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I MACCHIAIOLI

Nascono a Firenze, al Ca è Michelangelo, luogo di ritrovo di giovani artisti liberali.

La loro arte viene teorizzata da Diego Martelli, che pone la macchina in opposto alla forma.

I Macchiaioli a ermano che gli umani vedono con la luce, quindi va riprodotta attraverso macchie di colore e
ombre.

Non c’è più il disegno.

Non vogliono rappresentare l’attimo fuggente, ma il senso della realtà in modo globale.

I temi trattati sono di vita quotidiana.

GIOVANNI FATTORI (1825-1908)

Partecipa ai moti rivoluzionari del 1848, dipinge principalmente natura e animali.

Si focalizzerà in seguito sul lavoro dell’uomo e quello degli animali da soma uniti dalla stessa so erenza.

Ritrae paesaggi della Maremma Toscana e scene di vita militare.

“BATTAGLIA DI MAGENTA”

Appena ottenuta l’unita d’Italia, il governo decise di celebrare i momenti


bellici più rappresentativi del risorgimento. Così, Giovanni Fattori partecipò
al concorso disegnando due bozzetti per documentare La battaglia di
Magenta in Lombardia. Durante lo scontro, infatti, l’esercito franco-
piemontese vinse su quello austriaco.

Il dipinto viene diviso in due metà orizzontali dalla linea dell’orizzonte. La


metà superiore è occupata dal cielo quasi sgombro da nubi. La metà
inferiore rappresenta il campo di battaglia. Sul terreno sono disposti in
ordine sparso cadaveri di militari, zaini e armi. Alcuni esili alberi si alzano

 verso il cielo mentre al centro transita il carro delle suore soccorritrici. I
comandanti franco-piemontesi a ancano il carro e scortano il ritiro dei feriti
verso le retrovie. Una delle suore indica un soldato austriaco ferito da
soccorrere. La natura è martoriata dal bombardamento da terra. Gli alberi
hanno i rami spezzati e le foglie staccate e sparse a terra. I colori del
paesaggio tendono al grigio e al bruno. Le sagome degli alberi collegano
compositivamente le due metà del dipinto.

“DI VEDETTA”

A destra del dipinto un ampio muro bianco ri ette la luce accecante del
sole. Un soldato a cavallo è fermo verso destra e osserva oltre il bordo
dell’opera. La sua gura intercetta i raggi e proietta l’unica ombra contro
l’intonaco bianco. Inoltre la sua divisa scura crea una sagoma netta
contro la luce ri essa. Ai piedi del muro il terreno è arido e polveroso e
tra la terra bianca si notano chiaramente i cumuli di sterco del cavallo. La
luce impietosa e il caldo non permettono la crescita della vegetazione.
Solo qualche pianta colonizzatrice riesce a farsi strada con le radici in
profondità. Al fondo, oltre la ne del muro, stazionano altri due soldati. I
cavalli hanno colori diversi e opposti, uno bianco e uno nero. Le tre
sentinelle sono di vedetta e stanno controllando il territorio. A sinistra si
sviluppa una strada sterrata la cui carreggiata è indicata dalle rimanenti
tracce dei carri. L’orizzonte è rappresentato da una linea pulita e deserta
sulla quale la calura della tarda mattinata crea ondeggiamenti della
visione. Il cielo è terso e sgombro da nubi.
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“LA ROTONDA DEI BAGNI PALMIERI”

Rappresenta un momento della giornata vissuto da un gruppo di


signore borghesi. Le donne si trovano sul pontile di uno stabilimento
balneare sedute sotto un grande dehor coperto da un tendone.
Alcune di esse conversano, altre osservano il paesaggio.Il colore
venne apposto sulla tavoletta senza una sottostante preparazione. La

 tonalità principale è l’ocra. Il dipinto ha una forma molto panoramica
che permette, così, di sottolineare l’orizzontalità del mare sullo
sfondo. La composizione centrale viene movimentata da linee di
costruzione ondulate orizzontali.

TELEMACO SIGNORINI (1835-1905)


Telemaco fu uno studente insoddisfatto degli insegnamenti accademici. Infatti manifestò presto l’inso erenza
verso il clima culturalmente rigido dei maestri. Utilizzò la macchia come elemento di base del suo linguaggio
pittorico. Le sue opere sono caratterizzate così da contrasti decisi di zone di colore uniforme che creano le
gure. Infatti in assenza di chiaroscuro sono i con ni netti tra le macchie di colore a determinare le diverse
componenti del dipinto. Signorini come gli altri Macchiaioli fu un pittore di paesaggi che studiò e dipinse
all’aperto. Realizzò però anche opere di gura e di interni. In seguito alla sue esperienza bellica come volontario
dipinse opere di tematica militare che furono apprezzate dal pubblico delle esposizioni.

“LA TOELETTA DEL MATTINO”

Ra gura il momento del risveglio in un bordello al


centro di Firenze.

Le ragazze compiono un gesto quotidiano,


preparandosi e vestendosi dopo il risveglio mattutino.

“L’ALZAIA”

I protagonisti sono degli uomini, braccianti, impegnati a


trascinare una chiatta, lungo l’argine del ume Arno, un
azione nota con il nome di alzaia. Da subito lo sguardo
dell’osservatore è calamitato dalle cinque gure umane.
Sono uomini piegati dal peso dello sforzo lavorativo
causata del trascinamento della chiatta. Quello che ci fa
capire il loro sforzo è dato non solo dalla posa del corpo,
ma anche dal dettaglio delle corde che hanno attorno al
busto e sotto le ascelle. Le funi sono così in tensione che,
se fate attenzione, sembrano penetrare nelle vesti e allo
stesso tempo nelle carni di questi umili lavoratori.  I corpi
curvati in avanti, le braccia lasciate cadere penzoloni, le
gambe in movimento sprofondate nel terreno e i volti del
tutto anonimi, fanno capire quanto sia intenso lo sforzo
sico da loro compiuto. Solo il terzo lavorante sembra
rivolgere lo sguardo a chi osserva la tela, come per
richiamare l’attenzione alla fatica che lui e i suoi compagni
stanno compiendo.
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“SALA DELLE AGITATE”

I protagonisti sono degli uomini, braccianti, impegnati a


trascinare una chiatta, lungo l’argine del ume Arno, un
azione nota con il nome di alzaia. Da subito lo sguardo
dell’osservatore è calamitato dalle cinque gure umane.
Sono uomini piegati dal peso dello sforzo lavorativo
causata del trascinamento della chiatta. Quello che ci fa
capire il loro sforzo è dato non solo dalla posa del corpo,
ma anche dal dettaglio delle corde che hanno attorno al
busto e sotto le ascelle. Le funi sono così in tensione che,
se fate attenzione, sembrano penetrare nelle vesti e allo
stesso tempo nelle carni di questi umili lavoratori.  I corpi
curvati in avanti, le braccia lasciate cadere penzoloni, le
gambe in movimento sprofondate nel terreno e i volti del
tutto anonimi, fanno capire quanto sia intenso lo sforzo
sico da loro compiuto. Solo il terzo lavorante sembra
rivolgere lo sguardo a chi osserva la tela, come per
richiamare l’attenzione alla fatica che lui e i suoi compagni
stanno compiendo.

