che, ricordando che stato posto =
, pu scriversi:
e, quindi:
=
una volta determinato L (noto QL e scelti opportunamente L/B, K, CB e T), si pu ricavare
B=L/(L/B) e, scegliendo un opportuno valore di B/D in base ai dati delle navi del campione,
D=B/(B/D) .
Ci fatto si pu calcolare e verificare il valore K scelto,si effettua la compartimentazione e si
passa poi al calcolo della quantit di acqua da imbarcare per la navigazione in zavorra. Il
percorso accennato va ripetuto pi volte fino a quando non si hanno valori congruenti e ritenuti
soddisfacenti per le dimensioni di carena, K e C
B
, probabile che si renda necessario variare i
valori delle dimensioni principali, tenendo laccortezza di rimanere comunque nel range delle navi
della stessa tipologia.
Il progetto preliminare di larga massima prosegue
secondo il diagramma a blocchi, approfondendo di
volta in volta i singoli temi e dando maggiore
importanza ai risultati del blocco stima del peso e
convalida della portata lorda .
56
8.2 Navi da Volume
Come gi detto si definiscono navi da volume quelle navi per le quali lelemento condizionante
il volume dello spazio da destinare al carico .
La dimensione che caratterizza queste navi laltezza di costruzione che risulta (relativamente)
molto grande rispetto a quella che caratterizza le navi di portata lorda poich, quindi,
nellaltezza di costruzione entra anche limmersione il vero elemento caratterizzante le navi da
volume la notevole altezza di bordo libero,particolare attenzione deve essere riservata alla
stabilit a nave integra (oltre che a quella in caso di falla) in quanto le caratteristiche ora dette
comportano una notevole quota del baricentro nave a pieno carico; ne consegue che il valore del
rapporto B/D ha una importanza fondamentale .
A maggior chiarimento di quanto detto si presentano nella figura 2 due situazioni che ipotizzano
che il peso della nave vacante (per semplicit si considera un pontone, CB=1) sia zero,la portata
Q, la lunghezza e la larghezza siano le medesime, la nave sia in acqua dolce, ed il carico abbia
diverso peso specifico,2 t/mc per il caso A (nave di portata lorda) e 0.5 t/mc per il caso B (nave
di volume) .
Si supposto che il peso dei due pontoni scarichi sia nullo
La situazione A comporta che
il volume necessario al carico: =
=
volume di carena: =
=
ricavando Q ed eguagliando si ha:
2 =
per cui :
= 2
La situazione B comporta:
volume necessario al carico: =
.
=
volume di carena: =
=
ricavando Q ed eguagliando si ha:
0.5 =
per cui :
= 0.5
Confrontando i due casi, :
2 dA = 0.5 dB
dB = 4 dA
T = TA = TB
57
Quindi con le ipotesi fatte, proprio per esaltare la diversit dei due casi -risulta che
laltezza di costruzione della nave da volume quattro volte quella della nave da
portata pur avendo la medesima immersione. In generale, quindi, laltezza di costruzione
di una nave da volume pi grande di quella di una nave da portata e tale maggior valore
correlato al maggior valore del bordo libero .
Detto BL il bordo libero regolamentare(quello che risulta dalle regole della Convenzione
Internazionale sulla Linea di Carico del 1966) si avr che esso, per il caso B trattato, non potr
essere la distanza tra il galleggiamento di pieno carico e lorlo del ponte a murata, in quanto
laltezza di costruzione, per le navi da volume, sar maggiore della somma dellimmersione di
pieno carico ed il bordo libero regolamentare
Infatti, detto BLR (il bordo libero reale), cio la distanza tra il ponte ed il galleggiamento di
pieno carico, si ha:
D = T + BLR
BL <BLR
D >T + BL
A causa degli accennati problemi di stabilit, spesso si costretti ad aumentare la larghezza (e,
di conseguenza a ridurre la lunghezza nave) .
Per navi da carico generale e polivalenti (navi da volume) il rapporto =
pu variare in un
campo abbastanza vasto a seconda della velocit, dei mezzi di movimentazione del carico, delle
dimensioni principali, ecc.; i valori pi consueti sono K = 0.70 0.75. I rapporti caratteristici
sono quelli indicati in tabella in funzione della portata lorda in tonnellate.
Per la determinazione delle dimensioni principali conviene dare la precedenza alla larghezza.
Dalla relazione
=
che, ricordando che stato posto =
, pu scriversi:
e, quindi:
=
58
una volta determinato B (noto QL e scelti opportunamente L/B, K, CB e T), si pu ricavare
L=B/(L/B) e, scegliendo un opportuno valore di B/D in base ai dati delle navi del campione,
D=B/(B/D) .
Ci fatto si pu calcolare e verificare il valore K scelto,si effettua la compartimentazione e si
passa poi al calcolo della quantit di acqua da imbarcare per la navigazione in zavorra. Il
percorso accennato va ripetuto pi volte fino a quando non si hanno valori congruenti e ritenuti
soddisfacenti per le dimensioni di carena, K e C
B
, probabile che si renda necessario variare i
valori delle dimensioni principali, tenendo laccortezza di rimanere comunque nel range delle navi
della stessa tipologia.
Il progetto preliminare di larga massima prosegue secondo il diagramma a blocchi,
approfondendo di volta in volta i singoli temi e dando maggiore importanza ai risultati del
blocco stima dei volumi per le diverse funzioni e convalida della portata .
8.3 - Navi da volume adibite al trasporto di unit di carico
caratterizzate dallessere una o pi dimensioni costanti (o quasi)
In questo paragrafo si accenna a due tipologie di navi:
navi da volume adibite al trasporto di unit di carico caratterizzate da altezza
costante (o quasi) e con superficie in pianta variabile;
navi da volume adibite al trasporto di unit di carico caratterizzate da larghezza ed
altezza costante (o quasi) e di lunghezza variabile.
Rientrano tra le prime
quelle per il trasporto di carichi pallettizzati
quelle per il trasporto di sole automobili (car carrier)
le Ro-Ro per il trasporto di soli veicoli industriali (con sistemazioni per gli
autisti),
le navi per il trasporto di veicoli industriali e di contenitori (Ro-Lo),
le navi Ro-Ro per il trasporto di veicoli di tipologia diversa (autocarri, autotreni,
autoarticolati, caravan, camper, autobus, TIR, automobili, furgoni, ecc.) e
passeggeri
la maggior parte delle navi frigorifere, ecc
Rientrano nelle seconde quelle navi adibite al traghettamento di vagoni ferroviari e di
passeggeri.
Il tipo di carico condiziona essenzialmente la distanza tra i ponti, mentre la portata condiziona
la lunghezza e la larghezza della nave, oltre che il numero dei ponti poich la portata condiziona
la superficie dei ponti ed il numero di essi (superficie totale disponibile per il carico), tali navi
sono dette anche navi da superficie o, a volte, navi a carreggiate, in quanto la superficie di
ponte necessaria viene valutata considerando larghezze diverse di carreggiata a seconda della
tipologia dei veicoli cui la nave destinata
59
Laltezza degli interponti varia a seconda del carico, in quanto i contenitori hanno altezza
costante (8 piedi) e classi analoghe di veicoli hanno altezze quasi costante
Oggi la maggioranza delle navi frigorifere (trasporto frutta, carne congelata o surgelata, pesce
surgelato, ecc.) trasportano il carico in pallete quello pi usato ha base da 1.0 x 1.2 metri ed
altezza (compreso il pallet) di 1.8 metri; per queste navi laltezza netta di interponte di norma
pari a 2.2 metri (il franco di 0.40 metri consente una agevole manovra ai carrelli lift per la
movimentazione del carico)
Per le navi che trasportano, oltre che veicoli di dimensioni maggiori (TIR, autocarri, ecc.), anche
automobili ed altri veicoli minori sono previsti, di norma, ponti mobili che dimezzano laltezza tra
i ponti fissi (strutturali)
Particolare attenzione deve essere riservata alla stabilit a nave integra (oltre che a quella in
caso di falla), in quanto le caratteristiche ora dette (soprattutto il numero dei ponti e la
distribuzione dei carichi paganti) comportano una notevole quota del baricentro nave a pieno
carico ne consegue che il valore del rapporto B/D ha una importanza fondamentale. Pari
importanza va riservata alla stabilit in caso di falla con conseguente allagamento del ponte
garage per navi Ro-Ro tra i dati di progetto direttamente forniti dallarmatore ci deve essere o
il numero ed il tipo di veicoli (di solito diviso in due gruppi: numero di trailerse numero di
automobili) o la superficie totale da destinare al carico o la lunghezza complessiva di carreggiata
(se la nave destinata solo al trasporto di trailers) .
Viene inoltre fornita la portata lorda, la velocit alle prove e lautonomia. Il progetto deve dare
priorit alla superficie da destinare al trailerse solo in un secondo momento si considereranno le
auto. Lo spazio in metri da destinare a ciascun trailers con contenitore pari ad una superficie
in pianta di 12.5 x 3 con altezza pari a 4.5 m; laltezza di interponte , di solito, pari a 5.5 m .
Per navi Ro-Ro per trasporto di veicoli industriali, detta D* laltezza complessiva del volume ad
essi destinato, si forniscono in tabella i valori consueti per i rapporti caratteristici in funzione
del numero di trailers.
La prima grandezza da determinare laltezza di costruzione che dipende essenzialmente dal
numero dei ponti da destinare al carico, oltre che dallaltezza del doppiofondo.
Si passa poi alla stima di Lin funzione di froude e in base alla superficie da destinare al carico, si
passa poi alla stima di B, stimate le dimensioni principali si passa alla stima del CB, e quindi si
ricava T. Si passa infine al calcolo di CM,CP,CW. Calcolato il volume di carena, si confronta il
valore di =
O pi sinteticamente =
(2)
12.2 Determinazione del dislocamento per una nave avente solo diversa
portata rispetto alla nave presa a riferimento
Siano
Differenziando la (2) rispetto alla condizione iniziale si ha :
=
dove il termine 1
Rendimento di portata dovuto alla variazione di dislocamento , linverso di , ovvero =
81
Le variazioni unitarie subite dalle singole categorie di pesi X
i
a causa della conseguente
variazione d subita dal dislocamento, sono calcolabili differenziando =
ovvero
=
12.3 Determinazione del dislocamento per una nave avente solo diversa
portata rispetto alla nave presa a riferimento usando lequazione linea
rizzata del dislocamento
Alcuni studiosi suggeriscono di non considerare, come visto nel capitolo precedente,
luguaglianza tra i termini
/
=
/
=
/
=
/
=
/
=
/
=
Pertanto lequazione del dislocamento diviene
=
/
+
/
+
/
posto =
/
diviene
Rappresentata anche dalla =
ricordando il prospetto
seguente pu essere scritta
=
raggruppando diventa
(1
= 0 e quindi
)
= 0
Posto =
)
e =
)
e ponendo
x=
1/3
, possiamo scrivere
/
= 0
si
fissano alcuni , quindi x, trovando i corrispondenti y, la procedura finisce quando trovo la x che
soddisfa lequazione.
Meno semplice il caso in cui ho la portata netta e non la lorda.
In questo caso si perviene alla stessa espressione
/
= 0 nella quale per i
coefficienti A e B avranno espressioni diverse da quelli prima trovati. In questo caso infatti la
=
assume la forma
=
Ovvero per successive sostituzioni si ha:
=
)
e =
)
/
= 0 potr essere risolta in modo analogo a prima.
83
Capitolo 13 - DETERMINAZIONE DELLE DIMENSIONI PRINCIPALI
E DEI COEFFICIENTI DI FINEZZA NELLE DIVERSE FASI DEL
PROGETTO
13.1 Introduzione + Prima stima delle dimensioni principali
Le dimensioni principali hanno fondamentale importanza su diversi aspetti riguardanti la nave,
come sintetizzato , in generale, nella tabella sotto.
Ovviamente , le dimensioni L,B,T hanno grande importanza sul volume di carena e quindi, sul
dislocamento della nave.
Come detto nei capitoli precedenti
Per le navi da portata che in generale non presentano problemi relativi alla stabilit a nave
integra, la dimensione principale pi importante la lunghezza che pu essere espressa con la
formula dove =
/
=
/
Supponendo DC = D e ponendo CBD = CB si pu scrivere
/
=
/
E quindi
=
/
3 / 1
2
2
'
(
=
D B C
B L V
L
B
N
3 / 1
2
'
(
(
(
(
(
\
|
=
B
N
C
D
B
B
L
V
L
Stima della lunghezza e del volume degli spazi non destinati al carico
pagante
I principali spazi non destinati al carico pagante sono il gavone di prua, il locale apparato motore,
il locale pompe, il gavone di poppa, il doppio fondo; nonch per alcune navi lo spazio compreso nel
doppio scafo e le case laterali. Degli spazi prima detti importante stimare la lunghezza fin
dalle prime fasi del progetto mentre per il doppio fondo si stima laltezza.
I gavoni di poppa e di prua
94
I registri di classificazione prescrivono che la paratia del gavone di prua sia ubicata dalla
perpendicolare avanti ad una distanza d compresa tra due valori fissati e diversi a seconda che
la nave sia con bulbo o senza:
dove i valori f1 ed f2 sono in funzione del bulbo o di LPP
La scelta della distanza alla quale porre la paratia del gavone prodiero rispetto alla
perpendicolare avanti, consente al progettista di contemperare a due esigenze opposte:
aumentare la lunghezza della zona destinata al carico;
assicurare un congruo volume allestrema prua per contenere la zavorra ed evitare di
dover sovradimensionare tali strutture.
E buona norma per il progettista dare priorit al volume da destinare alla zavorra.
Nessuna prescrizione fissata dai registri per il posizionamento della paratia del gavone di
poppa.
Locale apparato motore
La lunghezza dellapparato motore dipende: tipo di motore, numero di motori, potenza
propulsiva, presenza del riduttore, dimensioni principali della nave ecc.
Per tali ragioni impossibile definire con precisione la lunghezza di tale compartimento apparato
motore durante il progetto preliminare. Ci sono alcune formule empiriche per il calcolo della
lunghezza apparato motore, funzione di LPP e potenza dellapparato motore.
Locale pompe
Le navi cisterne che trasportano locali infiammabili e le chimichiere hanno un compartimento, a
proravia della paratia delimitante lapparato motore, destinato alle pompe per movimentazione
del carico e per acque di zavorra. Detto compartimento ha, spesso, una maggiore lunghezza nella
95
parte inferiore in quanto, la detta paratia, presenta un gradino verso il compartimento apparato
motore.
Doppio fondo
I registri prescrivono laltezza minima consentita per il doppio fondo in corrispondenza delle
stive per il carico. IL DNV prescrive un altezza del DF non inferiore a: HDF = 2.50 + 20 B + 50
TC ( in mm).
Stima del volume da destinare al carico pagante
Il volume complessivo VC dello spazio da destinare al carico pagante pu essere stimato
sottraendo al volume totale della nave quello dei compartimenti non destinati al carico calcolati
con le formule precedenti.
Il volume VC in metri cubi dello spazio da destinare al carico pagante pu essere ricavato con
formule empiriche ricavate per alcune categorie di navi.
Numero di contenitori in stiva e sul ponte di coperta.
Le navi porta contenitori hanno carico pagante in stive e sul ponte di coperta.
Il numero dei contenitori caricabile nelle stive pu essere stimato con delle formule che sono
funzione di:
- NT numero dei contenitori nella direzione trasversale (riga) nella sezione al mezzo;
- NL numero di contenitori nella direzione longitudinale (fila) nella sezione a 0,5B;
- NV numero di contenitori in altezza (pila) nella sezione a 0.5 LPP.
54 . 2
2
DS
T
B B
N
=
55 . 6
stive
L
L
N =
60 . 2
d D H H D
N
DF bocaporte bolzone
V
+
=
Nelle formule scritte si fa riferimento alle dimensioni standard (TEU).
Il numero massimo dei contenitori caricabile sul ponte di coperta che non deve essere superato
per compromettere una adeguata visibilit dalla plancia; tale numero detto numero geometrico,
96
di norma superiore al numero reale che rappresenta il numero massimo dei contenitori caricabili
sul ponte mantenendo alla nave una buona stabilit.
Il numero geometrico :
54 . 2
B
N
T
=
55 . 6
o PonteCaric
L
L
N =
Per buona visibilit si intende il doppio della LPP partendo dalla perpendicolare avanti.
opportuno sottolineare che il numero massimo di contenitori impilabili sulle boccaporte 5.
97
Capitolo 15 METODI PER LA VALUTAZIONE DEL PESO SCAFO
NELLE DIVERSE FASI DEL PROGETTO
15.1 - Introduzione
Esistono diversi metodi per stimare il peso dello scafo nelle prime fasi del progetto.
Alcuni di questi presuppongono solo la conoscenza delle dimensioni principali e, pertanto,
sono da usare con cautela. Altri presuppongono che il progetto sia in una fase meno
iniziale, richiedendo un maggior numero di dati acquisiti. Alcuni metodi valutano il peso
dello scafo complessivamente, altri lo distinguono da quello delle sovrastrutture. Ove
possibile, sempre consigliato fare ricorso a pi metodi , in modo da non fare
riferimento ad un unico valore.
15.2 Metodi rapidi per la stima del peso scafo per tipologie di navi e
basati sulla conoscenza delle dimensioni principali
METODO DI MENDEL
Per navi da carico Mendel determin una formula (da usare con cautela, visto che
consente la stima di larga massima)che fornisce il peso scafo (senza sovrastrutture
Ps e la relativa quota del baricentro Zs se sono noti:
L,B,D.
METODO DEL MURRAY
Per navi da carico Murray determin una formula che fornisce il peso scafo (senza le
sovrastrutture) Ps se noti:
L,B,D,T,C
B
.
METODO DI OSORIO
Per navi da carico Osorio determin una formula che fornisce il peso scafo (senza le
sovrastrutture) Ps se sono noti:
L,B,D,T,C
B
.
FORMULE DI GARCES
Per navi di diversa tipologia (navi da carico generale, granaglie, frigorifere, roll-on/roll-
of), determin alcune formule che consentono di determinare il peso scafo Ps e di
stimare le coordinate del baricentro se sono noti:
L,B,D.
METODO DI BENFORD PER NAVI TRASPORTO MINERALI E CISTERNA
Per navi suddette con dislocamento compreso tra 4000t e 100000 t si pu utilizzare il
metodo elaborato dal Benford. Il metodo si compendia di un grafico che stato
elaborato per rapporti B/T=3 e presuppone la conoscenza di :
L,B,D,T,C
B
.
Calcolato il numero cubico, N
C
=LBD e, quindi 2834 (LBD/100)10^-7
98
Si entra nel grafico sotto riportato e si incontra la curva di livello corrispondente al
rapporto L/D della nave in progetto , quindi si
traccia la retta orizzontale fino ad intersecare
la retta verticale del corrispondente C
B
; il
punto di intersezione si trova tra due o su una
delle rette oblique che individua sulla scala delle
ordinate il valore del coefficiente C
S
che,
moltiplicato per LBD/100, fornisce il peso dello
scafo: Ps= Cs LBD/100
Il valore cos ottenuto accettabile per le navi
minerali ere, mentre per le cisterne va ridotto
del 5%.
Esistono svariate altre formule per la stima
del dislocamento in fase preliminare, le quali
come le precedenti sono da utilizzare con
molta cautela, visto lampio campione di
rappresentazione.
15.3 Metodi per la stima del peso scafo per tipologie di navi e basati
sulla conoscenza delle dimensioni principali e del modulo di resistenza della
sezione maestra
METODO DEL GARCES
Il Garces ha fornito varie formule per il calcolo del peso scafo e per la
determinazione delle coordinate del baricentro scafo, per navi porta contenitori,
granaglie e petroliere, se note:
o L,B,D,W.
Se W non noto possibile stimarlo in via approssimata , con la seguente formula:
99
15.4 Metodo di Danckwardt per la stima del peso scafo di navi da carico
generale
Questo metodo stato elaborato per navi da carico generale con apparato motore a centro
nave. Per poter utilizzare tale metodo necessario conoscere:
L,B,T,D,C
B
,H
DF
(ALTEZZA DOPPIO
FONDO).
Il metodo fa riferimento ad una nave standard avente i
seguenti valori per i rapporti:
L/B=7 CB=0.7 T/D=0.7 HDF/D=
0.1
Con numero di paratie pari al numero minimo
regolamentare, ed altezza tra i ponti Hp=0.0175L+0.7.
Dai grafici possibile entrando con la lunghezza tra le
pp, possibile ricavare il peso scafo escluse
sovrastrutture(diversi grafici per diverso numero di
ponti).
Per navi diverse da quelle standard, lo studio ci
fornisce formule correttive diversi grafici, in funzione
di : diversi rapporti caratteristici, diversa ubicazione
dellAM, sovrastrutture, particolari tipi di navigazione, correzione per rinforzo dovuto alla
formazione di ghiaccio.etc
Inoltre lo studio di Danckwardt consente
di determinare anche la quota del
baricentro relativo al peso dello scafo,
escluse le sovrastrutture. Tale
quota determinabile per nave standard
a due ponti dal
grafico a fianco
riportato, che
fornisce il rapporto
Zg/D, tenendo
conto del registro
secondo le cui norme la nave realizzata. E fornisce inoltre la tabella per le correzioni dalla
nave standard, e per la presenza delle sovrastrutture, fornendo un grafico in cui riporta Zg
so/h, dove h laltezze delle sovrastrutture, il tutto in funzione della larghezza B della nave.
100
15.5 Metodo di Watson per la stima del peso scafo per navi di diversa
tipologia
Questo metodo stato elaborato per navi petroliere, chimichiere, bulk carrier, porta
contenitori, da carico generale, frigorifere, navi costiere, per assistenza a piattaforme,
rimorchiatori, pescherecci, da ricerca, traghetti e per passeggeri.
Il peso dello scafo P*
S
relativo ad una nave standard avente CB=0.7 ed immersione data da
T=0.8 D viene determinato attraverso la formula P*
S
=KE
1.36
dove E=Lloyds Equipment
Numeral(funz anche delle sovrastrutture).
Il valore da assegnare a K dipende dal tipo di nave e pu variare in un certo intervallo a
seconda delle soluzioni
progettuali e strutturali
adottate. I detti valori
di K sono riportati nella
seguente tabella, nella
quale, nella terza
colonna riportato il
valore di E entro il quale valido il metodo. Sono poi presenti in tale studio formule per la
correzione per navi non standard. Il valore calcolato, va comunque corretto sealcune parti non
sono in acciaio comune.
