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USTIONI

In base all’agente che le causa le ustioni possono essere classificate come:

TIPO CAUSATE DA INDICE DI GRAVITA’


TERMICHE Contatto diretto con la fonte di Temperatura dell’agente ustionante
calore Tempo di contatto
Contatto con acidi, alcali od altri Caratteristiche chimiche dell’agente
agenti corrosivi corrosivo
CHIMICHE Tempo di contatto
Effetto termico che l’energia Intensità del flusso di corrente
elettrica sprigiona nel suo transito Differenza di potenziale (volt)
ELETTRICHE attraverso i tessuti Tempo di contatto

La gravità di una ustione dipenderà da:


1) ESTENSIONE e SEDE dell’ustione: la valutazione dell’ustione può essere fatta mediante la
Regola del 9 che attribuisce un valore percentuale di 9, appunto, ad ogni distretto interessato:
• testa ! 9%
• Torace anteriore ! 9%
• Torace posteriore ! 9%
• Addome anteriore ! 9%
• Addome posteriore ! 9%
• Arti sup. ! 2x9%
• Arti inf. anteriori ! 2x9%
• Arti inf. posteriori ! 2x9%
• Genitali ! 1%

2) GRADO dell’ustione, si distinguono:


- I GRADO: ustione superficiale caratterizzata da arrossamento della pelle con leggero
gonfiore e dolore localizzato
- II GRADO: ustione che comporta un rigonfiamento della pelle con comparsa di vesciche,
accompagnate da dolore intenso e notevole arrossamento
- III GRADO: ustione che interessa tutti gli strati della pelle con aree carbonizzate scure o
bianche e secche. Rappresentano le ustioni più gravi, ma non sempre le più dolorose poiché,
in alcuni casi, se sono state lese le terminazioni nervose, il paziente può provare scarso
dolore.

3) CAUSA dell’ustione

4) Tempo di esposizione all’agente ustionante

5) ETÀ e CONDIZIONI GENERALI del soggetto

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Osserva attentamente lo scenario e neutralizza la causa
che ha colpito la vittima (autoprotezione)
Valuta lo stato di coscienza
Attiva il 118
Valuta l’attività respiratoria
Lava la parte ustionata con acqua corrente in modo da
abbassare la temperatura corporea. Nel caso che l’agente
ustionante sia una sostanza chimica prosegui il lavaggio per
COSA FARE almeno 10/20 minuti
Rimuovi il vestiario, se non incollato alla pelle (frequente
nelle ustioni da fiamma), e tutti i materiali costrittivi
(anelli, collane..) inoltre ciò che è elastico se l’agente
ustionante è un acido
Copri il paziente per evitare la dispersione termica
Ricopri le parti ustionate con teli, meglio se sterili !
BURN KIT presente sulla ambulanza medicalizzata
Non devono essere mai applicati unguenti, spray, creme o
ghiaccio perché ritarderebbero la guarigione
Non rimuovere mai eventuale materiale rimasto attaccato
COSA NON FARE alla cute per il rischio di rimuovere anche lo strato
cutaneo creando una porta di ingresso per le infezioni.

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- FOLGORAZIONE –

La folgorazione per fulmini o per correnti prodotte dall’uomo rappresenta un’emergenza gravissima che
può interessare vari organi ed apparati.

Ustioni nel punto di entrata e in quello di uscita della corrente elettrica


attraverso l’organismo
Possibili lesioni degli organi interni provocate dal passaggio della
corrente attraverso il corpo del paziente
SEGNI Alterazioni del sistema nervoso con perdita di coscienza fino al coma
& oppure rappresentate da paralisi o spasmi della muscolatura
Disturbi della respirazione fino all’arresto respiratorio con successivo
SINTOMI arresto cardiaco
Fratture o lussazioni ossee, in particolar modo della colonna
vertebrale, dovute a contrazioni muscolari o cadute
Assicurati che il contatto con la corrente elettrica sia interrotta
Allontana la vittima dal conduttore tramite idonei materiali isolanti
Assicurati di trovarti in una zona di sicurezza (autoprotezione)
Valuta lo stato di coscienza
Attiva il 118
COSA FARE Controlla l’attività respiratoria tenendo presente che il folgorato è un
potenziale politraumatizzato
Valuta la presenza di ustioni, eventualmente trattale

- CRISI EPILETTICA –
Situazione di alterata e caotica trasmissione elettrica di alcune aree cerebrali che si traduce in un
quadro clinico caratteristico detto “Grande Male”. Le cause, nei bambini, sono per lo più dovute a
sofferenze perinatali o a tumori cerebrali; negli adulti, ad ictus, a traumi cranici o a tumori cerebrali.