ODOARDO BORRANI (1833-1905)

“CUCITRICI DI CAMICIE ROSSE”

Ra gura sulla tela quattro donne sedute e intende a cucire all’interno di


un salottino ben arredato e luminoso. Le quattro donne, diposte in forma
circolare, molto curate e composte nell’aspetto e nel portamento, sono
totalmente impegnate nella loro attività, sin dalle prime ore del mattino (la
pendola segna le 7,15); con la testa china sulle “camicie rosse” non si
curano dello spettatore. La donna di spalle seduta sulla poltrona di velluto
verde sembra appena arrivata e volge al sua attenzione verso le altre due
donne sulla destra, ma, nel complesso, la composizione appare rigida e
seria.

Sulla parete dietro di loro si scorge un quadro di Garibaldi (la gura più
rilevante del Risorgimento).

Odoardo Borrani ra gura con cura e nei minimi particolari tutte le


caratteristiche materiali ed estetiche di quel periodo storico:
dall’arredamento del salottino borghese alle acconciature delle quattro
donne, ai loro abiti; una acuta fotogra a sebbene limitata ad un ambiente
domestico e familiare.

Vuole sottolineare il ruolo della donna la quale, anche attraverso il suo


lavoro (nella specie il cucito), ha contribuito allo sviluppo dei vari eventi
storici e sociali.

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SILVESTRO LEGA (1826-1895)

Egli racconta un altro risvolto della pittura dei Macchiaioli, quello della ricerca nel quotidiano e nelle scene della
vita di tutti i giorni. Si era già emancipato dalla disciplina accademica e dai soggetti storici di stampo neoclassico
da essa privilegiati e iniziò pertanto a produrre opere caratterizzate da un disegno nitido e preciso, un apparato
cromatico limpido e puro e da composizioni geometricamente chiare e de nite.

“IL CANTO DELLO STORNELLO”

Tre ragazze cantano di fronte ad una nestra,


all’interno di una stanza. Due di loro sono in
piedi alle spalle della loro compagna che
suona un pianoforte. Le giovani indossano
abiti dell’Ottocento e portano ampie gonne
che arrivano vino a terra. La stanza è avvolta
nell’ombra e il grande spartito musicale è
illuminato dalla luce dell’esterno. Oltre i vetri
in ne si dispiega un ampio paesaggio di
campagna. Le ragazze come si comprende
dai loro abiti fanno parte della buona
borghesia e non mostrano di nutrire
particolari a anni esistenziali.

“PERGOLATO”

Ritrae una scena di vita familiare all’aria aperta.


Nell’immagine si vedono le donne, una bambina e
una domestica che sta portando un vassoio. Il
gruppo di famiglia è inserito in un ambiente
esterno, nel cortile di casa. Le donne si trovano al
riparo di un pergolato ricoperto di rami di vite. In
lontananza si vede un paesaggio nel quale è
dipinto un edi cio di campagna, un prato e sullo
sfondo un lare di alberi. Il colore maggiormente
di uso nel dipinto è il verde. Il lastricato del cortile
è di colore ocra, più chiaro nelle zone di luce.


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L’IMPRESSIONISMO

Corrente artistica nata in Francia nel 1874, viene in uenzato da due eventi: la fotogra a e i primi tubetti di
colore in commercio che consentivano di dipingere all’aria aperta.

La loro arte permetteva di ssare su tela l’impressione di un istante e di interpretare la realtà.

Le pennellate diventano immediate e ra gurano la luce e le ombre diventano colorate.

I temi principali sono scene di vita quotidiana come divertimenti della borghesia ambientati in paesaggi
naturali e cittadini.

ÉDOUARD MANET (1832-1883)

Pone l’attenzione agli e etti del colore, con composizioni trasgressive e non adatte a rappresentare la borghesia.

“COLAZIONE SULL’ERBA”

Una donna completamente nuda siede tranquilla al cospetto di


due borghesi in abito scuro e ci guarda. Le sue gambe raccolte
fanno da appoggio al braccio destro sollevato verso il viso in una
posizione naturale e disinvolta. Un uomo siede dietro di lei e
conversa piacevolmente con una espressione pensierosa. Il
convitato di destra, invece, è disteso con la gamba sinistra verso
la donna e il ginocchio destro piegato.

Tiene nella mano sinistra un bastone da passeggio. I tre, infatti si


sono fermati nel bosco per riposarsi durante una passeggiata.
Nell’angolo a sinistra, sotto forma di natura morta, si trovano i
resti del pranzo. Un cestino contenete qualche frutto e del pane
è poggiato sugli abiti femminili. Indietro, poi, una seconda donna
in sottoveste, si sta bagnando in un laghetto che occupa tutto il
secondo piano. A destra una barchetta è posata a riva, mentre,

 tra gli alberi al centro, si intravede il paesaggio in lontananza. Un
uccellino, forse un fringuello, aleggia in alto, tra i rami.

“OLYMPIA”

Una giovane donna priva di abiti è distesa su un letto rivolta


verso il fronte del dipinto. Il suo viso non rivela alcuna
emozione e lo sguardo acuto è puntato in avanti. La
protagonista indossa solamente alcuni gioielli, orecchini di
perla e un bracciale. Intorno al collo poi è annodato un
laccetto nero e sottile. Ai piedi porta un paio di zoccolette
gialle mentre tra i capelli spunta un’orchidea rossa. Il braccio
sinistro è piegato e sostiene il busto, invece la mano destra
copre il pube della ragazza
A destra del dipinto, una donna di colore guarda la
protagonista porgendo un mazzo di ori avvolto in una carta
bianca. Accanto a lei poi un gatto nero alza la coda e guarda
con sospetto in avanti. Il materasso è coperto da lenzuolo
bianco sgualcito mentre grandi cuscini sostengono il busto
della giovane. Sotto di lei inoltre spunta un telo giallo
decorato con motivi a ori. L’ambiente è minimamente
descritto e molto sobrio. A sinistra, si individuano un
paravento marrone e una tenda verde scostata in alto.
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“IN BARCA AD ARGENTEUIL”

Il soggetto è una coppia di borghesi di Parigi che, fuggiti


dall'effervescente caos della metropoli, si sono lasciati
conquistare dagli ozi campagnoli della bella stagione
Al timone c’è un uomo che veste un cappello adornato da un
essuoso nastro blu ed una fresca camicia alla marinaia; la
compagna per l'occasione è abbigliata con un panneggio
leggero dalle tinte piacevolmente fredde. I due sono ritratti
con vivace naturalezza, senza ltri e senza pose, così come
l'imbarcazione, che fuoriesce dai bordi del quadro.

“IL BAR DELLE FOLIES-BERGÈRE”

In primo piano la cameriera è ferma e in piedi. Si trova dietro al


bancone delle Folies-Bergère, il locale trasgressivo e alla moda di
Parigi. Davanti a lei sono poggiate sul marmo bottiglie di
champagne e di birra. Su di una alzata sono esposti dei
mandarini mentre due rose sporgono da un calice. Nonostante la
folla che pare animarsi alle sue spalle la cameriera è l’unico
personaggio veramente reale. Infatti dietro di lei è posto un
grande specchio che occupa tutta la parete
La folla dei clienti che si vede è solo il ri esso di ciò che sta di
fronte alla cameriera. Manet nel ri esso rappresenta l’interno del
locale e descrive il contenuto delle sue serate. In alto a sinistra
una acrobata è in piedi sul trapezio. Sotto di lei un borghese con

cilindro sta conversando con una donna.  A destra della
cameriera un altro uomo di mezza età e dall’aspetto molto distinto
è raf gurato con una giovane. In realtà non stanno conversando,
è in corso una trattativa per la prestazione della ragazza.

