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125 anni di esplorazione

NATIONAL GEOGRAPHIC

E 4,50

GIUGNO 2013

GIUGNO 2013
NUOVI ESPLORATORI DEEP CHALLENGE ABORIGENI EVEREST MOZAMBICO BALENIERI VICHINGHI

ESCLUSIVO
JAMES CAMERON
regista di Titanic

Mozambico: ritorno al paradiso Troppa folla sullEverest


Australia, aborigeni tra modernit e tradizione
Gli ultimi balenieri vichinghi I professionisti del rischio
NATIONAL GEOGRAPHIC IN ITALIANO - MENSILE - GIUGNO 2013 - VOL. 31 N. 6 POSTE ITALIANE SPED. IN A.P. - D.L. 353/2003 CONV. L. 46/2004, ART. 1, C. 1, DCB - MILANO

VoL. 31 No. 6

giugNo 2013

Alcuni giovani aborigeni


australiani, tornati
nelle terre ancestrali,
contemplano il tramonto,
in comunione con la natura.
foto: Amy toENsINg

I REPORTAGE

Il mistero del rischio

58

C folla sullEverest
Cresce la tensione sul tetto del mondo;
la montagna invasa dalle spedizioni e dai rifiuti,
ed ormai un esempio negativo per lalpinismo.

Perch giocarsi la vita e la reputazione in nome


dellesplorazione? La risposta non scontata.
di Peter Gwin

di Mark Jenkins

Gli esploratori raccontano


faccia a faccia con luomo che cadde dallo spazio,
felix Baumgartner, e altri celebri temerari.

78

Miracolo in Mozambico
Devastato dalla guerra e minacciato dalla
deforestazione, il Parco di gorongosa rinasce.

fotografie di Marco Grob

di Edward O. Wilson

20

Avanti tutta, negli abissi


spedizione sul fondo della fossa delle marianne
con il Deep Sea Challenger.
di James Cameron

92

Gli ultimi balenieri vichinghi


La caccia alle balenottere minori in Norvegia
sostenibile, ma i giovani non ne vogliono sapere.

fotografie di Mark Thiessen

di Roff Smith

34

I primi australiani
Un villaggio aborigeno invita il giornalista in visita.
Cosa posso portare?. Da mangiare per 25.
di Michael Finkel

fotografie di Amy Toensing

fotografie di Joel Sartore

114

fotografie di Marcus Bleasdale

La caccia alla balena


tutte le specie di balene cacciate nel mondo,
nonostante la moratoria globale.

In copertina James Cameron, regista ed esploratore di National geographic. Fotografia di Marco Grob, ritocchi digitali Suesstrunk & Jericke.

RIVISTA UFFICIALE DELLA


NATIoNAL GEoGRAphIC SoCIETy

VoL. 31 No. 6

giugNo 2013

InspIrIng people to care


about the planet

JohN FAhEy, Chairman and CEO

le rubriche

Editoriale
Qui Italia
nationalgeographic.it
Anteprima
Manuale di sopravvivenza

VISIONS
La mia foto
Fotodiario Stefano Morelli
Archivio italiano

NEXT
Miele a colori
Anche le api amano le caramelle.
Lo si nota dal colore dei favi.

Obiettivo Big Bang


Nel 2018 il telescopio spaziale
James Webb tenter di osservare
la nascita delluniverso.

Strani pesci
Grazie agli incroci selettivi, ogni anno
nascono nuove variet di pesci rossi.

Lettera daddio
Spunta dagli archivi segreti
del Vaticano la richiesta di divorzio
di Enrico VIII a papa Clemente VII.

A tutto vapore
Energia allantica (e pi pulita)
con il sistema della cogenerazione.

ExEcutivE managEmEnt
Terrence B. Adamson, Legal and International
Editions
Terry D. Garcia, Mission Programs
Stavros hilaris, Chief Technology officer
Betty hudson, Communications
Amy Maniatis, Chief Marketing officer
Declan Moore, President, Publishing
Brooke Runnette, Television Production
Tracie A. Winbigler, Chief Financial Officer
Bill Lively, Development

Board of trustEEs
Joan Abrahamson, Michael R. Bonsignore,
Jean N. Case, Alexandra Grosvenor Eller,
Roger A. Enrico, John Fahey, Daniel S. Goldin,
Gilbert M. Grosvenor, William R. harvey,
Maria E. Lagomasino, George Muoz,
Reg Murphy, patrick F. Noonan, peter h. Raven,
Edward p. Roski, Jr., James R. Sasser,
B. Francis Saul II, Gerd Schulte-hillen, Ted Waitt,
Tracy R. Wolstencroft
intErnational puBlishing
vicE prEsidEnts
yulia petrossian Boyle, Magazine Publishing
Rachel Love, Book Publishing
Cynthia Combs, Ariel Deiaco-Lohr, Kelly hoover,
Diana Jaksic, Jennifer Liu, Rachelle perez,
Desiree Sullivan
communications
Beth Foster, Vice President

rEsEarch and Exploration


committEE
peter h. Raven, Chairman
John M. Francis, Vice Chairman
paul A. Baker, Kamaljit S. Bawa, Colin A. Chapman,
Keith Clarke, J. Emmett Duffy, philip Gingerich,
Carol p. harden, Jonathan B. Losos, John
oLoughlin, Naomi E. pierce, Jeremy A. Sabloff,
Monica L. Smith, Thomas B. Smith, Wirt h. Wills
ExplorErs-in-rEsidEncE
Robert Ballard, James Cameron, Wade Davis,
Jared Diamond, Sylvia Earle, J. Michael Fay,
Beverly Joubert, Dereck Joubert, Louise Leakey,
Meave Leakey, Johan Reinhard, Enric Sala,
paul Sereno, Spencer Wells
La National Geographic Society stata fondata
a Washington, D.C. come Associazione scientifica
e pedagogica senza fini di lucro. Dal 1888,
la Society ha sostenuto oltre 9000 esplorazioni
e progetti di ricerca per contribuire alla
conoscenza della terra, dei mari e del cielo.
copyright 2013 National Geographic Society.
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printed in U.S.A.

Pontili a rischio
Dopo la tempesta Sandy,
vale la pena di ricostruire?
ChRIS JohNS, Editor in Chief

Pennellate bestiali
Larte orientale deve molto a gatti,
topi, cavalli e altri animali.

SpEcIalE ESplOrazIONI
Gli apripista

Victoria pope, Deputy Editor


Bill Marr, Creative Director
Executive Editors:
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Ken Geiger, Deputy Photography Director
Marc Silver, Deputy Text Director
Kaitlin yarnall, Deputy Creative Director
dEpartmEnt dirEctors

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Juan Velasco, Art


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intErnational Editions
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Darren Smith, Deputy Editorial Director
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Studiosi sotto al vulcano Nyiragongo, Repubblica Democratica del Congo.

A.Manzoni & C. S.p.A. Via Nervesa, 21


20139 Milano (italia)
tel. (02) 574941 fax (02) 57494953
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A met del Settecento, racconta Richard Conniff

ILtE - Via Postiglione, 14 Moncalieri (to)

nel suo libro Cercatori di specie, Linneo convinse una ventina

Somedia S.p.A. tel. 199.78.72.78


(0864.25.62.66 per chi chiama da cellulari)

di discepoli ad avventurarsi ai quattro angoli del pianeta per scoprire

ll costo massimo della telefonata da rete


fissa di 14,37 cent di euro al minuto pi 6,24
cent di euro di scatto alla risposta (Iva inclusa).
Per chiamate da rete mobile il costo massimo
della chiamata di 48,4 cent di euro al minuto
pi 15,62 cent di euro di scatto alla risposta
(Iva inclusa). fax 02.26681991

nuovi esseri viventi. Met di questi apostoli, come lui li chiamava,


persero la vita nel compimento della loro missione. E cos accadde
a navigatori, scalatori e professionisti del pericolo di ogni genere.
Eppure nulla ha spento il nostro desiderio di esplorazione.
Nemmeno oggi che sembra sia rimasto poco da scoprire. Ma solo

abbonamenti e arretrati

(dal luned al venerd ore 9-18)


email: abbonamenti@somedia.it
email: arretrati@somedia.it
Registrazione del tribunale di Roma n. 652/97
del 2 dicembre 1997

allapparenza. Imprese come quella di James Cameron, giunto in


solitudine sul fondo della fossa delle Marianne, o di felix Baumgartner,
con il suo volo da 39 chilometri di quota, fanno appena intravedere
quelle nuove frontiere dellesplorazione a cui dedicato il 125
anniversario di National Geographic. Ma anche storie che hanno meno
risonanza, come il lungo, ostinato lavoro delloceanografa Sylvia Earle,
o il viaggio di sette anni sulla rotta delle migrazioni umane dallAfrica
appena intrapreso da Paul Salopek (http://www.outofedenwalk.com).

Gruppo Editoriale LEspresso SpA


consiglio di amministraZione
PRESIDENTE Carlo De Benedetti
ammINISTRaToRE DELEGaTo Monica Mondardini
consiglieri

Agar Brugiavini, Rodolfo De Benedetti,


Giorgio Di Giorgio, francesco Dini, Sergio Erede,
Maurizio Martinetti, Elisabetta olivieri, tiziano onesti,
Luca Paravicini Crespi, Michael Zaoui
direttori centrali

Grazie alle imprese di questi temerari, dai secoli passati ai giorni


nostri, abbiamo imparato a conoscere e apprezzare linestimabile
patrimonio di bellezza del nostro pianeta. Che forse ci sembrer
pi piccolo. Ma al tempo stesso sempre pi prezioso.

Pierangelo Calegari (Produzione e Sistemi informativi),


Stefano Mignanego (Relazioni esterne),
Roberto Moro (Risorse umane)

Divisione Stampa Nazionale


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DIRETToRE GENERaLE Corrado Corradi
VICEDIRETToRE Giorgio Martelli

redaZione national geograpHic italia


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MARINA CoNtI
Accertamento Diffusione Stampa
Certificato N. 7441 del 10.12.2012

foto: CARStEN PEtER

qui italia

Unoccasione da non perdere


Quanta importanza avranno le politiche culturali e ambientali del nuovo
governo guidato da enrico letta? Di certo non sono state scelte personalit
di primissimo piano per dirigere i due ministeri, rispettivamente massimo
Bray e andrea orlando. sar loro dovere dimostrare di essere allaltezza
dellincarico ricevuto (anche se la competenza non sinventa da un giorno
allaltro). eppure c una grande novit che va colta: i ministeri di Beni
culturali e del turismo, sempre divisi, ora sono un tuttuno.
Questo significa che patrimonio artistico e turistico
saranno valorizzati allinterno di un progetto globale.
che ha come risorsa di base le straordinarie ricchezze
nazionali che tutti conoscono.
pi volte ho scritto che, per rilanciare leconomia,
dovremmo puntare in primo luogo su ci che
ci appartiene. e che, purtroppo, maltrattiamo.
I beni culturali, artistici, paesaggistici sono sempre
stati considerati come i soprammobili di pregio
che teniamo in casa: ogni tanto leviamo un po
di polvere, per non li mettiamo mai in bella
mostra. semmai facciamo di tutto per romperli.
adesso, se alla forma seguir la sostanza, si presenta
un vera opportunit. che in parte pu rispondere alla drammatica
domanda di occupazione.
le esperienze di altri paesi - Francia e spagna per esempio - dimostrano
che investire in progetti culturali e turistici ha un belleffetto moltiplicatore
di reddito. non a caso il turismo rappresenta il terzo settore economico
in tutta europa (produce oltre il 10 per cento del pil). e in Italia. altro che
industria metallurgica, siderurgica. nel turismo lavorano (con lindotto) 2,3
milioni di italiani (fonte: associazione iItaliana compagnie alberghiere della
confindustria). Inoltre al contrario di unaltra attivit trainante - le costruzioni colpita dalla crisi, il turismo avvantaggiato da una domanda crescente.
ma richiede una politica che migliori nettamente la qualit dellofferta.
altri settori sono fondamentali per la crescita di un paese. penso a ricerca
e sviluppo. che da noi sono proprio lultima ruota della carro. per non
sottovalutare lambiente (sul quale torner). Intanto per per il nostro
made in Italy si presenta unoccasione storica. Da non perdere.
noi saremo osservatori attenti del nuovo che verr. Guglielmo Pepe
g.pepe@nationalgeographic.it
IllustrazIone: mIchelangelo pace

NATIONALGEOGRAPHIC.IT

Concorso 2013
come ogni anno, giunto
il momento pi atteso dalla
comunit fotografica di National
Geographic Italia: entro breve
sar possibile inviare le vostre
immagini al nostro concorso
fotografico annuale. realizzata
in collaborazione con Mercedes
viano e nikon, lottava edizione
del concorso NGI offrir nuovi e
ricchissimi premi e, come ogni
anno, la possibilit di sbizzarrirvi
in diverse categorie tematiche.
ce n per tutti i gusti,
quindi armatevi di macchina
fotografica e uscite a scattare,
la data ormai prossima e
verr annunciata a breve sul
nostro sito. come lo scorso
anno, le immagini andranno
inviate on line compilando
lapposito modulo che troverete
su nationalgeographic.it.
Mantenetevi aggiornati sulla
sezione speciale dedicata
al concorso sul sito, dove
pubblicheremo tutte le
informazioni necessarie
e il regolamento completo.
inoltre
news

ogni giorno nuovi articoli


e gallerie fotografiche su
ci che accade nel mondo.
il mio viaggio

il 15 giugno scade il termine


per inviare i vostri reportage,
ma continueremo a pubblicare
le gallerie dedicate alliniziativa
il mio viaggio fino a luglio.
la mia foto

invia la tua foto cliccando


il link sul men: potrebbe
essere inserita nella
fotogalleria mensile sul nostro
sito o pubblicata sulla rivista.
foto (dallalto): andrea bonavita davide lopresti; giuseppe dangelo, finalisti concorso fotografico national geographic italia 2012

ANTEPRIMA

Bourke-White in tuta di volo nel 1943 poco prima di fotografare il bombardamento USa su
tunisi; fu la prima giornalista americana autorizzata a volare in missioni di combattimento.

I classici della fotografa


La sua formula vincente era un sapiente equilibrio tra realismo giornalistico e sensibilit, caratteristica
che lha portata a essere la fotoreporter di punta di grandi riviste come Life e Fortune e che lha consacrata
tra i fotografi pi importanti della storia. Margaret Bourke-White era una pioniera, in pi di un senso. Non solo
perch fu una delle prime donne a fare carriera in un mondo, quello del fotogiornalismo, esclusivamente
maschile, ma anche e soprattutto per il suo ardente desiderio di trovarsi nei luoghi e nei momenti in cui
veniva scritta la storia. Un impulso irrefrenabile che la port nellUnione Sovietica nel 1930 per raccontare
le conseguenze della rivoluzione, in Cecoslovacchia nel 1939, poco prima dellinvasione nazista, poi in tutti
i teatri di guerra europei fino al 1945 (lavorando per Life, fu la prima donna nordamericana accreditata come
corrispondente di guerra autorizzata a volare in missioni di combattimento), quando document la liberazione
dei campi di concentramento nazisti da parte delle truppe alleate. In seguito si rec in India, dove realizz
uno dei pi celebri ritratti di Gandhi, due anni prima del suo assassinio. Ma Bourke-White non si limitava
a fotografare gli eventi; ne documentava anche le conseguenze umane, con una sensibilit fuori del comune
che le ha permesso di realizzare immagini simbolo di un ventennio chiave della storia recente. Il volume
dedicato a Margaret Bourke-White sar in edicola a fine mese con National Geographic a soli 9,90 in pi.
foto: MarGaret BoUrke-WhIte/tIMe & LIfe PICtUreS/Getty IMaGeS

manuale di sopravvivenza

Vento del Nord

Jrn Hurum
national Geographic
emerging explorer

campo di ricerca

Paleontologia artica
L o c a L i t

Norvegia

nellartide il clima il nemico numero


uno. anche in estate la temperatura
sui 4,5 c, e per evitare gli orsi polari
dobbiamo accamparci in montagna,
dove il vento molto forte.
la mia squadra scava buche
grandi come autobus in cerca di fossili
di rettili marini giganti. scaviamo a
mano: in un anno possiamo rimuovere
anche 80 tonnellate di sedimenti.
i miei colleghi sono spesso cos
stanchi che si appisolano nella buca.
nelle estati belle scaviamo per 1,5-2
metri prima di toccare il permafrost,
in quelle brutte solo tra 30 e 60
centimetri. nel periodo del sole
di mezzanotte non c differenza tra
giorno e notte, cos possiamo lavorare
quando ne abbiamo voglia; anzi di
solito lavoriamo di pi in quella che
in teoria sarebbe la notte, quando
il vento un po meno forte.
un anno, sullisola di spitsbergen,
lo scavo distava dal campo unora

di cammino, tutto in salita. Potevamo


vedere il campo dallalto mentre
portavamo alla luce un pliosauro.
una notte vedemmo che sul campo
si abbatteva una tempesta: il vento
stava portando via la nostra tendacucina, a forma di iurta, che
conteneva tutto il cibo e lattrezzatura.
i paletti stavano per saltare. eravamo
troppo lontani per gridare e avvisare
gli altri: qualcuno di noi si precipit gi
dalla collina per cercare di salvarla.
nellartide, senza una tenda si
in balia degli elementi; per procurarci
altro cibo avremmo dovuto
camminare otto ore, e un elicottero
di soccorso non ci avrebbe portato
provviste, ma solo fatto evacuare.
Per fortuna, gi al campo, due colleghi
si accorsero del disastro. Quando
arrivammo erano aggrappati alle funi
per impedire che la tenda volasse via.
ora usiamo paletti fatti a mano, lunghi
pi di mezzo metro. non abbiamo
pi rischiato di perdere una tenda.

illustr a zione: ist van Banyai. foto: Patrick Druckenmiller

VISIONS

national geo graphic giugno 2013

Cina
Come figure di un teatro
dombre, questi manichini
- illuminati da lampadine a
incandescenza e coperti
da uno spesso velo rosso attirano i clienti nella citt
di Guilin. Nellaffollato
mercato notturno si
vendono vestiti, cibo,
bigiotteria e altre merci.
foto: Ma x forsy the

Polonia
Le ombre del tramonto si
allungano sui campi di Nowe,
in Pomerania, che esplodono
di colori a primavera.
Il fotografo ha usato un
parapendio per ottenere uno
scatto quasi astratto: una
pennellata rossa di papaveri
in fiore tra verdi germogli.
foto: K acPer KowaLsKI, PaNos PIctures

Altre immagini a: www.nationalgeographic.it/visions/

visions | la mia foto

Per inviare le vostre foto collegatevi a:


http://www.nationalgeographic.it/lamiafoto/

Rahul Tailor
Surat, India
Camminando nella
sua citt nello Stato
del Gujarat, Tailor
si imbattuto in questa
scena di fronte al muro
rosa di una moschea.
Di fronte alledificio due
uccelli erano appollaiati
con le teste nascoste
da una tettoia, che
forniva alla scena un
elemento di intimit.

