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Sofia Gotadoro

6) La voce narrante è quella di Odisseo. Infatti al verso 225 riferendosi a Polite dice “mi era tra i compagni il
più caro e fidato”.

11) La metamorfosi fisica che avviene nel racconto è quella della trasformazione dei compagni di Odisseo in
maiali. Giunti all’isola di Eea alcuni compagni sentirono il canto di una donna, così decisero di andare a
scoprire a chi appartenesse quella soave voce e lì la maga Circe li accolse con un ricco banchetto; la donna
aveva però mischiato col cibo un vino molto forte e alcune bevande sotto incantesimo, così che una volta
bevuto il miscuglio e ed essere stati toccati da una bacchetta gli stranieri furono trasformati in bestie e
mandati al porcile.

Invece la metamorfosi interiore riguarda proprio la maga. Inizialmente Circe viene presentata come una
donna astuta che tramite i suoi poteri riesce ad ingannare gli stranieri; mentre, quando si accorge che
Odisseo non è caduto nel suo incantesimo, cambia atteggiamento e spaventata dalla spada dell’eroe che le
si avvicina, cerca di sedurre Ulisse e si presenta ben accetta ad acconsentire al giuramento.

12) Dopo essere miracolosamente sopravvissuti ai Lestrigoni io, Ulisse e gli altri uomini presenti su l’unica
nave che non era stata abbattuta giungemmo all’isola di Eea. Eravamo lì in cerca di cibo e magari di un po’
di ospitalità così Odisseo ci divise in due gruppi e al mio toccò di andare a esplorare la zona; allora, guidati
da Euriloco, ci avventurammo per quelle strade. Mentre camminavamo ci imbattemmo in un’abitazione da
cui proveniva un canto divino così, incoraggiati da Polite, ci avvicinammo. Fummo accolti da una donna,
Circe, che ci fece accomodare e ci portò abbondanti pietanze accompagnate da un vino molto forte che mi
diede alla testa. Dopo ci fu offerto anche un miscuglio strano che non sapevamo fosse sotto incantesimo
così lo bevemmo e la maga dopo aver estratto una bacchetta ci trasformò in maiali. L’unico che fin da
subito non si era unito al banchetto era Euriloco che dubitava della donna e dopo aver visto la scena tornò
alla nave a chiedere aiuto. Intanto cercai disperatamente di comunicare con i miei compagni ma non ci
riuscii perché non riuscivamo a capirci, ero spaventato come anche loro. Poi fummo mandati nel porcile,
non eravamo gli unici, infatti persi di vista i miei amici. Passò un po’ di tempo, non so dire se delle ore o
addirittura una giornata, era difficile dedurlo in quello sembianze, ma ad un certo puntò la donna che ci
aveva trasformati tornò e con lei c’era Ulisse, era una gioia vederlo di nuovo, sapevo che con la sua
persuasione ci avrebbe fatto tornare come prima, uomini, e così avvenne. Circe ci liberò e al momento dei
saluti si commosse anche, qualcosa in lei era cambiato da quando l’avevamo incontrata.

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