato di presenza scenica, ma il colorito della sua
carnagione, tendente al pallido, e i suoi capelli rossastri mal si conciliavano con
le esigenze del "technicolor", sicché i visagisti hollywoodiani, allo scopo di
porre rimedio a tale lacuna, intervennero decisamente sul suo look,
rivoluzionandolo completamente. A partire dalla lavorazione della seconda pellicola
che interpretò, egli cominciò a tingersi i capelli di nero corvino, cominciando nel
contempo a sfoggiare occhi bistrati e un colorito terreo, dovuto ai pesanti make-up
ai quali si sottoponeva, e mantenne tali consuetudini per il resto dei suoi giorni,
interrompendole solamente, per cause di forza maggiore, durante lo svolgimento del
servizio militare.[76] Degno di nota il fatto che all'epoca il cantante,
interpellato dai giornalisti a proposito delle motivazioni che lo avevano spinto a
intraprendere la nuova carriera di attore cinematografico, così si espresse: «Si sa
che i cantanti vanno e vengono, ma se sei un bravo attore, allora puoi durare a
lungo...».

Il servizio militare

Elvis in una foto scattata durante lo svolgimento del servizio militare


Il 20 dicembre 1957, mentre stava partecipando alla lavorazione del film La via del
male (King Creole), il cantante venne chiamato allo svolgimento del servizio
militare: ciò ovviamente sconvolse i piani e i progetti a breve scadenza che il
colonnello Parker stava elaborando per la sua carriera e conseguentemente egli
cercò di ottenere un rinvio della partenza.[6] Il tentativo ebbe successo ed Elvis
ottenne allora una particolare dispensa dai comandi militari che gli consentì di
posticipare la data della chiamata alle armi. In tal modo riuscì a portare a
termine la lavorazione della pellicola; il 24 marzo 1958 dovette comunque
presentarsi presso il locale distretto militare per la visita di leva.[77] Il
colonnello colse l'occasione per trasformare l'avvenimento in un evento mediatico,
e ogni singola fase della visita di leva del cantante, del suo successivo
arruolamento nell'esercito statunitense, che avvenne nel distaccamento militare di
Fort Chaffee, nell'Arkansas, della sua assegnazione alla "Scuola di addestramento
carristi" nel Texas, e del suo successivo arrivo a Brema, in Germania, il 1º
ottobre 1958, venne ripresa, documentata e data in pasto ai mezzi d'informazione.
[78]

Il cantante venne arruolato tra le file dei militari statunitensi di stanza a


Friedberg, nelle truppe di occupazione che stazionarono nel territorio tedesco per
più di un ventennio dopo la fine della seconda guerra mondiale, come carrista, e
accettò con molta umiltà il cambiamento del suo stile di vita, rifiutando i
benefici derivanti dal suo status di celebrità.[79]

Sempre a causa del servizio militare il cantante dovette rimanere lontano dalle
scene per due anni; durante quel periodo, ponendo in atto un'accorta politica
commerciale il colonnello Parker riuscì a mantenere inalterato l'interesse che il
pubblico nutriva per il suo assistito, creando nel contempo un'atmosfera di attesa
per il suo futuro rientro in patria.[80] Il cantante apprese poi del decesso
dell'adorata madre, Gladys, che già da tempo manifestava gravi problemi di salute,
avvenuta il 14 agosto del 1958, all'età di soli 46 anni, a causa di una grave
epatite, e l'avvenimento contribuì a gettarlo in un grave stato di prostrazione.
[81]

Durante il periodo della permanenza in Germania Ovest, il cantante si appassionò


alle arti marziali e in modo particolare al karate, tanto che con il tempo si
perfezionò in quest'arte.[82] In quel periodo Elvis prese l'abitudine di assumere
farmaci stimolanti, quali la benzedrina, e ciò sancì il nascere di un'abitudine che
con il passare del tempo si radicò in lui in misura sempre maggiore, diventando
successivamente una grave forma di dipendenza.[83] Durante un'intervista che
concesse posteriormente al suo congedo, il cantante così si espresse: «I due anni
sotto le armi mi hanno fatto riflettere. La noia è una grande madre di virtù».[84]

Gli anni sessanta


Il ritorno
Al suo rientro negli Stati Uniti, il cantante fu assalito dai giornalisti e,
nonostante da un lato palesasse atteggiamenti da divo, dall'altro egli concesse una
serie di interviste, producendosi in quei frangenti in atteggiamenti docili e
remissivi, con l'intento di fornire loro l'immagine di un individuo modesto,
responsabile e assennato, che non si era montato la testa a causa della fama
raggiunta.[85] All'inizio degli anni sessanta nella musica i tempi stavano
cambiando poiché le nuove rock band avevano ormai invaso il mercato e i teenager,
che sin dagli albori della carriera di Elvis avevano sempre rappresentato la sua
fetta di sostenitori più accaniti, cominciarono a dirottare il loro interesse verso
i nuovi idoli musicali del momento come i Beatles, i Beach Boys e i Rolling Stones:
questo stato di cose finì inevitabilmente per esercitare delle influenze anche
sull'evolversi della sua carriera.[86]

Dopo il ritorno dal servizio militare, avvenuto nel 1960, il cantante dimostrò alle
persone che gli gravitavano intorno di essere cambiato a livello caratteriale: il
primo effetto di questa metamorfosi fu la sua tendenza a mostrarsi sempre più
diffidente nei rapporti con la gente e la conseguenza di questo suo atteggiamento
fu il formarsi attorno alla sua persona di una barriera impenetrabile, composta da
una folta schiera di parenti, amici, guardie del corpo e di opportunisti "yes men".
[87]

La Memphis Mafia
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Memphis
Mafia.
Con il passare del tempo la ristretta cerchia di persone con la quale il cantante
amò circondarsi costantemente fino alla fine dei suoi giorni cominciò a essere
identificata con l'appellativo di "Memphis Mafia".

Dopo il decesso del cantante, in difesa della "Memphis Mafia", un membro della
stessa, Marty Lacker, così si espresse: «Presley era l'artefice del suo destino,
era lui il capo [...] Se non fossimo stati in giro, sarebbe morto molto tempo
prima».[88] Larry Geller diventò il parrucchiere personale del cantante a partire
dal 1964 e, a differenza di altri membri della "Memphis Mafia", era molto
interessato a questioni di natura spirituale e non solo a quelle di rilevanza
prettamente economica. Larry ricorda come, sin dal primo colloquio che intrattenne
con il cantante, quest'ultimo si aprì e si confidò con lui, mettendolo al corrente
dei suoi più reconditi pensieri, e contemporaneamente della vera natura delle ansie
interiori che lo tormentavano, esprimendosi all'epoca nel modo seguente: «Voglio
dire, ci deve essere uno scopo [...] ci deve essere un motivo... un motivo per cui
ho scelto di essere Elvis Presley... Giuro su Dio, nessuno sa quanto io mi senta
solo, vuoto è come mi sento veramente dentro»[89]

In seguito qualche anno dopo Geller prese l'abitudine di rifornire il cantante di


un cospicuo quantitativo di libri che trattavano di religione e di misticismo, che
il cantante leggeva voracemente durante le pause dei faticosissimi e incessanti
tour.[89] Coloro i quali entravano a fare parte del ristretto organico della
"Memphis Mafia", che il cantante definiva affettuosamente "The Guys" (I ragazzi),
lo circondavano con ogni tipo di attenzione, cercando di esaudire ogni suo
desiderio, allo scopo di entrare nelle sue grazie, e ottenere in seguito indubbi
vantaggi. Questa cerchia di persone, se da un lato nel corso degli anni lo protesse
con ogni mezzo a sua disposizione da una qualsiasi influenza che essa reputasse
indesiderabile, dall'altro gli impedì di potere intrattenere rapporti sani e
costruttivi con il reale mondo esterno.[90]

Risultato del nuovo atteggiamento che il cantante pose in atto a partire da quel
periodo fu l'usanza di affittare al completo un enorme locale, un grande teatro o
un intero Luna park, per poterci poi trascorrere una serata esclusiva, in compagnia
dei soli membri del suo entourage, cautelato in ogni modo da quella che era
considerata la pedante e inopportuna presenza di persone estranee al giro delle sue
amicizie e frequentazioni abituali; sempre nel corso dello stesso periodo Elvis
maturò anche un notevole interesse per alcune particolari scienze, quali la
numerologia e l'esoterismo: in conseguenza di ciò ben presto la sua biblioteca
personale si arricchì rapidamente di un notevole numero di testi che trattavano di
tali argomenti.[91] Degno di nota il fatto che verso la fine degli anni sessanta la
situazione del cantante in effetti fosse già assimilabile a quella di un quasi
recluso e ciò può in parte giustificare la spinta di natura interiore che nel corso
degli anni successivi lo spinse a cercare, con incredibile frequenza, il contatto
diretto con il pubblico.[92]

Il rientro sulle scene


Gli inizi del nuovo decennio furono problematici poiché la morte della madre
Gladys, avvenuta mentre svolgeva il servizio militare ancora in patria, lo aveva
gettato in un profondo stato di prostrazione, del quale pativa ancora le
conseguenze. Degno di nota il fatto che i suoi più accreditati biografi abbiano
sempre posto l'attenzione sul particolare rapporto che lo legava a essa, sostenendo
che egli fosse legato alla stessa da un rapporto particolarmente intenso, e che la
sua perdita sia stato per lui un colpo terribile.[93] Nel corso del 1960, il
concretizzarsi di un'operazione di carattere meramente commerciale attuata dal suo
manager, sortì come effetto la partecipazione del cantante in qualità di ospite
allo show televisivo del quale Frank Sinatra era il conduttore, benché quest'ultimo
non avesse mai nascosto in passato la profonda avversione che nutriva per quello
che era stato definito dai media di allora il "cantante del secolo".