Tore Serra Sassari


Una domenica mattina, nel giardino di casa, Tore Serra ha atteso oltre due ore prima di scattare
questa foto in cui, racconta, il bruco si avvicina a una foglia a forma di farfalla, come un preludio
di ci che diventer. Serra, che vive in periferia, scatta abitualmente macro nel giardino di casa.

national geo graphic giugno 2013

visions | fotodiario Stefano Morelli

Distretto industriale tra Mirandola e San Giacomo Roncole (Mo). Questo capannone di una piccola
impresa, come molti altri edifici e strutture produttive della zona, ha subito danni irreversibili
in seguito al terremoto dellanno scorso, che ha messo a dura prova leconomia dellintera regione.

national geo graphic giugno 2013

Luci nelle tenebre

il fotografo

Fotogiornalista laureato in
psicologia, collabora con alcune
ONG e con lUniversit di Firenze.

Un anno fa, il 20 e 29 maggio 2012, la Terra


ha tremato in Emilia. Lepicentro del secondo
terremoto era vicino a Mirandola, che stata
gravemente danneggiata: sono stati colpiti
il castello, il palazzo comunale, il duomo
e la chiesa di San Francesco, oltre al distretto
biomedicale, parte sostanziale della nuova
realt economica di questa cittadina del
modenese. Stefano Morelli ha voluto realizzare
un servizio in notturna per gettare luce su ci
che la notte provava a celare.
In tenda era caldo. Umido. La pelle sempre
sudata. Fuori una brezza primaverile dava
refrigerio e ingentiliva i pensieri. Con Andrea
Braghiroli, amico e architetto di Mirandola,
iniziammo a camminare tra le rovine della
sua citt. Il centro era transennato, cos da
delineare la Zona Rossa. A notte inoltrata
nessun abitante era in giro. Solo volanti delle
forze dellordine, protezione civile e volontari,
impegnati nei controlli antisciacallaggio.
Non cerano grida. Le tenebre sembravano
nascondere la sofferenza e i pianti del giorno.
Tutto diventava lento. E un dramma immenso
assumeva connotati quasi onirici.
Con lauto arrivammo nelle zone industriali
di Cavezzo e Medolla. LEmilia Romagna una
delle regioni pi industrializzate dItalia. Vanta
autentiche eccellenze nel campo alimentare,
aceto balsamico e parmigiano reggiano, e in
quello biomedicale, ma quasi tutte le fabbriche
hanno subito danni. Cos come i cascinali,
le fattorie e gli allevamenti dellimportante
mondo contadino della Bassa Modenese.
Il terremoto ha messo in ginocchio
imprenditori e operai, obbligando le famiglie
a lottare per la sopravvivenza. Riuscire a
fotografare il crollo delleconomia e la sua
lenta rinascita attraverso le architetture delle
industrie danneggiate e i nuovi magazzini
ancora in costruzione significava descrivere il
dramma di un popolo, lallegoria di unumanit.
Senza ospedali e tendopoli. Senza sangue.
Senza violenza. Per un anno intero. Gettando
luce su ci che la notte provava a celare.
Sotto un cielo sempre diverso nella sua
ciclicit stagionale. Solo lui, discreto testimone
di questo dolore. Stefano Morelli

visions | fotodiario Stefano Morelli

Questa casa nella


campagna tra
Cavezzo e Medolla
era labitazione dei
proprietari di unazienda
agricola. In seguito al
sisma il tetto delledificio
crollato rendendolo
completamente inagibile.
Anche il ricovero per gli
attrezzi, davanti alla
casa, andato distrutto.

Unaltra azienda agricola gravemente danneggiata dal sisma nelle campagne intorno a San Felice sul Panaro.
In questo caso si sono salvati i silos per il cereali, ma ledificio accanto completamente crollato su se stesso.

national geo graphic giugno 2013

visions | fotodiario Stefano Morelli

Campagne nei dintorni di San Felice sul Panaro. Un ricovero per gli attrezzi andato totalmente distrutto durante
la seconda scossa del 29 maggio 2012.

Il terremoto ha causato
danni piuttosto gravi
al caseificio sociale
Quattro Madonne di
Lesignana di Modena.
Molte delle forme di
Parmigiano Reggiano
messe a stagionare sono
state danneggiate dal
terremoto, ma lazienda
le ha comunque
rivendute per cercare
di limitare lingente
danno economico.

national geo graphic giugno 2013

visions | fotodiario Stefano Morelli

Cividale, frazione di Mirandola. La concessionaria Carletti, nel tentativo di ripristinare


la normalit, ha ricominciato a lavorare con la struttura ancora danneggiata.

San Felice sul Panaro, distretto industriale. I pannelli di rivestimento delle pareti di una fabbrica, piegati e contorti
dal peso delle macerie, sono stati rimossi e ammassati nel parcheggio adiacente lindustria.

national geo graphic giugno 2013

archivio

favignana, 1997: pescatori tirano a bordo un tonno rimasto intrappolato nella tonnara durante la mattanza
del 1997, una delle ultime svoltesi sullisola. Questa tradizionale, cruenta forma di pesca ormai praticamente
scomparsa. sotto, una cartolina del primo novecento ritrae un piccolo pescatore napoletano in costume tipico.

Santi, poeti e pescatori Magari non


avremo una tradizione di caccia alla balena come gli americani
o i norvegesi (vedi larticolo sugli ultimi balenieri vichinghi
pubblicato in questo numero), ma in Italia la pesca stata da
sempre unattivit importante, generatrice di reddito come di
prodotti culturali: leggende, racconti, canzoni che hanno come
protagonisti i pescatori. Basti pensare a I Malavoglia, che nella
storia della nostra letteratura ha unimportanza paragonabile
a quella di Moby Dick nella letteratura statunitense; o a tutti i
fotografi che, negli anni, hanno immortalato la mattanza, lepica,
crudele e molto scenografica pesca del tonno che si teneva
nelle tonnare sarde e siciliane. Quella tradizione ormai finita
o ridotta a pura esibizione per turisti: il tonno rosso, gi a rischio
di estinzione per via della pesca eccessiva, ormai catturato
dai pescherecci delle multinazionali secondo quote stabilite da
accordi internazionali. Ma tutto il settore italiano della pesca a
non passarsela bene: solo il 30 per cento del pesce consumato
in Italia, viene da imbarcazioni italiane, come se dal 15 aprile
fino a fine anno mangiassimo solo pesce importato. MG
foto: Mauro gallIganI, contrasto (In alto); raccolte MusealI fratellI alInarI

a sinistra, le dimensioni di un tonno catturato a favignana


nel 1951; altre tonnare erano sparse lungo le coste siciliane
e nel sud della sardegna. sopra, la pi tranquilla pesca
alla lenza di tre monaci camaldolesi, ritratti nel 1933;
sotto, la bancarella di un pesciaiuolo a napoli nel 1958.

foto: herbert list, magnum/contrasto (in alto a sinistra); hulton-Deutsch collection/corbis (in alto a Destra); leonarD freeD, magnum/contrasto

next

Miele a colori

in genere le zampe delle api sono


colorate di giallo per via del polline. lo scorso autunno a ribeauvill,
in francia, si sono presentate allalveare colorate di sciroppo verde,
blu e rosso, dopo unincursione nellimpianto di trattamento dei rifiuti
delle pastiglie al cioccolato M&Ms. il risultato che gli apicoltori
della regione non hanno potuto vendere i favi multicolori. in quasi
tutti i paesi, infatti, la legge stabilisce che il miele pu contenere
solo nettare lavorato dalle api; il miele va dal bianco al marrone
e colori diversi sono segni di adulterazione, spiega tim tucker
della federazione degli apicoltori americani. le api preferiscono
il nettare allo zucchero di canna perch pi facile da scomporre
e trasformare in nutrimento. Ma quando c siccit o le fioriture sono
scarse, va bene tutto. se il flusso di nettare si ferma, raccolgono
lo zucchero dove possono, spiega tucker. come ad esempio nelle
lattine di bibite o negli incarti di caramelle che trovano nei rifiuti.
noi speriamo sempre che non li trovino, aggiunge. Johnna Rizzo
foto: Vincent Kessler , reuters

NEXT

Lo specchio secondario
dirige la luce dallo
specchio primario
agli strumenti.

Lo specchio primario,
del diametro di 6,5 m,
cattura la luce da stelle
e galassie distanti.

Il pannello
posteriore
sostiene 3.400
kg di strumenti
scientici.

Cinque strati
di schermi solari
impediscono
alla luce solare
di surriscaldare
specchi e strumenti.

Circa 24 metri

telescopio spaziale
James webb (Jwst)
Grazie agli infrarossi
studier tutti i periodi
nella storia delluniverso.

La struttura portante
ospita computer e
componenti elettroniche
per il telescopio.

Gli Star tracker


sfruttano le
stelle guida per
puntare JWST.

Lantenna consente
la comunicazione
tra JWST e la Terra.

I pannelli solari
forniscono energia
per far funzionare
il telescopio.

Obiettivo Big Bang

Togliti di mezzo, Hubble!


Tra qualche anno verr lanciato il telescopio spaziale James Webb, progetto
congiunto di NASA, Agenzia spaziale europea (ESA) e Agenzia spaziale
canadese, che superer il vecchio telescopio e si posizioner a un milione
e mezzo di chilometri dalla Terra. L un enorme schermo solare lo protegger
dal calore del Sole e della Terra, portandolo a -220 C per far funzionare
i suoi stumenti agli infrarossi. Speriamo davvero di vedere le prime stelle
nate nelluniverso, dice Mark McCaughrean dellESA. Elizabeth Preston

lancio Un vettore Ariane 5 dovrebbe portare il telescopio nello spazio nel 2018.

Si aprono i sistemi
di ritenuta.

Bracci meccanici
aprono lo schermo
solare.

Si separano
gli strati dello
schermo solare.

Lo specchio secondario
si ribalta; si aprono le ali
dello specchio primario.

iLLUSTr A zioNE: DoN FoLE y. Gr AFiCo: L AWSoN PArkEr , NGM. FoNTE: LyNN CHANDLEr , NASA

NEXT

La fantastica
variet dei pesci
rossi, frutto degli
incroci selettivi

carpa di prussia

un mondo di possibilit

Nella casa dei pesci rossi


dellOcean park di Hong Kong,
le vasche sono accese di colori
sgargianti e pinne svolazzanti,
occhi bulbosi e corpi stravaganti.
Non si tratta certo dei pesciolini
rossi che si vincono al luna park.
Eppure appartengono
alla stessa specie. allevati
inizialmente da buddhisti cinesi
della dinastia Tang, i pesci rossi
discendono tutti dalla carpa di
prussia (Carassius gibelio, in
alto) e da sempre sono simboli
di pace, amicizia e fortuna,
spiega il curatore di Ocean park
charlie Young. Nel X secolo
erano ricercati come animali da
compagnia, mentre nel XVi si
cominci a fare incroci selettivi
per ottenere variet nel colore,
nella forma, negli occhi e nella
coda. presto lhobby contagi il
Giappone e in seguito lEuropa.
Oggi esistono centinaia
di club per gli appassionati
degli incroci in tutto il mondo,
spiega lesperto americano
dave Mandley. parte del
fascino sta nella probabilit:
con due corredi cromosomici
per ogni genitore, le mutazioni
abbondano. con tutto quel
bagaglio recessivo, dice
Mandley, ci possono essere
molte sorprese se non si
conoscono la nonna e il nonno.
E nuove variet compaiono
ogni anno. Jeremy Berlin

5
4

ci sono circa 1,4 miliardi di


insetti per ogni essere umano.

7
8

10

Gli allevatori cinesi preferiscono


sembianze da drago, mentre
i giapponesi cercano la
simmetria. Ecco un esempio
delle circa 300 variet esistenti,
alcune delle quali valgono decine
di migliaia di euro.
1. ranchU tricolor 2. reD Pearl
Scale 3. calico rYUKin 4. BlacK
DragoneYe 5. reD celeStialeYe
6. reD BUBBleeYe 7. chocolate
White BUtterflY moor 8. tricolor
DorSalfinneD BUBBleeYe
9. rYUKin tricolor 10. calico oranDa

immagini non in scala

foto: Joel Sartore . gr afico: lvaro valio. fonte: SmithSonian

NEXT

La supplica inviata al papa


a sostegno di Enrico VIII
era corredata dai sigilli in
ceralacca di tutti i frmatari.

Lettera daddio
Questa pergamena, oggi conservata nellArchivio
Segreto vaticano, testimonia un momento
importante nella disputa tra il re inglese enrico viii
e la chiesa cattolica apostolica romana. firmato
nel 1530 da 83 nobili e religiosi inglesi, il documento
chiedeva a papa clemente vii di annullare
il matrimonio tra enrico e caterina dAragona,
colpevole di non avergli dato un erede maschio.
Al rifiuto del papa, il re and dritto per la sua strada:

divorzi da caterina e spos Anna Bolena.


in seguito, la scomunica di clemente gett
le basi per lo scisma e la fondazione della chiesa
dinghilterra, di cui enrico si proclam capo.
il fascino del documento sta anche nelle
vicende dei suoi firmatari, spiega marco maiorino,
archivista del vaticano, che lha studiato per tre
anni. Alcuni di loro appoggiarono il re, ma
dopo lo scisma presero le distanze e finirono
per pagare con la vita. Cathy Newman
foto: Archivum Secre tum vAticAnum, A . A ., Arm. i-X viii 4098A

Next

A tutto vapore

Non solo la tecnologia digitale a far


progredire il nostro mondo. Con laumento dei costi energetici
tornato in auge un sistema ottocentesco per sfruttare il vapore
che fuoriesce da impianti e stabilimenti per la climatizzazione
degli ambienti. I vantaggi? Risparmio energetico, meno gas serra
e minore dipendenza dalla rete commerciale. Diversi campus
di universit americane, gli edifici della Smithsonian Institution
e una fabbrica della BMW stanno gi utilizzando il sistema della
cogenerazione, o CHP. Un grande albergo di Las Vegas ottiene
il 40% dellenergia elettrica e il 65% del riscaldamento da ununit
CHP alimentata a gas naturale. Esistono anche sistemi in grado
di incanalare vapore o acqua calda e fredda dagli impianti CHP
ad altri edifici vicini. Lultima moda la microgenerazione: unit
residenziali delle dimensioni di un armadietto che possono
far risparmiare il 25% sulla bolletta elettrica. John Briley

EFFICIENZA NELLA
PRODUZIONE DI ENERGIA
Produzione energetica tradizionale

33%
67%

Perdite

Energia utilizzata

20%
80%
Cogenerazione/CHP

foto: REBECCa HaLE , NgM. NgM aRt


foNtE: INtERNatIoNaL DIStRICt ENERgy aSSoCIatIoN

i muscoli costituiscono circa


met del peso corporeo umano

Pontili a rischio

i famosi
boardwalks, i pontili in legno delle localit di mare
americane, non reggono i fenomeni estremi. la
tempesta sandy dello scorso anno ne ha devastati
almeno 20 sulle coste del New Jersey e dello stato
di New york, tra cui il casino Pier di seaside Heights
(sopra). la feMa, lente Usa per la protezione civile,
stima che ci vorranno oltre 50 milioni di dollari per
ricostruirli con materiali pi durevoli.

Gli amministratori locali sostengono che


i boardwalks sono fondamentali per leconomia:
belmar, nel New Jersey, ricava almeno tre milioni
di dollari lanno dal turismo estivo, una manna
per i suoi 5.800 abitanti. Ma saggio ricostruirli?
crolleranno di nuovo, dice il geologo orrin Pilkey,
che sconsiglia di erigere strutture pi permanenti
anche in vista dellinnalzamento dei livelli del mare
previsto dai modelli. Daniel Stone

Pennellate bestiali

Nellarte cinese i pennelli si fanno soprattutto con


peli di animali. E ognuno ha la sua specialit: coi peli di lupo si ottengono tratti pi
duri, con quelli di capra pi morbidi. Le vibrisse di gatto (sotto) o di topo vengono
usate per disegnare dettagli minuti... magari proprio i baffi di un gatto. I pennelli
giapponesi hanno altrettanta variet: pelo di tasso o di scoiattolo, criniera di cavallo
selvatico o penne prese dal collo del martin pescatore. Johnna Rizzo

foto (dallalto): Mario taMa , Ge t t y iMaGes; rebecca Hale , NGM


Gr afico: lvaro valio. foNte: Harvard Medical scHool

LA NUOVA ERA

DELLESPLORAZIONE

GLI APRIPISTA
Arco cronologico dellesplorazione

Lesplorazione lessenza dellanimo umano,


ha detto lastronauta Frank Borman. La cronologia
in queste pagine sintetizza gli eventi principali
di questa grande avventura. Con la trasformazione
dei primi insediamenti in civilt, crebbe il desiderio
di scambiare merci, conquistare terre, capire che
cosa ci fosse al di l dellorizzonte. Un percorso
che ha portato allincontro tra culture distanti, alla
mappatura del pianeta, alla scoperta delle stelle.

