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Il daltonismo

Il daltonismo consiste in una cecità parziale ai colori, generalmente al rosso e al


verde, anche se più raramente interessa la percezione del blu. È una patologia
prevalentemente genetica e quindi ereditaria. Tuttavia, può manifestarsi anche in
seguito a danni agli occhi, ai nervi, alla corteccia cerebrale o in seguito all'esposizione
ad alcuni composti chimici. Benché venga considerata solitamente una disabilità, il
daltonismo può rivelarsi vantaggioso in alcune situazioni. Ad esempio, un cacciatore
daltonico può riuscire a distinguere meglio una preda mimetizzata su uno sfondo
caotico.

Cenni storici
Fu il chimico inglese John Dalton a dare una prima descrizione scientifica del
daltonismo nel 1794. Lo scienziato pubblicò l'articolo intitolato "Extraordinary facts
relating to the vision of colours" ("Fatti straordinari legati alla visione dei colori") dopo
essersi accorto della propria cecità cromatica. Quando Dalton morì nel 1844 i suoi
bulbi oculari furono asportati per sua stessa volontà per essere studiati.

Dov'è collocato il gene difettoso


Il gene difettoso, portatore della malattia, è collocato sul cromosoma sessuale X. Ne
consegue che i daltonici sono quasi tutti maschi. Infatti, una neonata per essere
daltonica deve ricevere sia dal padre che dalla madre un cromosoma X con questo
difetto, questo perché la malattia è recessiva. Affinché un maschio risulti daltonico
invece è sufficiente che la madre gli trasmetta il cromosoma X con il difetto. In effetti,
secondo alcune stime, ben 8 individui di sesso maschile su 100 sono daltonici, mentre
in genere l'incidenza sulle donne è dello 0.5%.
La forma più rara di daltonismo, quella relativa alla percezione del colore blu, non è
trasmessa con il cromosoma X.

La diffusione della malattia legata alla geografia


Il daltonismo ha una diffusione significativa, benché la sua incidenza vari molto
all'interno dei diversi gruppi umani. Comunità isolate, con un patrimonio genetico
relativamente ristretto, a volte presentano un'alta proporzione di individui affetti da
cecità ai colori, anche dei tipi più rari. Alcuni esempi sono l'Australia, in cui si stima
che il 4% della popolazione abbia una qualche carenza nella percezione del colore, le
regioni rurali della Finlandia e alcune isole della Grecia.

Descrizione della malattia


Ogni oggetto contiene delle sostanze fotosensibili, che, quando sono irradiate dalla
luce, emettono delle radiazioni elettromagnetiche che vengono percepite dalla retina.
La percezione delle diverse lunghezze d’onda da parte della retina avviene,
principalmente, per mezzo dei coni, responsabili della visone diurna.
Essi vengono suddivisi in tre gruppi specifici, a seconda della lunghezza d’onda a cui
sono sensibili: uno per il colore blu (Tritan) presente in concentrazione minore rispetto
agli altri, uno verde (Deutan) e infine uno per il rosso (Protan). 
Quando vengono stimolati tutti i gruppi contemporaneamente si avrà la percezione del
colore bianco, mentre, quando vengono stimolati singoli o multipli gruppi di coni, si
avrà la percezione dei colori con le loro sfumature. Le alterazioni della visione dei
colori sono divise in acromatopsie e discromatopsie:
Le discromatopsie sono caratterizzate dalla mancata percezione di alcune bande di
colore. Sono dovute alla mancanza o alterazione di uno o due gruppi di coni. Nel caso
in cui i gruppi di coni sono presenti, ma mal funzionanti, si parlerà di Tricromie
anomale. Esse comprendono la Protoanomalia (difficoltà nel distinguere il rosso) e la
Deuteroanomalia (difficoltà nel distinguere il verde).

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