CLOUDE MONET (1840-1926)


Studia le variazioni della luce e dei colori al variare delle ore del giorno e delle condizioni meteorologiche. I temi
che predilige sono: acqua, cielo e vegetazione. Le prime tele erano naturalistiche, andando avanti con gli anni e
a causa dei problemi di vista dell’artista si fecero sempre più astratte.

“IMPRESSIONE: SOLE NASCENTE”

Viene dipinto con veloci pennellate accostate senza fusione


fra loro. Le forme dell’ambiente, le imbarcazioni, gli edi ci di
sfondo e le attrezzature, sono dipinti con la stessa qualità
pittorica delle onde. È solamente il contesto che permette di
decifrare i particolari della scena che, isolati, perdono la loro
identità.

I colori vengono accostati senza chiaroscuro per creare le


forme che vengono suggerite e ricomposte nella nostra
attività di osservazione. Su tutto il dipinto domina un tono
azzurro-grigio. Spicca l’imbarcazione costruita con alcune
veloci pennellate di grigio scuro e l’arancio del sole che
sorge. La dialettica cromatica è tutta giocata nel contrasto di
complementari tra azzurro e arancio. Il dipinto è diviso in due
metà sovrapposte. La parte in basso è occupata dall’acqua
della manica. La metà superiore, invece, dal cielo contro il
quale si stagliano le architetture urbane, industriali e le gru
dei pontili.
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“STAZIONE DI SAINT-LAZARE”

Monet utilizzò l’impressione per proporre una lettura


istantanea del La Stazione di Saint-Lazare. Le strutture
architettoniche sono solamente accennate, quel tanto che
basta per identi care la stazione. Le architetture in ferro e
l’atmosfera perturbata dal vapore delle caldaie o rirono la
possibilità di indagare situazioni di luminosità nuove. I
contrasti cromatici di complementari e i contrasti di chiarezza
ricreano, sulla tela, il teatro luminoso indagato da Monet nella
stazione. Su tutto il piano del dipinto prevale un tono azzurro
che invade anche il lastricato delle pensiline. Il colore
maggiormente dominante per saturazione è il blu dello sbu o
di vapore della locomotiva, che si alza verso la copertura di
vetro e acciaio. L’intera composizione cromatica è giocata,
così, nel contrasto di complementare tra azzurro e arancio-
bruno. Infatti questo ultimo identi ca le parti architettoniche
mentre il blu e l’azzurro sono riservati al cielo e al vapore.

“STUDIO DI FIGURA EN PLEIN AIR”

Una giovane donna passeggia su un prato orito. Indossa


una veste chiara e leggera. Al collo porta una sciarpa e con la
mano destra sorregge l’ombrello da sole. L’erba del prato
ondeggia al vento e si piega verso sinistra. Anche l’abito della
giovane come la sua sciarpa ondeggiano sollevati dal forte
vento. Nel cielo azzurro nuvole che somigliano a batu oli di
cotone corrono veloci e illuminano la scena.

“SERIE DI COVONI”

All’interno di un paesaggio immerso nel sole su di un


campo sono disposti due covoni di steli di grano.
Quello di destra è più grande mentre quello di sinistra
è poco distante ma di dimensioni minori. Il prato, in
lontananza lascia il posto agli alberi che crescono al
limitare del campo. Chiude l’orizzonte una la di
colline sovrastate dal cielo sgombro di nubi.

“CATTEDRALE DI ROUEN IN PIENO SOLE”

L’opera appartiene alla serie di vedute della cattedrale di Rouen che


Claude Monet dipinse con il variare di ore e condizioni meteorologiche.
Nel dipinto ra gura la facciata dell’edi cio religioso. In basso si apre
l’ampio portale centrale a ancato da due minori. In alto è visibile il
grande rosone. Si notano quindi gli alti pilastri e le guglie sovrastanti. Le
torri laterali poi sono intuibili oltre il bordo della tela.
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“STAGNO DELLE NINFEE-ARMONIA IN VERDE”

Ra gura una zona del terreno stagnante dominata dal


verde in tutte le sue varie sfaccettature di colore. Sono
qui il simbolo di una realtà che viene ritratta dall’artista
in un continuo movimento e mai ssa. In questa
composizione le tonalità che prevalgono il dipinto sono
i colori chiari che, grazie alla loro combinazione, creano
un’armonia perfetta di pace e tranquillità.

“NINFEE-TELE PER MUSÉE DE L’ORANGERIE”

Si tratta di una delle più vaste realizzazioni monumentali


nella pittura della prima metà del Novecento. Le
dimensioni e la super cie dipinta circondano e inglobano
lo spettatore su quasi cento metri lineari su cui si
dispiega un paesaggio d’acqua delimitato da ninfee,
rami di salici, ri essi di alberi e di nuvole, che dà
“l’illusione di un tutto senza ne, di un’onda senza
orizzonte e senza rive”.

“SALICE PIANGENTE” (1920-1922

EDGAR DEGAS (1834-1917)


Da molta importanza al disegno, non rispetta le regole degli impressionisti e le sue ambientazioni si
svolgono all’interno. I suoi soggetti preferiti sono le ballerine e le scuole di danza, ma anche scene di
vita quotidiana borghese.

“DISEGNI PREPARATORI”

Il disegno è alla base dell'arte di Degas.


Cresciuto nella tradizione di Ingres, che del
disegno è stato uno dei più grandi maestri,
padroneggiò n dagli inizi uno stile
naturalistico di invidiabile precisione, spesso
usando la matita. Negli anni Settanta lo stile
si fece più arioso e uido e Degas
abbandonò gradualmente la matita per il
carboncino o il gesso nero. Questa tecnica
dona un forte effetto scenogra co.
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“SCUOLA DI DANZA”

L’intero dipinto è dominato da un colore di fondo neutro tendente


all’ocra che identi ca il palcoscenico. Le pareti, poi, sono colorate di
un verde molto chiaro e poco saturo. Su questi colori spiccano,
nella fascia centrale, i tutù chiari delle ballerine. I colori più saturi,
sono riservati ai nastri che stringono la vita ed i capelli delle
ragazze. L’inquadratura del dipinto è ispirata a quelle fotogra che.
La fotogra a era, infatti, in ascesa a Parigi come in tutto il mondo e
Degas si ispirò ai tagli fotogra ci. Le gure vengono, quindi, dipinte
tagliando alcune loro parti con i bordi del piano pittorico. In questo
modo l’osservatore, già abituato ad osservare le immagini
fotogra che, ottiene un impressione di maggior immediatezza. Il
dipinto, infatti, acquista una componente di istantaneità quasi
casuale da reportage fotogra co.