Sinatra in effetti aveva attaccato il cantante in diverse occasioni, anche


pubblicamente, tanto che qualche tempo prima, interpellato dai giornalisti sulla
figura dell'allora ancora emergente artista egli si era così espresso: « [...] La
sua musica è fatta da deficienti che cantano testi maliziosi, lascivi, per parlare
chiaramente: sporchi. Ha finito con il diventare la marcetta di ogni furfante sulla
faccia della terra. È la più brutale, brutta, disperata, perversa forma di
espressione che io abbia avuto la sfortuna di ascoltare...».[94] A ogni modo la
partecipazione allo show televisivo, definito a causa della presenza del cantante
il Welcome Home Elvis (Bentornato a casa Elvis), gli diede comunque la possibilità
di riprendere il contatto con il pubblico, e riacquistare la visibilità di cui
godeva prima della sua partenza, avvenuta a causa dell'adempimento dei suoi
obblighi di leva.[95]

Egli si presentò allo show pochi giorni dopo essere rientrato dal servizio militare
e si esibì cantando accompagnato dal quartetto vocale dei Jordanaires, un brano
intitolato Fame and fortune, un lento, caratterizzato dalla struttura musicale del
terzinato, tipica di molti brani commercializzati all'epoca, e un brano dal titolo
Stuck On You, decisamente più veloce e ritmato. Successivamente egli si esibì in un
duetto vocale in coppia con Sinatra, interpretando una versione arrangiata seguendo
i dettami dello stile tipico di quest'ultimo brani quali quello intitolato Love Me
Tender (che era stato il motivo conduttore inserito nella colonna sonora della
prima pellicola interpretata dal cantante, "Fratelli rivali") e quello intitolato
Witchcraft (un successo di Sinatra risalente al 1957).

Il successo che arrise allo show televisivo fu notevole e, durante lo svolgimento


dello stesso, il cantante si produsse in un'esibizione vocalmente impeccabile, ma
dalla quale inevitabilmente traspariva un radicale cambiamento di stile e di
immagine, in quanto egli non appariva più lo scatenato e aggressivo rocker di un
tempo, ma un cantante molto più mieloso e sdolcinato.[96] Risale a quel periodo la
pubblicazione di alcuni singoli che ottennero un enorme successo, quali Are You
Lonesome Tonight? (Ti senti sola stanotte?), il rifacimento di un vecchio brano
degli anni venti, caratterizzato dalla presenza di un lungo inciso parlato, e il
riadattamento di due classici della canzone napoletana, It's Now or Never ('O sole
mio) e Surrender (Torna a Surriento).[97] Nel 1961 il singolo intitolato Wooden
Heart raggiunse la prima posizione nella classifica Official Singles Chart, e lo
mantenne consecutivamente per sei settimane.

La tipologia di quei brani, e gli arrangiamenti che vennero studiati durante la


loro incisione allo scopo di ottimizzare il prodotto finale contribuirono a mettere
in risalto le qualità vocali del cantante, ma i singoli che ne vennero tratti erano
classificabili comunque come un prodotto agli antipodi di quel particolare spirito
pionieristico e innovativo che lo aveva animato quando egli era ancora agli albori
della sua carriera, e che aveva contribuito al contraddistinguere in modo peculiare
i primi dischi incisi sotto l'egida della Sun Records, nonché al nascere del suo
successo.[98] A proposito della sua voce, il cantante all'epoca così si espresse:
«Non mi faccio illusioni. La mia voce, di per sé, è una voce molto ordinaria. La
gente viene a vedere solo come la uso, e se dovessi starmene fermo mentre canto mi
sentirei morto [...] Potrei tornarmene a fare il camionista...».[64]

La vita sentimentale negli anni sessanta


I suoi più accreditati biografi e il gossip imperante all'epoca, nel corso degli
anni sessanta, oltre che la relazione "ufficiale" con la sua fidanzata "storica"
Priscilla Beaulieu, la donna che verso la fine del decennio divenne sua moglie,
attribuirono al cantante svariate relazioni di carattere sentimentale,
principalmente con le attrici con le quali collaborava durante la lavorazione della
lunga serie di pellicole che girò nel corso del decennio. Fra di esse, in ordine
cronologico, si possono ricordare le più importanti, vale a dire quelle che egli
avrebbe intrattenuto con:

l'attrice Juliet Prowse, sua partner femminile durante la lavorazione del film
intitolato Cafè Europa, girato nel 1960, dopo il rientro negli Stati Uniti, e che
altro non era se non la sublimazione romanzata ed edulcorata dei ricordi di vita
militare del cantante.
l'attrice Ursula Andress, famosa "Bond girl", che fu la sua partner femminile
durante la lavorazione del film intitolato Fun in Acapulco, girato nel corso del
1963.
la show-girl Ann-Margret, che fu la sua partner femminile durante la lavorazione
del film intitolato Viva Las Vegas, girato nel 1964.
la cantante e attrice Shelley Fabares, che fu la partner femminile del cantante
durante la lavorazione di alcune pellicole, girate nel corso della seconda metà
degli anni sessanta.
La ripresa e la prosecuzione della carriera cinematografica
La locandina originale di un film girato da Elvis negli anni sessanta, Girls!
Girls! Girls!

Juliet Prowse ed Elvis Presley in G.I. Blues


Dopo un paio di esibizioni dal vivo effettuate a scopo di beneficenza, avvenute a
partire dal 25 marzo del 1961 all'"Ellis Auditorium" di Memphis, il cantante troncò
nettamente ogni rapporto diretto con il suo pubblico, e decise di sfruttare al
massimo il remunerativo filone cinematografico. Nel corso del decennio successivo
egli interpretò ventinove pellicole, alcune delle quali inedite in Italia, ma fra
di esse solo un'esigua minoranza poteva essere considerata artisticamente valida,
mentre la maggioranza poteva essere classificata alla stregua di "B-movie", di
qualità mediocre, girati in modo approssimativo e in tempi record.[99]

Le trame di questi film erano solitamente banali e tutte molto simili tra loro
poiché, salvo rarissime eccezioni, l'interprete principale rivestiva sempre il
ruolo dell'eroe canterino della situazione, il tutto condito dalla presenza della
graziosa fidanzatina di turno, da un numero imprecisato di procaci fanciulle, da
magnifici scenari esotici, da qualche scazzottata, dalla quale egli usciva
immancabilmente vincente, e da un certo variabile quantitativo di canzoncine
melense e insignificanti.[99] Nonostante ciò, i film spesso registravano resse al
botteghino e sino alla metà del decennio incassarono bene, poi il filone di quelli
che venivano definiti "Presley movies" iniziò a manifestare segni di stanchezza e
verso la fine del decennio la situazione precipitò.

Il pubblico, stanco della banalità delle trame, che viaggiava di pari passo con
quella delle colonne sonore, cominciò a disertare le sale cinematografiche quando
si proiettavano le pellicole girate dal cantante e ciò ovviamente si riflesse
negativamente sui loro incassi e, di conseguenza, anche sulla sua carriera
cinematografica. A proposito della mediocrità e della pochezza delle pellicole alla
realizzazione delle quali il cantante collaborava in quel periodo, egli così si
espresse: «L'unica cosa peggiore che dovere guardare un brutto film è averci
recitato...».[100] Rappresentarono comunque un'eccezione a quella che ormai da anni
era diventata l'applicazione di una norma consolidata le due pellicole girate dal
cantante nel corso del 1968, intitolate rispettivamente Stay Away, Joe e Live a
little, Love a little (entrambe inedite in Italia), così come le tre girate nel
corso del 1969, intitolate rispettivamente Charro! (Un uomo chiamato Charro), The
Trouble with Girls (Guai con le ragazze) e Change of Habit (inedito in Italia).

I ruoli che il cantante ricopriva in queste pellicole erano meno banali e scontati
rispetto a quelli che aveva interpretato in precedenza, e tale caratteristica era
condivisa con le loro trame. Tuttavia tali pellicole, pur migliori di quelle che le
avevano precedute, non riuscirono a risollevare compiutamente le sorti della sua
vacillante carriera cinematografica, poiché il pubblico e la critica le accolsero
tiepidamente, e ciò si tradusse in mediocri riscontri di natura commerciale. Nel
corso della sua carriera cinematografica, Elvis lavorò con una lunga serie di
attori, alcuni famosi come, in ordine alfabetico, Arthur o' Connell, Bill Bixby,
Cesare Danova, Charles Bronson, Dean Jones, Gary Lockwood, Gig Young, James
Gleason, James Shigeta, John Mc Intire, Mickey Shaugnessy, Paul Lucas, Richard
Egan, Robert Redford, Steve Forrest e Vincent Price.

Volgendo l'attenzione alle partner femminili, invece, si possono citare Angela


Lansbury, Annette Day, Anne Helm, Ann-Margret, Barbara Eden, Barbara Stanwyck,
Carolyn Jones, Dolores Hart, Debra Paget, Dodie Marshall, Dolores del Río, Elsa
Cárdenas, Elsa Lanchester, Glenda Farrell, Hope Lang, Ina Balin, Ivonne Craig,
Ivonne Romain, Joan Blackman, Joan Freeman, Judy Tyler, Juliet Prowse, Lizabeth
Scott, Lola Albright, Mary Tyler Moore, Nancy Sinatra, Schelley Fabares, Stella
Stevens, Suzanna Leigh, e Ursula Andress.

Alcuni critici cinematografici concordano sul fatto che egli avesse una certa
propensione alla recitazione, ma che gli furono sempre affidati ruoli assai poco
favorevoli a fare emergere le sue doti di attore.[101] Il cantante fu scelto da
Barbra Streisand per recitare nel film È nata una stella, ma le richieste
esageratamente esose del colonnello Parker impedirono che ciò avvenisse e la stessa
cosa accadde anche dopo le sue candidature ad altri due film di notevole spessore:
La gatta sul tetto che scotta nel ruolo che fu di Paul Newman e Un uomo da
marciapiede, parte che poi andò a Jon Voight.

