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INFIAMMAZIONE
SISTEMA IMMUNE: I MECCANISMI DI DIFESA IMMUNITARIA SONO
RAPPRESENTATI DA DUE TIPI DI RISPOSTA IMMUNITARIA:
1. IMMUNITA' ASPECIFICA O INNATA:
• è tale perchè presente fin dalla nascita
• è una immunità sempre ATTIVA, a RAPIDA RISPOSTA, contro QUALSIASI
TIPO DI DANNO
• è caratterizzata dalla attività di CELLULE FAGOCITICHE e mediatori
molecolari preesistenti
• è definita ASPECIFICA perchè non richiede il riconoscimento di uno specifico
microrganismo patogeno: agisce allo stesso modo contro tutti i patogeni
• NON POSSIEDE MEMORIA IMMUNITARIA
• comprende una:
• PRIMA LINEA DI DIFESA: barriere fisiche e chimiche della cute e
delle membrane mucose
• SECONDA LINEA DI DIFESA: processo infiammatorio
• la sua azione si manifesta già entro 6-12 ore
Riprendiamo ISTOFLOGOSI:
questa coinvolge i leucociti, i quali sono originati dalle cellule staminali emopoietiche.
Le cellule staminali pluripotenti possono generare:
• CELLULE STAMINALI MIELOIDI: da qui prendono origine i globuli rossi,
piastrine, granulociti (eosinofili, basofili, neutrofili), monociti (che diventano
macrofagi). Granulociti, monociti e macrofagi sono dotati di movimenti ameboidi,
che conferiscono loro la capacità di attraversare le pareti sanguigne
• CELLULE STAMINALI LINFOIDI: da questa linea staminale prendono origine i
Linfociti: linfociti T, B (maturando diventano plasmacellule), e i linfociti citotossici
ISTOFLOGOSI:
come, nello specifico, queste cellule entrano in gioco nel processo di istoflogosi?
Per prima cosa, il rallentamento (o addirittura stasi) del flusso ematico causato dalla
vasodilatazione produce anche:
• il RALLENTAMENTO DEI LEUCOCITI
• questi si posizionano ai margini della parete vasale (processo detto
MARGINAZIONE)
• inizia poi una fase di ROTOLAMENTO E ADESIONE all'endotelio della parete
vasale
• segue una fase di MIGRAZIONE, fase in cui i leucociti attraversano le giunzioni
endoteliali e da qui si spostano nello spazio extravascolare
• a questo punto si è accumulato un buon numero di leucociti nella matrice extravasale
a livello dell'edema essudato, con il compito di NEUTRALIZZARE L'AGENTE
PATOGENO E RIMUOVERE I DETRITI CELLULARI; come fanno queste due
funzioni? Attraverso:
• FAGOCITOSI: capacità di una cellula di internalizzare una particella di
dimensioni fino a 0,5 micron; si articola in 3 fasi:
• fase di RICONOSCIMENTO E ADESIONE
• fase di INTERNALIZZAZIONE E FORMAZIONE DEL FAGOSOMA
• fase di UCCISIONE E DEGRADAZIONE del materiale ingerito
(grazie al rilascio di enzimi lisosomiali)
• PRODUZIONE DI CITOCHINE INFIAMMATORIE
• SECREZIONE DI ENZIMI LISOSOMIALI
queste 3 funzioni fanno parte del processo di ISTOFLOGOSI (attenzione che la
persistenza cronica di questo stato di infiammazione ha conseguenze dannose per i
tessuti)
IMMUNIZZAZIONE ATTIVA:
viene ottenuta mediante la vaccinazione; si espone volontariamente l'organismo a piccole
quantità di antigene, in modo da spingere l'organismo ad una REAZIONE PRIMARIA; una
SUCCESSIVA ESPOSIZIONE allo stesso antigene genererà, come visto, una risposta
umorale e cellulare più rapida e massiva
La VASCOLARIZZAZIONE del cuore è garantita da due arterie che originano dal ramo
ascendente dell'aorta:
• ARTERIA CORONARIA SINISTRA: passa sotto al margine dell'auricola (sinistra),
si divide poi in ramo circonflesso e in un ramo interventricolare anteriore
• ARTERIA CORONARIA DESTRA: passa sotto al margine dell'auricola (destra),
origina il ramo interventricolare posteriore e il ramo marginale
PATOLOGIE CARDIOVASCOLARI
Le modificazioni cardiocircolatorie dovute all'esercizio fisico sono:
• adattamenti periferici: ridistribuzione del flusso sanguigno a livello degli organi
(fenomeno di ridistribuzione della gittata cardiaca)
• adattamenti centrali: si verificano a livello del cuore e della circolazione polmonare
E si esplicano in maniera differente a seconda che l'esercizio fisico sia aerobico o
anaerobico.