Prime spedizioni
2.500 a.C. 450 d.C. circa
Le civilt dei grandi fiumi (Mesopotamia,
Egitto, India, Cina) aprono vie commerciali
per mare (nellOceano Indiano) e per terra.
I marinai fenici producono mappe
del Mediterraneo. I polinesiani navigano
per lunghe distanze tra le isole del Pacifico.

Scambi e commercio

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Viaggi esplorativi
Navigazione e spedizioni cartograche
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Circa 60.000 a.C.


Luomo comincia
a migrare dallAfrica,
muovendosi verso est
attraverso lAsia fino
allAustralia, in Europa,
e infine nelle Americhe
e nelle isole del Pacifico.

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CONSULENTE: RAYMOND HOWGEGO, ENCYCLOPEDIA OF EXPLORATION
COPYRIGHT GIUGNO 2013 NATIONAL GEOGRAPHIC SOCIETY

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Sviluppo commerciale
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Attraverso la Via della Seta e il mare,
i mercanti musulmani consolidano i legami
tra Asia, Africa ed Europa. Limpero mongolo
garantisce stabilit, incoraggiando viaggi
come quello di Marco Polo. I Vichinghi sono
i primi europei a sbarcare in Nord America.

13251354

IBN BATTUTA VIAGGIA


PER 120.000 KM ATTRAVERO ASIA,
AFRICA ED EUROPA

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e le coste

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CHE NEL 1242 SI ESTENDE
E
FINO ALLEUROPA ORIENTAL

Continua alla pagina successiva

Nuovi mondi
14001800
Portogallo e Spagna esplorano il mondo
con le loro navi e si spartiscono le terre non
rivendicate. Gradualmente, gli obiettivi di
questepoca di esplorazione cambiano: dalla
ricerca delloro e la conquista alla conoscenza
scientifica, come nei viaggi di James Cook.

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Le armate dell'ammiraglio
cinese Zheng He
arrivano no all'Africa

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i portoghesi attorno allAfrica
e Colombo attraverso lAtlantico
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determina la latitudine
misurando laltezza
di una stella sullorizzonte

1570
Abraham Ortelius
compila il primo
atlante moderno

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A VEDERE IL PACIFICO
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1800oggi
Gli esploratori si spingono allinterno dei
continenti e raggiungono i poli. La tecnologia
porta scienziati e avventurieri sempre pi
in alto e pi in profondit. Cousteau nei mari
e Hillary sullHimalaya introducono un nuovo
principio etico: esplorare con rispetto.

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Oltre i limiti

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2012

FRONTIERA spAzIO
Gli esseri umani sono arrivati ai confini del Sistema Solare
con gli occhi dei robot: astronavi, sonde e rover hanno
inviato dati e immagini sempre pi stupefacenti. Le linee
colorate illustrano le circa 200 missioni senza equipaggio
effettuate dal 1958: passaggi ravvicinati, orbite, atterraggi
morbidi e incidenti voluti, nonch missioni fallite. Nel
1972 la NASA lanci lApollo 17, nona e ultima missione con
equipaggio sulla Luna. Da allora nessun uomo pi andato
oltre lorbita terrestre bassa. Ma forse una missione privata
mander un uomo e una donna nellorbita di Marte nel 2018.

SOLE
8 missioni

MERCURIO
2 missioni

Messenger

Diretto a Mercurio,
Mariner 10 passato
accanto a Venere
nel 1974, scattando
foto e sfruttando la
gravit del pianeta
per accelerare.
VENERE
40 missioni

Terra
voli
ravvicinati
(2 volte)
2010
2000
1980
1970

Venere
voli
ravvicinati

Venere sfruttamento
della gravit
(2 volte)

Terra
sfruttamento
della gravit

LUNA
72 missioni
2010
2000
1990
1980
1970

IL SISTEMA SOLARE INTERNO


Nel 1959 i sovietici furono i primi a raggiungere
la Luna facendo precipitare Luna 2 sulla
superficie. Mariner 2, lanciato dalla NASA
nel 1962, effettu il primo passaggio ravvicinato
di Venere. Nel 1965 Mariner 4 invi immagini
da Marte. Messenger la prima sonda a orbitare
intorno a Mercurio e a mapparlo. Oggi una
flotta di sonde controlla lattivit del Sole.

MISSIONI NEL SISTEMA SOLARE INTERNO

1960

SUCCESSO FALLIMENTO
NASA
U.R.S.S./RUSSIA
AGENZIA SPAZIALE EUROPEA
GIAPPONE
CINA
INDIA

MARTE
38 missioni
2010
2000
1990
1980

1970

Continua alla pagina successiva

ASTEROIDI E COMETE

VERSO GIOVE, E OLTRE...

Nel 1991, mentre era in viaggio verso


Giove, la sonda Galileo invi le prime
immagini ravvicinate di un asteroide
(Gaspra) e scopr il primo satellite
di un asteroide, Dattilo, che orbita
intorno a Ida. Dawn, lanciata dalla
NASA, raggiunger lasteroide/
pianeta nano Cerere nel 2015.
La sonda Rosetta, dellAgenzia
spaziale europea, tenter di
atterrare su una cometa nel 2014.

Dopo aver raggiunto Giove nel 1995, Galileo invi per


otto anni immagini e dati del pianeta e delle sue lune.
La sonda Juno ci arriver nel 2016. Cassini ancora
trasmette immagini di Saturno e delle sue lune; la
sua sonda, Huygens, atterr su Titano nel 2005. Nel
2015, a nove anni dal lancio, New Horizons studier
Plutone e i detriti planetari della Fascia di Kuiper.
MISSIONI NELLO SPAZIO PROFONDO
NASA
NASA E AGENZIA SPAZIALE EUROPEA

2007: New Horizons


fotografa Giove e le sue
lune sfruttando la sua
gravit e accorciando
il viaggio verso Plutone
di tre anni.

GIOVE
8 missioni
ASTEROIDI
E COMETE
17 missionI

(inclusa Juno)

NEAR-Shoemaker della
NASA stata la prima
astronave a posarsi su un
asteroide, Eros, nel 2001

EUROPA

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Galileo
esplora le lune
di Giove

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Volo
ravvicinato
dellasteroide
Ida; scoperta
di Dattilo,
1993

lorbita di Giove
nel luglio 2016

Il 21 settembre
2003 Galileo
si schianta
intenzionalmente
su Giove

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nc io 6/ 4/
R 11 : La
PI O N EE
72
3/
io 2/
10 : La nc
PI O N EE R

SOLE
MERCURIO

TERRA
MARTE

GIOVE

Primo velivolo
a superare
la Fascia
Principale

SATURNO

URANO

NETTUNO

MILIARDI DI
CHILOMETRI

PLUTONE

NEW
HORIZONS

VENERE

FASCIA DI KUIPER

FASCIA
PRINCIPALE
0

NETTUNO
1 missione

18 marzo 2011:
New Horizons
supera lorbita di Urano.
Raggiunger Plutone
il 14 luglio 2015

Nel 1989
Voyager 2
la prima
astronave
ad avvicinarsi
a Nettuno

URANO
1 missione

Nel 1986
Voyager 2
la prima
astronave
ad avvicinarsi
a Urano

SATURNO
5 missioni
(inclusa la sonda
Huygens)

Cassini
esplora le
lune di
Saturno
Pioneer 11
scopre un nuovo
anello di Saturno

TITANO
REA

DIONE

GIAPETO

TETI

La sonda
Huygens lanciata
verso Titano

obiettivo: SPAZio interStellAre

Le immagini non sono in scala.

Pioneer 10 e 11, lanciate nel 1972 e 73, furono le


prime a superare Marte e a catturare immagini
ravvicinate di Giove; la missione conclusa, ma
le sonde proseguono. Voyager 1 e 2 partirono
nel 1977 per studiare Giove e Saturno; Voyager 2
ha inviato le prime immagini ravvicinate di Urano
e Nettuno. Entrambe continuano a trasmettere
mentre lasciano il Sistema Solare.

Missioni lanciate entro la fine


del 2012 che hanno raggiunto
lorbita terrestre; molte altre
sono fallite durante il lancio.
ILLUSTRAZIONI DI SEAN MCNAUGHTON,
SAMUEL VELASCO, 5W INFOGRAPHICS.
MATTHEW TWOMBLY E JANE VESSELS,
NGM; AMANDA HOBBS
FONTI: NASA; CHRIS GAMBLE IMMAGINI
DEL SOLE, ASTEROIDI, E COMETE:
NASA/JPL

SPAZIO
INTERSTELLARE

PIONEER 11

VOYAGER 2

PIONEER 10

VOYAGER 1

10

LA NUOVA ERA

DELLESPLORAZIONE

Paul Salopek si incammina


nel deserto dellAfar insieme
ad alcune guide locali,
prima tappa del suo viaggio
a piedi di 35.400 chilometri
sulle orme delle migrazioni
dei primi esseri umani.
John StAnmeyer

Perch
rischiamo? Che
cosa spinge
un esploratore
ad affrontare
pericoli che
farebbero
desistere
chiunque altro?

LA NUOVA ERA

DELLESPLORAZIONE

di Peter Gwin

uomo che per primo navig sul fiume Colorado per


tutta la lunghezza del Grand Canyon non somigliava
affatto a un affascinante avventuriero dellOttocento.
John Wesley Powell era alto solo un metro e 68, aveva
una zazzera di capelli ispidi e una barba incolta e macchiata dal tabacco che gli si apriva sul petto. La manica
destra gli penzolava a vuoto: aveva perso il braccio

durante la Guerra civile americana. Eppure dopo


il conflitto esplor vasti tratti delle Montagne
Rocciose, visse tra bande di indiani ostili, discese
in zattera il fume Green e il Colorado, e percorse
gli anfratti ancora inesplorati di un sistema di
canyon tra i pi vasti al mondo. Chi non lo conosceva poteva giustamente domandarsi che cosa
avesse spinto questo esile professore universitario
con un braccio solo a imbarcarsi in una delle esplorazioni pi rischiose della sua epoca.
Ci si sarebbe potuti porre la stessa domanda
a proposito di ciascuno dei 32 uomini che il
13 gennaio 1888 si riunirono con Powell al
Cosmos Club di Washington. Molti di loro
avevano gi intrapreso viaggi pericolosi in
terre inesplorate e selvagge. Cerano reduci
della Guerra civile e delle campagne contro
gli indiani, ufciali di Marina, alpinisti, meteorologi, ingegneri, naturalisti, cartograf,
etnologi e anche un giornalista che aveva portato a termine la traversata della Siberia. Uomini rimasti intrappolati nellArtide, sopravvissuti a tempeste marine, scampati ad attacchi di animali selvatici e a valanghe; che per
esplorare quelle terre remote avevano soferto
fame e solitudine devastante.

national geo graphic GIUGNO 2013

Quella sera si erano riuniti per fondare la National Geographic Society e avevano concordato
che la missione della nuova organizzazione ampliare e difondere la conoscenza della geografa - comprendeva anche difcili missioni in
territori sconosciuti. Un brano scritto da Powell
venti anni prima, durante la spedizione sul Colorado, sintetizza bene la loro flosofa: dopo una
serie di spaventosi passaggi di rapide e cascate a
bordo di piccole imbarcazioni, tre dei partecipanti avevano deciso di abbandonare limpresa
e tornarsene indietro, risalendo la parete del
canyon e tentando di attraversare il deserto. Ci
scongiurano di non proseguire, dicendo che
questo viaggio una pazzia, scrisse Powell. Ma
lasciare la spedizione incompiuta, ammettere
che c una parte del canyon che non posso
esplorare quando sono ormai vicino alla fne,
pi di quanto io sia disposto a fare, perci decido
di andare avanti.
Tutte le esplorazioni si basano sullassunzione di una dose di rischio, dalla navigazione
di un capitano in acque sconosciute alla ricerca
di uno scienziato su una malattia pericolosa,
fno allinvestimento di un imprenditore in una
nuova attivit. Ma che cosa, di preciso, spinse

Cristoforo Colombo a imbarcarsi per la traversata dellAtlantico, Edward Jenner a sperimentare


su un bambino il suo vaccino contro il vaiolo o
Henry Ford a scommettere sul fatto che le automobili potevano rimpiazzare i cavalli? E perch
Powell ignor gli avvertimenti dei suoi uomini
e i pericoli evidenti che aveva di fronte per addentrarsi ancora negli anfratti pi selvaggi del
Gran Canyon?
Alcune delle motivazioni che ci fanno correre
rischi sono ovvie: guadagni economici, fama, vantaggi politici, la necessit di salvare una vita. Molti
di noi si espongono volontariamente a diversi
gradi di rischio per raggiungere questi obiettivi.
Ma man mano che il pericolo aumenta, il numero
di persone disposte ad andare avanti diminuisce,
fnch a restare sono solo gli amanti del rischio
estremo, quelli disposti a mettere in gioco tutto:
reputazione, beni materiali, la stessa vita. questo
il mistero del rischio: cos che induce alcuni esseri
umani a rischiare tanto e a non desistere anche di
fronte a conseguenze disastrose?
Oggi, a 125 anni da quella serata al Cosmos
Club, la scienza ha cominciato ad aprire la scatola
nera in cui sono racchiusi i meccanismi neurologici che determinano la propensione al rischio,
per capire i fattori biologici che, forse, inducono
alcuni individui a diventare esploratori. La ricerca
si concentra sui neurotrasmettitori, le sostanze che
controllano lo scambio di informazioni allinterno
del cervello; e soprattutto sulla dopamina, che ha
un ruolo nel controllo delle capacit motorie ma
anche nella spinta alla scoperta e allapprendimento, e nellelaborazione di emozioni come lansia e la paura.
Chi ha un cervello che non produce abbastanza
dopamina, come le persone afette dal morbo di
Parkinson, deve spesso combattere contro apatia
e demotivazione. Viceversa, unalta produzione di
dopamina potrebbe contribuire a spiegare la pro-

pensione al rischio, afferma Larry Zweifel, un


neurobiologo della University of Washington. Per
chi si espone a rischi per ottenere un obiettivo scalare una montagna, fondare unimpresa, candidarsi alle elezioni, entrare nei corpi speciali
dellesercito - le azioni sono indotte dalla motivazione, e la motivazione sollecitata dal sistema
della dopamina. Questo il meccanismo che
spinge gli esseri umani ad andare avanti.
Quando portiamo a termine un compito la dopamina suscita in noi un senso di soddisfazione:
pi rischioso il compito, maggiore sar il rilascio
di dopamina. Uno dei motivi per cui non tutti
scaliamo montagne o ci candidiamo alle elezioni
che non disponiamo tutti della stessa quantit
di dopamina. Sono gli autorecettori, molecole che
si trovano sulla superfcie delle cellule nervose, a
controllare quanta dopamina produciamo e utilizziamo, in sostanza controllando anche la nostra
propensione al rischio.
In uno studio condotto alla Vanderbilt University i partecipanti sono stati sottoposti a scansioni cerebrali per dare modo agli studiosi di
osservare il comportamento degli autorecettori
nellarea dei circuiti associati alla gratifcazione,
allassuefazione e al movimento. Le persone che
avevano meno autorecettori - e quindi meno
controllo sul fusso di dopamina - sono risultate
pi propense alla ricerca della novit, e quindi
ad attivit come lesplorazione.
Ma non bisogna confondere le persone che
hanno una sana propensione al rischio con gli
gli amanti del brivido o i drogati di adrenalina.
Anche ladrenalina - un ormone - un neurotrasmettitore, ma a diferenza della dopamina serve
a farci sfuggire al pericolo, non a farcelo afrontare. Funziona cos: quando percepisce una minaccia, il cervello comincia a rilasciare adrenalina nel sangue, e il sangue a sua volta stimola il
cuore, i polmoni, i muscoli e altre parti del corpo
il mistero del rischio

a una reazione di fuga o di lotta. La sostanza genera una sensazione di euforia che continua anche dopo che la minaccia passata, perch ladrenalina sgombera il sistema. Qualcuno fnisce per
considerare questa botta di adrenalina come
una ricompensa per il cervello, da stimolare andando a vedere flm dellorrore, dedicandosi a
sport estremi, o assumendo stupefacenti.
Ma non ladrenalina a motivare gli esploratori. Chi arranca per mesi sui ghiacci dellArtide
non spinto dalladrenalina che gli scorre nelle
vene, sostiene Zald, ma dalla dopamina che
gli schizza nel cervello.
Un elemento fondamentale del processo il
modo con cui il cervello valuta il rischio. Il fotografo Paul Nicklen racconta come la sua defnizione di rischio accettabile si sia evoluta nel
tempo. Da ragazzo, quando vivevo sul Mar
Glaciale Artico, salivo sui lastroni di ghiaccio e
pagaiavo, come se fossero zattere: probabilmente
era rischioso. Poi ho cominciato a fare immersioni e a voler andare sempre pi gi, restare in
acqua sempre pi a lungo, avvicinarmi sempre
di pi agli animali.
Per molto tempo, continua Nicklen, mi
sono detto che non mi sarei mai immerso assieme ai trichechi dellAtlantico. Se non esistono
molte fotografe di trichechi che nuotano sotto
i ghiacci perch molto pericoloso fare un buco
in uno spesso strato di ghiaccio, tufarsi in unacqua che supera di poco gli zero gradi e provare
ad avvicinarsi ad animali che pesano quasi 1.500
chili e, se disturbati, possono diventare molto
aggressivi. Ci sono molti modi di morire facendo
una cosa simile.
Correndo tutti quei rischi, Nicklen stato
ricompensato dalle foto che ha scattato, cos ravPeter Gwin ha scritto larticolo La guerra del corno,
apparso sul numero di marzo 2012 del magazine.
6

national geo graphic GIUGNO 2013

vicinate e quasi tridimensionali da incantare


chiunque le guardi. Voglio che i lettori si sentano come trichechi che nuotano accanto ad
altri trichechi. quello che a volte, per brevi
istanti, provo anchio. E il solo modo che ho per
descrivere questa sensazione straordinaria attraverso le foto. Credo di esserne in qualche
modo diventato schiavo.
Il cervello di Nicklen, spiega Larry Zweifel,
sposta in avanti la soglia del rischio sulla base
sulle esperienze passate. Il fotografo molto
sicuro nel riconoscere le situazioni di potenziale
pericolo e nel riuscire a evitarle. Il suo cervello
calcola i rischi e la possibile ricompensa, facilitato dal suo sistema della dopamina, che poi gli
d la motivazione per immergersi.
Eppure, continua lo studioso, se il fotografo
rischiasse pi volte la vita ma continuasse a immergersi con questi animali pericolosi senza
tener conto delle possibili conseguenze, allora
saremmo in presenza di un comportamento
compulsivo che pu diventare patologico, come
quello di chi perde tutto al gioco dazzardo.
adeguarsi al rischio: una cosa che facciamo tutti nella vita di ogni giorno, per esempio quando impariamo a guidare. Magari da
neopatentati abbiamo paura di guidare in
autostrada, ma dopo aver fatto sufficiente
esperienza ci immettiamo nel trafco veloce
con disinvoltura, senza pensare troppo ai possibili pericoli.
Quando unattivit diventa di routine noi
abbassiamo la guardia, soprattutto se per un po
di tempo non succede nulla di brutto, spiega
Daniel Kruger, psicologo evoluzionista allUniversit del Michigan. Abbiamo un sistema
progettato per reagire ai rischi a breve termine,
ma se lo teniamo sempre acceso il nostro corpo
pu subire danni, come laumento della glice-