15.6 Metodo di Cartesen per la stima del peso scafo di navi bulk carrier,
da carico generale e porta contenitori, in una fase avanzata del progetto
Questo metodo valido per navi:
Da carico generale con 80<L<180 m
Bulk carrier con 140<L<200 m
Porta contenitori 140<L<200m L/B<6 0.55<T/D<0.75
Il metodo applicabile quando il progetto ha raggiunto una fase avanzata, oltre alle dimensioni
principali gi deve essere nota la compartimentazione e le sovrastrutture.
Il peso dello scafo di base
P*
S
=(P
SVL
+P
SOL
+P
SVT
) d
In cui I tre termini entro parentesi rappresentano rispettivamente , moltiplicati per d il peso
delle superfici che si sviluppano piani verticali(svl), piani
orizzontali(sol),piani verticali che si sviluppano in senso
trasversali(svt). Lo studio ci fornisce le formule per il calcolo di tali
superfici.
d la densit superficiale corretta ovvero moltiplicata per dei fattori correttivi che
tengono conto della nave non standard. Il peso cos calcolato va poi incrementato per la
presenza del bulbo, mediante dei valori di stima del peso bulbo, tabellati in funzione del
rapporto percentuale dellarea bulbo/ area sez maestra. Lo stesso per cofani e sovrastrutture,
lo studio ci fornisce delle formule per il calcolo separato di queste.
101
15.7 Quota del Baricentro dello scafo
Esistono varie formule (kupras e dokme, mandel, kiss) in funzione di L,e D e solo i primi anche
di CB danno un valore approssimato del KG
PS
.
102
Capitolo 16 METODI PER LA VALUTAZIONE DEL PESO
ALLESTIMENTO
16.1 Introduzione
Il peso dellallestimento PAL quello pi difficile da stimare a causa della molteplicit e variet
dei suoi componenti che possono essere diversi nel numero e nelle caratteristiche anche in navi
della stessa tipologia e non molto diverse tra loro. Il peso dellallestimento pu essere stimato
globalmente, ma non porta sempre a valutazione sufficientemente prossima al vero, nelle prime
fasi del progetto.
16.2 Stima del peso totale dellallestimento con formule globali
Le formule generali per la valutazione del peso , in tonnellate , dellallestimento possono essere
del tipo:
= +
= +
nelle quali:
K il coefficiente di peso dellallestimento escluso quanto necessario per la
movimentazione del carico, in generale strettamente legato al servizio a cui destinata
la nave.
K
1
il peso totale di quanto necessario per la movimentazione del carico,
Il coefficiente di peso K determinato da navi similari ed adibite allo stesso servizio attraverso
le relazioni :
=
( )
E possibile usare anche la
formula
= (
utilizzando la
tabella seguente per K
1
e K
2
103
Se si ha una nave di riferimento possibile utilizzare una delle seguenti formule:
, ,
Altro metodo quello di utilizzare la formula
Se si in fase iniziale del progetto, P2 e P2 saranno funzione della potenza al freno e del
numero di giri, mentre P3 funzione principalmente della lunghezza della linea dassi, e del
volume dellAM
che diviene
Dove i vari coefficienti sono tabellari .
107
17.5 Peso dellapparato motore con motrice principale a turbina
il peso dellAM in tonnellate per turbina, sia essa a gas o a vapore, lo si effettua utilizzando la
formula dove K1 e k lo si calcolano dalla navi similari. Se la motrice una turbina
a vapore lo studio fornisce una tabella in cui sono accoppiati i k ai k1 da utilizzare. PF potenza al
freno.
????
108
17.6 Coordinata verticale del baricentro del peso dellapparato motore
?????
109
Capitolo 18 DETERMINAZIONE DEI CARICHI MOBILI NON
PAGANTI
18.1 Introduzione
La portata lorda Q
L
il peso massimo dei carichi che la nave pu trasportare. Il concetto di
portata implica che i carichi siano mobili in contrapposizione agli altri che sono fissi e
costituiscono il dislocamento leggero o di nave vacante. Rientrano nella portata lorda:
Q
N
portata netta o carico pagante;
Q
C
peso dei liquidi per apparato motore(consumabili);
Q
E
peso delle persone imbarcate e loro bagagli;
Q
V
peso dei beni di consumo per le persone imbarcate;
Q
D
peso delle dotazioni di consumo e delle scorte della nave;
Q
Z
peso della zavorra mobile.
Solitamente la portata lorda un dato di progetto, in caso contrario data la portata netta, e
pu essere fissata direttamente o indirettamente(es per una nave da crociera il numero delle
persone paganti, con il bagaglio al seguito) .
18.2 Peso dei liquidi consumabili per lapparato motore
La quantit dei liquidi consumabili dellapparato motore varia con le caratteristiche dellapparato
motore e dellautonomia della nave, cio dalla durata dei viaggi e dal porto di rifornimento.
COMBUSTIBILI i combustibili possono essere di diverso tipo, a ciascun combustibile sono
dedicate casse di deposito separate(bunkeraggio. . .TOTORE CI PUO SPIEGARE MEGLIA ;) ) . il
tipo e le caratteristiche del combustibile da utilizzare fissato dalla casa costruttrice del
motore e in riferimento a tale combustibile dato il consumo specifico. Orientativamente come
da tabella(N.B. il consumo per cavallo, non kWquindi x 1,36 per kW)
Il peso della quantit massima di combustibile necessaria per lapparato motore stimabile in
base ai consumi specifici, allautonomia, alla velocit di esercizio al dislocamento massimo.
110
Il peso della quantit massima di combustibile per gli ausiliari deve tener conto dei consumi in
rada ed alla banchina. indispensabile prevedere un quantitativo per i diversi combustibili
maggiore di quello strettamente necessario sia per evitare di aspirare dai doppifondi, ma anche
per tener conto di particolari situazioni di servizio.
LUBRIFICANTI
I lubrificanti possono essere di diverso tipo a seconda del tipo di motore. Il tipo e le
caratteristiche dei lubrificanti fissato dalla
casa costruttrice e viene indicato anche il
quantitativo necessario in base al tempo di
funzionamento.
ACQUA DOLCE DI RAFFREDDAMENTO E DI ALIMENTAZIONE
Di solito il quantitativo di acqua di alimentazione pari a 2o 3 volte la capacit della caldaia,
mentre quella di refrigerazione 3 a 5 volte la capacit del circuito di raffreddamento.
18.3 Peso delle persone costituenti lequipaggio e loro cose
Il numero delle persone costituenti lequipaggio, nella sua composizione massima, un dato del
progetto fissato dallarmatore in base a considerazioni che tengono conto del tipo, delle
caratteristiche e del grado di automazione della nave, nonch della legislazione vigente. Il peso
delle persone costituenti lequipaggio e dei loro effetti personali, stimato di norma tra i 130 a
140 kg(fino a 170 per lunghi viaggi )
Il peso delle persone imbarcate come passeggeri e del loro bagaglio e cose, costituisce da sola la
portata netta (se su nave da crociera), deve essere aggiunto il peso dellautomobile nel caso di
roll-on/roll-off.
18.4 Peso dei beni di consumo per le persone imbarcate
Il peso QV dei beni di consumo per le persone imbarcate comprende due voci :
Peso dellacqua;(da 100 a 500 litri pro capite al giorno)
Peso dei viveri.(da 5 a 10 kg al giorno pro capite max 15kg nave da crociera) .
111
18.5 Peso delle dotazioni di consumo e scorte
Il peso QD delle dotazioni di consumo e di scorte fissato dallarmatore.
18.5 Peso della zavorra mobile
Molte navi da volume necessitano di zavorra liquida per raggiungere limmersione di progetto
atta a garantire un sufficiente battente allelica.
112
Capitolo 19 CALCOLO DEL BORDO LIBERO NELLE DIVERSE FASI
DEL PROGETTO
Ogni nave ha una parte immersa che le assicura di galleggiare ed una parte che pu essere
immersa la quale costituisce una riserva di galleggiabilit. Si definisce bordo libero la distanza
verticale, misurata a met della lunghezza nave, tra la linea di galleggiamento e la faccia
superiore dellorlo del ponte a murata. Il bordo libero fissato da una convenzione dellIMO
(ICLL). Non si applica, per, a navi da guerra, a navi lunghe meno di 24 metri, a navi da diporto
ed alle navi da pesca. La lunghezza da assumere il maggiore dei seguenti valori:
- Il 96% della lunghezza totale della linea di galleggiamento tracciata all85% dellaltezza
di costruzione misurata a partire dalla parte superiore della chiglia;
- Distanza, lungo la linea di galleggiamento, tra la faccia prodiera del dritto di prua e lasse
di rotazione del timone.
Le navi da volume, hanno un altezza ed un immersione massima tale che il bordo libero
maggiore di quello regolamentare.
Sono specificate nellIMO 3 diverse LOAD LINE:
- SUBDIVISIONE LOAD LINE: la linea di galleggiamento usata per determinare la
lunghezza di compartimentazione;
- DEEPEST SUBDIVISION LOAD LINE: la subdivision load line che corrisponde
allimmersione con il bordo libero estivo assegnato alla nave;
- PARTIAL LOAD LINE: limmersione della nave scarica ed asciutta pi il 60% della
differenza tra limmersione della nave scarica ed asciutta e del massimo bordo libero di
compartimentazione: d
P
= d
LS
+ 0.6 (d
L
d
LS
)
Ai fini del calcolo del bordo libero le navi sono suddivise in:
- Navi di tipo A: navi progettate e realizzate esclusivamente per carichi liquidi alla
ringusa, con ponte esposto alle intemperie con aperture di limitate dimensioni e con
efficaci chiusure stagne;
113
- Navi di tipo B: tutte le navi che non rientrano nel tipo A.
Una nave di tipo B di lunghezza maggiore di 100 metri pu avere un bordo libero ridotto del 60%
della differenza del bordo libero tabulare per le navi di tipo B e di tipo A se rispetta alcune
condizioni (soprattutto stabilit)(Navi di tipo B-60). In alcuni casi si pu giungere fino al 100%
della differenza detta prima, quindi il bordo libero diventa quello di una nave di tipo A (Navi di
tipo B-100). Nella valutazione del bordo libero regolamentare eseguita durante il progetto
preliminare, si fa riferimento per ragioni cautelative, al bordo libero minimo estivo. Una prima
stima pu essere fatta mediante il rapporto T/D di navi similari con la seguente:
) 1
1
( ) 1 ( = = =
D T
T
T
D
T T D BL
Una volta determinato il bordo libero tabulare BLT (o con formule o con le tabelle fornite
dallIMO in funzione della lunghezza della nave), bisogna apportare delle correzioni per ottenere
quello regolamentare BL. Infatti:
5 4 3 2 1
) ( C C C C C BLT BL + + + =
in cui:
- C
1
la correzione per le sovrastrutture da applicare solo a navi di tipo B aventi
lunghezza inferiore a 100 m e se la lunghezza della sovrastruttura inferiore del 35%
della lunghezza nave;
- C
2
la correzione per navi con coefficiente di finezza totale maggiore di 0.68, non quello
di carena, ma quello calcolato ad un galleggiamento ipotetico a 0.85 D;
- C
3
una correzione, in millimetri, per D > L/15;
- C
4
unaltra correzione, in millimetri, per le sovrastrutture, in funzione della lunghezza
nave e della lunghezza della sovrastruttura. Nel caso in cui la nave trasporta legno in
coperta, la correzione lievemente diversa;
- C
5
una correzione, in millimetri, nel caso di insellatura diversa da quella regolamentare.
In particolare, si applica tale correzione se larea sottesa la curva dellinsellatura,
rispetto allorizzontale tracciata a quota D minore di quella regolamentare.
Inoltre, nel caso in cui la nave sia destinata a navigare in acqua dolce, il bordo libero BL si pu
ridurre ancora della quantit d = (
U
)/40, dove
U
il dislocamento unitario (questo per
tener conto della maggiore immersione che le navi assumono in acqua dolce per la minore
densit).
La Convenzione sul Bordo Libero impone, inoltre, che la distanza verticale, misurata sulla
perpendicolare avanti, tra la linea di galleggiamento che corrisponde al bordo libero estivo
assegnato nellassetto di progetto, e la faccia superiore del ponte, a murata, esposto alle
intemperie, deve essere non minore di un valore F
b
dato in funzione della lunghezza della nave
dellimmersione all85% del bordo libero e di vari coefficienti di finezza. Questa altezza minima,
114
in caso di insellatura si deve estendere per il 15% della lunghezza della nave a partire dalla
perpendicolare avanti, mentre se presente una sovrastruttura si deve estendere per il 7%.
Calcolato il bordo libero estivo, si ricavano gli altri valori del bordo libero stagionale. In
particolare:
- Il bordo libero tropicale si ottiene togliendo al bordo libero estivo 1/48 dellimmersione
corrispondente al bordo libero estivo ed valido per la navigazione in acque
convenzionalmente considerate tropicali dallIMO;
- Il bordo libero invernale si ottiene aggiungendo al bordo libero estivo 1/48
dellimmersione corrispondente al bordo libero estivo e deve essere assicurato per i
periodi che nelle varie zone geografiche sono considerati invernali dallIMO;
- Il bordo libero invernale nel nord Atlantico si riferisce alla navigazione che si svolge
nel periodo considerato invernale nel nord Atlantico, a nord del 36 parallelo. Si aumenta
il bordo libero invernale di 50 millimetri se la nave ha lunghezza inferiore a 100 metri.
- Il bordo libero in acqua dolce, come gi detto, si ottiene riducendo quello estivo della
quantit d = (
U
)/40;
- Il bordo libero in acqua dolce tropicale si ottiene riducendo il bordo libero in acqua
dolce di 1/48 dellimmersione corrispondente.
Queste grandezze sono indicate sulla nave (circa a met e su ambo i lati) dalle marche di bordo
libero. La marca fondamentale consiste in una corona circolare intersecata da una striscia
orizzontale (occhio di Plimsoll)il cui orlo superiore passa per il centro dellanello e dista dal
bordo inferiore della linea del ponte di una quantit pari proprio al bordo libero estivo. Ci sono
poi le linee di carico, di cui, quella estiva, corrisponde proprio alla linea dellocchio di Plimsoll.
115
Capitolo 20 CALCOLO DELLA STAZZA NELLE DIVERSE FASI DEL
PROGETTO
20.1 Introduzione
La stazza una misura convenzionale del volume degli spazi chiusi di una nave alla quale si fa
riferimento per quantizzare gli aspetti economici connessi alla costruzione, allesercizio, al nolo
ecc. Attualmente le regole per determinare la stazza lorda e netta di una nave (L > 24 m) sono
fissate dalla Convenzione Internazionale sulla Stazza delle Navi. A nave realizzata, viene
rilasciato dallautorit preposta il Certificato Internazionale di stazza. In funzione della stazza,
alcune convenzioni internazionali, fissano il numero di dispositivi antincendio, il numero delle
persone costituenti lequipaggio, i mezzi per la movimentazione del carico ecc, per cui
necessario stimare quanto prima possibile la stazza in fase di progetto. Quasi sempre, il valore
massimo della stazza fissato dallarmatore che interessato a contenere gli aspetti economici
che ad essa sono relazionati.
20.2 Stima di larga massima della stazza lorda
La stazza lorda espressa dalla formula GT = K
1
V in cui V il volume complessivo di tutti gli
spazi interni chiusi della nave in metri cubi e K dipende a sua volta dal 2% del logaritmo di V
(valore piccolo). Possiamo, quindi, semplificare come GT = K V e vedere K come un coefficiente
che assume quasi lo stesso valore per navi similari. Esprimiamo, poi, il volume V, con discreta
approssimazione, con la formula V = L
PP
B D C
BD
in cui C
BD
il coefficiente di finezza riferito al
volume della nave fino alla quota D ed ricavabile empiricamente. Sostituendo, otteniamo GT =
K L
PP
B D C
BD
e quindi K = GT / (L
PP
B D C
BD
). Da navi similari e dello stesso tipo possiamo
ricavare vari valori di K e tra questi sceglierne uno da inserire nella formula per la stima di GT.
20.3 Calcolo della stazza lorda in una fase avanzata del progetto
Il volume V degli spazi chiusi di una nave si pu considerare costituito da 4 aliquote:
- Volume fino alla quota D, eventualmente corretto per tenere conto dellinsellatura.
Questo stimabile con la formula gi vista prima V
1
= L
PP
B D C
BD
; tale volume si
corregge per le navi piccole e medie per tener conto dellinsellatura (che costituisce una
percentuale piccola ma non trascurabile): V
1
= L
PP
B (D + h
1
) C
BD
in cui h
1
lincremento
di altezza di costruzione che tiene conto del volume prodotto dallinsellatura e ricavabile
da formule sperimentali (funzione dellarea sottesa linsellatura e della lunghezza tra le
perpendicolari).
- Volume per limbolzonatura del ponte, funzione della lunghezza tra le perpendicolari e
del quadrato della larghezza nave;
116
- Volume per sovrastrutture e tughe, funzione della lunghezza tra le perpendicolari;
- Volume per boccaporte non a paro del ponte, dato in funzione delle dimensioni delle
boccaporte V
4
= L
B
B
B
H
B
ed una voce non trascurabile per le navi che trasportano
carichi secchi.
Il ponte di riferimento il ponte superiore, cio il ponte completo pi elevato , esposto alle
intemperie ed al mare, le cui aperture esposte, sono tutte dotate di dispositivi permanenti di
chiusura stagna alle intemperie. Nel caso presenti degli stacchi, si prolungher la linea inferiore
parallelamente alla parte superiore del ponte. Si definisce puntale (moulded depth) la distanza
verticale tra la parte superiore della chiglia ed il piano inferiore del ponte superiore al punto di
intersezione tra il ponte e la murata della nave. Per larghezza nave si intende la larghezza
massima a centro nave fuori ossatura. Per spazi chiusi intendiamo gli spazi delimitati da paratie,
ponti o strutture di riparo che non siano teloni. Gli spazi adibiti al carico, rientranti nella
stazza netta, sono gli spazi chiusi destinati al trasporto di merci da scaricare dalla nave. Questi
spazi dovranno essere contrassegnati dalle lettere CC (Cargo Compartment) alte almeno 100 mm
e scritte con caratteri indelebili in bella vista.
Nota la stazza lorda, la stazza netta determinata dalla formula:
|
\
|
+ +
|
\
|
=
10 3
4
2
1 3
2
2
N
N K
D
d
V K NT
C
Dove d limmersione, fuori ossatura, in metri a met nave, D il puntale, V
C
sono i volumi
destinati al carico, K
2
e K
3
sono dei fattori uno funzione di V
c
e laltro di GT, N
1
il numero di
passeggeri in cabina con non pi di otto cuccette ed N
2
il numero degli altri passeggeri.
Inoltre, se il numero totale di passeggeri che la nave destinato a trasportare inferiore di 13,
allora N
1
ed N
2
sono da assumere uguale a zero.
Tutti i volumi rientranti nel computo della stazza lorda e della stazza netta dovranno essere
misurati fino alla parte interna del fasciame.
Per ridurre la stazza, e quindi gli oneri che ne derivano, in passato furono realizzate delle navi
dette a shelter deck (a ponte aperto), nelle quali tutto lo spazio sotto il ponte pi alto, pur
essendo destinato al carico, non veniva fatto rientrare nel computo della stazza in quanto le
boccaporte esistenti su tale ponte non avevano i mezzi di chiusura. Tra gli oneri di esercizio
commisurati alla stazza lorda figurano le tariffe di ormeggio e disormeggio, di pilotaggio, gli
interventi dellautorit marittima, le tariffe per i rimorchiatori, gli stipendi del personale. Sono,
invece, commisurati alla stazza netta i diritti portuali, i diritti di spedizione, i diritti di
passaggio nei canali ecc.
La stazza qualcosa di irrazionale ed ingiusto in quanto non fa riferimento al tipo di nave o di
merce trasportata o al servizio al quale destinata. E ancora pi assurdo pretendere di dare
unidea della grandezza di una nave o della consistenza della flotta di una nazione o la
produttivit di un cantiere in termini di stazza.
117
Capitolo 21 DETERMINAZIONE DELLA POTENZA PROPULSIVA
NELLE PRIME FASI DEL PROGETTO
21.1 Intruduzione
E utile per il progettista poter conoscere, quanto prima possibile, la potenza necessaria
affinch la nave, nella condizione di massimo peso (dislocamento di pieno carico) possa avanzare
alla velocit di esercizio V assegnata. Questa dipende, ovviamente, oltre che dal dislocamento,
anche dalle forme della carena e dalle dimensioni principali. La stima va fatta anche per
verificare che i valori che si stanno per assumere per la lunghezza, larghezza, immersione e
coefficienti di finezza siano ottimali.
21.2 Prima stima della potenza propulsiva
- Metodo di Taggart: valido per navi con lunghezza al galleggiamento tra 10 e 200
metri. Bisogna conoscere le dimensioni principali della nave (LWL, B, T), il coefficiente di
finezza prismatico C
P
e quello totale C
B
, il volume di carena di pieno carico e la velocit in
m/s. La resistenza al moto data da:
R
T
= 0.5 S V
2
(C
F
+ C
K
+ C
R
) in cui i coefficienti di resistenza dattrito e residua si
determinano per via grafica, mentre il coefficiente C
K
si determinano tabellato. La
superficie bagnata si calcola con la media ottenuta da due formule sperimentali. Infine si
sostituisce la resistenza nella formula: P
E
= C R
T
V/75 in cui C un coefficiente poco
maggiore di uno che assume due valori diversi a seconda che la poppa sia quadra o
tradizionale.
- Metodo di Watson: viene utilizzato per navi da carico solido alla rinfusa, cisterne e da
carico generale. La formula sperimentale della potenza al freno data in funzione di LPP,
V (in nodi), dislocamento di pieno carico, del numero di giri al minuto del motore e di un
coefficiente K tabellato.
- Metodo di Kupras: fornisce la potenza effettiva nelle condizioni di prova (carena pulita,
mare calmo, assenza di vento ecc.) ed alla velocit massima economica:
1 . 427
3 3 2
B
E
V C
P
=
V
B
ricavabile da una formula sperimentale in funzione di L
PP
e del coefficiente di
finezza totale e C una costante. Altre formule sperimentali permettono di ottenere la
potenza assorbita dallelica ed i vari rendimenti di elica isolata, relativo rotativo e quello
di carena. Inoltre fornita anche una correzione per una velocit diversa da V
B
.
118
- Metodo di Van Oortmerssen: questo metodo valido per carene dislocanti, tradizionali
o spinte (piccole navi da lavoro, quindi rimorchiatori, pescherecci, servizio militare, e
navi da diporto). Oltre alla resistenza della carena nuda, fornisce anche la resistenza
daria, quella per tenuta della rotta e quella dovuta ad uneventuale chiglia sporgente. Ci
sono una serie di campi entro i quali il metodo applicabile con fiducia, per esempio la
lunghezza al galleggiamento deve essere compresa tra 8 e 80 metri. Lapplicazione di
tale metodo, presuppone la conoscenza di L
WL
, L
PP
, B, T, , volume di carena, C
P
, C
M
,
semiangolo di apertura i
E
ed L
CB
.
