ALGODISTROFIA.
1.La paura non è uno stimolo: se ad esempio si ha paura di una persona che ogni volta
che ti vede ti vuole bastonare, si cerca di non incontrarla. E’ chiaro che questa è una
reazione mediata dal cervello.
2. Invece, quando voi vi fate male sul gas e vi scottate e retraete la mano, quella è
una reazione automatica.
Diap. 1:
sensitiva) e in uscita
(informazione efferente-
neurone, il neurone pre-gangliare, che è il neurone autonomico del sistema simpatico,
situato nel corno intermedio laterale della sostanza grigia del midollo spinale, che esce
con le radici anteriori del midollo spinale, e che va ad innervare gli effettori viscerali, e
quindi, i vasi sanguigni, i muscoli piloerettori, le ghiandole sudoripare e i visceri.
Diap. 2:
- effetti tipicamente
sia con dei neuroni che vanno al cervello per andare a formare quella che è la
reazione superiore allo stimolo sensitivo;
inoltre, di un sistema
questi riflessi determinano, per esempio, il fatto che la parte intorno alla quale
avete avuto lo stimolo doloroso diventi rossa, si infiammi, dal momento che è
mesenterico per la
stata indotta una risposta di tipo vegetativo.
Abbiamo quindi capito che in seguito ad uno stimolo doloroso vi è una reazione
vegetativa, di norma autolimitante. Se ad es. vi rompete una gamba, avrete
sicuramente dolore che però piano piano passerà, facendo cessare la presenza di
stimoli dolorosi. Immaginate invece, una condizione in cui avete una fonte di dolore
cronico che crea un circolo di stimolazione vegetativa con la consecutiva produzione
di mediatori chimici, (come chinine pro-infiammatorie, secrezioni neuronali), che
tendono a mantenere questa iperattività vegetativa, finché il circolo vegetativo non
si esaurisce e necessariamente si interrompe. Allora si passa da una fase di
ipereccitabilità del sistema ad una fase di esaurimento.
Questa rappresenta una delle complicanze, in assoluto, più frequenti dei trattamenti in
apparecchio gessato ed una delle complicanze più frequenti di tutta una serie di
condizioni tra cui fratture non guarite, ictus cerebrale , ecc e che una volta si
chiamava in varie maniere, tra cui Morbo di Sudek.
Etiopatogenesi.
Diap. 4: Etiopatogenesi.
Idiopatica
Farmaci. Ci sono alcuni farmaci come gli immunosoppressori che si usano per il
trapianto.
L’algodistrofia è una sindrome che coinvolge i segmenti distali degli arti, cioè mano e
piede(segmenti appendicolari). Probabilmente la condizione che più di frequente
sta alla base di una sindrome algodistrofica, è la frattura di polso, che può
determinare il quadro del morbo di Sudek (che praticamente è un sinonimo
dell’algodistrofia periferica).
L’algodistrofia è una condizione che può coinvolgere anche altre zone del corpo non
periferiche, come per es. ginocchio e anca; e ci sono alcune scuole francesi che
includono nell’algodistrofia una serie di condizioni che in origine non erano
considerate così (A.N.D.), come l’osteoporosi transitorie dell’anca.
Molto spesso queste sono forme cliniche in cui non c’è un’articolazione che viene
esclusivamente coinvolta, ma sono migranti, cioè coinvolgono più articolazioni. Per
es. la sindrome spalla-mano nell’infartuato(I.M.A.) o nell’emiplegico, sono
sindromi algodistrofiche dolorose che possono coinvolgere di volta in volta spalla,
gomito o mano e sono condizioni che finiscono determinare questo andamento
migrante, che può coinvolgere vari segmenti. La frozen -shoulder viene considerata,
come detto, da alcuni una condizione algodistrofica, cioè una localizzazione
algodistrofica alla capsula articolare della spalla.
Topografia.
Il fatto che l’integrazione centrale del dolore come sensazione sia così importante,
addirittura, ha determinato la formulazione di alcune ipotesi patogenetiche
sull’algodistrofia; ipotesi che sarebbero alla base di una riorganizzazione delle
strutture nervose centrali, in quanto alcune forme di algodistrofia più evolute sono
attribuibili come “deafferentation pain syndrome”(sono insicuro che abbia detto
questo, ma è probabile, dice dario), cioè come quelle dell’arto fantasma
dell’amputato.
Nel tipo I, ossia nell’algodistrofia, voi avete tutto ciò di cui abbiamo parlato sino
adesso senza che vi sia una lesione nervosa periferica dimostrabile.
Nel tipo II, una volta in chirurgia di guerra chiamata causalgia, (era quello che si
osservava negli arti amputati d’urgenza per ferite di guerra caratterizzate da tagli a
nervi o tronchi nervosi) è invece presente una lesione nervosa che crea una fonte
inesauribile di stimoli dolorosi [Causalgia: sindrome disreattiva neurovegetativa per
ferite con perdita grossa di sostanza arto fantasma; CRPS tipo II: per alterazioni
trofiche e neuropatiche del moncone come per l’algodistrofia].
Noxa patogena →
→Vasocostrizione→
→Distrofia
Una noxa patogena determina l’attivazione delle fibre nervose simpatiche post-
gangliari o il rilascio antidromico (significa opposto di ortodromico, ossia centrifugo) di
mediatori chimici dalle fibre nervose sensitive (somatiche: Sistema nervoso periferico),
ossia sostanza P e NO (nitrossido) (che normalmente non dovrebbero uscire), i quali
sono attivi sul neurone simpatico nel provocare vasodilatazione. Quindi anche a livello
periferico, ed è una delle teorie,per cui si può provocare un’algodistrofia.
