Sei sulla pagina 1di 7

Aeroplano

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Jump to navigation
Jump to search
Disambiguazione – "Aeroplani" rimanda qui. Se stai cercando il singolo di
Toto Cutugno, vedi Aeroplani (singolo).

Questa voce o sezione sull'argomento aerei non cita le fonti necessarie


o quelle presenti sono insufficienti.
Commento: lunga trattazione di una voce importante, priva di riferimenti bibliografici

Puoi migliorare questa voce aggiungendo citazioni da fonti attendibili secondo le linee
guida sull'uso delle fonti. Segui i suggerimenti del progetto di riferimento.

Un moderno Airbus A380 in fase di decollo


L'aeroplano (anche aereo) è un aeromobile dotato di ali rigide, piane e
solitamente fisse che, sospinto da uno o più motori, è in grado di decollare e
atterrare su piste rigide e volare nell'atmosfera terrestre sotto il controllo di
uno o più piloti.
Il termine risale alla seconda metà dell'Ottocento e ha origine nel francese
aéroplane, composto dal greco antico ἀήρ (aèr, aria) e dal latino planus
(piatto).
L'aeroplano è utilizzato, nelle sue svariate forme, dimensioni e configurazioni,
come mezzo di trasporto di persone, di merci e come strumento militare.

Indice
1
Storia
2
Caratteristiche
2.1
Componenti
2.2
Funzionamento
2.3
Le quattro forze che agiscono sull'aereo
3
L'aereo militare nel periodo postbellico
4
L'aereo civile e il trasporto nel periodo postbellico
5
Lista dei principali produttori e modelli di aeroplani
5.1
Civili e da trasporto
5.2
Militari dal 1945
6
Note
7
Voci correlate
8
Altri progetti
9
Collegamenti esterniStoria[modifica | modifica wikitesto]

!
Il Flyer dei fratelli Wright
Il Flyer, il primo aeroplano propriamente detto, vide la luce nel 1901, quando i
fratelli Wright riuscirono a far spiccare il volo ad una sorta di aliante dotato di
un motore da 16 cavalli a Kill Devil Hill presso Kitty Hawk in Carolina del
Nord, USA. Questo primo volo durò 12 secondi, arrivando ad un'altezza di
circa 120 piedi (40 metri), fu poco più che un balzo che probabilmente non
superò l'effetto suolo.[1]
Alberto Santos-Dumont fu un ingegnere brasiliano (anche se non ha avuto
una formazione accademica in questa area) e pioniere dell'aviazione.
Progettista di dirigibili ed aeroplani, è talvolta considerato il padre di entrambe
le macchine volanti, in quanto i suoi primi voli furono i primi a svolgersi su
circuiti chiusi in presenza di ampio pubblico. In particolare, il volo del 14 bis
del 12 novembre 1906, primo volo riconosciuto ufficialmente in Europa
dall'Aèro-Club de France di un apparecchio più pesante dell'aria in grado di
decollare autonomamente, a differenza dei primi Wright catapultati, è
considerata la prima dimostrazione pubblica di un aeroplano. Proprio per il
decollo autopropellente Santos Dumont è ritenuto da una parte della
comunità scientifica e aeronautica, principalmente nel suo paese di origine,
come il Padre dell'Aviazione. Il primo aereo italiano fu costruito da Aristide
Faccioli nel 1908.
Inizialmente l'aereo fu considerato una semplice curiosità per appassionati,
ma a poco a poco si iniziò a riconoscerne le capacità e nacquero i primi
modelli capaci di prestazioni di volta in volta ritenute impossibili sino a poco
tempo prima: sorvolare le Alpi, volare sopra il canale della Manica, o
semplicemente, raggiungere altezze e velocità sempre più elevate.
Per questa ragione l'inizio dello sviluppo della tecnologia aeronautica è legato
ad eventi sportivi che miravano a segnare nuovi record. In questi primi anni
gli aeroplani erano spinti da motori a pistoni collegati ad un'elica e la struttura
era biplana, ovvero con due piani alari.