- Metodo di Holtrop e Mennen: il metodo basato sullanalisi dei valori di numerosissime
carene provate alla vasca di Wageningen e consente di determinare la potenza propulsiva
per diversi tipi di navi attraverso il calcolo della resistenza al rimorchio, dei valori dei
coefficienti della propulsione e del rendimento di elica isolata. Fornisce dati molto
prossimi al vero se utilizzato per rimorchiatori costieri, ro-ro e ferry, navi da
carico veloci, portacontenitori, petroliere e bulk carrier, ognuna con valori di C
P
, L/B,
B/T, Fn compresi in determinati campi. La resistenza totale della carena in rimorchio
data dalla somma di unaliquota viscosa, una delle appendici di carena, una per la
formazione ondosa, una per la resistenza di pressione dovuta al bulbo prodiero, una per
la resistenza addizionale dovuta alla parte immersa dello specchio di poppa ed una
resistenza aggiuntiva per il trasferimento vasca mare:
A TR B W AP V T
R R R R R R R + + + + + =
Le prime due aliquote sono calcolabili mediante delle formule del tipo:
R = 0.5 S V
2
C
F0
(1 + K) in cui S la superficie di carena nel primo caso (stimabile
con formule sperimentali) e delle appendici nel secondo, mentre C
F0
il coefficiente di
resistenza di attrito dellITTC57 ed il fattore (1 + K) calcolato con delle formule
sperimentali in funzione delle grandezze note. Le altre aliquote hanno delle formulazioni
diverse, ma in ogni caso sono ricavabili dalle grandezze note (C
M
, C
P
, C
VP
, C
B
, B/T, Fn,
L/B, L
WL
).
Questo metodo stato tradotto in programma per computer di media potenza, il che
rende possibile effettuare una previsione affidabile della potenza in tempi assai brevi.
119
Capitolo 22 STIMA DELLA STABILITA A NAVE INTEGRA NELLE
DIVERSE FASI DEL PROGETTO
Il momento di stabilit trasversale di una nave dato da:
sen z y sen z sen a h M
G B B
+ = = cos ) (
' '
in cui h laltezza del prometacentro H sul centro B della carena dritta ed a laltezza del
baricentro H della nave sul centro B della carena dritta. Le prime due aliquote del momento di
stabilit sono dette rispettivamente momento di stabilit di forma e momento di stabilit di
peso. Per angoli infinitesimi (qualche grado) vale invece la relazione M = (r a) sen dove r
il raggio metacentrico trasversale della carena dritta, cio la quota del metacentro
trasversale M della carena dritta sul centro B di carena. Sia h che r dipendono dalle dimensioni
(larghezza ed immersione) della carena.
La stabilit di una nave deve soddisfare i requisiti imposti dalla normativa internazionale. E
fondamentale che il progettista preveda gi dallinizio del progetto le conseguenze sulla stabilit
delle proprie scelte.
Se laltezza metacentrica (r-a) positiva, la posizione iniziale di equilibrio stabile e viceversa.
Nelle diverse condizioni di carico, essa deve essere sempre positiva e mai inferiore al valore
fissato dalla normativa internazionale per quel tipo di nave. Indicando con GM laltezza
metacentrica, possiamo scrivere: GM = KM KG = KB + BM KG. I valori di KB, di BM e di KG
possono essere stimati con varie formule sperimentali, funzioni dellimmersione, della larghezza
e dei coefficienti di finezza. Essendo queste formule molto numerose, necessario valutare con
pi formule i valori e poi scegliere con spirito critico il valore da adottare. Il valore di KG
dipende, ovviamente, dalla quota del baricentro della nave vacante e da quello della portata
lorda. Essa sar tanto pi piccola quanto maggiore la larghezza B e minore laltezza D. Un
120
valore del rapporto B/D > 1.60 assicura, in generale, una buona stabilit; valori maggiori rendono
la nave troppo dura. LIMO stabilisce che il valore minimo dellaltezza metacentrica iniziale GM
non deve essere inferiore a 0.15 m. Questo metodo, detto metodo metacentrico, applicabile
solo ad angoli infinitesimi (6-7), mentre per valori pi elevati non pi lecito considerare (r-a)
in luogo dellaltezza prometacentrica (h-a) nella quale h funzione dellangolo di inclinazione.
Riferendoci alla figura seguente, bisogna conoscere il diagramma del braccio di stabilit di
forma KN = f() per una data condizione di carico e quindi del baricentro. In questo modo
possiamo ricavare il diagramma dei bracci di stabilit GZ sottraendo alle ordinate del primo
diagramma quelle della sinusoide KQ = KG sen (diagramma dei bracci di stabilit di peso)
I bracci di stabilit di forma KN possono essere calcolati con varie formule sperimentali a
seconda del tipo e/o delle caratteristiche della nave. I metodi pi utilizzati sono i seguenti:
metodo di Kupras (navi da carico), metodo delluniversit di Hannover (con limiti su CB, B/T,
D/T per lapplicazione), metodo di Yilmaz e Guner (navi da carico, con il pregio di non
presentare grafici per cui gestibile mediante calcolatore. Il metodo pi affidabile con
carene derivate dalla serie 60). I vari coefficienti numerici che compaiono nei predetti metodi,
variano a seconda dellangolo di inclinazione .
Leffetto delle superfici liquide nelle casse dei consumabili sulla stabilit non pu essere
calcolato nelle prime fasi di progetto, perch il numero, lubicazione e le dimensioni non ancora
definito. Tale effetto non molto importante per cui si pu procedere con una stima grossolana
in questa fase, con una riduzione dellaltezza metacentrica variabile tra lo 0,7 e l1,5% della
larghezza nave, nel caso di navi piccole, e tra lo 0.3 e lo 0.6% per navi grandi. Stesso discorso si
pu fare per gli angoli finiti o addirittura si pu proprio trascurare leffetto.
121
Nel caso di cisterne, invece, leffetto ben notevole e deve essere stimato fin dalle prime fasi
del progetto. La riduzione di altezza metacentrica iniziale GM data dalla formula:
=
i x
I
dGM
in cui I
xi
il momento dinerzia della superficie libera rispetto allasse longitudinale passante per
il centro della figura che costituisce la superficie libera del liquido. Nella fase iniziale del
progetto si pu valutare il momento di inerzia come quello del rettangolo che ha per lunghezza
quella totale della zona di nave destinata al carico e per larghezza nave (o la met prevista una
paratia longitudinale o ancora B/3 se ne sono previste 3) e moltiplicarlo per il fattore K che
tiene conto del numero di paratie longitudinali (0.60 0.70 se non vi paratia longitudinale, 0.85
0.90 se vie una o due paratie longitudinali). Per quanto riguarda la stabilit agli angoli finiti,
la correzione del braccio di stabilit data dalla formula:
=
i S
M
dGM
In cui M
Si
il momento sbandante dovuto al carico liquido di ogni cisterna: MS = I
X
C in cui C
un coefficiente che dipende dalla geometria della cisterna, dal grado di riempimento e
dallangolo di inclinazione trasversale della nave.
Secondo le norme dellIMO, i diagrammi dei bracci di stabilit per tutte le condizioni di carico
per le quali va verifica la stabilit, devono essere tali da rispettare tutti i seguenti vincoli:
- Altezza metacentrica GM non inferiore a 0.15 m;
- Per = 30 = > GZ 0.20 m;
- Il massimo valore di GZ deve essere in corrispondenza di un angolo preferibilmente
maggiore di 30 e mai in corrispondenza di un angolo inferiore a 25;
- Larea sottesa dal diagramma dei bracci di stabilit GZ, nel tratto compreso tra 0 e 30
deve essere maggiore di 0.055 metri per radianti;
- Larea sottesa dal diagramma dei bracci di stabilit GZ, nel tratto compreso tra 0 e 40
( o fino allangolo al quale lorlo del ponte a murata tocca lacqua) deve essere maggiore di
0.090 metri per radianti;
- La differenza tra le ultime due aree deve essere maggiore di 0.030 metri per radianti.
122
Capitolo 23 STIMA DELLE QUALITA DI GOVERNO DEL MOTO DI
UNA NAVE
23.1 Introduzione
Il governo di una nave in riferimento alla direzione del suo moto riguarda la stabilit di rotta,
la manovrabilit e la capacit evolutiva, mentre in riferimento alla velocit del suo moto
riguarda lavvio, larresto, la retromarcia e laccosto.
- Stabilit di rotta: si definisce rettilinea se la nave riprende dopo una perturbazione
una rotta rettilinea, ma diversa dalla precedente, direzionale se rettilinea e la nuova
rotta parallela alla precedente, di percorso.
La stabilit di rotta influenza molto i consumi, soprattutto per le navi che percorrono
lunghe tratte.
- La manovrabilit la prontezza di una nave a rispondere allazione del timone per
assumere una rotta voluta o a riprendere quella persa ed molto importante per evitare
collisioni e per navigare in acque ristrette.
- La capacit evolutiva la capacit di una nave di invertire la rotta in uno specchio
dacqua limitato senza subire sbandamenti. E importante per le manovre in porto ed in
quelle di emergenza (evitare una collisione o recuperare una persona caduta in mare).
- Lavvio il raggiungimento della velocit di esercizio dalla condizione di fermo alla
velocit di normale esercizio. Ci dipende dalla resistenza al moto, dal propulsore (in
particolare per lelica la spinta varia al variare del coefficiente di avanzo ed funzione
del coefficiente di risucchio che a sua volta dipende anche dalle forme di carena e dalla
posizione del propulsore). Lavvio importante per quelle navi che percorrono rotte brevi
pi volte al giorno.
123
- Larresto lazzeramento del moto mediante linversione del senso di rotazione delle
motrici partendo dalla velocit di esercizio. Una buona decelerazione fondamentale per
le navi mercantili di grande dislocamento che sono caratterizza da una velocit di
esercizio moderata , quindi, un arresto pi lungo. Inoltre, bisogna tenere conto che la
manovrabilit in fase di arresto molto labile, quindi aumenta il rischio di collisione nelle
zone di intenso traffico. Per gli apparati motore a turbina si proporziona la marcia
addietro con l80% della coppia ed il 50% del numero di giri, mentre nel caso dei diesel si
pu ritenere che la coppia sia costante qualunque sia il senso di rotazione del motore.
- La retromarcia la condizione opposta a quella di marcia avanti. Esiste solo una velocit
massima di retromarcia che notevolmente inferiore a quella di marcia avanti in quanto
la resistenza al moto aumenta ed il propulsore non valore in maniera ottimale. Inoltre il
percorso da fare in retromarcia, in genere, pari a due o tre volte la lunghezza della
nave. La capacit di arresto, ovviamente, maggiore in retromarcia.
- Laccosto la capacita di una nave di avvicinarsi e di disporsi nellassegnata postazione di
approdo ed ormeggio; da non confondersi con laccostata, che lo spostamento angolare
della prua dopo il brandeggio del timone.
23.2 Prove a zeta, a zig-zag, evoluzione, spirale, e di arresto
Lo studio del governo di una nave tra i pi complessi tra quelli di competenza allarchitetto
navale. Spesso, le soluzioni che sono idonee a garantire in aspetto sono in disaccordo con un
altro, come la manovrabilit e la stabilit di rotta. Inoltre non c pi simmetria, ci sono moti
secondari. Quindi una trattazione matematica se pur possibile non fornisce risultati accettabili.
Le qualit di governo non sono misurabili, per cui si effettuano delle prove per ottenere degli
indici quando la nave effettua particolari manovre:
- Prova a zeta ed a zig-zag: con nave in moto rettilineo a velocit V pari almeno al 90%
della velocit massima della nave, si pone il timone a =10 per evoluzione a dritta e lo si
mantiene bloccato in tale posizione fino a quando la nave non ha virato di =10. In
questo momento si pone il timone a -10 fino a quando la nave non ha assunto una rotta di
-10, poi ancora una volta il timone si pone a 10 fino al raggiungimento di 10 di rotta.
Questa manovra la prova a zeta 10/10, mentre, se viene ripetuta per pi volte si ha la
manovra a zig zag 10/10. Esistono anche prove a 20/20 nel caso gli angoli siano di 20.
124
Dalla figura si nota che langolo di rotta diviene maggiore di quello di brandeggio, quindi
al tempo t
2
si ha un sopravanzo di rotta di
2
1
. Nella manovra a zig-zag vengono
dedotti i seguenti parametri: tempo occorrente per la prima manovra t
1
, periodo della
manovra a zig-zag T = t
5
t
1
, angolo di inversione della rotta ai tempi t
2
e t
4
ed il
sopravanzo verificatosi nei lassi di tempo t
2
t
1
e t
4
t
3
. Per confrontare questi
parametri a navi della stessa tipologia conveniente dividere i tempi per il rapporto L/V,
cio riferendo i valori degli angoli al numero di lunghezze di nave percorse.
La normativa IMO impone, per tutte le navi con lunghezza tra le perpendicolari
superiore a 100 metri e per tutte le chimichiere e gassiere, che sia rispettato quanto
segue: 1) applicando un angolo di barra di 10 a sinistra/dritta, la nave, nel
momento in cui la rotta variata di 10 rispetto a quella iniziale, non deve aver
percorso un tratto superiore a 2.5 volte la lunghezza della nave stessa; 2) il valore
del primo angolo di overshoot nella prova 10/10 non deve superare 10 se L/V
inferiore a 10 secondi, 20 se uguale o superiore a 30 secondi e (0.5 L/V + 5) in
gradi se L/V compreso tra 10 e 30 secondi; 3) il valore del secondo angolo di
overshoot nella prova 10/10 non deve superare i valori precedenti per pi di 15;
4) il valore del primo angolo di overshoot nella prova 20/20 non deve superare 25.
Il valore dei primi angoli di sopravanzo possono essere stimati con delle formule in fase
di progetto funzione di C
B
, L
PP
e B.
- Prova di Evoluzione (in circolo): quella eseguita sia a dritta che a sinistra con il
massimo angolo di barra (di solito 35) alla velocit di prova gi definita. Consiste nel far
compiere alla nave un tratto rettilineo idoneo a velocit costante, si porta il timone al
fissato valore dellangolo di barra e si prosegue fino a che la nave non ha compiuto un
percorso che fa registrare alla nave una rotazione di almeno 450 (360 + 90). Durante
tale prova, che deve essere ripetuta a pari velocit ed angolo di barra opposto, viene
rilevato il percorso compiuto dal garicentro della nave (o del modello) e ripetuta per
alcuni dislocamenti. Facendo riferimento alla figura seguente, distinguiamo le fasi di
entrata, manovra (da quando si inizia a far ruotare il timone fino a che si raggiunto
langolo di barra voluto), di evoluzione (traiettoria curvilinea) e di girazione (traiettoria
circolare). Gli elementi geometrici che caratterizzano una curva di evoluzione sono: 1)
lavanzo L
A
, cio la distanza, misurata nella direzione della rotta iniziale tra il punto A di
125
inizio della manovra ed il punto D nel quale la rotta della nave mutata di 90 rispetto a
quella iniziale; 2) il trasferimento L
T
, cio la distanza tra i punti A e D misurata in senso
normale alla direzione della rotta iniziale; 3) il diametro tattico D
T
, cio la distanza in
senso normale alla direzione della rotta iniziale, tra tale rotta e quella parallela che vede
la nave ruotata di 180, anche se in realt non un diametro in quanto il percorso tra A
ed E non un arco di circonferenza; 4) il diametro di girazione D
G
, cio il diametro del
cerchio descritto ad evoluzione stabilizzata. La normativa IMO, applicata alle stesse
navi dette in precedenza, impone un avanzo minore o uguale di 4.5 volte la
lunghezza della nave ed un diametro tattico minore o uguale di 5 volte la lunghezza
della nave.
In fase di progetto possibile stimare tali grandezza con delle formule sperimentali
funzioni dellimmersioni avanti, addietro e media, dellangolo di barra, dellarea del
126
timone, dellarea proiettata del profilo del bulbo di prua sul piano diametrale, della
larghezza, del coefficiente di finezza totale, della lunghezza nave e della velocit.
- Prova di manovra a spirale (prova di Dieudonn): consiste nel fare inizialmente
compiere alla nave un idoneo tratto rettilineo a velocit costante (fase di entrata), si
porta poi il timone al massimo angolo di barra ( = 35) senza variare il regime di
funzionamento dellelica e si attende che il moto della nave si stabilizzi su una traiettoria
circolare per rilevare la variazione dellangolo di rotta nellunit di tempo d/dt. Ci
fatto, si riduce langolo di barra di 5 in 5 fino allangolo -35. Infine si ripercorre a
ritroso la sequenza degli angoli di barra fino a ritornare alla condizione di angolo di barra
nullo. Il risultato di tale prova si riassume nel diagramma di Dieudonn, riportando d/dt
in funzione dellangolo di barra.
Se il diagramma si presenta come nella Fig. 5, vuole dire che i dati si dispongono su
ununica curva per valori di sia positivi che negativi per cui, la corrispondenza tra d/dt
e biunivoca. Inoltre, la curva passa per lorigine degli assi, quindi d/dt nullo quando
= 0, cio con timone alla via la nave ha percorso rettilineo, il che vuol dire che la nave
ha stabilit intrinseca alla rotta rettilinea.
127
Se, invece, il diagramma si presenta come in Fig. 6 vuole dire che i dati non si dispongono
su ununica curva per valori positivi e negativi di , quindi la nave instabile alla rotta
rettilinea.
- Prova di arresto: consiste nel far compiere alla nave un tratto idoneo con rotta
rettilinea e velocit costante (sempre uguale ad almeno il 90 % della velocit massima).
Vengono rilevati il tempo impiegato e la traiettoria percorsa dal momento in cui viene
dato lordine di indietro tutta (punto 0) fino al momento in cui la nave ferma (punto 2).
Dalla traiettoria percorsa si ricavano la distanza percorsa nella direzione della rotta
iniziale (avanzo in frenata) e la deviazione laterale della rotta iniziale. Il punto 1
rappresenta il momento in cui il motore al voluto regime di rotazione in marcia addietro
o quello in cui si completamente invertito lorientamento delle pale dellelica.
La normativa IMO (applicata alle stesse navi definite precedentemente) impone che
il tratto percorso nella prova di indietro tutta non deve superare 15 volte la
lunghezza della nave. Tuttavia, questo valore pu essere aumentato per navi di
grandi dimensioni a giudizio della Direzione Generale del RINA. Per tratto percorso
si intende la lunghezza della traiettoria, che pu essere stimata in fase di progetto in
funzione della potenza al freno del motore in marcia addietro, del diametro dellelica,
della velocit della nave utilizzata nella prova e del dislocamento. La potenza massima in
marcia addietro di un motore diesel varia tra il 35 ed il 40 % della potenza massima in
marcia avanti.
128
23.3 Forma e dimensione del timone
La stabilit di rotta e le qualit evolutive e di manovrabilit di una nave dipendono anche dalla
forma e dalle dimensioni del timone. Un timone si dice a profilo costante se ha identiche sezioni
per tutta la sua altezza h; un timone a spada o a semispada non a profilo costante; un timone
si dice compensato se si sviluppa sia a poppavia che a proravia del proprio asse di rotazione. Le
forme di timone pi consuete, facendo riferimento alla figura seguente, sono:
A) Timone non compensato ed a profilo costante a pi agugliotti, per nave monoeleica dotata
di telaio di poppa di tipo chiuso (dritto del timone + dritto dellelica);
B) Timone compensato ed a profilo costante a due agugliotti, per nave monoelica dotata di
telaio di poppa di tipo aperto (privo del dritto del timone);
C) Timone compensato ed a profilo costante senza agugliotti intermedi, per nave monoelica
dotata di telaio di poppa di tipo aperto (privo del dritto del timone)
D) Timone Simplex, compensato ed a profilo costante, senza agugliotti intermedi, per nave
monoelica dotata di telaio di poppa di tipo aperto al quale reso solidale un particolare
dritto del timone a sezione circolare e smontabile;
E) Timone semicompensato ed a semispada, con un solo agugliotto semisospeso ad una pinna
di sostegno, per nave monoelica;
F) Timone semicompensato ed a semispada con due agugliotti, semisospeso al dritto di
poppa, per nave bielica;
129
G) Timone semicompensato ed a semispada, con un solo agugliotto, semisospeso ad una pinna
di sostegno, per navi bielica;
H) Timone compensato ed a spada, a maggiore sviluppo longitudinale, sospeso, per nave
bielica;
I) Timone compensato ed a spada, a maggiore sviluppo verticale, sospeso, per nave bielica.
Una stima molto grossolana della superficie del timone pu essere fatta in relazione al piano di
deriva della nave e, quindi, al prodotto T L
PP
. Valori consueti dellarea del timone proiettata sul
piano diametrale sono tabellati. Esistono poi altre formule per una stima meno grossolana in
funzione di altre grandezze come la larghezza, il coefficiente di finezza totale, la lunghezza tra
le perpendicolari e la velocit di esercizio della nave. Il grado di compenso, cio il rapporto tra la
superficie a proravia dellasse di rotazione e la superficie totale del timone di norma
contenuto, tra 0 e 0.20 per le navi da carico, mentre per le navi passeggeri e militari varia tra
0.15 e 0.30. La lunghezza della superficie di compenso non deve superare il 35% della lunghezza
totale della pala.
23.4 Eliche trasversali di manovra
Per migliorare la manovrabilit alle basse velocit, soprattutto per quelle navi che devono
manovrare in specchi dacqua ristretti o operare frequenti attracchi, vengono adottati uno o pi
spintori laterali, costituiti da un elica in un tunnel disposto trasversalmente al piano di deriva. Le
piccole navi ne hanno uno a prua, le grandi fino a tre sia a prua che a poppa. La spinta laterale
necessaria funzione del tipo di nave e dellarea laterale proiettata sul piano laterale o
dellopera morta o dellopera viva. Nel caso delle portacontenitori va inclusa nellopera morta
anche quella dei contenitori in coperta. Va assunto il valore maggiore dei due. I valori della forza
per metro quadro di superficie sono tabulati in funzione del tipo di nave. Tale forza unitaria
legata alla velocit di rotazione e alla lunghezza tra le perpendicolari dalla seguente:
2
1
188
|
\
|
=
R PP
V L
F
oppure mediante lausilio di grafici.
Lutilizzo di eliche trasversali produce un aumento della resistenza al moto di piccola entit Per
una bulk con velocit di 12 nodi laumento di circo lo 0.3% ed arriva al 2% nel caso di nave in
zavorra e 16 nodi di velocit.
La potenza, invece, pu essere valutata con la formula P = K
2/3
in cui K assume diversi valori a
seconda del tipo di nave.
