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Ecologia

Uno scarabeo stercorario con una pallottola di sterco


Molte specie superiori inoltre tendono a nutrirsi di escrementi per arricchire la
dieta alimentare: è il caso dei conigli e degli ippopotami che oltre a nutrirsi dei
propri escrementi forniscono fonte di cibo ad alcune specie di Ciclidi africani.
Le feci e le urine sono inoltre importanti segnali di presenza o transito degli
animali, sfruttati dall'uomo e da altri predatori per la caccia.
Nelle feci spesso si trovano anche i semi delle piante ingerite. I semi così
dispersi hanno una buona probabilità di piantarsi, trovandosi a distanza dalla
pianta madre e circondati da fertilizzante.
Le feci degli animali erbivori di medie dimensioni prendono il nome di letame
e vengono utilizzate in agricoltura per arricchire il terreno di composti azotati
e altri sali minerali. Lo stesso utilizzo ha il guano, costituito da escrementi di
uccelli marini e pipistrelli. In Sudamerica vengono raccolte enormi quantità di
guano. Gli scarabei stercorari sono abituati a trasportare una o più pallottole
di sterco.
Composizione
Sono composte in buona parte da residui alimentari non digeribili, come
cellulosa e cheratina, da residui di acidi gastrici, da bile che agisce
principalmente sul colore, da muco, da cellule morte e, in parte
considerevole, da batteri e acqua.
La normale percentuale del peso totale delle feci umane è costituita dal 75%
di acqua e il 25% di sostanze solide.
Le sostanze solide sono costituite prevalentemente da fibre che determinano
la struttura e la consistenza delle feci, infatti se esse sono poco presenti la
quantità di acqua presente nelle feci si riduce determinando una consistenza
delle stesse di tipo caprino (vedere Bristol stool scale). La presenza di fibre
determina in modo prevalente la consistenza delle stesse. Inoltre il 30% del
peso delle feci è costituito da batteri, normalmente saprofiti. Il 15% è
rappresentato da sostanze inorganiche, in particolare fosfati e calcio che
sono normalmente assunti in eccesso e quindi in parte eliminate con le feci. Il
5% è rappresentato da sostanze lipidiche e derivati, il resto è rappresentato
da muco, cellule di desquamazione ed enzimi digestivi.
La composizione delle feci è quindi, eccezion fatta per le fibre assunte,
indipendente dall'alimentazione, infatti una parte delle stesse non ha origine
alimentare; tant'è che si continuano a formare anche in caso di digiuno.[1]
Caratteristiche