I collaboratori del cantante negli anni sessanta


Negli anni sessanta Elvis, oltre che del supporto dei suoi collaboratori abituali,
si avvalse della collaborazione di musicisti fra i quali si possono ricordare i
pianisti Floyd Cramer e Aurhus Robbins, i chitarristi Hank Garland, Grady Martin,
Harold Dradley, Ray Edenton, Pete Drake (specialista della steel guitar) e Charlie
Hodge (quest'ultimo membro anche della Memphis Mafia), i sassofonisti Justin Gordon
e Boots Randoph, il bassista Bob Moore, il percussionista Buddy Harman, i coristi
appartenenti al gruppo vocale Anita Kerr Singers, la corista Millie Kirkham e il
violinista Tommy Jackson. Questi musicisti, che già da tempo si erano costruiti
un'ottima reputazione nell'ambito musicale dell'epoca, collaborarono con il
cantante sia durante la lavorazione dei brani dai quali furono tratti i singoli e
gli album pubblicati nel corso del decennio, sia durante la lavorazione delle
colonne sonore delle pellicole alle quali egli partecipò nello stesso periodo.[102]

Il matrimonio

Elvis e Priscilla con Lisa Marie, febbraio 1968


Dopo quasi dieci anni di fidanzamento, il 1º maggio del 1967, il cantante convolò a
nozze con la donna che da quasi dieci anni era assurta al ruolo di sua "fidanzata
ufficiale", Priscilla Presley, e il tutto accadde durante lo svolgimento di una
cerimonia privata alla quale furono invitati e parteciparono un ristretto gruppo di
persone, formato dalle rispettive famiglie e dagli amici di vecchia data della
coppia, presso l'albergo denominato Aladdin Hotel, nella città di Las Vegas. Circa
nove mesi dopo, il 1º febbraio 1968, nacque Lisa Marie: i suoi più accreditati
biografi pongono spesso l'accento sul fatto che egli nutrì per tutto il corso della
sua esistenza una vera e propria forma di adorazione per la figlia, con la quale
ebbe un bellissimo rapporto fino alla morte.[103]

Lisa Marie Presley, figlia di Elvis. È stata sposata, dal 1994 al 1996, con Michael
Jackson.
I suoi fan più accaniti hanno sempre considerato l'ex moglie del cantante come la
principale responsabile del profondo stato di prostrazione in cui egli, a causa
dell'avvenuta separazione, sprofondò. Secondo costoro il verificarsi di tale
situazione fu anche la causa primaria del successivo pauroso incremento del consumo
di psicofarmaci che il cantante, nel tentativo di combattere lo stato depressivo
che lo affliggeva, proprio a partire da quel periodo, pose in atto: tale
comportamento lo condusse in un primo tempo rapidamente verso la dipendenza dagli
stessi e successivamente al disfacimento psicofisico che divenne così evidente,
anche a livello esteriore, a partire dalla seconda metà degli anni settanta.

Il "68 Comeback Special"


Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: NBC-TV
Special.
Complice sia l'evolversi dei gusti del pubblico, sia il progressivo scadere dal
punto di vista qualitativo delle trame e delle colonne sonore dei film che
interpretava che all'epoca rappresentavano, salvo rare (e talvolta lodevoli)
eccezioni, la quasi totalità della sua produzione discografica, il cantante per la
prima volta dall'inizio della sua carriera dovette misurarsi con gli esiti di un
netto calo di popolarità. Il suo manager si vide allora costretto a prendere in
esame una serie di alternative, allo scopo di tentare di rinvigorire l'ormai
vacillante immagine del suo assistito.[104] Il colonnello Parker vagliò dunque una
serie di opzioni possibili e fra le soluzioni prospettate venne presa in
considerazione quella di fare abbandonare al cantante la stantia carriera
cinematografica e riprendere le esibizioni su di un palcoscenico.

Tale ipotesi si concretizzò nella successiva organizzazione di uno show televisivo


di carattere natalizio, nel quale Elvis avrebbe rivestito il ruolo di ospite
d'onore, cogliendo il pretesto per riproporsi davanti al pubblico nelle vesti di
cantante e non più in quelle di attore.[105] Lo Show in questione venne prodotto
dalla rete televisiva NBC e alla sua realizzazione collaborò attivamente un giovane
regista, Steve Binder, già noto per avere realizzato dei documentari di successo
sul mondo del rock and roll, che aveva manifestato l'intenzione di partecipare alla
realizzazione di uno special incentrato sulla figura del cantante.[106]

Elvis nel 1968


Coloro i quali durante il periodo della gestazione dello show collaborarono con
lui, interpellati sull'argomento hanno asserito in svariate occasioni che egli si
dimostrò inoltre molto entusiasta e collaborativo: tale atteggiamento era la
conseguenza diretta del fatto che il cantante era affascinato dall'idea di
rituffarsi negli albori delle sue origini artistiche, che erano rappresentati
principalmente dalle esibizioni davanti a una platea, dunque una forma di contatto
diretto e istantaneo con il pubblico, e non il recitare dietro a una macchina da
presa, che rappresentava una forma di contatto artefatto e differito.[106]

Quello che venne successivamente definito il 68 Comeback Special, che in origine


avrebbe dovuto essere solamente una stereotipata celebrazione del Natale, grazie
all'innovativo apporto delle idee di Binder e di quelle del cantante, che durante
la lavorazione dello show collaborarono tra loro allo scopo di raggiungere un
risultato finale valido artisticamente, entrando spesso in contrasto con le
direttive impartite dal colonnello Parker, diventò invece la celebrazione del suo
ritorno sulle scene come rocker.[107] In quel frangente il cantante curò
maniacalmente la sua immagine e il suo rientro sulle scene, presentandosi al
cospetto del pubblico in perfetta forma fisica. Visibilmente dimagrito e fasciato
da una particolare e sensuale tuta di pelle nera che si ispirava alla più classica
iconografia degli anni cinquanta, il periodo storico durante il quale la sua
presenza si era palesata per la prima volta sulle scene internazionali, si esibì
all'interno di una scenografia che si ispirava nettamente nella struttura ai ring
dentro il quale combattevano i pugili, dando sfogo a tutta la grinta che aveva
dovuto reprimere in tutti gli anni in cui si era dedicato alla recitazione,
regalando al pubblico uno spettacolo eccellente.[108]
Egli, durante lo svolgimento dello spettacolo, esordì interpretando, accompagnato
dall'orchestra e utilizzando coreograficamente la sua chitarra, un medley dei suoi
vecchi successi, abbinati con brani di fattura più recente, quali Trouble (un pezzo
che era stato a suo tempo incluso nella colonna sonora di uno delle prime pellicole
girate dal cantante nell'anno 1957, La via del male), e Lawdy Miss Clawdy, nonché
Guitar Man, e Baby, What You Want Me To Do.[109] Dopo di che si propose quindi
nell'esecuzione, riarrangiata in modo orchestrale, di quelli che rappresentavano da
sempre i suoi classici, quali Heartbreak Hotel, Hound Dog, All Shook Up, Can't Help
Falling in Love, Jailhouse Rock, Don't Be Cruel, Blue Suede Shoes e Love Me Tender.

Seguì quindi l'interpretazione di alcuni brani gospel e spiritual, quali Where


Could I Go But The Lord, Up Above My Head, e Saved.[109] Successivamente il
cantante, sfruttando il loro accompagnamento e imbeccato dagli stessi Scotty Moore
e D.J. Fontana, coloro i quali rappresentavano quanto rimaneva del gruppo che lo
aveva accompagnato durante la sua scalata al successo nel corso degli anni
cinquanta si produsse nell'interpretazione di brani quali Baby, What You Want Me To
Do, That's All Right (Mama), Blue Christmas, One Night, Tiger man, e Trying To Get
To You. Spesso egli interruppe l'esecuzione dei brani e assieme a loro rimembrò,
commentandole, le circostanze che avevano consentito l'avvio della sua fortunata
carriera artistica, ironizzando anche sull'evolversi della sua carriera
cinematografica.

Seguì l'interpretazione di un brano melodico, dal titolo Memories, e la successiva


interpretazione di un ultimo medley composto da brani quali Nothingville, Big Boss
Man, Let Yourself Go, It Hurts Me, Guitar Man, Little Egypt e Trouble.[110] Degno
di nota anche il brano intitolato If I Can Dream, scritto appositamente per lui,
interpretato dal cantante come brano di chiusura dello show, che fu accolto
favorevolmente a livello di responso commerciale e che contribuì a fare tornare il
nome del cantante nelle zone alte delle varie classifiche, circostanza questa che
non si verificava più da tempo.[111] Il notevole successo che arrise allo show
rinnovò nel cantante il desiderio di dedicarsi alla produzione di musica di qualità
e, spinto da tale motivazione, decise di ritornare nella città di Memphis e di
chiudersi in uno studio di incisione, allo scopo di effettuare una lunga serie di
sedute di registrazione.[112]

Elvis, influenzato positivamente dall'atmosfera che si era creata attorno alla sua
persona e dalla valenza artistica dei suoi nuovi collaboratori (autori,
strumentisti e coristi), si dedicò con professionalità alle sedute di
registrazione: i risultati non si fecero attendere e il frutto di tutto questo
lavoro furono due album, i quali vennero accolti positivamente sia dalla critica
sia dal pubblico, contenenti una serie di canzoni eccellenti. Tali album, Back In
Memphis e From Elvis in Memphis, contenevano canzoni quali In the Ghetto e
Suspicious Minds (di quest'ultima un gruppo che raggiunse una certa notorietà negli
anni ottanta, i Fine Young Cannibals, produsse una cover, che ottenne un buon
riscontro commerciale), che furono successi discograficamente notevoli, e
contribuirono a fare ritornare il nome del cantante tra quelli che occupavano i
primi posti delle varie classifiche di vendita, cosa che non accadeva dalla prima
metà degli anni sessanta.[113]

La produzione discografica degli anni sessanta


A partire dall'inizio del decennio e per tutto il corso dello stesso, la produzione
discografica dell'epoca fu incentrata soprattutto sulla pubblicazione di album
contenenti le colonne sonore delle pellicole interpretate dal cantante, tanto che
durante lo scorrere di quel periodo vennero commercializzati circa una trentina di
dischi, che almeno per tutta la prima metà degli anni sessanta riscossero un
notevole successo di vendite, in assonanza con l'ottimo responso commerciale
ottenuto all'epoca dalle pellicole dalle quali venivano tratti i brani che ne
costituivano il contenuto. Fra di essi si possono ricordare l'album contenente la
colonna sonora della pellicola intitolata G.I. Blues (Cafè Europa), girata nel
1960, e l'album contenente la colonna sonora della pellicola intitolata Blue
Hawaii, edita l'anno seguente.

