Esplora E-book
Categorie
Esplora Audiolibri
Categorie
Esplora Riviste
Categorie
Esplora Documenti
Categorie
I servizi di investimento:
Il TUF prevede un catalogo tassativo per i servizi di investimento, i quali possono avere ad oggetto solo
strumenti finanziari (aioni, obbligazioni, titoli di stato, strumenti derivati, quote di partecipazione di fondi
comuni); consistono nei seguenti servizi:
• Esecuzione di ordini per conto dei clienti
• Ricezione e trasmissione di ordini
• Mediazione
• Negoziazione per conto proprio
• Gestione di sistemi multilaterali di negoziazione
• Collocamento e underwriting
• Gestione individuale di portafogli
• Consulenza in materia di investimenti
L’esercizio professionale, abituale e protratto nel tempo, nei confronti del pubblico di servizi di
investimento è attività sottoposta a riserva ai soli intermediari autorizzati ed indicati dal TUF: imprese di
investimento e banche (possono essere autorizzate ad offrire tutti i servizi nel catalogo); intermediari
finanziari iscritti nell’apposito albo (abilitati solo all’esecuzione di ordini per conto dei clienti e alla
negoziazione per conto proprio, ma solo su strumenti derivati, e al servizio del collocamento e
underwriting, su qualsiasi strumento finanziario); SGRM (società di gestione dei mercati regolamentati, che
possono esercitare servizi di gestione dei sistemi multilaterali di negoziazione); SGR (società di gestione del
risparmio, possono svolgere servizi di gestione individuale e di consulenza in materia di investimenti).
La gestione collettiva:
Anche per i servizi di gestione collettiva il TUF prescrive un catalogo tassativo, inoltre la gestione collettiva,
a differenza dei servizi di investimento, possono avere ad oggetto non solo strumenti finanziari, ma anche
crediti ed altri beni mobili ed immobili e si compone delle attività di. Il catalogo prevede:
- istituzione e organizzazione di fondi comuni di investimento e amministrazione dei rapporti
con i partecipanti;
- Gestione del patrimonio di fondi comuni, SICAV e SICAF, di propria o altrui istituzione;
- Commercializzazione di quote o azioni di OICR (organismi di investimento collettivo del risparmio) (ossia
fondi comuni di investimento, SICAV e SICAF) proprie o di terzi.
L’esercizio professionale nei confronti del pubblico dei servizi di gestione collettiva del risparmio è
riservato a SGR, SICAV e SICAF.
I servizi di cartolarizzazione:
La cartolarizzazione (o securitization o titolarizzazione) è una tecnica finanziaria che consente di trasferire a
titolo oneroso un pool di crediti dal soggetto originariamente titolare, a un’altra entità economico-giuridica
specializzata, che provvederà a trasformare tali attività in titoli negoziabili.
I soggetti principali che intervengono nell’operazione sono:
- società cedente, ovvero l’originario titolare (originator) delle attività oggetto della cessione;
- società cessionaria, ovvero l’entità esterna alla quale vengono trasferite le attività da parte
dell’originator. Essa assume la denominazione di SPV (Special Purpose Vehicle), o anche società veicolo,
e provvede a trasformare le attività acquistate dalla società cedente in titoli di debito negoziabili, le
cosiddette ABS (Asset Based Securities);
- investitori, cioè il pubblico di potenziali destinatari delle emissioni di ABS da parte delle SPV.
L’oggetto dell’operazioni di cartolarizzazione può essere rappresentato da qualsiasi attività idonea alla
produzione di flussi di cassa prevedibili. Gli attivi da cartolarizzare, inoltre, devono presentare appositi
requisiti, in termini di durata, modalità di rimborso e condizioni economiche, che consentano di
considerarsi come un uni aggregato.
