Sei sulla pagina 1di 1

BEPPE FENOGLIO

Beppe Fenoglio nasce ad Alba il 1 marzo 1922; inizia a studiare Lettere all’Università di Torino, ma
interrompe gli studi per il servizio militare, combattendo da partigiano nelle Langhe.

Muore giovane a causa di un cancro, ad appena 41 anni, nel 1963.

RESISTENZA
La narrativa di Fenoglio si articola su due temi fondamentali, quello della lotta della Resistenza e
quello dell’aspra realtà contadina delle Langhe a lui molto cara; egli infatti passò tutta la sua vita
in quel territorio, cogliendone sempre nuovi punti d’ispirazione.

La scrittura per Fenoglio non è un passatempo, bensì “fatica” (come egli stesso la de nisce).
Trattare queste tematiche è di per sé pesante, e Fenoglio decide di farlo in maniera distaccata,
non più dunque in modo memorialistico, sentimentale o nostalgico, bensì attraverso una
rappresentazione distaccata, critica e interpretativa, ispirandosi alla poetica di grandi autori come
Verga e Pavese.

Le opere di Fenoglio sono dunque prive di una retorica: si concentrano invece sulle passioni e gli
impulsi che governano i comportamenti umani, sullo sfondo storico della Resistenza.

LINGUAGGIO
Il linguaggio e la sintassi sono caratteristiche: Fenoglio narra le sue storie attraverso un linguaggio
gergale, intriso di forme dialettali e soprattutto ricco di anglicismi: grazie infatti alla sua ottima
conoscenza dell’inglese, i testi sono ricchi di vocaboli inglesi che creano contaminazioni e
neologismi, che conferiscono originalità alla narrazione.

La sintassi è spesso spezzata per conferire rapidità e immediatezza alla lettura.

IL PARTIGIANO JOHNNY (1968)


Romanzo della guerriglia partigiana, riconosciuto come il più originale e antiretorico dei romanzi
della Resistenza italiana.

Il protagonista del romanzo è Johnny, un giovane studente di Alba che dopo l’armistizio dell’8
settembre 1943 riesce a fuggire da una caserma romana alla ricerca di un’occupazione dignitosa,
quella del partigiano. Dopo esser fuggito, rimane per qualche tempo imboscato in una villetta di
campagna nei pressi di Alba, ma si sente so ocare dal senso di esclusione e smarrimento. Mosso
dunque dal desiderio di difendere la propria dignità e quella del paese decide di entrare a far parte
dei partigiani, per sentirsi un uomo “fatto di carne e sangue”.

Nell’ottobre del 44 Johnny partecipò alla liberazione di Alba, ma la rapida contro ensiva fascista
costrinse i partigiani a mollare la presa. Le brigate partigiane si dispersero durante tutto l’inverno,
per poi ricostituirsi nella primavera del 45 e dare vita all’ultima grande lotta.

LA PREDA DI JOHNNY (pag 199)


Durante l’inverno del 1944 Johnny fu uno dei pochi a continuare la Resistenza, rimanendo solo di
fronte le insidie del freddo, della fame e delle spie.

Vagando alla ricerca di un nascondiglio, viene invitato da una famiglia contadina di Serra dei Pini a
mangiare nel loro podere. Qui, tra il freddo e la neve, Johnny viene informato dalla moglie del
contadino della presenza di un tipo strano, che dice di essere un commerciante di pelli di coniglio.
L’uomo si aggira su una bicicletta, parla italiano e non dialetto, e ha un particolare sorriso gelido.
Quest’era descrizione non lascia spazio in Johnny per alcun sospetto: si tratta sicuramente di una
spia.

Dopo questa rivelazione, lo scopo di Johnny era diventato uno solo: trovare quest’uomo è
ucciderlo, come segno di riscatto del gelido inverno che stava vivendo.

Johnny sente in sé un forte dovere di partecipare alla difesa dei valori morali e civili, e ciò può
essere compiuto solo eliminando la spia, vista come un “demonio” che non merita pietà.
ff
ff
fi

Potrebbero piacerti anche