Per molto tempo mi sono detto che non mi


sarei mai immerso con i trichechi. molto
pericoloso avvicinarsi ad animali che pesano
quasi 1.500 chili e possono diventare molto
aggressivi. Ci sono molti modi di morire
facendo una cosa simile. Paul Nicklen
mia o la soppressione del sistema immunitario.
Lo stesso principio si adatta anche alla sensazione
di paura: pi si pratica unattivit rischiosa, spiega
Kruger, pi si impara a controllare il timore che
nasce in quelle situazioni. I funamboli cominciano imparando a camminare su unasta poggiata
a terra, poi passano a una corda appena sollevata
dal terreno e infne alla fune sospesa. Al pubblico,
che non ha mai fatto niente del genere, limpresa
sembra molto pi pericolosa che a loro.
Questo principio stato portato allestremo da
Felix Baumgartner, lex paracadutista austriaco
che nellottobre scorso salito fno alla stratosfera
a bordo di una capsula attaccata a un pallone a
elio e poi si lanciato da unaltezza di circa 39 mila
metri. Prima di aprire il paracadute sceso in caduta libera per quattro minuti e mezzo, raggiungendo i 1.357 chilometri lora. Per prepararsi
allimpresa Baumgartner e la sua quipe hanno
passato cinque anni a perfezionare lattrezzatura,
usando una camera ipobarica per simulare le temperature e la pressione che avrebbe incontrato ed
efettuando lanci di prova da varie quote.
A chi guarda da fuori sembrano rischi incredibili, spiega Baumgartner, ma se si fa attenzione ai dettagli si capisce che il rischio
stato minimizzato il pi possibile.
Per dimostrare di essere una persona disposta
a rischiare, sottolinea per Kruger, non occorre
necessariamente lanciarsi in caduta libera dallo
spazio. Correre rischi fa parte della storia
delluomo. Siamo tutti motivati a sopravvivere
e a riprodurci, e per ottenere entrambi gli scopi
dobbiamo fare scelte che potrebbero avere conseguenze negative: correre rischi, in sostanza.
siamo tutti discendenti da persone propense
al rischio: lo scrittore Paul Salopek afascinato
da questa idea. I primi grandi esploratori furono
gli uomini che per primi lasciarono la Rif Val-

ley, sostiene. Salopek ha intrapreso un viaggio


a piedi, che durer sette anni e coprir 35.400
chilometri, sulle orme di quegli antichi progenitori che dallAfrica si difusero in tutto il pianeta.
il percorso seguito da quelli che rischiarono
per primi, assaggiando piante sconosciute e carni
di animali mai visti, imparando ad attraversare
tratti dacqua profonda, scoprendo come fare per
sopravvivere al freddo.
Anche Salopek con questo viaggio si sta esponendo a seri rischi. Lidea di coprire quotidianamente la distanza percorsa dai nomadi che
lasciarono lAfrica tra 50 mila e 70 mila anni fa:
circa 16 chilometri al giorno, calcolano gli studiosi, ha spiegato a gennaio, prima di incamminarsi nella regione dellAfar, nel nord-est dellEtiopia, dove sono stati scoperti alcuni dei fossili
dei primi esseri umani anatomicamente moderni. A questo ritmo, Salopek conta di attraversare tre continenti e una trentina di confni internazionali, incontrando lungo il tragitto decine
di gruppi etnici e linguistici, catene montuose e
fumi, deserti e altipiani, citt in declino e nuove
metropoli frenetiche.
Uno degli scopi del mio viaggio convincere
i lettori a concentrarsi di meno sui pericoli che
potrebbero incontrare nel mondo, dice lo scrittore. Che tu stia a casa o vada in giro, il mondo
pu ucciderti in un istante. Lui, invece, spera di
spingere i lettori a pensare agli orizzonti pi vasti,
alle possibilit pi ampie che ofre la vita, ai percorsi intrapresi e a quelli scartati; e soprattutto a
sentirsi pi a proprio agio nellincertezza.
Salopek insomma vuole ricordarci che nella
nostra essenza pi intima siamo tutti amanti del
rischio, anche se alcuni lo sono pi degli altri. Ed
questa propensione a esplorare il pianeta a tenere
unita la nostra specie, fn dagli albori.
unidea nobile, anche se ad alimentarla la
dopamina. j
il mistero del rischio

VITE IN GIOCO

fotografie di Marco Grob

Viaggio nellignoto
sylVIa EarlE ha trascorso quasi un anno della sua vita, complessivamente, nelle
profondit delloceano. Negli anni Sessanta ha dovuto lottare per partecipare alle
spedizioni: le donne non erano gradite. Oggi, a 77 anni, la leggendaria oceanografa
combatte ancora, ma per le riserve marine.
Ha avuto limpressione di correre un rischio a diventare una scienziata
in unepoca in cui nel settore non cerano molte altre donne?
No, perch era quello che volevo fare sin da bambina. Non sapevo neanche
come chiamarlo. Sapevo solo che dovevo stare nella natura. come se non
fosse stata una scelta.
Fa ancora immersioni?
S. Mi bastano maschera e pinne. Ho un paio di pinne rosse, le chiamo le mie pinne rubino.
si mai trovata, per cos dire, con lacqua alla gola?
Una volta, al termine di unimmersione, sono risalita e la barca non era pi dove lavevo
lasciata io. Mi sono dovuta prendere cura di un compagno di immersione che era stato
colto dal panico. Ma ero certa che la barca sarebbe tornata.
Ha mai paura?
Faccio del mio meglio affich sia tutto sotto controllo. Mi fido dei tecnici che hanno
realizzato il veicolo, e so che ci sono attrezzature di riserva e procedure demergenza.
In caso di problemi si seguono i protocolli. Poi lascio le preoccupazioni in superficie
e mi godo il privilegio di trovarmi in fondo al mare, dove i primati in genere non vanno.
C qualcosa sulla superficie terrestre che trova pi stressante delle
immersioni nelle profondit oceaniche?
Guidare lautomobile. La gente pensa che sia rischioso andare in acqua con un piccolo
sottomarino, sparire sotto la superficie e fare affidamento sui sistemi di supporto vitale,
come fanno gli astronauti o come facciamo tutti noi quando saliamo su un aereo.
Ma c un rischio che mi preoccupa, ed lautocompiacimento.
Com cambiato loceano nel corso della sua carriera?
Abbiamo imparato molte cose, e ne abbiamo perse molte altre. Met delle barriere
coralline sono scomparse o sono in cattive condizioni . come una corsa: siamo
in grado di prendere provvedimenti finch c ancora tempo?

intervista di raCHeL HartiGan sHea

VITE IN GIOCO

Oltre la barriera
FElIx BaumGarTNEr il primo a infrangere la barriera del suono con una
semplice... caduta. Lo scorso ottobre un pallone aerostatico lo ha portato fino alla
stratosfera, da dove, a unaltezza record di 39 mila metri, si lanciato in caduta libera
col paracadute, toccando i 1.357 km orari. Oggi, a 44 anni, vuole diventare pilota
di elicotteri da soccorso.
C chi dice che il suo sia stato solo un numero da circo.
Voglio i nomi!
Era sponsorizzato dalla red Bull. E un lancio da 39 mila metri sembra
unacrobazia.
Anche se il termine non mi piace, che cos in fondo? Il tentativo di fare qualcosa
di molto rischioso, che richiede preparazione e ha come priorit la sicurezza.
Tutto sommato, la stessa cosa.
Se non stata una bravata, cosa le ha fatto scoprire?
Abbiamo dimostrato che si pu sopravvivere ad altissima quota e testato le tute
pressurizzate di nuova generazione. La NASA interessata ai dati sugli effetti
del superamento della velocit del suono sul corpo umano.
Era nervoso?
Non avevo paura. Non ho pregato. Mi ero allenato. Il rischio pu sembrare pazzesco,
ma non stata una cosa improvvisata. Abbiamo messo su un progetto enorme,
avevamo una camera ipobarica, ci abbiamo messo dentro tutta la capsula e abbiamo
fatto i test l dentro. Bisogna avere fiducia nella propria quipe e nelle proprie capacit.
Com stare nello spazio?
Ti fa capire quanto siamo piccoli. Stare lass stato impressionante. Sei lunico
privilegiato al mondo. Allo stesso tempo sai che ti restano solo 10 minuti di ossigeno.
Perci vai avanti e vedi se riesci a volare alla velocit del suono.
Fisicamente ha sofferto?
Nello spazio non senti dolore finch sei protetto dalla tuta pressurizzata.
Che pensieri le sono passati per la testa?
Allinizio sembra di galleggiare, poi guadagni velocit e vai come un fulmine ma,
non avendo punti di riferimento, non te ne rendi conto.

intervista di marc silver

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Esplorare i limiti
sIr raNulph fIENNEs stato definito il pi grande esploratore vivente. Rifiuta la
definizione, il suo curriculum dice tutto. Per 40 anni ha condotto spedizioni da record in
fiumi, deserti, e ai poli. Lo scorso inverno, allet di 69 anni, avrebbe dovuto attraversare
lAntartide a piedi nelloscurit quasi totale, ma un congelamento lo ha costretto suo
malgrado ad abbandonare limpresa.
ha perso alcune dita, ha sofferto di attacchi cardiaci, stato in coma.
perch lo fa?
Parlo anche a nome della mia squadra: perch vogliamo essere i primi. Tra una
spedizione e laltra organizziamo anche raccolte di fondi a scopo di beneficenza.
Ma la mia motivazione principale che non ho mai fatto ci he ha fatto mio padre:
comandare lultimo reggimento di cavalleria scozzese.
Che successo?
Non ce lho fatta a entrare allaccademia ufficiali inglese perch non ho passato lesame finale
di matematica. Mi sono arruolato nellesercito e insegnavo ai soldati ad andare in canoa, sciare,
scalare montagne. Attivit che sono parte integrante delle nostre spedizioni. Presto, poi, ho
imparato che pi facile ottenere sponsorizzazioni cimentandosi con imprese mai tentate.
Quali grandi esploratori considera suoi maestri o modelli?
Per le traversate desertiche Wilfred Thesiger. Per le esplorazioni polari Douglas Mawson.
E il capitano Robert Scott, il primo uomo che si addentrato in Antartide.
ha mantra o talismani che laiutano a superare la paura quando sul campo?
Un peluche di 12 centimetri che porto dappertutto, un maialino rosa, LEP, Little English Pig. Me
lha dato 30 anni fa mia moglie, che oggi non c pi, mentre partivo per una spedizione polare.
Qual stata la pi rischiosa tra le sue spedizioni?
Soffro di vertigini e nel 2007, per affrontarle, ho scalato lEiger, in Svizzera. Quando
sono arrivato in vetta mi sono reso conto che non avevo mai guardato gi: ce lavevo
fatta perch non avevo affrontato le mie paure.
Come si riprende da un fallimento o da un colpo mancato?
In 40 anni, met delle spedizioni fallita. Non sai mai se riuscirai a battere un primato
mondiale. Se sei consapevole di questo, sai anche che il pi delle volte ci puoi riprovare,
magari usando un approccio diverso, una diversa angolazione.
INTERVISTA DI JEREMY BERLIN

Vite in giOCO

Raggiungere la vetta
gerlinde kaltenbrunner la prima donna che ha scalato tutti gli Ottomila,
le quattordici vette pi alte della terra, senza laiuto delle bombole di ossigeno, impresa
che ha portato a termine sul K2 nellagosto 2011. Lalpinista austriaca, 42 anni, ha
camminato immersa nella neve fino al petto, sopportato temperature inferiori allo zero,
schivato cadute di massi che hanno fatto desistere suoi colleghi, eppure dichiara
di sentirsi quasi sempre abbastanza al sicuro.
Perch fa alpinismo?
In montagna con il minimo indispensabile mi sento realizzata: sono concentrata e non
esiste nientaltro, solo la scalata.
Qualcosa di speciale che porta sempre con s?
Un braccialetto tibetano. Le pietre rappresentano la forza, lenergia, il successo e la salute.
Quando le successo di avere davvero paura?
Nel 2007 sul Dhaulagiri [in Nepal], una slavina mi ha trascinata via con tutta la tenda. Non
capivo neppure se stavo a testa in su o capovolta; era tutto buio. Ma ho pensato: Ok,
almeno riesco a respirare. Nellimbracatura porto sempre un coltellino e sono riuscita
a fare un buco nella tenda. Avevo il terrore di rimanere soffocata dalla neve. Ma un po
alla volta sono riuscita a uscire. Ho cercato tre scalatori spagnoli che avevano montato
il campo l vicino. Due di loro erano morti. In quel momento mi sembrato tutto privo
di senso. Per la prima volta volevo soltanto andarmene da quella montagna.
Come ha fatto a superare la terribile esperienza?
Mi ha aiutato parlare con mio marito, Ralf, alpinista come me. E ho capito che alla
tragedia avvenuta non cera rimedio, e che io non potevo smettere di fare alpinismo:
la mia vita. Un anno dopo sono tornata nello stesso posto. Ho visto la pi bella alba
che mi sia mai capitato di vedere. A volte la gioia e il dolore possono trovarsi molto vicini.
questa la cosa che ha sempre voluto fare?
S. Da ragazzina sognavo di diventare alpinista. Ho fatto linfermiera fino al 2003, quando
ho trovato il coraggio di dedicarmi esclusivamente allalpinismo.
Che consigli darebbe oggi a un adolescente che ha il suo stesso sogno?
La passione fondamentale. Ascolta e segui la tua anima, il tuo corpo, i tuoi istinti
viscerali. Se ami davvero una cosa, troverai il modo di ottenerla.

