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EDITORIALE
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ELENA LEDDA
Vicedirettrice editoriale
16 8 PERSONAGGI STRAORDINARI 16 VITA QUOTIDIANA
Mesmer, il guaritore Donne al lavoro
Alla fine del XVIII secolo, a Vienna nel Medioevo
e a Parigi fecero furore le sedute Al contrario di quanto si possa
di terapia magnetica del medico credere, nel Medioevo erano molte
tedesco Mesmer. le donne che lavoravano, e lo
facevano in tutti i settori.
14 ANIMALI NELLA STORIA
Il purosangue inglese 118 GRANDI ENIGMI
La passione britannica per le Peter Stumpp: tutti
corse di cavalli portò a selezionare contro l’uomo lupo
una razza leggendaria di Nel 1589 un uomo venne
purosangue. accusato di trasformarsi in lupo
e di divorare bambini e adulti.
Probabilmente si trattò
122 14 di un complotto.
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DI LETTURA
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C
iarlatano e disonesto per Österlin, che Mesmer sottopose a un
1815
Mesmer muore
Il “fluido universale” di
nell’anonimato Mesmer avrebbe agito sul corpo
a Meersburg, non
lontano da dove permettendone la guarigione
era nato.
LA PRIMA EDIZIONE DI MEMORIA SULLA SCOPERTA DEL MAGNETISMO ANIMALE. 1779.
GRANGER / ALBUM
ALAMY / ACI
Nel 1777, di nuovo a Vienna, Mesmer Su richiesta dell’imperatrice Maria la Società reale di medicina chiusero
accolse nel suo studio una famosa pia- Teresa e dell’arcivescovo di Vienna, il la porta in faccia alle sue aspirazioni.
nista, Maria Theresia von Paradis, di 18 protomedico di corte (a cui spettava la Per vendicarsi Mesmer si procurò ben
anni, cieca da quando ne aveva quattro. tutela della professione) ordinò quindi presto il sostegno dei pazienti e dell’o-
Con grande sorpresa, dopo aver inizia- a Mesmer di cessare il trattamento e pinione pubblica. La mesmeromania si
to il trattamento la giovane recuperò di mettere fine a quello che, in molti, diffuse nella società parigina, e nel suo
parzialmente la vista. Ciononostante, consideravano un inganno. lussuoso studio terapeutico nell’Hôtel
Mesmer venne accusato di frode da Bouillon affluì una clientela variegata
rivali potenti, come il medico di corte Verso Parigi e sempre più numerosa.
Jan Ingenhousz. Non solo: il padre di Dopo il grande fallimento Mesmer Qui Mesmer sperimentò il cele-
Maria Theresia, che temeva di perdere abbandonò Vienna e nel 1778 si tra- bre baquet, una macchina magnetica
le attenzioni imperiali e il successo di sferì a Parigi, dove sperava di ottenere di sua invenzione. Questa sorta di
pubblico in seguito alle pratiche cui si la fama negatagli in patria. Messe in condensatore magnetico era una ti-
era sottoposta la figlia, irruppe in casa allerta dalle analoghe istituzioni au- nozza di forma circolare, o ellittica,
del medico con la spada sguainata. striache, l’Accademia delle scienze e al cui interno venivano poste l’acqua
come Santo Domingo. Attirò nobili, sfidato apertamente le istituzioni il fluido si blocca o non scorre bene,
borghesi, preti, medici, avvocati, fun- dell’Ancien Régime, il mesmerismo causa una malattia. L’armonia fisica
zionari, semplici cittadini e schiavi, assunse importanza politica e si af- deve inoltre corrispondere a un’ar-
e liberò definitivamente Mesmer dal fermò sulla scena sociale precedente monia sociale. La libertà è necessaria
controllo della monarchia e delle isti- alla Rivoluzione francese. per la felicità come per la salute, e la
tuzioni scientifiche. Quando tornò a Parigi nel 1788, lo repubblica deve reggersi sulla sovra-
stesso Mesmer ostentò simpatie per nità dei cittadini, nonché su un patto
Amico della Rivoluzione i focolai di agitazione rivoluzionaria volto al benessere di tutti.
Nell’agosto del 1784 due commissioni e si schierò dalla parte dei giacobini Contrario alla pena di morte, Me-
reali composte da membri della facoltà di Vienna. Nel 1802 redasse persino smer attribuiva un ruolo essenziale
di medicina e dell’Accademia delle un progetto di costituzione per la all’educazione e si batté per il ricono-
scienze, tra cui Benjamin Franklin, repubblica elvetica. In alcune memo- scimento dei diritti infantili.
l’astronomo Bailly, il chimico Lavoi- rie sulle scoperte scientifiche (1799) I suoi apporti teorici e i suoi in-
sier e il medico Guillotin – inventore e in altri scritti, Mesmer illustrò il segnamenti suscitano ancora oggi
dello strumento con cui avrebbero suo pensiero sull’uomo, la morale e l’interesse degli studiosi di medicina,
decapitato il re, Bailly e Lavoisier – la politica. Secondo lui, gli esseri vi- politica, filosofia e letteratura.
sentenziarono l’inefficacia terapeutica venti sono animati dal magnetismo —Antonio Fernández Luzón
del mesmerismo. animale, principio di vita che converge
La pubblicazione del documento in un invisibile fluido universale e li
ufficiale, dato alle stampe in 20mila vincola agli astri. Per SAGGI
Franz Anton Mesmer
saperne
esemplari, sfociò in polemiche ap- Oltre ai cinque sensi, esiste un di più
Stefan Zweig. Castelvecchi, Roma,
2015.
passionate e in una guerra di pam- altro senso interno (o istinto), capa- L’illusione di Mesmer
phlet tra sostenitori e detrattori del ce di captare l’armonia universale e Giuseppe Lago. Castelvecchi,
Roma, 2014.
magnetismo animale. Poiché aveva restituire la salute ai malati. Quando
/
Statua di Ferdowsi nella moschea Blu a Tabriz
La nascita
del purosangue
AC I
N/
inglese
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in dall’antichità gli esseri uma- dall’incrocio tra gli equini nordafricani zione di purosangue inglesi: Byerley
ni hanno cercato di selezionare e le giumente della penisola iberica. Turk, progenitore del leggendario
determinate caratteristiche La passione per questi animali si Eclipse; Darley Arabian, che fu il pa-
nei cavalli tramite incroci. Il diffuse in breve tempo anche in In- dre del primo grande cavallo da corsa,
tarpan è un equide euroasiatico ormai ghilterra, dove nel XVI secolo i sovrani Flying Childers, e Godolphin Arabian,
estinto, a partire dal quale fu creata la ricercavano corsieri dotati di grande antenato di Matchem e di Eclipse.
prima e più importante razza equina, velocità per farli competere in gara.
quella araba. Questa si caratterizza per A questo scopo le giumente locali L’invincibile Eclipse
la frugalità, la capacità di resistenza, la furono incrociate con altre razze. Per In un firmamento punteggiato di stel-
velocità e l’eleganza. Nel nord Africa gli stalloni ci si affidò ai consigli dei le, Eclipse fu probabilmente l’astro
una volta dominava il cavallo berbe- viaggiatori inglesi che tra la fine del più luminoso. Era nato nella prima-
ro, un discendente degli equidi locali XVII e l’inizio del XVIII secolo aveva- vera del 1764 nella stalla del duca di
sopravvissuti alle ultime glaciazioni no visitato l’Oriente. La scelta cadde Cumberland, durante un’eclissi di
che avrebbe contribuito alla forma- sui cavalli berberi e spagnoli, che poi sole, da cui aveva tratto il nome. Era il
zione di molte delle razze attuali. Tra non erano altro che i rampolli della figlio di Spiletta e di Marske, secondo
i suoi primi eredi va annoverato il gloriosa dinastia araba. Tre furono gli quanto riporta il General Stud Book, un
cavallo spagnolo, sviluppatosi proprio stalloni da cui si sviluppò la popola- registro genealogico dei cavalli britan-
nici e irlandesi. Tuttavia sul padre in
realtà non vi è certezza, dato che per
negligenza in quello stesso periodo
CORSA DI CAVALLI AD ASCOT NEL la giumenta fu montata anche da un
XVIII SECOLO. OLIO DI J. N. SARTORIUS.
altro cavallo, Shakespeare. Alla morte
del suo allevatore, Eclipse fu acqui-
stato per una cifra ridicola da William
Wildman, un allevatore di montoni
che, spaventato dal temperamento
bizzoso di quel puledro, ne vendette
la metà al colonnello O’Kelly. Questi
ne commissionò l’addestramento a
un famoso preparatore irlandese di
nome Sullivan, che riuscì a trasforma-
re il giovane cavallo in un fuoriclasse
invincibile in gara.
Ormai di proprietà esclusiva del
colonnello O’Kelly, Eclipse divenne
una leggenda vivente, capace di far
BRIDGEMAN / ACI
mangiare la polvere ad avversari pur nacce, Eclipse fu destinato alle più Eredi di questa stella del firma-
di grande caratura. riposanti mansioni di stallone, che mento equino, i ricercatissimi puro-
Curiosamente, le doti straordinarie fruttarono al suo proprietario ancor sangue inglesi sono oggi considerati i
del cavallo rischiarono di mandare in più denaro di quanto già avessero reso più veloci al mondo, e attorno a loro è
rovina il business delle corse, perché le sue vittorie. sorta una fiorente industria dell’alle-
nessuno si azzardava più a scommet- Nella sua progenie si distinsero vamento e delle corse. Dotati di grande
tere sui suoi rivali. C’è chi fu addirit- più di trecento esemplari, alcuni dei energia fisica e mentale, gli animali di
tura tentato di eliminare quel fulmine quali vinsero a loro volta un discreto questa razza presentano spesso un
dal manto bruno, che secondo i dati numero di corse. Oltre a una potenza carattere nervoso e irascibile che li
dell’epoca poteva raggiungere i 90 e a una rapidità straordinarie, Eclipse rende adatti solo ai fantini più esperti.
chilometri orari. trasmise ai suoi numerosi discendenti Ma il sogno di chi selezionò i primi
Sembra che le incredibili presta- il forte temperamento ereditato dal incroci si può considerare avverato:
zioni del campione equino dipendes- bisnonno materno, Godolphin Ara- oggi il purosangue inglese è giusta-
sero da eccezionali capacità cardiache bian, che come il destriero di Ales- mente ritenuto il cavallo più veloce
e polmonari. Dopo aver vinto tutte sandro Magno, Bucefalo, si lasciava in circolazione.
le gare alle quali aveva partecipato, montare da un unico cavaliere: nel suo
e sempre più bersagliato dalle mi- caso un giovane arabo di nome Agba. —Nicolás Suárez Alarcón
Donne
al lavoro
nel Medioevo
Al contrario di quanto si potrebbe credere,
nel Medioevo erano molte le donne che lavoravano
N
on solo tessitrici e filatrici un’abilissima imprenditrice agricola
casalinghe o, al massimo, impegnata in lavori di bonifica e in
aiutanti nelle botteghe svariate attività, tra cui la produzione
dei mariti. Nel Medioevo di mozzarelle di bufala (di cui tra l’altro
le donne venivano impie- era golosa). Non raramente finanziava
gate in tutti i possibili settori, compresi i suoi affari vendendo i propri gioielli:
l’edilizia, le miniere e le saline. sacrificando una catena d’oro costruì
Vi erano imprenditrici che si autofi- l’argine di un fiume. Analogamente la
nanziavano con propri capitali ottenuti madre di Lucrezia, Vannozza Catta-
dalla vendita di abiti e gioielli. Alcune nei, con la vendita dei propri monili
donne col proprio lavoro riuscivano sovvenzionò la ristrutturazione di un
a mantenere sé stesse e i propri fa- albergo nel centro di Roma, garanten-
miliari in difficoltà, o a saldare i de- dosi in tal modo una cospicua rendita.
biti dei mariti in un momento in cui
le retribuzioni erano commisurate Settori femminilizzati
alle capacità e quindi non dipendenti Nonostante la sua capillare diffusione
dal genere. Dal canto loro le nobil- c’erano settori, come quello tessile,
donne erano impegnate nelle attività in cui il lavoro femminile prevaleva,
AKG / ALBUM
Donne e corporazioni,
gusto prettamente femminile nell’i-
un rapporto difficile
deazione. Perciò in tutta Europa veniva CONTRARIAMENTE A QUANTO SI PENSA, nel Medioevo non
lasciata loro la gestione dell’intero erano le corporazioni a rifiutare l’accesso alle donne, ma succe-
ciclo produttivo (dalla realizzazione
deva il contrario. Motivi di carattere economico, o di tutela della
dei modelli, alla tessitura e alla com-
mercializzazione), compreso il con- collettività, portavano – solo quando strettamente necessario –,
ferimento del capitale necessario ad le istituzioni cittadine e le asso- e di non avere obblighi di alcun
avviare l’attività. Donne imprenditrici ciazioni professionali a esigere tipo. Questo scatenava a volte
dotate di propri capitali commissiona- che anche le donne fossero sot- liti feroci con la corporazione: ad
vano ad altre donne che lavoravano a toposte alla giurisdizione corpo- esempio nel 1306 le autorità cit-
domicilio (spesso, a loro volta, con delle rativa, in cui esse non avevano tadine e corporative veneziane si
apprendiste), la tessitura dei manufat- alcun interesse a entrare. Pre- misero a cercare casa per casa
ti. Nella maggior parte delle attività ferivano infatti organizzarsi da le sarte, per obbligarle a pagare
spicca il massiccio coinvolgimento sole, cosa che consentiva di la- le TASSE e a lavorare nel rispetto
delle nobildonne come finanziatrici vorare in nero, evitando le tasse, dei regolamenti.
e come imprenditrici: nella Venezia
d’inizio cinquecento le aristocratiche oppure partecipavano in prima perso- (a Marsiglia nel trecento e nel quattro-
avevano fatto un business persino di na a società commerciali per l’esporta- cento) e assoldavano pescatori per cer-
un’attività tradizionalmente casa- zione dei tessuti in tutta Europa. Altre care il corallo nel mare della Sardegna,
linga come la confezione dei merletti operavano nella nascente arte della che facevano poi lavorare e foggiare in
intuendo la possibilità di successo di stampa (fine del XV secolo) firmando perle da manodopera femminile alle
un prodotto raffinato ma di semplice come editrici le pubblicazioni, come la loro dipendenze.
manutenzione. nobildonna greca Anna Notaras, che
Molte di loro poi, come “mercan- aprì una tipografia a Venezia all’ini- Edilizia e miniere
tesse pubbliche”, controllavano tutto zio del cinquecento per diffondere Le donne medievali erano attivissi-
il ciclo di lavorazione dell’oro filato nella città lagunare la cultura della me anche in attività molto faticose,
(durante il XIV e il XV secolo): è il caso madrepatria. nell’edilizia e nelle miniere: a Siena e
della“mercantessa”Pa- Altre ancora, soprattutto a Roma a Pavia scavavano acquedotti e canali
squa Zantani, in car- (come Vannozza Cattanei), erano at- (dei 640 lavoratori reclutati nel 1474
riera per trent’an- tivamente impegnate nella gestione di a Pavia, 284 erano donne, tra cui an-
ni all’inizio del alberghi e locande, vere miniere d’oro che alcune bambine). Nel XIV e XV
quattrocento; negli anni santi, oppure armavano navi secolo in Francia in Spagna le donne
partecipavano come manovalanza alla
costruzione delle cattedrali mentre a
Alcune donne col proprio lavoro Messina nel XIII secolo avevano co-
struito le mura cittadine.
riuscivano a mantenere sé stesse In Francia le donne occupavano
e i propri familiari in difficoltà un ruolo notevole soprattutto nelle
miniere di sale. In quelle di Salins
RITRATTO DI GENTILDONNA FORSE VANNOZZA CATTANEI, MADRE DI LUCREZIA BORGIA. (Jura), tra il quattrocento e il seicento
MONDADORI / ALBUM
LE VIE DI
FINANZIAMENTO
PER LE DONNE di ogni ceto so-
ciale la prassi abituale per
mettersi in affari era quella di
autofinanziarsi con la propria
dote, o con la vendita di abiti e
monili preziosi.