ADATTAMENTI :
• NELL'ESERCIZIO DI RESISTENZA (aerobico):
• (Ac) il cuore risponde con AUMENTO DELLA GITTATA CARDIACA
(prodotto di gittata sistolica (Gs) e FC), attraverso un aumento di entrambi i
parametri (si passa da 5-6 a 30L/min per atleti)
• (Ac) L'aumento della FC dipende da:
• abolizione del tono vagale (effetto istantaneo)
• stimolazione dell'ortosimpatico (interviene in 2-3 minuti)
• (Ac) l'aumento della portata cardiaca, con aumento della Gs, porta ad aumento
della pressione arteriosa, prevalentemente quella sistolica (PAS), mentre PAD
non subisce considerevoli aumenti
• (Ap) RIDISTRIBUZIONE DELLA GC (gittata cardiaca): è un adattamento
periferico che porta a distribuire più sangue in favore dei muscoli, soprattutto
scheletrici (il flusso al cervello rimane invariato, diminuisce a livello dei reni e
organi addominali, aumenta a livello della cute per garantire la sudorazione)
• il cuore effettua un LAVORO DI VOLUME: pompa grandi quantità di sangue
in un sistema circolatorio a bassa resistenza, per via della vasodilatazione
periferica
1) EXTRASISTOLI: sono dei BATTITI ECTOPICI (che non originano dal SA) che
insorgono a livello della muscolatura atriale o ventricolare. Possono verificarsi:
• nel cuore SANO (non si tratta perciò di patologie) a causa di esercizio fisico,
stress psichico, abuso di sostanze eccitanti;
• nel cuore MALATO in condizioni di cardiopatia ischemica, cardiopatia
mitralica, scompenso cardiaco
Distinguiamo diverse tipologie aritmie extrasistoli, a seconda di dove insorge il
battito ectopico:
• EXTRASISTOLE ATRIALE: quando si verificano contrazioni anomale
dalle fibre muscolari degli atri (noteremo onde P anomale, aggiuntive)
• EXTRASISTOLE GIUNZIONALE: quando si verificano contrazioni
anomale che partono dal fascio di His
• EXTRASISTOLE VENTRICOLARE: quando si verificano contrazioni
anomale nelle fibre muscolari dei ventricoli (noteremo un tracciato
ECG anomalo, con alterazione del complesso QRS)
ora, se i fenomeni di extrasistoli si verificano raramente e molto distribuiti nell'arco
di una giornata/settimana non delineano una situazione patologica, diverso è se si
verifica una sequenza di 3-4-5 extrasistoli consecutive. Indichiamo le cause di
extrasistoli:
CAUSE NON PATOLOGICHE:
• tabagismo
• mancanza di sonno
• stress
• stanchezza e sforzi fisici eccessivi
• età (all'aumentare dell'età aumento il rischio che si verifichino extrasistoli)
• pasti troppo abbondanti
• alcol e droghe
CAUSE PATOLOGICHE:
• reflusso gastro-esofageo
• patologie cardiache
• ipertensione
• apnee notturne
• ipocalcemia, ipokaliemia, ipomagnesiemia (alterazioni dell'equilibrio
elettrolitico)
• ipertiroidismo
• effetti indesiderati di farmaci
2)FIBRILLAZIONE ATRIALE (FA)
• tipologia di aritmia cardiaca che causa un ECCITAMENTO CASUALE E
