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Letteratura Italiana
Alma Mater Studiorum – Università di Bologna
8 pag.
Il diario lui lo intitola ATTI IMPURI, espressione che viene dalla religione cattolica, che ha a
che fare con la sfera della sessualità e della vita erotica. Questo diario ha a che fare col
bisogno di Pasolini di commettere questi atti impuri, di fare un salto da quella che poteva
essere semplicemente una passione intellettuale verso una passione realmente consumata
e fisica.
Non si può parlare di omosessualità in una situazione molto arretrata culturalmente come
quella di allora, nel mondo contadino non esiste il nome, non esiste quella che può essere
la percezione e la coscienza di questo termine, non esiste la possibilità di parlarne, di farne
un’analisi.
Pasolini vorrebbe farne un’analisi con il suo diario, e che poi trasforma quando invece
questo diario diventa un romanzo, o per lo meno, un racconto lungo, con un titolo diverso,
AMADO MIO, e che potrebbe essere addirittura più obiettivo di Atti impuri e potrebbe
essere pronto già per la pubblicazione, ma anche in questo secondo caso Pasolini non lo fa.
Perché? I motivi non sono comprensibili fino in fondo ma ci sono 2 fatti importanti:
1-iscirizione alla cellula, cioè organismo locale, del partito comunista. Anche a Casarsa
esiste un piccolo nucleo di militanti del partito comunista e Pasolini si iscrive a questa
1
2-c’è un’organizzazione molto specifica sul territorio, non esiste sollo questo momento
pubblico, c’è proprio un tessuto molto ben studiato che deve in qualche modo far sentire
la presenza del partito in questi territori. I due centri più interessanti sono Udine e
Pordenone. Poi ci sono tanti altri piccoli paesi della zona dove, comunque, avviene questo
tipo di attività.
La cosa per noi interessante è che quando arriviamo all’ottobre del ’49, alle soglie degli
anni Cinquanta, in particolare appunto nell’ottobre del ’49 scoppia lo scandalo che
costringe Pasolini ad abbandonare il Friuli, scandalo che lo porta ad essere espulso dal
partito in maniera molto violenta e anche dall’attività scolastica.
ATTI IMPURI
Il diario che noi leggiamo risale a 2 anni prima, cioè il diario è scritto tra la primavera del
’46 e l’autunno del ’47. Sono due anni fondamentali per Pasolini, sono due anni in cui ha
già pubblicato molte poesie, è già molto conosciuto, non può nascondere alcuni fatti
privati della sua vita perché tutti sanno chi è e tutti chiacchierano sulla sua presunta
perversione sessuale. E lui lo sa che se ne parla e deve fare in modo di tenere sotto
controllo la situazione il più possibile.
Il diario inizia il 30 maggio del ’46, è diviso in 8 parti che sono più o meno 8 capitoli. Il diario
non ha una forma esplicita, non è stato rimaneggiato troppo da Pasolini. Non sappiamo se
realmente questa forma con la quale noi oggi lo leggiamo è la forma che lui avrebbe voluto
dargli.
Pur iniziando nel ’46, dentro queste pagine Pasolini ci racconta all’indietro quello che è
successo negli anni prima, nel ’45, nel’43 (importante perché ha il primo rapporto esplicito
con un ragazzo friulano, capitolo terzo), racconta le fasi di un innamoramento vero e
proprio verso un giovane che lui chiama con una serie di nomi, o T o Nisiuti. L’edizione che
noi leggiamo è stata un po’ rimessa a posto, ma nell’edizione filologicamente più credibile
vediamo questa oscillazione del nome che a seconda delle pagine può avere il nome T o il
nome Nisiuti.
Nella pagina seguente, datata 2 giugno del ‘46, pochi giorni dopo, Pasolini descrive una
festa. Il tema delle feste di campagna, che avvenivano in questi paesi, è un tema
fondamentale, perché sono i luoghi in cui Pasolini molto spesso aveva l’occasione di
incontrare ragazzi che avevano così l’occasione di ballare, divertirsi e ubriacarsi. Una festa
che lo porterà alla rovina.
Dunque, la pagina del 2 giugno è una pagina di festa. Pasolini confessa la sua
consapevolezza di non poter più far parte di quel mondo, cioè il mondo degli adolescenti, il
desiderio domenicale di inserirsi nel mondo della vita. Invece in questo lui comincia
proprio a far parte di quel mondo, pubblicamente comincia a inserirsi in quel mondo.
C’è il tema leopardiano della Sera del dì di festa.
Pasolini scrive di esser pieno di energie che lo portano a soffrire su un’isola deserta,
intorno a lui c’è il vuoto. Poi però aggiunge questa considerazione: dice che così vestito a
festa sarà “l’innocente traditore di sé stesso”, cioè anche se ha la consapevolezza di non
essere più come gli altri lui partecipa uguale a questa vita, a quel mondo. Si veste per
uscire, dice che andrà alla festa.
Un paio di pagine dopo, la data è quella del 3 giugno, dobbiamo pensare che sia il giorno
successivo, Pasolini ci dice che un anno fa, sempre in quel famoso anno che dovrebbe
essere il ’45 e precisamente la primavera-estate del ’45, un anno fa Nisiuti si era ammalato.
Pasolini dà la colpa di questa sua malattia a sé stesso, dice che è stato lui a farlo ammalare
e Dio è come se lo stesse assolvendo dal suo peccato. Quindi c’è una coscienza cattolica
perché in fondo Pasolini si è formato in un ambiente cattolico.