Nota: inserisco qui alcune note estrapolate dagli appunti di Silvana collegate
all’etiopatogenesi e alla teoria classica.
3. Stimolo di fibre “ridondanti” del dolore (oltre alle vie centrali) vedi Gate
Control Theory
alla pressione.
III Fase Atrofica 2 anni o più Attenuazione dolore Pelle fine, pallida, brillante,
osteoporosi.
3. Fase III (atrofica): i soggetti in questa fase sentono dolore, hanno la pelle
pallida, sudata, eccessivamente lucente; gli annessi cutanei tendono a cadere
(peli, unghie), e le retrazioni articolari, che dapprima sono funzionali,dopo
diventano strutturali perché c’è una retrazione dei legamenti e della capsula
articolare e gli arti diventano retratti; così che è in questa fase che l’osteoporosi
diventa marcatissima. (può durare 2 anni e più).
Mentre le prime due fasi della malattia sono caratterizzata dalla presenza di dolore,
nell’ultima fase il dolore scompare, a causa dell’esaurimento del sistema nervoso
vegetativo e delle afferenze somatiche.
La distrofia può però rappresentare una fase preliminare rispetto alla necrosi: (come
vedremo anche dopo)
Diagnosi strumentale.
Sotto il profilo strumentale quello che una volta rappresentava la metodica principale
per l’algodistrofia era l’osteoporosi. Sotto il profilo formale parlare di osteoporosi in
termini radiografici è un errore, perché la diagnosi di osteoporosi non viene fatta,
generalmente, con la metodica radiografica (ma con la MOC). E’ chiaro che se
aumento il voltaggio del tubo radiogeno faccio diventare l’osso osteoporotico quindi se
non ho parametro di discrimine (per confrontare) non posso fare la diagnosi. Però se
prendo una radiografia e la faccio bilaterale , ad esempio ai polsi e, a parità di
esposizione, il polso dx è molto più decalcificato del sx, a quel punto posso dire c’è
una penetrazione ossea (dei raggi) e non solo, posso anche notare differenze per
quanto riguarda il polso e la restante zona dell’arto. Potrei avere, quindi, un cono
d’ombra per le ossa dell’avambraccio, ma avere proprio una decalcificazione a
livello del polso. Ma oltre a essere ridotta la densità della radiografia quello che
caratterizza l’osteoporosi del soggetto algodistrofico è rappresentato dalle
caratteristiche di irregolarità di questa osteoporosi, che non è omogenea come
nelle donne in età post meno pausale (in cui il cono d’ombra non è localizzato). Cioè,
quando avete un ginocchio osteoporotico e fate una radiografia comparativa del
ginocchio vedete come l’articolazione osteoporotica sia fortemente decalcificata
rispetto all’altro lato (in maniera omogenea).
FASEII N N ↑
FASE III ↓ ↓ N
Quella di cui si è proposto lo schema è la scintigrafia trifasica, che ovviamente studia 3 fasi :
precoce, intermedia e tardiva.
A noi non interessa tanto quello che possiamo fare con la scintigrafia, ma a noi
interessa quello che possiamo fare con la risonanza magnetica nucleare, perché
essa è diventata la metodica più specifica e più sensibile per una diagnosi precoce per
l’algodistrofia.
↓T1 ↑T2
La RMN ha però introdotto una serie di altri problemi che derivano dall’eccessiva
sensibilità della metodica. Tutta una serie di diagnosi che si leggono sui quotidiani
sportivi come microfratture ecc sono tutte figlie dell’epoca della risonanza perché la
reazione dell’osso a un trauma è comunque una reazione di tipo edematoso quando il
trauma è importante, cioè l’osso si riempie di liquido infiammatorio e questo liquido
radiograficamente non si vede, ma con la risonanza si. Embè direte voi?
Prof mostra un lucido sulle distorsioni di caviglia, ed è importante dire cosa significa
trascurare la distorsione dell’articolazione sotto astragalica, (nel soggetto non
immobilizzato) significa che si è sviluppata grande algodistrofia di astragalo e
calcagno.
Non deve caricare tutto, ma bisogna interrompere circolo vizioso; dunque l’arto
algodistrofico deve essere caricato, ma un carico controllato, cioè
apparecchio gessato o tutore, e così siamo certi che un po’ di sollecitazioni
meccaniche sull’osso coinvolto vadano a ridursi. E poi è vero che il movimento è
vita, e non c’è sindrome osteoporotica che va in soluzione, se l’arto non viene
messo in movimento. Quindi per l’arto inferiore grosso modo la soluzione è questa.
2. Seconda situazione clinica: “soggetto con osteoporosi dell’anca che viene con
una risonanza e la risonanza dice algodistrofia dell’anca, ma questo dice che ha
coxalgia”.
“Lo facciamo caricare o no?”:esiste la necrosi post contusiva della testa del
femore, è logico farlo camminare caricando, perché dovete fare “paro e sparo” di
situazione clinica e ragionare per negativo, <<se avesse la necrosi della testa del
femore prima o poi verrà fuori>> e,almeno in fase precoce, non gli crea problemi,
quindi nella fase pre-diagnostica, non ancora certi della diagnosi, il soggetto con le
dovute cautele e non con dolore esagerato, va fatto camminare.
Controllo edema - che cosa fare? Il ghiaccio è una scelta razionale, come anche
il massaggio drenante ma in una zona dolorosa se non è vero massaggio drenante
si può accentuare il problema, per cui massaggio sfiorante o linfodrenaggio.
(La mano deve porsi sul livello del cuore -> ma quale mano???)