“L’ASSENZIO”

Due avventori sono seduti ai tavolini di un caffè. La protagonista è una giovane


donna vestita con pesanti abiti che la coprono totalmente e un cappellino alla
moda. Un paio di scarpette decorate con occhi bianchi spuntano poi dal bordo
inferiore della gonna. Sul tavolino, di fronte alla protagonista, è posato un calice
che contiene una bevanda di colore giallo chiaro. Nel tavolino di sinistra si trova poi
una bottiglia trasparente e vuota posata su un vassoio di metallo. Accanto alla
donna, a destra, un uomo in abiti scuri fuma da una pipa e guarda oltre il bordo del
dipinto. Dietro i due personaggi si ri ettono sullo specchio le loro ombre
La bevitrice sembra persa nel vuoto e mostra un’espressione triste e sofferente.
Anche la sua posizione suggerisce abbandono e depressione. Infatti il busto è
leggermente piegato in avanti e le spalle sono cadenti. In ne in primo piano sul
tavolino di sinistra si legge la rma dell’artista scritta in prossimità dell’archetto di
un violino. Inoltre un giornale arrotolato intorno ad un bastone di lettura è poggiato
tra i piani dei due tavolini

“BALLERINA DI 14 ANNI”

Rappresenta una ballerina adolescente ed esprime bene il


cambiamento dell’arte ottocentesca. Non evolsero solo i materiali ma
comparvero anche nuovi soggetti
La ballerina è rappresentata senza ltri che ne ingentiliscono la
sionomia e la posizione. Per dare un maggior senso di realismo
Edgar Degas vestiti la statua con un tutù e delle scarpette vere.
Dettagli che consegnano la statua ad una quotidianità lontana
dall’idealità della pratica scultorea accademica. Inoltre, in questo
modo, non venne rispettata l’idea della danza come disciplina di
pura estetica ideale. Il maestro impressionista utilizzò spesso la cera
e l’argilla, l’impressione è quella di una immagine colta dal vero e
non ra gurata al chiuso dello studio d’artista.
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GEORGE SEURAT (1859-1891)


Le opere vengono realizzate secondo l’indagine scienti ca della percezione del colore. I piccoli
punti di colore vengono percepiti come fusi in un’unica tonalità. Le sue gure sono schematiche
e geometriche, sembrano immobilizzate. Vengono ricercati gli e etti ottici.

“DOMENICA POMERIGGIO SULLA GRAND-JATTE”

In un parco, sulle rive della Senna, Seurat dipinge la folla domenicale


dei parigini. Donne con abiti tipici dell’epoca e di gran moda che
passeggiano riparandosi con graziosi ombrellini. Poi, canottieri che
riposano dopo la competizione e, quindi, bambini che giocano
composti. Alcuni animali da compagnia seguono poi i loro padroni.
Una coppia di signori borghesi porta una scimmietta al guinzaglio. La
Senna in ne scorre a sinistra e sull’acqua scivolano alcune piccole
imbarcazioni. Lo spazio e la profondità sono costruiti mediante la
sovrapposizione delle forme e la progressiva diminuzione delle
dimensioni degli oggetti
Il corso della Senna crea un taglio compositivo sulla sinistra mentre i
tronchi degli alberi scandiscono lo spazio come le colonne di un
edi cio

“IL CIRCO”

Quest’opera è il terzo pannello di una serie composta da Parade e Chahut,


che Seurat riservò ai divertimenti della città moderna con i suoi spettacoli
notturni. Il circo divenne un tema molto frequente negli anni ottanta del XIX
secolo, soprattutto per i pittori francesi Renoir, Degas e Toulouse-Lautrec e fu
uno degli stimoli più grandi per le ricerche del puntinismo a cui Seurat si
applicò. L’opera si presenta divisa in due parti: da un lato la pista con gli
artisti, ricca di ghirigori, curve e spirali che ci comunica un senso di instabilità.
Dall’altro lato gli spalti con il pubblico, rigido, ssato in una rigorosa
geometria. Anche i colori seguono regole precise. Al bianco della luce pura
che domina la tela, sono accostati il rosso, il giallo e il blu applicati con piccoli
tratti equidistanti disposti secondo il verso delle linee del dipinto. L’artista
circoscrive in ne il suo quadro con un bordo sobrio realizzato sulla tela e con
una cornice liscia colorata con la stessa tonalità di blu che si ritrova all’interno
dell’opera. Seurat fu un teorico e poeta del colore. Per lui l’arte è armonia che
si può ottenere solo accostando elementi simili e contrari in una magica
trama di punti che costituisce la super cie della tela

IL POST-IMPRESSIONISMO

Si sviluppa in Francia nel 1880 per poi di ondersi in tutta Europa.

Gli artisti vogliono fare una ricerca personale, attraverso la solidità del colore e sperimentando nuove modalità
di dipingere fuori dalle regole accademiche.

In Italia si sviluppa il Divisionismo, caratterizzato da lunghe e sottili pennellate, le opere volevano esprimere
una denuncia sociale.

In Francia si sviluppa il Pointillisme, scomponendo la luce applicando la percezione del colore, la tecnica
consisteva nel realizzare sulla tela punti di colore puro.

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VINCENT VAN GOGH (1859-1891)

L’artista dona una visione personale della realtà.

Le pennellate sono densò e corpose e le pennellate sono dense e vorticose.

“STUDIO DI ALBERO”

Secondo lo stesso artista era fondamentale


la conoscenza del disegno. Per realizzare
un’opera
Van Gogh era un grande sperimentatore,
quindi testa la fusione di più tecniche
gra che

“MANGIATORI DI PATATE”

Una modesta famiglia di contadini olandesi è


riunita intorno al tavolo di sera. Una debole
luce proviene dalla lanterna appesa al
sof tto. Illumina i loro volti e il cibo sul tavolo
di legno. Le loro sionomie sono rocciose e
quasi deformi. Anche le mani sono nodose.
Le nocche descrivono il peso delle loro
fatiche. In ne, un’espressione stanca e priva
di speranza è dipinta sui loro volti
Van Gogh si avvicinò ai poveri ritraendo la
loro vita quotidiana.

“AUTORITRATTO CON CAPPELLO DI PAGLIA”

L’immagine di Vincent van Gogh compare vivida al centro


del dipinto. L’artista si rappresenta frontalmente,
leggermente rivolto a sinistra. Lo sguardo, però, non è
diretto verso l’osservatore ma puntato nella stessa direzione
del viso.

La sionomia di Van Gogh è immediatamente evidente. Il


naso è lungo ed a lato, leggermente curvo. Le guance poi
sono scavate e gli zigomi sono molto prominenti e quasi
appuntiti. Gli occhi inoltre hanno un colore cangiante tra il
verde e l’azzurro. La barba e i ba sono di media lunghezza
e di colore rosso-arancio. Il suo viso, così pare ancora più
sottile ed a lato. Vincent mostra una espressione ssa,
concentrata, quasi allucinata. Il cappello giallo dalla larga
falda che porta sul capo sottolinea infatti tale espressione. Il
resto dell’abbigliamento è poi quello che solitamente si
coglie nei suoi autoritratti. Sotto la giacca si intravede in ne
una camicia bianca.

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“AUTORITRATTO CON ORECCHIO BENDATO”

Vincent Van Gogh si ra gura con una


evidente bendatura all’orecchio destro.
L’artista è rivolto a destra e indossa un
pesante cappotto scuro. Lo sguardo è
sso e pare perso in una sfera interiore.
Gli occhi sembrano allucinati. Le labbra
sono fermamente serrate. Le sopracciglia
inoltre, sono aggrottate ed esprimono
disagio interiore. Sul capo porta un
cappello decorato con una pelliccia nera.
Sullo sfondo, è visibile una stampa
orientale e l’interno della sua stanza.

“CASA GIALLA”

Vincent Van Gogh ra gura la casa ad Arles dove ha vissuto insieme


all’amico Gauguin.

