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BOEING 727,
UN’ECCELLENZA
DEL CIELO
Marco De Montis

La genesi: molte idee confuse 1957 e 1958, successivamente all’analisi delle normative presenti

L a genesi del trireattore non fu né semplice, né rapida. Consci


delle numerose sfide tecnologiche e finanziarie da affrontare,
i vertici Boeing procedettero coi piedi di piombo prima di lancia-
e future della FAA e dei requisiti dei principali vettori, prese cor-
po l’idea di un trireattore. Nel frattempo, al di là dell’Atlantico, i
progettisti de Havilland erano nella fase di designazione finale del
re il nuovo progetto. Il mercato per un nuovo jet a corto/medio DH.121 Trident, modulato su una specifica della britannica BEA
raggio si era già concretizzato nei primi anni ’50, ma Boeing iniziò i per un trireattore a breve raggio da circa 70 passeggeri. Fu quindi
primi studi di fattibilità solo nel 1956 a causa del colossale indebi- naturale per la gloriosa casa britannica (da lì a poco incorporata
tamento accumulato per il programma 707, che impediva qualsiasi nella costituenda Hawker Siddeley) proporre il suo nuovo progetto
finanziamento per i nuovi programmi civili. Per un lungo periodo al mercato USA, attraverso una joint venture con Boeing. L’inizia-
l’ufficio progettazione elaborò diverse configurazioni con due o tiva si spinse tanto avanti da produrre frequenti incontri sia tra i
quattro reattori, ma senza troppa convinzione. Solo a cavallo tra il vertici dei due costruttori che tra i rispettivi team di progetto: per

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Se il 707 ebbe il merito di inaugurare la dinastia dei jet di linea Boeing,
il liner di Seattle che apportò le maggiori innovazioni tecnologiche fu il
727. Questo trigetto fu talmente importante e riuscito che tuttora i suoi
successori ne adottano alcune soluzioni progettuali

Boeing la prospettiva era assai allettante, soprattutto per il note- liner destinato al breve raggio nell’immenso network americano.
vole risparmio sugli investimenti nella divisione civile, percepita Si rammenti che ancora negli anni ’70 la maggior parte degli aero-
fino a quel momento come una sorta di idrovora di capitali. Tale porti della federazione, New York – La Guardia incluso, incorpora-
percezione era suffragata dalle preoccupanti perdite accumulate vano piste lunghe al massimo 2.000 metri, se non 1.500 metri, con
dal programma 707, stimabili intorno ai 200 milioni di dollari, tanto infrastrutture minime sia per l’aspetto assistenza al volo che servizi
che, nonostante un prezzo unitario di circa 5 milioni, ciascun aero- di terra. In subordine, il progetto de Havilland apparve agli uomini
plano veniva venduto con una perdita secca di 1 milione di dollari! di Seattle con limitati margini di crescita, una sensazione più che
Esaminando più dettagliatamente il Trident, emersero però no- corretta, visto che di Trident ne verranno costruiti appena 117,
tevoli differenze e limitazioni, inaccettabili per l’esigente merca- contro 1.832 Boeing 727. Fu così che nel 1959 il presidente William
to USA. In primis il trireattore britannico non poteva operare in McPherson Allen diede una spinta definitiva al programma 727,
sicurezza da piste inferiori a 1.500 metri, l’habitat naturale per un impegnandosi in prima persona attraverso numerosi meeting con

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Il roll-out del nuovo i responsabili delle principali compagnie aeree. Tra giu-
trireattore Boeing gno e settembre di quell’anno il carismatico “Bill” Allen
avvenne il 22 raccolse i suggerimenti e le impressioni sul nuovo trireat-
novembre 1962 tore di American, Braniff, Eastern, TWA, United, rivelatisi
poi fondamentali per il suo successo. Boeing ebbe infatti
l’umiltà e l’intelligenza di interiorizzare queste osserva-
zioni nel nuovo progetto, spesso in aperto contrasto con
alcune scelte già definite dal team interno.