Talvolta le donne utilizzavano i
propri capitali, anziché in prima
persona, per finanziare opera-
zioni di microcredito, soprattut-
to a favore di aziende femminili.
L’usanza era tanto diffusa che,
fra il trecento e il cinquecen-
to ovunque (da Roma, alla
Spagna, fino alla Germania),
esistevano apposite figure
professionali, le “imperlatri-
ci”, dotate delle competenze
tecniche necessarie a valutare
i preziosi che altre donne ce-
devano in pegno, per ottenere DONNE PANETTIERE
somme da investire in attività MINIATURA DAL MANOSCRITTO
TACUINUM SANITATIS.
GETTY IMAGES
le operaie svolgevano compiti di pri- molte altre sessantenni che lavora- na Cristofora Margani, vedova del
maria importanza come maestranze vano da una quarantina d’anni. Non mercante pisano Alfonso Gaetani ed
specializzate, occupando ruoli chiave tutte chiedevano però la pensione: erede delle importantissime miniere
all’interno del contesto produttivo, secondo gli stessi documenti alla di allume di Tolfa (Civitavecchia), ge-
con incarichi di fiducia tramandati fine del quattrocento un’operaia di stiva in prima persona l’attività occu-
di madre in figlia. 80 anni lavorava ancora insieme alla pandosi delle relazioni con i minatori,
Nelle loro mani si trovava la mag- figlia. Sorprendente poi la longevità dei rapporti con il mondo mercantile
gior parte dell’attività, e godevano delle impiegate nelle saline: alcune e della consegna dell’allume alla Ca-
(alla pari degli uomini), di indenniz- raggiungevano i 110 anni, e non si mera apostolica. Era cioè il fulcro di
zi in caso d’infortuni o di malattia, trattava di casi isolati. un universo in cui confluivano forze
e di una pensione d’invalidità o di Neppure in questo settore man- economico-sociali diverse.
vecchiaia accordata dal consiglio cava l’imprenditoria femminile: a In tutta l’Europa medievale, in-
direttivo della salina, su richiesta Milano, ai primi del cinquecento, somma, i documenti mostrano uno
dell’interessata che avesse lavorato alcune fornaci che rifornivano di straordinario brulicare di attività
a lungo (38-40 anni) e fosse ormai laterizi i cantieri delle principali femminili del tutto impensate.
troppo debole e anziana o impossi- costruzioni civili e religiose erano di —Maria Paola Zanoboni
bilitata a lavorare. proprietà e gestite da donne; a Gaeta,
Così, nel 1476, un’operaia ormai tra il 1449 e il 1453, con le proprie
attempata che lavorava da 38 anni imbarcazioni un’imprenditrice ri- Per SAGGI
Donne al lavoro
saperne nell’Italia e nell’Europa
chiese e ottenne la pensione setti- forniva di materiale da costruzione di più medievali (secc.XIII-XV)
manale che «era consuetudine as- il cantiere reale del castello, come Maria Paola Zanoboni.
Jouvence, Milano, 2016.
segnare ai lavoratori della salina», rivelano i libri mastri. Il lavoro delle donne
come raccontano i documenti am- Nel Lazio, negli anni novanta del (A cura di) Angela Groppi.
Laterza, Roma-Bari, 1996.
ministrativi delle miniere. E come lei quattrocento la nobildonna roma-
TESTIMONIANZA FOTOGRAFICA
Howard Carter davanti a una delle
due statue di guardiani trovate
nell’anticamera della tomba di
Tutankhamon, imballata e pronta
per essere prelevata mediante
una portantina di legno imbottita.
Come quasi tutte le foto di questo
articolo, questa fu scattata da
Harry Burton, fotografo della
spedizione di Carter. Le immagini
sono state colorate dal Griffith
Institute di Oxford.
GRIFFITH INSTITUTE, UNIVERSITY OF OXFORD. COLOR: DYNAMICHROME
GRADINI
NELLA ROCCIA
La foto mostra
l’inizio della
scalinata che
conduceva
alla tomba di
Tutankhamon
nella Valle dei
Re, poco dopo
la sua scoperta
avvenuta nel
1922.
MARY EVANS / ACI
Q
uando il 4 novembre 1922 l’e- le cose in fretta, avrebbe dedicato il resto
gittologo britannico Howard della propria vita lavorativa a svuotare la
Carter scoprì la tomba per- tomba ritrovata.
duta di Tutankhamon, que-
sta era praticamente intatta. La ricerca di Tutankhamon
Al suo interno c’era ancora la mummia del Howard Carter era un artista di talento che
GRIFFITH INSTITUTE, UNIVERSITY OF OXFORD, COLOR: DYNAMICHROME
faraone, circondata da un ricco e luccicante divenne archeologo per caso. Nel 1891, all’età
corredo di oggetti funerari. Quasi nel giro di soli 17 anni e senza un’istruzione forma-
di una notte il fino ad allora insignificante le, trovò impiego come disegnatore, con il
Tutankhamon si trasformò in una superstar compito di riprodurre le pareti decorate
del mondo antico, mentre Carter, con sua delle tombe rupestri egizie. Una stagione
grande sorpresa, divenne l’archeologo più trascorsa a lavorare al fianco del pionieri-
famoso di tutti i tempi. stico egittologo Flinders Petrie gli permise
La scoperta si rivelò insieme una benedi- di imparare come si effettuava uno scavo
zione e una maledizione, in quanto Carter, accurato. I primi egittologi erano stati poco
archeologo meticoloso che rifiutava di fare più che cercatori di tesori, sempre a caccia di
ritrovamenti spettacolari, ignorando quelli Carter affinché scavasse per conto suo. E il
banali o poco attraenti. Mettevano insieme sogno condiviso di scoprire una tomba re-
impressionanti collezioni di opere d’arte e ale fece ben presto trasformare il rapporto
manufatti non collegati tra loro, avulsi da di lavoro in amicizia.
ogni contesto. Nel 1914 Carnarvon ottenne la conces-
Petrie fu invece uno dei primi a ricono- sione che avrebbe permesso a Carter di ini-
scere che i siti antichi non dovevano essere ziare uno scavo nella Valle dei Re, il cimi-
saccheggiati, e che i manufatti non potevano tero utilizzato dai faraoni egizi del Nuovo
essere semplicemente strappati al terreno. regno. Molti pensavano che stessero per-
La sua insistenza su un metodo scientifi- dendo tempo: nell’area erano state rinvenute
co – la progettazione e l’esecuzione degli numerose tombe reali, ma erano state tutte
scavi, l’annotazione della stratigrafia e del svuotate nell’antichità. Carter, però, rite-
contesto e la compilazione di registri accu- neva che ne mancasse ancora una. Il nome
rati – avrebbe avuto una profonda influenza di Tutankhamon era noto grazie alle iscri-
sulle pratiche di lavoro dello stesso Carter. zioni monumentali e a una serie di piccoli
Nel 1909, mentre lavorava come artista ritrovamenti fatti nella Valle dei Re, ma né
freelance e mercante di antichità, Carter co- la sua tomba né la sua mummia erano state
nobbe George Herbert, quinto conte di Car- portate alla luce.
narvon. Il conte, che era già stato in Egitto L’unico modo di trovare il faraone perdu-
per ragioni di salute, avrebbe voluto dirige- to era ripulire l’area della Valle dei Re fino
re uno scavo archeologico, ma gli mancava al substrato roccioso. Il lavoro fu talmente
l’esperienza necessaria per poter ottenere lento e monotono che Carnarvon cominciò
dal Servizio delle antichità egiziano il per- a dubitare che gettare altri soldi in quella ri-
messo di fare ricerche in un sito potenzial- cerca fosse una cosa saggia. Carter non era
JTB PHOTO / AGE FOTOSTOCK
Tomba di
Tutankhamon
(KV62)
UNA SCOPERTA DA LASCIARE
Dopo aver scoperto l’ipogeo del faraone, Carter dovette aspettare alcuni giorni prima
Il corridoio che
conduce alla tomba è
largo 1,7 m e alto 2 m.
primo novembre 1922 i collaboratori di Carter gonò la situazione a «una gigantesca partita
sgombrarono l’immondizia e si aprirono un a Shanghai»: un gioco che richiedeva abilità
varco in uno spesso strato di detriti alluvio- tanto fisiche quanto mentali per estrarre un
nali. Tre giorni più tardi scoprirono 16 gradi- bastoncino dal mucchio senza muovere gli
ni che scendevano fino a una porta bloccata. altri. Un gioco in cui non poteva cimentar-
La perseveranza di Carter era stata premiata: si da solo. Per lo scavo Carter riunì quindi
aveva trovato la tomba perduta del faraone. una squadra multidisciplinare, che variava di
stagione in stagione e il cui nucleo era costi-
Un trionfo archeologico tuito dall’egittologo Arthur Callender e dal
Quando gli chiesero quale fosse stata la sua chimico Alfred Lucas, oltre all’archeologo
prima impressione entrando nella tomba, e conservatore Arthur Mace e al fotografo
Carter rispose con la famosa frase: «Strani Harry Burton, in prestito dal Metropolitan
animali, statue e oro: ovunque il luccichio Museum di New York.
dell’oro». La tomba era in effetti piena di uno Quella di Tutankhamon fu la prima tomba
sbalorditivo assortimento di articoli funera- reale a essere scoperta in condizioni di sep-
ri: carri, letti, bauli, scatole, involti, curiosi pur vaga integrità. Nessun altro archeologo
oggetti rituali e molto altro. Questi non era- si era mai trovato davanti a oltre cinquemila
FOTO: GRIFFITH INSTITUTE, UNIVERSITY OF OXFORD, COLORE: DYNAMICHROME
no però sistemati come li avevano voluti gli fragilissimi oggetti, tutti con l’urgente bi-
addetti alla sepoltura. Nell’antichità la tom- sogno di essere conservati. Dal momento in
ba era stata aperta e saccheggiata due volte e, cui ne era stata aperta la porta, i manufatti
nel ripristinare l’ordine prima di risigillarla, erano infatti minacciati dal cambiamento
i sacerdoti della necropoli avevano fatto un improvviso delle condizioni ambientali.
lavoro mediocre. Le etichette apposte sul- E c’erano anche altre preoccupazioni.
le scatole e sugli involti confermavano che Ogni volta che la squadra decideva di pren-
mancavano alcuni oggetti, mentre altri erano dersi una vacanza dalla Valle dei Re, bisogna-
al posto sbagliato. va staccare la corrente, bloccare l’ingresso
Dato che tutto era mischiato, c’era po- alla tomba, riseppellire la scala e piazzare
chissimo spazio per lavorare. Carter para- una guardia: precauzioni considerate essen-
ziali per proteggere la tomba sia dai ladri sia go e le fotografie associate sono conservate
dalle inondazioni. al Griffith Institute di Oxford, in Gran Bre-
Grazie alla propria esperienza, Carter tagna, e possono essere consultate online
comprendeva appieno il grande paradosso gratuitamente.
dell’archeologia: e cioè che lo scavo di un si- Ogni baule, scatola o involto estratto dal-
to è destinato a distruggerlo. Sapeva quindi la tomba doveva essere sottoposto al pro-
esattamente che cosa andava fatto. Il lavoro prio mini-scavo. Il baule dipinto fornisce
doveva progredire lentamente e con metodo un buon esempio dei problemi che i con-
al fine di preservare ogni dettaglio. Tutti gli servatori dovettero affrontare. All’inizio il
oggetti dovevano essere registrati – nume- manufatto sembrava essere in buone con-
rati, fotografati, indicati sulla piantina della dizioni, con solo qualche scrostatura dello
tomba, descritti e disegnati – per poi essere stucco che serviva da base alla decorazione.
trasferiti in un laboratorio di conservazio- Dopo tre settimane nell’atmosfera secca del
ne (una tomba reale vicina) dove venivano laboratorio di conservazione, però, il legno
trattati e ulteriormente fotografati. Quindi aveva cominciato a ritirarsi e lo stucco ad
dovevano essere imballati e inviati al Museo accartocciarsi, e fu necessario incollare nuo-
egizio del Cairo. A ogni oggetto o gruppo di vamente quest’ultimo al suo posto con della
oggetti venne assegnato un numero com- paraffina liquida.
GRIFFITH INSTITUTE, UNIVERSITY OF OXFORD, COLORE: DYNAMICHROME
preso tra 1 e 620, con le lettere utilizzate per Ci vollero diverse settimane per svuotare
le eventuali suddivisioni. Successivamente, il baule e inventariarne e fotografarne il con-
al suo arrivo al Museo del Cairo, ogni manu- tenuto: vi furono ritrovati un paio di sandali
fatto ricevette un numero d’acquisizione sul intrecciati, tre paia di sandali di pelle, alcune
Journal d’Entrée del museo stesso. tuniche, due sacchetti o copricapi, due col-
Ad esempio, il primo oggetto a essere uf- lari, perizomi, rotoli di tessuti e bende, un
ficialmente rimosso dalla tomba, un baule guanto e un poggiatesta d’oro.
finemente dipinto che per Carter era il nu- La stessa cura meticolosa nella cataloga-
mero 21, divenne “JE61467”. Oggi la catalo- zione e nella conservazione fu perpetuata
gazione dei reperti effettuata dall’archeolo- nel corso degli anni, via via che degli og-
getti funebri venivano recuperati dall’anti- te in quelle che oggi chiameremmo “abilità
camera, dalla camera funeraria, dal tesoro e relazionali”. Aveva dei forti principi e non
dall’annesso. vedeva la necessità di evitare lo scontro.