Elvis insieme al produttore discografico Felton Jarvis


A partire dalla seconda metà del decennio, complice il gradimento molto inferiore
ottenuto dalle pellicole interpretate dal cantante, la situazione cambiò
radicalmente e gli album tratti dalle loro colonne sonore raggiunsero molto più
raramente buoni piazzamenti o lunghe permanenze nelle zone alte delle varie
classifiche. Sempre a partire dall'inizio del decennio vennero poi commercializzati
una serie di album incisi in studio contenenti brani di recente fattura,
artisticamente validi, quali quelli intitolati rispettivamente Elvis Is Back!,
pubblicato nel 1960, Pot Luck with Elvis, pubblicato nel 1962 e Something for
Everybody, rilasciato l'anno successivo. Tali album tuttavia non raggiunsero i
risultati di vendita concretizzati da quelli contenenti i brani tratti dalle
colonne sonore dei film.

Queste evidenze commerciali spinsero successivamente il cantante a ridurre


drasticamente la pubblicazione di album incisi in studio, e dedicarsi quasi
esclusivamente alla pubblicazione di album contenenti brani che componevano la
colonna sonora dei film che egli allora interpretava con un ritmo serrato. Merita
poi particolare menzione l'album contenente unicamente brani di musica gospel His
Hand in Mine, pubblicato nel 1960, che raggiunse buoni piazzamenti nelle varie
classifiche, e che fu il primo dei tre album contenenti brani di musica "sacra"
pubblicati dal cantante nel corso della sua carriera. Verso la fine del decennio,
proprio quando ormai da tempo gli album prodotti incidendo brani tratti dalle
colonne sonore dei film non riuscivano più a raggiungere risultati commerciali
degni di nota, raggiunsero dei buoni piazzamenti nelle varie classifiche album
quali quello contenente la colonna sonora dello special televisivo definito il 68
Elvis Cameback Special e i successivi, intitolati rispettivamente Back In Memphis e
From Elvis in Memphis.

Sempre nel corso del decennio in questione vennero poi pubblicati alcuni album di
carattere antologico, quali gli album dal titolo Elvis' Golden Records Volume 3,
Elvis for Everyone! e infine Elvis' Gold Records Volume 4, che contenevano raccolte
di brani già pubblicati in precedenza dal cantante e che raggiunsero dei discreti
piazzamenti nelle varie classifiche. I singoli che nel corso del decennio
raggiunsero i migliori risultati a livello commerciale furono quelli intitolati Are
You Lonesome Tonight?, It's Now or Never, e Surrender, pubblicati nel corso del
biennio comprendente gli anni 1960 e 1961.

La ripresa delle esibizioni dal vivo


Rassicurato dal successo ottenuto dallo show televisivo, il colonnello Parker
valutò i possibili sviluppi che potevano derivare dalla ripresa delle esibizioni
dal vivo e giunse alla conclusione che quella era la strada da perseguire allo
scopo di rinvigorire la popolarità del suo assistito. Successivamente egli si
attivò allo scopo di procurargli una serie di ingaggi, mentre il cantante dal canto
suo si adoperò per creare un'orchestra che lo supportasse nell'esecuzione del suo
rientro sulle scene e nel giro di qualche mese ne costituì l'organico, seguendo in
modo particolare i consigli e le direttive di James Burton, il suo nuovo
chitarrista.

I membri di quella che sarebbe stata successivamente denominata la TCB Band, il


gruppo che lo avrebbe accompagnato per tutti i futuri tour degli anni settanta,
divennero il bassista Jerry Scheff, il batterista Ronnie Tutt, il chitarrista
ritmico John Wilkinson e il pianista Glenn D. Hardin, che a partire dal 1976 venne
rimpiazzato da Larry Muhoberac. Gli sforzi del suo manager vennero invece coronati
dalla firma di un importante contratto di esclusiva con l'International Hotel di
Las Vegas, il quale ovviamente sanciva la disponibilità del cantante a effettuare
una lunga serie di esibizioni, che si sarebbero successivamente svolte sul
palcoscenico allestito presso lo stesso.

Gli anni settanta

Richard Nixon ed Elvis nello Studio Ovale alla Casa Bianca


Verso la fine del 1970 Elvis si attivò allo scopo di ottenere un colloquio con
l'allora presidente degli Stati Uniti Richard Nixon: la richiesta che egli avanzò
venne accolta e il 21 dicembre dello stesso anno egli si recò alla Casa Bianca, in
visita a "Tricky Dick". In concomitanza con l'avvenimento e allo scopo di
solennizzarlo, vennero ovviamente scattate numerose istantanee, che lo ritraggono
mentre dialoga con lui nel celebre Studio Ovale. La Biblioteca presidenziale Nixon
Library & Birthplace, con sede a Yorba Linda in California, vende le copie di tali
istantanee, naturalmente corredate dalla didascalia «The President & The King».
Inoltre egli, che da sempre subiva il fascino delle armi e delle uniformi, riuscì a
raggiungere un obiettivo che inseguiva da tempo poiché, con la piena approvazione
del presidente Nixon, venne nominato a tutti gli effetti un agente dell'F.B.I.,
sezione narcotici.[114]

La carriera concertistica
Presley cominciò il nuovo decennio producendosi in una seconda serie di spettacoli
alla quale si dedicò con continuità per circa un mese, nell'arco di tempo compreso
tra 26 gennaio e il 23 febbraio del 1970, sempre sul palco dell'International Hotel
di Las Vegas. Il cantante curò attentamente il suo aspetto fisico, raggiungendo un
giro vita da 32 pollici,[115] e il suo look, cercando di rinnovarlo e adeguarlo ai
tempi che si stavano evolvendo e adottando abiti jumpsuit disegnati da Bill Belew e
poi divenuti iconici.[116] Durante lo svolgimento delle sue performance, com'era
già accaduto nel corso dell'attività concertistica negli anni cinquanta, Presley
divenne l'oggetto di manifestazioni di isteria collettiva testimoniate nel
documentario Elvis: That's the Way It Is, prodotto in quel periodo. All'epoca il
cantante, interpellato a proposito delle questioni inerenti alle nuove tendenze che
si stavano affermando in campo musicale, così si espresse: «La musica è molto
migliorata negli ultimi anni. I suoni sono migliori, i musicisti sono migliori. […]
Conoscete i Beatles e i Byrds… a il rock 'n' roll, fondamentalmente, si basa sul
gospel e il rhythm and blues».

Da ricordare la stretta amicizia che in quel periodo egli strinse con il cantante
gallese Tom Jones, che aveva raggiunto la notorietà internazionale durante lo
svolgimento di un tour attraverso varie località degli Stati Uniti, calcando anche
i palcoscenici di Las Vegas, e dal quale egli mutuò alcuni degli atteggiamenti che
quest'ultimo adottava quando si esibiva sul palco.[117] Fu proprio Las Vegas, la
città che circa una quindicina di anni addietro era stata la testimone di uno dei
maggiori insuccessi giovanili del cantante, poiché all'epoca il sofisticato
pubblico che affollava i suoi esclusivi locali aveva dimostrato di non apprezzare
assolutamente gli atteggiamenti in cui egli si produceva durante le sue esibizioni,
il luogo presso il quale si concretizzò la sua rinascita artistica. Elvis, da quel
momento in poi, sembrò deciso a volere recuperare tutti gli anni perduti trascorsi
lontano dal pubblico, e nell'arco di sette anni, compreso tra l'anno 1970 e l'anno
1977, si esibì in quasi un migliaio di concerti, raggiungendo una media di una
performance ogni due giorni e mezzo circa. Degno di nota il fatto che tali concerti
inoltre comprendessero solitamente più esibizioni, anche due o tre, che si
svolgevano in diversi orari della stessa giornata.[118]

I collaboratori del cantante negli anni settanta


Il cantante nel corso dello svolgimento del decennio in questione, si avvalse del
fondamentale contributo di un notevole numero di musicisti, fra i quali si possono
ricordare i pianisti Glen D. Hardin e Tony Brown, i chitarristi James Burton, John
Wilkinson, Charlie Hodge (quest'ultimo, membro della "Memphis mafia", svolse spesso
anche la funzione di corista), Chip Young, Bill Sandford, il percussionista Farrell
Morris, il polistrumentista Dennis Lind, le coriste gospel Wendellyn Suits, Dolores
Edgin e Hurshel Wiginton, i bassisti Jerry Sheff e Norbert Putnam, il batterista
Ronnie Tutt, i tastieristi David Briggs, Bobby Emmons e Shane Keister. Questi
musicisti, che già da tempo si erano costruiti un'ottima reputazione nell'ambito
musicale dell'epoca, collaborarono con il cantante sia durante la lavorazione dei
brani dai quali furono tratti i singoli e gli album pubblicati nel corso del
decennio, sia durante lo svolgimento delle esibizioni dal vivo.[119]

Elvis nel 1970


Durante tutto lo svolgersi di quel lungo periodo, il cantante si avvalse poi della
fondamentale collaborazione di Cissy Houston, nota ai più per il fatto di essere la
madre della celebre Whitney Houston, popolarissima negli anni ottanta e deceduta
l'11 febbraio 2012.[120] Qualche anno prima, nel 1963, Cissy Houston aveva fondato
un gruppo vocale tutto al femminile, battezzato con il nome di The Sweet
Inspirations (Le Dolci Ispirazioni), delle quali in quell'epoca aveva fatto parte
anche Dionne Warwick, e che aveva in precedenza già collaborato con artisti quali
Aretha Franklin, Wilson Pickett, Lou Rawls, Otis Redding, The Drifters, Dusty
Springfield, Jimi Hendrix e Van Morrison.