130
Capitolo 24 LA DEFINIZIONE DELLA FORMA DELLA NAVE: IL
CORPO CILINDRICO ED I CORPI STELLATI DI POPPA E PRUA
24.1 Introduzione
Una volta definite le dimensioni principali (L, B, D, T), il volume di carena ed il coefficiente di
finezza totale C
B
, bisogna dare forma alla nave definendo il piano di costruzione per poter
particolarizzare pesi, volumi, posizione del baricentro, effettuare calcoli di idrostatica, di
stabilit, procedere ad un primo studio della compartimentazione e talvolta realizzare un
modello di carena su cui effettuare prove in vasca.
La forma della nave deve garantire pesi, superfici e volumi richiesti, sia per il carico che per
lequipaggio ed i macchinari, deve minimizzare la resistenza al moto ed essere tale da
semplificare la geometria degli elementi strutturali, offrire buone capacit di tenuta al mare e
di governo, stabilit e forme piacevoli allopera morta ed alle sovrastrutture.
24.2 La rappresentazione della forma di una nave: il piano di costruzione
La nave viene riferita ad una terna ortogonale con origine nel piede della perpendicolare al
mezzo, asse X orizzontale e coincidente con la linea di base (coincidente con la linea di
costruzione se la nave senza immersione di progetto) ed orientato verso prua, asse Y
orizzontale ed orientato verso sinistra, asse Z (coincidente con la perpendicolare al mezzo)
verticale ed orientato verso lalto. Questa terna definisce:
- Il piano orizzontale (XY), parallelo al galleggiamento di progetto, sul quale si proiettano
le linee che rappresentano le intersezioni della superficie della nave con la famiglia di
piani paralleli al piano XY e dividenti, in genere, limmersione al mezzo in 10 parti uguali.
Essendo simmetriche, le linee vengono tracciate solo a met. Le intersezioni relative alla
carena sono dette linee dacqua vere (dalla 0 alla 10) e vengono indicate con numeri
arabi progressivi dal basso verso lalto, quelle relative allopera morta sono dette linee
dacqua false o ausiliarie. Se la nave ha forme molto stellate nella zona del fondo o del
ginocchio, vengono introdotte altre linee dacqua indicate con (ad es. tra la 1 e la 2
aggiungiamo la 1 ). Il piano orizzontale conterr, oltre alle linee dacqua, segmenti di
retta (orizzontali e verticali) corrispondenti alle proiezioni delle ordinate e delle
longitudinali;
- Il piano trasversale (YZ), sul quale si proiettano le linee che rappresentano le
intersezioni della superficie della nave (escluso il ponte) con la famiglia di piani paralleli
131
al piano YZ e dividenti, di norma, la lunghezza tra le perpendicolari in 20 parti uguali.
Poich anche queste sono simmetriche, a destra vengono tracciate quelle prodiere (da 10
a 20) ed a sinistra quelle poppiere (da 0 a 10). Tali intersezioni sono dette ordinate ed
anche in questo caso possono esserci ordinate a poppa ed a prua. Il piano trasversale
conterr, oltre alle ordinate, segmenti di retta (orizzontali e verticali) corrispondenti
alle proiezioni delle linee dacqua e delle longitudinali;
- Il piano longitudinale (XZ), sul quale si proiettano le linee che rappresentano le
intersezioni della superficie della nave (escluso il ponte) con la famiglia di piani paralleli
al piano XZ e dividenti, di norma, la semilarghezza massima in 5 parti uguali. Tali
intersezioni prendono il nome di longitudinali e sono indicati con numeri romani, da 0 (in
genere omesso) a V man mano che si procede dal piano diametrale alla murata. Il piano
longitudinale conterr, oltre alle longitudinali, segmenti di retta (orizzontali e verticali)
corrispondenti alle proiezioni delle linee dacqua e delle ordinate.
Per definire completamente la forma della nave bisogna completare le tre figure con la
proiezione dellorlo a murata del ponte principale e di eventuali altri ponti e di altre
eventuali linee di discontinuit. Lutilizzo di questi tre piani permette di verificare la
congruenza di ciascun disegno, di accorgersi di errori (bilanciamento del piano di costruzione).
In generale, il trasversale va posto in alto a sinistra, il longitudinale in alto a destra,
lorizzontale in basso a destra, mentre in basso a sinistra vanno riportate le scritte necessarie
per interpretare il disegno. Talvolta possono essere riportate altre intersezioni a quote diverse
o con un certo angolo di inclinazione che prendono il nome di forme e vengono riportate nel IV
quadrante al di sotto della traccia del piano di simmetria della carena. La scala del disegno varia
a seconda della dimensione della nave e della fase del progetto (1:25, 1:50, 1:100 e 1:200).
24.3 Diagramma delle aree delle sezioni immerse
La distribuzione del volume di carena al galleggiamento di progetto in senso longitudinale, pu
essere rappresentato da un diagramma al quale si d il nome di diagramma delle aree delle
sezioni immerse o di curva di pienezza. In analogia al piano di costruzione, il segmento di
lunghezza L
PP
dellasse delle ascisse viene diviso in 20 parti uguali, si riporta il valore dellarea
per ogni ordinata (riportata in scala) e si traccia la curva che racchiude tutti i segmenti
rappresentativi delle aree delle sezioni, detta curva di pienezza.
132
Detta A
X
lordinata generica del diagramma in corrispondenza dellascissa X ed a cavallo del
segmento infinitesimo dx, si pu ottenere il volume di carena mediante lintegrale:
=
PP
L
X
dx A
0
quindi larea del diagramma rappresenta il volume di carena. Inoltre, rapportando questarea con
il rettangolo che la circoscrive otteniamo il coefficiente prismatico longitudinale di carena:
M PP
P
A L
C
=
A volte possibile che il diagramma si prolunghi oltre le perpendicolari (ad esempio in caso di
bulbo).
Il diagramma pu essere presentato anche dividendo i valori delle aree per quello massimo e
lascissa di ciascuna sezione per la lunghezza tra le perpendicolari. In tale modo i valori delle
orfinate saranno comprese tra 0 ed 1.
=
1
0
PP M
X
L
dx
A
A
Lascissa del centro dellarea del diagramma fornisce la posizione longitudinale del centro di
carena.
Sia il piano di costruzione che il diagramma delle aree mostrano che la carena costituita da
due parti aventi in comune la sezione al mezzo: un corpo di entrata ed uno di uscita.
Eventualmente ci pu essere una parte centrale cilindrica e quindi avremo un corpo stellato di
entrata, uno di uscita ed un corpo cilindrico.
133
24.4 Coefficienti di finezza, lunghezze e volumi della carena
- Coefficiente di finezza della sezione maestra:
M M
M
M
T B
A
C =
- Coefficiente di finezza della figura di galleggiamento:
X WL
W
W
B L
A
C =
dove A
W
larea della figura di galleggiamento di progetto e B
X
la larghezza massima al
galleggiamento di progetto;
- Coefficiente di finezza totale della carena:
M X WL
B
T B L
C
=
- Coefficiente di finezza prismatico verticale longitudinale:
WL M
P
L A
C
=
Si ottiene rapportando il volume di carena con il prisma ottenuto traslando per tutta la
lunghezza larea della sezione maestra. Rappresenta un indice di distribuzione dei volumi
lungo lasse X, quindi legato al diagramma delle aree;
- Coefficiente di finezza prismatico verticale di carena:
M W
PV
T A
C
=
Si ottiene rapportando il volume di carena con il prisma ottenuto traslando per tutta
limmersione larea di galleggiamento.
Dalle definizioni, risultano le seguenti relazioni:
M P
M
M
B
C C
BT
A
L A T B L
C =
=
W PV
W
W
B
C C
LB
A
T A T B L
C =
=
134
E di conseguenza:
M
B
P
C
C
C =
W
B
PV
C
C
C =
P
B
M
C
C
C =
PV
B
W
C
C
C =
Tutti questi coefficienti possono essere particolarizzati per i tratti in cui si divide la nave: ad
esempio possiamo definire:
dove con il pedice A si fa riferimento al corpo poppiero (After Body), con F a quello prodiero
(Fore Body), con P al corpo cilindrico (Parallel Middle Body), con R al corpo poppiero stellato (Run
body) e con E al coppo prodiero stellato (Entrance Body).
Per una nave senza corpo cilindrico, si ha:
2
PP
E F R A
L
L L L L = = = =
Per cui, dividendo per L
PP
, ed indicando con i relativi rapporti, si ottiene:
135
2
PP
E F R A
L
L L L L = = = =
Mentre non detto che il volumi siano uguali:
E F R A
= =
e
E R F A
+ = + =
Dallultima relazione possiamo ricavare:
136
137
B
R
C
T B
L
= 2 . 3
Per navi da carico monoelica e senza bulbo prodiero le lunghezze adimensionalizzate dei corpi
stellati di prua e di poppa e del corpo cilindrico possono essere determinate con formule
polinomiali di terzo grade in funzione del coefficiente di finezza totale C
B
(riportate nei
seguenti grafici).
138
24.5 La forma della poppa
Le forme di poppa devono essere tali da minimizzare la resistenza al moto evitando il distacco di
vena fluida e generando una scia accettabile e concentrata verso il propulsore in modo da
migliorare lefficienza propulsiva. Deve permettere lalloggiamento del propulsore, realizzando
distanze dallo scafo pi ampie possibili in modo da ridurre le vibrazione, e del timone, in modo da
realizzare un efficiente flusso allo stesso e quindi una buona manovrabilit e stabilit di rotta.
Deve avere forme semplici in modo da ridurre tempi e costi di costruzione e tali da garantire un
volume idoneo alle esigenze del carico e di assetto. La zona di ponte a poppa deve esser tale, per
larghezza e forma, da consentire la collocazione razionale di tutto quanto necessario per
lormeggio ed il tonneggio. Infine, bisogna tenere conto anche dellestetica, in particolare per le
navi passeggeri.
Alcune di queste caratteristiche riguardano la parte immersa, in genere soddisfatte con forme
sottili ed avviate, altre la parte emersa, soddisfatte con forme larghe e squadrate, altre ancora
entrambe. Ne scaturisce quindi che le due parti avranno forme molto diverse tra loro, ma tali da
evitare le discontinuit nella zona del galleggiamento, cercando compromessi soddisfacenti.
Parte emersa del corpo stellato di poppa.
- Poppa mercantile o ellittica: utilizzata in passato per la quasi totalit delle navi
mercantili e militari. La forma ellittica si nota dalle false linee dacqua, la volta di poppa
molto slanciata e sul piano diametrale si ha un profilo quasi rettilineo. Presenta uno
spigolo, detto spigolo del bindone, in corrispondenza della linea dellorlo a murata del
ponte superiore, prodotto dalle ordinate e longitudinali che diventano rettilinee.
Nei transatlantici la volta di poppa presentava delle longitudinali rettilinee e delle ordinate a
lieve curvatura; lopera morta presenta due spigoli di bindone ed a partire dal primo spigolo
le linee cambiano inclinazione, mentre oltre il secondo esse diventano verticali; ci al fine di
aumentare la lunghezza dellopera morta semplificando la costruzione. Si noti infine la
139
presenza di un naso di poppa, volto ad aumentare la lunghezza al galleggiamento, migliorando
le prestazioni della parte immersa.
- Poppa mercantile o a volta: viene utilizzata ancora oggi per i rimorchiatori. Lo spigolo
di bindone in corrispondenza dellorlo del ponte a murata e la parte sovrastante ha la
superficie rivolta verso linterno della nave, per consentire il contatto del bottazzo con
unaltra nave senza danneggiare limpavesata e per evitare limbarco dacqua sul ponte
quando il rimorchiatore in marcia addietro in mare mosso.
- Poppa a torpediniera: adottata fino alla seconda guerra mondiale dalle navi militari per
le unit siluranti. Lo spigolo di bindone viene sostituito da un raccordo con un piccolo
raggio di curvatura in corrispondenza del galleggiamento di progetto. La parte superiore
dellopera morta poppiera caratterizzata da murate incurvate verso linterno mentre le
false linee dacqua continuano ad essere ellittiche. La particolare conformazione della
poppa faceva s che la lunghezza al galleggiamento fosse maggiore di quella tra le
perpendicolari.
140
- Poppa a canoa: venne ideata allinizio del 900 per navi militari veloci bielica ed adottata
per circa 30 anni. Le false linee dacqua hanno lo stesso andamento di quelle vere della
parte immersa, sono quasi rettilinee con chiusura curva e di limitata larghezza.
- Poppa ad incrociatore o poppa tonda: utilizzata per navi militari e mercantili fino alla
II Guerra Mondiale, ed ancora oggi trova qualche applicazione. Il nome deriva dalla
forma della volta che ha le longitudinali tondeggianti e proseguono con lo stesso
andamento per tutta la parte emersa. Le false linee dacqua ricordano quelle della poppa
mercantile o ellittica, ma hanno una lieve curvatura fino al tratto di chiusura che con
forte curvatura.
141
- Poppa a specchio o quadra o tronca: venne studiata per navi molto veloci, per ridurre
tempi e costi di costruzione e per esigenze connesse alla movimentazione del carico
(carica/scarico veicoli gommati). La parte terminale, detta specchio, piana e verticale o
leggermente inclinata verso lesterno o ancora con lieve curvatura in senso trasversale.
Spesso, per navi con velocit relativa molto elevata, si ha anche che la larghezza della
parte emersa del corpo poppiero quasi costante e spesso uguale a quella massima della
nave.
Una particolare poppa a specchio detta a transom immerso adottata in navi a
sostentamento idrodinamico; essa pu essere con specchio piano (verticale o inclinato
verso lesterno) o costituito da due met formanti tra loro uno spigolo in corrispondenza
del piano di simmetria, ma in entrambi i casi lo specchio immerso a nave ferma o a
velocit molto basse, mentre completamente emerso a velocit di esercizio. Gli
attacchi tra i fianchi ed il fondo e tra i fianchi e lo specchio sono a spigoli vivi.
142
La poppa a specchio viene utilizzata anche per i pescherecci per poter disporre di una
pi ampia superficie di ponte a poppa ed aumentare notevolmente la stabilit statica
trasversale e longitudinale. C da notare che in caso di mare di poppa e per un campo di
velocit elevato rispetto a quello dellonda, la poppa a specchio rappresenta un pericolo.
Infatti nel beccheggio la poppa emerge e si ha una drastica riduzione della figura di
galleggiamento, e quindi della stabilit trasversale e longitudinale.
Per ridurre drasticamente i tempi ed i costi di costruzione, si pu adottare una poppa
costituita da un insieme di superfici piane, ovviamente con poppa a specchio.
Parte immersa del corpo stellato di poppa.
Riguarda principalmente le caratteristiche idrodinamiche ed idrostatiche.
Per quanto riguarda la separazione del flusso dacqua, esso non dipende solo dalle forme di poppa
ma anche dal propulsore che risucchia le linee di flusso. Nelle navi monoelica le linee di flusso
sono portata a seguire percorsi analoghi alle forme di carena e ci evita il distacco. La presenza
143
di due eliche, invece, comporta una traiettoria delle particelle diverse dalle forme di carena. La
forma della carena pu generare la separazione del flusso se presenta discontinuit o curvature
molto pronunciate. Le curvature in senso longitudinali dovrebbero essere tali che in nessun punto
di una linea dacqua la tangente ad essa formi un angolo con lasse x maggiore o uguale a 15,
mentre raggiunti i 20 la separazione inevitabile. Questi valori sono difficili da realizzare con
carene ad alto coefficiente di finezza C
B
o nelle zone in cui la volta di poppa si raccorda con il
dritto dellelica. Il distacco diventa pi preoccupante ad immersioni minori, in quanto
allaumentare della profondit, aumenta la pressione esercitata dal fluido e tende a schiacciare
le particelle sulla carena impedendo il distacco. E evidente, quindi, che la posizione del
propulsore importante per gli effetti del risucchio e per assicurare al propulsore stesso un
buon flusso dacqua. Inoltre necessario garantire al propulsore un idoneo battente per evitare
cavitazione, in ogni condizione di carico. Lesperienza consiglia che la distanza tra il
galleggiamento ed il punto pi alto del disco dellelica sia non inferiore al 10% del diametro
dellelica. Per valori del rapporto D/T 0.75 un buon flusso dacqua, per navi monoelica,
favorito da forme della poppa con un piccolo angolo di chiusura, inferiore a 30 (ci si ottiene
spostando a prua il centro di carena, con minimi volumi immersi a poppa). Se invece sia al di sopra
di tale valore di D/T, cio abbiamo eliche con diametro abbastanza grande, pi difficile
realizzare un idoneo battente dacqua ed un buon flusso al disco dellelica, per cui bisogna
adottare una delle seguenti soluzioni:
- Eliminare il calcagnolo utilizzando un timone sospeso;
- Far sporgere il disco dellelica oltre la linea di costruzione, soluzione accettata solo per
navi militari. Il progettista deve comunque prospettare allarmatore mercantile tale
soluzione.
- Per navi piccole si realizza una differenza di immersione, cio con linea di costruzione
inclinata. Per grandi navi non viene adottata questa soluzione in quanto linclinazione della
linea di costruzione rende diverse tutte le ossature (molto numerose in questo caso) con
conseguente aumento dei tempi e dei costi.
- Utilizzare una poppa a tunnel in modo da convogliare lacqua verso lalto ed alimentare
tutto il disco dellelica. Questa soluzione adottata spesso nei battelli fluviali,
caratterizzati da una scarsa immersione;
- Prolungamento delle linee di poppa quasi fino al galleggiamento di progetto, per
arretrare lelica in una zona con altezza maggiore. Ci migliora la resistenza al moto ma
bisogna verificare che la superficie di chiusura della poppa sia immersa.
Aumentare il diametro dellelica comporta una riduzione del numero di giri, favorita
dallarmatore in quanto permette di adottare un diesel lento (60 100 giri al minuto) accoppiato
direttamente allelica con un notevole risparmio nellesercizio della nave e un discreto risparmio
delle spese dinvestimento (assenza del riduttore). Questa soluzione pu ridurre talvolta il
rendimento di scia tanto che il rendimento propulsivo totale minore a quello di unelica di
diametro inferiore e numero di giri maggiore. Per ovviare a tale inconveniente, si sono realizzate
delle poppe dette a volta integrata idonee alla sistemazione dellelica di grande diametro e
tale da migliorare i coefficienti di scia e risucchio. Il tunnel produce un accelerazione dellacqua
e permette di alimentare tutto il disco dellelica con una scia regolare, riducendo le forze
144
fluttuanti sullalbero e di conseguenza le vibrazioni. Tali vantaggi si conservano anche in mare
mosso per cui i vantaggi economici per larmatore sono tali da compensare il maggiore costo di
costruzione.
Nella figura si nota la presenza di un bulbo di poppa, che aumenta il rendimento propulsivo
(concentra la scia sullelica) e riduce il distacco di vena, ma aumenta la resistenza di forma.
Inoltre riduce il rischio di cavitazione e le vibrazioni.
Nel caso di navi bielica, lesperienza ci dice che per minimizzare linterferenza tra le due eliche,
conveniente avere un rapporto D/T < 0.7. La forma del corpo stellato poppiero pi utilizzata
quella a twin skeg.
145
24.6 La forma della prua
Anche la prua fondamentale per molti aspetti. La sua forma deve essere tale da minimizzare la
resistenza al moto, migliorare il comportamento in mare mosso, essere quanto possibile semplice
e permettere la collocazione di eventuali eliche trasversali di manovra, migliorare lestetica
soprattutto per navi passeggeri. Analogamente alla poppa, la parte immersa ed emersa avranno
caratteristiche diverse e le due parti saranno raccordate in corrispondenza del galleggiamento
di progetto.
Parte emersa del corpo stellato di prua.
- Prua dritta: adottata fino a pochi anni prima della II Guerra Mondiale, permetteva un
facile collegamento tramite chiodatura con la chiglia. Oggi viene utilizzata, con forma
lievemente diversa per luso della saldatura, solo per bette, pontoni o per quelle navi con
alti C
B
(>0.90), fondo piatto (o quasi) e velocit molto basse (< 6 nodi), per navi fluviali. Il
semiangolo di apertura pu giungere fino a 45.
- Prua slanciata con murate svasate: nella maggior parte dei casi la prua presenta la
parte terminale slanciata con murate pi o meno svasate in modo da ottenere volumi
crescenti allaumentare dellimmersione. Ci per contrastare i moti di sussulto e molto di
pi di beccheggio. Tale forma necessaria anche per garantire una maggiore superficie
di ponte per alloggiare i diversi macchinari per ormeggio e tonneggio. Se la prua molto
svasata si avr in mare mosso una maggiore resistenza al moto. Lo slancio in avanti del
profilo prodiero evita limbarco dacqua sul ponte in mare mosso. Inoltre, in caso di
impatto, la collisione riguarderebbe prima lopera morta.
Parte immersa del corpo stellato di prua.
146
Anche per la parte immersa si passati dalla prua dritta a quella inclinata per gli stessi motivi
indicati per la parte emersa. Con il passare del tempo si passo alla prua slanciata o a clipper
con il dritto di prua che si inclinava maggiormente e con sezioni maggiormente svasate. Le linee
dacqua presentano un semiangolo di apertura tanto pi piccolo quanto maggiore la velocit e
senza raccordo (tagliamare) o con piccolissimo raccordo.
Negli anni 60 fu molto usata la prua slanciata a sede donda caratterizzata da un incavo in
senso longitudinale su ambo i lati della prua a cavallo della linea di galleggiamento di progetto.
Lincavo produceva una figura di galleggiamento pi affinata e, quindi, in grado di produrre
unonda di minore altezza e quindi meno resistenza donda. La parte superiore dellincavo
costituiva una guida allonda nello scorrere lungo il fianco. In presenza di mare mosso migliorava
le prestazioni, ma i tempi ed i costi di costruzione erano alti.
Per velocit basse (<15 nodi) ed alti coefficienti di finezza (> 0.80) viene adottata la prua
cilindrica con sezioni longitudinali verticali o quasi.
Il bulbo di prua.
147
Il bulbo serve a sfasare i treni donda di prua e di poppa in modo tale da ridurre la resistenza al
moto. Inoltre, laltezza dellonda prodotta minore, quindi si riduce anche la resistenza di
frangimento delle onde, ma aumenta la superficie bagnata e quindi la resistenza dattrito. Viene
utilizzato anche per navi con prua cilindrica per ridurre la vorticosit che si crea per il piccolo
raggio di curvatura del raccordo tra dritto e chiglia. Siccome abbastanza costoso, conviene
valutare se i vantaggi in termini di resistenza al moto giustificano la spesa. Il diagramma di
Watson e Gilfillan mostra al variare di CB e di Fn quando conveniente utilizzare il bulbo, con
delle curve che delimitano dei campi di riduzione di resistenza (0 5 10%).