L’unico manufatto che ricevette sorpren- Questo era stato dimostrato in modo evi-
dentemente poca attenzione fu la mummia dente nel 1905, quando, in qualità d’ispet-
del re. Come molti egittologi della sua epoca, tore capo delle antichità per l’Alto Egitto si
Carter deve aver ritenuto la mummia irri- era trovato coinvolto nel “caso Saqqārah”:
levante dal punto di vista archeologico, e venuto a sapere che un gruppo di francesi
permise che venisse sbendata e sottoposta ubriachi si era introdotto con la forza nel
ad autopsia poco dopo che era stata estratta locale serapeum (il luogo di sepoltura dei tori
dal suo sarcofago d’oro. sacri), Carter aveva autorizzato le guardie
egiziane a difendersi.
Un disastro diplomatico La cosa era stata considerata assoluta-
Mentre Carter combatteva con gli aspet- mente inaccettabile, e il console generale
ti pratici dello svuotamento della tomba, britannico aveva chiesto all’ispettore capo
i pensieri di Carnarvon andavano al dena- di scusarsi con i francesi. Carter si era rifiu-
ro. Tutankhamon avrebbe probabilmente tato di risolvere la questione con una bugia
rappresentato un salasso per le sue finanze diplomatica e, arrabbiato per il mancato so-
GRIFFITH INSTITUTE, UNIVERSITY OF OXFORD, COLORE: DYNAMICHROME
per molti anni a venire. Gli sembrò quindi stegno delle autorità, si era licenziato.
sensato fare un accordo con il Times, grazie Fino a quando, inizialmente, la conces-
al quale ricevette cinquemila sterline per sione degli scavi era ancora nelle mani di
i diritti esclusivi su tutte le fotografie e le Carnarvon, Carter era stato libero di con-
notizie. La mossa, però, gli alienò le simpa- centrarsi sugli aspetti archeologici; ma con
tie della stampa mondiale, dando vita a un l’improvvisa morte del lord, nel 1923, i di-
rapporto difficile e stressante tra i giornalisti ritti erano passati a lady Carnarvon. Carter
che continuavano ad affluire in gran numero dovette quindi cominciare a fare da colle-
sul sito e la squadra di scavo. Howard Carter gamento con il Servizio delle antichità, un
non era portato per la diplomazia: era caren- ruolo per il quale era inadatto. Nel frattempo
VISTO DA
CARTER
L’11 novembre del 1925 Howard
Carter esaminò la mummia di
Tutankhamon. L’egittologo fece
una serie di disegni in cui ricostruì
la disposizione degli oggetti posti
sulla mummia reale. Nel suo
successivo rapporto archeologico
li descrisse accuratamente, come
mostrato in questa pagina.
2 Il pugnale in vita
«Abbiamo trovato un’altra cintura
d’oro intagliato. Sotto, in posizione
obliqua, c’era uno splendido pugnale,
di ottima fattura […] Era decorato
con oro granulato di un giallo
brillante, circondato da fasce di
pietre semipreziose alternate a vetri
incastonati in cloisonné […] La lama del
pugnale, in oro di particolare durezza,
era di forme semplici ed eleganti […]
Era protetta da una preziosa guaina
dorata e ornamentata».
D
opo aver sentito parlare della inserito nella Bibbia all’unico scopo di met-
fama di Salomone, la regina si tere in risalto l’incredibile saggezza di Salo-
recò in Israele con prodotti eso- mone, sulla base di alcune voci che proba-
tici dell’Arabia, cammelli, spe- bilmente circolavano in Siria e in Palestina
zie, oro e pietre preziose, al fine e che accennavano al regno di una donna
di mettere alla prova il re con domande e bella e potente nelle lontane, ricche ed eso-
C R O N O LO G I A
CONVERSAZIONE MISTICA TRA SALOMONE E LA REGINA DI SABA, CHE SONO RAPPRESENTATI SEDUTI. ICONA ETIOPE DEL XVIII SECOLO.
Terre d’Arabia
LA SOVRANA SENZA NOME del racconto biblico posse-
deva dei territori nello Yemen, nell'Arabia meridio-
nale. Tutta la penisola arabica era un deserto, tran-
ne che nel sud, dove i venti monsonici lasciavano
cadere abbondante acqua, che veniva conservata
con zelo; vicino a Mārib si trovava la grande diga
che fece la fortuna del regno sabeo, perché permi-
se l’agricoltura e quindi il rifornimento dei centri
urbani. La regione era conosciuta, infatti, come
Arabia Felix: una felicità dovuta al fatto che era un
punto di snodo per il commercio dell’incenso e della
mirra, aromi utilizzati, per esempio, nei rituali religiosi
del regno di Salomone. L’omaggio che, stando alla Bib-
bia, rese al monarca la signora di un Paese esotico e
favolosamente ricco conferì al piccolo regno di Israele
un’aura di grande splendore.
SCULTURA FEMMINILE IN
ALABASTRO PROVENIENTE
DAL TERRITORIO SABEO.
SECOLI VIII A.C.-VI D.C.
MUSÉE DU LOUVRE, PARIGI.
931 a.C. 850 a.C. circa VIII secolo a.C. I secolo d.C.
Muore Salomone e il suo Nella Stele di Tel Dan si fa A quest’epoca risale il Nell’opera dello storico
regno si divide in due: cenno alla casata di David; primo riferimento scritto giudaico-romano Flavio
Giuda a sud, governato da è l’unica testimonianza al regno yemenita Giuseppe si menziona per la
Roboamo, e Israele a nord, archeologica che comprova di Saba, proveniente prima volta la relazione tra
governato da Geroboamo I. l’esistenza della dinastia. da fonti assire. la regina di Saba e l’Etiopia.
CARTOGRAFIA: EOSGIS.COM
l’esotismo, gli intrighi, la magia e l’amore. d'acqua e alzò la veste, mostrando così le
OFFERTA Man mano tali elementi confluirono in ope- gambe. Salomone si accorse che la regina
SABEA A UNA
DIVINITÀ re di differente genere, o tematica, come le aveva le gambe pelose e glielo fece notare
Questa piccola Antichità giudaiche, di Flavio Giuseppe, del dicendo che non era una cosa appropriata
scultura di una I secolo d.C., o il Targum Sheni, una libera in una donna. La regina gli presentò poi
donna seduta traduzione in aramaico del Libro di Ester. alcuni indovinelli, che il monarca risolse
proviene dal Secondo queste fonti, un’upupa infor- con facilità.
territorio sabeo.
Misura 27 cm ed
mò Salomone che il regno di Saba era l’uni-
co sulla terra da lui non soggiogato e che la La Bilqis dei racconti arabi
è in alabastro. III
secolo a.C.-III d.C. sua regina venerava il sole. Allora il monarca Gli arabi conoscevano sicuramente i det-
mandò l’upupa nella città sabea di Kitor, tagli di questo racconto, che adattarono al-
con una lettera in cui intimava alla regina la propria sensibilità aggiungendovi nuovi
di sottomettersi al suo potere. In risposta particolari. La vicenda della regina di Saba
lei inviò una flotta «con tutte le barche del era talmente famosa da comparire persino
mare», cariche di doni preziosi. Sulle navi nel Corano. Infatti, nella sura o capitolo 27
viaggiavano, inoltre, seimila giovani della sono riassunti molti elementi della leggen-
stessa statura e aspetto, nati lo stesso gior- da già trattata dagli autori ebraici. Tuttavia
no alla stessa ora e agghindati con abiti di nel Corano Salomone è descritto come un
porpora. I giovani consegnarono a Salomone re devoto ad Allah, saggio ed esperto di ma-
una missiva in cui la regina annunciava gia, a capo di un esercito formato da uomini,
che sarebbe giunta a Gerusalemme dopo spiriti buoni e uccelli. Si ripetono la com-
un viaggio di tre anni. parsa dell’upupa e la descrizione della figura
Quando alla fine la regina entrò nel pa- di una regina senza nome, ricca, potente e
AKG / ALBUM
lazzo di Salomone, pensò che il pavimen- adoratrice del sole, che siede sul trono ma-
to tirato a lucido fosse una piscina piena estoso di un lontano Paese. Nel Corano il re
UNA CAPITALE MODESTA
La parte evidenziata
nell’immagine indica
l’estensione di
Gerusalemme ai tempi di
David, padre di Salomone.
LA CITTÀ
DEL RE “PACIFICO”
QUESTA RICOSTRUZIONE del regno edificare il primo tempio per
di Salomone cerca di interpre- accogliere l’Arca dell’Alleanza.
tare in modo critico i dati forniti La cinta muraria – innalzata sul
dall’unica fonte a nostra dispo- monte Moriah e, secondo la Bib-
sizione, la Bibbia. Lo scenario bia, dalle misure di 31 m di lun-
che ne emerge sarebbe più re- ghezza, 10,5 di larghezza e 15,6
alistico: quello di Salomone era di altezza – fu la maggiore opera
un piccolo regno in crisi, che architettonica del regno. Il nome
comprendeva il territorio tribale di Salomone, inoltre, è più che al-
delle montagne di Giuda e che tro un appellativo (“il pacifico”),
non lambì mai né il mare, domi- e solo grazie ai racconti biblici il
nio dei filistei, né il nord, dove poi re passò a incarnare il sovrano
si sarebbe assestato ed esteso il perfetto in cui si riunivano po-
regno d’Israele. tere, saggezza, prudenza e pietà.
Le stesse dimensioni della capi- Man mano Salomone diventò
tale, la Gerusalemme di allora, una figura mitica, che diede luo-
dimostrano che si trattava di uno go ad altre feconde leggende sul
stato piuttosto modesto. Nella magico Oriente.
città che il padre David aveva DAVID E SALOMONE, BASILICA DI SANTA MARIA
conquistato, Salomone fece ASSUNTA, TORCELLO (VENEZIA), XI SECOLO.
SOPRA: MARCELLO BERTINETTI. SOTTO: MONDADORI / ALBUM
IL TEMPIO COSTRUITO DA
SALOMONE A GERUSALEMME,
O PRIMO TEMPIO, IN UNA
RICOSTRUZIONE DI BALOGH
BALAGE. XX SECOLO.
e a descrivere la sua incredibile bellezza,
spiegarono pure che i demoni erano con-
trari al matrimonio, e sparsero la notizia
che la donna avesse le gambe pelose come
Lilith, il temibile demone femmina della
notte. Per verificarlo, Salomone ordinò che
i geni costruissero un pavimento di vetro.
Bilqis lo scambiò per acqua e alzò la veste
per attraversarlo, lasciando così a nudo le
gambe. Dopo aver ordinato agli spiriti buoni
di preparare una pozione depilatoria, Salo-
mone poté finalmente sposarla.
OPERA DI
SALOMONE?
L’ARCHEOLOGIA non ci ha forni- appena menzionati. Un’altra
to risposte soddisfacenti circa cronologia ipotizza date più
i confini del regno di Salomo- recenti per questi ritrovamenti,
ne. Al giorno d’oggi, infatti, ci e li attribuisce piuttosto alla di-
sono due teorie diverse e con- nastia degli omridi, successiva
trapposte. La prima è quella a Salomone di diversi decenni.
tradizionale, che attribuisce Nessun resto monumentale
SOPRA: DUBY TAL / ALBATROSS / AGE FOTOSTOCK. SOTTO: WALTER BIBIKOW / GTRES
La regina
d’Etiopia
LA REGINA DI SABA e la sua visita a Salo-
mone occupano un posto così importan-
te nell’identità etiope che perfino la prima
costituzione dell’Etiopia, promulgata nel
1931, ne riconosce l’attendibilità. L’artico-
lo n.3, infatti, recita quanto segue:
«LA LEGGE STABILISCE che la dignità im-
periale appartiene esclusivamente alla
linea di Haile Selassie I, nato dalla stirpe
del re Sahla Selassie, discendente della
dinastia di Menelik I, nato a sua volta dal
re Salomone di Gerusalemme e dalla re-
gina d’Etiopia, chiamata regina di Saba».
L’articolo viene ripetuto in modo iden-
tico nella costituzione promulgata dal
negus (titolo che viene dato ai sovrani
etiopici) nel 1955, che è rimasta in vigore
fino al rovesciamento della monarchia e
la nascita della repubblica in seguito alla
rivoluzione del 1974.
SCALA, FIRENZE
Il fine ultimo della Gloria dei re è dimostrare avvenuto l’incontro tra Salomone e la bella
POLITEISMO come il carattere sacro della dinastia prove- Regina del Sud, è probabile che la Bibbia ab-
NEL DESERTO
nisse addirittura dall’unione tra la regina e bia usato per i propri scopi l’esistenza e la
Sotto, mano di
rame offerta a una Salomone, dalla quale sarebbe nato il primo fama del regno di Saba, sul quale possediamo
divinità della città monarca etiope della stirpe. Secondo il Kebra molte notizie grazie a iscrizioni rinvenute nel
sabea di Zafār. Il Nagast, la Regina del Sud (così viene citata sud dell’Arabia, alcune delle quali risalgono
testo menziona anche nei Vangeli di Matteo 12:42 e di Luca all’VIII secolo a.C.
l’offerente e il 11:31), ovvero la regina d’Etiopia, venne un Grazie a queste, e ai ritrovamenti archeo-
dio cui la mano
è offerta in voto. giorno a sapere da un commerciante di nome logici, possiamo oggi affermare che quella di
RMN-GRAND PALAIS
II-III secoli d.C. Tamrin che esisteva un regno governato da Saba fu una cultura florida per quasi un mil-
British Museum, Salomone, famoso nel mondo per la ric- lennio prima dell’arrivo dell’islam. I suoi abi-
Londra. chezza e la giustizia. Mossa dalla curiosità, tanti dominavano buona parte dello Yemen e
la regina Makeda si recò a Gerusalemme, a lungo rimasero a capo di una coalizione cui
dove rimase affascinata dalla saggezza del aderivano altri popoli culturalmente simili,
sovrano biblico. A sua volta, il re s'invaghì di Maı̄n, Qatabān e Hadramaut.
della bellezza di Makeda e cercò di tratte-
nerla a sé con uno stratagemma. Il regno di Saba
Makeda fu così costretta a rimanere a La prima menzione del regno di Saba risale
Gerusalemme e a giacere con lui. Ne nac- all’VIII secolo a.C. e proviene da fonti assire.
que un bambino, Menilek, riconosciuto Qui la terra sabea è descritta come abitata da
da entrambi i genitori. I sacerdoti di Ge- un popolo di mercanti «il cui luogo è molto
rusalemme lo battezzarono con il nome lontano» e divenuta ricca grazie all’espor-
di David e gli permisero sia di tornare in tazione di spezie e incenso. Sappiamo che
ALAMY / ACI
Etiopia come re sia di portare con sé l’Ar- gli abitanti di Saba effettuarono alcune mis-
ca dell’Alleanza. Anche se forse non è mai sioni diplomatiche e commerciali inviando
LE ROVINE DI MĀRIB
La fotografia corrisponde all’antica
Mārib, situata a sud dell’attuale città
omonima, e costruita sul sito, ben più
remoto, della capitale di Saba.