DISORGANIZZATO degli atrii, con frequenza variabile fra 400 e 650 bpm
• tale eccitazione causa una VIBRAZIONE CONTINUA degli atrii, che inibisce una
normale contrazione atriale
• per fortuna, parte di questi impulsi che si originano dalle pareti atriali vengono
bloccati a livello della GIUNZIONE ATRIOVENTRICOLARE (in tal modo la
frequenza di scarica, che sarebbe eccessiva, viene abbassata). Nel tracciato ECG
vediamo una serie disorganizzata di onde P, non sempre seguite dal complesso QRS
• CONSEGUENZE a livello della funzionalità cardiaca a causa di FA:
• la frequenza di contrazione ventricolare è inferiore rispetto a quella atriale
(questa raggiunge i 160bpm)
• RIDUZIONE GITTATA SISTOLICA a causa di scarsa efficacia della
contrazione atrio-ventricolare
• il paziente con FA: può essere:
• SINTOMATICO: battito cardiaco frequente e irregolare
• ASINTOMATICO
• TRATTAMENTO del soggetto con FA:
• se la FA ha avuto una insorgenza rapida e precoce, si agisce con la
CARDIOVERSIONE ESTERNA: si applica artificialmente un potenziale di
voltaggio a livello del torace del soggetto, in modo da tenere sotto controllo i
circuiti che hanno innescato la FA (se questo trattamento non funziona serve
un trattamento farmacologico)
• se la FA è persistente, il rischio è quello della STASI EMATICA, con
formazione di coaguli e trombi, con talvolta la necessità di terapia
anticoagulante. Se un soggetto giovane con FA cronica deve allenarsi, bisogna
tenere conto che la FC sarà già alta e la GS non può aumentare troppo, perciò
le attività di questo soggetto devono essere meno intense, e con minor rischio
di traumi
PRESSIONE ARTERIOSA
è influenzata da:
1. volume ematico
2. attività cardiaca
3. viscosità del sangue
4. raggio medio arteriolare
1) VOLUME EMATICO:
subisce variazioni in relazione a:
• diminuzione della massa circolante (emorragie)
• aumento di volume della parte corpuscolata del sangue (policitemia)
• modificazioni osmotiche (legate alle variazioni della concentrazione
degli elettroliti
2) ATTIVITA' CARDIACA:
è condizionata dal sistema autonomo vegetativo.
Se prevale il tono simpatico, si avrà un aumento dell'attività cardiaca e ciò si traduce
in aumento della GS e della PA. Al contrario se prevale il tono vagale.
3) VISCOSITA' EMATICA:
produce variazioni pressorie, anche se di scarsa entità rispetto agli altri parametri
4) RAGGIO MEDIO ARTERIOLARE:
determina direttamente le resistenze periferiche, ed è il fattore più rilevante fra i 4.
Questo parametro è sotto il controllo dello stimolo simpatico che agisce sui recettori
alfa e beta:
• la stimolazione dei recettori beta provoca vasodilatazione
• la stimolazione dei recettori alfa provoca vasocostrizione
dato che l'attività prevalente è quella dei recettori alfa, lo stimolo simpatico
determina vasocostrizione, e quindi un aumento della PA.
