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Marco De Montis
Sonic Cruiser, anzi no con una linea accattivante degna di un caccia, tanto da incorpora-
La genesi del 787 in realtà si intreccia con un interessante proget- re canard, motori integrati nell’ala a doppio delta e struttura inte-
to Boeing degli anni ’90, purtroppo rimasto lettera morta. Alla sfi- gralmente in compositi. L’essenza del nuovo aeroplano era la ve-
da del mega liner Airbus A380, lanciato nel 2000, l’anno seguente locità transonica di Mach 0,95/0,98 (oltre 1.000 km/h), grazie a cui
il costruttore americano rispose con un prodotto radicalmente in- si scongiuravano i problemi del regime supersonico e contempo-
novativo, il Sonic Cruiser. Si trattava di un bireattore da 250 posti, raneamente si incrementava la produttività del 20%, in virtù della
Il Roll Out del 2007 con un velivolo messo insieme alla meno peggio, per rispettare
la data, che fu poi completamente smontato e riassemblato per i test
Alcuni 787 di locità subsonica (Mach 0,85) dei liners tradizionali, il nuo-
Hainan Airlines in vo bireattore prometteva una riduzione del 20% sui costi
fase di operativi rispetto al 767-300, rendendolo così perfetta-
assemblaggio mente adeguato alle nuove esigenze dei vettori mondiali.
finale nello
stabilimento di L’entusiasmo del mercato
Everett Il mercato, ancora scosso dalla crisi post 11 settembre,
inizialmente reagì in maniera piuttosto tiepida, tanto che tico dal punto di vista finanziario, per via dell’acquisizione
il lancio ufficiale tardò fino al 2004, grazie al primo or- di McDonnell Douglas nel 1997 ed una contemporanea
dine per 50 esemplari piazzato dalla giapponese ANA, serie di criticità produttive che causarono una pesante
seguito poco dopo da quello di Air New Zealand. Dal svalutazione delle azioni l’anno successivo. In questo
2005 l’incremento di traffico previsto in concomitanza contesto l’azienda licenziò 12.000 addetti e varò una
delle Olimpiadi di Pechino, programmate per il 2008, serie di tagli draconiani volti a recuperare rapidamente
stimolò una rapida sequenza di ordinativi da parte dei liquidità. Era quindi lampante come il varo di ogni pro-
clienti asiatici: Air China, China Eastern, China Southern, gramma dovesse considerare il nuovo ed austero regi-
Hainen, Shanghai e Xiamen Airlines, seguite da JAL e Ko- me economico, pertanto diventava indispensabile inno-
rean Air. Nel frattempo, la definizione del progetto di vare anche l’aspetto degli investimenti. La chiave di volta
Lo spaccato del dettaglio lasciava intravedere sempre più una spinta fin fu una politica di “risk sharing” (condivisione del rischio)
General Electric troppo radicale verso nuovi schemi, sia dal punto di vista coi principali partner, confluiti in una sorta di consorzio
GEnx, derivato dal tecnologico che della programmazione industriale. Boe- in cui ogni azienda contribuiva dal punto di vista finanzia-
GE90 del Boeing 777 ing alla fine degli anni ’90 attraversava un momento cri- rio, progettuale e tecnologico. Sulla carta l’idea poteva
avere una sua validità, ma alla prova dei fatti si rivelò un
notevole handicap, creando molte zone d’ombra.
La doccia fredda
Un aeroplano così complesso ed innovativo come il
787 (col lancio decadde la denominazione provvisoria
7E7) richiedeva una profonda e stretta integrazione fra
ogni funzione, incompatibile con la nuova organizzazio-
ne e con l’impoverimento ingegneristico del costrutto-
re dovuto al licenziamento del personale più esperto.
Proprio nel momento in cui occorrevano una gestione
verticistica dell’intero progetto ed il massimo del know-
how, accadde invece esattamente il contrario, con i vari
partners impegnati a risolvere le ardue sfide tecniche
per i singoli componenti in maniera isolata, senza alcuna
visione d’insieme, aggravata da una scarsa consapevo-
lezza da parte di Boeing sull’avanzamento delle varie fa-
si. Estremizzando il concetto, la prestigiosa casa si auto
esautorò dal suo ruolo primario di costruttore, per ridur-
Uno dei prototipi pugliese di Grottaglie, in Giappone Kawasaki, Mitsubi- Il peggior incubo di Boeing
del 787 durante i voli shi e Fuji erano responsabili della sezione 43 e della sca- Il momento della verità giunse nel 2006, con l’ama-
di collaudo, si nota tola alare 45, ed infine Vought a Charleston fabbricava ra scoperta di un peso a vuoto superiore di 2.300 kg
l’estradosso alare le sezioni posteriori 47 e 48, in un impianto frutto di una a quello stabilito dal progetto definitivo. Da lì iniziò un
completamente joint venture con Alenia. cammino tutto in salita per recuperare i ritardi cronolo-
ricoperto di sensori Era perciò inevitabile che un puzzle così delicato, com- gici e riprogettare la struttura per ridurre il sovrappeso.
plesso e con immani sfide tecnologiche generasse pro- Altri aspetti innovativi, in primis la scelta rivoluzionaria
blemi, e proprio nel momento cruciale del programma si di contenere le masse con un’impiantistica “all electric”
manifestò l’inevitabile tracollo. (l’aeroplano ha persino i freni e la retrazione del carrello
a comando elettrico!) che elimina le utenze pneumati-
che e riduce all’osso quelle idrauliche, si rivelarono fo-
rieri di problemi inediti con conseguenti ulteriori ritardi.