A L B UM
SALOMONE E LA REGINA DI SABA
Nel XIX secolo, il pittore francese
James Tissot, autore di numerose
rievocazioni della Bibbia, ricostruì nel
seguente modo l’incontro, avvenuto
a Gerusalemme, tra Salomone e la
regina dell’Arabia meridionale.
ALLA RICERCA
DELLA
REGINA
Wendell Phillips era un archeologo
e avventuriero nordamericano che
riuscì a integrarsi nella società
tribale dell’Arabia meridionale,
e che poi diventò multimilionario
grazie al commercio dell’olio.
Nel biennio 1951-1952 poté far
scavare le rovine di un antico
tempio vicino a Mārib, la capitale
dei sabei, che gli arabi chiamavano
Haram Bilqis, «il santuario di
Bilqis». Non trovò, però, nessun
indizio che potesse dimostrare
l’esistenza della regina di Saba o il
legame tra il tempio e la sovrana.
IL RE MA’ADKARIB. STATUA IN BRONZO
DEL VI SECOLO A.C. OFFERTA AL DIO
ALMAQAH NEL TEMPIO DI AWWĀM.
NATIONAL MUSEUM OF YEMEN, SANA’A.
A L B UM
AKG /
VACANZE AL MARE
I ricchi romani amavano godersi
il tempo libero in lussuose ville con
vista sul golfo di Napoli, soprattutto
nei periodi di calura estiva.
Olio di Ettore Forti. XIX secolo.
BRIDGEMAN / ACI
C R O N O LO G I A
Turisti e
viaggiatori
romani
75 a.C.
Mentre esercita come
questore a Lilibeo (Sicilia),
il giovane Cicerone visita
l’isola e scopre la tomba
di Archimede.
64 a.C. - 19 d.C.
Strabone scrive la
Geografia, in cui racconta
anche il suo viaggio in
Egitto con il prefetto
Elio Gallo.
I secolo d.C.
Plinio il Giovane descrive
le piacevoli attività cui
si dedica quando si ritira
in una delle sue ville di
campagna.
A
trascorre gran parte del
suo regno viaggiando per UNA DESTINAZIONE Roma si possono forse rin-
l’impero, con una particolare ALLETTANTE tracciare le origini di un’u-
predilezione per la Grecia. Pompei (sopra) sanza praticata oggigiorno da
era una fiorente
località. Molti milioni di persone: il turismo.
160 - 180 d.C. circa facoltosi romani Se infatti viaggiare era un’at-
Nella sua Guida della Grecia possedevano ville di tività comune tra gli antichi romani, che si
in dieci volumi Pausania lusso all’interno della spostavano per i motivi più svariati (com-
descrive le località e i cittadina ai piedi
monumenti che reputa merciali, professionali, familiari, personali,
del Vesuvio, o nei
degni di interesse. dintorni. religiosi, intellettuali o militari), c’era anche
chi viaggiava per puro piacere, soprattutto
tra le classi agiate. Lo stesso termine turi-
smo viene dal francese tour, che a sua volta
rimanda al latino tornare (“girare”) e con-
tiene implicitamente l’idea di un viaggio
con un rientro, non diversamente dalle ferie
estive dei nostri giorni.
I nobili romani distinguevano tra il nego-
tium, il tempo dedicato alle faccende e agli
impegni quotidiani, e l’otium. Quest’ultimo
era il periodo di riposo, in cui si allontana-
ALCUNI VIAGGIATORI ALLOGGIANO IN
UNA MANSIO O STAZIONE DI POSTA. RILIEVO. vano dal caos urbano per rifugiarsi in una
MUSEO DELLA CIVILTÀ ROMANA, ROMA. delle numerose ville marittime ai piedi del
Vesuvio o per esplorare i monumenti delle
DEA / ALBUM
province orientali, soprattutto nel caso degli scultorei più famosi del passato. Erano dif- TRASPORTI
ufficiali e degli amministratori che lavora- fuse soprattutto quelle della Grecia, ma ce ROMANI
vano in quelle regioni. n’erano anche dell’Asia Minore o dell’Italia Sotto, replica di una
carruca, carrozza
meridionale. a quattro ruote,
Il desiderio di conoscere il mondo Rispetto alle guide di viaggio di oggi le pe- coperta e trainata
I romani non erano immuni al fascino irre- riegesi potrebbero essere definite dei tratta- da due o quattro
sistibile del viaggio. Non a caso nel corso ti storico-artistici che informavano i lettori cavalli. Römisch-
Germanisches
del II e III secolo d.C. si diffusero i racconti in merito alle usanze specifiche di una de-
Museum, Colonia.
di avventure esotiche (come Leucippe e Cli- terminata zona e descrivevano i principali
tofonte, Le efesiache e Le etiopiche), grazie complessi religiosi e le rispettive feste e
ai quali i lettori potevano immedesimar- tradizioni. Plinio il Vecchio rife-
si nelle giovani coppie di innamorati che riva che i suoi contemporanei
si ritrovavano al termine di varie peripe- adoravano letture di questo
zie tra tribù etiopi, pirati greci e despoti tipo, in particolare quelle su
orientali. Achille Tazio, Senofonte Efesio Egitto, Grecia e Asia.
ed Eliodoro di Emesa sono alcuni dei nomi Seneca, dal canto suo, ama-
di questi “Salgari dell’antichità classica”, va uscire dalla città, perché
che sapevano trasportare il loro pubblico questo gli permetteva di
in località remote con la semplice forza conoscere persone nuove
dell’immaginazione. e scoprire meraviglie na-
I bibliofili più colti potevano sfogliare an- turali prima sconosciu-
che i volumi delle periegesi, le narrazioni te, specialmente i fiumi
XXXXXXXX
DEA / ALBUM
spesso divinizzato, che esercitava un gran- L’EGITTO i romani erano particolarmente legati per
de fascino sugli antichi), tra i quali citava il DIVENTA le origini del loro eroe Enea, si potevano
DI MODA
Tigri, il Nilo e il Meandro. ancora intuire le tracce dell’accampamento
Questo vaso in
Insomma, sono gli stessi autori greco-ro- ossidiana con intarsi degli assedianti achei o dell’altare di Zeus,
mani a fornirci informazioni sulle princi- di lapislazzuli, dove il re troiano Priamo aveva perso la vita
pali destinazioni turistiche dell’epoca e sui malachite e oro è per mano di Neottolemo. Ciononostan-
punti di interesse artistico e naturalistico un buon esempio te la località era famosa soprattutto per le
della passione per
presenti in questi luoghi. presunte tombe degli eroi omerici, come
le antichità egizie
che si diffuse nella Ettore o lo stesso Achille, cui si recarono a
Attraverso la Grecia Roma imperiale. rendere omaggio Giulio Cesare e alcuni dei
Alcune regioni esercitavano un’attrazione Museo archeologico suoi successori, come Adriano, Caracalla,
particolare sui viaggiatori grazie al loro pa- nazionale, Napoli. Diocleziano e Costantino.
trimonio culturale. L’El- Tra le tappe obbligate di
lade e le province asia- un viaggio in Grecia c’erano
tiche evocavano remi- destinazioni quali Corin-
niscenze delle tragedie to, Epidauro, Delfi, Spar-
classiche e dei poemi ta o Olimpia. In queste
omerici. A Pilo si ve- località si svolgevano
nerava il sepolcro di importanti feste e gio-
Nestore; ad Atene la tomba di chi sportivi, che rappresentavano
Edipo; Oreste riposava a Sparta, anche il momento migliore per una
mentre Agamennone e Ifigenia visita. Altre città erano famose per
giacevano a Micene. A Troia, cui i loro monumenti locali: a Rodi, per
D E A / A L B UM
58 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC
ERICH LESSING / ALBUM
CICERONE DAVANTI ALLA
TOMBA DI ARCHIMEDE. OLIO
DI PAOLO BARBOTTI. XIX
SECOLO. MUSEI CIVICI, PAVIA.
TURISMO CULTURALE
CICERONE APPROFITTÒ del periodo in cui fu questore di Lilibeo (in
Sicilia) per dedicarsi al turismo. Qui scoprì la tomba di Archimede,
come racconta lui stesso nelle Tusculanae disputationes: «Mentre
passavo in rassegna con lo sguardo tutti i monumenti […] notai una
colonnina che poco sporgeva dai cespugli, sulla quale si trovava
la figura di una sfera e di un cilindro. E io subito ai siracusani […]
dissi di ritenere che fosse proprio ciò che cercavo».
esempio, c’erano i resti del Colosso, la cui Isidoro, originario di Alessandria, studiò IL SACRO
massa bronzea di 33 metri di altezza raffi- legge ad Atene, che il centurione Januari- UCCELLO IBIS
gurante il dio Helios era crollata durante il us visitò le cripte con la figlia Januarina e Plutarco menziona
nei suoi scritti il
terremoto del 226 a.C. I visitatori si diverti- che Antonio trovò la valle quasi altrettanto culto che gli egizi
vano a esplorare i frammenti dei suoi enor- stupefacente di Roma. Circa la metà delle riservavano a
mi arti, trasformati in grotte artificiali, o a incisioni è stata rinvenuta nella tomba di questo uccello,
cercare di cingere il pollice della statua con Ramses VI, in passato ritenuta il sepolcro di animale sacro del
dio della scrittura
le braccia, un compito che Plinio il Vecchio Platone e per questo meta di pellegrinaggio
Toth. Scultura del
riteneva impossibile. dei filosofi neoplatonici, che vi entrava- periodo tolemaico.
no con la riverenza di chi visita un tempio.
Appassionati d’Egitto Molti di questi graffiti non sono altro che
Ma la terra che più meraviglia suscitava nel i commenti lasciati dai turisti. «Non mi è
turista romano era l’Egitto. La stranezza dei piaciuto affatto, se non per il sarcofago»,
riti religiosi e della scrittura geroglifica di- scrisse qualcuno. Un avvocato di no-
sorientavano e al contempo affascinavano me Bourichios era seccato perché
i visitatori. Anche i monumenti provoca- non comprendeva i geroglifici:
vano stupore e sconcerto, che si trattasse «Di questa scrittura non si ca-
delle piramidi di Giza o delle tombe sot- pisce niente!», scrisse.
terranee della Valle dei Re, sulle cui pareti Un altro monumento egi-
sono ancora visibili i segni del passaggio di zio di particolare richiamo era
centinaia di viaggiatori che vi hanno inciso la coppia di sculture sedute di Amenofi III
nomi, date, brevi biografie, poesie e opi- conservate nel suo tempio funerario, nei
nioni. Sappiamo per esempio che un certo pressi di Luxor. Greci e romani le ribattez-
AKG
/ AL
BU
M
I COLOSSI DI MEMNONE
Sulle basi di queste statue, che si
ergevano all’ingresso del tempio
funerario di Amenofi III sulla riva
occidentale del Nilo, ci sono almeno
90 iscrizioni lasciate dai viaggiatori
romani a testimonianza della loro visita.
JOHANNA HUBER / FOTOTECA 9X12
VACANZIERI
IN PROVINCIA DI NAPOLI. BAIA SI TROVA NEI PRESSI DI CAPO MISENO.
FUORI
CONTROLLO
B
aia era per i romani sinonimo di
caos estivo e turismo di massa. Le
locande, le ville e le strutture ter-
mali della cittadina campana non
godevano di buona reputazione. Ovidio
riferisce quanto fosse facile «andare a
ACQU ERELLO DI JEAN-CLAUDE GOLVIN. MUSÉE DÉPARTEMENTAL ARLES ANTIQUE. © ÉDITIONS ERRANCE
zarono subito “colossi di Memnone”, rite- dere omaggio alla dea Atena sull’Acropoli, SPORT E
nendo che una delle statue raffigurasse il re ad Apollo presso il santuario di Delfi, ad DIVERTIMENTO
etiope alleato dei troiani. Al mattino, quando Asclepio nel recinto sacro di Epidauro e, Le donne e gli
uomini romani
la brezza soffiava attraverso le crepe pro- naturalmente, a Zeus nel tempio di Olimpia amavano praticare
vocate dal terremoto, le statue emettevano a lui dedicato. Ma non trascurò nemmeno attività fisiche,
un suono curioso, in cui molti credevano di altre località emblematiche come Aulide, come testimonia
riconoscere la musica di una lira, oppure un in Beozia, da dove era salpata la spedizione questo mosaico
fischio o un pianto. greca contro Troia guidata da Agamenno- della villa romana
di Casale (Sicilia),
C’era anche chi ingaggiava scalpellini ne, o l’istmo di Corinto, sede dei famo- dove alcune giovani
locali per fare incidere sul colosso i propri si giochi. Alcuni anni più tardi il senatore fanno ginnastica.
componimenti, come un poeta lirico di no- Lucio Memmio trovò il modo di coniugare DAGLI ORTI / AURIMAGES
me Paeone che scrisse dei versi in onore del ozio e impegni lavorativi nel corso di una
suo mecenate Mezio Rufo, o la poeta Giulia visita alla città egiziana di Arsinoe, l’anti-
Balbilla, che viaggiava al seguito della mo-
glie dell’imperatore Adriano, Vibia Sabina.
Lavoro e piacere
Anche chi era all’estero per svolgere mis-
sioni belliche o diplomatiche trovava il
tempo per fare turismo. È il caso di Lucio
Emilio Paolo, che dopo la vittoria di Pidna
nel 168 a.C. e lo smembramento del vecchio
regno ellenistico di Macedonia andò a ren-
FESTE POPOLARI
A Baia i romani agiati si
dedicavano a tutta una serie
di attività che per gli stoici,
come il filosofo Seneca, erano
ripugnanti: «Non ho nessuna
voglia di vedere ubriachi
vagare lungo le spiagge, feste
di beoni sulle barche, i laghi
risuonanti di concerti e altri
eccessi di questo genere».
La festa di Nettuno, olio di
Ettore Forti. XIX secolo.
