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Nausicaa

Dopo essere stato scaraventato da una tempesta lanciata da Poseidone sulle rive dell’isola dei Feaci,
Odisseo fa la conoscenza della bella Nausicaa, la figlia di Alcino, che rappresenta il perfetto
modello ideale di fanciulla greco.
Dopo che la dea Atena è apparsa in sogno alla ragazza per dirle di andare al fiume e lavare i vestiti
dei suoi familiari, ella e le sue ancelle vi si recano e iniziano a giocare a palla, a quel punto di nuovo
la dea incombe sul destino di Ulisse lanciando la palla in acqua, cosicché il naufrago si sveglia al
grido delle fanciulle e le raggiunge. Egli si presenta a loro seminudo e ricoperto di salsedine, perciò
la sua figura spaventa terribilmente le serve della principessa e scappano, al contrario la donna si
mostra coraggiosa e gli va in contro.
Questo momento rappresenta a pieno la sua caratterizzazione psicologica poiché, oltre ad essere
scaltra ed impavida, è anche molto generosa e ospitale nei confronti del sopravvissuto: infatti
esprime il concetto di ospitalità quando ribadisce che è giusto che chi ha bisogno ricevi ciò che
necessita. Quando invece ordina alle sue serve di lavare, vestire e cibare Odisseo mostra una grande
premura e attenzione, quasi in maniera materna.
Incarna l’esempio perfetto di fanciulla, oltre che per il suo ruolo sociale, anche per la sua bellezza.
La accompagnano spesso epiteti come “bei riccioli” e “occhi belli”, tuttavia la descrizione fisica
migliore che emerge dal testo è la stessa fatta da Ulisse nel suo discorso. Egli è addirittura in dubbio
se ella sia una dea o una mortale, dato il suo fascino, e afferma che, in tal caso fosse una divinità,
sarebbe sicuramente la bellissima Artemide, figlia del dio dei cieli e della terra Zeus. Se al contrario
fosse una mortale, la paragona al bocciolo di un fiore e dice che sono beati il suo futuro sposo, i
suoi genitori e i suoi fratelli.
Alla luce di tutte queste sue caratteristiche si può delineare come la perfetta fanciulla greca,
soprattutto per il suo comportamento verso l’astuto uomo.

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