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Indice
1
Infanzia e adolescenza (1920-1950)
2
La fondazione del Dave Brubeck Quartet (1951-1952)
3
Il periodo cool jazz (1953-1957)
4
Il festival di Newport e gli ultimi anni (1958-2012)
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Onorificenze
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Note
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Voci correlate
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Altri progetti
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Collegamenti esterniInfanzia e adolescenza
(1920-1950)[modifica | modifica wikitesto]
Nato a Concord[1], in California, da padre statunitense di origini per metà
svizzere (il cognome originario della famiglia paterna era Brodbeck) e per
metà modoc[2] e da madre statunitense di origini inglesi e tedesche[3][4],
inizialmente studiò musica classica con la madre, che aveva studiato
pianoforte in Inghilterra ed avendo mancato la carriera di concertista si era
dedicata all'insegnamento. Brubeck, però, preferiva il jazz alla musica
classica, così cominciò con l'improvvisazione e a comporre istintivamente.
Al College of the Pacific di Stockton, dove si iscrisse per assecondare il
desiderio dei famigliari malgrado una iniziale ritrosia verso il mondo della
musica professionale, rivelò una spiccata inclinazione per il contrappunto e
l'armonia, ma rischiò di essere espulso quando si scoprì che non sapeva
leggere gli spartiti - e fu diplomato, vuole la leggenda, solo dopo aver
solennemente promesso che non avrebbe mai insegnato. Durante gli studi,
tuttavia, cominciò ad esibirsi con frequenza crescente in alcuni jazz club dei
dintorni, incoraggiato da Harold Meeske.
Nel 1942, uscito dalla University of the Pacific, fu subito chiamato alle armi e
destinato in Europa agli ordini del generale George Patton; evitò di essere
inviato al fronte e fece parte delle compagnie musicali militari. Al ritorno dal
servizio militare perfezionò gli studi classici con il compositore francese
Darius Milhaud al Mills College di Oakland, presso il quale studiava anche
Burt Bacharach.
Nel 1947, dopo un breve esperimento con un ottetto, in cui figurava Cal
Tjader e nel quale aveva ritrovato Paul Desmond, già conosciuto sotto le
armi, seguì quest'ultimo quando organizzò una jazz band a San Francisco, i
Geary Cellar. Due anni dopo lo seguì anche nel Paul Desmond Trio che si
esibiva al Bard Box di Palo Alto, ma l'uscita dopo brevissimo tempo proprio di
Desmond, lo fece ritornare con un suo trio ad Oakland. Desmond seguiva i
progressi del trio dall'esterno e cominciò a "corteggiare" Brubeck per esservi
ammesso, ma quando il leader stava cominciando ad attenuare la sua
riluttanza, un incidente che lo immobilizzò per molti mesi sciolse di fatto il trio
e la speranza di Desmond.
La fondazione del Dave Brubeck Quartet
(1951-1952)[modifica | modifica wikitesto]
Nel giugno 1951, ripresosi dall'incidente, Brubeck mise in piedi il Dave
Brubeck Quartet, in cui figuravano Paul Desmond (sax alto), Bob Bates
(contrabbasso) e Joe Dodge (batteria).
Inizialmente fisso al Black Hawk di San Francisco, il quartetto cominciò a farsi
notare anche grazie all'interessamento di alcune radio locali, sollecitate dalla
moglie di Brubeck Iola, che lavorava in quel settore. I quattro cominciarono
quindi ad esibirsi anche in trasferta (Desmond, per suo conto, suonò per un
periodo in giro per gli Stati Uniti con la Jack Fina Orchestra, ma soprattutto si
ricordano le serate del Quartet al celebre Birdland di New York, a cavallo fra il
1951 ed il 1952, dalle quali vengono alcune delle più antiche incisioni live del
gruppo). Sporadicamente vi furono sostituzioni di alcuni elementi (ad esempio
alla batteria Herb Barman e al basso Wyatt "Bull" Ruther o Fred Dutton). Nel
1952 fu inciso Jazz at The Blackhawk.
Il repertorio del gruppo comprendeva la maggior parte degli standard del
tempo e qualche incisione uscì con piccole variazioni nel nome del quartetto,
ad esempio New Dave Brubeck Combo o semplicemente Brubeck-Desmond.
L'accoglienza della critica non fu inizialmente unanime, essendovi taluni che
segnalavano una certa forzosa spettacolarità di alcune interpretazioni, mentre
altri manifestarono immediato apprezzamento. Lo stile di Brubeck veniva
talvolta descritto con riferimenti classici (a Bach, a Chopin, anche a Béla
Bartók) accendendo la leggenda di un pianista "classico" prestato al jazz,
sebbene Brubeck non avesse in fondo mai amato la musica classica.
Il quartetto crebbe di spessore e di popolarità nella California degli anni
cinquanta in cui altri grandi talenti si incrociavano sugli stessi palchi, e fra
questi spiccano Chet Baker e Gerry Mulligan, con i quali si ebbero numerose
estemporanee esibizioni e si formò la cosiddetta scuola del West Coast cool
jazz.
