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RIASSUNTO ODISSEO E CALIPSO

Ogigia è un’isola descritta da Omero come un luogo paradisiaco. L’isola è abitata dalla bellissima ninfa
Calipso, figlia di Atlante e di Teti, che vive in una grotta, Calipso trascorre le sue giornate a tessere e a
filare in compagnia di altre ninfe sue schiave. Ulisse giunge sull’isola dopo essere scampato a Scilla e
Cariddi e dopo l’episodio dei buoi sacri al dio Sole: ben presto Calipso si innamora di Odisseo e vorrebbe
tenerlo per sempre con sé, offrendogli come ricompensa l’eterna giovinezza e l’immortalità.Tuttavia
Ulisse non si lascia sedurre dalle lusinghe di Calipso, anzi piange e si dispera perchè non vorrebbe restare
prigioniero a Ogigia ma tornare a Itaca dove ad attenderlo ci sono la moglie Penelope e il figlio Telemaco.
Le lacrime dell’eroe vengono prese in considerazione dalla dea Atena, che chiede a Zeus di intervenire, il
quale decide di mandare Ermes, il messaggero degli dèi, per ordinare alla ninfa Calipso di liberare Ulisse.

Calipso, non può far altro che rispettare l’ordine degli dei: va perciò sulla riva del mare dove incontra
Ulisse e gli fornisce le provviste per il viaggio e li legname per costruirsi un’imbarcazione. Odisseo,
finalmente libero, può così riprendere il viaggio verso Itaca.

ODISSEO E NAUSICAA
Odisseo dopo 17 giorni di navigazione venne fatto naufragare dalla tempesta generata da Poseidone e
approdò sull'isola dei Feaci dove regna il re Alcinoo la moglie Arete e la figlia Nausicaa. Atena assume le
sembianze di un'amica Nausicaa che le consiglia di lavare le vesti al fiume, favorendo così l'incontro con
Odisseo. Quando Nausicaa e le ancelle arrivarono al fiume lavarono i panni e li misero ad asciugare. Una
volta finito il loro lavoro, iniziano a giocare a palla. Anche questa volta intervenne Atena che fece cadere
la palla nel fiume, provocando l'urlo delle ancelle che svegliò Odisseo. Quest'ultimo sbucò dagli arbusti
coprendosi con un ramo le vergogne di uomo. Quando le ancelle lo avvistarono scapparono impaurite
dall'aspetto rozzo di Odisseo; solo Nausicaa, incoraggiata dalle parole di Atena, restò ad ascoltare il
parlare di Odisseo. Odisseo Fece un discorso accorto dove paragonava la giovane Nausicaa ad una dea. In
questo modo di se riesce ad attirare l'attenzione della fanciulla. Odisseo continua il suo discorso e le
chiese dei panni per coprirsi , quindi, Nausicaa lo manda alla fortezza del padre nella quale regna la legge
dell'ospitalità secondo la quale lo straniero deve essere accolto e provvisto di quanto richiede.

NELL’ANTRO DI POLIFEMO
Odisseo giunto sulla terra dei Ciclopi, ordina a parte dell’equipaggio di rimanere sulle navi, mentre lui e
altri compagni si inoltrano nell’isola. L’uomo porta con sé un otre, donatogli da Marone, contenente vino
molto forte, per presentimento che sull’isola avrebbe trovato gente incivile. Entrati nella grotta, mentre il
ciclope Polifemo pascola le greggi, l’equipaggio guarda stupito le scorte di cibo, che propone di prendere
e scappare, ma Odisseo decise di rimanere per osservare il gigante. Dopo che gli uomini hanno sacrificato
agli dei, Polifemo rientra nella grotta e ne blocca l’entrata con un masso. Il Ciclope si accorge degli uomini
e si informa sulla loro identità; Odisseo risponde e gli chiede ospitalità, ma Polifemo che non aderisce ai
costumi umani e non teme gli dei, divora due compagni e si mette a dormire. Odisseo pensa di ucciderlo,
ma si rende conto che il masso all’entrata impedirebbe la fuga; escogita allora un piano: dopo che
Polifemo è uscito per pascolare le greggi e rientrato, gli offre il vino che aveva con sé, sino a quando il
ciclope, dopo essersi inebriato, gli promette che lo mangerà per ultimo e gli chiede il nome; l’eroe
risponde di essere “Nessuno”. Dopo che Polifemo si addormenta, gli achei prendono un ramo d’ulivo
arroventato e lo conficcano nell’occhio del mostro, accecandolo. Polifemo, urlando che “Nessuno l‘ha
accecato”, chiede aiuto agli ignari compagni che lo invitano a pregare il padre Poseidone. All’alba Odisseo
lega i compagni al ventre delle pecore, che il ciclope palpa solo sul dorso, prima di farle uscire. L’eroe,
aggrappato al dorso di un montone, esce per ultimo e slega i compagni, che velocemente si raggiungono
le navi. Una volta in mare l’eroe urla a Polifemo che il suo vero nome è Odisseo e Polifemo, dopo aver
scagliato un masso, maledice l’uomo e chiede a Poseidone di ostacolargli il ritorno in patria.

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