Il dilemma del motore


Fra questi ripensamenti uno dei più importanti fu la
scelta del propulsore. A seguito dell’approfondita analisi
effettuata sul Trident, inizialmente si decise di adottare
i motori Rolls-Royce Spey già in avanzato stadio di svi-
luppo per il rivale britannico. Ci si spinse persino nello
studio di un’ipotetica licenza di costruzione da parte
della Allison, ma quando Eastern, e a ruota tutti i vetto- A-4 Skyhawk ed il Grumman A-6 Intruder. In realtà il J52
ri papabili, mostrarono un aperto ostracismo verso un fu concepito per il gigantesco cruise missile (era lungo
propulsore straniero, Boeing invertì immediatamente la oltre 12 m e raggiungeva i 4.500 kg) a testata nuclea-
rotta scegliendo il nuovo motore JT8D lanciato da Pratt re North American GAM-77/AGM-28 Hound Dog. Una
Il cockpit, semplice & Whitney poco prima. Questo turbofan, per anni il più tale genesi enfatizzava ingombri, pesi e consumi ridotti
e razionale, della venduto nel settore civile fino all’avvento del CFM56 al minimo, fattori estremamente preziosi anche per un
versione -200 con (verrà prodotto in oltre 12.000 unità), traeva le origini propulsore civile. Caratterizzato dalla configurazione
fusoliera allungata da un turboreattore militare, il P&W J52 montato da due bialbero, di cui P&W fu tra i primi assertori insieme con
di 6 metri leggendari aeroplani imbarcati dell’US Navy: il Douglas la britannica Bristol, il nuovo motore presentava un’ar-
chitettura semplice e razionale, perfetta per assicurare
l’affidabilità indispensabile a un aeroplano destinato ad
operare come un autentico “skybus”. La prima versione
JT8D-1 erogava una spinta statica di 62 kN (6.350 kgf.),
ma il considerevole potenziale di crescita portò l’ultimo
sviluppo JT8D-17R a raggiungere ben 73 kN (7.440 kgf.),
per giunta con consumi ridotti del 20%. La scelta oculata
di Boeing pagò ampiamente ed assicurò il successo pla-
netario del suo trireattore, mentre i meno potenti Rol-
ls-Royce penalizzarono Trident e BAC 1-11 proprio per il
loro ridotto margine di crescita. Sempre dal punto di vi-
sta degli input dei vettori, Boeing seguì un altro consiglio
importante, vale a dire la totale autonomia operativa. Si
adottarono quindi scalette incorporate, due anteriori e
una ventrale in coda, ed una turbina ausiliaria (APU) che
si rivelarono decisive per poter operare sugli scali minori
e ridurre i tempi a terra.

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Il prototipo nel corso del suo primo volo con la caratteristica livrea sperimentale
Un capolavoro di
aerodinamica
Passando agli aspetti prettamente aeronautici, l’equi-
pe del 727, diretta dal geniale John E. Steiner, respon-
sabile dell’aerodinamica di tutti i progetti Boeing fin dai
tempi del B-29, riuscì a vincere una vera e propria sfida
tecnologica. Contrariamente al 707, destinato ad ope-
rare collegamenti a lungo raggio (quindi ottimizzato per
la crociera ad alta quota) da aeroporti di primo livello, il
nuovo liner doveva conciliare requisiti opposti. Da un la-
to occorreva un’ampia ala per decollare a pieno carico in
1.500 metri, ma dall’altro sarebbe stato invece ottimale
disporre di superfici portanti ridotte assicurando così un
elevato carico alare, riducendo la resistenza aerodina-
mica nelle critiche fasi di salita e discesa e garantendo
un buon comfort alle quote di crociera tipiche del breve
raggio, quasi mai superiori a 25.000 piedi (7.620 metri). Si
dovettero quindi adottare avanzate ed inedite superfici
ipersostentatrici che caratterizzarono non solo il 727, ma
anche i progetti successivi della casa di Seattle. Esami-
nando attentamente le ali dei 737 e 747, si notano infatti

Dotato di APU e di ben tre scalette integrate, il 727 era


totalmente autonomo anche negli aeroporti minori privi di
infrastrutture e servizi

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Una bella immagine di un 727-200 di Iberia in volo sul


centro della Spagna
Il complesso parecchie analogie col progenitore: al di là dell’angolo di
sistema di freccia e delle dimensioni, le velature del baby Boeing e
ipersostentazione del Jumbo sono la replica rispettivamente in scala ridotta
con slat anteriori e e ingrandita di quella del trireattore. Sul bordo d’entrata
grandi flap a tripla notiamo infatti gli stessi flap Kruger (tronco interno) e
fessura slats (tronco esterno), mentre su quello d’uscita sono
particolarmente evidenti i complessi flap a tripla fessura,
il vero segreto delle eccezionali doti di decollo ed atter-
raggio del 727 (nonché del 737). Persino sugli ultimi 777
e 787 Boeing ha utilizzato gli slats ed i relativi cinematismi
del mitico predecessore, a riprova dell’eccezionale com- L’ottimo turbofan Pratt & Whitney JT8D fu, insieme
petenza dell’equipe di quel periodo fecondo. all’aerodinamica sofisticata, uno dei cardini del successo
del 727

