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J. Moore
• produttività della terra ---→ produttività del lavoro come metro per
determinare la ricchezza
• Natura come fonte di ricchezza ---→ Natura come condizione della
ricchezza
Alla base della ricostruzione storico-concettuale di Moore troviamo la teoria marxiana del
valore delle merci → i rapporti di valore si definiscono e operano attraverso una dialettica di
sfruttamento e appropriazione, due meccanismi vitali per il capitalismo→ per questo tale
sistema mette bene in luce il rapporto Capitalismo-Natura
→ Legge della Natura a buon mercato :
• la natura ( umana ed extra umana) soggetta ad appropriazione è a tutti gli effetti una
forza produttiva
• ogni atto di sfruttamento ( del lavoro retribuito ) ne comporta uno maggiore di
appropriazione (del lav non retribuito → es. donne, schiavi, colonie, 4 cheaps ) →
grande sproporzione → contraddizione maggiore del capitalismo x Moore
• il lavoro socialmente necessario viene definito dalla dialettica sfruttamento-
appropriazione
• il concetto di valore è in realtà una relazione sistemica che comprende un momento
economico fondamentale, ma che non può essere ridotto a questo
• il territorio dello stato emerge come forza mediatrice, una membrana politica, della
continua reinvenzione di natura, potere e capitale ( soprattutto in caso di crisi → vedi
approfondimento su crisi epocale o crisi di sviluppo)
Per Moore la legge del valore delle merci, e quindi in questo senso il capitalismo, è un modo
di organizzare la Natura → come ? → attraverso un riordino della biosfera basato su una
concezione di Natura come risorsa da mettere a profitto in due modi :
• uomo = forza lavoro
• Natura = risorsa ''a buon mercato'' ( 4 cheaps = forza lavoro,cibo,energia, materie
prime)
CRISI
L'insita contraddizione del capitalismo ha portato nei decenni a diverse crisi dell'ecologia-
mondo capitalista, messa a dura prova da una serie di situazioni non risolvibili con i metodi
classici del sistema : ad es. giustizia ambientale, femminismo, nuove malattie, decrescita etc
Quando questo succede ci sono due forme di crisi principali :
1. crisi d'epoca → implica una transizione da un modo di produzione del potere,
ricchezza e natura ad un altro ( es. crisi del feudalesimo )
2. crisi di sviluppo → implica una transizione da una configurazione di potere, ricchezza
e natura ad un'altra, ma all'interno dello stesso sistema storico ( es. primo capitalismo
moderno → rivoluzione industriale )
CONCLUSIONI
L'autore sostiene quindi la necessità da parte delle scienze sociali e umanistiche di mettere i
atto delle strategie politiche ( teoriche&pratiche) volte al superamento di :
• ''razionalità riflessiva moderna'', cioè dualismo Natura/Cultura-Società
• ecologia mondo capitalista
→ questo allo scopo di costruire un'ecologia-mondo sostenibile che non si avvalga di
meccanismi di sfruttamento e appropriazione, ma che riconosca una divisione tripartita del
lavoro : forza lavoro, lavoro umano non retribuito e lavoro della natura nel suo complesso
Ecco alcune azioni di ampio peso politico che porterebbero in tale direzione :
– superamento del conflitto apparente tra occupazione e salvaguardia ambientale ( es.
Ravenda con il concetto di ricatto occupazionale )
– valorizzazione del lavoro non retribuito e quindi dei processi di riproduzione,
attraverso battaglie come il femminismo
– unità e collaborazione tra la classe operaia e la militanza ambientalista
Fare ciò significherebbe prendere atto delle cause capitalogeniche ( non antropogeniche)
della crisi ambientale.
→ Moore non si dichiara né pessimista né ottimista rispetto all'inevitabile crisi del sistema
capitalista però, attraverso un cauto parallelismo con il collasso di altri due enormi sistemi di
potere ( quello romano nel V secolo e quello feudale nel XIV secolo ) e le successive golden
age, intende passare il messaggio che le crisi siano anche opportuità.