Viene ripresa con un’inquadratura ad angolo, l'osservatore entra nel


dipinto secondo la linea obbligata dei mucchi di terra, ammassati
sulle strade per via di alcuni lavori di manutenzione. La visione viene
in ne completata dai personaggi, che chiacchierano seduti ai tavolini
o camminano placidamente per le strade della città.

Il colore principale è il giallo cromo, controbilanciato dal cielo


cobalto.

“CAMERA AD ARLES”

La stanza è arredata come un ambiente semplice nel quale sono


presenti pochi mobili e oggetti. Sulla destra si vede un letto in legno
ad una piazza. Sulla sinistra poi un piccolo tavolino raccoglie gli
oggetti per l’igiene quotidiana. Sopra al tavolino vi sono anche un
piatto, un bicchiere ed una brocca. Questo indica che
probabilmente questo mobile era anche dedicato ai pasti frugali
dell’artista. Sul muro, due chiodi reggono il necessario per la
toeletta. Sopra al tavolino inoltre è appeso un povero specchio e a
sinistra un asciugamano pende dal grosso chiodo. A sinistra in
primo piano la sedia è posta di fronte alla porta d’uscita. Sopra a
letto vi sono anche due ritratti e sotto, probabilmente, due stampe.
Di fronte all’osservatore si trova la parete che accoglie la nestra
che fa anche da testata per il letto. Dietro a questo si trova
l’armadio di van Gogh. Un porta abiti con dei semplici ganci in
metallo sui quali appendere i propri vestiti. Tra il letto e il tavolino la
sedia fa da comodino.

“SEDIE DI VAN GOGH E GAUGUIN”

Rappresenta due sedie, una appartenuta


all’amico pittore Gauguin.

Le due sedie sono diverse e racchiudono le


diverse tecniche pittoriche dei due.

Sono poste in modo da non incontrarsi, Van


Gogh racchiude così le nature spesso con ittuali
dei due artisti.

Van Gogh inoltre prova a rendere omaggio alla


pittura dell’amico imitando il suo modo di
dipingere e utilizzando colori più cupi.
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“VASO CON GIRASOLI”

Il dipinto appartiene ad una serie composta da 7 opere, tutti i dipinti ra gurano


un mazzo di girasoli all’interno di un vaso. I ori sono disposti in modo ordinato
e formano un grande mazzo che riempie tutto il dipinto. Alcuni di essi
possiedono ancora i petali, altri sono, invece, parzialmente s oriti. Il vaso
riporta, come fosse una dedica, il nome Vincent. I ori sono disegnati
velocemente con grandi pennellate e linee spesse di contorno. Anche il vaso,
poi, è colorato con due campiture bidimensionali senza chiaroscuro.
Ugualmente, in ne, piano e sfondo sono dipinti, semplicemente, con colore
bidimensionale.

Il colore che domina la scena è il giallo.

“NOTTE STELLATA”

Un paesaggio di campagna nella notte. Le nestre sono illuminate dalle luci


domestiche mentre la falce di luna illumina un cielo nel quale si agitano turbini
inquietanti. Sotto ad un cielo costellato di stelle, con una falce di luna in alto a
destra, Vincent van Gogh dipinge un paesaggio di campagna. Al centro, in basso, si
trova una chiesetta con un alto campanile. Intorno ad essa vi sono delle semplici
case di campagna con le nestre illuminate. Un grande cipresso interrompe il
paesaggio a sinistra sotto la Notte stellata. Oltre il villaggio, a destra, si nota, invece,
un tto bosco che sembra abbattersi sul villaggio come un maremoto. In ne,
all’orizzonte colline e montagne lontane, sembrano onde gigantesche in corsa verso
le case
Van Gogh ha utilizzato brevi pennellate modellanti di colore materico. La direzione
dei segni colorati segue, infatti, la forma delle gure. Nei tetti le linee sono oblique, i
cespugli e gli alberi lontani sono rappresentati con pennellate curve. Le montagne,
invece, sono modellate con linee ondulate. Il grande cipresso, invece, sembra una
grande ammata scura. Il cielo, in ne, è animato da vortici di nubi e vento che
creano aloni luminosi intorno alle luci delle stelle e della luna. Una vasta gamma di
blu e azzurri riempie tutta la super cie dipinta. La luce notturna è rappresentata dal
blu oltremare, mentre la vegetazione diventa quasi nera. Le luci arti ciali brillano
gialle dalle nestre delle case. Nel cielo la luna e le stelle spiccano grazie al
contrasto di complementari, infatti, il giallo-arancio è complementare al blu

“CAMPO DI GRANO CON VOLO DI CORVI”

Su un campo di grano ormai maturo vola uno stormo di


corvi neri. Dal primo piano una stradina fende gli steli
dorati e si perde nel campo in lontananza. I bordi del
sentiero sono popolati da erba verde. A destra invece, il
campo con na con il terreno argilloso. Nel cielo scuro
vorticano nubi nere che si confondono con il volo dei
corvi. Van Gogh dipinse l’opera con uno stile materico e
veloce. Il grano si piega sotto l’e etto del vento e crea
delle onde riprodotte con pennellate dense di colore e
inclinate verso destra. La super cie del grano, invece, è
dipinta con segni orizzontali più brevi. Le tre stradine sono
costruite con le pennellate che seguono la loro direzione
come anche l’erba che cresce sul bordo. Il cielo, inoltre, è
animato da segni neri che si sovrappongono a quelli blu
scuro. Alcuni tratti più chiari, invece, segnano le circolarità
delle nubi. I corvi, in ne, sono delineati da semplici
pennellate che descrivono il corpo e le ali degli uccelli.

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SECESSIONE VIENNESE

Movimento artistico, a cui apparteneva l’Art Nouveau, interessò sia pittura che architettura.

Si sviluppò in Austria alla ne dell’1800.

L’ideale di questo movimento era quella di dissociarsi dagli stili artistici tradizionali.

“PALAZZO DELLA SECESSIONE”- J.M. OLBRICH

L'idea di Olbrich deriva da un disegno di Gustav Klimt, che prevedeva


una costruzione cubica, sormontata da un frontone simile a quello di un
tempio. Olbrich elaborò la pianta partendo da un semplice quadrato sul
quale si sviluppa il volume. L'ingresso, che sembra circondato da un'aura
mistica all'interno della quale possono accedere solo gli iniziati. Questa
sensazione è provocata dall'aspetto dell'ingresso stesso, composto da
blocchi massicci che ancheggiano l'entrata, spogli e privi di decorazioni.

Elemento di grande novità decorativa è la cupola traforata, quasi sferica,


composta da migliaia di foglie di alloro in rame ricoperto da lamine d'oro,
la cui lucentezza contrasta con le pareti semplicemente intonacate di
bianco, la cupola permette un'illuminazione naturale dall’alto.

GUSTAV KLIMT (1862-1918)

Fonda il movimento artistico della Secessione Viennese, i suoi soggetti sono le gure femminili,,
rappresentavate in maniera molto realistica.

Le sue decorazioni sono dotate di molto oro, come nelle tradizioni bizantine.