CARATTERISTICHE E PRESTAZIONI DEL BOEING 727


Tipo: aeroplano civile a getto per trasporto di linea su tratte a breve e medio raggio, trimotore ad ala bassa e con cabina pressurizzata
VERSIONI 727-100 727-200 727-200 Adv
Equipaggio di condotta 3 (2 piloti + 1 tecnico di volo)
Lunghezza totale (m) 40,59 46,69
Apertura alare (m) 32,92
Altezza a terra a vuoto (m) 10,44 10,65
Superficie alare (m2) 157,9
Angolo di freccia (a ¼ della corda) 32°
Larghezza interna cabina (m) 3,53
Capacità passeggeri (classe unica, 6 file) 131 189
Impianto propulsivo: 3 turboreattori a doppio flusso a basso JT8D-1 JT8D-9 JT8D-17A
rapporto di diluizione P&W JT8D

Spinta statica max al decollo - cond. ISA - liv. mare (unitaria) 62,3 kN 64,5 kN 71,19 kN
(6.350 kgf) (6.577 kgf) (7.257 kgf)
Capacità max carburante (l) 29.069 30.620 40.060
Massa a vuoto operativa (kg) 39.800 44.300 45.720
Massa massima al decollo (kg) 76.700 83.820 95.256
Massimo carico pagante (kg) 13.800 17.410 19.660
Autonomia standard - carico max. passeggeri + riserve ICAO (km) 4.170 3.500 4.750
Velocità di crociera max (km/h) 934 969 983
Velocità di crociera economica (km/h) 850 858 866
Tangenza pratica (m) 11.000
Corsa di decollo - peso max - cond. ISA - liv. mare (m) 2.500 2.600 3.035
Corsa di atterraggio - peso max. - cond. ISA - liv. mare (m) 1.220 1.350 1.495