Improvvisa perdita di coscienza, a volte preceduta dall’emissione di


un caratteristico grido
Caduta a terra con contrazione spastica dei muscoli (coinvolge i
SEGNI muscoli della respirazione → apnea per tutta la durata della crisi
con possibile comparsa di cianosi)
&
Comparsa di ritmiche contrazioni muscolari con movimenti violenti
SINTOMI di tutto il corpo. E’ questa la fase più critica in quanto il paziente
può provocarsi lesioni alla lingua fino ad amputazione
Stato di non coscienza detto coma post-epilettico fino al
progressivo risveglio (da qualche minuto ad alcune ore)
Attiva il 118
Allontana tutti gli oggetti che possono determinare lesioni
Previeni le lesioni della lingua (fazzoletto tra i denti)
COSA FARE Al termine dell’attacco se non si sospettano traumi valuta la
respirazione (presente o no)
COSA NON FARE Non cercare di contenere i movimenti del paziente durante la crisi
Non tentare di forzare l’apertura delle vie aeree

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CONCETTI DI TRAUMATOLOGIA

Per trauma si intendono tutte quelle lesioni avvenute in seguito all’azione di agenti fisici quali calore,
elettricità ed energia cinetica. Più comunemente si intende con la parola trauma l’insieme di lesioni che
conseguono ad insulti di tipo meccanico quali urti o compressioni violente, per cui ci si può riferire al
trauma come espressione esclusiva di lesioni di tipo meccanico.
Le lesioni traumatiche dell’apparato muscolo-scheletrico possono verificarsi con meccanismo diretto,
dove la lesione si determina in corrispondenza del punto di impatto, oppure indiretto quando la lesione è
espressione indiretta dell’impatto (ad esempio il contraccolpo) e si verifica a distanza; l’ultimo
meccanismo in causa può essere quello della torsione, quando un segmento corporeo viene sollecitato
oltre il proprio limite di resistenza alla torsione. Esistono anche lesioni che dipendono da contrazioni
muscolari particolarmente violente quali quelle dovute a folgorazione o crisi convulsive.
La gravità di un trauma dipende da: forza d’urto
numero di lesioni
sede della lesione
tipo di lesione

in ordine di gravità un insulto meccanico potrà causare:

− CONTUSIONE −
Trauma diretto che non interrompe la continuità della pelle ma si può avere spargimento di sangue sotto
cute.

Ecchimosi
SEGNI & SINTOMI
Ematoma
COSA FARE Applica impacchi freddi

− DISTORSIONE −
E’ un movimento abnorme di una articolazione che provoca un rapido e temporaneo allontanamento dei
suoi due capi ossei. La distorsione provoca danni alla capsula articolare e ai legamenti che tengono i capi
ossei uniti a livello della loro articolazione.

Dolore
SEGNI & SINTOMI Tumefazione
Movimenti possibili ma dolorosi
Mantieni l’arto in scarico
COSA FARE Applica del ghiaccio

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− LUSSAZIONE −
Rappresenta la perdita dei rapporti anatomici naturali fra due capi ossei con lacerazione e/o stiramento
della capsula articolare o dei legamenti. Le lussazioni più frequenti sono quelle della spalla (50%) e del
gomito (20%).

Dolore acuto al momento del trauma che


diminuisce col passare del tempo, ma che
SEGNI & SINTOMI si riacutizza al minimo movimento
Impossibilità assoluta di utilizzare l’
articolazione
Possibile deformità dell’articolazione
COSA FARE Immobilizza l’arto lussato
Non cercare di ridurre la lussazione per
pericolo di lesione di nervi o vasi ad opera
COSA NON FARE dell’osso dislocato. Possibilità di
contemporanea frattura dell’osso stesso

− FRATTURA −
Rappresenta l’interruzione parziale o totale del segmento scheletrico. Le fratture possono essere
composte e scomposte, esposte e non. Le complicanze, nel caso di fratture, possono essere di varia
gravità: infezioni, emorragie, lesioni nervose, lesioni ad organi interni, embolia polmonare.

Dolore intenso che aumenta al minimo


movimento
Tumefazione e deformità ed eventuale
fuoriuscita del moncone osseo
SEGNI & SINTOMI
Impotenza funzionale
Rumore di scroscio
Mobilità innaturale
Blocca le eventuali emorragie
COSA FARE Immobilizza l’arto
Copri la lesione nel caso di fratture esposte
COSA NON FARE Non cercare di riallineare o ridurre la frattura

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− EMORRAGIE −

Compiti del soccorritore :


• identificare emorragia
• prestare assistenza e comunicare al 118
• soccorso fisico e psicologico
• curare shock

Tipo di
Segni e sintomi
Emorragia
Emorragia venosa
Sangue fuoriesce da ferita colando, colore rosso scuro
esterna
Emorragia arteriosa
Sangue fuoriesce da ferita zampillando, colore rosso vivo
imponente
Pallido, sudato, pressione bassa, polso piccolo e frequente, respiro superficiale e
Emorragia interna
affannoso, brividi. Possibili dolore, gonfiore, indurimento. Alterazione coscienza.