Il periodo cool jazz (1953-1957)[modifica | modifica wikitesto]
Nell'ottica di incrementare ulteriormente la sua popolarità presso le audience
che gli si mostravano più calorose, Brubeck decise di preferire
sistematicamente le esibizioni presso i campus universitari, dinanzi a giovani
ascoltatori potenzialmente più aperti alle sue innovazioni; il Quartet si
spostava allora freneticamente, a bordo della "familiare" del leader (col
contrabbasso sul tetto), di università in università, diffondendo la versione
brubeckiana del cool jazz. La stessa parola inglese cool (fresco) assunse una
connotazione positiva nel gergo studentesco, divenendo per questo in
seguito anche nel parlare comune attributo di genialità.
Il successo venne, seppure gradualmente, e Brubeck poté pensare ad una
propria etichetta, la Fantasy records, con la quale far uscire il primo album:
Jazz at Oberlin (registrato alla Finney Chapel dell'Oberlin College di Oberlin,
Ohio, nel marzo del 1953), in assoluto uno dei primi album live di tutto il jazz.
Cinque soli brani lo componevano (di cui tre erano standard di massima
fama), che si segnalarono per uno stile sufficientemente autonomo da
suscitare molte discussioni nella critica. A questo seguì, sempre per Fantasy
records, Jazz at Wilshire-Ebell, registrato al Wilshire-Ebell College di Los
Angeles, ed anche questo come il precedente con Ron Crotty al
contrabbasso e Lloyd Davis alla batteria; anche in questo vi era una
esecuzione della notissima Stardust ("Polvere di stelle"), un brano che
Brubeck avrebbe più volte incluso in opere successive.
Sempre nel 1953, uscì anche Jazz at the College of the Pacific, stavolta con il
ritorno di Joe Dodge alla batteria, album ovviamente registrato presso lo
stesso istituto nel quale Brubeck si era diplomato.
Il disco di Oberlin, più che gli altri, colse l'interesse della Columbia records,
che l'anno successivo fece uscire il loro Jazz Goes to College, nei numeri e
nei contenuti un grande successo discografico. Conteneva registrazioni
effettuate presso l'Università Ann Arbour del Michigan, presso quella di
Cincinnati e brani scelti da Oberlin.
"JGC", come con gusto acronimico tutto anglosassone l'incisione divenne
presto nota, resta una delle opere più significative del jazz della decade, sia
per l'intrinseco valore artistico, sia per il passaggio ad una concezione più
aperta di questo genere musicale, comprendente in qualche misura una sorta
di "sdoganamento" di una musica sino ad allora ritenuta folkloristica e di
ambito relegato alla sola fruizione di alcune fasce sociali disagiate,
eminentemente nere.
Il "jazz dei college", grazie a questo disco, raggiunse infatti notorietà
nazionale ed in quello stesso 1954 la rivista TIME dedicò a Brubeck, primo
jazzista ad averla meritata, la copertina del numero dell'8 novembre, e ne
parlò declamando senza riserve "the birth of a new kind of jazz age in the
U.S." (la nascita di una nuova era del jazz americano); forse occhieggiando la
complessità delle tematiche sociali riguardanti il mondo del jazz, in
maggioranza animato da musicisti e cantanti di colore in tempi ancora di
sperequazioni razziali, Brubeck vi fu ritratto con un singolare colore brunastro
della pelle. Da molti critici (ma anche da osservatori esterni al mondo della
musica) già si sosteneva che alla musica nera nulla avesse mai giovato come
il successo di questo giovane musicista bianco, e di qui l'allusione grafica
utilizzata dal disegnatore Boris Artzybasheff.
La copertina di TIME fu poi ripresa per la copertina di Brubeck Time, disco di
fine 1954, prima registrazione in studio (New York e Los Angeles) per la
Columbia records. A questo disco seguirono registrazioni al newyorkese
Basin Street Club ed una nota partecipazione al Newport Jazz Festival di
Newport (Rhode Island), insieme a Chet Baker, Clifford Brown e Gerry
Mulligan.
Nel 1956 Brubeck ingaggiò il batterista Joe Morello, che con le sue capacità
di improvvisazione poteva arricchire la composizione di un terzo spazio di
virtuosismo, presto imposto al quartetto, di cui resta prima memoria nella
registrazione al "The Blue Note" di Chicago (1957). La sostituzione dell'opaco
Dodge creò però delle tensioni all'interno del quartetto, il quale - testimoniò lo
stesso Brubeck - si divise in due fazioni, una delle quali vedeva Desmond e
Bates irrigidirsi contro le pretese aperture di spazi per la batteria. Desmond
intensificò le sue attività indipendenti dal Brubeck Quartet ed incise per la
Fantasy diversi album con un suo quintetto (in cui lo seguivano Bates e
Dodge), con collaborazioni delle più varie, da Barney Kessel a Don Elliott.
Brubeck comunque gli produsse The Paul Desmond Quintet with Voices, un
disco più noto per la rarità collezionistica di essere stato rimasterizzato in
analogico nel 1987 su un inusitato vinile rosso.