Il cantante si avvalse inoltre in un primo tempo della collaborazione di un


quartetto vocale denominato The Imperial Quartet, e successivamente, a partire dal
1971, della collaborazione di un altro analogo quartetto, quello denominato The
Stamps, capitanato da J. D. Sumner. Tale gruppo, sia pure con alcuni cambi di
formazione, continuò a collaborare con il cantante sino al suo decesso, fungendo da
supporto vocale nel corso delle sue esibizioni per tutto il corso degli anni
settanta.[121] Merita poi una menzione particolare anche Kathy Westmoreland, una
valida corista, la cui carriera artistica era iniziata circa dieci anni prima e che
aveva già collaborato in passato con artisti quali Bobby Darin e Ray Conniff.
Nell'agosto del 1970 venne scritturata come voce soprano nell'organico dei cori che
accompagnavano le interpretazioni del cantante, sia dal vivo sia in studio, e anche
lei continuò a collaborare con lui sino alla morte.[109]

La struttura musicale dei suoi concerti

Elvis in concerto nel 1973


Inizialmente la scaletta musicale dei concerti era stringata, ma con il passare del
tempo si arricchì di un notevole quantitativo di intermezzi, che contribuivano alla
creazione di un'atmosfera di carattere solenne e celebrativo; inoltre, a partire
dal 1971, il via alle esibizioni venne sancito dall'esecuzione orchestrale del
brano di Richard Strauss Così parlò Zarathustra. Con il passare degli anni il tono
degli accompagnamenti orchestrali divenne sempre più elaborato e roboante, mentre
la scaletta musicale subì un limitato numero di variazioni.

Solitamente il cantante iniziava interpretando pezzi di carattere tradizionale, da


tempo entrati a fare parte della cultura musicale popolare americana, quali per
esempio See See Rider, seguita dall'esecuzione di brani che aveva interpretato
all'inizio della sua carriera, quali per esempio That's All Right (Mama), Ready
Teddy, Heartbreak Hotel, Don't Be Cruel, e Jailhouse rock. Normalmente proseguiva
le sue esibizioni interpretando un medley di brani di fattura più recente.

Durante lo svolgimento delle sue esibizioni il cantante era solito presentare al


pubblico i membri della sua band, e intrattenerlo dialogando con loro. Quindi
riprendeva le esibizioni interpretando brani portati a suo tempo al successo da
altri artisti, quali Something dei Beatles, My Way di Frank Sinatra, Welcome to my
world di Marty Robbins.

A partire dal settanta, Elvis iniziò ad arricchire coreograficamente le sue


esibizioni producendosi in mosse di karate, disciplina della quale era un cultore e
ciò, verso la fine della sua carriera, a causa delle condizioni fisiche in cui
versava diede luogo a volte a esiti grotteschi. Inoltre solitamente i vari
presentatori dei concerti annunciavano la fine dell'esibizione e il successivo e
rapido allontanamento dalle scene del cantante pronunciando in tono solenne la
frase «Ladies and gentlemen, Elvis has left the building!» ("Signore e signori,
Elvis ha lasciato il palazzo!").

Sempre a partire da quel periodo, le esibizioni del cantante si arricchirono di


altri singolari intermezzi, che durante il succedersi degli anni assunsero
connotati sempre più pittoreschi. Egli, solitamente verso la fine delle sue
performance, prese l'abitudine di lanciare verso il pubblico gli orpelli che
corredavano i suoi costumi di scena, quali mantelli e sciarpe.

La coreografia dei suoi concerti

Un costume di scena di Elvis risalente al 1976, esposto a Graceland


Da ricordare anche il ruolo di Bill Bellew, un costumista di Los Angeles, che a
partire dal 1968 e fino alla data di decesso del cantante, assurse al ruolo di suo
"costumista ufficiale", e si occupò dei costumi di scena indossati dallo stesso
durante lo svolgimento delle sue esibizioni.[122] Inizialmente i costumi di scena
indossati dal cantante si ispiravano alle tuniche indossate dai karateka e il loro
disegno era semplice e razionale ma, con il passare degli anni, esso divenne sempre
più complesso ed elaborato, tanto che vennero di volta in volta inseriti su di essi
un numero esagerato di guarnizioni decorative di varia foggia, che concorrevano
alla formazione di disegni di natura simbolica.

Tali costumi vennero corredati in seguito ad accessori quali grossi cinturoni,


lunghi e decorati mantelli, e sciarpe particolari, tinte con colori cangianti, che
il cantante lanciava verso il pubblico alla fine delle sue performance. Con il
passare del tempo questi travestimenti ("Jumpsuit" in inglese) finirono per essere
considerati una parte indissolubile della colorita iconografia che ruotava attorno
al personaggio, e a diventare parte integrante della sua immagine. Dopo il decesso
del cantante, i suoi abiti di scena assursero inoltre al ruolo di reliquia e furono
esibiti in giro per il mondo durante le manifestazioni che avevano attinenza alla
sua figura. Successivamente alla sua dipartita alcuni di essi sono stati venduti
durante lo svolgimento di aste a cifre davvero ragguardevoli, mentre gli altri sono
ancora visibili presso quella che fu la sua dimora, Graceland.[13]

L'"Aloha from Hawaii via satellite"


Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Aloha from
Hawaii e Aloha from Hawaii Via Satellite.

Un costume di scena di Elvis risalente al 1969, esposto a Graceland

Una serie di costumi appartenuti a Elvis e da lui utilizzati nel corso della sua
carriera

Pubblicità australiana per lo speciale televisivo Aloha from Hawaii


Era palese il fatto che la ripresa delle sue esibizioni dal vivo aveva contribuito
a rivitalizzare l'immagine del cantante, appannata dalle decine di pellicole
insulse girate nel decennio precedente. Il colonnello Parker, nel tentativo di
sfruttare al meglio l'onda del rinnovato successo, cominciò a pensare di
organizzare una sorta di mega-concerto, del quale ovviamente il cantante sarebbe
stato l'esclusivo protagonista, e tale proposito si concretizzò successivamente
nell'organizzazione di un mega-show, che sarebbe stato trasmesso via satellite in
tutto il mondo.[123] Peculiarità di tale concerto era il fatto che i proventi
ricavati sarebbero stati devoluti in beneficenza e più dettagliatamente l'opera di
beneficenza riguardava la raccolta di fondi da utilizzare per finanziare la ricerca
sul cancro; i fondi raccolti in seguito sarebbero stati devoluti alla tesoreria di
un'associazione benefica denominata “Kui Lee Cancer Benefit”.

In effetti la raccolta di tali fondi aveva già preso il via nel giugno del 1972, in
memoria di un grande cantante e compositore hawaiiano, Kui Lee, che era deceduto a
causa di un cancro qualche anno addietro, il 3 dicembre del 1966, all'età di soli
34 anni. Fautore di tale nobile iniziativa era stato il giornalista Eddie Sherman,
che collaborava con una testata giornalistica locale denominata Honolulu
Advertiser. A ogni modo sussistono testimonianze inconfutabili del fatto che il
cantante, a partire dai primi anni sessanta, consolidata la ricchezza, avesse
iniziato a collaborare con una serie di organizzazioni che si occupavano di
raccogliere fondi per devolverli successivamente a scopo benefico, effettuando una
lunga serie di donazioni in denaro, peraltro di rilevante entità, alle stesse, e
che mantenne tale consuetudine sino alla fine dei suoi giorni.[124]

Il 14 gennaio del 1973, dopo l'effettuazione di un concerto di prova, che


successivamente venne denominato Aloha from Hawaii - Rehearsal Concert, avvenuta
nei giorni immediatamente precedenti a quello ufficiale, e del quale permangono
alcune tracce visive e fonografiche, utilizzate in seguito allo scopo di
commercializzare varie incisioni "pirata" dello stesso, venne ripreso e trasmesso
in mondovisione il primo show via satellite da Honolulu, denominato ufficialmente
l'Aloha from Hawaii Via Satellite, che fu seguito da un pubblico stimato composto
da oltre un miliardo di telespettatori in quaranta paesi. Il cantante in tale
frangente si propose al meglio, tanto che tale concerto è solitamente considerato
dai suoi fan come la migliore esibizione dell'Elvis targato anni settanta e anche
la sua ultima valida performance prima del suo successivo progressivo e
inarrestabile declino.[125]

Presley nel 1970


Per l'occasione egli avanzò a Bill Bellew, il suo costumista, la richiesta di
preparargli un costume di scena che richiamasse i più classici stereotipi degli
Stati Uniti e, per accontentarlo, costui produsse un costume in un particolare
tessuto bianco, tempestato di pietre preziose, che formavano il disegno di quello
che era da sempre considerato dal popolo americano il simbolo più caratteristico
della nazione e cioè quello dell'American Eagle (l'aquila americana), riprodotta
disponendo ad arte sul tessuto vistose gemme rosse, oro e blu. Il tutto era
accompagnato da una cintura chiusa da un'enorme fibbia decorata con altre "American
Eagle" dorate, e da un imponente mantello tempestato di gemme, disposte in modo da
formare un disegno che riproduceva per l'ennesima volta tale simbolo.[126]

Il cantante, indossando l'ultima creazione del suo stilista personale, si esibì


interpretando una lunga serie di brani, comprendente pezzi di recente fattura
scritti appositamente per lui, quali Burning Love e Suspicious Minds, classici che
erano stati interpretati in precedenza da altri artisti, quali per esempio Johnny
B. Goode di Chuck Berry, Whole Lotta Shakin' Goin' On di Jerry Lee Lewis, Long
Tally Sally di Little Richard, Steamroller Blues di James Taylor, My Way di Frank
Sinatra, What Now My Love di Gilbert Bécaud, Something dei Beatles, You Give Me a
Mountain di Marty Robbins, It's Over di Jimmie Rodgers, I'm So Lonesome I Could Cry
di Hank Williams, I Can't Stop Loving You di Don Gibson e I'll Remember You di
Kuiokalani Lee.