BRIDGEMAN / ACI
ISTOCK / GETTY IMAGES
IL TEMPIO ca Crocodilopoli. Memmio fu accolto con terraneo per godersi una bella vacanza. A
DI POSEIDONE tutte le attenzioni da un funzionario del re partire dall’epoca repubblicana molti patrizi
La Grecia era una Tolomeo IX, tale Asclepiade, che durante romani cominciarono a dotarsi di una o più
delle destinazioni
preferite dei romani, la sua permanenza non gli fece mancare ville al mare o in campagna, dove si ritirava-
che seguivano le nulla: gli organizzò una visita al labirinto (il no quando volevano sottrarsi agli impegni
orme di Omero e dei complesso funerario collegato alla piramide quotidiani e dedicarsi a un otium completo.
grandi filosofi. Sopra, del faraone Amenemhat III) e gli procurò i
il tempio di Poseidone
tipici panetti che i turisti davano in pasto Case di villeggiatura
a capo Sunio.
ai rettili da cui la città prendeva nome, e in La zona preferita per le ville marittime era
particolare al più im- la Campania, che ospitava località emble-
portante fra questi: il matiche come Pompei, Ercolano e Stabia. La
UNA COPPIA SI BACIA DURANTE UN BANCHETTO. AFFRESCO
POMPEIANO DEL I SECOLO. MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE, NAPOLI. coccodrillo che in- regione era facilmente raggiungibile da Ro-
carnava il dio Sobek. ma e aveva un clima mite e spiagge attraenti
Il geografo Strabone che ne facevano un centro turistico privile-
racconta che que- giato. Ben lo comprese all’inizio del I secolo
sto enorme animale a.C. l’imprenditore Caio Sergio Orata, che
trangugiava la frutta, ristrutturava le ville del golfo di Napoli per
i biscotti e il vino che poi venderle a caro prezzo ai senatori.
i visitatori gli getta- Sulle spiagge campane il tempo trascorre-
vano passando. va sereno, tra «le gozzoviglie, i canti, i con-
Ma non c’era biso- certi, le gite in barca», secondo le parole di
gno di andare dall’al- Cicerone. Plinio il Giovane descrive le occu-
tra parte del Medi- pazioni estive cui si dedicava nelle sue ville:
AKG / ALBUM
DEA / ALBUM
VILLE CON GIARDINO
I PALAZZI URBANI o rurali dei ricchi romani ospitavano magnifici
giardini privati. Uno degli elementi protagonisti di queste vere
e proprie oasi di pace era l’acqua, presente in fontane, laghetti
o ruscelli. C’era anche una grande varietà di piante e uccelli,
come per esempio colombe e pavoni, così come sculture ed
elementi architettonici.
la meditazione, la lettura, i massaggi, il ba- biblioteche come quella della villa dei Papiri IL PIACERE
gno, la musica, la pesca e le gite a cavallo. Se a Ercolano. Molte di queste residenze erano DELLA NATURA
era in compagnia di qualche altro vacanziere immense, come la villa del Pastore a Stabia, Stormi di gazze e
colombe svolazzano
delle case adiacenti, il passatempo predilet- con i suoi quasi 19mila metri quadrati, o la e si posano sugli
to era la caccia. Nel IV secolo d.C. l’oratore vicina villa Arianna, approssimativamente alberi e le fontane
Quinto Aurelio Simmaco, proprietario di di 13mila metri quadrati. in questo affresco
decine di abitazioni, trascorreva il tempo In questi sontuosi ambienti di rappresen- di un rigoglioso
giardino romano
con i suoi amici Macedonio e Attalo chiac- tanza sociale, il patrizio romano poteva de-
che decorava il
chierando, leggendo e dedicandosi anche lui dicarsi al riposo spirituale e al divertimento triclinio della villa
alla caccia, uno svago che tra gli aristocratici intellettuale come un raffinato sovrano el- del Bracciale d’oro,
andava per la maggiore. Tra i nobili poi erano lenistico nel suo palazzo. a Pompei.
all’ordine del giorno i banchetti, spesso al- JORGE GARCÍA SÁNCHEZ
UNIVERSITÀ COMPLUTENSE DI MADRID
lietati da spettacoli di musica, teatro, danza o
esibizioni che oggi si definirebbero circensi.
Ummidia Quadratilla, illustre nobildonna Per TESTI
Guida della Grecia.
vissuta circa duemila anni fa, disponeva di saperne Pausania. Mondadori, Milano, 1982.
di più
una compagnia di pantomimi, funamboli e SAGGI
Le ville marittime romane
ballerini che animava le sue serate. Lucio Esposito. Con-fine,
Monghidoro (BO), 2017.
L’archeologia è riuscita a conservare vari INTERNET
esempi di queste lussuose abitazioni, spesso Tabula peutingeriana
www.omnesviae.org
circondate da ampi giardini e ninfei, decora- Storia delle vacanze
te con pitture e gruppi di sculture in marmo www.rsi.ch/rete-due/programmi/cultura/
laser/Storia-delle-vacanze1-9240145.html
e in bronzo d’ispirazione greca, e dotate di
U N A V I L L A I N R I VA A L M A R E
Nella sua opera Immagini il filosofo Filostrato Maggiore descrive così il lusso di una villa affacciata sul golfo di Napoli: «Vivevamo
fuori dalle mura, in un quartiere residenziale di fronte al mare; c’era un portico orientato verso lo zefiro [un vento proveniente da
ovest], di quattro o cinque piani, con vista sul Tirreno. Ospitava varie sculture di marmo, che conferivano splendore all’edificio,
ma il fiore all’occhiello erano i dipinti […] collezionati con gran gusto, che dimostravano il talento dei loro esecutori».
VILLA LAURENTINA. DISEGNO DELLA CASA DI PLINIO IL GIOVANE. KARL FRIEDRICH SCHINKEL. 1833-1834. STAATLICHE MUSEEN, BERLINO.
PATRIZI ROMANI
agiati cercavano tranquillità e svago
L A V I L L A L AU R E N T I N A D I P L I N I O I L G I OVA N E
Nelle sue Lettere Plinio il Giovane descrive così la sua villa a Laurento: «Sul davanti vi è un atrio semplice […] cui segue un portico
che in forma di una D racchiude una corte, piccola ma graziosa. L’insieme offre un eccellente ricovero per il cattivo tempo, giacché
è protetto dalle vetrate e soprattutto dalle grondaie dei tetti […] Tutt’intorno la sala ha delle porte, o delle finestre non meno grandi
delle porte, e così lungo i lati e di fronte essa sembra affacciarsi su tre mari […]». AKG / ALBUM
BATTAGLIA DI HASTINGS
Il 14 ottobre 1066 l’esercito di Guglielmo di
Normandia sconfisse ad Hastings le truppe
di Aroldo d’Inghilterra. Questo dipinto a
olio dell’illustratore a loro contemporaneo
Tom Lovell ricostruisce l’episodio bellico
che segnò la fine della dinastia sassone.
NATIONAL GEOGRAPHIC CREATIVE / ALAMY / ACI
HASTINGS
N O R M A N N I CONTRO S A S S O N I
Nel 1066 il duca Guglielmo di Normandia invase
l’Inghilterra e rovesciò la dinastia sassone che governava
il Paese. Qualche anno dopo fu realizzato un arazzo lungo
quasi 70 metri le cui immagini raccontano la storia
della vittoria normanna nella battaglia di Hastings
L’ABBAZIA DI BATTLE
Guglielmo I fece costruire
quest’abbazia sul luogo della
battaglia di Hastings. L’altare
maggiore è situato nel punto
esatto in cui morì re Aroldo.
AC I
N/
MA
ra, che riteneva gli spettasse in quanto erede del re Edoardo
GE
RID
B
il Confessore, suo cugino, morto all’inizio se scene, non solo in qualità di sacerdote ma GUGLIELMO IL
dello stesso anno. A succedere al sovrano anche di guerriero. Probabilmente l’opera CONQUISTATORE
inglese era stato invece il cognato Aroldo, fu realizzata in occasione della consacra- Guglielmo di
Normandia
che si era proclamato re il 6 gennaio. zione della cattedrale, avvenuta nel 1077. s’impadronì
Aroldo tentò di respingere l’invasore nello Secondo un’altra ipotesi, la tela sarebbe sta- dell’Inghilterra
scontro di Hastings, ma per le sue truppe fu ta esposta in vari luoghi della Normandia all’età di 38 anni e
una disfatta. In poche settimane Guglielmo e dell’Inghilterra a scopo propagandistico, morì nel 1087, a 59
assunse il controllo del Paese e stabilì una per poi concludere il suo viaggio a Bayeux. anni. Qui sopra, una
moneta d’argento
solida monarchia dominata dalla nobiltà di Una teoria più recente afferma che sarebbe con la sua effigie.
origine normanna. stato lo stesso Guglielmo a commissionar-
ne l’esecuzione al monastero normanno di
Un’opera di propaganda Saint-Florent, presso il castello di Saumur.
Esiste una fonte eccezionale di informazio- In ogni caso, una volta arrivato a Bayeux
ni su questo evento epocale: un arazzo con- l’arazzo fu collocato nella navata centrale
servato presso il museo di Bayeux. Si tratta della cattedrale, a un’altezza dove fosse ben
in realtà di un tessuto ricamato che venne visibile durante la festa delle reliquie che si
elaborato nel decennio successivo alla bat- celebrava il primo luglio. Le reliquie svolgono
taglia per commemorare l’episodio. Questo una funzione molto importante nelle vicende
capolavoro dell’arte medievale è stato at- narrate dall’arazzo. Con i suoi circa 70 metri
tribuito all’arcivescovo Oddone di Bayeux, di lunghezza per 0,50 di larghezza, il ricamo
fratellastro di Guglielmo, che avrebbe com- rappresenta la conquista dell’Inghilterra da
missionato il tessuto agli artigiani inglesi di parte dei normanni in 58 scene successi-
Canterbury. A favore di questa teoria c’è il ve che compongono una sorta di film. Ogni
fatto che il primo riferimento scritto all’e- immagine è accompagnata da brevi testi in
sistenza dell’arazzo si trova in un inventario latino che descrivono l’evento e i personaggi
York
dei beni della cattedrale di Bayeux redatto coinvolti. Paradossalmente il vero protago-
nel 1476. Inoltre il prelato compare in diver- nista non è Guglielmo il Conquistatore, ma Lincoln
R EG NO DI
ING HILT E R R A ESSEX
Rochester
C R O N O LO G I A
1064 6-I-1066 14-X-1066 1077 EX
Londres
Hastings
KEN
T
Dives-sur-Mer
erede Guglielmo viene proclamato diventa il nuovo consacrazione della Bayeux
NORMANDIA Parigi
di Normandia. re d’Inghilterra. sovrano inglese. cattedrale di Bayeux. BR
I A
R EG NO DI F R A NC
E TA
GNA
Aroldo di Inghilterra
Guglielmo di Normandia
ITINERARIO DEI DUE ESERCITI VERSO HASTINGS.
EOSGIS.COM
LA CATTEDRALE DI BAYEUX
L’arazzo commemorativo era
destinato a decorare le pareti
di questa cattedrale normanna,
consacrata nel 1077.
Aroldo, lo sconfitto, che appare molto più
frequentemente nell’opera.
La storia inizia nel 1064: non avendo eredi,
re Edoardo incarica suo cognato Aroldo di
recarsi in Normandia per nominare il duca
Guglielmo suo legittimo successore. Il viag-
gio è un susseguirsi di peripezie. Inizialmente
Aroldo sbarca sulle coste controllate dal duca
Guido di Ponthieu, che lo fa prigioniero e poi
lo rilascia su ordine di Guglielmo. Quest’ul-
timo lo accoglie a braccia aperte e lo invita
1
Aroldo e i suoi uomini cavalcano verso Bosham
nel suo palazzo di londra, il sovrano d’In- La scena seguente illustra il viaggio di Aroldo
ghilterra Edoardo discute con Aroldo 1, che verso Bosham, sulla costa inglese. Da quella
nell’immagine dell’arazzo appare in compa- località attraverserà la Manica per raggiunge-
gnia di un altro personaggio che non è stato re Guglielmo. Preceduto da una muta di cani,
identificato, e gli ordina di recarsi dal duca Aroldo ha un falco sull’avambraccio destro 2
Guglielmo di Normandia per nominarlo suc- ed è in sella a un cavallo nero seguito da vari
cessore al trono inglese. cavalieri 3.
4
DELL’INVASIONE
scelte tra le quasi sessanta che compongono l’intera storia
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Guglielmo riceve Aroldo nel suo palazzo
FOTO: JEAN GOURBEIX, SIMON GUILLOT / RMN-GRAND PALAIS
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La battaglia di Hastings
FOTO: JEAN GOURBEIX, SIMON GUILLOT / RMN-GRAND PALAIS
viene qui rappresentato uno dei momenti centro c’è un altro scontro analogo 5, segui-
più feroci della battaglia: «Caddero inglesi to da una scena molto vivace con una vista
e franchi», dice l’arazzo. I due eserciti sono laterale dei cavalli normanni 6 . La fanteria
armati in modo simile: lunga cotta di maglia inglese si difende su una collina dalla carica
ed elmo conico con protezione nasale. Sulla della cavalleria normanna 7 . Nella frangia
sinistra un inglese armato di ascia affronta un inferiore sono rappresentati i cadaveri di uo-
cavaliere normanno con lancia e scudo 4. Al mini e cavalli 8.
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La morte di Aroldo
FOTO: JEAN GOURBEIX, SIMON GUILLOT / RMN-GRAND PALAIS
IL DUOMO
DI FIRENZE
Simbolo del potere e della prosperità della città toscana,
la cattedrale di Santa Maria del Fiore stupì il mondo con la
gigantesca cupola progettata da Filippo Brunelleschi
C
hi mai sì duro o sì invido non lo-
dasse Pippo architetto vedendo
qui struttura sì grande, erta so-
pra e’ cieli, ampla da coprire con
sua ombra tutti e’ popoli tosca-
ni, fatta sanza alcuno aiuto di travamenti o di
copia di legname […]?». A quasi sei secoli di
distanza non è ancora svanita l’ammirazione
che nel 1436 Leon Battista Alberti esprime-
va di fronte all’opera di Filippo Brunelleschi
– Pippo per i suoi concittadini. Per dimensioni,
purezza delle linee e sorprendente ingegnosità
dei suoi creatori la cattedrale di Santa Maria del
Fiore è senz’ombra di dubbio una delle gran-
di imprese dell’architettura e dell’ingegneria
rinascimentali.
La costruzione prese avvio nel 1296 e durò 175
anni. Il primo capomastro fu Arnolfo di Cambio,
un architetto la cui opera s’inserisce nell’ambito
del gotico italiano, una versione “temperata”
del gotico diffuso in altre parti d’Europa. Do-
po la sua morte, avvenuta tra il 1302 e il 1310, i
lavori subirono una battuta d’arresto. Nel 1330
l’istituzione incaricata del cantiere, l’Opera del
duomo, passò sotto la direzione dell’Arte della
lana, una delle corporazioni più potenti della
vita politica fiorentina, che finanziò la ripresa
dei lavori. Da quel momento diversi architetti
si succedettero nel ruolo di capomastro. Tra
questi Andrea Pisano, che nel 1337 intraprese
l’edificazione del campanile secondo il progetto
originale di Giotto di Bondone. Nel 1348 i lavori
s’interruppero di nuovo a causa della grande
ALINARI ARCHIVES / GETTY IMAGES
SC
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FIR
EN
ZE
Modello persiano
Nel 1359 Talenti cedette il passo a Giovanni di
Lapo Ghini, che si trovò di fronte al problema di
elaborare una cupola adatta a ricoprire la crocie-
ra disegnata da Di Cambio. Ghini propose una
soluzione in stile gotico tradizionale, con pareti
sottili sorrette esternamente da una nervatu-
ra di contrafforti. L’architetto fiorentino Neri
di Fioravanti presentò invece un progetto che
si distingueva dai modelli utilizzati in Europa
settentrionale in quanto era privo di sostegni
esterni. La struttura da lui immaginata si reg-
geva tramite l’utilizzo di anelli in pietra e legno,
che come i cerchi in ferro delle botti avrebbero
impedito alla cupola di cedere alla spinta laterale.