IPERTENSIONE ARTERIOSA:
• condizione in cui si ha un aumento della pressione arteriosa, sistolica e diastolica,
oltre i parametri normali
• una volta si utilizzavano dei limiti statici di PA (120/80mmHg) indipendentemente
dal momento della giornata (grosso errore). Esiste infatti un andamento circadiano: la
PA è fisiologicamente più alta al mattino, tende ad abbassarsi nelle ore serali e
soprattutto di notte
• tipologie:
• ESSENZIALE (95% dei casi): si sviluppa in maniera autonoma per altre
cause. Identifichiamo dei fattori di rischio comuni:
• familiarità
• eccesso di sodio nella dieta
• alcol fumo e caffè
• obesità e sedentarietà
• SECONDARIA: è dovuta ad un'altra causa, trattando la quale si risolve
l'ipertensione
• FISIOPATOLOGIA: il mantenimento di valori pressori elevati per lungo tempo
determina patologie vascolari a carico di diversi organi. Quindi nei vari organi
l'aumento pressorio determinerebbe un insulto ipertensorio eccessivo con
conseguente vasodilatazione; per evitare ciò, l'organismo attua una risposta:
vasocostrizione arteriolare; se questo meccanismo è persistente, determina
l'inspessimento delle pareti con diminuzione del lume, e probabile formazione di
fibrosi
• vediamo i danni causati dall'ipertensione arteriosa a livello delle ARTERIOLE
DISTALI: il meccanismo di vasocostrizione nel cronico determina:
• IPERTROFIA TONACA MEDIA
• PROLIFERAZIONE TONACA INTIMA, con riduzione del lume vasale
• INSPESSIMENTO DELLA TONACA AVVENTIZIA
• principali organi bersaglio della patologia ipertensiva:
• ENCEFALO: trombosi ed emorragie cerebrali
• CUORE: ipertrofia ventricolare sinistra (ipertrofia concentrica), con
dilatazione fino allo scompenso cardiocircolatorio; cardiopatia ischemica
(infarto miocardico)
• RENE: insufficienza renale
la gravità del danno d'organo è rilevabile a livello oculare, osservando la
vascolarizzazione della retina; l'eventuale danno vascolare a questo livello è definito
RETINOPATIA IPERTENSIVA, ed è il "polso" del danno vascolare complessivo.
• ruolo dell'ATTIVITA' FISICA di resistenza (2-3xweek, 1h):
• preventivo
• trattamento stesso della patologia: l'attività aerobica determina
vasodilatazione e conseguente effetto ipotensivo, con anche neo-
vascolarizzazione
la riduzione della PA associata ad esercizio fisico è nell'ordine dei 5-8mmHg. Se
l'ipertensione è grave, oltre all'esercizio fisico bisogna affiancare anche la terapia
farmacologica (se è lieve, può bastare l'esercizio fisico)
5. si ha:
• proliferazione delle cellule muscolari inglobate nella tonaca intima
• deposizione di collageno e lipidi extracellulari nella tonaca intima
• Quest'ultima si espande e va a spingere contro la parete dell'endotelio,
protrudendo verso il lume del vaso. SI È EFFETTIVAMENTE FORMATO
UN ATEROMA FIBROLIPIDICO, O PLACCA ATEROMASICA
Se si formano tanti ateromi, questi possono ricoprire l'intera superficie intimale delle
arterie, formando un unico grosso ateroma; questi compromettono la circolazione e
possono determinare complicanze (ulcerazioni, formazione di trombi e dilatazioni
aneurismatiche). I distretti più colpiti sono vasi coronarici (infarto miocardico),
cerebrali (ictus cerebrale) e aorta (aneurismi aortici).
Se il lume di un vaso è diminuito del 50%, la funzionalità a riposo è ancora garantita,
ma sotto sforzo, con la necessità di aumentare la GC, si manifesterà l'angina pectoris
(dolore retrosternale e nelle zone di irradiazione viste prima), che sarà temporanea: il
dolore sparirà al cessare dello sforzo.
LA FORMAZIONE DI TROMBI può avvenire se parti di questo ateroma si staccano
(ULCERAZIONE DELL'ATEROMA) e iniziano a percorrere i vasi, arrivando in
corrispondenza di vasi con lume via via inferiore; ad un certo punto (quando
diametro lume e "trombo" coincidono) si formerà un TROMBO, che comprometterà
la circolazione a livello di quel vaso, e tutta la zona a valle di quel vaso non viene più
irrorata. Ciò determina una condizione ischemica e, se il problema persiste, una
necrosi.
