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Trovarono a valle la casa di Circe, fatta di pietra.

Attorno all’abitazione c’erano leoni e lupi che Circe

placò dandoli dei farmaci.

Gli animali si calmarono e andarono a coccolare gli ospiti come cani col padrone.

Entrarono in casa e si fermarono nell’atrio, sentirono cantare Circe mentre filava.

Parlò Politè che era il miglior amico di Odisseo e il più intelligente: disse di cominciare a chiamare la donna
che cantava.

Circe, bellissima, uscì dalla stanza e invitò i compagni a sedersi, offrì formaggi farina d’orzo e miele. Euricolo
però temendo l’inganno aspettò fuori.

Lei però mischiò delle droghe nel vino che trasformò tutti in maiali e fece dimenticare la madre terra a tutti.

La mente rimase invariata e molti porci si misero a piangere.

Euricolo scoprendo l’accaduto prego Odisseo di andarsene, ma lui voleva salvare i suoi compagni.

Il dio Ermes lo aiutò dandogli delle erbe che neutralizzavano i poteri della maga.

Ulisse andò verso la casa di Circe che lo invitò ad entrare, lui si sedette su un trono con borchie d’argento e
lei gli preparò l’infuso con il veleno. Bevve, ma grazie a l’erba di Ermes non accadde nulla. Ulisse la attaccò
con la spada sguainata, ma lei lo prese per le ginocchia urlando e chiedendo della sua identità.

Circe capì che lui era l’Odisseo che aveva previsto Argheifonte l’indovino, così lei lo invita a letto, ma lui
rifiuta dicendo che non poteva fidarsi di lei, ma sarebbe venuto solo se avrebbe giurato che non gli avrebbe
fatto nulla. Lei accetta. Dopo mentre offre del cibo a lui Ulisse chiede di trasformare i porci in umani, ma la
memoria non gli era tornata a loro e quindi dovette riconoscere tutti i suoi compagni.

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