A differenza della proposta più tradizionale
di Giovanni di Lapo Ghini, quella di Neri di Fio-
ravanti suscitò grandi discussioni perché non
prevedeva il ricorso ai tipici elementi gotici. Nel
1367 l’Opera del duomo deliberò a favore dell’i-
dea di Neri, con una riserva: i pilastri del tran-
setto sarebbero stati ampliati e la cupola avrebbe
avuto un diametro di 55 metri. La soluzione del
Fioravanti era a doppia calotta, prevedeva cioè
la costruzione di due strati sovrapposti, uno
interno di maggiore robustezza e un secondo
più leggero che sarebbe servito da protezione
contro le intemperie. Non era la prima volta che
in Europa si adottava questa formula, originaria
della Persia e molto popolare nell’architettu-
ra islamica. La proposta di Neri prevedeva una
cupola ottagonale suddivisa in otto spicchi di
pietra e dal profilo ogivale, che avrebbe raggiun-
RINASCIMENTO
Tagli e sabotaggi
Nello stesso anno venne redatto un memo-
randum in dodici punti che elencava i principi
fondamentali del progetto. Nel testo si menzio-
navano le dimensioni degli anelli strutturali e
della doppia calotta, così come l’imperativo di
costruire la cupola «sanza alcuna armatura».
Ma ancora una volta non venivano definite le
modalità operative. In mancanza di documenti
che descrivano con esattezza quale fu il proce-
dimento seguito, tutto ciò che sappiamo è stato
dedotto dall’osservazione e dall’analisi a poste-
riori. All’inizio dei lavori la fazione di Ghiberti
ricorse a vari stratagemmi per sabotare la pro-
posta di Brunelleschi. Questi fu più volte ac-
cusato di non essersi attenuto alle disposizioni
del progetto originale di Fioravanti; la sua opera
fu tacciata di problemi strutturali e criticata
per non avere abbastanza finestre. Ma nessuna
avrebbe costruito
la cupola senza alcun
sistema di sostegno
92 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC
L’INTERNO DELLA
CATTEDRALE
I marmi colorati che
decorano i pavimenti
di Santa Maria del
Fiore risalgono al XVI
secolo e sono opera
degli architetti Baccio
d’Agnolo, Giuliano
di Baccio d’Agnolo e
Francesco da Sangallo.
LA CUPOLA
Il 7 agosto 1420 i muratori, gli Data di Forme e linee
costruzione La proposta del Brunelleschi rispetta il progetto
scalpellini e gli altri lavoratori salirono
1471 originale di Neri di Fioravanti, che prevedeva
sul tamburo della cattedrale di Santa 114 metri
dal suolo una cupola a sezione ogivale. Gli archi seguono
Maria del Fiore. Ammirando Firenze la regola del quinto acuto, cioè il raggio della
stendersi davanti a loro, consumarono loro curvatura è quattro quinti del diametro
di base, e i rispettivi centri sono posti a un
una colazione a base di pane, melone
quinto di diametro dagli angoli dell’ottagono
e vino Trebbiano. Questo particolare interno. Il tamburo, separato ai vertici da
rituale segnò l’inizio dei lavori di elementi di pietra, è privo di un centro
costruzione della cupola. esatto, un’irregolarità probabilmente
dovuta ad alcune imprecisioni in fase
di costruzione.
Il progetto
La cupola di Santa Maria del Fiore si erge su Raggio di curvatura
un tamburo ottagonale in pietra 1, dotato di
grandi finestre circolari su ogni lato. Tra la base
e la cuspide ci sono quattro catene di pietra
arenaria rinforzate con ferro 2, che insieme a
Lanterna
una serie di anelli di legno ingabbiano la struttura 1 4
impedendo che si apra verso l’esterno. La cupola 4 2 3
è sormontata da un oculo 3 e da una lanterna 4,
completata nel 1461. La sfera dorata (realizzata
da Andrea del Verrocchio) fu collocata sopra 3
la lanterna il 27 maggio del 1471. Diametro
Gravità
55 metri
1436
Oculo
Particolari nascosti
La cupola è composta Uno scheletro resistente
da diversi milioni di mattoni. La base della cupola tende
Sotto le tegole esterne a cedere verso l’esterno per
di terracotta e l’intonaco effetto della gravità. Per ridurre
interno si nascondono questa tensione, Brunelleschi
dettagli importanti. Gli collegò la calotta interna alla
esperti hanno scoperto Tegole Livello 4 copertura esterna tramite dei
per esempio che i mattoni Per arrivare robusti archi verticali in muratura.
hanno forme diverse a alla lanterna, Gli angoli vennero rinforzati
seconda della posizione. i visitatori con degli anelli orizzontali.
percorrono
Mattoni una scala che
si snoda tra
i pianerottoli
Gesso
1433 che ci sono
in questi livelli.
Ipotetica
Livello 3 Arco verticale Spinta laterale
trave di pietra
di mattoni
2
Anelli di
mattoni
Volta esterna
Volta interna
1426
1422
Livello 2
Trave di legno
Scala
Livello 1
Calotta
interna
60°
Mattoni verticali
Nella parte superiore,
il muro raggiunge un angolo 2
massimo di 60 gradi.
Mattoni verticali disposti ad
angolo verso il centro
SCA
LA
, FI
REN
ZE
I paranchi
Brunelleschi è particolarmente noto per le
sue macchine, cui ricorse sia per la cupola
del duomo sia in altri contesti civili e militari.
I paranchi e i montacarichi utilizzati a Santa
Maria del Fiore avevano complessi ingranaggi
a trazione animale e sistemi di arresto che Carga
impedivano la caduta dei blocchi di arenaria.
Per la costruzione della lanterna furono usati
esemplari di dimensioni ridotte pensati
per essere azionati dalla forza umana, con
meccanismi di precisione che consentivano
di collocare i conci con grande accuratezza.
FERNANDO BAPTISTA / NGS
di queste controversie riuscì a delegittimare la
sua soluzione, e nel 1426 fu approvato il prose-
guimento dei lavori senza strutture ausiliarie.
Nel 1429 il peso della cupola provocò l’apertu-
ra di alcune crepe, rendendo necessari interventi
di rinforzo con anelli di ferro e legno. Brunelle-
schi propose anche la costruzione di un nuovo
circolo di cappelle che avrebbe dovuto migliorare
la resistenza dell’edificio, ma l’Opera del duomo
non l’approvò. Gli anni trenta del quattrocen-
to furono un periodo di crisi economica, tagli
salariali e carenza di materiali da costruzione.
Ciononostante i lavori andarono avanti e nel
1436 il papa poté consacrare il duomo.
Per SAGGI
GUIDO BAVIERA / FOTOTECA 9X12
DEL MONDO
La storia delle grandi cupole è un costante
susseguirsi di influenze incrociate. Il Pantheon
di Roma, la cui struttura superiore è alleggerita
mediante il ricorso ad anfore vuote, o la cupola
sorretta da pennacchi di Santa Sofia a Istanbul
hanno influenzato architetture di luoghi e stili
molto diversi. La cupola del duomo di Firenze
riprende elementi di entrambi i monumenti,
ma ricorre anche a soluzioni innovative, come
la doppia calotta e i costoloni intermedi, che
Santa Sofia
le permettono di raggiungere dimensioni mai L’enorme cupola si erge
viste prima. Nemmeno la cupola di San Pietro, sopra la navata centrale
opera di Michelangelo e discendente diretta del ed è sorretta da quattro
capolavoro di Brunelleschi, riesce a eguagliarla. giganteschi pennacchi, che
a loro volta poggiano su
quattro pilastri. VI secolo.
5 anni, 10 mesi
Forma
attuale
Cemento Mattoni Copertura
Angolo di visione
e malta di piombo
Copertura dell’illustrazione
di bronzo
32 m
43,3 m
FERNANDO BAPTISTA / NGS
San Pietro a Roma
Michelangelo Buonarroti
Duomo di Firenze
progettò la cupola nel 1547.
La cupola di Santa Maria
Il suo discepolo Giacomo
del Fiore è la più grande del
della Porta la portò a termine
mondo. Fu iniziata da Filippo
sotto Sisto V (1585-90).
Brunelleschi nel 1420 e si
concluse nel 1471. 120 anni
circa 5 anni
175anni
51 anni
Mattoni e
malta con
copertura di
Mattoni e piombo
malta
50 m
Taj Mahal
Tra i vertici dell’architettura moghul
dell’India settentrionale, fu eretto
16 anni
nel XVII secolo per ordine di Shah
Jahan. La cupola fu progettata circa 5 anni
dall’ottomano Ismail Khan.
Copertura
55 m di marmo
Mattoni
28,4 m
SCIENZA E FINZIONE
Jules Verne, qui in una foto
colorizzata del 1880, sosteneva
che ogni dato geografico e
scientifico contenuto nelle sue
opere «è stato esaminato nel
dettaglio ed è sicuramente
esatto». Nella pagina seguente,
copertina di un’edizione di
Dalla Terra alla Luna, del 1865.
FOTO: AKG / ALBUM
JULES
VERNE
LO SCRITTORE VISIONARIO
C R O N O LO G I A
NANTES, 1828
Jules Verne nasce
1847
Si trasferisce a Parigi,
PARIGI, l’8 febbraio a Nantes.
Dopo gli studi superiori
dove entra in contatto
con gli intellettuali e i
AMIENS il padre lo convince a
studiare legge.
bohémien della città.
Conosce Dumas figlio.
UN PASSATO INFAMANTE. QUESTO BASSORILIEVO SU UNA FACCIATA A NANTES RICORDA LA TRATTA DEGLI SCHIAVI CHE ARRICCHÌ LA CITTÀ. ALAMY / ACI
RIVOLUZIONE E REPUBBLICA
Verne fu testimone degli eventi
che portarono all’abdicazione di
Luigi Filippo I nel 1848. Quest’olio
di Eugène Hagnauer evoca la
confusione seguita all’attacco
del palazzo delle Tuileries.
scrivere due libri all’anno. della famiglia. madre e Hetzel. francesi e straniere.
di borsa finché, a 24 anni, entrò nella reda-
zione della rivista letteraria Musée des famil-
les per occuparsi della sezione scientifica.
Più avanti conobbe Honorine Deviane,
una vedova di Amiens che aveva due figlie,
e la sposò nel 1857. Il matrimonio non gli
apportò la stabilità che avrebbe voluto. Sentì
piuttosto che lo soffocava e quindi, per sfug-
gire alla monotonia del focolare, viaggiò in
Scozia, Norvegia e Danimarca. La coppia eb-
be un figlio, Michel, che gli diede non pochi
grattacapi perché, pur divenendo in seguito
uno scrittore accettabile, non cessò di de-
ludere i genitori e scandalizzarli per le sue
storielle con attrici, da una delle quali ebbe
un figlio illegittimo.
V
Viaggi straordinari, nella calma di Amiens.
ERSO LA FINE DELLA SUA VITA, Jules Verne si stabilì
E scrisse fino all’anno della sua morte, nel
nella Casa della Torre, chiamata così per via dell’alta
torre che la sovrasta. Qui visse 18 anni, e qui ha sede 1905. Nel prologo alle Avventure del capi-
il museo dedicato all’autore. L’architettura in ferro e tano Hatteras (1864-1865), Hetzel affermò
vetro, tipica della seconda metà del XIX secolo, è simile a quella che l’obiettivo della collana consisteva nel
propugnata nelle esposizioni universali. Si accede alla casa tramite «riassumere tutte le conoscenze geogra-
un giardino d’inverno, dove lo scrittore in genere riceveva i suoi fiche, geologiche, fisiche e astronomiche
ospiti. Al pianterreno si accumulate dalla scienza moderna e riscri-
possono visitare diver- vere, con la forma che le è propria, la storia
si salotti decorati con i dell’universo».
ritratti dei proprietari.
Libri di “robinsonate”, Viaggi straordinari e progresso
ispirati cioè a Robinson
I primi libri, di piccolo formato, usciro-
Crusoe, e sue opere tea-
trali ricordano la gioventù
no a puntate sul Magasin d’Education et de
dello scrittore. Al piano Récréation. Tuttavia, ben presto Hetzel si re-
superiore si trova lo stu- se conto che avrebbero avuto successo pure
dio di Jules Verne, dove in un formato più grande e con una coperti-
un mappamondo, cartine, na illustrata. Nacque così l’idea delle celebri
libri e incisioni guidano copertine dei Viaggi straordinari, concepite
il visitatore nell’universo grazie alla tecnica del cartonaggio, che con-
dello scrittore francese. sisteva nel rilegare i libri con una copertina
di cartone, poi foderata da una tela ricca-
LA CASA DI JULES VERNE
AD AMIENS, CON LA TORRE mente decorata. La popolarità dei romanzi di
CHE LE DÀ IL NOME.
ALAMY / ACI
Verne spinse l’editore a imitare l’estetica dei
libri e a rinnovarla secondo i gusti del pub-
blico. Le prime opere dei Viaggi straordinari
sono un inno alla felicità che il progresso
avrebbe comportato per gli uomini, e a rag-
trovava vicino alla stazione, e quindi di giungere tale conquista sociale avrebbero
tanto in tanto si recava nella capitale o contribuito la scienza e la sua divulgazione
al porto di Le Crotoy, dove scioglieva tramite i romanzi. Lo scrittore, infatti, univa
gli ormeggi alla sua barca – ne ebbe tre, nelle sue opere le letture romantiche della
tutte con il nome di Saint Michel – per gioventù, le idee del Socialismo utopico e
dedicarsi alla navigazione, il suo grande del Positivismo basato sulla ragione.
amore. Verne si integrò appieno nella Le storie di Verne comparvero in un mo-
vita sociale della città e divenne consi- mento di ottimismo collettivo, favorito dalla
gliere per l’educazione, i musei e le fe- Rivoluzione industriale in Francia e dalla
ste. Tra i suoi apporti, si può contare la stabilità politica del governo di Napoleo-
costruzione di un circo, commissionato ne III. Per questo i protagonisti dei viaggi
all’architetto Émile Ricquier, discepolo sono sempre esploratori che hanno un at-
di Eiffel. La passione circense si rifletté teggiamento positivo, e ai quali le macchine
nel romanzo César Cascabel (1890), che migliorano la vita.
racconta le peripezie in carretta di una In Cinque settimane in pallone, il saggio
famiglia di saltimbanchi, i quali cercano inglese Samuel Fergusson percorre in com-
di tornare nella natia Francia passando pagnia di un servitore e di un amico il con-
attraverso i luoghi vergini e i deserti di tinente africano a bordo di una mongolfiera
gonfiata a idrogeno. In Ventimila leghe sot-
COPERTINA DEL ROMANZO LE AVVENTURE DI ETTORE SERVADAC
(1877), CHE RACCONTA UN VIAGGIO NEL SISTEMA SOLARE. to i mari (1869), il biologo francese Pierre
LEEMAGE / PRISMA ARCHIVO
IL CAPITANO NEMO
CALCOLA LA SUA
POSIZIONE ALL’INIZIO DEL
VIAGGIO DEL NAUTILUS,
VICINO AL GIAPPONE.