Relativamente agli effetti prodotti dalle operazioni di cartolarizzazione, le stesse consentono al soggetto
cedente di modificare la struttura del proprio attivo patrimoniale. Trasferendo, infatti, il pool di attività alla
società veicolo il cedente ha la possibilità di ottenere immediatamente liquidità e soddisfare i suoi
fabbisogni finanziari. Si tratta quindi di una forma di finanziamento. La cartolarizzazione permette inoltre di
realizzare una gestione più dinamica dell’attivo da parte dell’originator, che avrà la possibilità di destinare
le risorse così ottenuto in impieghi ritenuti più remunerativi. Il complesso di attività così cedute confluirà
nell’attivo patrimoniale della società veicolo, che a sua volta finanzierà lo stesso acquisto attraverso
l’emissione di ABS.
Nella prassi operativa la cartolarizzazione è un po’ più complessa, e vede l’intervento dei seguenti soggetti:
- advisor, soggetto con competenze specifiche che supporta l’originator nella fase iniziale di
individuazione e valutazione delle attività da trasferire;
- arranger, intermediario incaricato di strutturare l’intera operazione di cartolarizzazione;
- credit enhancer, spesso è lo stesso originator, ma può essere anche un terzo, che presta garanzia circa
la capacità di rimborso delle ABS;
- agenzia di rating, un soggetto specializzato che valuta la qualità delle emissioni, fornendo un giudizio di
merito;
- banca di investimento, intermediario che provvede al collocamento delle ABS tra gli investitori;
- servicer, che gestiscono i flussi in entrata generati dalle attività di cartolarizzazione ed il successivo
trasferimento degli stessi alla SPV.
In aggiunta alle finalità di finanziamento e di gestione dinamica dell’attivo, l’originator può ricorrere alla
cartolarizzazione con l’obiettivo di limitare e trasferire il rischio connesso alla detenzione delle proprie
attività. Tuttavia, la possibilità di trasferire il rischio non si presenta priva di costi ed inoltre l’esposizione al
rischio dell’originator non risulta completamente neutralizzata, soprattutto nel caso in cui lo stesso
conceda garanzie a supporto dell’operazione.
5
con il fine di realizzare una combinazione (portafoglio) di attività coerente con le preferenze ed il profilo del
titolare dei fondi. Sono attività i titoli, i crediti e i beni immobili, i quali promettono introiti attraverso il
semplice possesso o la vendita. Una loro accorta combinazione consente quindi di confezionare un
portafoglio rispondente agli impegni del titolare dei fondi, alle sue preferenze in materia di rischio, ai suoi
obiettivi di investimento, quali: intenzione di cautelarsi dall’eventualità di dover sostenere spese inattese;
esigenza di perequare (distribuire equamente) le possibilità di spesa nel corso della propria vita; desiderio
di accumulare denaro per abbattere una richiesta di mutuo prima di procedere all’acquisto di un immobile;
la volontà di realizzare in futuro spese di importo elevato.
Per costruire un portafoglio è necessario:
- Definire i pesi da assegnare a ciascuna categoria di attività (asset class) e valute disponibili (asset
allocation);
- Individuare gli strumenti finanziari, i crediti o i beni immobili che devono comporre le asset class
(cherry picking);
- Scegliere il momento opportuno per investire le disponibilità (market timing);
- Provvedere all’acquisto o, se utile, alla vendita degli asset (esecuzione);
- Monitorare l’evoluzione dei mercati e le preferenze (il profilo) del titolare dei fondi, al fine di
ricomporre opportunamente il patrimonio in gestione.
Non esiste una definizione univoca di asset class. Ogni gestore tende ad adottare proprie categorie di
attività, che articola di solito per tipi di asset, per are geografica e settore merceologico dell’emittente.
La capitalizzazione rappresenta il prodotto tra il numero di azioni in circolazione ed il prezzo medio delle
stesse sul mercato.
Il titolare dei fondi può occuparsi direttamente della gestione, oppure può delegarla. Gli intermediari
finanziari sono particolarmente attivi nella gestione dei patrimoni. In particolare, i servizi da loro offerti
possono avere forma individuale o collettiva. Per servizio di gestione individuale si intende la gestione di
disponibilità finanziarie di un singolo investitore. Per gestione collettiva, invece, si intende la gestione di un
patrimonio formato con il contributo di più clienti; il patrimonio è gestito “in monte”, ossia in modo
indiviso, nonostante siano diversi i titolari dei capitali che lo compongono. La gestione individuale
chiaramente presenta il vantaggio della personalizzazione. Tale opportunità non è concessa al gestore
collettivo, che è impegnato a realizzare una combinazione di asset che possa essere accettabile per i diversi
investitori, nei limiti di omogeneità dei loro obiettivi di investimento. La gestione in monte, proprio perché
aggrega diverse disponibilità, offre maggiori opportunità di diversificazione. Per diversificazione si intende
la riduzione della volatilità del rendimento di un portafoglio mediante l’abbinamento di attività i cui
rendimenti non siano perfettamente correlati.