Questo grafico fa riferimento a navi in pieno carico. Non esistono altri grafici relativi ad altre
condizioni di carico, ma studi mostrano che al diminuire del carico diminuiscono i vantaggi del
bulbo o addirittura c un aumento di resistenza. Invece, un bulbo non vantaggioso per la
condizione di pieno carico diviene spesso vantaggioso a carico minore. Se i vantaggi permangono
anche nelle altre condizioni, il progettista pu ritenere vantaggiosa ladozione del bulbo. Altri
fattori possono intervenire nella scelta, come il possibile miglioramento del comportamento in
mare, lincremento dei tempi di costruzione, difficolt che possono insorgere nella manovra delle
ancore (bisogna adottarne due e spostate a poppa per disporre di una maggiore larghezza di
ponte o realizzare cubie sporgenti. In altri casi si dispongono listelli di protezione per il bulbo).
In generale il bulbo raccomandabile per Fn < 0.30. Quando il bulbo integrato e le linee
dacque e le longitudinali si adattano viene detto integrato, mentre detto innestato se forma
delle discontinuit di forma (aggiunta ad una nave realizzata senza bulbo).
Per quanto riguarda la forma del bulbo, esso pu essere:
- a goccia o a delta: presenta la maggior parte del volume immerso, viene utilizzato per
le navi che navigano in condizioni di carico diverse. Con immersioni piccole e mare mosso
accentua, per, il fenomeno dello slamming;
- a trottola o a nabla: realizza la maggiore concentrazione di volume verso lalto. E
quindi adatto a navi che navigano alternatamente in zavorra e pieno carico. Riduce
notevolmente il beccheggio ed pi facilmente integrabile con le forme di carena;
148
- ellittico o circolare o ad O: ha una distribuzione del volume pi omogenea ed
applicabile a quelle navi che navigano frequentemente in mare severo. E difficile che
presenti il fenomeno dello slamming.
I principali parametri che servono a definire il bulbo sono:
- Altezza del punto di massima sporgenza H
X
, misurata dalla linea di base. I valori
consigliati sono tali che 0.35 < H
X
/T < 0.55 mentre per navi con Fn < 30 opportuno che
H
X
/T = 1;
- Ascissa del punto di massima sporgenza X
X
, misurata dalla perpendicolare avanti;
- Larghezza massima Y, sulla perpendicolare avanti;
- Altezza massima Z sulla perpendicolare avanti;
- Area trasversale del bulbo A
T
, sullascissa della perpendicolare avanti;
- Area longitudinale del bulbo A
L
, delimitata dalla perpendicolare avanti;
- Coefficiente di finezza C
T
della sezione trasversale dato dal rapporto tra larea A
T
e
larea del rettangolo che la circoscrive YZ;
- Coefficiente di Taylor t dato da:
T M
PP
A A
tg L
t
=
2
dove langolo formato dalla tangente alla curva standard (carena
senza bulbo) delle aree delle sezioni immerse in corrispondenza con la perpendicolare
avanti e la retta orizzontale. Viene utilizzato, di norma, solo per navi veloci.
Buona parte di questi valori sono ricavabili con formule sperimentali o con tabelle che riportano i
valori consigliati.
La complessit dello studio delle forme della carena fa si che il progettista parta sempre da una
nave similare di riferimento, modificandola per adattarla al suo scopo e magari migliorata con
prove in vasca. Se non possibile percorrere questa strada, il progettista pu far riferimento
ad una serie sistematica di carena, che permette di prevedere in maniera abbastanza precisa la
resistenza al moto.
149
Capitolo 25 DERIVAZIONE DELLA FORMA DI UNA NAVE DA
QUELLA DI UNALTRA GIA ESISTENTE
La definizione della forma da dare alla nave un lavoro, complesso , lungo e difficile. Di norma il
progettista preferisce partire da una forma di nave gi studiata, adattandola alla nave che ha in
progetto.
25.1 Variazione della lunghezza del corpo cilindrico
Si supponga che per la nave in progetto siano state determinate le grandezze indicate in tabella
col pedice 1, nella stessa tabella sono confrontati tali valori con quelli col pedice 0 relativi alla
nave di riferimento. Il progettista pu valutare opportuno assumere per le grandezze della nave
in progetto i valori indicati in colonna 4 senza pedice. Tutte le grandezze sono note, compresa la
L essendo
=
La lunghezza L viene realizzata aumentando(riducendo) il corpo cilindrico della nave base
inserendo (sottraendo), nella sezione a LPP0/2, una trancia di corpo cilindrico di lunghezza L*, si
ha quindi
=
.
Poich per la nave base
risulta essere
Essendo C
quindi C
)
Inoltre essendo C
e C
avremo C
M0
=C
M
.
Oltre in fase di progetto linserimento di un tronco cilindrico operazione che viene
realizzata su una nave in esercizio per renderla pi competitiva nel mutato mercato in cui
opera.
150
25.2 Piano di costruzione derivato in affinit da quello di una nave presa
a riferimento
ll piano di costruzione di una nave in progetto puo essere derivato da quello di un'altra
nave, se entrambe hanno:
stessa tipologia di missione,
velocita relativa non molto diversa,
stessa tipologia di propulsione e governo,
stesso numero di propulsori,
stesso valore del coefficiente di finezza totale di carena CB,
stesso valore del coefficiente di finezza della sezione maestra CM
4
Di solito, ma non necessariamente, la detta Iegge lineare. In tale caso:
indicando con X
1
il valore reale di un segmento che si estende nella direzione
dell'asse X e con x
1
quello dell'omologo segmento nel disegno, sar Xt=Xt ed il
coefficiente detto scala delle lunghezze del disegno
indicando con Y
1
il valore reale di un segmento che si estende nella direzione
dell'asse Y e con y
1
quello dell'omologo segmento nel disegno, sar y
t
=Yt
ed il
coefficiente detto scala delle larghezze del disegno,
indicando con Z
1
il valore reale di un segmento che si estende nella direzione
dell'asse Z e con z
1
quello dell'omologo segmento nel disegno, sar Zt=Zt ed il
coefficiente detto scala delle altezze del disegno.
Se, come di solito avviene, == l'oggetto al vero ed il suo disegno sono in similitudine, cio
la sua rappresentazione grafica monometrica.
Se, invece, non avviene ==, la rappresentazione non pi monometrica e I'oggetto al vero ed
il suo disegno sono in affinit.
Un piano di costruzione eseguito in similitudine, cio con unica scala (essendo ==), pu
essere letto utilizzando non solo un altro valore per , ma anche valori diversi per e .
Si possono distinguere due casi.
A- La nave in progetto e quella base hanno
==
Il nuovo piano di costruzione lo si pu ottenere da quello della carena base
considerando che le due navi sono in scala , cio che i due piani sono in similitudine.
Oltre ad essere, come impasto, CB=CBo,
151
risulta essere
6
:
Cw=Cwo Cx=Cxo
LCB=LCBo
B La nave in progetto e quella base non hanno ==, ma potrebbero avere solo a due a
due tali rapporti uguali , o nessuno dei tre, in questo caso bisogna ridisegnare in il tutto
in AFFINITA. Nei piani con assi di riferimento aventi scale differenti gli angoli
non mantengono lo stesso valore e gli archi di cerchio si deformano in archi di ellisse.
Nei casi esaminati e semplice ridisegnare il nuovo piano di costruzione (in opportuna
scala rispetto alla nave a1 vero), e possibile effettuare una attendibile previsione delle
resistenza al moto e delle caratteristiche di stabilita a nave integra.
A volte pu risultare opportuno a1 progettista fare riferimento a due navi gi realizzate e
non ad una sola nave. Infatti, il progettista pu stimare pi conveniente per la carena in
progetto assumere il corpo poppiero derivato da una nave e quello prodiero da un'altra. In tale
caso, attraverso i coefficienti 1=1=1 relativi al corpo poppiero e 2=2=2 relativi al corpo
prodiero, gli stessi corpi vengono trasformati in affinit in quelli della nave in progetto. II
valore del coefficiente di finezza Cb della carena in progetto sar diverso da quelli relativi
alle due navi di riferimento. Per le due navi prese a riferimento e per la nave in progetto vale la
relazione:
(a) dove CBF e CBA sono, rispettivamente, i
coefficienti di finezza del solo corpo prodiero e del solo corpo poppiero costituenti le tre
navi. I detti due coefficienti di finezza (restati costanti nella trasformazione in affinit) non
sono, in generale, noti.
Per evitare di calcolarli si possono usare le formule ricavate da H. Schneekluth e valide se
le due navi sono prive di bulbo prodiero ed hanno un determinato coefficiente della sezione
maestra.
Il ricorso a due navi di riferimento pu essere consigliato se, come gi detto, si ritiene che
combinando corpi appartenenti a carene diverse si migliorino le caratteristiche di resistenza al
moto e di propulsione.
La combinazione di corpo poppiero e corpo prodiero appartenenti a navi diverse presenta una
complicazione quando il loro coefficiente di :finezza della sezione a meta nave CM non ha
152
il medesimo valore. Infatti, operando la trasformazione affine per ciascuno dei due corpi,
la nave in progetto presenter un diagramma delle aree delle sezioni immerse con una
discontinuit AM nella sezione a 0.5 Lpp, come, ad esempio, e mostrato nella figura In
generale la differenza AM tra le due aree immerse AM delle due sezioni maestre e dovuta al
diverso raggio di curvatura del ginocchio delle stesse e/o all'essere il fondo non piatto in
entrambe o con fondo a diversa stellatura. Se per le due navi di riferimento sono state ben
scelte molto probabile che il AM sia molto piccolo (differenza pm:i a1 massimo a1 2%).
In questo caso e possibile correggere il diagramma delle aree delle sezioni immerse
mediando tra i due semi-diagrammi e ridisegnare la sezione maestra mediando tra le due
configurazioni.
ll ricorso all'affinit geometrica per ricavare da una carena nota (o da due semicarene) quella
della nave in progetto, e il procedimento che viene pi spesso utilizzato, rappresenta, quasi
sempre, la prima tappa di un processo di derivazione meno semplice. Infatti, la carena
ricavata in affinit viene quasi sempre assunta come nuova carena di riferimento e su di essa
si applicano ulteriori trasformazioni per realizzare diversi valori per talune grandezze
Questa prima tappa del procedimento complessivo di trasformazione non si conclude con il
disegno del piano di costruzione, ma unicamente nella compilazione di un nuovo quadro delle
semilarghezze e nella elaborazione del diagramma delle aree delle sezioni immerse per la nave
in progetto
153
25.3 Piano di costruzione derivato per interpolazione tra due navi prese a
riferimento
Nel caso in cui si dispone di due navi di riferimento aventi:
a) valori di CB tali da comprendere nel loro intervallo il valore fissato per la nave in progetto,
b) diagrammi adimensionalizzati delle aree delle sezioni immerse tali che la lunghezza del
corpo cilindrico e la loro posizione sia non molto diversa,
possibile procedere per interpolazione. Il procedimento consiste in una derivazione affine
modificata.
Ciascuno quadro delle semilarghezze delle due navi di riferimento viene trasformato in affinit
per ricondurlo alle stesse dimensioni principali (Lpp, B e T) della carena della nave in
progetto. Interpolando tra i valori omologhi dei due quadri delle semilarghezze si ottiene
quello relativo a1la nave in progetto. Detti
1
e 2 - rispettivamente i dislocamenti della
nave in progetto (con coefficiente CB), della nave con coefficiente CB
1
e di quella con CB2
(essendo CB
1
< CB < CB2), queste ultime gi trasformate in affinit e, quindi, aventi le stesse
dimensioni principali della nave in progetto - lo spostamento orizzontale - del generico punto
Pi1 della nave di dislocamento
1
espresso in percento del segmento Pi1-Pi2, verso il punto
Pi2 [omologo (cio giacente sulla medesima linea d'acqua e appartenente alla sezione
omonima) di Pi1] della nave di dislocamento o2 - sara dato da:
E' opportuno, una volta derivata la carena per la nave in progetto, elaborare il
diagramma delle aree delle sezioni immerse per controllare che la sua forma sia idonea. In
particolare, esso deve presentare nei corpi stellati di poppa e di prua una sola curvatura con
centro all'interno del diagramma; una doppia curvatura - come quella presentata in figura 2
- riduce notevolmente le qualit idrodinamiche della carena e, pertanto, va evitata. Di solito,
se le due carene prese a riferimento rispettano la condizione b, la carena
derivata per interpolazione non dovrebbe presentare la detta anomalia.
154
25.4 Piano di costruzione derivato da quello di una nave base di diverso
Cb per spostamento delle sezioni del diagramma delle aree secondo una
legge patabolica
Nel caso in cui si dispone di una nave di riferimento (avente rispetto alla nave in progetto la
stessa tipologia di missione, non molto diversa la velocit relativa, la stessa tipologia di
propulsione e governo e lo stesso numero di propulsori) avente coefficiente di finezza
diverso da quello della nave in progetto, possibile procedere prima con una derivazione
affine e, poi, con una derivazione non affine.
ll diagramma delle aree delle sezioni immerse della nave base viene trasformato in affinit
per ricondurlo alle stesse dimensioni principali (Lpp, B e T) della carena della nave in
progetto. L'area di tale diagramma rappresenta il volume di carena V
0
della carena base
avente coefficiente di finezza totale CBo
Se la nave in progetto ha volume di carena V>V
0 ,
possibile trasformare il diagramma delle
aree delle sezioni immerse in modo che abbia area uguale al volume di carena della nave in
progetto. L'incremento di volume V pu essere ripartito-in parti uguali o diverse- tra i corpi
poppiero e prodiero della nave. L'incremento V
1
relativo ad uno dei due corpi sar dato da
nella quale AM (ovvero B, T e CM) e gi noto (ovvero sono noti B, T e CM),
mentre e:
K:= 0.70 se e Cp<=0.60
K = 0.70-44(Cp -0.60Y
see
Cp>0.60
essendo Cp il coefficiente prismatico longitudinale della carena in progetto.
Ricavato il valore di s dalla relazione scritta, e ridotto nella scala delle lunghezze del
diagramma della ree delle sezioni immerse, e possibile tracciare sull'asse di detto diagramma
la parabola quadratica avente freccia s posta a meta del segmento attraverso i cui estremi la
parabola deve passare (uno deve essere il piede della sezione a meta Lpp e l'altro pu essere
155
arbitrario, ad esempio, vedi figura 3, il piede della perpendicolare estrema). Per
ciascuna sezione del diagramma delle aree (a distanza x dalla perpendicolare
estrema) viene individuata 1'ordinata della parabola che rappresenta lo spostamento che la
detta sezione deve avere per passare al diagramma delle aree delle aree immerse della nave in
progetto. Pertanto, ribaltata (di 90) sull'asse x la detta ordinata della parabola, si ottiene
la nuova posizione sull'asse x della sezione di area Ax.
L'area sottesa dal diagramma ad asse verticale posto a destra nella figura 3 rappresenta
l'incremento di volume V1. L'ascissa massima del detto diagramma rappresenta lo
spostamento massimo di sezione realizzato (riguarda la sezione nella quale e ubicata la
freccia della parabola), le altre ascisse rappresentano gli spostamenti delle altre sezioni, come
la figura 3 chiarisce. Il rapporto tra 1'area sottesa dal diagramma degli spostamenti e quella
del rettangolo che la circoscrive vale
Che , trasformata, la formula prima scritta.
Il corpo (prodiero o poppiero) considerato, passando dalla carena base a quella in progetto, ha
subito una variazione del coefficiente di :finezza totale dato da:
pertanto, il valore della freccia s della parabola pu essere determinato in relazione
alla variazione di C
B
(in luogo della variazione di ) attraverso la formula:
E' evidente che se la nave in progetto ha volume di carena V<V0, il procedimento e
perfettamente analogo, con la sola variante che lo spostamento delle sezioni (il ribaltamento
delle ordinate della parabola) avviene in senso opposto di quello in figura 3.
Per quanto riguarda il corpo poppiero la scelta del secondo punto (nella figura 3 e quello
corrispondente alla perpendicolare addietro), per il quale la
parabola deve passare, va fatto
tenendo presente quanto segue:
>- se la parabola passa per la sezione relativa alla perpendicolare addietro, varier la
lunghezza della zona nella quale ubicato il propulsore,
>- se la parabola passa per la sezione nella quale la fuoriuscita
dell'albero
portaelica, non varier la lunghezza della zona nella quale ubicato il propulsore.
Nel caso in cui si desidera che le caratteristiche propulsive della carena base non mutino
in modo rilevante, e preferibile optare per la seconda alternativa.
Il procedimento ora esposto e largamente usato non solo dai progettisti, ma anche negli
istituti di ricerca nella elaborazione di serie sistematiche di carena, quando da una carena
"madre" si devono ricavare delle carene "figlie" aventi prefissato valore del coefficiente di
finezza totale.
156
25.5 Influenza dei procedimenti di trasformazione sullangolo di
semiapertura della figura di galleggiamento.
Operando una trasformazione in affinit - che, come e stato pili volte detto, quasi
sempre rappresenta la prima tappa di un procedimento pili articolato di derivazione della
carena in progetto da quella di una nave presa a riferimento - l'angolo i della tangente
all'estremit prodiera della linea d'acqua al galleggiamento di progetto varia inversamente
con il rapporto L/B.
Se la derivazione della carena da quella base (che pu essere anche quella gia
ottenuta in affinita) fa varia:re la lunghezza del corpo cilindrico, si avr una
variazione del coefficiente di finezza CB, la qual cosa incider sul valore dell'angolo i
di semiapertura della figura di galleggiamento. n valore dell'angolo
di semiapertura della carena derivata pu essere determinato, conoscendo quello della
carena di riferimento (le cui grandezze sono individuate con il pedice 0), con la relazione:
Se la derivazione della carena da quella base avviene per spostamento delle sezioni
trasversali della carena base secondo una legge parabolica, si ha una variazione del valore
del coefficiente di finezza CB. In questo caso il valore dell'angolo di semiapertura della
carena derivata pu essere determinato, con la relazione:
nella quale il valore della lunghezza tra le perpendicolari e quello comune alla carena in
progetto ed alla carena presa a riferimento (questa pu essere anche
quella gi ottenuta in affinit dalla carena di riferimento), e la grandezza s e la
freccia della parabola usata per la trasformazione (uguale allo spostamento
massimo di sezione operato).
Qualunque sia il procedimento di derivazione applicato, e opportuno che il progettista
presti la dovuta attenzione all'angolo di semiapertura della figura di galleggiamento in
modo che, se necessario, possa apportare una correzione dello stesso durante la stesura del
piano di costruzione della carena della nave in progetto. Di solito - se 1a carena presa a
riferimento, oltre ad essere della stessa tipologia, ha caratteristiche prossime a quella
della nave in progetto - la
variazione dell'angolo di semiapertura e contenuto per cui non occorre alcuna
correzione.
157
25.6 Influenza dei procedimenti di trasformazione sulla stabilit iniziale
Operando una trasformazione in affinit possibile ricavare le quote del centro di carena
e del metacentro trasversale dalla linea di base, conoscendo i corrispondenti valori per la
carena di riferimento. Infatti
(a)
(b)
Pertanto, in questo caso, non e necessario ne opportuno fare riferimento a
formule empiriche (vedi capitolo 27).
Nel caso in cui la carena della nave in progetto viene derivata per interpolazione (vedi 4)
tra due carene di riferimento, i valori di KB e BM della carena derivata possono essere
determinate interpolando tra i due valori di KB
1
e KB2 e di KM1 e KM2 ottenuti applicando
le formule (a) e (b) ad entrambe le carene di riferimento.
Nel caso in cui 1a carena per 1a nave in progetto viene derivata da quella presa a riferimento
(o da quella gi ottenuta da questa applicando l'affinit) attraverso una variazione della
lunghezza del corpo cilindrico, la formula da
Usare :
nella quale dLp (con i1 segno positivo o negativo a seconda che la lunghezza del corpo
cilindrico e maggiore 0 minore di quella della carena di riferimento) e la
variazione del corpo cilindrico operata passando dalla carena di rife1imento a quella della
nave in progetto. In questo caso i1 coefficiente di finezza della figura
di galleggiamento della nave in progetto dato da:
Nel caso in cui la carena per la nave in progetto viene derivata da quella presa a riferimento
(o da quella gia ottenuta da questa applicando l'affinita) attraverso uno spostamento delle
sezioni trasversali secondo una legge
parabolica, e necessario fare ricorso a formule empiriche (vedi capitolo 27), rna
usando i1 valore del coefficiente di finezza della figura di galleggiamento dato
dalla formula:
158
25.7 Conclusioni
I metodi esposti nel presente capitolo consentono, partendo dalla carena di una nave
di riferimento (piano di costruzione e diagramma delle aree delle sezioni immerse), di
ricavare ilpiano di costruzione di una nave in progetto della stessa tipologia (in relazione al
suo utilizzo, al sostentamento ed al numero delle eliche). Le due navi possono differire per i
valori assunti da uno o pili delle seguenti grandezze:
1. lunghezza tra le perpendicolari,
2. larghezza massima,
3. immersione di progetto,
4. coefficiente prismatico,
5. lunghezza del tratto cilindrico del corpo poppiero,
6. lunghezza del tratto cilindrico del corpo prodiero,
7. posizione longitudinale del centro di carena,
8. posizione verticale del centro di carena,
9. forma delle sezioni trasversali,
lO.ecc.
La trasformazione in affinit (trasformazione lineare) porta i valori delle
dimensioni principali (lunghezza tra le perpendicolari, larghezza massima, immersione di
progetto) della nave presa a riferimento a quelli della nave in progetto, mantenendo
invariati i valori dei coefficienti di finezza e della posizione longitudinale del
centro di carena; nel caso in cui 1a trasformazione
lineare e operata facendo riferimento a due navi base, una per il corpo poppiero e
1'altra per il corpo prodiero, allora possono essere ricondotti a quelli della nave in
progetto anche il valore del coefficiente di finezza totale e quello della posizione
longitudinale del centro di carena. Nel prima o nel secondo caso, poi, la carena
ottenuta puo essere assunta come carena base sulla quale e possibile applicare
uno o pili metodi di trasformazione. Per tale motivo, di norma, la trasformazione in a:f:finita
e la prima tappa del procedimento complessivo di trasformazione.
Avendo a disposizione due navi di riferimento e non volendo rinunziare all'unita
di entrambe (corpo poppiero e corpo prodiero), allora la carena della nave in progetto
pu essere derivata da quelle, prima applicando ad entrambe la trasformazione lineare
(affinit), per ricondurle alle dimensioni principali della nave in progetto, e poi,
utilizzando la trasformazione per interpolazione. Anche in questa caso la carena ottenuta
pu essere assunta come carena base sulla quale
e possibile applicare uno o pili metodi di trasformazione. Per tale motivo anche la
doppia trasformazione operata (affinit + interpolazione) pu costituire la prima
tappa del procedimento complessivo di trasformazione.