Si può anche avere, come detto, una DILATAZIONE ANEURISMATICA: le pareti
vasali si dilatano e diventano più deboli perdendo le loro proprietà elastiche,
condizione che le espone a rottura
Le possibilità che si abbia un recupero funzionale dopo un IMA sono correlate alla
tempestività di intervento dopo la presentazione del sintomo (causato dall'ischemia),
per evitare che l'ischemia degeneri in necrosi.
Questo intervento A LIVELLO DELLE CORONARIE deve avvenire attraverso la
terapia medica, le opzioni sono:
• TERAPIA CON FARMACI TROMBOLITICI
• ANGIOPLASTICA: si va ad inserire un catetere dotato di un pallocino
gonfiabile per mantenere la pervietà dei vasi colpiti
• ANGIOPLASTICA CON STENT: si applica anche una rete metallica per
mantenere la pervietà dei vasi
• BYPASS AORTO CORONARICO: si effettua nei casi più gravi e consiste nel
prelevare tratti di vene dagli arti inferiori e li si va a posizionare in modo che
sostituiscano i vasi ostruiti: ad una estremità sono legati all'aorta (parte
ascendente), dall'altra a valle rispetto al punto in cui si era verificata
l'ostruzione
l'attività fisica, per quanto riguarda l'infarto del miocardio, ha un grande ruolo sia
nella PREVENZIONE che nel RECUPERO FUNZIONALE:
• L'attività fisica di tipo aerobico è in grado di produrre abbassamenti di
fibrinogeno nel plasma
• migliora il profilo lipidico, abbassando LDL e aumentando HDL (consentendo
un abbassamento del rischio di cardiopatie)
• determina una riduzione del BMI e della circonferenza vita (parametro
correlato col rischio cardiovascolare)
Linee guida per la proposta di attività fisica: proporre 150' di attività aerobica
suddivisi in 3 giorni, associando esercizi di forza e propriocezione (2xweek), per i
bambini e adolescenti prevedere 60' giornalieri di attività moderata e vigorosa
Studi hanno dimostrato che la somministrazione di una riabilitazione cardiologica ha
diminuito il rischio associato alla mortalità del 47%.
Quale tipo di esercizio conviene somministrare?
• Esercizio aerobico continuo: somministrato per 20-60', al 60-85% della FC
max, 50-75% della VO2 max.
Benefici: vasodilatazione periferica, aumento della VO2 max, aumento GC, diminuzione
FC, riduzione mortalità, riduzione dispnea, miglioramento della condizione di eccesso
ponderale
rischi: aumento stress ossidativo, diminuzione funzione ventricolo dx, rischio di aritmie
• strenght training: da somministrare in varie fasi: iniziare con adattamento, poi
resistenza e coordinazione, poi massa e poi forza muscolare, somministrare 2-
3 x week
Benefici: su metabolismo glucosio, composizione corporea, aumento forza e densità ossea
svantaggi: eccessive lesioni, eccessiva risposta flessoria
• Strenght training + lavoro aerobico ottimizza i risultati
• HIIT: benefici rispetto all'esercizio aerobico classico: minor RPE percepito,
più tempo nelle alte zone di intensità, maggior gradimento, riduzione della
dispnea da sforzo.
• La riabilitazione cardiologica per il soggetto con un passato di problematiche
cardiache deve essere: MULTIDISCIPLINARE, SOGGETTIVA (adattata),
MODULABILE, MISURABILE, CON SCOPO TERAPEUTICO, CON
SCARSA COMPONENTE TECNICA
LEZIONE 3: PATOLOGIE
DELL'APPARATO
RESPIRATORIO
Tratteremo quelle maggiormente correlate con lo sforzo fisico.