Le imprese di investimento:
Le imprese di investimento possono esercitare professionalmente nei confronti del pubblico:
• Negoziazione per conto di terzi
• Negoziazione per conto proprio
8
• Ricezione e trasmissione di ordini
• Gestione di sistemi multilaterali di negoziazione
• Collocamento e underwriting
• Gestione individuale di portafogli
• Consulenza in materia di investimenti
Sono imprese di investimento: società di intermediazione mobiliare (SIM); imprese di investimento
comunitarie ed extracomunitarie. L’appartenenza ad una o all’altra influisce sul processo di autorizzazione
alla prestazione dei servizi e dipende dall’ubicazione di sede legale e direzione generale, che per le SIM è in
Italia, per le imprese di investimento comunitario è uno degli stati membri, per quelle extracomunitarie è
uno dei paesi non appartenenti all’UE. È richiesto inoltre che sede legale e direzione generale siano
insediate nello stesso Stato.
SIM di servizio:
Le SIM che prestano attività per conto terzi (brokeraggio, puro collocamento, gestione individuale di
patrimoni) sono note come SIM di servizio. Non assumono posizioni in proprio ed i principali fattori
produttivi sono il personale, le attrezzature informatiche e telematiche per la raccolta e la trasmissione
degli ordini e l’elaborazione di strategie di investimento, gli immobili strumentali all’esercizio dell’attività.
SIM dealer o underwriter:
Le SIM che si occupano di dealing o underwriting assumono posizioni in proprio e presentano all’attivo un
portafoglio di proprietà.
9
- Expansion financing (o development capital), qualora l’intervento sia finalizzato a supportare la crescita
e l’implementazione di programmi di sviluppo di aziende già esistenti;
- Replacement capital nel caso di interventi che, senza incrementare il valore del capitale dell’impresa,
vadano a sostituire parte dell’azionariato non più coinvolto nell’attività aziendale.
L’attività di merchant banking è realizzabile attraverso due tipi di approcci:
1. Approccio diretto: la banca entra nel capitale sociale dell’impresa utilizzando risorse finanziarie
proprie e iscrive, quindi, nel proprio bilancio il pacchetto azionario sottoscritto;
2. Approccio indiretto: la banca sottoscrive quote di un fondo comune di investimento chiuso, il cui
patrimonio è investito nel capitale dell’impresa obiettivo. Nel bilancio dell’intermediario, quindi,
non compaiono le azioni dell’impresa ma le quote di partecipazione del fondo chiuso.
Corporate finance:
È caratterizzata dall’insieme di servizi indirizzati all’ottimizzazione delle scelte finanziarie della clientela
corporate, in una prospettiva di crescita o di ristrutturazione (turnaround). L’elemento consulenziale è
dominante rispetto a quello finanziario. L’attività di corporate finance può essere ripartita in due sottoaree
di business:
- M&A (Merger and Acquisition): è l’area dei servizi di consulenza svolti a favore delle imprese per o
studio e la realizzazione di operazioni dall’elevato contenuto strategico e suscettibile di produrre
modifiche strutturali agli assetti societari delle imprese coinvolte. Si identifica un’ampia categoria di
operazioni che includono, oltre alle acquisizioni e le fusioni, anche le joint venture ecc. L’attività di M&A
si sviluppa attraverso la: ricerca e selezione di partner per l’impresa; raccolta e rielaborazione delle info
elative all’impresa obiettivo; valutazione del capitale economico dell’impresa target; analisi della
fattibilità economico-finanziaria dell’operazione e del grado di coerenza con gli obiettivi dell’impresa
cliente; assistenza nella definizione delle condizioni contrattuali e nella negoziazione; assistenza nella
chiusura dell’operazione.