Molto spesso uno dei due procedimenti e sufficiente per le esigenze del
progettista, sempre che la nave (o le navi) presa a riferimento e, oltre che della
stessa tipologia della nave in progetto, anche rispondente a requisiti di progetto molto
poco diversi. Se ci non sussiste, assumendo come nave di riferimento
159
quella gi ottenuta- o con la sola affinit o con la combinazione dell'affinit e
dell'interpolazione- applicando uno o pi metodi tra quelli descritti (altri metodi
di minore importanza sono disponibili) e possibile giungere ad una forma di
carena che risponda a tutti i requisiti voluti.
Qualunque sia il procedimento complessivo adottato, la forma della carena della nave in progetto
correlata a quella della nave base e, pertanto, le caratteristiche idrodinamiche della seconda
carena saranno correlate a quelle
della carena di partenza. La correlazione tanto pi stretta quanto pi le
dimensioni principali, i coefficienti di :finezza e la posizione longitudinale del
centro di carena delle due carene (di base ed in progetto) sono prossime. Comunque, 1'esistenza
della detta correlazione consente a1 progettista, note le caratteristiche idrodinamiche della nave
presa a riferimento, di stimare quelle della nave in progetto, con metodi abbastanza semplici.
Qualunque sia il procedimento complessivo adottato, 1'elaborazione della forma della nave e la sua
rappresentazione grafica (piano di costruzione) e lavoro complesso e lungo che, oggi, viene
eseguito con software appositamente
elaborati che possono girare su calcolatori elettronici di media potenza.
L'adozione di una forma di carena idonea alle esigenze di una nave in progetto e la conoscenza
rapida della resistenza a1 moto di essa (e, a volte, anche delle sue caratteristiche propulsive e/o di
tenuta a1 mare mosso, ecc.), per alcune tipologie di navi, pu essere fatta ricorrendo a serie
sistematiche di carena appositamente studiate.
160
Capitolo 26 SERIE SISTEMATICHE DI CARENE
Introduzione
Una serie sistematica un insieme di carene, tutte derivate con idonei criteri da una carena madre, i
cui modelli sono stati sperimentati ed i risultati sono presentati in modo opportuno. Ogni serie
sistematica adatta per alcuni tipi di navi ed il progettista scegliendo da uno di questi deriver la sua
carena proprio come sono state ricavate le carene figlie.
Serie di Taylor.
E stata studiata a partire da un incrociatore nel 1902 e da esso sono stati ricavati 158 carene figlie nei
successivi 40 anni. La carena madre presenta un C
M
= 0.926, quindi una sezione maestra molto piena con
leggera stellatura del fondo e relativamente grande valore del raggio di curvatura del ginocchio. Il
dritto di prua era verticale, coincidente quindi con la perpendicolare avanti, il corpo prodiero ha sezioni
trasversali ad U mentre quello poppiero a V. 9 delle carene figlie sono state ottenute fissando il valore
del coefficiente di finezza C
M
e facendo variare il valore di CP, B/T e /(0.001 L)
3
. Queste 9 carene
sono state ricavate trasformando il diagramma adimensionalizzato delle aree trasversali immerse, che
si presentava come due archi di parabola (corpo poppiero e prodiero) e definiti dallequazione generale:
y = a
0
+ a
1
x + a
2
x
2
+ a
3
x
3
+ a
4
x
4
+ a
5
x
5
dove la x = OA/0.5L lascissa relativa alla
semilunghezza, misurata a partire dalla perpendicolare avanti o addietro e la y = A
X
/ A
M
il rapporto
tra larea della sezione locale e quella della sezione maestra a met lunghezza L. I sei coefficienti sono
dati dalle condizioni ai limiti:
161
e dallequazione:
P
C ydx =
1
0
Che impone che larea sottesa da una met della curva del diagramma deve essere uguale al coefficiente
prismatico longitudinale del corpo poppiero o prodiero. t la tangente nellorigine della curva delle aree
ed n la derivata seconda della curva delle aree a met lunghezza nave. Fissato il valore di C
P
e ricavati
i valori di n sono determinati i valori dei sei coefficienti a
i
. Il piano di costruzione di ciascuna di queste
nove carene stato ottenuto ricollocando le singole sezioni trasversali per passare dalla carena madre
a quella figlia. Detto M il diagramma della carena madre ed F quello della figlia, il piano di costruzione
scaturisce dalla osservazione che, ad esempio, la sezione 28 della carena madre deve essere traslata
verso sinistra nella posizione indicata da 28 perch qui che si trover il valore A
X
/ A
M
uguale a quello
della madre.
E evidente che il trasversale della carena madre rappresenta il trasversale di una qualunque carena
derivata. Gertler ha elaborato 2 x 14 grafici (ogni coppia relativo ad una linea dacqua) che forniscono i
rapporti tra la semilarghezza generica e quella massima in funzione di C
P
per le diverse sezioni
trasversali.
Da ognuna delle nove, Taylor ricav per affinit tre diverse carene variando il rapporto B/T, mentre
per ognuna delle 27 ricavo altri modelli (da 4 a 7 a seconda dei casi) per affinit longitudinale variando
il rapporto /(0.001 L)
3
.
Le carene furono tutte provate in vasca per determinare la resistenza al moto in acqua calma ed i
risultati sono stati diagrammati come R
R
/ in funzione di C
P
e di /(0.001 L)
3
e per varie velocit
relative, mentre nella rielaborazione di Gertler riportato C
R
in funzione della velocit relativa. Una
successiva rielaborazione di Russo Krauss e Cassella permette al progettista di scegliere la carena
migliore in relazione alla velocit di esercizio ed al dislocamento di progetto. I dati sono, infatti, stati
ricondotti ad una nave di volume standard di 10000 m
3
.
Le carene della serie di Taylor possono raggiungere la planata: ci si nota dai grafici del coefficiente di
resistenza volumetrico che cala per valori di velocit relative superiori ad 1.1.
162
Serie di Todd o Serie 60, per navi da carico monoelica.
stata elaborata presso il David Taylor Model Basin (DTMB), partendo con unanalisi comparativa di
alcune carena sperimentate. Cinque carene con B/T = 2.5 si mostrarono pi efficienti con coefficienti di
finezza totale CB variabile da 0.6 a 0.5 con scarto di 0.05. Tutti i modelli erano caratterizzati dalla
stessa lunghezza (20 piedi), provati in vasca a rimorchio e in autopropulsione al fine di determinare la
migliore posizione longitudinale del centro di carena per minimizzare la resistenza al moto e migliorare
il rendimento propulsivo. I risultati furono diagrammati come coefficiente di resistenza totale in
funzione della velocit relativa ed un altro come coefficiente di potenza effettiva (C = (427.1 P
E
)/(
2/3
V
3
)) in funzione del coefficiente di velocit (K = 0.5834 V
-1/6
). Altri diagrammi aiutano a scegliere la
posizione ideale del centro di carena.
Dalle 5 carene madri furono ricavate 40 carene variando in affinit i rapporti L/B e B/T. I risultati
delle prove furono diagrammati come R
R
/ in funzione di L/B, C
B
e per valori costanti di velocit
relativa e B/T, coefficiente di scia e risucchio e relativo rotativo funzione di L/B e C
B
e per valori
costanti di velocit relativa e B/T. Tali grafici sono utili anche nella prima fase di progetto al fine di
ricavare, fissati B/T e velocit relativa, la coppia di valori L/B e C
B
che ottimizza la resistenza al moto
ed i coefficienti della propulsione.
Serie B.S.R.A per navi da carico monoelica.
E stata elaborata dalla British Ship Research Association (B.S.R.A.). La serie costituita da quattro
carene madri con coefficienti di finezza uguali a 0.65, 0.70, 0.75 e 0.80. Tutto quanto fornito nel
lavoro riferito ad una nave standard da 400 piedi (122 metri circa) di lunghezza tra le perpendicolari,
55 piedi di larghezza massima (17 metri circa) e 26 piedi i immersione al galleggiamento (8 metri circa).
Per ciascuna delle carene madri fornito il trasversale del piano di costruzione con 11 ordinate
equidistanti pi due ordinate ausiliarie. Oltre al galleggiamento di pieno carico riportato anche quello
indicativo per nave vacante. Il piano di costruzione di tali carene si pu ricavare, oltre che con il
trasversale, da una serie di grafici che riportano informazioni relative alle semilarghezze, ai profili di
prua e di poppa. Per ricavare le altre carene occorre operare sul diagramma delle aree delle sezioni
immerse. Per quanto riguarda la resistenza al moto, vengono forniti dati relativi alla costante cerchiata
(C = (1000 R)/(4
2/3
V
2
)) in funzione del coefficiente di finezza CB e della velocit per fissati
valori di LCB. Altri grafici forniscono le correzioni in caso di LCB diverso.
163
Serie B.S.R.A. per pescherecci.
Scelta una carena madre con lunghezza tra le perpendicolari di 46 metri, larghezza di 8 metri e
immersione di 4, furono ricavate in affinit geometrica sette figlie variando i rapporti B/T e L/
1/3
.
Vengono poi fornite informazioni relative a tre condizioni di assetto (dritto, appoppato, appruato). Sono
stati studiati due profili di poppa per consentire la sistemazione di eliche di diverso diametro. I
risultati delle prove sono riportati come costante C cerchiata in funzione della velocit sia in forma
grafica che tabulare. Altre due carene furono derivate per spostamento delle sezioni trasversali del
diagramma delle aree immerse, mantenendo invariata la lunghezza, larghezza ed immersione e
cambiando il valore L/
1/3
. Da queste ultimi due furono derivate altre due carene mantenendo costante
rispetto alla carena madre il rapporto B/T e L/
1/3
. Altre 8 carene furono ricavate modificando il
diagramma delle aree per ottenere una diversa posizione del centro di carena. Alcuni modelli furono
provati anche in autopropulsione con risultati in forma grafica e tabulare. Nellultimo lavoro furono
introdotti altri modelli modificando prima il corpo prodiero e poi quello poppiero.
Altre serie per pescherecci.
La serie di Ridgely Nevitt, basata su dati di pescherecci americani, non presenta prove in
autopropulsione ed ha un valore pi basso del coefficiente di finezza della sezione maestra, per cui da
preferire la BSRA se si vuole un valore pi elevato. E relativa a pescherecci privi di poppa a specchio e
di bulbo prodiero, rari allepoca dellelaborazione della serie. Poi, fu realizzato un modello con bulbo
prodiero e poppa a specchio. Ridgely Nevitt segnala una piccola riduzione dellaltezza metacentrica
per la presenza del bulbo.
Anche la FAO ha elaborato una serie sistematica per pescherecci di piccole e medie dimensioni,
prendendo in considerazioni pescherecci di lunghezze comprese tra i 7 ed i 32 metri e con dislocamento
inferiore a 300 tons. Da questa indagine si evidenzi che il rapporto L/
1/3
aveva una grande influenza
sulla resistenza al moto. I risultati delle prove in vasca furono riportati come coefficienti di resistenza
residua in funzione della velocit relativa. Le quattro carene non costituiscono una vera e propria serie
sistematica, in quanto non sono derivate da una carena madre, ma i dati sono molto utili per pescherecci
di piccole dimensioni, per i quali difficile che si ricorra a prove in vasca.
Serie N.P.L. di Bailey
Questa serie idonea per carene a sostentamento idrodinamico parziale. Le carene presentano poppa a
specchio e ginocchio tondo, forme abbastanza avviate. Per costruire il piano di costruzione fornito il
profilo longitudinale, la tabella delle semilarghezze, profili e 4 linee dacqua dei corpi prodiero e
poppiero. Dalla carena madre furono ricavate in affinit geometrica 4 carene, variando B e T e tenendo
costante dislocamento, lunghezza e coefficiente di finezza, in modo da realizzare prefissati valori di
L/B. Da queste 5 carene ne vennero derivate altre facendo variare T, e quindi il dislocamento, in modo
da realizzare fissati valori di /(0.001 L)
3
, per un totale di 22 modelli. Le prove in vasca furono
effettuate per un campo di velocit tale che 0.30 < Fn < 1.19 e lelaborazione dei dati fu fatta
164
utilizzando la formula ITTC-57, assumendo come superficie bagnata quella da fermo. Sono diagrammati
coefficiente di resistenza totale, resistenza residua rapportata al dislocamento, angolo di assetto e
quota del centro di gravit. Il lavoro comprende anche uno studio sullinfluenza del cuneo poppiero, con
un estensione in senso longitudinale dell 1.5 % della lunghezza al galleggiamento e con larghezza pari
alla larghezza locale della carena. Furono sperimentati 3 cunei con 3 diversi angoli: 5, 10 e 15. Sono
fornite, infine, informazioni relative allinfluenza sulla resistenza della posizione longitudinale del
centro di carena, della variazione del dislocamento, dati relativi allautopropulsione, dati relativi al
comportamento in mare e capacit evolutive con timone standard.
Dalla serie NPL stata ricavata la serie NOVA, con 4 modelli, poppa a specchio ed attacco arrotondato
tra fondo e murata, ed un 5 modello con spigolo vivo tra fondo e murata.
Carene per rimorchiatori
I rimorchiatori possono dividersi in portuali e di servizio (utilizzati per le manovre delle navi in porto e
per lormeggio, per rimorchiare navi lungo linee dacqua costiere o interne. La caratteristica
fondamentale la grande manovrabilit in quanto sono destinati ad operare in specchi ristretti e
trafficati. La lunghezza arriva fino a 35 metri) e da salvataggio ed oceanici (utilizzati per soccorso
sulle grandi distanze. Le caratteristiche fondamentali lelevata velocit di trasferimento e la capacit
di operare in sicurezza anche in mari severi. Le lunghezze arrivano fino a 80 metri). La potenza da
installare a bordo deve garantire la velocit voluta e assicurare la voluta capacit di tiro per il
rimorchio ( il tiro a punto fisso che il rimorchiatore in grado di esercitare, circa 14 kg ogni HP
installato; se entra in gioco anche la velocit, la potenza allasse pu essere stimata con la formula del
Simpson: P
D
= 0.01 T D). La forma della carena, larghezza e quota del baricentro devono essere
tali da garantire un braccio del momento di stabilit positivo fino ad un angolo di sbandamento
compreso tra 60 e 70, considerando unaltezza di bordo libero limitata per consentire le operazioni
fuori bordo in particolare nella met poppiera della nave. La posizione dellorgano di rimorchio deve
essere quanto pi possibile essere spostata verso proravia per ridurre la distanza tra il centro di
rotazione della nave durante le manovre ed il punto di applicazione del tiro. Lassetto della nave deve
essere appoppato per spostare verso poppa il centro di rotazione della nave e per consentire ladozione
di unelica di maggiore diametro (elica molto caricata).
Purtroppo non esistono serie sistematiche di carene per rimorchiatori, ma si pu far riferimento ad uno
studio di Roach che prende in esame dieci rimorchiatori propulsi ad elica i cui dati furono elaborati da
Taggart. Sono riportate le caratteristiche geometriche dei rimorchiatori (piano di costruzione, figura
di galleggiamento, diagramma delle aree delle sezioni immerse adimensionalizzate), dati relativi allelica
e caratteristica di funzionamento della stessa, diagramma che fornisce in funzione della velocit la
potenza asse, il numero di giri del propulsore ed altre grandezze relative alla propulsione.
Sono forniti dei grafici del coefficiente di resistenza residua.
165
Carene Formdata del Guldhammer.
Agli inizi degli anni 60 quando il progettista non poteva avvalersi degli ausili informatici ed erano poche
le serie sistematiche a disposizione, Guldhammer pens di realizzare un insieme di carene con
prefissate caratteristiche. Stante la finalit del lavoro, il notevole numero di carene previste e la
diversa tipologia delle stesse, linsieme delle carene non poteva costituire una serie sistematica. Il
programma Formdata prevedeva 4 serie di carene ciascuna caratterizzata da un valore del
coefficiente di finezza della sezione maestra C
M
(0.88 0.995), suddivise in sottoserie in base alle
forme delle sezioni trasversali ed a quelle delle estremit prodiera e poppiera. Il lavoro costituisce
ancora un valido aiuto per il progettista che non pu ricorrere a serie sistematiche di carene e non
dispone di una carena della stessa tipologia di nave di quella in progetto.
Serie sistematica CE.TE.NA. di carene ad alto coefficiente di finezza.
Nella prima met degli anni 70, durante la chiusura del canale di Suez, il CEntro per gli studi di TEcnica
NAvale (CETENA) in Genova volsero un importante ricerca sullinfluenza dei rapporti dimensionali e di
alcuni parametri caratteristici della forma della carena sulla resistenza al moto di navi caratterizzate
da velocit di esercizio tra 14 e 17 nodi con dislocamento fino a 500000 tonnellate e C
B
compreso tra
0.8 e 0.9.
Dato che per le carene in oggetto:
- La componente della resistenza donda trascurabile rispetto alle componenti di attrito e di
forma;
- La notevole estensione del corpo cilindrico rende trascurabili i fenomeni di interferenza tra la
prua e la poppa;
si pu formulare lipotesi di separabilit degli studi delle forme di poppa e di prua: attribuendo alle sole
forme prodiere i fenomeni di resistenza donda ed alle sole forme poppiere la resistenza di forma. Per
carene in esame nel campo di Fn < 0.16 e L/B > 5.5 lipotesi di separabilit verificata in quanto:
- La lunghezza del corpo cilindrico non ha influenza sulla resistenza donda e su quella di forma;
- Il Coefficiente di resistenza donda dipende solo dalle caratteristiche del corpo dentrata;
- La resistenza di forma dipende solo dalle caratteristiche del corpo duscita;
- Il fattore di forma (1 + k) influenzata dalla lunghezza della carena.
- I parametri della propulsione dipendono dalle caratteristiche del corpo di uscita e dal
coefficiente di carico dellelica.
Unaltra serie sistematica analoga quella MARAD utilizzata per grandi cisterne.
166
Serie sistematica USNA di carene per navi rompighiaccio.
E stata sviluppata dalla United States Naval Academy (USNA) con particolare riferimento alle
esigenze alle esigenze militari e mercantili degli USA nei mari del nord del Paese.
Dovendo rompere del ghiaccio, la forma dellestremit del corpo prodiero ha importanza fondamentale.
La prua viene caratterizzata da 3 angoli:
- angolo di inclinazione del dritto di prua rispetto al galleggiamento di progetto, il quale
dovrebbe essere intorno ai 30;
- angolo di svasatura della murata in corrispondenza della sezione 2, il quale dovrebbe avere un
valore di circa 45;
- angolo di inclinazione della linea dacqua al galleggiamento di progetto in corrispondenza della
sezione 2, il quale dovrebbe avere un valore compreso tra 24 e 30.
Altre serie sistematiche di carene.
- Serie 63 o serie di BEYS per imbarcazioni semidislocanti da 50 piedi (15.24 m);
- Serie SSPA o serie di Lindgren e Williams, per carene semidislocanti militari e paramilitari;
- Serie 64 o Serie di Yeh per imbarcazioni semidislocanti o semiplananti ad elevato
allungamento, insieme alla NPL la pi utilizzata per il naviglio minore ed adatta anche per navi
militari;
- Serie di Compton per carene a sostentamento idrodinamico parziale per navi militari e navi da
diporto;
- Serie 62 o serie di Clement e Blount, sono carene a V caratterizzate da angolo di rialzamento
del fondo da 12 fino a 30;
- Serie di Holling ed Hubble o Serie 65, espressamente studiate per carene di aliscafi ed
utilizzabile anche per carene plananti senza ali.
167
Capitolo 27 LA DISTRUBUZIONE DEGLI SPAZI IN RELAZIONE ALLE
DIVERSE FUNZIONI. I PIANI GENERALI.
27.1 Premessa
Vengono detti piani generali di una nave quellinsieme di disegni che definiscono la suddivisione degli
spazi e la loro utilizzazione.
Lelaborazione dei paini generali ha inizio nella prima fase del progetto e prosegue nelle fasi successive.
A mano a mano che il progetto viene sviluppato, vengono acquisite nuove conoscenze che hanno influenza
sui piani generali, per cui, lelaborazione degli stessi viene eseguita pi volte con grado di precisione e di
dettaglio sempre maggiore.
La tipologia della nave condiziona molto i piani generali, per cui, il progettista dovr prioritariamente e
continuamente operare per soddisfare nel migliore dei modi la funzione principale che la nave deve
adempiere e che caratterizza quel tipo di nave (ad esempio, se il progetto riguarda una nave da carico,
lo studio della distribuzione degli spazi per il carico pagante dovr avere la precedenza).
Le funzioni secondarie (alloggi, locali condotta neve, ecc.) che la nave deve garantire verranno studiate
appena si ha una sufficiente garanzia che quella primaria sia stata soddisfatta.
I piani generali ed i piani dei ferri (cio linsieme dei disegni che rappresenta le strutture dello scafo e
delle sovrastrutture) non sono indipendenti, ma si condizionano a vicenda; al termine del progetto per il
contratto i paini generali, devono aver raggiunto un grado di definizione molto avanzato tralasciando
solo aspetti di dettaglio, il paino dei ferri, invece, ha raggiunto un grado di definizione assai limitato
(sezione maestra, piano delle ossature, paino delle puntellature, ecc.), lasciando al progetto esecutivo la
stragrande maggioranza del lavoro di calcolo e disegno.
Nelle navi da carico la ripartizione dei volumi (in termini macroscopici) la seguente (anche in ordine
gerarchico) : carico, apparato motore, gavoni di poppa e prua, liquidi di consumo, condotta nave, alloggi,
depositi e magazzini, ancoraggio e ormeggio (su ponti di coperta o ponti di sovrastruttura), mezzi
movimentazione del carico (ponte di coperta).
27.2 Scelta della scala dei disegni
La scelta della scala da usare nellelaborare i piani generali riveste una certa importanza pratica, tale
scelta infatti dipende, oltre che dalla lunghezza della nave, anche dal tipo di nave e dal grado di
approfondimento che si deve realizzare. Nelle prime fasi del progetto preliminare, quando pochi sono
gli elementi certi a disposizione, opportuno usare una scala grande per le seguenti ragioni: maggiore
visione complessiva, stesso foglio tutti i ponti, focalizzazione dellattenzione su fatti importanti
trascurando aspetti di secondaria importanza e di dettaglio; a tale scopo le scale canonicamente
utilizzate sono di 1/200 o 1/300 per una lunghezza di pi di 200 m, scendendo fino ad 1/50 per una
lunghezza di meno di 30 m.