Nel frattempo, si stava incrinando l’affidabilità di Boeing
dal punto di vista ingegneristico e gestionale, cui i vertici
reagirono con l’ennesima scellerata iniziativa di annun-
ciare il roll-out, l’evento simbolo di ogni programma che
si rispetti, l’8 luglio 2007. È infatti da notare che secon-
do l’ortografia americana questa data si scrive “7-8-7”.
Tanto bastò per stabilire appunto il giorno fatidico, senza
alcuna attenzione e percezione dei rischi e ritardi reali,
sempre più drammatici. L’esemplare oggetto dell’evento
era pertanto più simile ad un mock-up (simulacro) che ad
un aeroplano reale, assemblato in fretta e furia con rivet-
ti ed altri componenti non certificati per il volo. Appena
conclusi i brindisi ed i discorsi di circostanza, il bireattore
fu riportato in officina per essere letteralmente smon- ing, dimostrando contemporaneamente economie
tato e successivamente riassemblato coi componenti d’esercizio eccezionali, grazie alle quali i vettori poteva-
corretti e nella configurazione definitiva, atta a garantire no inaugurare rotte a lungo raggio fra città secondarie,
la certificazione. Il lavoro titanico e febbrile si protras- aumentando la redditività e la flessibilità d’esercizio, due
se per oltre 2 anni e finalmente il primo 787-8 (marche fattori cruciali per assicurare bilanci in attivo in un mer-
N787BA) decollò da Everett il 15 dicembre 2009, con cato sempre più competitivo. Alla prova dei fatti, il 787 Un 787-922 di
un ritardo di quasi 3 anni sulla data stabilita al momento si dimostrò il candidato ideale per rimpiazzare non solo United Airlines in
del lancio, un segno tangibile della filosofia spregiudi- il progenitore 767, ma pure i più moderni A330, A340 e fase di
cata e poco concreta del management Boeing. E non è successivamente anche il “fratellone” 777-200ER, gra- assemblaggio
tutto: dopo questo importante evento, i problemi non zie allo sviluppo delle versioni ingrandite 787-9 e 787-10. finale nello
si attenuarono, bensì si esasperarono, generando ulte- Una tappa importante del programma è stata celebrata stabilimento di
riori problematiche inaspettate ed inedite per Boeing. il 3 aprile 2020, con la consegna del 1000° 787 (un 787- Charleston
L’agognata certificazione fu emessa congiuntamente
dall’ente americano FAA e dall’europeo EASA il 26 ago-
sto 2011, aprendo la strada ai servizi di linea inaugurati
dalla giapponese ANA il 26 ottobre sulla rotta Tokyo/
Narita – Hong Kong, con un ritardo superiore ai 3 anni
sul programma originale. Finalmente la fase più critica
sembrava alle spalle, ma all’inizio del 2013 altri incidenti
funestarono la carriera del bireattore. In rapida sequen-
za, un esemplare della JAL, uno della United ed un terzo
dell’ANA subirono incendi al pacco batterie a ioni di litio.
L’intera flotta fu messa a terra in attesa delle inchieste
e delle azioni correttive fino alla fine di aprile, ma spo-
radicamente altri incendi si manifestarono sempre per
la stessa causa, sino a quando Boeing decise di rivede-
re l’intero impianto e segregare il pacco batterie in una
struttura stagna. Col trascorrere degli anni, finalmente,
il Dreamliner riconquistò l’affidabilità della stirpe Boe-
Il primo volo del visioni di Boeing sulle economie d’esercizio del 787. No- grati con HUD (visori a testa alta) di ultima generazione,
787-10 con fusoliera nostante l’architettura radicalmente diversa, il concetto apparati molto utili nelle operazioni in regime critico sia
allungata di ben 11,5 “all electric” ha poi consentito di rendere i due propul- per visibilità che per condizioni meteo sfavorevoli. Come
m e possibilità di sori completamente universali, senza personalizzazioni da tradizione Boeing, sono stati mantenuti i tradiziona-
accogliere 330 sulla cellula, un ulteriore primato assai importante per li volantini, ma in realtà la loro funzione è unicamente
passeggeri minimizzare i costi operativi ed aumentare la flessibilità trasmettere input di manovra, essendo i comandi com-
d’uso, favorita anche dalla certificazione ETOPS 330 con pletamente “fly-by-wire”. Contrariamente ad Airbus, la
cui è possibile proseguire il volo con un solo motore per filosofia Boeing prevede comunque che come extrema
5 ore e mezza. Da citare infine il cockpit, ampio, lumi- ratio i piloti possano imporre la massima autorità sui co-
noso ed ovviamente incentrato su una serie di schermi mandi prevaricando il sistema FMS di controllo automa-
LCD ad alta definizione con cui i piloti acquisiscono ogni tico, una modalità dimostrata positivamente durante i
parametro significativo dell’aeroplano e della rotta, inte- voli di collaudo.
I tre fratelli
La famiglia del 787 si articola su 3 versioni, denomina-
Superati i molti problemi di gioventù e te 787-8, 787-9 e 787-10. Il 787-9 prevede una fusolie-
ra allungata tramite una nuova sezione da 6,1 metri e
di messa a punto, oggi il Dreamliner è può trasportare 280 passeggeri a 14.400 km di distanza.
Entrato in linea con Air New Zealand il 9 agosto 2014,
il più efficiente liner sul lungo raggio: si è dimostrato la variante di maggior successo, grazie
all’ottima combinazione capacità/autonomia calibrata
il 787-9 accoglie 290 passeggeri con per gran parte delle rotte sul Pacifico. Lo snello 787-10
è l’ultimo esponente della famiglia: può accogliere 330
un range di 14.000 km passeggeri nell’ampia cabina, allungata di ben 11,5
metri rispetto al 787-8, ma mostra la corda per la sua