INTERVISTA DI AMANDA FIEGL

VITE IN GIOCO

Fotografo dei ghiacci


Paul NICklEN ha trascorso buona parte dellinfanzia in sperduti villaggi dellisola di
Baffin, in Canada, dove esplorava il paesaggio artico insieme ai bambini inuit. Quelle prime
esperienze lo hanno condotto alla fotografia. Oggi, a 44 anni, immortala la fauna selvatica
che vive sopra e sotto i ghiacci polari.
In che modo la sua infanzia lha preparata alla sua vita da fotografo?
Non avevamo radio, telefono n tv. La mia vita si svolgeva tutta allaria aperta. A 7 anni presi
la piccozza di mio padre, scavalcai a piedi una montagna e feci un buco nel ghiaccio per
pescare il salmerino alpino. Andare in cerca di fauna selvatica divenne la mia ossessione.
Cos, mentre mi divertivo, imparavo a sopravvivere in quellambiente. Ero un bambino un po
bizzarro. Mi piaceva starmene seduto fuori a guardare la marea che risaliva di 12 metri nel
porto e le ombre della bufera che si muovevano sulla banchisa. Ancora oggi mi piace salire
a piedi in cima a un monte e starmene l a guardare fin quando il freddo o le condizioni
climatiche non diventano insopportabili.
Come ha iniziato a fare esplorazioni subacquee sotto la banchisa?
Da bambino vedevo i beluga nuotare vicino al bordo della banchisa o sotto la barca e
cercavo di immaginare come si stesse l sotto. Ho imparato a fare immersioni alluniversit,
e con lesperienza mi stato pi facile andare sotto il ghiaccio. Sottacqua ho scoperto un
ecosistema molto pi affascinante, complesso e intricato di quel che avevo immaginato.
Come ha conciliato la passione per la natura con la fotografia?
A 26 anni mi sono fatto portare da un piccolo aereo in una remota regione dei Territori del
Nord-Ovest. L ho passato tre mesi da solo a fotografare. Alla fine avevo percorso oltre
1.900 km a piedi. Una volta mi sono svegliato e sono uscito dalla tenda nudo per fare
pip, quando mi sono accorto che un branco di carib stava passando proprio sul mio
accampamento. Li ho inseguiti nella tundra, ero nudo con gli stivali di gomma; mi sono
vestito solo quando sono arrivati nugoli di zanzare, ma ho scattato tutta la notte. Quel
viaggio di tre mesi mi ha fatto capire che come fotografo avevo un futuro.
la situazione pi pericolosa in cui si trovato?
Mentre fotografavo trichechi da solo sotto uno spesso strato di ghiaccio, lerogatore
si bloccato. Non potevo tornare su e ho pensato che stavo per morire. Poi, per fortuna,
lerogatore ha ripreso a funzionare.
intervista di Peter gwin

VITE IN GIOCO

Testimone estremo
JamEs NaChTwEy si arruolato nella Marina mercantile dopo il college e in seguito
ha imparato a fotografare da autodidatta. In trentanni di carriera stato in alcune delle aree
pi violente del pianeta, e ha documentato molti dei conflitti pi aspri.
Il suo lavoro pericoloso, e ha un prezzo.
Non sei mai sicuro, anche se segui tutte le norme di sicurezza. capitato che persone
vicino a me venissero colpite, a volte uccise, mentre io sono rimasto illeso. Rischi fisici
a parte, sono stato testimone di innumerevoli tragedie, e questo ha creato un peso che
sono costretto a portarmi dietro.
Lei rimasto gravemente ferito durante un attacco con granate in Iraq.
Eppure ci tornato.
Ero guarito, per quanto potessi guarire. E ho pensato che i nostri connazionali
avrebbero dovuto riconoscere il sacrificio dei nostri militari e rendergli onore,
oltre a comprendere il costo reale della guerra e chiederne conto facendo
domande legittime.
Porta ancora con s il suo talismano portafortuna, la foto con Nelson mandela?
Sempre. Lui il mio eroe, in tutti i sensi possibili. Ha coraggio, forza danimo,
saggezza. Incarna quanto di meglio abbia da offrire lumanit.
Quella foto limmagine della pace.
E del perdono. Senza il quale non ci sarebbe nessuna pace.
Lei noto per i reportage di guerra. ma le interessano anche altri temi.
Mi interessa documentare e portare alla pubblica attenzione contesti sociali
caratterizzati da ingiustizie e disuguaglianze. E i problemi di carattere sanitario,
soprattutto nei paesi in via di sviluppo, che possono essere pi devastanti delle guerre.
Dopo oltre trentanni di reportage di guerra, cosa ha capito?
Che le decisioni andrebbero prese in base ai nostri valori pi alti, e non a quelli
pi bassi. Ho imparato il valore della tolleranza e del rispetto. E anche del coraggio.
Ritiene la fotografia di guerra una forma di esplorazione?
Io interpreto la storia in tempo reale, quindi esploro lignoto. Percorro un terreno
pericoloso. Raccolgo costantemente informazioni sensoriali e prendo decisioni rapide,
che in un attimo possono salvarmi la vita o farmi morire.
intervista di neil shea

LA NUOVA ERA

DELLESPLORAZIONE

deep

sea

challenge
per realizzare il suo sogno - raggiungere il fondo della
Fossa delle Marianne, il punto pi profondo di tutti gli
oceani -

James cameron, esploratore

e regista, ha dovuto progettare e costruire da s un


apposito veicolo, il futuristico sommergibile DEEPSEA
CHALLENGER. dopo sette anni di ricerche, progetti e
collaudi, restava una domanda: una volta raggiunti gli
11.000 metri di profondit, il sommergibile avrebbe retto
la schiacciante pressione dellacqua? Una scommessa
su cui cameron ha messo in palio la sua stessa vita.

FotograFie di Mark thiessen

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22

national geo graphic GIUGNO 2013

DEEPSEA CHALLENGER viene sollevato sul ponte della nave appoggio dopo unimmersione di prova a 8.221 m.

Il galleggiante arancione serve a facilitare la risalita, quelli grigi a collocarlo in orizzontale per il recupero.

Con una telecamera 3-D i sub riprendono un collaudo nella fossa della Nuova Britannia, al
largo di Papua Nuova Guinea. Dal sommergibile sporgono fari, telecamere e strumentazioni.

La stagione dei tifoni era vicina,


ormai restava poco tempo. Il mare
agitato continuava a ritardare
limmersione di James Cameron
verso Challenger Deep, il punto pi
profondo della Fossa della Marianne,
circa 11.000 metri sotto la superficie
delloceano. Quando le onde si
calmarono un poco, il capitano della
nave diede il via. Cameron entr
nellabitacolo e vide il portellone
da 180 chili richiudersi su di lui.
Qui, in esclusiva, il regista racconta
la sua impresa in prima persona.

05.15, 26 MARZO 2012


11 22 N, 142 35 E (OvEst-sud-OvEst dI GuAM,
PACIFICO OCCIdENtALE)

Non ancora spuntata lalba su un mare nero come il carbone. Il sommergibile DEEPSEA CHALLENGER oscilla e sobbalza mentre le enormi ondate del Pacifco passano sopra di me. Siamo tutti
svegli da mezzanotte: abbiamo iniziato i controlli
pre-immersione dopo un paio dore di sonno agitato, e lintera squadra sta in piedi solo grazie alladrenalina. Finora, in tutta la spedizione, non mi
sono mai immerso in condizioni peggiori. Dalle
telecamere esterne vedo i due sub impegnati negli
ultimi preparativi, appena al di fuori del minuscolo abitacolo, sballottati come palloncini al vento.
Lalloggiamento del pilota una sfera dacciaio del diametro di 109 centimetri. Sono incastrato come una noce nel guscio, raggomitolato
con le ginocchia rialzate e la testa china per la
LA NUOVA ERA DELLESPLORAZIONE una serie che
celebra i 125 anni di National Geographic.
DEEPSEA CHALLENGE una spedizione scientifica organizzata

da James cameron, National Geographic Society e rolex.


Per ulteriori informazioni: deepseachallenge.com

26

national geo graphic GIUGNO 2013

curvatura dello scafo. Sar costretto a mantenere questa posizione per le prossime otto ore.
Ho i piedi nudi appoggiati sul portellone dacciaio ermeticamente chiuso dallesterno. Sono
letteralmente sigillato dentro. Mi chiedono sempre se allinterno del sommergibile mi venga la
claustrofobia, ma in realt mi sembra un luogo
raccolto e tranquillizzante. Il mio campo visivo
occupato da quattro schermi: tre mostrano le
immagini delle telecamere esterne, il quarto
un pannello di controllo touch-screen.
Il sommergibile, dipinto di un verde brillante,
dondola tra le onde in posizione verticale, come un
siluro puntato verso il centro della Terra. Oriento
la telecamera 3-D, montata allestremit di unasta
lunga un metro e 80, per vedere la parte anteriore.
I sub si stanno mettendo in posizione per staccare
il galleggiante che trattiene lo scafo in superfcie.
Ho avuto anni di tempo per immaginare questo
momento, e ammetto che nelle ultime settimane lho fatto a volte con terrore, pensando a tutte
le cose che potevano andare storte. Ma ora sono
Marco Grob

sorpreso dalla mia calma. Sono avvolto dal sommergibile, sono una sua parte e lui una parte di
me, unestensione delle mie idee e dei miei sogni.
Avendo partecipato alla sua progettazione, ne
conosco alla perfezione tutte le funzioni e tutti i
punti deboli. Dopo settimane di addestramento,
la mia mano raggiunge controlli e pulsanti automaticamente, senza che io debba pensarci su. A
questo punto non c pi apprensione, ma solo la
determinazione a raggiungere lobiettivo, e lentusiasmo per quel che ci aspetta.
Andiamo. Faccio un respiro profondo e accendo il microfono. OK, pronto per iniziare la
discesa. Libera, libera, libera!.
Il primo subacqueo tira una cima, liberando il
galleggiante. Il sommergibile va gi come un sasso, e in pochi istanti i subacquei diventano fgurine minuscole e lontane sulla superfcie agitata. Poi
scompaiono alla vista, lasciando solo loscurit.
Uno sguardo agli strumenti indica che sto scendendo alla velocit di circa 150 metri al minuto.
Dopo una vita passata a sognare, sette anni per
progettare il sommergibile, mesi estenuanti per
costruirlo, e lo stress e lemozione del viaggio fno
a qui, sto fnalmente scendendo verso Challenger
Deep, il punto pi profondo di tutti gli oceani.
05.50. PROFONDit: 3.810 M. VELOCit: 1,8 M/sECONDO

Supero la profondit del Titanic in soli 35 minuti, scendendo al quadruplo della velocit dei Mir,
i sommergibili russi che nel 1995 ci permisero di
riprendere il celebre relitto per il flm. Allora mi
sembr che il Titanic si trovasse a una profondit quasi inimmaginabile, e che raggiungerlo
fosse unavventura pari allo sbarco sulla Luna.
Ora supero quel livello con indiferenza, come
se stessi passando accanto alla cassetta della
posta sul vialetto di casa. Quindici minuti pi
tardi arrivo a 4.760 metri, la profondit della
corazzata Bismarck. Mentre esploravo quel relitto, nel 2002, la lampada di un faro implose con
una violenza pari allo scoppio di una granata
appena fuori dal sommergibile. Se lo scafo del
DEEPSEA CHALLENGER dovesse cedere, non
mi accorgerei di nulla. Dissolvenza al nero, fne
del flm. Ma non succeder. Abbiamo dedicato
tre anni a progettare, forgiare ed equipaggia-

re questa piccola sfera dacciaio. Ho fducia nel


progetto e in tutti coloro che vi hanno lavorato.
La temperatura esterna scesa a 1,7 C, dai 30
della superfcie. Labitacolo si sta rafreddando rapidamente e le pareti interne sono ora coperte da
grosse gocce di vapore acqueo condensato. I miei
piedi, premuti contro lacciaio del portello, sono
gelidi. Nello spazio limitatissimo mi occorrono
diversi minuti per inflare calze di lana e stivali
di gomma impermeabili. Mi metto un berretto di
lana per proteggermi la testa dallacciaio freddo e
umido che incombe su di me, ma anche, daccordo, per somigliare di pi a un esploratore. Nelloscurit esterna, le uniche indicazioni del fatto che
mi sto muovendo sono le particelle di plancton
che sfrecciano velocissime verso lalto nella luce
dei fari, come se stessi guidando lauto durante
una tempesta di neve.
06.33, 7.070 MEtRi, 1,4 MEtRi/sECONDO

Ho appena superato il limite operativo massimo


del sommergibile con pilota che detiene il record
mondiale di profondit, il cinese Jiaolong. Qualche
minuto fa ho battuto anche i record del russo Mir,
del francese Nautile e del giapponese Shinkai 6500.
Tutti questi veicoli sono nati da progetti fnanziati
con denaro pubblico. Il nostro piccolo siluro verde,
invece, stato costruito con soldi privati, in un
capannone stretto tra un grossista di materiale
idraulico e una rivendita di legname alla periferia
di Sydney, in Australia. I membri del nostro team,
la maggior parte dei quali non aveva mai lavorato
prima su un sommergibile, venivano dal Canada,
dalla Cina, dagli Stati Uniti, dallAustralia e dalla
Francia: sognatori provenienti da ogni parte del
mondo, convinti di poter fare limpossibile. Oggi
vedremo se avevamo ragione.
06.46, 8.230 MEtRi, 1,3 MEtRi/sECONDO

Ho superato anche la profondit del mio precedente record di immersione in solitaria, conseguito tre settimane fa nella Fossa della Nuova
Britannia, al largo di Papua Nuova Guinea. Sembra incredibile che mi restino ancora 2.740 metri.
Il tempo sembra rallentare. Ho controllato tutti
i punti della mia lista di verifche da efettuare,
e adesso, in questa lunga e silenziosa caduta nel
DEEPSEA CHALLENGE

27

limbo, non ho pi niente da fare se non pensare


e guardare le cifre dellindicatore di profondit
che continuano a crescere. Lunico suono, di tanto
in tanto, il sibilo della valvola a solenoide per
lossigeno. Guardo i piedi poggiati sul portello e
penso alla forza colossale che deve sopportare. Se
si formasse una falla, lacqua penetrerebbe come
una lama laser, facendo a pezzi tutto quel che incontrerebbe, me compreso. Cerco di immaginare
come sarebbe. Proverei dolore? E ha senso chiedermelo sapendo che comunque non avrei pi di
un paio di secondi di vita?
07.43, 10.850 METRI, 0,26 METRI/SECONDO

passata unaltra ora: nel tratto fnale il sommergibile ha rallentato. Ho scaricato un po di


zavorra - cuscinetti a sfere dacciaio espulsi da un
elettromagnete - per ridurre la galleggiabilit del
sommergibile. Ora ho un assetto quasi neutro, e
scendo molto lentamente usando solo i propulsori.
Laltimetro indica che il fondo 46 metri pi gi.
Le telecamere sono tutte in funzione, i fari puntati
verso il basso. Stringo forte i comandi e scruto gli
schermi ancora vuoti.
30 metri... 27... 24... Dovrei vedere qualcosa. 21...
18... Finalmente scorgo un bagliore spettrale rifesso dal fondo. liscio come un guscio duovo, senza
alcun dettaglio, alcun riferimento che mi permetta di valutare la distanza. Freno brevemente con i
propulsori verticali. Dopo cinque secondi la lieve
perturbazione che ho prodotto raggiunge il fondo e
il nulla sotto di me ondeggia come un velo di seta.
Non sono certo che ci sia davvero una superfcie solida. Staccando per un attimo la mano dai
comandi dei propulsori, oriento il faro per illuminare lesterno. Lacqua limpida come gin. Posso
spingere lo sguardo a grande distanza: nulla. Il
fondo totalmente uniforme, privo di qualsiasi
carattere tranne lassenza di carattere, di dimensione e di direzione. Ho visto il fondo oceanico in
oltre 80 immersioni in acque profonde, ma mai
niente di simile a questo.
07.46, 10.898,5 METRI, 0 METRI/SECONDO

Faccio scendere il sommergibile, avvicinandomi


al fondo. Con la telecamera montata sullasta vedo
la base del veicolo afondare di circa 10 centimetri
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national geo graphic GIUGNO 2013

DEEPSEA
CHALLENGER
Ideato da James Cameron e Ron
Allum, DEEPSEA CHALLENGER
una sorta di razzo sottomarino,
in grado di scendere e risalire con
grande rapidit, per concedere pi
tempo allesplorazione del fondo.

ASIA

OCEANO
Challenger
Deep
EQUATORE

PACIFICO
Fossa delle
Marianne
Fossa della
Nuova
Britannia

AUSTRALIA

iL BATiSCAFO TRIESTE

Jacques Piccard e Don Walsh


effettuarono la prima immersione
nella Fossa delle Marianne nel 1960,
a bordo del batiscafo Trieste.
Cameron ha raggiunto il fondo marino
a circa 37 km dal loro punto darrivo.

ScHiUMA SiNtAtticA Per lo scafo del


sommergibile lingegnere australiano Ron
Allum ha messo a punto una schiuma composta
da una sospensione di microsfere cave di vetro
in resina epossidica, in grado di resistere
allintensissima pressione della Fossa delle
Marianne. Durante la discesa lo scafo, lungo
7 metri, si accorciato di circa 5 centimetri.