Feci umane: la forma di salsiccia o serpente — descritta come ideale dalla scala di
Bristol — è dovuta alla conformazione del colon; il colore marrone è altresì indicativo di
un buon funzionamento dell'intestino.
Le feci hanno un odore tipico assai sgradevole (sebbene in condizioni di
salute sia talvolta tollerabile), dovuto alla trasformazione e decomposizione
da parte dei batteri intestinali del cibo nell'intestino crasso e alla
trasformazione di alcuni composti in tioli, solfuro di idrogeno e indolo.
Indice di salute
L'analisi macroscopica delle feci (odore, colore, composizione e consistenza)
e l'esame delle feci permette, oltre a capire la dieta dell'animale o essere
umano che le ha espulse, di diagnosticarne eventuali malattie.[2]
Composizione
A seconda della patologia o dello stato patologico le feci possono avere una
composizione e aspetto differente: un esempio classico è la diarrea che porta
ad avere feci liquide e semiliquide, mentre nelle enteriti le feci sono
gelatinose (ricche di muco), nelle insufficienze pancreatiche hanno una
consistenza simile alla polenta (poltacee), mentre nelle insufficienze biliari
oltre ad essere poltacee sono anche a mastice.[3]
Bristol Stool Scale (forma e consistenza)
La Bristol Stool Scale o Bristol Stool Chart o Scala delle feci di Bristol è uno
strumento medico diagnostico, usato sia in ambito clinico[4] sia in ambito
sperimentale[5][6], creato allo scopo di classificare in categorie la forma e
consistenza delle feci umane; la scala prevede sette categorie distinte.
La forma e la consistenza delle feci dipendono dal tempo di permanenza
delle stesse nel colon con buona correlazione statistica.[7][8]
La consistenza delle feci viene determinata anche dal tipo di alimentazione:
una dieta ricca di fibre e accompagnata da abbondante acqua porterà ad
avere feci più molli ed abbondanti, mentre una dieta povera di fibre porterà ad
avere feci più formate e concentrate.[3]
Colore delle feci
Un'altra caratteristica è il colore, che può descrivere lo stato di salute
dell'individuo, infatti determinate colorazioni sono tipiche di determinate
patologie.
Generalmente il colore delle feci è normale e varia da un nocciola chiaro a
marrone scuro, questo dipende molto dal tipo di regime alimentare e dalla
ripartizione dei macronutrienti e fonti alimentari, mentre altre colorazioni
indicano uno squilibrio di tale regime o condizioni patologiche di tipo fisico o
da agenti infettivi:[9]
• Verdi: assunzione abbondante di alimenti ricchi di clorofilla,
intossicazioni alimentari, celiachia, infiammazioni intestinale o tumore
• Gialle: patologia del pancreas o celiachia
• Nere: assunzione di liquirizia o integratori di ferro, sanguinamento della
porzione superiore del sistema gastro-intestinale
• Chiare o bianche: calcoli biliari, tumore al pancreas o dissenteria
Termini associati
Dal greco Copros si sono sviluppati termini come:
• Coprofagia, l'atto di mangiare le feci, dal greco kópros (= sterco) e
phageîn (mangiare)
• Coprofago, colui che mangia le feci
• Coprofilia, devianza per cui si prova attrazione sessuale verso il
materiale fecale;
• Coprofobia, repulsione e paura delle feci
• Coprocoltura, esame colturale delle feci
• Coprolite, escremento fossile di animale (molto conosciuti quelli di
dinosauri) oggetto di interessanti studi di paleontologia
• Coprologia, studio delle feci, in condizioni fisiologiche o patologiche, a
fini diagnostici
• Coprolalia, attitudine a utilizzare in modo incontrollato un linguaggio
volgare e offensivo
• Coprostasi, ritenzione prolungata delle feci nell'intestino
Sinonimi volgari