Il cantante, durante lo svolgimento della sua esibizione, interpretò poi un medley


traditional, American Trilogy, composto da tre brani tradizionali di netta
ispirazione patriottica, e anche un medley di quelli che potevano essere
considerati i suoi cavalli di battaglia, brani storici, quali Blue Suede Shoes,
Hound Dog, A Big Hunk O' Love, Love Me Tender, Fever, e Can't Help Falling in Love,
brani che egli aveva interpretato agli albori della sua carriera, e il cui grande
successo di vendite quasi vent'anni prima gli aveva consentito di raggiungere la
notorietà a livello mondiale.[127] Egli si esibì di fronte a un folto pubblico
cantando e intrattenendo gli astanti per più di un'ora, sfoggiando una buona forma
fisica e vocale,[128] e dal concerto venne successivamente ricavato l'album doppio
Aloha from Hawaii Via Satellite.[129]

In quel frangente inoltre la RCA si attivò allo scopo di caratterizzare in modo


particolare l'album che era in procinto di immettere sul mercato, che doveva essere
realizzato utilizzando la registrazione del concerto. Per raggiungere tale
risultato lo mise in produzione sfruttando i principi di una branca della scienza
acustica definita quadrifonia, e in effetti il disco in questione, intitolato Aloha
from Hawaii Via Satellite, fu il primo album a essere stato prodotto con il
contributo di tale tecnologia che poté fregiarsi della qualifica di million seller,
poiché ottenne un buon responso di natura commerciale. Malgrado le insistenti voci
di possibili tour esteri, il cantante non si esibì mai al di fuori dai confini
degli Stati Uniti e del Canada, e di conseguenza furono sempre migliaia gli
appassionati che da tutto il mondo si recarono oltreoceano allo scopo di potere
assistere di persona a una sua esibizione.

La grande passione per la musica gospel


Degno di nota il fatto che il cantante nutrì per tutto il corso della sua esistenza
una passione incondizionata per la musica gospel e, ogniqualvolta gliene si
presentava l'opportunità, ne interpretava dei brani, sia in studio sia dal vivo.
Questa sua passione era nata quando, adolescente, si recava ad ascoltare le
esibizioni dei Blackwood Brothers, e degli Stamps, due gruppi vocali celebri per la
bontà dei cori nei quali si producevano durante lo svolgimento delle loro
performance. J. D. Sumner, che collaborò con lui per tutto il corso degli anni
settanta in qualità di corista, ne aveva fatto parte e la sua voce leggendaria
raggiunse un record particolare, inserito nel guinness dei primati, cioè il primato
della nota più bassa emessa dalla voce umana e di cui permanga una traccia
fonografica. Per la cronaca tale nota fu emessa durante la registrazione del brano
Way Down, dal quale fu tratto uno degli ultimi singoli incisi dal cantante nel
corso del decennio.

Le stravaganze

Un'immagine dell'aereo personale di Elvis, il Convair 880 battezzato "Lisa Marie",


esposto a Graceland

Una veduta degli interni del Convair 880, l'aereo personale di Elvis

Il pianoforte placcato in oro posseduto da Elvis, una delle sue stravaganze


A partire dall'inizio del decennio in questione, il cantante adottò uno stile di
vita sempre più sregolato e stravagante. Da allora in poi egli cominciò a indossare
capi di abbigliamento sempre più vistosi ed eccentrici e a fare sfoggio, ogni
qualvolta gliene si presentava l'opportunità, di atteggiamenti, come si suol dire,
"regali", molto simili a quelli che avrebbe assunto un vero e proprio "monarca". In
conseguenza di ciò venne allora soprannominato "the King" (il re, appunto) e per i
suoi fan tale rimase sino alla fine dei suoi giorni.[130]

Un esempio dell'eccentrico abbigliamento di Elvis


All'epoca, interpellato dai giornalisti sulle stravaganze che caratterizzavano la
sua immagine pubblica, il cantante così si espresse: «L'immagine è una cosa, mentre
l'uomo è un altro [...] è molto difficile vivere dietro a un'immagine...» Sempre a
partire da allora egli cominciò poi a prodursi in spese folli, acquistando
quantitativi enormi di gioielli, auto di lusso, a volte fatte personalizzare
appositamente.

Di tali acquisti poi si sbarazzava, regalandoli alle fidanzate del momento, a


conoscenti, ai membri del suo entourage o a sconosciuti: tale comportamento
dissennato talvolta finiva inevitabilmente per mettere in crisi le sue pur cospicue
finanze.[131] Nel corso del 1975 il cantante acquistò poi due aerei, ossia un
piccolo quadrigetto Lockheed JetStar, usato sino ad allora per voli charter, che
battezzò "Hound Dog II", e un jet quadrimotore Convair 880, un aereo civile di
medie dimensioni adibito al trasporto di passeggeri, che era stato dismesso dalla
compagnia Delta Air Lines.

Il cantante l'aveva acquistato con l'intenzione di farlo diventare il suo aereo


personale, spendendo la somma di 250.000 dollari. Dopo una costosissima
ristrutturazione degli interni dell'aeromobile, che incontrava le sue esigenze
lavorative e ai suoi gusti, la cifra spesa raggiunse e superò i 600.000 dollari.
L'aeromobile fu poi battezzato "Lisa Marie", in onore della figlia del cantante, e
utilizzato in seguito dallo stesso e dal suo entourage per raggiungere celermente
le più disparate località dell'America. Entrambi gli aerei in questione sono da
tempo esposti e visibili a Graceland, la dimora di Elvis.[132]

A partire dalla seconda metà degli anni settanta, diventò anche evidente il fatto
che il cantante, a causa dello stato depressivo che lo affliggeva e del conseguente
abuso di farmaci in cui si produceva nel tentativo di combatterlo, cominciasse
decisamente a manifestare i segni di una qualche forma di squilibrio psichico.
Sussistono testimonianze attendibili del fatto che egli, a partire da quel periodo,
frequentemente utilizzasse le armi di cui era in possesso allo scopo di sfogare i
suoi eccessi di rabbia su degli oggetti, in modo particolare auto e televisori.

Sussistono anche testimonianze attendibili del fatto che egli adoperasse tali armi
allo scopo di minacciare e intimidire i membri del suo entourage, con i quali,
sempre a causa delle condizioni psichiche in cui versava, aveva spesso violenti
diverbi.[133] Si ha poi notizia di un ambizioso progetto cinematografico al quale
all'epoca il cantante partecipò, vale a dire la lavorazione di un film-documentario
incentrato sulle arti marziali, per le quali egli da tempo nutriva una grande
passione, e nel quale avrebbe ricoperto il ruolo di protagonista.

Tale progetto poi, a causa dei seri problemi di salute che cominciarono ad
affliggere il cantante, dovuti principalmente alla sua condotta di vita, nonché al
conseguente eccessivo e smodato consumo di farmaci attuato allo scopo di sostenerne
il ritmo, venne poi accantonato e la pellicola in questione non raggiunse mai le
sale cinematografiche. Sono tuttavia visibili sui siti internet che trattano
dell'enorme mole di memorabilia attinenti al personaggio, alcuni spezzoni di
filmati amatoriali girati presso la palestra dove egli si allenava in compagnia del
suo entourage, che avrebbero dovuto essere utilizzati nel corso della lavorazione
del documentario.[134] Tali filmati in effetti ci tramandano l'immagine di un
cultore delle arti marziali piuttosto lento, imbolsito e complessivamente in
pessima forma fisica.[132]

La produzione discografica degli anni settanta


La produzione discografica complessiva fu enorme e diversificata per tutto il corso
del decennio, poiché durante lo svolgersi del periodo furono pubblicati un
considerevole numero di album contenenti raccolte di carattere antologico,
realizzati di volta in volta raccogliendo brani facenti parte delle colonne sonore
delle pellicole interpretate dal cantante nel corso degli anni sessanta, o
raccogliendo i titoli dei singoli risalenti al periodo degli anni cinquanta, quando
egli venne scritturato dalla Sun Records. In altri casi tali raccolte vennero
redatte raccogliendo i titoli dei primi singoli incisi dal cantante, allorquando
egli venne scritturato dalla RCA, o raccogliendo titoli incisi sempre per la stessa
casa, ma più recenti, o ancora semplicemente mettendo assieme alla rinfusa una
miscellanea del materiale descritto in precedenza, senza alcun ordine razionale o
nesso logico.