1
7,3 metri

2
1 Antenne
2 Luci di posizione
3 Scafo in schiuma

sintattica

4 Pinna superiore
stabilizzante

5 Punto
di sollevamento

6 Batterie
7 Fari
6
8 Propulsori
orizzontali

9 Propulsori
verticali

10 Asta per
telecamera 3-D

11 Braccio
manipolatore

12 Zavorre dacciaio

10

11
12

lAbitAcolo La sfera dacciaio, larga 1,09 metri


e con pareti dacciaio spesse 6,35 cm, stata fatta
su misura per il fisico snello di Cameron (alto 1,88).
Allinterno: bombole dossigeno, un joystick per i
comandi, un touch screen, un obl, tre schermi video.

iLLustRAzione: niCK KALoteRAKis


MAPPA: MAggie sMith, ngM
Foto: CentRAL PRess/gettY
iMAges (bAtisCAFo); Ron ALLuM
DeePseA sYsteMs e uniVeRsitY
oF sYDneY (sChiuMA sintAttiCA)

e poi fermarsi. Sono arrivato. La discesa durata


due ore e mezza. La nube di sedimenti pi fne che
io abbia mai visto si solleva in fli sottilissimi, come fumo di sigaretta. Poi una voce mi raggiunge
da 11 chilometri pi in alto: DEEPSEA CHALLENGER, qui superfcie. Verifca della comunicazione. La voce debole ma stranamente nitida.
Avevamo calcolato che qui in fondo le comunicazioni vocali non sarebbero state possibili.
Guardo lindicatore di profondit e accendo
il microfono. Superfcie, qui DEEPSEA CHALLENGER. Sono sul fondo. La profondit di
35.756 piedi... i sistemi di supporto funzionano
bene, tutto sembra a posto. Solo ora mi viene in
mente che avrei potuto preparare qualche frase
pi memorabile, tipo Un piccolo passo per un
uomo.... Almeno ho il berretto.
Passano lunghi secondi prima che il mio messaggio risalga alla velocit del suono dal termine
del mondo e la risposta mi raggiunga. RiceJames Cameron explorer-in-residence di National
Geographic. Mark Tiessen fotografo della redazione.
30

national geo graphic GIUGNO 2013

vuto. Laddetto alle comunicazioni stato in


Marina ed persino pi laconico di me. Ma immagino i sorrisi e gli applausi, lass sulla nave.
Diecimilaottocentonovantotto virgola cinque.
Anzi, diciamo 11 mila metri, ai cocktail party potr anche arrotondare. Unaltra voce mi raggiunge, totalmente inattesa. In bocca al lupo, tesoro:
mia moglie Suzy mi trasmette il suo amore nel
luogo pi remoto della Terra. stata al mio fanco
per tutta la spedizione, nascondendo i suoi timori
e sostenendomi al 100 per cento. So che per lei
stata una prova terribile.
Al lavoro, adesso. Abbiamo programmato
una permanenza sul fondo di sole cinque ore, e
le cose da fare sono moltissime. Faccio ruotare il
sommergibile, usando le telecamere per osservare
il mondo in cui sono arrivato. Il fondo piatto
e uniforme in tutte le direzioni. Un limbo alieno. Aziono i dispositivi idraulici, apro il portello
esterno del compartimento dove alloggiata la
strumentazione scientifca e allungo il braccio
manipolatore per prelevare la prima carota di
sedimenti. Se tutto andr storto tra dieci minuti,

almeno torner in superfcie con un po di fango


per gli scienziati.
Non ho mai pensato di costruire il sommergibile solo per battere il record mondiale di profondit. Per me era importante che fosse anche una
piattaforma per la ricerca scientifca. Non avrebbe
senso esplorare la frontiera meno conosciuta del
nostro pianeta senza poter raccogliere dati e prelevare campioni.
Dopo aver depositato a bordo la carota, dedico
un istante a scattare una foto in primo piano dellorologio Rolex Deepsea, per lazienda svizzera che
stata nostra partner nella spedizione. Fissato al
braccio manipolatore, funziona anche sottoposto
a una pressione di 1.147 chili per centimetro quadrato. Nel 1960, Don Walsh e Jacques Piccard, a
bordo del gigantesco batiscafo Trieste, sono stati
le uniche altre due persone a raggiungere questa
profondit; anche loro portarono un Rolex appositamente costruito, e anchesso resse la pressione.
Ma non tutto funziona altrettanto bene.
Qualche istante dopo aver fotografato lorologio,
vedo sciami di bollicine gialle dolio che futtuain alto: Great WiGht Productions Pty ltd e earthshiP Productions, inc

Dopo il distacco dalla Mermaid Sapphire (a sinistra),


il sommergibile scende affidandosi a 180 sistemi
diversi, dalle batterie al sonar, che Cameron (sopra)
controlla sul touch screen dellabitacolo.

no allesterno del fnestrino. Il sistema idraulico


ha una perdita. In pochi minuti il braccio smette
di funzionare, e con lui la porta del compartimento scientifco. Non posso pi raccogliere
campioni ma le telecamere sono ancora in funzione, quindi continuo a esplorare.
09.10, 10.897 METRI, 0,26 METRI/SECONDO

Con brevi impulsi dei propulsori, procedo verso


nord attraverso una distesa pianeggiante in cui
la coltre di sedimenti disseminata di piccole
zone pi profonde, simili a pozzanghere. La superfcie assomiglia a neve fresca che ricopre un
immenso parcheggio. Sul fondo non ho visto neanche un essere vivente, solo di tanto in tanto mi
passano vicino anfpodi minuscoli come focchi
di neve. Tra poco dovrei raggiungere la parete
della fossa, che in realt, come rivelano le nostre
DEEPSEA CHALLENGE

31

Un pannello di LED illumina il fondo durante


unimmersione di prova presso latollo di Ulithi.
I campioni raccolti nella Fossa delle Marianne
hanno rivelato microrganismi prima sconosciuti.

mappe realizzate con il sonar multifascio, pi


un pendio leggermente inclinato. Spero di trovare aforamenti di roccia che potrebbero ospitare
organismi viventi.
Finora ho potuto guardare fuori solo attraverso le telecamere ad alta defnizione. Ma decido di tener fede alla promessa che ho fatto a
me stesso prima di immergermi: per nessuna
ragione me ne andr senza aver visto il punto
pi profondo delloceano con i miei occhi. Cos
adagio il sommergibile sul fondo, sposto tutte le
apparecchiature e mi contorco in una posizione
che mi permette di guardare direttamente fuori
dal fnestrino. Resto qualche minuto a osservare limmobilit di questo luogo alieno, cos
estraneo alla nostra esperienza. Solo una volta
prima dora occhi umani hanno potuto vedere
simili profondit. Ma Walsh e Piccard scesero 37
32

national geo graphic GIUGNO 2013

chilometri pi a ovest, in una zona di Challenger


Deep, ora chiamata Vitiaz Deep. Questo posto,
non lha mai visto nessuno.
In tutte le altre discese che ho efettuato, anche
agli 8.230 metri della Fossa della Nuova Britannia,
il fondo marino era percorso in ogni direzione
dalle tracce del passaggio di vermi, cetrioli di mare
e altri animali. Qui non c assolutamente traccia
di vita. La superfcie intatta da chiss quanto
tempo. So che non realmente sterile: quasi certo che nel campione di sedimento che ho prelevato
saranno scoperte nuove specie di microrganismi.
Ma ho la sensazione insopprimibile di essere sceso
pi in basso dei limiti della vita stessa. E insieme
provo un senso di soggezione, rendendomi conto
di quanto sia immenso il privilegio di essere qui,
testimone di un mondo primordiale.
Alcuni scienziati del nostro team ritengono che
la vita abbia avuto origine nelle oscure profondit
oceaniche, circa quattro miliardi di anni fa, alimentata dallenergia chimica generata lentamente
e costantemente dallinesorabile sprofondamento
di una placca tettonica sotto unaltra e dalla conse-

guente liberazione dei fuidi intrappolati. Questa


piana tenebrosa qui da tempo immemorabile.
Mi sento minuscolo di fronte alla vastit di tutto
ci che non sappiamo, quaggi e nelloscurit dello spazio. So bene quanto sia foca la luce che ho
portato qui per pochi minuti e quanto sia tuttora
immenso il compito di esplorare il mondo.
10.25, 10.877 METRI, 0,26 METRI/SECONDO

Ho trovato il fanco settentrionale della fossa e sto


risalendo i suoi pendii lievemente ondulati. Sono
a circa un chilometro e mezzo dal mio punto di
arrivo. Finora non c traccia di aforamenti rocciosi. Ho individuato e fotografato solo due possibili segni di vita: un piccolo ammasso gelatinoso,
pi piccolo del pugno di un bambino, poggiato
sul fondo, e una cicatrice scura lunga un metro e
mezzo, che potrebbe essere il rifugio di un verme
scavatore. Toccher agli scienziati capirci qualcosa. Due delle batterie di bordo sono quasi scariche,
la bussola funziona a tratti e il sonar si spento
del tutto. In pi, ho perso due dei tre propulsori
di dritta, cosicch il sommergibile poco reattivo
e difcile da controllare. La morsa della pressione
sta prendendo il sopravvento.
Allimprovviso sento che il sommergibile fa
uno scarto verso destra e controllo lindicatore:
anche lultimo propulsore di dritta mi ha abbandonato. Ora posso solamente girare in tondo. Sono
rimasto solo tre ore ma non ho pi motivo per
stare qui. Con riluttanza, chiamo la superfcie e
comunico che mi preparo a risalire.
10.30, pROf. 10.877 METRI, ACCELER. fINO A 3 M/S

Il meccanismo che permette di sganciare la zavorra e cominciare a risalire il sistema pi afdabile


che ci sia a bordo. Ho impiegato anni a progettarlo,
e i tecnici che lhanno costruito e collaudato hanno fatto un ottimo lavoro. Eppure, quando arriva
il momento di schiacciare il pulsante, c sempre
un po di apprensione. Se i pesi non si staccano
non torner a casa, punto. Non sto troppo tempo
a pensarci. Schiaccio.
Click. Sento il tonfo ormai familiare, mentre
i due pesi da 243 chili scorrono sui binari e precipitano verso il basso. Il sommergibile sobbalza
e sfreccia verso lalto, mentre il fondo scompare
pAginA A FiAnCO: greAT WighT prODUCTiOnS pTy LTD e eArThShip prODUCTiOnS, inC

Nota redazionale: Otto mesi dopo il termine


della missione, il team ha annunciato i risultati
scientifici preliminari. Lanalisi delle immagini
e dei campioni ottenuti nella Fossa delle
Marianne - oltre che nel corso delle altre
12 immersioni del sommergibile e delle 19
discese di moduli senza pilota - ha rivelato
una grande abbondanza di forme di vita.
Solo nei campioni di Challenger Deep sono
stati isolati 20.000 microrganismi. Tra gli
animali raccolti ci sono isopodi (sopra) e sei
specie di anfipodi simili a gamberetti, alcune
delle quali mai descritte prima (uno degli
anfipodi produce una molecola attualmente
in fase di sperimentazione clinica per il
trattamento del morbo di Alzheimer). Ulteriori
analisi dei dati potrebbero gettare luce sugli
adattamenti biologici alle alte pressioni e forse
anche sullorigine della vita.
Altra sorpresa: dal calcolo della profondit
raggiunta emerso che DEEPSEA
CHALLENGER ha sostanzialmente eguagliato
(tenendo conto del margine derrore) il record
del Trieste: 10.908 metri contro 10.912.

nelloscurit impenetrabile. La velocit superiore


a tre metri al secondo, la pi elevata mai raggiunta
dal veicolo: sar in superfcie in meno di unora
e mezza. Immagino la pressione che si allenta sul
sommergibile, come un mostruoso pitone che, incapace di schiacciarlo, lascia lentamente la presa.
Una sensazione di sollievo si impadronisce di me,
via via che le cifre dellindicatore di profondit diventano sempre pi piccole. Sto tornando al mondo della luce e dellaria, e al dolce bacio di Suzy. j
DEEPSEA CHALLENGE

33

I primi australiani
Gli aborigeni sono stati padroni del loro continente per
50 mila anni. Oggi rappresentano meno del 3 per cento
della popolazione e le loro tradizioni stanno scomparendo.
Ma nelle loro terre dorigine lantica cultura ancora viva.

Mawunmula Garawirrtja, una bambina


aborigena yolngu si lascia cullare
dallacqua di mare vicino al villaggio
di Bawaka, sulla costa della Terra di
Arnhem, nellAustralia settentrionale.
34

La foresta d da vivere a Bronwyn


Munyarryun, che ricava un giaciglio
cerimoniale da un pezzo di corteccia
morbida di un albero di melaleuca.
La donna vive nellarea della Terra
di Arnhem colpita dai monsoni.

Gli Anangu dellAustralia centrale


chiamano Uluru il monolite
di arenaria che credono sia stato
creato da esseri mitologici. Il nome,
cambiato dagli europei nel 1873 in
Ayers Rock, torn Uluru nel 1985 .

di Michael Finkel
fotografe di Amy Toensing

Un dito sulla gola e unocchiata verso il mare. il segnale. I due


uomini aferrano le lance fatte a mano con legno di eucalipto
e raggiungono la riva camminando a piedi nudi sulla terra
rossa. Poi salgono sulla piccola barca di alluminio e via sulle acque tiepide e poco profonde del
Mare degli Arafura, allestremit selvaggia del
Territorio del Nord australiano.
Terrence Gaypalwani in piedi a prua e scruta lacqua, indicando con la punta della lancia la
direzione in cui muoversi. Ha 29 anni ed a met
della carriera da cacciatore. Al motore c Peter
Yiliyarr, pi di 40 anni, un veterano della caccia.
Il litorale un intrico di radici di mangrovie; il
sole una lampada ardente. Mezzora. I due non
hanno detto una parola, neppure quando non
erano impegnati nella caccia. Gli Yolngu talvolta
comunicano solo con i gesti.
A un certo punto Gaypalwani solleva la lancia e drizza la schiena; guardo di lato e vedo una
grande ombra nellacqua. Lombra afora e incontra la lancia allaltezza della superfcie.
La tartaruga verde, colpita, si immerge di
nuovo. grande quasi come un tavolino da gioco rotondo e probabilmente pi vecchia dei due
uomini messi insieme. La punta metallica della
lancia penetrata nella corazza si stacca dal fusto
come previsto. Il fusto fnisce in mare - lo recupereranno poi - ma alla punta della lancia legata una corda che Yiliyarr srotola velocemente.
I due uomini hanno cicatrici lunghe e sottili sul
torace e sui palmi delle mani. La corda adesso
tutta in acqua, allestremit c una boa bianca grande come un pallone da basket. La boa
vola fuori dalla barca e scompare nellacqua. Il
pallone riemerge e la barca gli subito accanto.
Adesso tocca a Yiliyarr che scaglia la sua lancia
non appena la tartaruga riappare e ancora una
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national geo graphic GIUGNO 2013

volta quella fa centro. La punta si stacca e unaltra corda entra in gioco. Gaypalwani si allunga
sullacqua per riprendere la prima fune, poi lui
e il compagno iniziano a tirare le corde e presto
la tartaruga viene trascinata accanto alla barca.
I due si allungano, aferrano una zampa ciascuno, puntano i piedi e piegano la schiena allindietro. La tartaruga adesso fuori dallacqua e
scivola dentro la barca facendola sussultare con il
suo peso. I due uomini cadono allindietro.
Per visitare Matamata, un villaggio sperduto nel bush in cui vivono circa 25 persone,
ho dovuto chiedere il permesso della madre di
Gaypalwani. Phyllis Batumbil, la matriarca di
Matamata, una donna che dice sempre ci che
pensa, ha una risata cos potente da spostarti il
cappello ed capace di sguardi cos severi da
impaurire anche un cane. A Matamata ci sono
due telefoni. Batumbil ne ha uno; il resto del
villaggio condivide laltro.
Ho telefonato e mi ha risposto Batumbil. La
donna parla diversi dialetti dello Yolngu Matha,
il gruppo linguistico degli Yolngu, e un ottimo
inglese. Come molti Yolngu ha un nome inglese e un cognome aborigeno, e preferisce essere
chiamata con il secondo. Batumbil unartista:
dipinge immagini altamente simboliche di pastinache, lucertole e altri animali creando totem
su strisce di corteccia e tronchi cavi e usando un
pennello fatto con i suoi capelli.
Le ho chiesto il permesso di fermarmi a Matamata per un paio di settimane, specifcando che
avrei pagato vitto e alloggio. Permesso accordato.

Gli Yolngu mangiano quasi tutto della tartaruga marina, compresi gli organi interni e i tessuti connettivi gialli.

Potevo rendermi utile portando qualcosa? La cena per 25 persone, mi ha risposto.


Ho noleggiato un Cessna e il pilota ha sorvolato il bush con quegli alberi dritti e sottili e radi,
come un trapianto di capelli mal riuscito, fnch
abbiamo raggiunto una vasta radura rettangolare, su un lato della quale cera una manciata di case. Batumbil era seduta sotto un vecchio albero di
mango e intrecciava fbre naturali per farne una
borsa, circondata dai suoi cinque cani. Indossava
una canottiera nera e un sarong viola, portava
occhiali da lettura e aveva le unghie smaltate di
rosso. I capelli, una massa di ftti ricci neri, erano
raccolti sulla testa con un nastro giallo.

Ho scaricato dallaereo due borsoni e una dozzina di sacchi pieni di roba da mangiare. La cena
per 25 persone piuttosto ingombrante, ho spiegato. Guarda tutto questo cibo, ha detto. Riesci
a immaginare cosa signifca procurarne tanto in
un giorno usando solo una lancia? E farlo di nuovo lindomani? Mi sembra quasi impossibile, ho
risposto. Gli aborigeni, ha aggiunto lei, lo fanno
tutti i giorni da almeno 50 mila anni.
Per 49.800 di quegli anni sono stati padroni
del loro continente. Un tempo esistevano circa
Con questo reportage, Michael Finkel ha imparato
ad apprezzare il sapore della tartaruga marina. Amy
Toensing ha trascorso oltre 3 anni con gli aborigeni .
ab origeni

41

Negli anni Settanta gli aborigeni iniziarono ad abbandonare gli insediamenti per tornare nei territori
dorigine. Nacquero comunit pi sane con incidenza minore di obesit, diabete e problemi legati allalcol.
Oggi il 21 % della popolazione indigena dellAustralia (670.000 persone) vive in regioni remote.

ASIA

PAPUA
NUOVA GUINEA

Ma r e d e g l i A r a f u r a

OCEANO
PACIFICO

I. Elcho

OCEANO
INDIANO AUSTRALIA

TERRA
DI ARNHEM

TERRITORIO
DEL NORD

Ma r d e i C o r a l l i

QUEENSLAND

A
E
OC

O
AN

AUSTRALIA
OCCIDENTALE

O
AN
DI
IN
Terra di propriet
aborigena*
* SONO INCLUSI I TERRITORI FEDERALI
IN ESCLUSIVO POSSESSO DEI NATIVI
E QUELLI RICONOSCIUTI DA ALCUNI
STATI AL 2012. I DATI PI RECENTI
RELATIVI AGLI ALTRI STATI RISALGONO
AL 1997.

Uluru
(Ayers Rock)

Gran Deserto Victoria

AUSTRALIA
MERIDIONALE
NUOVO
GALLES
DEL SUD

Popolazione delle comunit


aborigene
500 o meno
501-2.000

VICTORIA

2.001-5.000
5.001-50.000

250 lingue aborigene diverse, centinaia di dialetti


e un numero ancora maggiore di clan e sottogruppi. Ma fra le trib c una profonda comunanza spirituale e culturale. Non considerano
il termine aborigeno ofensivo e lo usano anche
loro. Per migliaia di anni hanno vissuto come
cacciatori-raccoglitori divisi in piccoli gruppi
nomadi che si spostavano secondo i loro ritmi
nelle grandi distese australiane. Poi, il 29 aprile
1779 lesploratore britannico James Cook approd con lEndeavour sulla costa sud-orientale. Nei
due secoli successivi andato in scena lorrendo
spettacolo dellannientamento di una cultura:
massacri, malattie, alcolismo, integrazione forzata, poi la resa.