168
Scale meno piccole (il doppio di quelle indicate) possono essere usate solo quando si ha una ragionevole
certezza che quanto gi fatto verr modificato, e si deve passare ad un disegno che preveda anche
elementi di secondaria importanza e/o di dettaglio.
27.3 Ubicazione degli spazi di primaria importanza
Per le navi da carico la prima decisione da prendere lubicazione degli spazi destinati al carico pagante
ed allapparato motore. Fino a pochi decenni orsono, la soluzione quasi universalmente realizzata vedeva
lapparato motore circa a cavallo della sezione a met lunghezza nave, mentre le stive per il carico
erano ubicate a proravia ed a poppavia di esso. Tale soluzione era essenzialmente dovuta alla necessit
di destinare allapparato motore, di notevole ingombro, una zona della nave con sezioni pi larghe e pi
piene; ed allopportunit di collocare quanto pi possibile a met della lunghezza nave il baricentro di un
rilevante peso fisso in modo da realizzare un assetto soddisfacente anche in condizioni non di pieno
carico. Da alcuni decenni, la realizzazione di motori molto pi compatti e meno pesanti (a parit di
potenza) e la notevole riduzione del numero dei componenti dellequipaggio, non rendono pi quasi
obbligata lubicazione dellapparato motore a centro nave, ad eccezione delle navi molto veloci (pi snelle
e con potenze propulsive molto elevate). Per le navi mercantili, in particolare per quelle di grande
lunghezza, preferibile avere lapparato motore a poppa per conseguire i seguenti vantaggi: aumentare
lo spazio destinato al carico riservando ad esso zone della nave pi larghe e pi piene, avere stive
contigue ed occupanti una lunga zona della nave, eliminare dalle stive il tunnel per la linea dassi, avere
una linea dassi molto meno lunga riducendo i problemi ad essa connessi.
Lo svantaggio che si ha nellavere lapparato motore a poppa, ai fini dellassetto della nave in condizioni
non di pieno carico, pu essere facilmente superato con la creazione di compartimenti per la zavorra
liquida idoneamente ubicati in zona prodiera.
In fase meno iniziale del progetto preliminare delle navi da carico, la valutazione dello spazio netto da
destinare al carico pagante va fatto con riferimento al volume lordo dei compartimenti, cio al volume
fuori ossatura derivato dal piano di costruzione. Il volume netto dei compartimenti (volume lordo meno
quello occupato da strutture, tubazioni, scale, ecc.) va stimato attraverso fattori di riduzione che
forniscono il volume da sottrarre in percentuale del volume lordo, fattori qui forniti in tab.2.
Nella navi per soli passeggeri ed in particolare per quelle da crociera, gli spazi di primaria importanza,
oltre il compartimento apparato motore,sono quelli di grandi dimensioni e fortemente connessi tra loro
e condizionanti altri spazi (saloni, cucine, locali cambusa, locali attivit commerciali).
Per le navi militari sono spazi di primaria importanza quelli connessi con la funzione di offesa/difesa,
cio quelli destinati ai sistemi darma ed a quelli che sono di supporto o in funzione dei primi.
169
Per i pescherecci, la posizione della stiva refrigerata lo spazio di primaria importanza fortemente
connessa con larea di ponte destinata alla movimentazione dellattrezzo da pesca ed alla cernita del
pescato.
Dopo aver definita lubicazione degli spazi di primaria importanza, il progettista passer ad interessarsi
degli spazi di secondaria importanza, dando importanza a quelli che hanno rilevante connessione tra
loro.
27.4 Compartimentazione Stagna e Tagliafuoco
Compartimentazione Stagna
Il volume sottostante il ponte di bordo libero (ponte delle paratie) diviso in compartimenti ai fini della
sopravvivenza in caso di falla.
La compartimentazione in senso longitudinale assicurata da paratie stagne trasversali; questa
suddivisione pu essere integrata da una suddivisione in senso trasversale (paratie stagne longitudinali),
e/o da una suddivisione in senso verticale (cielo del doppio fondo, ponti).
Le seguenti paratie stagne trasversali devono essere previste, di norma, in tutte le navi:
1) Paratie prodiera del gavone di poppa (paratia del pressatrecce);
2) Paratia poppiera del gavone di prua (paratia di collisione);
3) Paratia poppiera del compartimento apparato motore;
4) Paratia prodiera del compartimento apparato motore.
Pertanto il numero minimo di paratie trasversali 3 per le navi con apparato motore a poppa, 4 per le
navi con apparato motore a centro nave o in zona centro poppiera.
La distanza tra le paratie deve essere, per quanto possibile, la medesima. In casi eccezionali e motivati,
gli enti di classificazione possono autorizzare un numero di paratie trasversali inferiore a quello
riportato in tab. 4 purch siano previsti ed
approvati adeguati rinforzi strutturali.
Tutte le paratie stagne trasversali devono
estendersi fino al ponte di bordo libero; nel caso la
nave abbia castello di prua lungo pi di 0,2L, la
paratia di collisione deve estendersi fino al ponte
della sovrastruttura. La paratie delimitante il
gavone di poppa pu estendersi fino al ponte o
copertino stagno immediatamente sottostante al
ponte di bordo libero, solo se detto ponte o
copertino, convenientemente al disopra del
galleggiamento di pieno carico normale.
Una o pi paratie stagne longitudinali vengono, in generale, previste per le grandi navi da carico liquido
alla rinfusa; tali paratie si estendono per tutta la lunghezza L
C
destinata al carico. Il compito di tali
paratie essenzialmente quello di minimizzare la riduzione dellaltezza metacentrica iniziale effettiva:
(GM)
corr.
= (BM)
corr.
BG = kBM a = kr-a
Riduzione r dovuta alla presenza di specchi liquidi nelle cisterne destinate al carico.
170
Le soluzioni adottate (numero di paratie e posizione) sono, in generale, quelle indicate nella tab.5.
Partecipa alla compartimentazione stagna la presenza del doppio fondo.
Laltezza del doppio fondo deve rispondere a due esigenze:
- Contribuire alla robustezza della trave nave;
- Consentire laccessibilit per ispezione e manutenzione.
Il doppio fondo , in generale, utilizzato per contenere liquidi di consumo e acqua di zavorra; per tale
ragione il doppio fondo suddiviso in spazi separati, e tale suddivisione operata longitudinalmente con
madieri stagni, di preferenza ubicati in corrispondenza delle paratie stagne, e, trasversalmente, con
paramezzali stagni.
Partecipa alla compartimentazione stagna la presenza dei ponti sottostanti il ponte delle paratie; nelle
navi con tali ponti la distanza tra gli stessi dipende dal servizio cui la nave adibita.
Compartimentazione Tagliafuoco
Il volume sottostante e sovrastante il ponte di coperta diviso in compartimenti ai fini della
sopravvivenza in caso di incendio. Nella parte sottostante il ponte di coperta, le paratie di suddivisione
antincendio coincidono con le paratie di compartimentazione stagna.
Nella stesura dei piani generali, il progettista deve preoccuparsi di definire nei suoi aspetti essenziali
la protezione passiva agli incendi; ai fini della lotta contro gli incendi occorre prioritariamente
assicurare:
- La divisione della nave in zone verticali principali delimitate da pareti aventi resistenza
meccanica e termica;
- La separazione dei locali alloggio dagli altri spazi della nave con delimitazioni aventi resistenza
meccanica e termica,
- La creazione di idonei percorsi di sfuggita e protezione degli stessi dagli incendi.
La divisione della nave in zone verticali realizzata mediante paratie (trasversali ed eventualmente
longitudinali) tagliafuoco di classe A (determinata resistenza meccanica e termica, determinato
isolamento); la suddivisione deve comportare che la lunghezza e la larghezza (valori medi) degli spazi
su ogni ponte non superino i 40 metri. Le paratie devono estendersi verticalmente da ponte a ponte e
lateralmente fino al fasciame esterno.
Per navi passeggeri, le paratie delimitanti le zone verticali principali devono essere in prosecuzione di
paratie stagne di compartimentazione. La lunghezza e la larghezza massime degli spazi su ogni ponte
pu essere portata fino a 48 metri, se ci necessario a far coincidere la paratia tagliafuoco con la
paratia stagna inferiore, stando accordi che larea della zona in questione non superari i 1600 m
2
.
171
27.5 Mezzi di sfuggita: collegamenti verticali ed orizzontali
I collegamenti verticali sono realizzati con scale, scale mobili, ascensori e montacarichi. Gli ascensori
sono presenti nelle navi per passeggeri, in talune nave per servizi speciali o da carico, mentre le scale
mobili sono presenti solo nella navi passeggeri. I collegamenti orizzontali sono realizzati da corridoi. I
collegamenti orizzontali e verticali (esclusi gli ascensori) hanno la funzione primaria di consentire, in
caso di pericolo, la sfuggita delle persone dal luogo in cui si trovano, per raggiungere altre zone (in caso
di incendio) o quello in cui sono presenti i mezzi di salvataggio (in caso di abbandono della nave).
Normativa riguardante i mezzi di sfuggita
In questa parte si far cenno agli aspetti generali della normativa riguardante i mezzi di sfuggita, con
particolare riferimento alle navi per passeggeri.
La legge pi recente che tratta dei mezzi di sfuggita, come aspetto particolare della sicurezza della
nave per passeggeri, quella della Comunit Europea attuata in Italia a mezzo del Decreto Legislativo
n45 del 4 Febbraio 2000 ed avente per titolo Attuazione della direttiva 98/18/CE relativa alle
disposizioni ed alle norme di sicurezza per le navi passeggeri adibite a viaggi nazionali; tale DL vale
anche per navi regolamentate dalla SOLAS seppur con qualche piccola variazione dettata dalla SOLAS
stesso. Lart. 3 di tale Decreto suddivide le navi da passeggeri in categoria, a seconda dei tratti di mare
in cui operano (classe A,B,C,D). Lallegato 1 al D.L. citato consta 80 pagine ed suddiviso in 3 capitoli; il
paragrafo 6 del 2 capitolo tratta proprio dei particolari costruttivi dei collegamenti di fuga, ed in
particolare fa riferimento alla disposizione ed al numero di scale, scalette e pianerottoli, nonch alle
dimensioni di questi ultimi, ed al numero di persone in base al quale tale dimensionamento va fatto; se
ne riporta il seguente estratto le scale devono avere una larghezza netta non inferiore a 900 mm, e
devono essere provviste di corrimano su ciascun lato. La larghezza netta minima delle scale deve essere
aumentata di 10 mm per ogni persona prevista in pi di 90 persone.
Lorientamento delle scale stato sempre, tranne casi particolari, quello poppa-prua (per chiglia) per
consentire il loro uso meno difficoltoso in presenza di rollio. Con il sempre pi vasto uso dei mezzi
stabilizzatori del rollio, in molte tipologie di navi (crociera, passeggeri, ro-ro), tale consuetudine
cessata, anzi, si preferisce disporre le scale secondo lorientamento trasversale (per madiere)
172
ritenendo pi gravoso il moto di beccheggio. La normativa vigente prescrive, per le navi passeggeri, che
tutte le scale dimensionate per pi di 90 persone devono essere allineate prora-poppa.
Tipologia di scale e considerazione generali
Poich le scale hanno la funzione di collegare verticalmente i diversi ponti, di fondamentale
importanza, quindi, ciascun collegamento tra due ponti adiacenti si trovi sulla stessa verticale, ci sia
per ridurre i tempi di percorrenza tra una zona di ponte e la corrispondente zona di raduno o dei mezzi
di salvataggio sia per evitare che, raggiunto un ponte, vi sia incertezza sul dove andare per completare
il percorso. Poich i cofani delle scale interrompono la continuit dei ponti, la verticalit del cofano
scale ha anche il vantaggio di minimizzare la discontinuit strutturale, oltre che facilitare la recinzione
delle scale per la protezione antincendio (fuoco, calore e fumo).
La tipologia delle scale pu essere diversa sia per orientamento (per chiglia o per madiere), sia per
tipologia (rampe sovrapposte o rampe sfalsate), sia per soluzioni (rampe dimezzate, soluzioni miste,
ecc.).
(ho omesso gli schemi. Si trovano a pag. 1137-1142 libro 4).
Prescrizione per il dimensionamento dei mezzi di sfuggita
La normativa di fianco, e di riferimento,
la SOLAS 74, ed inoltre bisogna tener
conto che:
- I percorsi di evacuazione al ponte
di imbarco possono includere un punto di
riunione;
- Levacuazione dagli spazi chiusi
entro ciascuna singola zona verticale
principale deve tenere conto di tutte le
persone che usano i cofani delle scale in
ciascuna zona anche se le persone
accedono alla scala da unaltra zona
verticale principale.
Tenendo conto di quanto enunciato, si
vanno a identificare altre a numero ed alla tipologia dei mezzi di sfuggita, anche il vero e proprio
dimensionamento, determinando, tra laltro:
- Larghezza minima netta W in mm delle scale;
- Area S dei pianerottoli;
- Rampe di scale;
- Larghezza totale delle porte di accesso;
- Alzata e pedata degli scalini;
- Ecc.
Tutto ci viene comunque dimensionato e stabilito tenendo anche un ulteriore riferimento, ovvero il
Regolamento per la protezione contro gli incendi del RINA il quale fornisce schede e tabelle si
supporto al dimensionamento ed alla scelta dei mezzi di sfuggita.
173
27.6 Gli alloggi per lequipaggio nelle navi da carico
Tutti gli spazi destinati alla vita delle persone a bordo sono detti alloggi. Tempi addietro vi era una
netta separazione tra gli alloggi degli ufficiali, ubicati a centro nave, e quelli dei non graduati; con il
passare degli anni, fino ad arrivare ai giorni nostri, concordemente con laumentare delle dimensini delle
navi, ritroviamo il raggruppamento e lo spostamento tendenzialmente verso poppa di tutto il blocco
alloggi, ovviamente fatta eccezione casi particolari dove o per impossibilit (navi LASH carico su
chiatte), o per convenienza (traghetti per trasporto veagoni), non previsto il posizionamento di tale
blocco verso poppa.
Negli ultimi decenni il numero delle persone costituenti lequipaggio si notevolmente ridotto. La
richiesta degli armatori per ridurre il numero delle persone di equipaggio e , di conseguenza, i costi di
gestione, stata pi pressante per diverse ragioni tra le quali: concorrenza del trasporto delle merci su
gomma, aumento delle retribuzioni e degli oneri sciali, carenza di personale e concorrenza tra armatori
con diverse legislazioni; tutto ci stato possibile per i seguenti motivi: ridotto impegno per la
conduzione e manutenzione dei moderni motori ed impianti, adozione e diffusione dellautomazione
dellapparato motore, uso di sistemi autolubrificanti, manovre automatizzate, ecc.
Il numero dei componenti dellequipaggio, che costituisce la tabella di armamento della nave, un dato
di progetto fornito dallarmatore; esso dipende dalla tipologia e dalla grandezza della nave, dalle
esigenze dellapparato motore e dei macchinari ausiliari della nave, e dalla navigazione cui abilitata la
nave. La tabella di armamento necessaria ai fini di prevedere numero, tipologia e dimensioni degli
alloggi.
Come gi anticipato, gli alloggi comprendono tutti gli spazi che sono finalizzati alle diverse esigenze
della vita a bordo, quali; cabine, studi-salotto, segreterie, mense, cucine, locali svago, infermerie, locali
igienici, lavanderia, ecc. Nel blocco alloggi trovano ubicazione anche la plancia di comando, la sala
nautica, la stazione R.T, ecc. Sulle caratteristiche e requisiti minimi degli alloggi si gi fatto cenno nei
precedenti capitoli, si riportano comunque di seguito, ad integrazione di quanto gi esposto,
considerazioni su cabine ed ulteriori cenni su ulteriori locali facenti parte degli alloggi, tenendo
presente che da regolamento, per tutti gli alloggi, laltezza dello spazio libero non deve essere inferiore
a 1,98 m (6 piedi e 6 pollici).
Le cabine sono gli spazi ad uso privato per una o pi persone; nelle grandi navi si tende a dare ad
ogni persona di equipaggio una propria cabina, mentre nelle piccole navi le cabine singole sono
solo per i pi alti di grado. Lubicazione delle cabine, la tipologia e la disposizione del mobilio
dovranno essere studiati in modo da garantire: comfort e benessere, funzionalit, buona
illuminazione naturale, facilit di pulizia e di mantenimento in ordine.
Per quanto riguarda la forma delle cabine (ed in generale di tutti i locali destinati agli alloggi),
oltre ad evitare le pareti curve, occorre evitare forme rettangolari a forte allungamento (per
scomodit dellambiente) e forme quadre (riducono il perimetro delle pareti), pertanto si
predilige adottare una forma a pianta rettangolare prossima ad un foglio A4 (rapporto lati
1.42).
Locale studio-salotto, previsto solo nelle grandi navi, e predisposto adiacente alla cabina notte
degli ufficiali pi alti di grado. Nelle nevi di media grandezza, tale locale presente solo nelle
cabine del comandante e del direttore di macchina. Nelle navi di piccole dimensioni, una parte
della cabina del comandante e del direttore di macchina destinata a solotto-studio.
174
Le segreterie, sono presenti a bordo di ogni nave con stazza superiore alle 3000 ton, ed in
particolare si articolano in due locali: uno per servizio di coperta ed uno di macchina, entrambi
ad uso ufficio ed arredati tali.
Le mense sono distinte per gli ufficiali e per il restante personale, entrambe dimensionate per
un numero di posti non inferiore a quello della met delle persone che devono servirsene.
La cucina deve essere molto vicina alle mense ed adiacente alla cambusa; di solito ubicata sullo
stesso ponte delle mense, ponte immediatamente superiore a quello della canbusa.
La cambusa obbligatoria per navi che effettuano navigazione superiore alle 24 ore; essa deve
essere ubicata in modo da: poter essere rifornita dallesterno agevolmente e con il minimo
percorso, ed essere nelle adiacenze della cucina per evitare trasferimenti non brevi di prodotti
che possono sporcare o emettere odori o essere pesanti.
Linfermeria obbligatoria per tutte le navi con equipaggio costituito da 15 o pi persone e che
effettui traversate della durata di pi di 3 giorni. Il numero di posti letto stabilito dalla
Autorit Marittima in relazione al numero di persone di equipaggio ed alla durata dei viaggi.
I locali per il tempo libero sono salette dove gli ufficiali e gli altri componenti dellequipaggio
possono trascorrere il proprio tempo libero. Quando lo spazio ridotto non consente di avere
salette, le mense dovranno essere dimensionate ed arredate anche per svolgere tale funzione.
Una volta definiti tutti i locali costituenti gli alloggi (determinandone il numero), il progettista potr
procedere a valutare, per ciascuno di essi, larea che, oltre a rispettare i valori minimi indicati dalla
normativa vigente, terr conto della tipologia della nave e delle richieste dellarmatore. Fatta questa
stima, il progettista collocher i locali tra i diversi ponti avendo cura di realizzare quanto segue:
- Locali con funzioni analoghe devono essere sullo stesso ponte e , se non possibile, su ponti
immediatamente adiacenti;
- Assegnare alle cabine del personale pi alto in grado un ponte pi alto rispetto a quello da
destinare al personale di grado inferiore;
- Fare in modo che la superficie totale di ogni ponte sia uguale o decrescente dal ponte pi basso
a quello pi alto (ci migliora la robustezza della sovrastruttura ed evita pareti molto alte a
piombo sul mare).
175
27.7 Esempio di sistemazioni nel blocco alloggi di una nave da carico
176
Ovviamente un estratto della tabella C, che completa, descrive tutte le cabine del blocco alloggi, al
fine di stimare in maniera precisa le superfici occorrenti per disporre il blocco alloggi.
Il blocco alloggi dovr, necessariamente essere ubicato entro determinati limiti:
- Longitudinalmente tra le 2 paratie delineanti il compartimento apparato motore;
- Trasversalmente deve essere tale da consentire ampio passaggio.
177
Dopodich tenendo conto anche di ulteriori limitazioni (esempio superficie cofano motore) si determina
la superficie utile (per ponte) per la sistemazione alloggi; stabilito poi il numero di ponti, si calcola la
superficie utile totale addizionando quella dei vari ponti, ed a seconda che questultima risulti maggiore
o minore di quella stimata con le suddette tabelle e procedimenti, il progettista adotta determinati
accorgimenti (per esempio fa 2 ponti non decrescenti e di stessa superficie nel caso in cui si debba
recuperare superficie, mentre restringe un ponte creando la classica struttura decrescente nel caso in
cui ha a disposizione superfici in esubero).
27.7 Esempio di sistemazioni nel blocco alloggi di una nave da carico
Gli alloggi per il personale di bordo di navi adibite a servizi speciali possono essere molto diversi per
numero e funzioni, a seconda del particolare servizio espletato dalla neve e del numero delle persone
imbarcate. La realizzazione degli alloggi si presenta pi difficile per le navi molto piccole e con
sovrastrutture di limitata estensione. Non possibile passare in rassegna il vasto insieme di tipologie di
navi per servizi speciali, per cui, si far solo qualche cenno a poche tipologie.
Un rimorchiatore oceanico ha un equipaggio costituito da un numero non piccolo di persone, le quali
possono dover trascorrere a bordo anche alcune settimane. Gli alloggi, stante al limitato spazio
disponibile, devono privilegiare le funzioni pi importanti, pertanto, il progettista dovr dare priorit
alle cabine per assicurare un riposo soddisfacente, riducendo il numero dei locali ad uso collettivo e le
loro dimensioni.
Per i pescherecci,si deve tener conto che, gran parte del ponte di coperta, a poppa, dedicata a quanto
necessario per lespletamento del servizio, ed il volume sottostante il ponte di coperta dedicato
allapparato motore ed alla stiva refrigerata. Inoltre, a seconda del tipo di pesca, la missione pu
durare un tempo molto limitato o molto esteso; i primi hanno equipaggi di pochissime unit, gli altri
costituiti da un numero maggiore. A seconda delle persone imbarcate e del tipo e durata della missione
gli alloggi sono molto diversi.
Per quanto riguarda le imbarcazioni da diporto, bisogna considerare che, da un punto di vista giuridico
quelle con meno di 12 persone non sono navi passeggeri. Stante la funzioni di queste navi, gran parte del
volume destinato ad uso delle persone imbarcate. Le unit minori, e con limitata autonomia, non hanno
equipaggio, essendo affidata la conduzione a persona patentata non iscritta tra la gente di mare. Nelle
unit medie e maggiori, la conduzione della nave affidata a professionisti e molto probabilmente c la
presenza di equipaggi, pertanto verranno previsti alloggi a disposizione di tale personale.