Pasolini non sta analizzando una condizione di consapevolezza definitiva e felice, non dice
“ah finalmente ho capito chi sono e sono contento di averlo capito”, ma dice di incarnare
un principio di colpevolezza, e sente che la morte di Nisiuti potrebbe essere la salvezza per
Nisiuti stesso, cioè se lui muore è Dio che lo salva perché Dio lo sottrae a lui, al peccato che
lui gli insegna.
Il suo immenso amore per Nisiuti nacque nei primi mesi del ’45, mentre Pasolini stesso era
quasi impazzito per colpa di Gianni (Gianni è un altro ragazzo che se ne è andato dal paese
con la famiglia e lui se ne era innamorato). Era il periodo più tremendo della guerra, i primi
mesi del ’45, è il periodo in cui i nazisti e i fascisti stanno praticando un’azione di vendetta
a tappeto contro i partigiani.
Pasolini ha un fratello più grande, Guido, che nel ’45 entra nella brigata partigiana
chiamata brigata Garibaldi. Questi ragazzi che sono in brigata cercano di attaccare il
Nelle pagine successive Pasolini ci racconta qualcosa riguardo alla sua famiglia, cioè
riguardo suo padre e sua madre. In famiglia c’è un’aria religiosa anche se lui scrive che non
ha condiviso un’educazione realmente cattolica. Il padre è un ufficiale in realtà indifferente
alla religione seppur ogni domenica lo porta a messa.
Sua madre è troppo ingenua, la sua fantasia le ha suggerito un’infinità di dubbi.
In famiglia c’è un’atmosfera spirituale molto precisa, non del tutto cattolica, insomma non
di un cattolicesimo convinto. Pasolini scrive che lui ha creduto in Dio fino ai 15 anni circa. Il
vero culto che lui prova è per la Madonna, per la madre di Cristo.
Questo ci riporta alle poesie friulane.
Nel 1963/64 Pasolini deciderà di fare un film sulla vita di Cristo, il Vangelo secondo Matteo.
Pasolini in questa pagina aggiunge un’altra cosa: a Reggio Emilia (dove lui vie in età
infantile prima di stabilirsi a Bologna) compì i primi atti contro il suo pudore, cioè allude
alla masturbazione. Il senso del peccato viene superato attraverso le preghiere. C’è grande
somiglianza con la descrizione del purgatorio di Dante.
La presenza di una religione cattolica vera e propria c’è in Pasolini fino a 15 anni, che è una
presenza assorbita non convinta fino in fondo. La religione cattolica lui la sente in famiglia
ma intorno a questa età è avvenuto un cambiamento, non ricorda come quella fede si è
Per spiegare ciò che è successo tra il ’45 e il ’46 Pasolini ha costantemente bisogno di fare
riferimento a eventi passati, alla sua formazione di adolescente.
Pasolini scrive che ebbe una fase successiva, in cui Pasolini si trova in questi anni, lui la
chiama la fase della sua consapevolezza mistica. Abbandona la religione cattolica, pur non
escludendo che ci siano stati dei ritorni momentanei a questa religione (d’altronde i paesi
di campagna sono intrisi di religione), ma la cosa importante è che la fase successiva a
questa, cioè la fase in cui Pasolini colloca i suoi 20 anni è la fase mistica. Mistica vuole
indicare un fenomeno legato alle rivelazioni che hanno a che fare con la religione in cui un
soggetto si colloca in una condizione di solitudine con la divinità data dall’impossibilità di
comunicare con gli altri.
Il mistico è colui che è solo, in una condizione di solitudine totale, o voluta da lui o da altri,
e in questa situazione di solitudine Pasolini scopre la possibilità di concepire l’altro. Altro lo
scrive con la A maiuscola. Cosa vuol dire la possibilità di concepire l’altro? Vuol dire
mettersi in rapporto con qualcuno di totalmente diverso da noi, qualcuno che è lontano da
noi, totalmente diverso.
Quindi Pasolini scopre la possibilità di mettersi in rapporto con un’altra realtà, e questa
possibilità diventa per Pasolini anche l’azione politica. L’azione politica diventa azione che
lo porta ad essere in rapporto con un altro, ad aiutare in maniera disinteressata qualcuno
che è diverso da lui. Ed è anche questo il motivo per cui Pasolini entra ufficialmente nel
partito comunista.
Però c’è un altro problema, che non è Nisiuti, che non è Dina, che non è la sua famiglia (il
padre è quasi azzerato in questo momento, non ha un ruolo importante; la madre è presa
da una crisi sconvolgente per via della notizia della morte di Guido).
Lui non si trova in una città, ma in un posto piccolo in cui tutti si conoscono, tutti hanno dei
rapporti. Il problema è come poter gestire quello che lui scopre in rapporto a questa
collettività. Lui sa che non può essere accettato né capito. Dal punto di vista politico si, ok.
Dal punto di vista privato, come può condurre quello che è il suo amore per Nisiuti se non
nascondendolo? Nascondendolo fino a un certo punto però, sappiamo, perché è Nisiuti
stesso a rivelarlo.
Pasolini risale a due anni indietro, al 1943, data importante. Il capitolo secondo e terzo
sono dedicati a questo momento.
Il ’43 è l’anno in cui ufficialmente Pasolini può dire di scoprire il rapporto sessuale, non
volendolo lui, non lo cerca lui, ma è un ragazzo completamente diverso da Nisiuti, (che
viene dopo, nel ’45), è un ragazzo molto volgare, molto materiale, un contadino, che
modo gli tende una specie di imboscata e lui per la prima volta nel ’43 compie un atto
esplicitamente omosessuale. La cosa strana è che lo compie in una condizione che non ha
niente di quello che succederà dopo.
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