0 km

400

TASMANIA

Oggi in Australia vivono pi di 500 mila aborigeni, meno del 3 per cento della popolazione totale. Pochi hanno imparato a eseguire una danza
tradizionale o a cacciare con la lancia. Secondo
molti antropologi, gli aborigeni praticano la pi
antica religione del mondo e anche le pi antiche
forme darte, la dot art o pittura a tratteggio o a
puntini. La loro societ tra le pi durature che
il pianeta abbia mai conosciuto. Ma lo stile di vita
tradizionale degli aborigeni quasi scomparso.
Quasi. Sopravvive ancora in alcuni luoghi.
Il pi importante la Terra di Arnhem, dove si
trovano Matamata e qualche altra decina di comunit collegate tra loro da strade accidentate e
sterrate percorribili solo durante la stagione secca.

JEROME N. COOKSON, NGM; SHELLEY SPERRY. FONTI: JON ALTMAN E FRANCIS MARKHAM, AUSTRALIAN NATIONAL UNIVERSITY;
AUSTRALIAN DEPARTMENT OF COMMUNICATIONS, INFORMATION TECHNOLOGY AND THE ARTS

La Terra di Arnhem non completamente


isolata dal mondo moderno. Ci sono i telefoni
satellitari, lenergia solare, le barche dalluminio e i televisori a schermo piatto con tanto di
lettori Dvd. Ma piuttosto impenetrabile, ed
piena di rovi, serpenti, insetti e coccodrilli marini. Quando la nuova generazione preferir il
supermercato alla lancia, allora sar veramente
la fne. Mi chiedevo quali fossero le possibilit di sopravvivenza di questa cultura, cos ho
chiamato Batumbil.
La donna ha guardato i miei sacchi di cibarie
da supermercato e mi ha chiesto se avessi veramente intenzione di condividerle con loro. Qualche secondo dopo la gente si raccolta intorno
al cibo. Avevo portato bistecche, ortaggi, ravioli
in scatola e casse di succhi di frutta. Matamata
sostanzialmente una famiglia allargata, composta
da fgli, nipoti e fratelli di Batumbil. In un baleno
la roba sparita, compresi gli snack che avevo
comprato per me. Le buste verdi vuote volteggiavano nellaria sospinte dalla brezza.
Il mio sguardo doveva essere eloquente: Batumbil mi ha chiesto se avessi fame. Ho ammesso
di s. Vai con i ragazzi a prendere una tartaruga,
ha ordinato.
Ecco come si prepara una tartaruga marina.
Prima di tutto scavate una buca molto grande
per il fuoco. Raccogliete la legna e accendetela.
Mettete sul fuoco alcune pietre grandi come un
pugno poi prendete la tartaruga, riempite i fori lasciati nella corazza dalla punta della lancia
con rametti spezzati - impediranno al sangue di
uscire durante la cottura - e decapitatela con unascia. Conservate la testa; la guancia di tartaruga
deliziosa. Tirate fuori il lungo intestino bianco
che somiglia a una manichetta antincendio. Sar
pulito, bollito e mangiato a parte.
Usando due bastoncini come pinze togliete dal
fuoco le pietre e inflatele nellapertura del collo in questo modo la carne si cuoce anche dallinterno - poi completate la farcitura con foglie appena
colte. Facendovi aiutare da qualcuno sollevate la
tartaruga, disponetela sul fuoco capovolta e copritela con pezzi di carbone. Cuocetela per una
decina di minuti, poi toglietela dal fuoco.

Ganyin tira fuori un


verme bianco lungo 30
centimetri. Mangialo,
dice. Obbedisco.
Non male, sa di calamari
un po salati.

Lasciatela capovolta e usate il vostro coltello


per tagliare il piastrone. Tagliate grandi pezzi di
carne color avorio e strisce di grasso verde chiaro.
Distribuite le porzioni a tutti, date le zampe ai
cani. Banchettate.
A Matamata il tramonto il momento dei
moscerini che pungono. Appartengono alla specie
Culicoides ornatus. Da ogni veranda provengono
rumori di schiaf e manate a ritmo continuato.
A Matamata ci sono 5 case fornite dal governo,
rivestite allesterno di lamiere ondulate per bloccare le termiti e suddivise in tre semplici stanze.
I pasti vengono cucinati sul fuoco allesterno,
anche se in ogni casa c un lavello con lacqua
corrente e un frigorifero. Per gli Yolngu tutto
una tela su cui dipingere: i massi, gli alberi, le pareti delle camere da letto, le facciate delle case sono decorati con fgure umane e animali disegnate
con intricati tratteggi o nello stile dei petroglif.
Tra le case ci sono boschetti di alberi di mango,
anacardi e banani. Per fare uno spuntino basta
allungare la mano verso un ramo. Anche in un
villaggio cos piccolo - per attraversarlo a piedi
senza fretta si impiegano circa tre minuti - ci sono
vari quartieri: la zona degli scapoli, quella delle
famiglie con bambini e allestremit pi distante
dal mare il complesso di Batumbil.
La donna divide la camera con la zia materna ultranovantenne, mentre le altre stanze sono
occupate rispettivamente da un fglio maschio e
ab origeni

43

Nellie Gupumbu (a sinistra) e Lisa


Garraynjarranga vivono con la nonna
Lily Gurambara vicino al Mare degli
Arafura. La lontananza non coincide
con lisolamento: le manifestazioni delle
comunit si organizzano al telefono.

Al festival Garma, a Gulkula, alcune donne massaggiano


una turista con oli ed erbe. Levento attira ogni anno turisti
desiderosi di partecipare ai rituali aborigeni.

da un nipote, che ha un bambino piccolo. Cinque generazioni in ununica casa. Sul letto di Batumbil c una morbida coperta con il ritratto di
Elvis Presley. Batumbil adora Elvis. In genere a
Matamata vanno tutti daccordo, ma si tratta pur
sempre di una famiglia. Ogni volta che Batumbil
menziona qualcuno aggiunge al nome laggettivo
pigro. Una volta due nipoti di Batumbil hanno
litigato cos tanto da ferirsi a coltellate.
Le ore pi afose del giorno trascorrono languidamente: si sbrigano le faccende domestiche
- costruire le lance, fare il bucato - oppure si va
a pesca con la lancia se la marea lo permette. Gli
uomini catturano anche pastinache, ricciole del
Pacifco e un mammifero marino grande come
un tricheco, il dugongo. La creativit di Batumbil
46

national geo graphic GIUGNO 2013

si risveglia solo verso lora dei moscerini; spesso


dipinge o lavora ai ferri fno a notte e va a letto
molto tardi. La testa non funziona al mattino,
spiega. Batumbil nata nel 1956 in una comunit
fondata da missionari metodisti sullisola di Elcho, poco distante dalla costa settentrionale della
Terra di Arnhem. Suo padre aveva otto mogli.
Subito dopo la sua nascita, come vuole lusanza
yolngu, la piccola stata promessa a un uomo che
poi ha sposato a 15 anni. Il marito aveva ventanni
di pi. morto nel 2000.
Nel 1976 lapprovazione dellAboriginal Land
Rights Act per il Territorio del Nord ha sancito
la restituzione della Terra di Arnhem, unarea
di oltre 90 mila chilometri quadrati, ai suoi
proprietari originali. Allepoca alcune comu-

nit di aborigeni erano falcidiate dallalcolismo


e dalle malattie. Lo sono ancora oggi. Un tratto
caratteristico dello stile di vita dei cacciatoriraccoglitori il consumo del cibo, che viene
suddiviso e divorato subito dopo essere stato
procurato. Unabitudine sensata, visto che nel
bush il cibo si deteriora rapidamente.
La maggior parte delle persone nel mondo ha
avuto 10 mila anni per adattarsi gradualmente
ai ritmi di una societ agricola sedentaria, in
cui la sopravvivenza legata a fattori quali la
pazienza, la capacit di programmazione e la
conservazione. Agli aborigeni stato chiesto,
assurdamente, di cambiare vita quasi da un
giorno allaltro. Il consumo sregolato sommato alla disponibilit illimitata di prodotti come
lalcol si sono tradotti in un disastro. Lo stesso
accaduto con gli zuccheri rafnati; lobesit e
il diabete sono molto difusi tra gli aborigeni.
Anche il tabacco. Linalazione della benzina
ormai un problema cos grave che in alcune aree
in cui vivono gli aborigeni si vende solo un tipo
speciale di combustibile poco aromatico chiamato Opal che non d assuefazione.
Nel paese di poche centinaia di abitanti sullisola di Elcho dove Batumbil e il marito hanno
vissuto - lui era un pittore, lei faceva la sarta
- era difcile non cadere nel tunnel dellalcol
e della violenza. Non era un buon posto dove
mettere su famiglia. Batumbil e il marito sono
giunti alla conclusione che lunico modo per
essere felici fosse vivere dei prodotti della terra
in un luogo tranquillo e isolato. Cos si sono
trasferiti nel bush. Abbiamo deciso di tornare
a casa, mi ha spiegato. Secondo gli operatori
sanitari locali che ho incontrato, la sua stata
una scelta saggia. Probabilmente le ha salvato
la vita. Rispetto agli aborigeni che risiedono in
citt, quelli che vivono nei territori remoti mangiano cibo pi sano, sono pi longevi e sono
meno esposti alla violenza.
Il centro urbano pi grande del Territorio del
Nord Darwin. L un fratello di Batumbil stato
pugnalato a morte durante una rissa a gennaio
del 2012. Il suo corpo stato portato a Matamata. Dopo il trasferimento nel bush, Batumbil ha
avuto due fgli (il maggiore Gaypalwani) e una

I coccodrilli marini
possono raggiungere 6
metri di lunghezza. Nelle
due settimane in cui sono
rimasto nel bush hanno
mangiato due bambini.

fglia, che ha avuto tre fgli maschi e poi morta per una malattia cardiaca. I tre ragazzi, il pi
grande dei quali poco pi che ventenne, vivono
tutti a Matamata. Nel villaggio non si va a scuola
in modo continuativo. Linsegnante Batumbil,
che ha studiato per diventare maestra in un college di Darwin. Durante il mio soggiorno, per,
non ci sono state lezioni n mi mai capitato di
vedere un libro. La scuola del bush, invece, funziona in modo perfetto. Gaypalwani e sua moglie
hanno due gemelli di nove anni. I bambini giocano con le loro mini-lance e qualche volta accompagnano il padre in barca, osservandolo mentre
pesca. Ogni giorno provano i complicati passi
della danza yolngu mentre i genitori tengono il
ritmo battendo le mani. I matrimoni combinati
e la poligamia, sostiene Batumbil, non si usano
pi. Oggi per trovare una compagna si segue un
sistema pi moderno. Te ne vai in giro come una
formica fn quando non sei soddisfatto. A quel
punto costruisci il tuo formicaio.
A Matamata lalcol proibito. una regola imposta anzitutto da Batumbil, ma anche una norma di
legge. La Northern Territory Emergency Response del 2007 stata presentata come la risposta al
presunto aumento dei casi di abusi su minori nelle
comunit aborigene. In seguito a questa iniziativa
controversa e accusata di razzismo, nelle aree abitate dagli aborigeni sono stati inviati pi poliziotti
e sono state imposte, tra laltro, leggi severe sul con(Continua a pag. 54)
sumo di alcolici.
ab origeni

47

Alcuni uomini di Maningrida


decorano la cassa di legno in cui
seppelliranno il teschio di un antenato,
che era in un museo ed stato
restituito di recente alla comunit .

Con famme dipinte sul petto e sulle


braccia, Bronwyn Jimmy (a sinistra) e
Tinpulya Mervin di Watarru eseguono
una danza del fuoco nel Gran Deserto
Victoria. Gli aborigeni appiccano
incendi per bruciare il sottobosco.

Gli aborigeni vedono le querce


del deserto e immaginano lacqua
potabile che vi scorre dentro. Vedono
la luna piena sul parco nazionale
Uluru-Kata Tjiuta e ne sfruttano
la luce per una cerimonia notturna.

Gli aborigeni con cui


(Segue da pag. 47)
ne ho parlato hanno ammesso con riluttanza
che il provvedimento ha risolto in parte alcuni
problemi, anche se molti australiani vi si sono
opposti con veemenza sostenendo che le nuove
regole rappresentavano una palese violazione
delle libert personali.
In unarea poco pattugliata come Matamata sarebbe facile ignorare la legge, ma Batumbil per
la tolleranza zero nei confronti dellalcol e io non
ne ho visto neppure una goccia. Come molti altri
adulti, per, anche lei fuma come una ciminiera.
Usa una lunga pipa di legno ricavata da un ramo
scavato - al villaggio le pipe le costruisce Djutu,
un cugino di Batumbil - e tabacco Log Cabin acquistato in un negozio. Due prodotti del mondo
esterno infuenzano in modo determinante la qualit della vita a Matamata: il tabacco e la benzina.
Senza combustibile non si possono usare le barche
a motore, non si possono catturare le tartarughe e
si sofre la fame. Quando non c tabacco ancora
peggio. Mentre ero l ho visto con i miei occhi la
reazione di Batumbil alla fne delle scorte: ha spaccato la sua pipa preferita, ha raschiato la resina incrostata allinterno e lha fumata con unaltra pipa.
I soldi per comprare il tabacco, la benzina e altri prodotti essenziali arrivano da diverse fonti.
Gli Yolngu vengono di tanto in tanto impiegati
per svolgere lavori manuali; nel periodo in cui mi
trovavo l un gruppo di uomini stato chiamato
per issare una cisterna dacqua sopra una torre. Per
lavori di questo tipo ricevono dallo Stato una paga
che arriva al massimo allequivalente di 214 euro
alla settimana. Molti non lavorano ma guadagnano qualcosa comunque, avendo diritto come tutti
gli australiani al sussidio statale per i cittadini con
reddito basso. Altre comunit aborigene ricavano
grandi proftti dai diritti di sfruttamento concessi
alle aziende minerarie. Nella Terra di Arnhem ci
sono importanti giacimenti di bauxite, la principale fonte per la produzione di alluminio. Nonostante le oferte vantaggiose Batumbil non ha
mai voluto che le societ minerarie toccassero la
sua terra. Dovranno spararmi e passare sul mio
cadavere prima di scavare qui, dice.
I dipinti su corteccia che Batumbil esegue con
pigmenti artigianali ricavati dallargilla bianca ven54

national geo graphic GIUGNO 2013

gono venduti allequivalente di 1.150 euro luno; le


sue borse di corda decorate con piume duccello
ne costano circa 380. La donna sogna di avere una
connessione internet satellitare in modo da aprire
un sito web e vendere on line i suoi lavori, evitando
le commissioni alla galleria darte. Qualcuno degli
uomini guadagna denaro con la compravendita di
una sostanza in polvere marrone chiaro, la kava,
che si estrae dalla radice di una pianta e, sciolta
nellacqua, produce una bevanda non alcolica ma
sedativa, usata per rilassarsi la sera.
A Matamata c unautomobile, una Land
Cruiser bianca arrugginita su cui tutti vogliono fare un giro, probabilmente perch contiene
lunico condizionatore daria del villaggio. Qui
la temperatura pu arrivare a 38 C quasi tutti
i mesi dellanno. Pi volte al giorno un bel po
di persone si accalcano dentro lauto per raggiungere la costa, distante solo poche centinaia
di metri, e controllare se il livello della marea
quello giusto per la pesca della tartaruga. Per
raggiungere il negozio pi vicino e decentemente fornito, che si trova nella citt mineraria di
Nhulunbuy, si guida per quattro ore e ad alta
velocit su strade strette e sabbiose.
A Matamata ci sono due stagioni: quella delle
piogge, che solitamente va da dicembre a marzo, e
quella secca, che caratterizza tutto il resto dellanno. Quando piove le strade si allagano, ma si pu
sempre prendere una barca da qualche parte sulla
costa e con mezza giornata di viaggio si arriva in
citt. Una volta la settimana atterra laereo che
porta qui un operatore sanitario. Quando riparte
diretto alle altre comunit aborigene capita spesso
che un paio di persone occupino i posti vuoti pagando una somma modesta per andare a trovare
amici e parenti. Agli Yolngu piace muoversi; a
Matamata la popolazione varia ogni giorno. Un
nipote di Batumbil salito sullaereo portandosi
dietro il suo cucciolo e un televisore, spiegando:
Cos sto seduto e mi rilasso, ma non ha minimamente pensato di mettersi le scarpe.
Batumbil non sopporta i moscerini, come
chiunque del resto, e non si fa scrupoli a ucciderli. Eppure crede di avere un rapporto con loro. Li
chiama nonnine. Volevo fare un sonnellino,

mi ha detto una volta, ma cerano tutte le mie


nonnine. Scherzava, sorrideva dicendolo, ma
nelle sue parole cera un fondo di seriet. I moscerini la tormentano vero, ma sono parte della sua
terra e dunque hanno anche loro un signifcato,
unanima e uno scopo. Quel giorno, per esempio,
il loro obiettivo era impedirle di dormire per farle
capire che la vita non facile.
Secondo la mitologia aborigena, una volta la
superfcie della Terra era una distesa indiferenziata di fango o argilla. Poi dalle profondit
del suolo e dal cielo emersero delle creature
ancestrali che assunsero la forma di animali,
piante o esseri umani e spostandosi da un luogo
allaltro compirono grandi gesti di creazione,
modellando il fango in fumi, colline, isole, caverne. Tutto ci avvenne in unepoca chiamata
Dreamtime (il tempo del sogno). Il percorso
intrapreso da ciascuna creatura, il paesaggio a
cui diede forma prima di rintanarsi di nuovo
sotto terra, rappresenta un Canto. Le creature
ancestrali diedero origine anche tutti gli esseri
viventi, inclusi gli uomini. E donarono la lingua, la conoscenza, i rituali e la fede. Ogni aborigeno ha un suo Dreaming, lantenato da cui
discende, sia esso un serpente, una tartaruga o
una pianta di igname. Uno dei Dreaming della
famiglia di Batumbil il dingo, e questo spiega
perch le piaccia essere circondata dai cani.
fondamentale, spiega Batumbil, conoscere il
Canto del proprio Dreaming in modo da seguire
la sua stessa via, parlare la sua lingua, conoscere
la sua musica.
Questa spiritualit totalizzante non viene
espressa in modo plateale. La gente a Matamata
non se ne va in giro pregando o cantando. Anzi,
sembra proprio che la vita quotidiana non preveda rituali di tipo religioso, anche se non mancano le superstizioni. Si crede, per esempio, che
camminare da soli ci renda vulnerabili alla stregoneria. Di conseguenza a Matamata normale
farsi accompagnare persino per andare in bagno
(i bagni sono costruzioni a parte). Nel cimitero di
Matamata, dove le tombe sono sommerse di fori
di plastica, lunico simbolo religioso una croce
con le parole I Am the Way (Io sono la via),
retaggio dei missionari metodisti che arrivarono

I danzatori sembrano
trasformarsi, si
contorcono, allungano
il collo, si muovono come
fossero ununica creatura
con tante gambe.

nella Terra di Arnhem allinizio del Novecento.