DA VENTIMILA LEGHE
SOTTO I MARI.
LEEMAGE / PRISMA ARCHIVO
IN I FIGLI DEL
CAPITANO GRANT
UN CONDOR GIGANTE
RAPISCE ROBERT
GRANT DURANTE IL
VALICO DELLE ANDE.
LEEMAGE / PRISMA ARCHIVO
2 I«Lafigliparola
del capitano Grant
pampa, di origine
araucaniana, significa pianura erbosa. La
vegetazione mette radici in uno strato di
terra che copre il suolo argilloso e sabbioso,
LA GOLETTA MACQUAIRE È COLPITA DA
rossiccio o giallo […] dove giacciono in UNA TEMPESTA NELL’OCEANO PACIFICO,
grandi quantità ossa antidiluviane». IN I FIGLI DEL CAPITANO GRANT.
LEEMAGE / PRISMA ARCHIVO
DETTAGLIO DELLA COPERTINA
DEL LIBRO MICHELE STROGOFF,
PUBBLICATO DA HETZEL E
ILLUSTRATO DA JULES FERRAT.
BRIDGEMAN / ACI
LA MONGOLFIERA VICTORIA
CON I SUOI TRE UOMINI A
BORDO. CINQUE SETTIMANE IN
PALLONE FU IL PRIMO GRANDE
SUCCESSO DI VERNE.
LEEMAGE / PRISMA ARCHIVO
5 Michele Strogoff
«La tenda di Feofar dominava sulle tende
vicine […] Essa occupava il centro d’una vasta
radura, circondata da una selva di magnifiche
betulle e di pini secolari. Davanti a questa tenda,
[…] si apriva il libro sacro del Corano».
3
Un capitano
4
6 di quindici anni
«All’interno dell’Africa, intere tribù
vengono ridotte in schiavitù dopo
lotte sanguinose […] I villaggi, dati in
pasto alle fiamme, rimangono senza
abitanti, i campi vengono devastati
6 1 e i fiumi trascinano via i cadaveri».
COPERTINA DI UN
Ventimila leghe Il giro del mondo
3 sotto i mari 4 in ottanta giorni
CAPITANO DI QUINDICI
ANNI, IN CUI COMPAIONO
I PERSONAGGI PRINCIPALI
«La foresta si componeva di grandi «Si era nell’alto Bundelkund, paese ASSIEME AL PROTAGONISTA,
CARTOGRAFIA: EOSGIS.COM. SFONDO: ALAMY / ACI
piante […] Tutte tendevano verso la […] abitato da una popolazione DICK SAND, AL CENTRO.
superficie dell’oceano […] sprovviste fanatica, ostinata nelle più superstiziose
LEEMAGE / PRISMA ARCHIVO
di radici, indipendenti dai corpi solidi e crudeli pratiche della religione indù
[…] E, a perfezionare l’illusione, pesci […] Bande di indù dall’aspetto selvaggio
mosca volavano di ramo in ramo, facevano gesti d’ostilità vedendo
come uno sciame di colibrì». passare il veloce pachiderma».
I pericoli dell’uso (1874), l’equipaggio di un pallone a gas nau-
fraga in un’isola sotto la quale si nasconde il
errato della tecnologia regno acquatico del capitano Nemo.
Con il passare del tempo, tuttavia, i suoi
S
libri diventarono sempre più pessimisti. Alla
EMBRA CHE LA VISIONE ottimistica della scienza contenuta
fine del secolo le potenze europee si con-
nei romanzi di Jules Verne dipenda in realtà dal suo editore
Hetzel, secondo il quale i lettori non volevano racconti tendevano gli imperi coloniali, e la scienza
cupi o tristi sul progresso. Lo scrittore, invece, aveva una e la tecnologia si misero al servizio dell’in-
visione più pessimistica della tecnologia e dell’uso che ne avreb- dustria e del capitale. Verne cominciò a nu-
be fatto l’umanità. In I cinquecento milioni della Bégum (1879), trire dei dubbi nei confronti del progresso
uno scienziato tedesco e uno francese si servono di un’eredità e spostò i suoi personaggi da luoghi ancora
per fondare due città negli Stati Uniti. Quella francese è un vergini a mondi più riconoscibili. È il ca-
modello di razionalità, so, per esempio, del romanzo Il raggio verde
mentre quella tedesca (1882), in cui una spinta romantica condu-
è un luogo industriale e ce i protagonisti verso le coste della Scozia
militarizzato, nel qua- per osservare tale fenomeno atmosferico.
le si fabbricano armi
O del Castello dei Carpazi (1892), roman-
per sottomettere la
“razza latina”.
zo dalle suggestioni gotiche e vampiresche
Nel racconto Jules ambientato in Transilvania. Nel prologo a
Verne anticipa l’uso quest’ultimo, Jules Verne si lamenta che alla
del gas tossico e dei fine del «pragmatico XIX secolo» non ci sia
missili aerei, usati più nessuno a inventare leggende, nemmeno
trentacinque anni do- nei paesi più magici.
po nella Prima guerra
mondiale. Il padre della fantascienza
L’Europa di Jules Verne visse un profondo
COPERTINA DI UN’EDIZIONE
MODERNA DI I CINQUECENTO cambiamento. Le fabbriche, le tecnologie,
MILIONI DELLA BÉGUM.
RUE DES ARCHIVES / ALBUM la macchina a vapore, il telegrafo e le comu-
nicazioni trasformarono il mondo e lo rim-
picciolirono: l’apertura del canale di Suez,
la prima ferrovia transcontinentale negli
Stati Uniti o la Transiberiana in Asia accor-
RIVOLUZIONE Aronnax, a bordo della fregata Abraham Lin- ciarono, infatti, le distanze. I nuovi mezzi di
TECNOLOGICA
coln, cade in mare e finisce nel sottomarino comunicazione di massa fornirono notizie
Grazie al telegrafo il
mondo poté essere Nautilus del leggendario capitano Nemo. precise di tali conquiste. Era il terreno idea-
collegato in tempo Dal canto suo Viaggio al centro della terra le perché lo scrittore francese vaticinasse il
reale. Phileas Fogg ne (1864) racconta la spedizione di un profes- progresso tecnologico del XX secolo. E così,
fece uso per riferire sore di mineralogia, il dottore tedesco Otto assieme a H.G. Wells, Verne si eresse a uno
dei suoi progressi
in Il giro del mondo
Lidenbrock, da un vulcano dell’Islanda fino dei padri della fantascienza. Ma quest’a-
in ottanta giorni. al nucleo del pianeta. E nell’Isola misteriosa dorazione per la scienza del futuro non fu
Sotto, una replica premeditata ed era dovuta soltanto al suo
del telegrafo senza zelo da divulgatore: «Io mi sono limitato a
fili di Marconi. rendere finzione ciò che in futuro sarebbe
BRIDGEMAN / ACI
diventato una certezza, e il mio scopo non
era profetizzare, bensì diffondere la cono-
scenza della geografia tra i giovani», affermò
in un’intervista del 1902.
Le invenzioni o le realtà che immaginò
Verne anticiparono i tempi. Alcune si avve-
rarono: il sottomarino, le navicelle sulla luna,
le capitali sovrappopolate, il telefono, le guer-
re batteriologiche e le videoconferenze. Altre
LUOGHI LONTANI
In Il giro del mondo in ottanta giorni, Phileas
Fogg attraversa l’India da Bombay a
Calcutta, dove si imbarca su una nave
a vapore che lo porta a Hong Kong.
Nell’immagine, il Kalighat Kali Temple,
dedicato alla dea Kalì, a Calcutta.
JOHN WARBURTON-LEE / ALAMY / ACI
Verne: un viaggiatore tavia, il treno portò con sé una percezione
laterale dello spazio, perché i viaggiatori
da divano e biblioteca guardavano il paesaggio da un finestrino, il
che anticipava due nuovi linguaggi: il cinema
J
e i fumetti. Grazie alla velocità del nuovo
ULES VERNE visse in tre città: Nantes, dove nacque,
mezzo di trasporto, Phileas Fogg e il suo in-
Parigi, dove studiò, e Amiens, dove rimase sino alla
morte. Visitò la Scozia, l’Inghilterra e la Scandinavia e separabile maggiordomo Passepartout co-
raggiunse New York in crociera. A bordo delle sue tre prono in treno la maggior parte di Il giro del
barche percorse la costa atlantica di Spagna e Portogallo, e mondo in ottanta giorni (1872). Non solo: lo
viaggiò anche in Italia e nel nord dell’Africa. Non sembrano sguardo degli uomini nella Belle Époque si
molti viaggi per uno scrittore che con l’immaginazione arrivò alzò anche verso il cielo. In Cinque settimane
sulla luna, nonché in fondo al mare e che, nei suoi romanzi, in pallone gli esploratori osservano la terra
fece il giro del mondo una dozzina di volte, sempre rimanendo dall’alto. In Dalla Terra alla Luna (1865), e
nello studio della Casa della Torre. Per questo il suo biografo nell’adattamento cinematografico di Méliès,
Herbert Lottman chiama Verne un «astronauta da divano». gli astronauti contemplano panorami simili
a quelli poi scrutati dall’equipaggio dell’A-
LE CATERATTE DEL NIAGARA. JULES pollo 8. Quello stesso sguardo si dirige an-
VERNE EBBE MODO DI OSSERVARLE
DURANTE IL VIAGGIO IN AMERICA che verso il mondo sotterraneo in Viaggio
CON IL FRATELLO, NEL 1867. al centro della Terra, e verso le profondità
insondabili dell’oceano in Ventimila leghe
sotto i mari, dove il capitano Nemo ne per-
corre i fondali a bordo del Nautilus. I lettori
avevano assunto una visione verticale del
paesaggio, e i romanzi di Verne riflettono
questa rivoluzione visiva dei tempi moderni.
1. E 2. LEEMAGE / PRISMA ARCHIVO; 3. SPL / AGE FOTOSTOCK; 4. ALAMY / ACI; 5. AKG / ALBUM; 6. ALAMY / ACI
4 Gravità
Verne racconta che l’equipaggio «fluttuava come
per miracolo» e i piedi «non toccavano la navicella».
GETTY IMAGES
CARTINA CON IL PUNTO DI LANCIO DELLA NAVICELLA «Grazie all’annullamento delle forze di attrazione» lo
CHE VERNE DESCRISSE IN DALLA TERRA ALLA LUNA.
spazio «faceva sì che gli uomini non pesassero».
ILLUSTRAZIONI DEI ROMANZI DALLA TERRA ALLA LUNA (1, 2 E 3) E INTORNO ALLA LUNA (4, 5 E 6). ORIGINALI COLORIZZATI DELLE EDIZIONI DI HETZEL, A ECCEZIONE DELLA 5, PROVENIENTE DA UN’EDIZIONE TEDESCA.
2 I preparativi
I tre uomini portarono con sé termometri, 3 Ignizione
Un grande cannone doveva lanciare il proiettile a
barometri e cannocchiali; armi e un «completo 11,2 kilometri al secondo, velocità sufficiente per lasciare
rifornimento di vestiti adatti a ogni temperatura, dal la terra. Ma il calcolo non teneva conto della resistenza
freddo delle regioni polari al caldo della zona torrida». dell’atmosfera, che avrebbe disintegrato la navicella.
5 Astronauti gentiluomini
«La superficie lunare scorreva rapidamente davanti 6 Ammaraggio
«Un bolide enorme» attraversò il cielo e
agli occhi dei viaggiatori, che non volevano perdere alcun sprofondò nel Pacifico, vicino alla fregata Susquehanna.
dettaglio». Senza atmosfera «non c’è il crepuscolo, e la L’equipaggio riuscì tuttavia a mettere in salvo i tre
notte segue al giorno, così come il giorno alla notte». passeggeri dal proiettile.
GRANDI ENIGMI
Peter Stumpp:
tutti contro
l’uomo lupo
Nel 1589 un uomo venne accusato di trasformarsi in lupo e di
divorare bambini e adulti. Probabilmente si trattò di un complotto
I
l 31 ottobre del 1589 il punito con la condanna pre- fessato di praticare la magia
pubblico radunatosi vista per gli atti di cannibali- nera da quando aveva dodici
nella piazza principale smo, omicidio e «commercio anni, motivo per cui era di-
della cittadina tedesca carnale con il diavolo»: prima venuto così ricco. A quan-
di Bedburg, nell’eletto- fu scuoiato con delle tenaglie to disse, era stato il diavolo
rato di Colonia, assistette a incandescenti, poi messo alla in persona, con cui aveva
un’esecuzione terrificante. ruota, dove gli vennero spez- stretto un patto, a regalar-
Il reo era Peter Stumpp, un zate le ossa con l’estremità gli una cintura magica che gli
uomo facoltoso di circa cin- piatta di un’ascia per evita- permetteva di trasformarsi
quant’anni accusato di aver re che tornasse a vendicarsi in un mostro dalle sembian-
assunto le sembianze di lupo dall’oltretomba. ze di lupo, «forte e potente,
dopo un patto con il diavolo Infine fu decapitato, e il con grandi occhi che brilla-
IL LICANTROPO O IL
e di aver assassinato diverse suo corpo arso sul rogo. La vano come i fuochi di notte, CANNIBALE, xilografia di
METROPOLITAN MUSEUM / SCALA, FIRENZE
persone, tra cui bambini e testa venne infilzata su un denti affilati e crudeli, e un Lucas Cranach il Vecchio
donne incinte, per mangiar- palo esposto nel centro della corpo enorme sostenuto da (1472-1553) che evoca la
ne il cervello. città, sopra la ruota su cui si zampe robuste». terrificante leggenda dei
Stumpp venne prima sot- era compiuta l’esecuzione. L’uomo si dichiarò colpe- licantropi. Metropolitan
Museum, New York.
toposto alla tortura dell’e- Sulla ruota svettava pure un vole di tutti gli omicidi di cui
culeo (o del cavalletto, simulacro a forma di lupo. era incolpato – quattordici
simile alla flagel- bambini e due donne incinte,
lazione). Non Patto con il diavolo delle quali aveva divorato
appena ebbe Sembra che, durante il pro- cuore e feto –, e riconob- zioni incestuose con la figlia
confessato fu cesso, Stumpp avesse con- be anche di aver avuto rela- e un succubo, un demone
dall’aspetto femminile che
il diavolo gli aveva inviato
più volte. Uno dei bambini
uccisi era suo figlio: gli aveva
LE LOUP-GAROU mangiato il cervello.