Merda; graffito a Torino, giugno 2016


In tutte le lingue sono presenti parole alternative che si riferiscono alle feci.
Alcune vengono utilizzate come insulto o imprecazione volgare. Per esempio
in italiano, nel linguaggio volgare, la parola merda. Sempre volgarmente, un
singolo escremento è anche chiamato "stronzo" (dal longobardo strunz,
sterco), da cui deriva l'insulto: «Sei uno stronzo!».
Il sostantivo cacca, un tempo volgare, è ora accettato nel linguaggio comune
mentre, al contrario, il verbo cacare (o cagare) è considerato un insulto se,
nella forma di invito alla defecazione, viene rivolto ad una persona ("ma va' a
cagare"). Secondo una interpretazione, il termine deriverebbe da cloacare (=
imbrattare, inquinare). Altri, più recenti, ma forse non meno fantasiosi, lo
legano a una radice sanscrita *kak- da cui deriva çaka (= letame, sterco). Per
altri deriva dal greco Kakos che significa cattivo, brutto.[senza fonte]
Nel linguaggio infantile le feci sono chiamate comunemente popò, pupù o
anche cacchina.
Cultura
La trasformazione del tabù nella cultura post-moderna
Da qualche anno la cultura occidentale sta cambiando il modo di rapportarsi
alle deiezioni, con una conseguente trasformazione del tabù.
In Italia, per esempio, nel 2005 "La cacca. Storia naturale dell'innominabile"
di Nicola Davies vinse il Premio Andersen come miglior libro di divulgazione.
Qualche anno dopo, dal libro di Davies prese spunto la mostra itinerante
Storia naturale dell'innominabile: la cacca. La mostra è stata ospitata
dall'Urban Center di Ravenna e dalla Biblioteca “De Amicis” di Genova nel
2007, dal “Parco Oltremare” di Riccione, dall'Exmà di Cagliari, dal Museo
tridentino di Storia Naturale di Trento e dall'Officina dei Piccoli della Città
della Scienza di Napoli nel 2008.[10]
Per quanto riguarda l'Occidente in generale, nel 2008 ha fatto il giro del
mondo la voce, data da alcuni blog o siti internet, che affermano l'esistenza
del Japanese Poop Museum collegandolo al Himeji City Museum of
Literature. Le foto allegate lasciano intendere una classificazione scientifica
delle feci animali, e indicano un interesse per l'aspetto fisiologico e non solo
ludico delle feci. Più documentato il sito Poopreport.com,[11] una sorta di
museo on.line che cerca di raccogliere informazioni scatologiche e
categorizzarle.
Altri musei presentati su internet assolvono alla funzione comica popolare da
sempre legata all'argomento: per esempio, di carattere triviale e popolaresco
il Lucifer's Shit museum è ancora inserito nella tradizione del tabù, di cui si
può parlare solo esagerandolo o esorcizzandolo simbolicamente, ossia
carnevalizzandolo. Internet ha avuto un ruolo fondamentale nel mettere in
evidenza e pubblicizzare argomenti fino a pochi decenni fa considerati privati.
Negli anni sessanta un precedente importante nel cambiamento culturale
occidentale si ebbe con il libro divulgativo La scimmia nuda (1967) di
Desmond Morris, che destò interesse per il suo approccio scientifico anti-
umanistico: l'uomo veniva osservato come un animale tra gli altri, e
analizzato nei suoi aspetti sociali e biologici. Il libro, dal contenuto ormai
datato, era ancora velato di ironia, indizio della difficoltà sociale ad accettare
l'approccio scelto dall'autore, e con cui comunque doveva fare i conti l'autore
stesso per non offendere il suo pubblico.
Invece la famosa opera di Piero Manzoni, di pochi anni precedente, per la
polemica implicita nell'opera stessa non può considerarsi un superamento del
tabù, in quanto la Merda d'artista coinvolge le feci solo nel loro aspetto
simbolico, connotata negativamente come una degenerazione, a
rappresentare la degenerazione dell'arte o la bassezza morale degli artisti, e
non viene vista come una funzione fisiologica. Non a caso, il barattolo in cui
viene contenuta ricorda una scatola per alimenti, e l'accostamento mangiare-
defecare è un tema tipico tra le oscenità apotropaiche che costellano la
cultura popolare.[12]
Risorsa
Le feci possono essere utilizzate per ricavarne dei manufatti o come fonte
energetica.
Uso dello sterco animale come carburante
In un gran numero di aree del mondo, caratterizzate da penuria di carburante
vegetale o fossile, lo sterco di animali erbivori (dromedari, bovini, equini)
trova un importante utilizzo come carburante.
Per lo più esso viene fatto disseccare al sole dopo averlo mescolato con
paglia, dandogli forme che ne consentano un più facile trasporto. Per
esempio in Arabia o in Egitto, caratterizzati da una scarsità eccezionale di
legname e di altro materiale utile ad essere bruciato per ricavarne calore, allo
sterco viene fatta assumere una forma discoidale ed è chiamato aqrāṣ ǧilla.[13]
Utilizzo delle feci umane come risorsa
Con i processi di filtrazione e purificazione delle acque reflue sia cittadine che
industriali sorgono agli inizi degli anni 2000 i primi chiarificatori delle acque,
adatti a desabbiare, filtrare e separare dalle feci le acque fognarie delle città e
le acque di provenienza industriale. Nei principali agglomerati urbani i
processi di trattamento delle acque reflue riescono a perfezionarsi
costituendo con i miglioramenti tecnologici e le automazioni una vera e
propria "fabbrica delle feci", dove la separazione intermedia delle sostanze
solide fecali riesce con accorgimenti e stoccaggi particolari ad accumulare la
sostanza fecale umana, separata, e a ricavarne da essa del gas metano che
nello stesso processo viene usato per alimentare caldaie ad acqua e quindi
energia naturale. Il gas ricavato viene anche convogliato e riutilizzato per
agglomerati industriali o abitativi vicini. Negli ultimi anni la politica ambientale
ha incentivato la produzione e l'uso di questi gas, aumentando le strutture di
trattamento dei reflui provenienti dalle città italiane, e potenziando la
canalizzazione fognaria verso i trattamenti delle feci.
Acque reflue per laterizi
La parte solida o biosolidi o fanghi di depurazione ricavata dalla filtrazione dei
liquami fognari può essere utilizzata per la produzione dei laterizi, con una
concentrazione del 10 al 25%, migliorandone l'isolamento termico.[14] Si
hanno alcuni esempi di tale soluzione in Italia già dal 2009 e con una
composizione dei laterizi con circa il 15% di liquami[15], alcune aziende hanno
anche ricevuto l'approvazione Europea per i relativi brevetti di produzione[16]
Note
1 ^ Giuseppe Dodi, Colonproctologia ambulatoriale: trattato per chirurghi,
gastroenterologi e medici pratici, PICCIN, 1993, pp. 196–,
ISBN 978-88-299-1054-0. URL consultato l'11 agosto 2011.
2 ^ (EN) Jayne Leonard, What are the different types of poop?, su
medicalnewstoday.com, 16 febbraio 2018.
3 ^ Salta a: 