Possiamo distinguere:
• VIE AEREE SUPERIORI: Queste zone possono essere colpite da infiammazione e
infezioni, soprattutto in correlazione ad attività sportiva all'aperto, in ambiente
freddo, e associate alla sindrome da over-training. Comprende:
• cavità nasali: possono essere colpite da RINITE (comune raffreddore)
• cavità paranasali: SINUSITE
• faringe: può essere infiammata (FARINGITE), comprende 3 porzioni:
rinofaringe, orofaringe, laringofaringe
• VIE AEREE INFERIORI: comprendono:
• laringe: ha struttura cartilaginea (affezione: LARINGITE)
• trachea: struttura formata da anelli incompleti cartilaginei per permettere
l'espansione dell'esofago (affezione: TRACHEITE)
• bronchi, sinistro e destro (affezione: BRONCHITE)
• POLMONI:
A livello dei bronchioli è presente epitelio respiratorio: contiene ciglia vibratili e cellule
caliciformi mucipare, sono assenti elementi cartilaginei
Vediamo gli alveoli, le cui pareti sono costituite da pneumociti di 1° e 2° tipo, ma anche
macrofagi alveolari. Notiamo la MEMBRANA RESPIRATORIA, costituita da epitelio
alveolare, lamine basali fuse, endotelio capillare. Un processo infiammatorio a livello
alveolare determina una POLMONITE
RITMI CIRCADIANI:
hanno un andamento periodico di circa 24h, se vi è un normale adattamento ai
SINCRONIZZATORI, cioè:
• alternanza luce-buio
• abitudini sociali: hanno maggiore importanza rispetto al solo parametro
luce/buio (infatti, non andiamo a letto al tramonto)
se questi sincronizzatori vengono a mancare, il ritmo circadiano tende ad allungarsi rispetto
alle normali 24h.
Ecco esempi di parametri corporei con andamento circadiano:
• TEMPERATURA CORPOREA (spesso usata come marker di un adattamento
circadiano normale, così come i livelli di cortisolo nel sangue)
• FC
• PA
• PRESTAZIONI FISICHE ED INTELLETTUALI
• ALCUNI ORMONI (ACTH, GH, prolattina, cortisolo, T3 e T4...): vediamo il ritmo
circadiano di cortisolo e GH: il cortisolo presenta un picco di produzione mattutino,
si abbassa durante il giorno. Il GH ha secrezione quasi nulla durante il giorno, si ha
un picco di secrezione durante le prime ore di sonno
RITMI ULTRADIANI:
Hanno un andamento periodico ad elevata frequenza (T <20h). Fra questi:
• ciclo cardiaco
• atti respiratori
• pulsatilità ormonale (non è solo circadiana)
• ciclo attenzione-disattenzione (4-5-6h)
• onde elettroencefalografiche
RITMI INFRADIANI:
Hanno un andamento periodico a bassa frequenza (T > 28h). Individuiamo ritmi:
• CIRCASETTANI: ritmi ormonali, ciclo del rigetto del trapianto
• CIRCAMENSILI: secrezione gonadotropine, estrogeni, progesterone
• CIRCANNUALI: crescita staturale, morbilità e mortalità
JET LAG:
è definito anche "DISCRONISMO TRANSMERIDIANO" ed è un disordine del ritmo
circadiano (attività-riposo e sonno-veglia). Si verifica quando si viaggia attraversando i fusi
orari, non se ci si sposta in termini di latitudine. Si possono verificare due casi:
• Jet lag per volo da ovest ad est: viaggiando verso un luogo dove gli eventi
astronomici sono anticipati, la giornata risulta accorciata:
• Perciò i ritmi circadiani devono adattarsi, riducendo il loro periodo.
• L'adattamento per il corpo è complesso, dato che ridurre la durata dei ritmi
circadiani è oneroso per il corpo (serve 1 giorno per ogni ora di jet lag).
Esempio nazionale di calcio arriva in Giappone 5 giorni prima: crollo fisico.
• Jet lag per volo da est a ovest: viaggiando verso un luogo dove gli eventi astronomici
sono posticipati, la giornata risulta allungata:
• i ritmi circadiani devono adattarsi, aumentando il loro periodo
• l'adattamento in questo caso è più semplice (serve 1 giorno per ogni 2 ore di
jet lag). Esempio Sacchi porta nazionale italiana di calcio in USA 12 giorni
prima-> finale
Il Jet lag e la sua tipologia (E->O o viceversa) deve essere considerato quando si ha una
competizione all'estero -> spostarsi col dovuto anticipo.