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Un aeroplano versatile e ni ’60 e primi anni’70. Poco dopo, però, la crisi energetica Alitalia inserì nella
affidabile incominciò ad impattare anche sul 727 e Boeing agì pron- sua flotta 18 Boeing
Per approvare definitivamente il nuovo progetto e lan- tamente anche per fronteggiare la concorrenza sempre 727, questo è il 727-
ciarlo sul mercato, la direzione Boeing stabilì inizialmen- più agguerrita, rappresentata dal nuovo DC-9 Super 80 e, 243 Advanced I-DIRI
te un quantitativo minimo di ordini pari a 100 aeroplani, in misura minore, dai wide body trireattori DC-10 e L-1011 “Città di Siena”
per risolvere i gravi problemi di liquidità e indebitamento Tristar e dall’outsider europeo A300B.
precedentemente descritti. La data fatidica arrivò il 5 di-
cembre 1960, anche se grazie all’assenza di un vero rivale La nuova generazione
e del buon riscontro da parte dei vettori maggiori il quan- Nonostante la comparsa di questi moderni e capienti
titativo fu poi ottimisticamente ridotto a 80 esemplari, liners, molte compagnie preferivano ancora il 727, dal-
equamente suddivisi fra Eastern e United. Le due com- la capacità ideale per le rotte statunitensi ed europee a
pagnie finalizzarono i contratti nel 1961 e in breve tempo medio raggio, e con costi operativi e di acquisizione ben
seguirono gli ordinativi di American Airlines, Lufthansa, più ridotti. Conscia di ciò, e interpellati i principali clienti,
TWA, Northwest, nonché quelli delle australiane Ansett Boeing varò il programma “727 Advanced”, una sorta di
e TAA, tanto che alla cerimonia del roll-out del 22 novem- 727 di seconda generazione con motori più potenti ed
bre 1962 risultarono venduti già 131 B727. Finalmente le efficienti (JT8D-15A, -17A e 17R) da oltre 71 kN (7.200
casse della Boeing Commercial Division incominciarono kgf.) di spinta, arredi “wide body look” e soprattutto
a rimpinguarsi e anche il programma di collaudi, iniziato rinforzi strutturali con cui si raggiunse un peso massi-
il 9 febbraio 1963 con una cospicua flotta di 4 esemplari, mo al decollo di 95 tonnellate. La fattiva collaborazione
procedette senza intoppi, rivelando anzi consumi e pesi di Pratt & Whitney permise inoltre di ridurre drastica-
inferiori alle stime teoriche, con notevoli benefici sulle mente i consumi, la rumorosità e le emissioni inquinanti:
prestazioni. La certificazione FAA fu ottenuta già il 20 di- attraverso nuove camere di combustione ed interventi Il 727-2S2F
cembre 1963 e il primo volo di linea lo operò la Eastern il sui condotti di scarico si riuscirono a raggiungere valo- Advanced cargo di
1° febbraio 1964 lungo la rotta Miami-Washington-Phi- ri di emissioni sonore paragonabili a quelle dei DC-10 Federal Express:
ladelphia. Apparve chiaro fin dai primi mesi in servizio co- e L-1011, e con il dispositivo PMS (Performance Mana- potente e con una
me il nuovo Boeing fosse veramente un cavallo di razza, gement System) si ottimizzarono i consumi e i profili di fantastica ala,
a proprio agio sulle rotte da 300 km come su quelle da salita e discesa. I nuovi motori disponevano di inversori poteva decollare su
3.000 km. L’ottima velocità di crociera (ben 980 km/h di spinta a cascata, più efficaci, leggeri e meno onerosi piste da 1500 m a
quella massima e 865 km/h quella economica) lo rende- dal punto di vista manutentivo. Certificato nel 1972 ed pieno carico
va infatti adatto anche alle lunghe tratte e, ben presto,
questo potenziale fu sfruttato per realizzare varianti exe-
cutive con serbatoi supplementari in grado di assicurare
autonomie intercontinentali e le varianti per trasporto
misto 100C e 100QC. Gli operatori sudamericani furono i
più convinti assertori del 727, grazie alle sue ottime carat-
teristiche di “arrampicatore”: il trigetto fu infatti il primo
jet a operare dall’aeroporto internazionale boliviano di
La Paz, posto a ben 13.000 piedi (circa 4.000 metri) sul
livello del mare. Al comparire di versioni più potenti del
JT8D, Boeing sviluppò anche la variante -200, allungata di
6 metri e grazie a cui la capacità massima in classe unica
(ad alta densità) raggiungeva i 189 posti. Ben presto le
principali compagnie piazzarono ulteriori ordini per que-
sta variante, entrata in servizio nel 1968, con cui fecero
fronte all’incessante crescita del traffico aereo di fine an-

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Alcuni serie -100


furono trasformati in
QF cargo per UPS
con la nuova
motorizzazione
Rolls Royce Tay 651 e
con avionica glass
cockpit

entrato in servizio con la giapponese All Nippon Airways, to apprezzati dai loro piloti per le ottime prestazioni e
l’Advanced si impose in breve tempo in tutti i continenti, soprattutto la docilità dei comandi, frutto dell’avanzato
divenendo il jet di linea più venduto al mondo. Il millesi- impianto idraulico anch’esso fattore distintivo del triget-
mo esemplare, un -232 Advanced destinato alla Delta to. Anche le compagnie charter scoprirono le grandi doti
Air Lines, fu consegnato nel gennaio 1974 in una solenne dell’Advanced: la danese Sterling ordinò tre esemplari
cerimonia, e per molti anni la linea di Renton continuò a certificati al peso massimo di 95 tonnellate, in grado di
sfornare trireattori al ritmo di 10 unità al mese, un vero trasportare 189 passeggeri lungo la rotta di 4.600 km
record superato solo molti anni dopo dal fratello mino- tra Copenhagen e le Canarie. Il suo esempio fu seguito
re 737. Decine di vettori scelsero la nuova versione per dalla francese Air Charter International, la tedesca Con-
rinnovare le proprie flotte, in primis American, Delta e dor Flugdienst (gruppo Lufthansa) e la britannica Dan Air
United che ne annoverarono 150 o 200 esemplari cia- London. Nel 1981, proprio verso la fine della carriera,
Un 727-231 di TWA: scuna. Alitalia, al contrario, scoprì relativamente tardi il nacque inaspettatamente l’ultima versione, la “all cargo”
l’aereo per molti trigetto Boeing, e infatti i 18 esemplari col tricolore eb- 727-200F (il carico utile raggiungeva 26.650 kg) ordina-
anni non ha avuto bero vita breve, rimanendo in linea dal 1976 al 1984, so- ta dalla Federal Express in 15 unità, l’ultima delle quali
rivali nel trasporto a stituiti rapidamente dai più economici MD-82. Impiegati (N217FE) chiuse in bellezza la linea produttiva il 15 giu-
medio raggio sulle rotte interne ed europee, furono comunque mol- gno 1984. Un altro Advanced del vettore di Memphis