ab feci[collegamento interrotto]

4 ^ H. Koh, MJ. Lee; MJ. Kim; JI. Shin; KS. Chung, Simple diagnostic approach
to childhood fecal retention using the Leech score and Bristol stool form scale in
medical practice., in J Gastroenterol Hepatol, vol. 25, n. 2, febbraio 2010,
pp. 334-8, DOI:10.1111/j.1440-1746.2009.06015.x, PMID 19817956.
5 ^ M. Corsetti, P. De Nardi; S. Di Pietro; S. Passaretti; PA. Testoni; C.
Staudacher, Rectal distensibility and symptoms after stapled and Milligan-
Morgan operation for hemorrhoids., in J Gastrointest Surg, vol. 13, n. 12,
dicembre 2009, pp. 2245-51, DOI:10.1007/s11605-009-0983-7,
PMID 19672663.
6 ^ HJ. Wang, XM. Liang; ZL. Yu; LY. Zhou; SR. Lin; M. Geraint, A Randomised,
Controlled Comparison of Low-Dose Polyethylene Glycol 3350 plus Electrolytes
with Ispaghula Husk in the Treatment of Adults with Chronic Functional
Constipation., in Clin Drug Investig, vol. 24, n. 10, 2004, pp. 569-76,
PMID 17523718.
7 ^ SJ. Lewis, KW. Heaton, Stool form scale as a useful guide to intestinal transit
time., in Scand J Gastroenterol, vol. 32, n. 9, settembre 1997, pp. 920-4, DOI:
10.3109/00365529709011203, PMID 9299672.
8 ^ KW. Heaton, J. Radvan; H. Cripps; RA. Mountford; FE. Braddon; AO. Hughes,
Defecation frequency and timing, and stool form in the general population: a
prospective study., in Gut, vol. 33, n. 6, giugno 1992, pp. 818-24,
PMID 1624166.
9 ^ Colore delle feci: Chiare o scure, gialle, verdi o nere cosa significa?
10 ^ da www.assodidatticamuseale.it Archiviato il 23 settembre 2009 in Internet
Archive.
11 ^ Poopreport.com Archiviato il 17 aprile 2009 in Internet Archive.
12 ^ Si veda Merda.
13 ^ Carlo Alfonso Nallino, "Scene di vita egiziana", in: Studi in onore di Giorgio
Levi Della Vida, 2 voll., Roma Istituto per l'Oriente, 1956, II, pp. 222-251, a p.
251.
14 ^ Dall'Australia i mattoni realizzati dai nostri rifiuti...corporei!
15 ^ Dalla depurazione acque fanghi per produrre mattoni, su acosspa.it.
16 ^ Mattoni dai fanghi di depurazione, l’ok dell’Europa, su lalomellina.it. URL
consultato l'8 aprile 2019 (archiviato dall'url originale l'8 aprile 2019).

Bibliografia

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