SINTOMI del jet lag:
• SONNO SCARSO ( O->E: problemi ad addormentarsi, E->O: problemi a svegliarsi)
• STANCHEZZA
• PERDITA DI APPETITO
• SCARSE PERFORMANCE
• PERDITA DI MOTIVAZIONE
RIMEDI AL JET LAG (da attuare per viaggi lunghi, con almeno 4-5 giorni di
permanenza):
• ESPOSIZIONE ALLA LUCE:
• preparandosi per un viaggio verso EST, è utile attuare dei risvegli
anticipati esponendosi alla luce; abituo così il mio corpo ad anticipare i
ritmi circadiani
• preparandosi per un viaggio verso OVEST, è utile iniziare a posticipare
le proprie abitudini (risveglio, coricarsi a letto) per posticipare i ritmi
circadiani
• MELATONINA: è un ormone induttore di sonno:
• in un viaggio verso EST, assumere la melatonina appena arrivati a
destinazione, per anticipare l'addormentamento
• in un viaggio verso OVEST, assumere la melatonina nelle ore serali del
luogo di destinazione (il soggetto avrebbe sonno già prima, ma è
preferibile restare svegli)
• DIETA ED ORARIO DEI PASTI CONTROLLATI:
• mantenersi ben idratati
• tenere un corretto orario dei pasti
• preferire le proteine nelle fasi mattutine (cibi proteici ricchi di
TIROSINA, precorritrice della DOPAMINA)
• preferire i carboidrati di sera (contengono TRIPTOFANO, che stimola
il sonno) ed evitare alimenti troppo grassi e ricchi di proteine, che
rallentano la digestione rendendo più difficile l'addormentamento
• ESERCIZIO FISICO:
• se ci si sta preparando per un viaggio verso EST, è consigliabile iniziare
ad allenarsi nelle prime ore del mattino
• se ci si sta preparando per un viaggio verso OVEST, programmare
allenamenti verso le ore serali
L'esercizio fisico ha quindi un EFFETTO SINCRONIZZANTE, ovvero
influenza il ritmo biologico spostando l'ACROFASE del ritmo: svolgendo una
attività fisica al mattino (specie se aerobica, che determini aumento di FC) si
riesce a determinare un anticipo dell'acrofase e del ritmo nel complesso;
viceversa se ci si allena di sera. Questi risultati si realizzano con diverse sedute
di allenamento, di certo non dopo la singola seduta. Come valutiamo l'effetto
sincronizzante dell'esercizio fisico?
• FC: di norma presenta un picco nelle ore pomeridiane, perciò l'anticipo
o il posticipo dell'acrofase indotto da esercizio può essere verificato
attraverso il monitoraggio della FC (allenamenti ripetuti mattutini
anticipano l'acrofase e viceversa) -> l'esercizio fisico trascina il picco di
attività nella direzione dell'orario abituale di allenamento
introduciamo ora il CRONOTIPO:
è anche detto "TIPOLOGIA CIRCADIANA" di un individuo, cioè la propensione, specifica
per ciascuno (non solo gli umani), di esprimere al meglio le proprie abilità in un determinato
momento della giornata. Individuiamo:
• MATTUTINI, detti ALLODOLE:
• spontaneamente tende a svegliarsi presto e ad addormentarsi presto;
• le sue prestazioni sono migliori al mattino;
• presentano picchi ormonali anticipati;
• rispetto ai serotini, soffrono di meno il jet lag da viaggio verso EST, ma
soffrono di più il jet lag per viaggio verso OVEST.