“GIUDITTA I”

Giuditta è dipinta seminuda, in modo provocatorio, indossa gioielli tipici dell’Art


Nouveau, con una pettinatura che segue la moda contemporanea. Il dipinto ha un
taglio verticale accentuato con la gura di Giuditta, dalla grande carica erotica,
che domina l’immagine. La testa di Oloferne è rappresentata appena di scorcio,
la si nota in basso a destra. Gli incarnati della gura danno una resa
tridimensionale, mentre il vestito è trattato con un decorativismo bidimensionale,
il tutto in una fusione che ha una resa astratta, di grande eleganza formale.
Nell’opera di Klimt la protagonista ha una posa molto sensuale, con una veste
semitrasparente, che ne scopre le nudità del busto, e ha un’espressione del volto
di crudele trionfo, con labbra semiaperte e occhi socchiusi in uno sguardo freddo
e distaccato.

I colori sono tenui e delicati, i capelli folti neri, in un’atmosfera tra il sacro e il
profano. Al collo la donna porta un pesante gioiello in stile liberty, che si riferisce
alla decapitazione, ha le dita lunghe e a usolate, simili ad artigli, ed accarezza in
modo subdolo la testa del generale che tiene sottobraccio.

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“GIUDITTA II”

La gura femminile rappresentata nella sua interezza e non più sino alla vita
conferisce una forte verticalità all'insieme pittorico, tanto che il limite inferiore del
quadro tagliando di netto la gonna della donna ci lascia immaginare quasi che la
sua gura possa continuare ancora verso il basso. Lo slancio verticale quasi
sproporzionato delle gure femminili è una caratteristica peculiare dei quadri del
pittore austriaco, che con tale mezzo espressivo conferiva ai suoi soggetti una
monumentalità e un'eleganza assolutamente predominanti all'interno delle sue
opere. Le parti del corpo di carattere gurativo si concentrano soprattutto su
viso, busto, mani, in basso e in ombra sulla destra compare la testa di Oloferne.

“LE TRE ETÀ DELLA DONNA”

L'artista presenta le tre eta' della donna e della


vita posizionando tre gure di donne di eta'
diversa: una giovane mamma con la bimba e
una vecchia. La gura della donna vecchia
presenta un corpo nettamente tridimensionale
rispetto alla bidimensionalità della madre. 

Le tre donne sono avvolte in una specie di


bozzolo colorato mentre il resto dello sfondo e'
caratterizzato da una banda nera orizzontale e
uno sfondo bruno-dorato.

“FREGIO STOKLET”

Nel 1904 le o cine Wiener Werkstatte ricevettero la loro


commissione più importante: la costruzione di
un palazzo a Bruxelles per l'industriale Adolph Stoclet.

L'architetto Josef Ho mann chiese a Klimt di occuparsi


della decorazione della sala da pranzo. per la quale il
pittore disegnò tre pannelli, realizzati successivamente a
mosaico. Si sviluppa orizzontalmente e racconta un
susseguirsi di scene che apparentemente sembrano non
essere correlate l’una all’altra, ma che nella realtà
attribuiscono una complessa dinamicità all’intera opera.
Klimt mostra le ri essioni a lui più care, simboleggiate
dalle gure dalla donna, dalla natura morta e dall’amore
e sono rappresentate con l’albero della vita, l’attesa e
l’abbraccio.
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“IL BACIO”

Un uomo e una donna si abbracciano al centro di uno spazio


astratto. L’uomo avvolge il viso della donna con le sue mani
teneramente e si china sul volto di lei dall’alto. La giovane ha il
viso reclinato di lato e poggiato sulla sua spalla sinistra. Il suo
braccio destro è sollevato e la mano poggia sul collo dell’uomo. Il
braccio sinistro della donna invece è esso contro la sua spalla.
La mano è stringe quella dell’uomo. Il volto della donna è chiaro e
arrossato leggermente sulle gote. Gli occhi sono chiusi e la sua
espressione è serena ed estatica. Tra i capelli vi sono alcuni ori
che decorano la capigliatura
L’uomo invece ha una ghirlanda di foglie d’edera avvolta tra i
capelli. I due personaggi indossano poi ampie vesti decorate con
motivi astratti e molto colorati. La donna è avvolta in una veste
attillata che lascia scoperte le spalle e le gambe dal polpaccio
no ai piedi. L’uomo invece è avvolto in una tunica dorata
decorata con motivi rettangolari neri bianchi e grigi. I due sono
inginocchiati su di un prato punteggiato di ori gialli e viola.
Un’aura dorata avvolge i due amanti e scende in basso creando
rivoli sul prato. Lo sfondo in ne è monocromatico e
bidimensionale

“FREGIO DI BEETHOVEN”

L'interno del Palazzo della Secessione venne completamente ristrutturato per sistemare la mostra creando una
specie di cattedrale a tre navate. A Klimt toccava la navata sinistra.

Si creava una specie di arte totale come si pre ggevano i Secessionisti.

Il Fregio di Beethoven di Klimt e' l'unica opera rimasta.

Così si divide l’opera:

Prima parete

L'anelito alla felicita'. I lamenti del debole genere umano. Le suppliche quali forza esterna, la compassione e
l'ambizione quali forze interne, muovono l'uomo forte e ben armato alla lotta per la felicita'.

Parete corta

Le forze ostili. Il gigante Tifeo, contro il quale gli stessi Dei inutilmente combatterono, le sue glie, le tre Gorgoni,
Malattia, Follia, Morte. Volutta' e lussuria, eccesso, angoscia che rode, Gli struggimenti e i desideri degli uomini
volano via in alto.

Ultima parete

L'anelito alla felicita' trova compimento nella poesia.  Le arti ci conducono no al regno dell'ideale, dove soltanto
possiamo trovare pura gioia, pura felicita', puro amore. Coro degli angeli dl Paradiso.' Gioa, meravigliosa scintilla
divina. Questo bacio a tutto il mondo.

Nel creare l'opera Klimt si era ispirato alla lettura della Nona Sinfonia data da Wagner nel 1846 e alle parole dell'Ode
alla Gioia di Schiller, musicata da Beethoven nel celebre coro conclusivo della sinfonia. Il Fregio è lungo 24 metri ed è
dipinto con colori alla caseina su intonaco a incannucciato e con inserimento di pietre dure e madreperla.
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ANTONI GAUDÌ (1852-1926)

È il massimo esponente dell’architettura modernista, utilizza forme derivate dai sogni usando
materiali diversi e esprimendo spiritualità e misticismo.

Le sue architetture sono tutte ispirate al razionalismo europeo.

“PARCO GÜELL”

Venne realizzato per l’impresario Eusebio


Güell, il parco ha l’aspetto di un luogo
abesco, ricco di specie vegetali,
padiglioni, scale, piazze, sculture e fontane.

Le forme sono organiche e sinuose.

“CASA BATTLÒ”

Palazzo di appartamenti di 5 piani inserito in una schiera


compatta di edi ci.

Viene inserito nel tessuto urbanistico, alla funzionalità abitativa si


fonde all’esuberante dinamismo.

L’edi cio inoltre fonde diversi stili architettonici e vengono


impiegati numerosi materiali.

Il tetto ricorda le scaglie di un rettile.

“SAGRADA FAMILIA”

Cattedrale concepita con uno stile gotico.

Si eleva da terra grazie ad un basamento.

L’intera struttura esterna è ricoperta di sculture con


tema evangelico e biblico.

Il verticalismo delle forme goticheggianti esprime il


senso mistico dell’ascensione dalla terra al cielo.