Il processo e l’esecuzione
ALLA FINE DEL XVI SECOLO, la Francia fu pervasa dalla feb- di Stumpp fecero scalpore
bre del lupo mannaro, o loup-garou. Per esempio, nel 1573 in tutta Europa. Su alcuni
il tribunale di Dôle accusò un certo Gilles Garnier di aver volantini, subito tradotti in
attaccato «in un vigneto, con le sembianze di un lupo, inglese, olandese e danese,
una bambina di 10 o 12 anni, e di averla uccisa con le sue si raccontava «la vera e sor-
mani a mo’ di zampe e con i suoi denti». prendente notizia di un con-
UNA BESTIA CON LA TESTA DI CANE. MONSTRORUM HISTORIA. 1642. tadino che, con le arti della
magia, si trasformava in lu-
AKG / ALBUM
TERRIBILE RACCONTO
NEL 1590 un inglese di nome George Bores, a
quanto pare testimone del processo contro
Stumpp, pubblicò a Londra l’opuscolo Della
deplorevole vita e morte di Peter Stumpp, un
po per sette ore» e si riferi- maginario popolare euro- malvagio stregone che, sotto l’apparenza di
va che Stumpp «aveva una peo. L’incredibile osses- un lupo [...] per 25 anni ha ucciso e divorato
cintura e, quando la legava sione per gli uomini che di uomini, donne e bambini.
al corpo, diveniva uno spa- notte si tramutavano in lupi
ventoso lupo». Diverse fonti e divoravano bestiame, uo-
di quei tempi fanno cenno mini o cadaveri si giustifica-
all’avvenimento, e il consi- va con il terrore ancestrale
gliere di Colonia Hermann provato da popoli che ver-
von Weinsberg ne annotò i savano in uno stato cronico
dettagli sul suo diario. di incertezza.
Era questo infatti il caso
Bestie leggendarie dell’elettorato di Colonia
La vicenda di Peter Stumpp dove, negli anni precedenti
è una delle molte storie di al processo, molti pastorelli
BRITISH LIBRARY
dei contadini più danarosi Waldburg, che in pochi an- nuovo arcivescovo invase zione dimostrando quale
della zona. ni si sarebbe convertito al la regione per cacciare il si- sarebbe stata la sua fine se
L’accusa di connivenza e protestantesimo, avrebbe gnore locale, Adolf von Neu- non si fosse sottomesso.
il successivo processo im- sposato una giovane no- enahr, che aveva appoggiato Werner von Salm-Reiffer-
pedirono che lei e Stumpp bile protestante e avrebbe Gebhard Truchsess. La gente scheidt-Dyck scelse come
fossero uniti e accrescessero consentito alla nuova reli- assistette inerme agli assalti capro espiatorio Stumpp,
il proprio potere davanti alle gione di penetrare nel suo dei soldati che attaccavano che si era convertito al pro-
autorità. Una volta dichiarati arcivescovato. villaggi e campi e assassina- testantesimo al pari dell’an-
colpevoli, avrebbero ceduto La reazione delle auto- vano i pastori senza alcuna tico signore Neuenahr.
le loro terre ai signori locali, rità cattoliche non si fece pietà al fine di impossessarsi In altre parole: l’esecu-
che ne avrebbero perciò di- attendere: nel 1583 Tru- delle loro greggi. zione di Peter Stumpp fu
sposto a proprio piacimento. chsess fu sostituito da un Nel 1589 arrivò a Bedburg solamente un modo per
nuovo arcivescovo cattolico, un nuovo signore, il cattolico intimidire i protestanti del
La Guerra di Colonia Ernesto di Baviera, il quale Werner von Salm-Reiffer- territorio.
La condanna di Stumpp av- avrebbe dato inizio alla co- scheidt-Dyck, che si scontrò —Isabel Hernández
venne inoltre in un partico- siddetta Guerra di Colonia con la riluttanza della popo-
lare clima politico-religioso. (1583-1588). La cittadina di lazione, per la maggior parte Per saperne di più
Nel 1577 fu designa- Bedburg si ritrovò nel pie- protestante. Lupus in fabula
to arcivescovo di Colonia no del conflitto proprio allo Il signore decise così di Massimo Centini. Mimesis,
Milano-Udine, 2016.
Gebhard Truchsess von scoppio del caso Stumpp. Il dare al popolo una bella le-
I segreti
della capitale
perduta di Ani
In un angolo remoto della Turchia, a due passi dal confine armeno,
mille anni fa sorgeva Ani, una delle più ricche metropoli d’Oriente
N
elle cronache enigma a circondare Ani. A
medievali del MAR NERO partire dalla stessa posizione
GEORGIA
Vicino Orien- sulle mappe, un altopiano
ARM
AZER-
te era chiamata BAIGIAN
desolato e battuto dai venti,
ENI
TURCHIA
“la città delle al centro di un sistema viario
A
BREVE PARENTESI. LA CONQUISTA DI ANI DA PARTE DELLA REGINA TAMARA DI GEORGIA (NELL’IMMAGINE) NEL 1199 RIPORTÒ PARTE DELLA PERDUTA PROSPERITÀ.
IVAN VDOVIN / AGE FOTOSTOCK
DA FORTEZZA
A METROPOLI
SECONDO gli storici armeni, laddove nacque
Ani, nel V secolo sorgeva una fortezza costrui-
grazia. Assediata e conqui- perduto da tempo. Si tro- ta dalla dinastia dei Kamsarakan. È l’unico da-
stata, Ani finì con lo spopo- vava in una terra di nessu- to certo a nostra disposizione, dopodiché per
larsi. Oramai fuori da ogni no, al confine tra due imperi avere altre informazioni sarà necessario atten-
via di comunicazione, non – quello ottomano e quello dere quattrocento anni, quando i territori di Ar-
aveva più ragione di rifiorire persiano – in eterna lotta sharunik e Shirak (dove sorge la città) furono
ed esistere. Il suo ricordo tra loro, e chi vi si avventu- unificati dalla potente famiglia dei bagratidi, il
venne meno e la sua bellezza rava lo faceva a rischio della cui sovrano Ashot Msaker (806-827) era sta-
sfiorì, finché non ne rimase propria vita. Non vi era stato to insignito del titolo di principe dai califfi arabi.
che la leggenda. Terremoti, fatto nessuno scavo ma solo Furono gettate in questo modo le premesse
saccheggi e un clima impla- ispezioni frettolose, durate per un potente regno che, nel secolo succes-
cabile contribuirono poi a poche ore, che contribuiro- sivo, si ingrandì su buona parte dell’Anatolia
sfigurarla inesorabilmente. no però a generare grande orientale. Nel 961 al tempo di Ashot III, Ani fu
Quando tra il seicento e l’ot- interesse tra gli studiosi del scelta come capitale, decisione che avrebbe
tocento i primi esploratori tempo. Come narra l’esplo- portato l’insignificante fortezza a trasformarsi
occidentali vi fecero capo- ratore Robert Porter nel 1817: in una delle più belle città d’Oriente.
lino, anche il suo nome era «Entrando nella città ho tro-
Le mura
settentrionali
iconoclasta e distruttrice. Era Oggi Ani non è più impe- Solo le strutture più mo- scena, sarà forse in grado di
l’inizio di una nuova stagione netrabile ma resta pur sem- numentali, in condizioni svelare una volta per tut-
di oblio. Per i successivi ot- pre un luogo su un confine di conservazione precaria, te i suoi segreti. Al giorno
tant’anni l’area divenne uno sensibile, tra due nazioni spuntano qua e là, solitarie. d’oggi è il suo sottosuolo a
dei confini più impenetrabili (Turchia e Armenia) divise Poi all’improvviso il pae- reclamare attenzione; nelle
del mondo su cui l’Unione da un tragico passato. Per saggio cambia bruscamen- viscere dell’altopiano nel
Sovietica, erede dell’impero arrivarci bisogna spingersi te: il terreno sprofonda per quale sorge si intersecano
russo, fronteggiava la Na- fino alla sonnolenta Kars, centinaia di metri verso un centinaia di tunnel, con abi-
to e il fidato alleato turco. E nella Turchia nord-orien- canyon in cui scorre l’A- tazioni e templi, a riprova di
l’antica capitale armena era tale, e percorrere una mo- khurian, un affluente del culti molto antichi.
proprio nel mezzo, in una notona strada che taglia un fiume Arasse, che delimita Ani sembra insomma ce-
terra di nessuno, avvolta da altopiano brullo e ventoso i contorni della città, fino lare tra le sue viscere ancora
chilometri di filo spinato e in cui, per decine e decine di a raggiungere la cittadella molti misteri.
circondata da letali campi chilometri, non s’incontra dove nel V secolo sorgeva —Antonio Ratti
minati. Fu sacrificata alla lo- anima viva. una fortezza solitaria.
gica della Guerra fredda e così Oltrepassate le maestose Per saperne di più
rimase fino alla metà degli mura in pietra rossa, ancora Segreti del sottosuolo
SAGGI
anni novanta, quando le cose in buone condizioni, si ac- Ani è uscita dal suo secola- Gli armeni
Gabriella Uluhogian. Il Mulino,
lentamente cominciarono a cede a un vasto pianoro co- re oblio ed è diventata Pa- Bologna, 2015.
mutare con la dissoluzione stellato di rovine ricoperte trimonio dell’Umanità. Se INTERNET
virtualani.org
dell’URSS. da erbacce e bassi arbusti. non ci saranno altri colpi di
STORIA MEDIEVALE
sembravano sempre presi
Piedi, simbolo
da un’oca, che voltava sem-
pre all’indietro così da la-
sciare le impronte a rove-
S
porchi, simbolo di ca- me quelli rappresentati nei di capre o rapaci come nel-
rità o al contrario di resoconti di viaggio del “lon- la Discesa agli inferi di Andrea
diabolica mostruosità, tano geografico”. Genera- di Bonaiuto nel cappellone
i piedi assumevano nel Me- vano viva curiosità o per- degli Spagnoli in Santa Ma-
dioevo cristiano significati sino attrazione perché am- ria Novella a Firenze: il dia-
molteplici. Erano il “mezzo pliavano i confini del cono- volo blu ha piedi umani do-
di trasporto” di pellegrini scibile e, dunque, della cul- tati di sperone, quelli rossi
e viandanti e, proprio per tura dell’epoca. Piedi dia- e gialli hanno gli zoccoli,
questo, oggetto di ammi- bolici popolano leggende e mentre quello azzurro ha
razione, attenzione e cure. iconografie. Il filosofo Gio- zampe d’uccello. È estra-
Nella Bibbia, lavare i pie- vanni Francesco Pico della mamente variegato il cam-
di agli ospiti rappresentava Mirandola (1469-1533) in pionario letterario e icono-
Virtus Zallot infatti un gesto di grande La strega, ovvero degli ingan- grafico proposto dalla sto-
CON I PIEDI cortesia e accoglienza. Ma ni dei demoni, fa dichiarare rica dell’arte Virtus Zallot
NEL MEDIOEVO
i piedi erano oggetto di at- alla strega che il diavolo le nel passare in rassegna un
Il Mulino,
2018; pp. 256; 25 ¤ tenzioni anche se deformi era apparso in forma uma- vero e proprio “linguaggio
e addirittura mostruosi co- na «salvo per i piedi, che dei piedi” nel Medioevo.
STORIA CONTEMPORANEA
poche decine nell’Arma-
Microstorie della
ta centrale in cui militava
la gran parte dei dirigen-
ti comunisti. Tra loro He
S
ono indomite combat- re circa 12mila chilometri e Li Zhen, ricordata come
tenti, ma anche fragili in 270 giorni. Tuttavia, in la prima donna generale
e sofferenti le donne seguito si sarebbe rivelata nell’Esercito popolare di
che parteciparono alla Lun- un’abile strategia: l’esibi- liberazione. E poi c’è He
ga marcia. Fu una ritirata zione di un’enorme massa Zizhen, compagna di Mao
d’imponenti proporzio- umana in cammino verso la Zedong, che durante la riti-
ni, intrapresa tra il 1934 e rivoluzione. Nel focalizzare rata partorì e fu costretta ad
il 1936 dall’Armata Rossa la propria attenzione sugli abbandonare una bambina
cinese di Mao Zedong per anni della guerra civile e e, in seguito, fu gravemente
sfuggire all’accerchiamen- dello sviluppo della rivo- ferita dalle schegge di una
to delle truppe dell’eser- luzione comunista nel de- bomba lanciata da un aereo
cito nazionalista del Kuo- cennio 1927-1937, lo storico nemico. Sono le storie mi-
Guido Samarani
mitang guidato da Chiang Guido Samarani si concen- nime della retroguardia, con
LA RIVOLUZIONE
IN CAMMINO Kai-Shek. Si trattò di una tra su piccole storie desti- parole dell’autore: «Tan-
Salerno Editrice, sconfitta politico-militare nate a rimanere nell’ombra. ti altri che la storia spesso
2018; pp. 138; 12 ¤ che costrinse più di 80mila Alla marcia presero parte lascia dietro, esseri senza
uomini e donne a percorre- circa duemila donne, ma solo volto e senza nome».
Paul Klee
deforma
la realtà
Indici 2018
Storica National
Geographic
ZE
EN
FIR
A,
AL
SC
Vicino Oriente
GRANDI STORIE
turistiche.
La vendetta di Cleopatra
UNA CITTÀ SIRIANA IN 3D: LA Per poter rimanere sul trono Cleopatra dovette imporsi
GERASA DI DUEMILA ANNI FA sui suoi tre fratelli. Nel 41 a.C. ordinò l’uccisione
della sua più acerrima rivale, la sorella Arsinoe.
GERASA fu una delle città più importanti
della Decapoli, la lega che riuniva le fiorenti
città della provincia siriana connubio
Paideia: l’educazione in Grecia
Nella Grecia classica i maschi venivano formati per
tra cultura greca e tradizioni semitiche.
diventare cittadini e soldati al servizio dello stato. Oggi si
Gerasa, nell’odierna Giordania, era una ritiene che l’educazione fosse aperta anche alle femmine.
città cosmopolita, protetta da mura di
quasi tre chilometri e mezzo di lunghezza
e situata in un enclave
I guardiani di Roma
Per proteggere la città, gli imperatori fecero costruire
ricca di miniere
una lunga catena di basi legionarie, fortificazioni
di ferro. La e torri sulle rive del Danubio.
Gerasa di
duemila anni fa è
visibile oggi grazie
Vilcabamba, la città inca perduta
In seguito alla conquista spagnola, Tupac Amaru
alla ricostruzione acquisì potere all’interno della cordigliera delle Ande,
in 3D. a Vilcabamba, che divenne sede della resistenza inca.
DEA / GETTY IMAGES
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