Fra di esse, in Italia si possono ricordare quelle pubblicate dalla RCA Italiana,
appartenenti alla "Linea tre", e in Inghilterra quelle pubblicate dalla RCA Camden,
sottomarca della RCA, sulla stessa falsariga. Furono poi pubblicati numerosi album
redatti con sequenze di brani di nuova fattura incisi in studio, alcuni validi
artisticamente, e fra di essi si possono ricordare quello intitolato Elvis Country
(I'm 10,000 Years Old), un concept album contenente una serie di brani di musica
country, e quello intitolato Elvis Sings the Wonderful World of Christmas, una
raccolta di canzoni a carattere natalizio, commercializzati entrambi nel 1971.
Seguì poi la pubblicazione di una raccolta di brani di tipologia gospel, intitolata
He Touched Me, commercializzata nell'anno 1972.

Degno di nota anche album intitolato Aloha from Hawaii Via Satellite, contenente la
colonna sonora dell'omonimo concerto, commercializzato nel 1973. Curioso invece
l'album intitolato Having Fun with Elvis on Stage, una singolare raccolta
contenente la registrazione dei dialoghi che il cantante intratteneva con il suo
pubblico durante lo svolgimento dei suoi concerti, commercializzato nel 1974.
Particolari invece i due album intitolati rispettivamente Promised Land e Today,
contenenti una lunga serie di brani caratterizzati da una struttura di stampo
decisamente melodico e dai quali traspariva una vena di notevole tristezza,
entrambi commercializzati nel 1975.

L'ultimo album pubblicato dal cantante nel corso del decennio degno di nota fu
quello intitolato Moody Blue, che conteneva una raccolta di brani di netta
ispirazione country. I brani che in quel periodo ottennero maggior successo di
classifica in qualità di singoli, furono, in ordine cronologico quelli intitolati
rispettivamente Kentucky Rain e The Wonder of You, quest'ultimo una cover di un
vecchio successo di Ray Peterson, risalente all'anno 1959, commercializzati
entrambi nel 1970, There Goes My Everything, commercializzato nell'anno 1971,
Burning Love, commercializzato nel 1972, Steamroller Blues, commercializzato nel
1973, Promised Land, commercializzato nel 1974, My Boy, e T-R-O-U-B-L-E,
commercializzati entrambi nel 1975.

L'ultimo successo discografico del cantante nel corso del decennio in questione fu
rappresentato dalla pubblicazione del singolo intitolato Moody Blue,
commercializzato nel 1977, che fu anche l'ultimo disco pubblicato dal cantante
prima del suo decesso, avvenuto il 16 agosto di quell'anno. Alcuni di questi titoli
raggiunsero posizioni di rilievo nelle varie classifiche discografiche, sia sul
mercato americano, sia su quello europeo, raggiungendo anche in qualche caso
notevoli periodi di permanenza nelle zone alte delle stesse, ma apparve evidente
che il cantante durante la seconda metà degli anni cinquanta, il periodo durante il
quale la sua immagine si era affermata a livello internazionale, avesse raggiunto
risultati ben più eclatanti.

Il declino
I problemi fisici e nella vita privata
All'inizio degli anni settanta, il cantante cominciò a manifestare problemi alla
vista e, dopo essersi sottoposto a una serie di esami oculistici, scoprì di essere
affetto da una forma di glaucoma secondario: di tale problema soffrì sino alla fine
dei suoi giorni perché la continua esposizione alle forti luci di scena,
inevitabile durante lo svolgimento dell'attività concertistica, peggiorò la
patologia da cui era afflitto. Contemporaneamente cominciarono a manifestarsi dei
problemi inerenti alla sua vita matrimoniale, poiché i lunghi periodi di lontananza
dalla dimora coniugale, i suoi sempre più frequenti occasionali rapporti con altre
donne, i suoi continui sbalzi di umore, dipendenti dall'abuso di farmaci,
diventarono la fonte di continui diverbi con la moglie Priscilla. In seguito il
protrarsi di questa situazione spinse poi la stessa Priscilla, che normalmente non
lo seguiva durante lo svolgimento dei suoi interminabili tour e che nel frattempo
aveva imbastito una relazione sentimentale con un altro uomo, a chiedere ed
ottenere la separazione da lui, nel febbraio del 1972.[83]

L'abuso di farmaci
Con il passare degli anni Elvis, allo scopo di reggere meglio il serrato ritmo
della sua stressante attività concertistica, incrementò paurosamente il consumo di
farmaci quali stimolanti e anfetamine. Parimenti, allo scopo di forzare poi il suo
successivo riposo aumentò smodatamente anche il consumo di farmaci quali
barbiturici e tranquillanti: il letale mix di farmaci che era solito assumere
sempre con maggior frequenza e in quantità sempre più rilevanti, suscitò in lui una
forma di grave dipendenza, e finì per incidere poi in modo negativo anche sulla sua
salute. I ricoveri in ospedale divennero allora frequenti. Inoltre, a quella che
sembrava la continua crescita di uno stato ipocondriaco, si aggiunsero poi le
conseguenze di un'alimentazione eccessiva e disordinata, che portarono il cantante
a ingrassare vistosamente e a sottoporsi poi, nel tentativo di recuperare un minimo
di forma fisica, a spossanti diete dimagranti a base di medicinali.[135]

Il divorzio dalla moglie e lo stato depressivo


Il 9 ottobre del 1973, nella città di Santa Monica, venne sancito ufficialmente il
divorzio tra Elvis e Priscilla. Anche se, nonostante la fine del loro matrimonio,
essi hanno mantenuto in seguito buoni rapporti di amicizia che perdurarono sino al
suo decesso, l'accaduto contribuì al profilarsi in lui di un periodo di acuta
depressione. Risale a quel periodo la pubblicazione di un brano dal quale fu tratto
un singolo di carattere fortemente autobiografico, dal titolo Always on My Mind
(Sempre nella mia mente), che ottenne un certo successo e del quale un notissimo
gruppo in auge negli anni ottanta, i Pet Shop Boys, produsse nel 1987 un
rifacimento in chiave dance, che godette a sua volta di un ottimo riscontro di
carattere commerciale.[136]

Il suddetto stato depressivo e il conseguente abuso di farmaci posto in essere dal


cantante allo scopo di combatterlo incise inevitabilmente sul suo già precario
equilibrio psicologico. In conseguenza di ciò, egli iniziò a manifestare i segni di
una volubilità e di un'irritabilità notevoli: questo stato di cose finì per
incrinare i suoi rapporti con i membri del suo entourage. Animati dal risentimento,
essi successivamente scrissero e fecero pubblicare un libro pesantemente
diffamatorio nei suoi confronti, dal titolo Elvis: What Happened? (Elvis, cosa è
successo?). Tale biografia venne scritta congiuntamente da Red West, Sonny West e
Dave Hebler, che per quasi un ventennio erano stati i "membri storici" della
cosiddetta "Memphis Mafia". Ovviamente il cantante venne a conoscenza del libro, se
ne procurò una copia e lo lesse: ciò contribuì ulteriormente all'aggravarsi dello
stato depressivo che già lo affliggeva da tempo.[137]

Gli ultimi anni di vita

Una veduta della dimora di Elvis, Graceland

La tomba di Presley a Graceland


Il divorzio divenne effettivo nell'ottobre del 1973. In quel periodo la salute del
cantante cominciò a declinare rapidamente. Lo stesso anno fu ricoverato due volte
per overdose da farmaci: la prima volta aveva trascorso tre giorni in coma nella
suite d'hotel dove alloggiava, mentre nel secondo episodio, avvenuto alla fine
dell'anno, fu ricoverato in ospedale in stato di coma per overdose da petidina.
Secondo il suo medico di fiducia George C. Nicophoulos, Elvis pensava "di non
essere come un drogato che compra la roba in strada per il fatto che prendeva
farmaci prescritti da un medico". Nei tre anni successivi produsse sei album di
canzoni che incontrarono alterni giudizi di critica e pubblico; cinque di questi
album entrarono nella top five per qualche tempo e tre raggiunsero il primo posto.
I diversi singoli ebbero un certo successo senza però raggiungere le cime della
classifica.

Un segnale di problematiche legate alla salute del cantante era che, malgrado egli
continuasse a impegnarsi in un gran numero di concerti, la durata di questi era
ridotta, e di regola non duravano più di un'ora, a volte 50 minuti. Nonostante i
problemi che lo afflissero, il cantante continuò a esibirsi in molte tournée, la
maggior parte negli Stati Uniti, senza mai fermarsi, e non modificava lo stile di
vita, nonostante gli avvertimenti dei medici.[7] John Wilkinson, chitarrista che
lavorò negli ultimi anni con Presley, lo ritrasse in particolari inquietanti:
«Gonfio come un otre, balbettante, un vero rottame [...] c'era qualcosa che
assolutamente non andava nel suo fisico...»[138]

Pur alternando condizioni fisiche spesso critiche, in alcune occasioni non mancò di
prodursi in performance di indubbio livello, come la sua esibizione a Rapid City al
Rushmore Plaza Civic Center il 21 giugno 1977, durante la quale eseguì una sentita
e vocalmente valida interpretazione del pezzo Unchained Melody, brano utilizzato in
seguito negli anni ottanta come colonna sonora del film Ghost nella versione del
1965 incisa dai The Righteous Brothers.[139] Si esibì con continuità fino a poco
prima del decesso. Tenne il suo ultimo concerto il 26 giugno 1977 al Market Square
Arena di Indianapolis davanti a un pubblico composto da 18 000 persone (spezzoni
della colonna sonora tratta da quell'ultima esibizione sono contenuti nel CD
pubblicato nel 2002 e intitolato Adios: The Final Performance[140]).