La pianta è a croce latina con 5 navate, transetto,


deambulatorio e cappelli radiali.
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ESPRESSIONISMO

Avanguardia artistica del 1900 che si sviluppa in Germania.

Ri uta gli arti ci di prospettiva e chiaroscuro ed è la proiezione immediata di sentimenti soggettivi.

Non rappresenta la realtà oggettiva del mondo e la trasferisce nel personale con l’uso di colori violenti,
forme sommarie e spigolose e tras gurazioni drammatiche.

Non esiste più il concetto di bello che viene sostituito da quello della morte.

Si divide in due loni: FAUVES e DIE BRYCKE.

EDVARD MUNCH (1863-1944)

È considerato il precursore dell’espressionismo.

Tratta i temi della malattia, della morte e pensieri negativi, ma anche dell’angoscia esistenziale, la solitudine
umana, la morte incombente, il futuro incerto e la società borghese disumana.

Le sue gure sono caratterizzate da personaggi inquietanti.

“FANCIULLA MALATA”

Il dipinto ra gura Sophie, sorella dell’artista, vista di


pro lo, stesa su un letto e con le spalle appoggiate a un
enorme cuscino bianco; la giovane fanciulla ha la testa
coronata di capelli rossi, il corpo protetto da una
coperta verde e lo sguardo vacuo rivolto al panneggio
verde alla sua destra. Accanto a Sophie, inginocchiata,
vi è una gura femminile che sopra atta dal dolore
congiunge le proprie mani con quelle della bambina, in
un gesto di saluto estremo. La stanza è stretta e
brulicante di oggetti.

“NOTTE A SAINT CLOUD”

Ritrae il suo compagno d’appartamento,


ma il suo volere era quello di rappresentare
se stesso come l'alter ego di suo padre. Lo
sguardo di chi legge il quadro entra in una
sfera privata, e scruta l'uomo che è in
ombra, malinconico, che ammira la Senna
o forse ammira la visione del vuoto, del
niente.

Si avvale della bicromia azzurro-marrone.


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“URLO”

A destra del dipinto si sviluppa il mare con la sua isola centrale. A


circa tre quarti dell’altezza si trova poi la linea dell’orizzonte, ondulata
e mossa. Da qui sale il cielo modellato da linee sinuose orizzontali e
sovrapposte. Al centro dell’immagine, in basso, si trova invece la
gura umana serpeggiante che porta le mani al viso e urla con
disperazione. Il suo volto è privo di connotati di età e sesso. Anche gli
abiti che indossa sono sempli cati e ridotti ad una veste scura che
copre interamente il corpo. In ne, al limite posteriore del sentiero si
intravedono due sagome di uomini che procedono af ancati
Il dipinto rappresenta attualmente una vera icona culturale della
condizione di sofferenza dell’umanità. Le tinte sono irreali e non
rispettano, se non parzialmente, i colori reali del paesaggio naturale. Il
colore dell’acqua è l’unico ad essere rispettato, se pur nel suo blu
forte e profondo. Il sentiero e il parapetto in legno sono di un marrone
molto saturo. Il cielo e le nuvole poi sono rappresentati con linee
curve e disorientanti di colore arancio e ocra. Qualche spiraglio di
azzurro si intravede tra questi due colori che, probabilmente,
rappresentano le nubi. Nel dipinto si coglie l’accostamento di colori
puri che diventa contrasto di complementari. Tra cielo e mare, infatti la
coppia di complementari più evidente è quella arancio e blu. Si
riscontra anche il contrasto tra verde e rosso

“BACIO”

Il dipinto rappresenta due gure umane che si baciano all'interno di un


locale, vicine ad una nestra da cui si intravede una via con vetrine
illuminate e pochi passanti. A destra del quadro vediamo le due gure
avvinte.

L'uomo è rappresentato di pro lo con il braccio destro proteso in avanti


in un abbraccio; delle gambe si individua la parte superiore; l'uomo
indossa un abito blu dalla cui giacca si evidenzia una parte del colletto
bianco di una camicia; del volto sono individuabili l'orecchio destro e
pochi tratti relativamente al mento, al naso, all'occhio destro e alla fronte;
i capelli sono corti di colore nero.

La donna è rappresentata in posizione frontale ma con il busto


lateralmente tutto proteso verso il corpo dell'uomo; si distingue solo una
parte del collo lasciato scoperto da un abito nero che presenta una
profonda scollatura, non è individuabile il volto. Nella parte superiore a
destra vediamo una parete del locale che è disadorna.

La coppia è posto accanto ad una nestra che ha una tenda dai colori
che vanno dal bianco all'azzurro, raccolta in basso a destra. Dai vetri
della nestra si vede una via con quattro vetrine illuminate inserite nel
contesto di edi ci con nestre buie e una gialla. Si distinguono quattro
passanti e un grande cipresso la cui altezza è rapportabile a quella degli
edi ci vicini. I vetri sono collocati in modo tale da dividere la nestra in
quattro sezioni.

In basso a sinistra è collocata la rma del pittore.

I colori di tutta la composizione sono scuri, azzurri, blu e neri e le tonalità


sono fredde.
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“MALINCONIA”

In primo piano, nell’angolo destro della tela, un


uomo siede, ripiegato su se stesso, su una
spiaggia rocciosa. Si sorregge pensieroso il
capo con la mano, tipico atteggiamento
malinconico. La postura e la posizione della
mano lo proiettano al di fuori della scena.

L’immagine è bidimensionale.

Non sono presenti prospettiva aerea e


ombreggiature.

“SERA SUL VIALE KARK JOHAN”

l dipinto ra gura la passeggiata serale dei cittadini borghesi, sono


ra gurati nel loro aspetto più terribile: i loro occhi sono spalancati,
l'espressione del viso è ssa, il colore dell'incarnato è giallastro.
sullo sfondo si erge con fare intimidatorio il municipio, illuminato
da una luce inizialmente gialla, che tramuta le nestre in occhi
luminescenti che sembrano controllare che tutto vada secondo gli
schemi previsti dalle convenzioni borghesi. A destra del municipio
si eleva minacciosamente un'escrescenza nerastra, mentre a
sinistra è presente una schiera di abitazioni.

“MADONNA”

Una donna nuda, ra gurata no ai anchi, si impone allo sguardo


dell'osservatore. Le braccia sono piegate dietro il corpo, con
l'e etto di spingerlo ulteriormente verso il primo piano, i capelli
neri sono sparsi sulle spalle e il volto reclinato all'indietro è colto
nel momento dell'estasi. La testa della donna è incorniciata da
un'aureola profana, il cui colore rosso si carica di riferimenti
simbolici.

Lo sfondo gioca sulla bicromia del rosso e del nero.


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CUBISMO

Nasce nel 1907 quando Picasso e Braque iniziano a scomporre, ruotare e ricomporre le gure che poi
vanno a rappresentare nelle loro opere con una percezione istintiva della realtà.

I colori sono brillanti e inverosimili.

Si suddivide in tre fasi:

- CUBISMO FORMATIVO (1907-1909): Vengono inizialmente sempli cate le forme, i volumi diventano puri
e gli artisti vengono in uenzati dall’arte primitiva.

- CUBISMO ANALITICO (1909-1912): le gure vengono spezzate da linee frammentate mediante la


sovrapposizione dei piani, viene annullata la prospettiva ma non la profondità, l’oggetto tende a fondersi
con lo spazio circostante.