Un Caproni Ca.33 della francese Armée de l'air


L'avvio di uno sviluppo più scientifico avvenne in concomitanza con la prima
guerra mondiale. Fino ad allora gli Stati si erano relativamente disinteressati
alle potenzialità del nuovo mezzo ma la guerra innescò l'interesse di questi
ultimi nel campo aeronautico.
Tra il 1914 e il 1918 nacquero moltissimi modelli di biplani destinati
inizialmente a compiti di ricognizione, nei quali il nuovo mezzo eccelleva su
tutti i precedenti. In seguito i piloti iniziarono a lanciare delle bombe a mano
sul nemico in quello che può essere definito l'antenato del bombardamento
tattico. La naturale risposta fu di dotare i propri piloti di mitragliatrici con cui
sparare ai velivoli nemici per impedirgli di attaccare le proprie linee, dando
vita agli aerei da caccia.
Alla fine della prima guerra mondiale, l'aeroplano uscì notevolmente
migliorato, nonostante mantenesse la doppia ala e generalmente l'intera
struttura non fosse particolarmente cambiata a prima vista. Erano stati
sviluppati motori decisamente più potenti che permettevano prestazioni
inavvicinabili per i modelli precedenti al conflitto e inoltre erano stati aggiunti
innumerevoli accorgimenti che permettevano una navigazione più accurata.
Dagli anni venti si iniziò a guardare al velivolo come un pacifico mezzo di
trasporto. Nacquero così le prime compagnie aeree che richiedevano alle
nascenti industrie aeronautiche modelli da trasporto con dimensioni, raggio
d'azione e velocità adeguate alle nuove esigenze. Rispetto all'iniziale ricerca
sportiva e poi militare, non c'era più bisogno di aumentare specifiche come la
maneggevolezza mentre erano posti in risalto i problemi delle dimensioni, che
dovevano risultare sufficienti al trasporto di un certo numero di passeggeri, e
l'aumento dell'autonomia.
In questi anni l'idrovolante sembrò prendere il sopravvento sull'aereo a noi
più familiare: il primo infatti aveva maggior flessibilità d'impiego dal momento
che non necessitava di piste preparate (per quanto allora gli aerei partissero
da campi di terra battuta, relativamente semplici da realizzare). Inoltre
l'idrovolante presentava l'indubbio vantaggio logistico di utilizzare la maggior
parte delle infrastrutture portuali già esistenti.
La pacifica (e a dire il vero rallentata) evoluzione dell'aeroplano subì una
nuova accelerazione con i nuovi venti di guerra che spiravano sul mondo alla
metà degli anni trenta. Rapidamente i velivoli biplani vennero resi obsoleti dai
monoplani, che fin dai primi voli dimostrarono di poter abbattere delle barriere
che si erano dimostrate insuperabili per i biplani: la velocità passò
rapidamente da poco più di 300 km/h a più di 500 km/h con evidenti
possibilità di migliorare, e lo stesso accadde per l'altitudine raggiungibile,
l'autonomia massima, la maneggevolezza e l'accelerazione.
Allo scoppio della seconda guerra mondiale ciascuna delle potenze era
dotata di una moderna aeronautica da caccia e da bombardamento;
generalmente l'Arma aerea era ormai costituita in entità indipendente sia
dall'Esercito che dalla Marina, configurando la tipica divisione in tre armi:
Esercito, Marina, Aeronautica.
Durante la seconda guerra mondiale divenne evidente la necessità dell'arma
aerea per vincere un moderno conflitto nelle operazioni marine e terrestri.
Prototipo di un Macchi M.C. 202D, MM 7768 (serie III), con radiatore modificato