Uno dei due 727-2S2F ADV dotati di sistemi di irrorazione e utilizzati ancora oggi da
Oil Spill Response per le missioni antinquinamento

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(matricola N481FE) sancì una tappa importante con
l’ultimo volo di linea del trireattore nel giugno 2013. Da Sceso in linea in un momento di
notare che due aeroplani sopravvivono tuttora con la Oil
Spill Response, rimotorizzati con i JT8D-209 (solo i motori grande sviluppo del trasporto aereo,
1 e 3) ed equipaggiati per le operazioni antinquinamen-
to. Un’altra variante cargo fu la QF (Quiet Freighter), rea- il 727 fu molto apprezzato dai piloti
lizzata per la UPS dalla controllata di Alenia Dee Howard.
L’ambizioso programma rivitalizzò 51 vecchia serie -100 per la piacevolezza del pilotaggio e
con gli efficienti e silenziosi (ottemperavano alle nuove
norme Stage 3 della FAR 36) Rolls-Royce Tay 651 e un per le elevatissime prestazioni
“glass cockpit” aggiornatissimo; gli aeroplani svolsero un
ottimo servizio dal 1992 fino al 2007, distinguendosi per
il ridotto impatto ambientale e per l’ottima affidabilità.
ti transatlantici. Il 757 ebbe successo soprattutto negli
Sul viale del tramonto USA, ove rimpiazzò la maggioranza dei 727, mentre in
Verso la seconda metà degli anni ’70 Boeing decise di Europa il cambio della guardia avvenne grazie ai 737-300,
lanciare quasi contemporaneamente due programmi 737-400, MD-80 e successivamente A320.
che segnarono il destino del 727: il primo fu la nuova ver-
sione ingrandita del 737, la -300, realizzabile grazie alla Un aeroplano intramontabile
disponibilità di un modello con fan ridotto del moderno Dopo la brillante carriera da liner, terminata all’alba
ed efficiente turbofan CFM56. Proprio grazie al motore del nuovo millennio, il 727 ritrovò una nuova giovinezza
franco-americano il piccolo bireattore avrebbe iniziato come executive: le ottime prestazioni, la buona auto-
il suo cammino trionfale verso gli oltre 10.000 esemplari nomia, gli ampi spazi interni e soprattutto i prezzi molto
consegnati e 15.000 ordinati [VFR Aviation 05/2017: Bo- competitivi per gli Advanced con poche migliaia di ore
eing 737, 50 anni e non sentirli], soppiantando da lì a poco di volo, lo hanno reso un aeroplano perfetto per il tra- L’entrata in linea
l’illustre predecessore con versioni sempre più grandi e sporto VIP, anche come aereo di stato. Rimotorizzati con delle nuove versioni
sofisticate. L’altro rivale di casa fu il 757, il vero erede natu- i potenti JT8D serie 200 degli MD-80, in grado di ottem- del 737, dell’MD80 e
rale lanciato nel 1978, ma che in realtà finì per crearsi una perare anche alle norme antirumore FAR 36 Stage 3, ed dell’A320 portarono
nicchia tutta sua, spostata più verso il medio-lungo raggio equipaggiati con accessori principeschi (doccia, letti king presto
per via delle dimensioni sensibilmente maggiori, i nuovi size, meeting room e altro), queste vecchie glorie sfog- all’abbandono del
motori iperefficienti RR RB.211-535 o P&W PW2000, e giano ovunque le loro linee ancora moderne ed eleganti trireattore Boeing.
l’ala supercritica che gli consentiva di raggiungere un’au- che non li fanno sfigurare affatto accanto agli attuali Bo- Nella foto un 727-200
tonomia di 7.400 km, sufficiente anche per i collegamen- eing BBJ o Airbus ACJ. Adv di Delta Airlines

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