L'"Elvis in Concert"
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Elvis in
Concert (speciale TV CBS).
Nel corso del 1977 venne prodotto dalla CBS uno speciale televisivo, realizzato
assemblando una serie di riprese effettuate durante lo svolgimento di alcune delle
ultime esibizioni in concerto del cantante. Gli spezzoni di filmato, utilizzati
allo scopo di assemblare il prodotto finale successivamente trasmesso, della durata
di circa un'ora, evidenziarono l'immagine di un artista ormai sfatto, a volte in
stato confusionale, palesemente invecchiato, paurosamente in sovrappeso, e nel
complesso in pessima forma fisica. Tali condizioni sono maggiormente apprezzabili
visionando dei filmati amatoriali girati all'epoca, dietro le quinte, prima
dell'ingresso in scena del cantante, che sono visibili sui vari siti internet
dedicati all'enorme mole di memorabilia attinente al personaggio.[141]

Durante lo svolgersi delle esibizioni egli interpretò come al solito quello che era
considerato il suo repertorio più classico, riproponendo alcune versioni dei suoi
successi discografici, talvolta corredandole di varianti che le condizioni fisiche
in cui versava resero inevitabilmente ridicole e grottesche. La registrazione di
tali esibizioni rappresenta comunque l'ultima testimonianza mediatica della tipica
attività concertistica in cui egli si era prodotto per tutto il corso degli anni
settanta, e venne denominato Elvis in Concert. Dalla colonna sonora dello stesso
speciale, fu ricavato anche un album, pubblicato successivamente al decesso del
cantante, che all'epoca raggiunse posizioni di un certo rilievo nella classifica
stilata dalla rivista Billboard.[142]

La vita sentimentale negli anni settanta


Il gossip e la vulgata imperante all'epoca attorno al personaggio gli attribuì nel
corso del decennio svariate e talvolta inverosimili relazioni di natura
sentimentale con un imprecisato numero di donne, nonché delle presunte
riappacificazioni con l'ex moglie Priscilla, ma le relazioni stabili importanti di
cui si ha notizia sicura furono sostanzialmente due. La prima fu quella che il
cantante intrattenne con Linda Thompson, ex "reginetta di bellezza", a suo tempo
eletta anche "Miss Tennessee", che egli conobbe verso la fine del 1973 e che gli
rimase accanto per circa quattro anni, cercando anche di distoglierlo dalle sue
poco salutari abitudini di vita.[143] La seconda fu quella che intrattenne con
Ginger Alden, modella e attrice, che incontrò dopo la fine della relazione
sentimentale intrattenuta con la compagna precedente, la quale gli fu accanto
durante l'ultimo triste e travagliato periodo della sua vita. La Alden fu anche la
donna che assunse il ruolo di ultima "fidanzata ufficiale" di Elvis, di cui
rinvenne il cadavere esanime nella stanza da bagno di Graceland, il 16 agosto del
1977.[144]

La morte
Dopo l'ultima esibizione alla Market Square Arena di Indianapolis del 26 giugno
1977, il cantante tornò a Memphis per un periodo di riposo e per dedicarsi
all'organizzazione del nuovo tour, che sarebbe dovuto iniziare attorno alla seconda
metà di agosto.

Il 16 di agosto, Elvis tornò a Graceland in tarda serata, a seguito di una giornata


intensa in cui si era anche sottoposto a una visita dentistica. Nonostante avesse
già assunto un'abbondante dose di barbiturici, alcuni dei quali per l'otturazione
di un molare cui si era sottoposto, rimase sveglio sino alle prime ore del mattino,
intrattenendosi con la famiglia e il suo staff, rilassandosi e curando gli ultimi
dettagli del concerto che si sarebbe dovuto svolgere a Portland (Maine) l'indomani.
Alle 4:30 circa del mattino si mise al piano per suonare due canzoni gospel e il
brano country Blue Eyes Crying in the Rain, l'ultimo pezzo che abbia mai cantato.
Mezz'ora più tardi si ritirò in camera per cercare di riposare prima della partenza
ma, non riuscendo ancora a dormire, decise di assumere un'ulteriore dose di
barbiturici e prese a leggere il libro intitolato A Scientific Search for the Face
of Jesus, scritto da Frank O. Adams.

Verso le 9.30 del mattino si diresse verso la stanza da bagno, con il libro. Dopo 4
ore, alle 13:30, venne rinvenuto nella stanza da bagno dalla compagna Ginger Alden,
che diede immediatamente l'allarme. Il cantante giaceva sul pavimento. In ambulanza
fu trasportato al Baptist Memorial Hospital, dove giunse alle ore 14:56. I
tentativi di rianimazione messi in atto nel trasporto furono inutili e all'arrivo
risultò evidente che la morte era sopraggiunta già da diverse ore. Alle 15:00 ne fu
dichiarata la morte, che in un comunicato nell'immediatezza fu attribuita ad
"arresto cardiaco", nonostante non vi fosse ancora alcun riscontro medico-legale.
Elvis Presley aveva 42 anni.[145]

I funerali
I movimenti di Presley venivano sorvegliati quotidianamente dai giornalisti, che
spesso si aggiravano dinanzi alla casa. I mezzi di informazione vennero a
conoscenza del fatto immediatamente e la voce della morte si diffuse con
tempestività. Meno di un'ora dopo il decesso del cantante un migliaio di persone si
erano già riunite davanti al cancello di Graceland: un'ora più tardi il loro numero
si aggirava già sui tremila. Nel pomeriggio raggiunse e superò la cifra di
ventimila, e in tarda serata si raggiunsero e superarono le ottantamila presenze.
Anche il successivo svolgimento delle esequie fu caratterizzato da quella forma di
particolare e a volte grottesco folclore, che per tutto l'evolversi della carriera
del cantante era stato alimentato dalla devozione che i suoi fan gli avevano sempre
tributato.

Da tutto il mondo piovvero enormi quantitativi di ordini ai fioristi di Memphis, ai


quali venne commissionato il confezionamento di migliaia di cuscinetti floreali a
forma di chitarre, in riferimento allo strumento che aveva sempre accompagnato il
cantante durante lo svolgimento di tutta la sua carriera, di cagnolini, in
riferimento al brano Hound Dog (Cane da caccia), di orsacchiotti, in riferimento al
brano (Let me be Your) Teddy Bear (L'orso Teddy), di cuori spezzati, in riferimento
al brano Heartbreak Hotel (Hotel dei cuori infranti), e corone funebri della più
svariata foggia, ma che si ispiravano comunque nella loro forma all'iconografia che
era nata e si era successivamente sviluppata attorno all'immagine del cantante.
Furono organizzati due voli speciali, allo scopo di trasportare ben cinque
tonnellate di fiori dalla California e dal Colorado.

Lo svolgimento dei funerali venne anche funestato dal verificarsi di alcuni


incidenti, dipendenti sia dalla enorme e caotica ressa che si era creata in quei
frangenti, sia da quell'aura di fanatismo e isterismo collettivo che aveva sempre
caratterizzato il rapporto che i suoi ammiratori più devoti avevano intrattenuto
con il loro idolo.[146] Graceland, la maestosa tenuta acquistata dal cantante nel
1957, è diventata un vero e proprio museo: aperta al pubblico a partire dal 1982,
essa è divenuta una sorta di santuario del rock, meta del pellegrinaggio continuo
dei suoi innumerevoli fan.[147] Graceland risulta inoltre essere la seconda dimora
più visitata degli Stati Uniti, con una media di oltre 10 000 presenze alla
settimana, dopo la Casa Bianca, dimora storica del presidente della nazione.

Le circostanze del decesso


Il rinvenimento del cadavere e le varie ipotesi sulle cause della morte
Il 16 agosto 1977 Elvis fu rinvenuto esanime dalla fidanzata Ginger Alden
all'interno del suo bagno a Graceland, si presume deceduto a causa di un attacco
cardiaco. Sono comunque state successivamente formulate una ridda di ipotesi
inerenti alle cause del suo decesso, sul quale permangono dubbi e perplessità.
Secondo un noto biografo del cantante, Peter Guralnick, il suo medico personale
anni dopo così si espresse, interpellato sulle modalità della sua morte: "Elvis
aveva vomitato dopo essere stato colpito da infarto, a quanto pare mentre era
seduto sul water e strisciò qualche metro verso la porta prima di morire". Dopo
avere effettuato l'autopsia del cadavere, venne riscontrato un alto tasso di
intossicazione da farmaci e la presenza di tracce di ben quattordici sostanze
medicinali differenti, che in seguito si scoprirono essere state legalmente
prescritte dal suo medico personale.

I medici che ebbero in cura Elvis all'epoca, tra cui il dottor Nichopoulos, suo
medico personale, avevano già cercato di convincerlo a sostituire il suo regime
alimentare con uno più sano e regolare, senza tuttavia ottenere il benché minimo
successo, già a partire dal 1974, dunque circa tre anni prima.[148][149]

Tuttavia, vi sono dati contrastanti per quanto riguarda la causa della sua morte.
Un'altra causa a cui venne da subito attribuita la morte di Presley fu l'obesità.
Secondo la stima del medico che effettuò l'autopsia sul corpo del cantante, Elvis
al momento del decesso pesava circa 158 kg.[148] Era visibilmente ingrassato,
specialmente nell'ultimo periodo di vita, dato che passava il molto tempo seduto
nella sua stanza davanti alla Tv ricorrendo al cibo per consolarsi: dolciumi
fritti, cheeseburger, gelati, pizze, panini fritti con bacon, burro di noccioline e
banane. Il dottor Nichopoulos, suo medico personale, aveva cercato senza successo
di cambiare il regime alimentare di Elvis già nel 1974.[148][149] Non trascurabile
poi anche l'ipotesi di uno shock anafilattico, provocato da una parziale allergia
alla codeina, sostanza presente in dosi elevate nei farmaci contro il mal di denti
che egli stava assumendo in dosi massicce durante quei giorni.
Dubbi sulla sua morte sono sempre stati avanzati da molte persone, facendo anche
nascere varie ipotesi fantasiose che hanno contribuito ad alimentarne il mito come
quello in cui si sostiene che Elvis non sia morto, ma si sia in realtà nascosto.

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