Un Boeing B-17 Flying Fortress


L'attacco contro bersagli terrestri si divise in strategico e tattico.
I bombardamenti strategici furono una costante della guerra: gli attacchi aerei
tedeschi su Londra che finirono con la vittoria britannica della battaglia
d'Inghilterra (la prima battaglia combattuta solo da aerei e contraerea, vittoria
ottenuta mediante l'utilizzo di aerei quali l'Hurricane e lo Spitfire) furono
seguiti da quelli condotti da formazioni di bombardieri alleati su Germania e
Giappone (che culminarono con lo sgancio della bomba atomica su
Hiroshima e Nagasaki) e furono determinanti nello spezzare la resistenza dei
Paesi dell'Asse danneggiandone irrimediabilmente la capacità produttiva.
In questo ruolo si distinsero i grossi bombardieri a eliche come il He 111, Ju
88, Do 17 per la Germania, mentre gli Alleati costruirono anche bombardieri
più grossi con 4 motori e con capacità di carico maggiori: i più famosi sono i
B-17, B-24, B29 statunitensi, i Lancaster britannici che bombardarono
incessantemente le città dell'Asse fino alla capitolazione.
Anche le truppe di terra iniziarono presto a temere l'aeronautica nemica: nel
ruolo di bombardiere tattico venivano usati i cacciabombardieri che davano
supporto all'avanzata del proprio esercito mitragliando e lanciando bombe e
razzi sulle postazioni e colonne nemiche, per alleggerire le difese prima dello
scontro terrestre. In questo ruolo si distinsero i P-47 statunitensi, i Typhoon
britannici, gli Ju 87 Stuka tedeschi e gli Il-2 Šturmovik sovietici (l'aereo
costruito in più esemplari nella storia). Questi ultimi due erano anche gli unici
aerei specificamente concepiti per l'attacco al suolo, mentre gli altri erano
caccia impiegati in tale ruolo, avendo la capacità di effettuare mitragliamenti a
bassa quota sul nemico o sganciare bombe.
In mare diventava chiaro che l'epoca delle grandi corazzate dotate di cannoni
formidabili era finita a favore della portaerei: i cacciabombardieri e gli
aerosiluranti imbarcati decollati dalle portaerei costringevano le enormi
corazzate ad un'umiliante navigazione passiva sotto l'incessante
bombardamento dei piccoli e maneggevoli aerei, potendo opporre solo un
insufficiente fuoco di contraerea, mentre la portaerei che aveva lanciato gli
aerei poteva trovarsi anche a qualche centinaia di chilometri al di fuori del
raggio dei cannoni della corazzata. Nel ruolo di pattugliamento delle coste e
scorta ai convogli navali, gli idrovolanti dotati di siluri affiancavano spesso le
corvette e fregate.
Durante la guerra inoltre ci furono anche battaglie solamente aeree, in cui i
caccia si scontravano con i velivoli dei loro avversari in diverse situazioni:
intercettamento, caccia libera, pattuglia di combattimento aereo o a seguito di
un ordine di "scramble". I caccia si dividevano in leggeri caccia monomotori e
monoposto e caccia pesanti, bimotori e bi/tri-posto.
Il primo era più agile e leggero, di impiego per lo più diurno, mentre il
secondo era più pesante e impacciato nel volo, di norma avrebbe avuto la
peggio contro un monoposto-monomotore, ma era armato di cannoni di
calibro maggiore e più tardi nella guerra, grazie alle sue dimensioni, era
capace di trasportare un radar autonomamente dalle postazioni terrestri che
lo rendevano ideale nel ruolo di intercettore e caccia notturno.
In questi anni nacque anche il radar, invenzione britannica, ma velocemente
esportato negli Stati Uniti e adottato anche in Germania. Era l'unico modo per
prevedere con un certo anticipo un attacco aereo nemico e permettere ai
propri caccia di decollare in tempo. Dapprima solo in postazioni terrestri, poi
anche montato su aerei.
Gli armamenti impiegati erano mitragliatrici, cannoni di piccolo calibro, bombe
a caduta libera e con l'avanzare della guerra anche razzi non guidati aria-
terra o aria-aria per spezzare le formazioni di bombardieri nemici.
A fianco dell'Aeronautica si svilupparono anche accorgimenti a terra per
limitare i danni degli attacchi aerei o per poter reagire autonomamente dalla
propria aeronautica da caccia: nacquero i rifugi antiaerei, i bunker, i cannoni
antiaerei di medio calibro (in tedesco detti FlaK, per Flugabwehrkanone) che
sparavano granate tipicamente da 88 mm che esplodevano ad una quota
preprogrammata e i piccoli cannoni e mitragliatrici a tiro rapido per difesa
ravvicinata, che a volte erano montati su veicoli semicingolati per poter
assicurare alle forze meccanizzate un minimo di difesa antiaerea.
Ma alla fine della guerra, all'apice dello sviluppo degli aerei ad elica, una
nuova invenzione sviluppata in quegli anni da tedeschi e britannici stava per
rivoluzionare completamente l'aeroplano per la seconda volta dopo il
passaggio alla produzione di monoplani: era il motore a getto.
A questo punto, arrivati sul finire della seconda guerra mondiale, è necessario
dividere l'evoluzione delle tecnologie aeronautiche in militare e civile.
Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]
Componenti[modifica | modifica wikitesto]
Le componenti principali sono:
• Cabina di pilotaggio
• Ala
• Carrello d'atterraggio
• Flaps
• Fusoliera
• Impennaggio
Funzionamento[modifica | modifica wikitesto]
In base alla classificazione scientifica, gli aeroplani sono dei velivoli, insieme
agli idrovolanti e agli anfibi.[2] In quanto tali, sono in grado di volare utilizzando
una forza aerodinamica (detta portanza), generata grazie al moto relativo
dell'aria lungo una superficie fissa (chiamata ala). Differiscono dagli alianti, in
quanto dotati di uno o più motori e per questo motivo rientrano nella più
grande categoria delle aerodine a motore, a cui appartengono anche gli
elicotteri e altri aeromobili, che però non hanno ali fisse. Gli aerei sono divisi
in due categorie, militari e civili. Quelli militari a loro volta si dividono in aerei
da caccia, bombardieri, aerei da attacco al suolo, aerei da addestramento,
aerei da ricognizione, aerei da trasporto. Quelli civili si dividono in aerei di
linea, aerei per trasporto merci (detti anche cargo), jet executive e aerei da
turismo (che nella pratica si può dire che sostanzialmente ormai
comprendono anche la categoria degli ultraleggeri). In generale poi si hanno
aerei acrobatici che di solito sono aerei da caccia, da addestramento o da
turismo, a volte modificati per adattarli alle particolari sollecitazioni del volo
acrobatico.
Altra suddivisione è tra aerei "treassi", nei quali il pilota ha il controllo
dell'asse di imbardata, asse di beccheggio e asse di rollio, e aerei "pendolari",
nei quali l'imbardata è assente.

Potrebbero piacerti anche