- CUBISMO SINTETICO (1912-1914): l’oggetto viene scomposto e ricomposto secondo il principio della
visione simultanea, le immagini vengono sempli cate e ridotte ad elementi essenziali e accennati.

PABLO PICASSO (1881-1973)

Viene considerato il padre del cubismo, frequenta le accademie di Barcellona e Madrid dove
studia le opere di Goya e Velazquez, ma il suo animo fantasioso, irrequieto e indipendente lo
porta a creare un nuovo movimento artistico.

La sua carriera artistica si può dividere in 5 fasi:

1. 1901-1904: la morte del suo amico Carlos Casagemas cambia il suo modo di dipingere
instaurando così il PERIOO BLU, formato da colori freddi, le opere sono intrise di malinconia
e preferisce rappresentare soggetti sfruttati e emarginati.

2. 1905-1906: periodo di intensa produzione, viene de nito PERIODO ROSA, rappresenta


soggetti del circo e dei saltimbanchi.

3. 1906: EPOCA NEGRA, de nita così poche si avvicina alla scultura polinesiana e africana.

4. 1907: Inizia il MOVIMENTO CUBISTA.

5. I E II GUERRA MONDIALE: questo periodo viene caratterizzato da opere contro la guerra e


la dittatura.

“BEVITRICE DI ASSENZIO”

Il quadro vuole mostrare, nella gura della donna,


la solitudine da cui il pittore era stato colpito in quel
periodo e ricade nel periodo blu dell'artista.

“POVERI IN RIVA AL MARE”

Appartiene ad una fase della produzione di Picasso che la critica


de nisce periodo blu. Le tre gure umane mostrano chiaramente
la preparazione accademica dell'artista; sono de nite da una linea
di contorno marcata e presentano un aspetto plastico grazie alle
ombre e ai contorni neri. Ri ettono un senso di chiusura in sé
stessi, il che determina distacco e malinconia. Come le altre opere
di questo periodo il tema principale è l'incomunicabilità, infatti i
personaggi sono statici, immobili, incapaci di relazionarsi fra loro.
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“FAMIGLIA DI SALTIMBANCHI”

Appartiene ad una fase della produzione di Picasso


che la critica de nisce periodo rosa. Un gruppo di
circensi posa circondato da un paesaggio senza
tempo. Tra le dune non compare alcun accenno di
vegetazione. Sopra la scena domina un cielo
azzurro popolato da nubi chiare. A sinistra vi sono
cinque personaggi, un arlecchino in piedi che tiene
per mano una bambina. Poi un uomo corpulento
con una tuta rossa tiene in spalla un sacco. Alla sua
sinistra in ne un ragazzo in costume tiene in bilico
un contenitore cilindrico. In centro, inoltre un
adolescente osserva a destra in direzione di una
donna seduta che sembra estranea al gruppo
familiare.

“LES DEMOISELLES D’AVIGNON”

Vengono rappresentate cinque ragazze che si


espongono alla vista dell’osservatore. Sono
disposte frontalmente e mostrano in modo sfacciato
la loro nudità. Si pongono come modelle e la loro
posizione prende direttamente in considerazione
l’esistenza di qualcuno che le sta osservando. I
realtà potrebbero essere ragazze di una casa di
tolleranza frequentata dal giovane Picasso. Lo
sfondo è rappresentato da zone frammentate di
diversi colori che si integrano con quelle dei corpi
delle ragazze.

È considerato universalmente il manifesto del


Cubismo.

“RITRATTO DI AMBROISE VOLLARD”

Il Ritratto di Ambroise Vollard di Pablo Picasso


sembra un’immagine frantumata all’interno di uno
specchio. Le varie parti che compongono il dipinto,
infatti, paiono schegge monocrome che si
compongono nel formare il Ritratto di Ambroise
Vollard. Nel dipinto si riescono ad identi care,
su cientemente bene, gli occhi il naso e la bocca.
La barba e la sommità della testa sono riconoscibili
attraverso il colore che li ritaglia dal fondo.
Ambroise Vollard sta leggendo un libro ma è di cile
identi carlo all’interno delle gure che si
sovrappongono e si integrano in basso e al centro.
Il resto della super cie è costruita con altre schede
e incastri di colore bruno tendente al marrone
scuro.
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“NATURA MORTA CON SEDIA IMPAGLIATA”

È un collage di pittura a olio, tela cerata, carta e corda su


tela. Rappresenta la super cie di un tavolo ovale decorato
lungo il bordo, coperto da un ritaglio di tela cerata su cui
sono visibili: un giornale, una pipa, un bicchiere, un
cucchiaio, uno spicchio di limone ed una conchiglia. Sono
oggetti che l'autore ha già inventariato nella sua
produzione precedente. La visione, da più punti di vista,
avviene dall'alto. La natura morta dipinta segue le regole
visive del Cubismo analitico, mentre la super cie su cui è
collocata appare tattile. Questo quadro, fondamentale
nella storia dell'arte, crea le premesse al successivo
Cubismo sintetico.

“LA CORSA”

Ra gura due donne enormi e scomposte che corrono


sulla spiaggia; il balletto infatti, celebrava il culto dello
sport e del nudismo.

Le due gure, più che intente in una corsa a perdi ato,


sembra stiano danzando. Il drappeggio rigido e fermo delle
tuniche e i movimenti poco coordinati rimandano alle
menadi danzanti dell'arte greca. Nonostante le forme
gon e e sproporzionate, le due donne mantengono una
carica di sensualità.

“GUERNICA”

Il soggetto del dipinto è il bombardamento della cittadina di Guernica da parte dell’aviazione nazista nel 1937. La
lettura di Guernica procede da destra a sinistra per adeguarla alla sua collocazione all’ingresso del padiglione
spagnolo. In alto a destra una donna ferita alza le braccia al cielo, tra le case in amme. Alla sua sinistra poi una
gura spettrale tiene in mano una lampada ad olio. In basso avanza trascinandosi una donna svestita. Al centro della
grande tela un cavallo avanza verso destra ma volta la testa a sinistra e nitrisce terrorizzato
Sotto gli zoccoli dell’animale il cadavere di un soldato giace in basso con una ferita sulla mano sinistra. La mano
destra impugna una spada dalla lama spezzata. Dalla stessa mano però sorge un ore. In alto brilla una lampadina
alimentata elettricamente e diffonde la sua luce nel buio. Nell’opera è raf gurata una madre che stringe il glio
neonato. Sopra la donna compare in ne un toro, simbolo del suo sacri cio nell’arena durante la corrida e della
Spagna. La scena ricorda una natività sconvolta dal bombardamento. Tra i due animali è dipinta una colomba,
simbolo della pace ormai ferita
Le gure deformate contribuiscono a rendere drammatico il racconto, le forme sono taglienti, aguzze e sembrano
lacerarsi a vicenda, Le bocche delle donne e degli animali urlano il loro dolore e la loro paura
Per realizzare la sua grande opera Picasso utilizzò una gamma povera di colori. Il fondo è nero e le gure realizzate in
bianco e con varie tonalità di grigio. I contrasti sono forti e le gure si stagliano ritagliate contro il fondo nero del
dipinto. Pablo Picasso organizzò lo spazio senza utilizzare la prospettiva geometrica. I personaggi che affollano il
dipinto sono infatti distribuiti sulla super cie dell’opera con un criterio narrativo piuttosto che realistico.
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