Primo soccorso per emorragia esterna

Somministrare ossigeno & curare shock


Rimuovere indumenti,
Posizionare una o più garze sterili,
Compressione diretta Applicare una fasciatura compressiva,
Arto elevato ove possibile.
Se non funziona la diretta nelle arteriose
Compressione a distanza Usare punti di compressione:
Brachiale, Ascellare e Femorale.
(Arteriosa)
Maxi emergenza.
Inutilità compressione in loco e a distanza (ogni 10
min. il laccio va allentato per 20/30 sec. per
Laccio emostatico arterioso lasciar affluire un po’ di sangue ai tessuti).
Schiacciamenti oltre l’ora (applicare prima di
rimuovere il peso e non allentare)..

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Lo Shock

Lo shock è definito come una situazione di ridotta perfusione di sangue negli organi che ha tendenza
ad automantenersi e ad evolvere (se non prontamente trattata), verso la morte, mediante un circolo
vizioso. La mortalità per shock spesso supera facilmente il 50%.
La perfusione dipende essenzialmente da tre fattori che sono:

• Volume di sangue circolante (volemia)


• Capacità di contrazione del cuore PERFUSIONE DEGLI ORGANI
• Capacità dei vasi sanguigni (letto vascolare)

Tutte le situazioni che alterino uno di questi tre fattori, inevitabilmente provocano uno squilibrio che
porta, se non corretto tempestivamente, ad uno stato di ipoperfusione alla base dello shock.
Una delle caratteristiche dello shock è infatti la sua tendenza a sviluppare un circolo vizioso che si
automantiene portando rapidamente alla morte del paziente.

" del volume di sangue circolante: la riduzione della volemia è tipicamente osservata nello shock
emorragico dove tale diminuzione è dovuta ad una perdita reale di sangue all’esterno (emorragia
esterna) o in addome o torace (emorragia interna). Vi sono situazione di shock ipovolemico non
emorragico: in questi casi vi è una riduzione del sangue circolante senza perdita reale di sangue.
L’esempio tipico è la compressione aorto-cavale della donna in stato avanzato di gravidanza, supina, o il
pneumotorace iperteso (vedi trauma). In questi casi vi è una diminuzione del ritorno del sangue venoso
verso il cuore dalla periferia con riduzione del sangue che può essere nuovamente mandato in circolo dal
cuore; in altre parole è come se quel sangue si fosse perso davvero pur essendo ancora nel nostro
organismo!

" della capacità contrattile del cuore: il cuore che subisce un danno ischemico (esempio infarto
miocardio acuto) può diminuire in modo anche spiccato la sua capacità di contrazione muscolare con una
conseguente minore efficienza di far circolare il sangue nei diversi organi. In questo caso il sangue nel
nostro organismo è presente in quantità adeguata e sarebbe anche interamente disponibile ma è la
pompa che non riesce a farlo circolare in modo adeguato: si tratta di uno shock cardiogeno in quanto è
generato da un problema cardiaco.

# della capacità del letto vascolare: se il letto vascolare si dilata bruscamente per esempio a seguito
di un rilascio improvviso di istamina o a seguito di una lesione dei nervi che controllano il tono dei vasi, il
volume di sangue che sarebbe normale diventa improvvisamente inadeguato e la perfusione degli organi
diminuisce. Questo meccanismo di shock è alla base dello shock anafilattico e dello shock spinale (vedi
trauma).

In tutti i casi ad eccezione dello shock spinale ed anafilattico, il quadro di segni e sintomi che il
soccorritore si troverà ad affrontare è sempre lo stesso ed è dovuto alla ridotta perfusione del
cervello e degli altri organi e al tentativo di compenso che il nostro organismo cerca di mettere in atto.
Da un punto di vista generale, i segni e i sintomi dello shock sono:
respiro rapido e superficiale , polso debole e veloce, diminuzione della pressione arteriosa, cute fredda
e sudata.
Nei primi stadi la vittima è cosciente, anche se agitata, non completamente orientata, spesso può avere una
sensazione di morte imminente. Inizialmente, una costrizione compensatoria dei vasi sanguigni periferici
favorisce il ripristino della circolazione cerebrale; se, tuttavia, lo shock non viene trattato prontamente i
meccanismi compensatori falliscono, il circolo vizioso si innesca e l'ipoperfusione (cioè la scarsa irrorazione

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da parte del sangue degli organi) e la conseguente ipossia (scarso apporto di ossigeno) danneggiano
irrimediabilmente organi vitali quali il cervello, il cuore, il fegato e i polmoni.

PARAMETRO SHOCK SHOCK


emorragico/ipovolemico Cardiogeno
Stato di coscienza Alterato Alterato
Freq. Respiratoria Aumentata Normale o Aumentata
Pressione Arteriosa Normale ! diminuita Normale ! diminuita
Frequenza cardiaca Aumentata Aumentata ! Diminuita
Cute Pallida, sudata fredda Pallida, sudata fredda

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