- Corporate restructuring: individua l’attività finalizzata alla ristrutturazione di un’impresa che attraversa
una crisi economica o di liquidità. Le operazioni di ristrutturazione aziendale possono essere
raggruppate in: debt restructuring, che hanno come obiettivo la riorganizzazione delle fonti di
finanziamento; asset restructuring, che prevedono la cessione di investimenti non strategici ed il
contemporaneo potenziamento del core business.
10
- L’ammontare del capitale sociale versato non deve essere inferiore a quello indicato dalla Banca
d’Italia;
- Unitamente all’atto costitutivo e allo statuto devono essere presentati un programma dell’attività e una
relazione sulla struttura organizzativa;
- I soggetti che svolgono funzioni di amministrazione, direzione e controllo ed i titolari di partecipazioni
qualificati devono essere in possesso di requisiti di professionalità, onorabilità ed indipendenza.
Anche le imprese di investimento comunitarie ed extracomunitarie possono operare in Italia.
L’ammissione per le imprese di investimento comunitarie richiede che: l’impresa sia già stata autorizzata
alla prestazione degli stessi servizi nel paese d’origine; l’autorità che ha rilasciato l’autorizzazione notifichi
alla CONSOB l’intenzione della società ad operare anche sul territorio italiano.
Le imprese di investimento extracomunitarie possono, invece, esercitare nel nostro paese servizi di
investimento soltanto dietro espressa autorizzazione della CONSOB.
Qualora sia un’impresa italiana che voglia operare in stati UE questa deve preventivamente comunicare la
sua intenzione alla Banca d’Italia che provvede ad effettuare la relativa notifica all’autorità competente del
paese ospitante.
Un’impresa di investimento italiana può altresì operare in stati extracomunitari, previa autorizzazione della
Banca d’Italia, sentita la CONSOB, nel rispetto poi delle disposizioni vigenti nell’ordinamento del paese
ospitante.
L’autorizzazione all’esercizio dei servizi di investimento da parte di banche italiane è rilasciata dalla Banca
d’Italia.
L’esercizio di gestione collettiva del risparmio (da parte delle SGR) deve essere preventivamente
autorizzato dalla Banca d’Italia, sentita la CONSOB. L’autorizzazione è concessa solo qualora ricorrano le
seguenti condizioni:
- La forma di società per azioni e la denominazione sociale contenente le parole “società di gestione del
risparmio”;
- La sede legale e la direzione generale devono essere situazione nel territorio della Repubblica;
- L’ammontare del capitale sociale versato non deve essere inferiore a quello indicato dalla Banca
d’Italia;
- Unitamente all’atto costitutivo e allo statuto devono essere presentati un programma dell’attività e una
relazione sulla struttura organizzativa;
- I soggetti che svolgono funzioni di amministrazione, direzione e controllo ed i titolari di partecipazioni
qualificati devono essere in possesso di requisiti di professionalità, onorabilità ed indipendenza.
Le SGR sono iscritte in un apposito tenuto dalla Banca d’Italia.
Per società di gestione UE si intende la società con sede legale in un diverso stato membro, ammessa ad
operare solo nel rispetto di tali condizioni: la società sia già stata autorizzata a prestare il servizio nel paese
d’origine; l’autorità che ha rilasciato l’autorizzazione notifichi alla Banca d’Italia l’intenzione dell’impresa ad
operare anche sul territorio italiano.
La finalità dell’azione di vigilanza riguarda principalmente la tutela degli investitori, la stabilità, la
competitività ed il buon funzionamento del sistema finanziario, nonché la salvaguardia della fiducia nello
stesso e l’osservanza delle disposizioni in materia finanziaria. Alla Banca d’Italia è affidata la tutela del
contenimento del rischio, della stabilità patrimoniale e della sana e prudente gestione degli intermediari
abilitati a prestare servizi di intermediazione mobiliare. Alla CONSOB, invece, è assegnata la vigilanza sulla
trasparenza e correttezza dei loro comportamenti.
11