• per quanto riguarda l'aspetto sociale, i mattutini dormono meglio e più a
lungo, e rispettano con facilità i ritmi imposti dalla società
• SEROTINI, detti GUFI: contrario dei mattutini
• INTERMEDI, detti COLIBRI': manifesta caratteristiche intermedie fra i due
• SOPRACCIGLIA
BULBO OCULARE:
• diametro di 2,5cm
• è esposto per circa 1/6 del suo volume
• la parete è composta da 3 strati: tonaca fibrosa (esterno), tonaca vascolare o uvea,
tonaca nervosa o retina (interno)
PATOLOGIA OTORINOLARINGOIATRICA
ANATOMIA DELL'ORECCHIO:
• ORECCHIO ESTERNO: E' formato da:
• PADIGLIONE AURICOLARE
• CONDOTTO UDITIVO ESTERNO
• TIMPANO
LE ONDE SONORE VENGONO RACCOLTE E CONVOGLIATE attraverso il condotto
uditivo esterno, e raggiungono il timpano
• ORECCHIO MEDIO (o CAVITA' TIMPANICA):
• TRASFERISCE LE ONDE SONORE ALLA FINESTRA OVALE
• è posto all'interno dell'osso temporale
• contiene aria, ma anche gli OSSICINI DELL'UDITO: MARTELLO,
INCUDINE, STAFFA.
• Da essa parte la TUBA DI EUSTACHIO, un canale che mette in
comunicazione l'orecchio medio con la rinofaringe;
• ORECCHIO INTERNO: CONTIENE I RECETTORI PER L'UDITO E
L'EQUILIBRIO. E' formato da due componenti:
• LABIRINTO OSSEO:
• è esterno ed ha funzione protettiva nei confronti del labirinto
membranoso
• è formato a sua volta da 3 strutture: VESTIBOLO, COCLEA, CANALI
SEMICIRCOLARI
• è formato da due cavità intercomunicanti, che contengono un liquido, la
PERILINFA
• LABIRINTO MEMBRANOSO:
• contiene i recettori dell'udito (a livello della coclea) e dell' equilibrio (a
livello del vestibolo e dei canali semicircolari)
• contiene ENDOLINFA
• COCLEA:
• è l'organo deputato all'UDITO
• ha forma di spirale, avvolto attorno ad un osso detto MODIOLO
• è formata da 3 porzioni:
• DOTTO COCLEARE (è di natura membranosa, perciò contiene
endolinfa): vi si trova l'ORGANO DEL CORTI, cioè l'organo
dell'udito; quando uno stimolo sonoro mette in movimento le sue
CELLULE CAPELLUTE STEREOCIGLIATE, queste
trasmettono la vibrazione alla MEMBRANA TETTORIA, da cui
parte l'impulso nervoso verso le vie centrali attraverso il NERVO
VESTIBOLOCOCLEARE (VIII)
• SCALA VESTIBOLARE (è di natura ossea, perciò contiene
perilinfa)
• SCALA TIMPANICA (ossea, perciò contiene perilinfa)
PATOLOGIA DERMATOLOGICA:
• FLITTENE TRAUMATICA (detta anche vescica o bolla): lesione da sfregamento
che si verifica a livello del calcagno per sfregamento con la calzatura
• INDURIMENTI IPERCHERATOSICI (calli o duroni): questi sono la
cronicizzazione di una vescica traumatica, perciò si tratta nuovamente di lesioni da
sfregamento che causano la formazione di uno strato di cute più spesso e duro.
Riguarda per lo più la pianta del piede
• DERMATITE IRRITATIVA DA CONTATTO: è causato dal cloro della piscina (può
colpire la congiuntiva come già detto, così come tutto il corpo). Si tratta di una
irritazione che solitamente si risolve in maniera autonoma
• INFEZIONE DA MICETI: i miceti determinano patologie infettive (detta Tinea pedis
o piede d'atleta), in particolare nei nuotatori, corridori, calciatori. Il fungo
responsabile dell'infezione cresce in ambienti molto umidi e si sviluppa
principalmente a livello interdigitale, ma può estendersi se non "trattato"; per evitare
che proliferi, evitare di indossare a lungo calzature sudate, lavare le scarpe
• VERRUCHE VOLGARI (mani) e PLANTARI (piedi) sono causate dal papilloma
virus; è facile contrarre questa patologia camminando a piedi nudi in
piscina/palestra/spogliatoio.