27.8 Sistemazioni per passeggeri
Tutte le navi che trasportano pi di 12 persone, non facenti parti dellequipaggio o del personale che
svolge funzioni connesse con il servizio della nave, sono definite navi per passeggeri. Pertanto, le navi
per passeggeri possono essere di dimensioni e caratteristiche molto diverse a seconda del numero dei
passeggeri e della durata del viaggio. Fino alla prima met del 900 le sistemazioni per i passeggeri erano
divise in classi, tale suddivisione non solo riguardava la sistemazione in suite, cabine, cameroni o
dormitori, ma anche luso differenziato di spazi destinati a feste, ristoranti, soggiorni, ecc.
Successivamente, la suddivisione in classi scomparsa del tutto, rimanendo solo, ovviamente, una
differenza di prezzo per le cabine a seconda della loro ubicazione e del grado di comfort delle stesse.
178
Nelle unit moderne, quindi, per quanto riguarda la sistemazione dei passeggeri, sono divise in tre
gruppi: navi per viaggi molto brevi (navigazione diurna e serale), navi per viaggi notturni (ed anche
diurni), e navi da crociera.
Sistemazione passeggeri su navi per viaggi molto brevi
Le navi da passeggeri per viaggi molto brevi sono traghetti adibiti a traffico locale o a collegamenti
veloci su distanze maggiori; la durata del viaggio varia da alcune decine di minuti a qualche ora. Stante
la brevit del viaggio e gli orari di partenza e di arrivo, queste navi non sono dotate di cabine per i
passeggeri, ma solo di posti a sedere (poltrone) e di un servizio bar. Operano in questo segmento di
mercato sia navi non convenzionali quali aliscafi, catamarani veloci, SES, monocarene veloci, ecc., sia
navi dislocanti. Molto spesso tali navi possono trasportare anche veicoli ferroviari o gommati, in questi
casi, di solito, il ponte inferiore (ponte di imbarco) completamente destinato a garage, mentre il ponte
principale destinato a saloni per i passeggeri; il ponte superiore ha un ampia area scoperta ed un
ridotto numero di alloggi per lequipaggio.
Sistemazione passeggeri su navi per viaggi con navigazione notturna
Le navi passeggeri per viaggi brevi con navigazione notturna sono quelle impiagate su rotte di
collegamento tra la terraferma e grandi isole, o tra porti di paesi diversi ed adibite, di norma, al
trasporto di veicoli gommati e passeggeri. Le sistemazioni per i passeggeri sono finalizzati al riposo
notturno, al vitto ed a brevi attivit ricreative; pertanto, esse prevedono, di norma, diverse soluzioni
per la notte (cabine e poltrone reclinabili) e servizi comuni, quali soggiorno-bar, ristorante, sala lettura,
cinema, sala gioco, ecc. In tali navi importante adottare soluzioni idonee ad assicurare il rapido
imbarco e sbarco dei passeggeri e concentrare su di un unico ponte gli spazi comuni, in modo che sia pi
agevole per i passeggeri orientarsi ed usufruire degli stessi spazio.
Sistemazione passeggeri ed equipaggio nelle navi da crociera
Le navi da crociera possono essere di tipologia molto diversa a seconda della navigazione, della durata,
del livello di comfort, del numero di persone trasportabili,ecc. Limitando il discorso alle sole navi
marittime, la tendenza nellultimo decennio quella di avere navi di grandi dimensioni, per un elevato
numero di passeggeri e ad elevato comfort. Come gi detto, la suddivisione della nave in classi non
esiste pi, ma vi , ovviamente, una offerta di cabine di diversa tipologia, grado di comfort, ecc.
179
Capitolo 28 IL PIANO DELLE CAPACITA
Il piano delle capacit una tavola che permette di individuare tutti i compartimenti destinati al carico
e di fornire, in tabelle , tutti gli elementi relativi a tali carichi che possono essere utili nella
progettazione e nellesercizio della nave. Il piano delle capacit deve essere elaborato anche se in via
non definitiva, durante la stesura del progetto per il contratto(stabilit a nave integra).
Il piano delle capacit riportata la sezione longitudinale e le necessarie sezioni orizzontali e trasversali
atte a presentare la estensione, la forma e lubicazione di tutti gli spazi destinati ai carichi.
La stessa tavola riporta per ciascuno spazio, di norma, in una o pi tabelle, i seguenti elementi:
Numero di posizione;
Indicazione sulla posizione trasversale, se non centrale(sx, dx);
Individuazione sul longitudinale;
Denominazione;
Destinazione duso;
Volume;
Coordinata verticale del baricentro;
Coordinata longitudinale del baricentro;
Free surface momentum(fondamentale per il calcolo di GZeff);
Le indicazioni riportate nel piano delle capacit, consentono al progettista di avere a disposizione
tutti gli elementi per la determinazione della distribuzione dei pesi, delle immersioni, dellassetto
della nave nelle diverse condizioni di carico.
di fondamentale importanza per redigere il fascicolo Istruzioni al comandante , elaborato nel
rispetto della SOLAS, consistente nella presentazione di :
I risultati dei calcoli degli elementi geometrici delle carene dritte;
Calcoli degli elementi geometrici delle carene inclinate;
I dati relativi alle diverse condizioni di carico;
Diagramma di stabilit per ciascuna condizione di carico esaminata ed i valori degli indici di
stabilit calcolati, confrontati con quelli imposti dalla normativa;
La verifica del criterio meteorologico per ciascuna condizione di carico.
ESEMPIO
Ref Ht
(cm.)
Load
(%)
Volume
(m
3
)
Weight
(MT)
Lcg
(m)
Tcg
(m)
Vcg
(m)
Fsm
(m-MT)
0.00% 0.00 0.00
25.1 10.00% 11.70 10.06 123.194f 2.207p 0.141 121.48
43.3 20.00% 23.40 20.13 123.229f 2.520p 0.243 182.82
59.7 30.00% 35.10 30.19 123.250f 2.733p 0.334 237.39
74.9 40.00% 46.81 40.25 123.264f 2.900p 0.419 288.09
89.2 50.00% 58.51 50.32 123.275f 3.039p 0.499 319.93
103.4 60.00% 70.21 60.38 123.285f 3.140p 0.577 319.93
117.5 70.00% 81.91 70.44 123.293f 3.211p 0.652 319.93
131.7 80.00% 93.61 80.51 123.299f 3.265p 0.727 319.93
145.8 90.00% 105.31 90.57 123.303f 3.306p 0.800 319.93
100.00% 117.01 100.63 123.306f 3.340p 0.873
180
Capitolo 29 LAPPARATO ELETTRICO DI BORDO
29.1 Introduzione
Lenergia elettrica a bordo fu impiegata verso la fine dell1800 e si diffuse rapidamente per la sua
flessibilit. Fino al 1950 si impieg la corrente continua per i seguenti vantaggi rispetto allalternata:
- Il parallelo tra gli alternatori non era difficile da realizzare (con lalternata bisogna mettere in
fase i due alternatori);
- Minore difficolt di azionamento delle utenze con forti variazioni di coppia e/o velocit (il
motore asincrono presenta strettissimi margini di variazione);
- Quadri elettrici pi semplici.
Poi fu soppiantata dalla corrente alternata, il cui utilizzo fu possibile grazie al progresso tecnologico.
Essa viene preferita alla continua per vari motivi:
- Maggiore semplicit degli alternatori rispetto alle dinamo;
- Maggiore semplicit di manutenzione degli alternatori rispetto alle dinamo;
- Ridotto dimensionamento degli interruttori, essendo pi bassi i valori di corrente di corto
circuito degli alternatori rispetto alle dinamo;
- Minore costo, peso ed ingombro dei motori asincroni.
- Possibilit di ridurre la tensione, secondo le esigenze dellutenza, con trasformatori statici;
- Possibilit di inserire direttamente un gran numero di motori senza lutilizzo di ingombranti e
costosi reostati;
- Possibilit di collegarsi alla rete di terra quando la nave ferma.
Con laumentare del numero e delle potenze delle utenze elettriche di bordo (maggior coefficiente di
elettrificazione), aumentava lincidenza del peso e del costo dellimpianto elettrico rispetto a quelli
della nave e quindi lutilizzo della corrente alternata costituiva un enorme vantaggio.
Le differenze con un impianto di terra sono molteplici:
- La nave un sistema mobile, in ferro, soggetta a moti oscillatori. Ci comporta che limpianto
sottoposto sollecitazioni meccaniche e vibrazioni. Gli spazi spesso sono angusti e le temperature
elevate, c umidit (anche fino al 100%), vapori dolio e salsedine. E un sistema isolato ed ha
limitate risorse umane in caso di guasti per la riparazione e la manutenzione;
- Gli spazi per la sistemazione dellimpianto elettrico sono limitati, ci influenza le scelte del
numero e della taglia dei generatori (vincolo quasi inesistente sulla terraferma);
- Vi sono utenze (motori) con potenza molto elevata; la messa in funzione di questi ultimi provoca
delle fluttuazioni di tensione e di frequenza;
- Le linee elettriche di bordo sono abbastanza corte, quindi, in caso di guasto le correnti di corto
circuito sono molto elevate.
181
Le macchine di produzione ed utilizzazione di energia elettrica a bordo delle navi devono quindi essere
capaci di lavorare senza problemi in questo ambiente ostile, resistere alla corrosione ed allumidit,
essere sicuri ed affidabili, di facile montaggio e smontaggio ecc. Il costo (in senso lato, anche
lingombro rientra in questo) deve essere contenuto e bisogna sempre scegliere la soluzione che
comporta il maggior rapporto affidabilit/costo. Parimenti importante minimizzare il numero di pezzi
di rispetto e le operazioni di manutenzione per non aumentare il numero di persone dellequipaggio.
Il sistema elettrico navale si divide in tre sottosistemi:
- Produzione: 1 o pi centrali con relativi quadri;
- Distribuzione: rete primaria di collegamento tra i quadri principali e le sottostazioni; reti
secondarie di distribuzione agli utenti forza e luce; rete terziaria di comando, controllo e
regolazione;
- Utilizzazione: motori, apparecchi, strumenti, punti luce ecc.
Inoltre bisogna assicurare un funzionamento ordinario, uno ridotto (per evitare danni ai componenti)
ed uno di emergenza (per evitare pericoli alla nave ed alle persone).
La progettazione del sistema elettrico a bordo non compito del progettista navale, ma questi deve
possedere conoscenze tali da operare scelte che non influiscano negativamente sul pi vasto sistema
nave.
29.2 Centrali Elettriche
A bordo di ogni nave deve essere installata una o pi fonti di energia principali, ed una di emergenza.
Quella principali necessarie ad alimentare tutti i servizi ausiliari necessari per mantenere la nave in
condizioni ordinarie di funzionamento, di abitabilit e di conservazione del carico. Deve essere
costituita da almeno due gruppi generatori, ognuno di potenza tale che, nel caso in cui uno qualsiasi dei
due gruppi venga arrestato, sia ancora possibile alimentare i servizi necessari per assicurare le
condizioni ordinarie di propulsione e sicurezza (organi di governo, pompe per eliche a pale orientabili,
trattamento combustibile ecc.), le minime condizioni di abitabilit (riscaldamento, refrigerazione,
ventilazione, cucina ecc.) e la conservazione del carico. Generalmente le navi da carico hanno un solo
locale apparato motore ed in questo ubicata lunica centrale elettrica di servizio, con almeno due
gruppi elettrogeneratori ed il quadro elettrico. Nel caso di pi centrali elettrica i quadri sono collegati
tra di loro ed il carico pu essere parzializzato. Le centrali di emergenza devono produrre energia
elettrica, in caso di avaria delle centrali principali, in grado di alimentare gli utenti vitali di bordo. Per
tutte le navi mercantili con stazza lorda non inferiore a 500 tonnellate e per tutte le navi passeggeri
abilitate a navigazioni internazionali, i Registri impongono la presenza di una fonte autonoma di energia
elettrica di emergenza, denominata centrale di emergenza, indipendente da quella principale.
182
29.3 Cenni su potenza, tensione e frequenza elettrica a bordo delle navi
La potenza nominale complessiva di bordo deve essere scelta valutando la potenza di tutte le utenze,
tenendo conto dei vari rendimenti dal generatore fino alle utenze, il tutto nelle condizioni pi gravose,
quindi anche con un diesel generatore fuori uso. Nel caso di pi diesel-generatori, ad ognuno richiesto
in tutte le condizioni operative una potenza prossima all80% di quella nominale per avere alti
rendimenti e basse emissioni inquinanti. E buona norma installare una potenza maggiore di quella
valutata per far fronte ad eventuali nuove utenze che possono essere installate durante la vita nave.
Laumento della tensione comporta:
- Minore corrente (anche di corto circuito) a parit di potenza, quindi minori sezioni dei
conduttori e minori perdite per effetto Joule;
- Cadute di tensione pi basse;
- Minore utilizzazione dei motori asincroni (la coppia di spunto proporzionale al quadrato della
tensione);
- Maggiore stabilit della trasmissione.
Per contro, bisogna aumentare lisolamento dellimpianto perch tensioni pi alte sono pi pericolose, il
che comporta un costo maggiore. I valori maggiori della tensioni si hanno per le utenze di potenza
maggiore, come i motori. I registri di classificazione fissano i valori della tensione massima per le varie
utenze.
Le frequenze pi utilizzate a bordo sono 50 e 60 Hz con netta prevalenza della seconda gi dopo il
1950. Questo perch molte navi sono state ricostruite dopo la Seconda Guerra Mondiale con forniture
USA. Utilizzare una frequenza maggiore, comunque, comporta come vantaggi una maggiore impedenza
dei cavi (quindi limitazione della corrente di corto circuito), generatori e motori pi veloci,
riduzione del peso e dellingombro delle macchine elettriche.
29.4 Cenni sui generatori di elettricit
Le fonti di energia elettrica principale sono costituite da diesel-generatori (diesel + generatore
sincrono) , turbo-generatori (turbina + riduttore + generatore sincrono) e generatori dasse,
mentre quelle di emergenze sono o diesel-generatori o batterie di accumulatori. Lutilizzo della
turbina, sebbene presenti un consumo specifico pi elevato ed una minore prontezza di intervento,
presenta come vantaggi la riduzione di peso, ingombro, vibrazioni, manutenzione, riesce a fornire
una sovrapotenza pari al 10% di quella nominale per un tempo illimitato (il diesel per 2 ore), e
pari al 20% per 2 ore (il diesel non lo permette). La generazione asse sfrutta la rotazione dellasse
dellelica per mettere in movimento un alternatore. Si sfrutta in questo modo lo stesso combustibile del
motore anche per la produzione di energia elettrica (anche se in parte). Il limite di questo sistema
che pu funzionare solo con la nave in movimento, quindi lutilizzo confinato a quelle navi che navigano
molto. Inoltre anche con nave in navigazione si possono avere regimi di rotazione non costanti a causa
dei moti nave, per cui vengono utilizzati degli inverter per gestire le oscillazioni di frequenza e
tensione. La scelta della generazione asse influenzata da altri fattori:
183
- Il motore di propulsione deve avere una potenza maggiore;
- Il costo della trasmissione meccanica tra asse elica ed alternatore;
- Il costo dellapparato di conversione della frequenza;
- Minore costo del combustibile;
- Minore consumo di lubrificante;
- Minore rumorosit e vibrazioni;
- Minor ingombro;
- Maggiore sicurezza in navigazione.
Le pile trovano impiego nellalimentazione di utenze a bassa potenza (orologi, avvisatori, strumenti di
misura), mentre gli accumulatori sono utilizzati nellalimentazione di utenti a pi elevato assorbimento
che richiedono energia indipendente da quella fornita dagli elettrogeni (illuminazione di emergenza,
allarmi importanti, avviamento gruppi elettrogeni ecc.). Gli accumulatori pi utilizzati sono quelli alcalini
o quelli al litio e possono essere a scarica normale o a scarica rapida a seconda che devono fornire
correnti medio-basse per tempi maggiori (illuminazione demergenza) o alte correnti per poco tempo
(avviamento elettrogeni).
29.4 Centrale elettrica di emergenza
E composta da uno o pi elettrogeneratori e da una batteria di accumulatori. I primi devono essere
capaci di avviarsi in maniera autonoma, di solito immagazzinando aria compressa. Deve essere ubicata a
poppavia della paratia di collisione, fuori dal compartimento apparato motore e sopra il ponte delle
paratie stagne per evitare che un incidente metta fuori uso entrambe le centrali. Lautonomia della
centrale di emergenza deve essere di 3 ore per navi da carico di stazza lorda inferiore alle 5000
t, 6 ore per quelle di stazza superiore e 36 ore per le navi passeggeri. Inoltre, deve alimentare
illuminazione di emergenza, organi di governo e manovra, pompe antincendio, manovra porte
stagne, chiusure porte tagliafuoco, radiocomunicazioni ecc. In condizioni normali la rete di
emergenza alimentata dalla centrale principale ed in caso di emergenza viene cambiata
automaticamente lalimentazione, con uninterruzione totale di energia elettrica per un tempo variabile
tra 10 e 45 s.
184
29.5 Stima della potenza elettrica da installare a bordo, numero di generatori
e collocazione
La potenza totale data da:
=
Ui i TOT
P Kn P
in cui P
Ui
la potenza delli-esima utenza e Kn
i
il coefficiente medio di utilizzazione, ricavato da dati
sperimentali o calcolato come prodotto del coefficiente di utilizzazione istantanea per il coefficiente
di intermittenza. Il primo dato dal rapporto tra la potenza media resa dallutente e la potenza
nominale dello stesso utente:
i n
i r m
P
P
ist utilizz coeff
.
. .
. . =
Il secondo, invece, dato dal rapporto tra il numero di ore N di funzionamento dellutente ed il numero
di ore in un giorno:
24
. int .
N
coeff =
Sostituendo:
=
Ui
i n
i r m
TOT
P
N
P
P
P
24
.
. .
Tale potenza va maggiorata per tener conto delle perdite ed ancora di un 10-20% per eventuali ulteriori
utenze che possono essere installate successivamente.
Per quanto riguarda il numero, conveniente adottare pi generatori, magari con potenze diverse, ma
aumentano poi i pesi, i costi e gli ingombri. E bene installare generatori per quanto possibile identici tra
loro e fissarne il numero, magari eccedendo nella potenza e riducendone il numero. Lesperienza
consiglia 2, 3 o 4 generatori rispettivamente per potenze assorbite fino a 500, 1500 o piu kW. In
condizioni normali, i generatori vengono utilizzati a rotazione in modo che il numero di ore di
funzionamento sia uguale. La loro collocazione dipende dal tipo di nave e dai criteri di sicurezza e di
servizio. Nelle navi da carico si ha ununica centrale principale ubicata nel compartimento apparato
motore per motivi di economia di spazio e di comodit di esercizio. Nelle navi passeggeri di stazza lorda
superiore alle 25000 tonnellate di stazza lorda, obbligatorio distribuire i gruppi elettrogeni in due
centrali autonome, collocando in una delle due il controllo generale dellimpianto.
La potenza dellapparato di produzione dellelettricit viene espressa in kVA perch la potenza
effettivamente assorbita P dal circuito a corrente alternata legata al voltaggio ed allamperaggio
tramite il fattore di potenza:
185
cos VI P =
Nella prima fase di progetto bene stimare, in maniera grossolana ovviamente, la potenza elettrica da
installare a bordo, valutandola con formule sperimentali ottenute come linea di tendenza dei dati di navi
similari.
Mentre per quasi tutte le navi la potenza elettrica a bordo aumenta in maniera regolare con la portata
lorda, non sempre cosi per i rimorchiatori e per altri tipi di navi speciali come le antincendio. A
seconda del profilo di missione, possibile, infatti, tracciare pi rette di regressione. Per i
rimorchiatori, inoltre, laliquota propulsiva della potenza elettrica un bel po maggiore, in quanto essi
necessitano di coppie elevate a basso numero di giri per trainare e quindi utilizzano motori elettrici per
la propulsione.
29.6 Classificazione delle utenze
Lelenco preciso si avr solo durante il progetto esecutivo e deve essere concluso prima delle prove in
mare. Le diverse utenze vengono raggruppate in base ai diversi servizi di bordo e per ognuna di esse
vengono indicati: numero totale delle macchine utilizzatrici, la potenza resa ed assorbita unitaria e
totale ed il fattore di esercizio. La tabella seguente mostra una classificazione dei carichi:
Nel caso di propulsione elettrica, se c un impianto elettrico dedicato completamente alla propulsione,
questo sar detto principale e gli altri ausiliari.
186
29.7 Bilancio Elettrico
E un documento, sotto forma di tabella, che fornisce le informazioni relative alla potenza assorbita da
ciascun utente nelle diverse condizioni di esercizio della nave. Viene eseguito sommariamente alla fine
del progetto di contratto ed in maniera dettagliata durante il progetto esecutivo. Ogni riga destinata
ad unutenza e pi righe possono essere raggruppate per sezioni, ognuna destinata ad un servizio. Le
colonne sono suddivise in pi gruppi; uno per la descrizione dellutente, altri per lassorbimento di
energia per ogni particolare condizione di esercizio (nave in porto durante le operazioni di carico o
scarico, nave in manovra, navigazione ai tropici, allequatore, in climi invernali ecc. variano a
seconda del tipo di nave). Ovviamente si vanno a trascurare le condizioni che possono essere comprese
in altre pi gravose (la zavorra meno onerosa del pieno carico). Tra la navigazione diurna e quella
notturna si assume la seconda che spesso quella pi onerosa per la maggiore utilizzazione del circuito
di illuminazione. Nel primo gruppo di colonne sono indicate le caratteristiche delle utenze (un
progressivo, la denominazione dellutente, il numero di unit installate, la potenza in uscita da ogni
singola unit, il rendimento, la massima potenza elettrica) mentre in ogni gruppo successivo, destinato
ad una particolare condizione di esercizio, sono riportate il numero di unit in funzione, il fattore di
servizio e la potenza assorbita dalle utenze (P
ASS
= qf
S
P
MAX
).
Il fattore di servizio costituito da due componenti: la componente di carico, ovvero il rapporto tra
la potenza assorbita nella condizione in cui opera lutente (carico elettrico reale) P
0
e la massima
potenza che pu assorbire (carico elettrico massimo) P
MAX
; la componente di ciclo, ovvero il rapporto
tra il tempo in cui lutente lavora rispetto al tempo totale, cio 24 ore. Il fattore di servizio dunque
dato da:
24
max
0
N
P
P
f
S
=
La scelta dei fattori di servizio data dallesperienza da navi similari con caratteristiche di
allestimento simili.
Dal bilancio elettrico si ricava una tabella riepilogativa in cui si riportano le somme parziali per ogni
sezione (servizio) e la somma totale che da, in definitiva, la potenza elettrica totale, che andr poi
maggiorata per i motivi detti in precedenza.
f