Le credenze aborigene sono visibili in tutta la loro
forza in due occasioni: le cerimonie diniziazione
dei bambini e i funerali.
Alcuni abitanti di Matamata mi hanno invitato a partecipare al funerale di un anziano
Yolngu molto rispettato, su una spiaggia vicino
alla cittadina di Yirrkala. Dopo essersi coperti
il corpo e il viso di argilla bianca, gli uomini
cominciano a camminare sulla sabbia con le
lance cerimoniali per poi fermarsi davanti a una
tenda di tela, montata per loccasione, dentro
la quale giace il corpo. I pi anziani provvedono alla musica con il battito ritmico delle
bacchette, le voci cantilenanti e il tono basso e
continuo del didgeridoo. Poi, come le creature
ancestrali del Dreamtime, i danzatori sembrano
trasformarsi davanti ai miei occhi, si contorcono, allungano il collo, battono i piedi e agitano
le lance. Simili a ununica creatura con tante
gambe, si muovono tutti insieme tra nugoli di
sabbia e rivoli di sudore. Le danze, che imitano i
movimenti di un animale o un evento naturale,
sono brevi e intense. C la danza del gabbiano
bianco, quella del polpo, del vento del nord, del
cacatua. Alcune sono eseguite solo dalle donne.
Il funerale si protrae per dieci giorni afnch
lanima parta per il suo viaggio con il commiato
pi grandioso possibile. Ho chiesto a un paio di
persone di descrivermi laldil: Non sappiamo
cosa succede dopo la morte, hanno risposto.
ab origeni

55

Il fuoco uno strumento, un dono e un possibile pericolo che


i bambini anangu di Watarru, territorio aborigeno in cui le antiche
tradizioni sono ancora vive, imparano a conoscere sin da piccoli.

Gli Yolngu, mi spiega Batumbil, sono il popolo


del fuoco. Quando si spostano nel loro territorio
appiccano spesso degli incendi. E permettono ai
bambini, anche ai pi piccoli, di farlo. una pratica che serve per eliminare gli alberi caduti e lerba
alta, in modo da muoversi pi facilmente nel bush
e favorire il rinnovamento della vegetazione.
Guardate i loro occhi quando si accende un
fuoco: c qualcosa di pi profondo dellattenzione per la foresta. Avvicinate una famma alla punta di una foglia di palma. Siamo in piena stagione
secca, la foglia esplode. In pochi minuti tutto lalbero prende fuoco, sembra un grande braciere,
poi le famme si spostano sullalbero vicino e si
spargono sul terreno. Laria diventa arancione, il
calore sembra labbraccio sofocante di un orso,
56

national geo graphic GIUGNO 2013

il bush si riempie di fumo e scricchiolii mentre


le famme si dirigono in fretta l dove le spinge
il vento, se vi trovate sulla loro strada scappate!
Niente pu fermarlo adesso, il fuoco far ci
che vuole. Ritornate a piedi a Matamata e al mattino scrutate lorizzonte. C una nube di fumo
bassa l dove il fuoco sta ancora bruciando.
Uno Yolngu impiega dai 30 ai 40 anni per assimilare tutta la cultura aborigena, per diventare
unenciclopedia vivente, come dice Batumbil.
La donna teme che presto non ci saranno pi enciclopedie yolngu; molte comunit aborigene in
tutta lAustralia hanno gi seppellito lultima. La
caccia con il boomerang praticata per 10 mila anni da alcune trib - mai per dagli Yolngu - non

esiste quasi pi. Sono preoccupata per i giovani,


dice Batumbil. Quando conosco Marvin Ganyin
mi convinco che le sue preoccupazioni sono eccessive. Ganyin ha 23 anni; vive con la moglie
nella camera accanto a quella di Batumbil. Sua
madre era la fglia di Batumbil, quella che morta.
Anche suo padre morto. Ha un fglio di 2 anni.
Allinizio Ganyin mi lascia un po perplesso.
La prima cosa che mi fa vedere il video, caricato
sul cellulare, di una rissa in cui era stato coinvolto durante una gita allisola di Elcho. Le sue pi
grandi passioni, mi spiega, sono i combattimenti
e il football australiano. Mi mostra le cicatrici sulle
nocche che si procurato facendo a pugni. Sostiene
di non capire a cosa servano i libri. Leggere? Che
te ne fai di un libro quando hai fame? Lo mangi?.
Poi, un giorno in cui alcuni degli uomini pi
anziani devono andare in citt a fare rifornimento
di benzina, Ganyin mi d un colpetto sulla spalla,
mi passa una lancia e mi fa cenno di seguirlo. Ci
inoltriamo nel bush, dappertutto si vedono formicai grandi come tumuli funerari. Ganyin si ferma
sotto un albero e lo scuote, facendo cadere un po
di mele selvatiche di un bel rosso acceso con la
buccia corrugata come un peperoncino. Mangiale, cos puoi camminare a lungo, mi dice.
Qualsiasi creatura del bush australiano, a
quanto pare, vuole avvelenarti. Ci sono serpenti
bruni reali, rospi delle canne, ragni vedova e taipan. Anche fare il bagno in mare pericoloso,
pieno com di cubomeduse, pastinache a pois,
polpi dagli anelli blu e decine di specie di squali.
E non mancano i coccodrilli marini, che possono raggiungere i 6 metri di lunghezza. Nelle due
settimane in cui sono rimasto nel bush i coccodrilli hanno sbranato una bambina di 7 anni e
un bambino di 9. Ho espresso il mio dispiacere a
Batumbil, ma lei rimasta impassibile.
Sono cose che succedono.
Io e Ganyin raggiungiamo una collina. un
luogo sacro, aferma. Qui crescono gli alberi per
i didgeridoo. Il giovane colpisce leggermente il
tronco di un eucalipto. cavo. Gli Yolngu sostengono che il didgeridoo sia stato inventato
nella Terra di Arnhem, loro lo chiamano yidaki.
Ganyin un suonatore esperto, il migliore che mi
sia capitato di sentire a Matamata.

Uscendo dal bush ci troviamo davanti un tratto di spiaggia incontaminata. Sulla sabbia non
c neanche unimpronta. Proseguiamo fno a
una piccola gettata naturale di rocce nere piene
di ostriche. Ganyin ne apre alcune e le mangiamo
dalla conchiglia. Poi Ganyin scaglia la sua lancia
e inflza un granchio enorme. Ci arrampichiamo
verso la foresta di mangrovie. Ganyin spezza una
radice, afonda un dito nel morbido legno marrone e tira fuori un vermone bianco, lungo 30 centimetri. Lo solleva, lo schiaccia per far uscire una
sostanza molle marrone e me lo ofre. Mangialo, mi dice con una luce negli occhi. Obbedisco.
Non male, sa di calamari un po salati.
Andiamo via prima che ci sentano i dingo,
dice. Cos torniamo indietro. Sulla via del ritorno mi mostra un fore, spiegandomi che la sua
foritura indica linizio della stagione della caccia alle pastinache. I suoi eroi, mi racconta, sono
Bruce Lee e Muhammad Ali. Ribadisce che non
potrebbe mai vivere in una citt. Troppo noioso.
Si mangia male. Secondo lui non c niente di
meglio al mondo che procurarsi il cibo con le proprie mani. Anche quando avr i capelli bianchi,
sar sempre un cacciatore. Sta gi insegnando
al fglio a cacciare. Insiste che imparer tutte le
usanze yolngu, diventer unenciclopedia. E al suo
funerale la gente danzer per 10 giorni.
Arrivati a Matamata cuciniamo il granchio
sul fuoco e prepariamo il t. Il tramonto tinge
di rosa il cielo; scacciamo i moscerini. Ganyin
si toglie le schegge e i frammenti di conchiglia
che gli sono rimasti attaccati alle piante dei piedi
aiutandosi con la punta di un paio di forbici. La
Land Cruiser rientra con il suo carico di taniche
di metallo piene di benzina. Domani andremo al
mare a catturare altre tartarughe. Ganyin prende
il suo didgeridoo. decorato solo con delle strisce
di nastro adesivo colorato.
Prende una sedia di plastica, la gira su un lato e ci si siede davanti con le gambe incrociate.
Appoggia lestremit dello strumento alla sedia,
chiude gli occhi e gonfa le guance. Il suono si
difonde nellaria, modulato dal riverbero creato
dalla sedia di plastica. Cammino per Matamata, in cielo si accendono le stelle e la musica di
Ganyin riempie la notte. j
ab origeni

57

LA NUOVA ERA

DELLESPLORAZIONE

Troppa
genTe

sulleveresT

C qualcosa
che non va sul
tetto del mondo.
Come limitare
i danni?

Una lunga fila sullHillary Step il 19 maggio


2012. Qualcuno ha aspettato al freddo
per ben due ore per superare questo sperone
di 12 metri appena sotto la cima. Nonostante
tutto, quel giorno sono arrivate in vetta 234
persone. Quattro alpinisti hanno perso la vita.
subin thakuri, utmost adventure trekking

59

Una lunga coda di alpinisti avanza lentamente


sulla parete ovest del Lhotse per raggiungere
il Campo 4, lultima fermata prima della
vetta. Negli ultimi ventanni lelasticit
delle leggi e il boom delle guide a pagamento
hanno reso lEverest molto pi accessibile,
sia agli esperti, sia ai principianti.
andy bardon

di Mark Jenkins

Incontriamo il primo cadavere a unora di


scalata dal Campo 4 della Cresta Sud-Est
dellEverest. Io e Panuru Sherpa lo scorgiamo riverso su un
fanco, come se dormisse sulla neve, con la testa coperta a met dal
cappuccio del piumino. Piccole piume futtuano nellaria dai buchi nei
pantaloni imbottiti. Dieci minuti dopo passiamo accanto al corpo di una
donna, il busto avvolto in una bandiera canadese tenuta ferma da una bombola.
Io e Panuru ci arrampichiamo faticosamente
sulle corde gi fssate al ripido pendio; siamo
incastonati in mezzo a una sflza di alpinisti che
non conosciamo. Ieri al Campo 3 ce nera solo
un gruppetto. Ma al nostro risveglio stamattina
siamo rimasti a fssare a bocca aperta una fla
interminabile di scalatori che passava accanto
alle nostre tende.
Adesso siamo bloccati in coda a 8.230 metri
di quota, costretti a procedere alla stessa velocit degli altri, a prescindere dalle abilit individuali. Nel buio vorticoso che precedeva la
mezzanotte, ho alzato lo sguardo verso una scia
di luce che si innalzava verso il cielo nero: le
lampade frontali degli scalatori. Sopra di me
La nuova era deLLespLorazione una serie di
articoli che celebra i 125 anni di National Geographic.

Nella primavera del 2012 la National Geographic Society


ha collaborato con The North Face, Mayo Clinic e la
Montana State University per finanziare una spedizione
sullEverest a 50 anni dalla prima ascesa americana.

62

national geo graphic GIUGNO 2013

cerano pi di 100 persone che si muovevano


lentamente. In un tratto roccioso, ho visto almeno 20 alpinisti attaccati a ununica corda
logora, fissata a un solo chiodo piantato nel
ghiaccio e gi pericolosamente piegato. Se fosse
saltato fuori, la corda o il moschettone avrebbero ceduto allistante e gli alpinisti sarebbero
piombati verso la morte.
Io e Panuru, il capo sherpa del nostro gruppo,
ci stacchiamo dalla fla e deviamo verso il ghiaccio aperto, proseguendo per conto nostro: per
gli alpinisti esperti pi sicuro cos. Venti minuti dopo ci troviamo di fronte un altro cadavere. Ancora legato alle corde, luomo seduto
sulla neve, rigido come pietra, il volto nero e gli
occhi spalancati. Trascorse alcune ore, prima
di raggiungere lHillary Step, il muro di roccia
di 12 metri che rappresenta lultimo ostacolo
prima della vetta, ne vediamo un altro: il volto
ispido e grigio, la bocca spalancata in un gemito
(Continua a pag. 68)
di soferenza.

Hilaree ONeill, componente della nostra


squadra, attraversa un ponte costruito con
scale dalluminio legate fra loro per superare
un crepaccio sulla cascata Khumbu. Considerata
una delle zone pi rischiose e imprevedibili
dellEverest, la cascata un labirinto di blocchi
di ghiaccio mobili e frastagliati.
andy bardon

VETTA DELLEVEREST
le vie alpinistiche standard

8.850 m

Colle Sud /Cresta Sud-Est


(Nepal)

HILLARY STEP
8.771 m

Colle Nord/Cresta Nord-Est


(Cina)

LHOTSE

Decesso componente di spedizioni


Decesso personale locale

st

Su

ZONA DELLA
MORTE

d-

CAMPO 4

Es

8.00 0 m

Parete
nord

8.516 m

7.906 m

Colle
Sud

Parete del
Lhotse

Parete
Sud-Ovest

Ov

a
st

st

est

Cr

Colle
Nord

or

t
es

r
No

E
d-

re

Code sopra
il Colle Sud

ta

CAMPO 3
7.158 m

Cr

es

Code
7.000 m

NA
NE (TI
PA BE
T
L

NUPTSE
7.861 m

CI

Decessi su
altri percorsi
dal 1921

Fianco
Ovest

Lho La

CAMPO 2
6.474 m

CAMPO 1
6.035 m

Ghiacciaio
Khumbu

caUse di MOrte
Su tutte le vie, dai primi incidenti mortali documentati nel 1921

CAMPO BASE
5.270 m

Altro
Affaticamento Mal di
Crepaccio/ Ipotermia/
18
altitudine crollo del congelamento 23
17
ghiaccio
25
Componenti
6
spedizioni
157
Personale locale
83

Valanga
18

7
18

15

12
30

Morti sotto il Campo Base


o in localit sconosciuta
ASCESE E DECESSI DOCUMENTATI AL 21 MARZO 2013
LA SCALA DI QUESTA RAPPRESENTAZIONE PROSPETTICA NON COSTANTE.
LA vIA STANDARD COLLE SUD-CRESTA SUD-EST LUNGA CIRCA 14,5 kM

Caduta
50

C
NE INA
PA
L
0 km 100

M. Everest

Kathmandu

LINVASIONE
DELLEVEREST
Oggi pi della met degli scalatori raggiunge la vetta
malgrado i rischi causati dal sovraffollamento.

UNA MONTAGNA PI FACILE

Dal 1990 a oggi la percentuale di riuscita delle


spedizioni pi che triplicata grazie ad attrezzature 2012
migliori e a un maggior numero di guide.
547
56%
2000
1990
145
72 ascese in vetta
18% tasso di successo 24%

1.000

Scalatori oltre
il Campo Base (19.121)
Ascese
in vetta (6.206)
0
1953

1960

1970

1980

1990

2000

INGORGHI CONTINUI

19 maggio 2012
234 persone
in vetta

Laccuratezza delle previsioni


meteo porta le spedizioni a
concentrarsi negli stessi giorni.

2012
2000
1990
13 aprile

200

100

1 maggio

1 giugno

Ascese per via


Colle Sud (Nepal)
Colle Nord (Cina)
Altra via

MENO VIE ALPINISTICHE

Gran parte delle ascese guidate


viene effettuata su due sole vie:
una in Nepal, laltra in Cina.

12 20 40

2012

5 55

1990

85

138

409

2000

2012

TASSO DI MORTALIT INVARIATO

Malgrado il recente boom nel numero


di alpinisti, il tasso di mortalit non
aumentato rispetto al passato.
2012

Nessuno scalatore
oltre il Campo Base

10%

10 morti
1% tasso di
mortalit
0

1953

1960

1970

1980

1990

2000

MARTIN GAMACHE E MATTHEW TWOMBLY, NGM; MESA SCHUMACHER


FONTI: CENTRO AEROSPAZIALE TEDESCO; RAYMOND B. HUEY, UNIVERSITY
OF WASHINGTON; RICHARD SALISBURY, HIMALAYAN DATABASE

2012

Alcuni alpinisti scendono dalla Cascata


Khumbu dopo aver trascorso del tempo
a quote pi elevate per acclimatarsi. Questo
tratto della cascata noto come Popcorn
Section perch gli enormi blocchi di ghiaccio
disseminati ricordano appunto il popcorn.
andy bardon

In seguito sarei venuto


(Segue da pag. 62)
a conoscenza dei nomi di quei quattro alpinisti:
il cinese Ha Wenyi, 55 anni; la nepalo-canadese
Shriya Shah-Klorfne, 33; il sudcoreano Song
Won-bin, 44; il tedesco Eberhard Schaaf, 61
anni. Ripassando accanto ai cadaveri congelati
mentre scendo dalla vetta, penso al dolore devastante che proveranno i loro familiari e amici.
Anche se le dinamiche delle morti di quelle
persone non sono ancora del tutto chiare, molte
delle recenti tragedie sullEverest sono state attribuite a una pericolosa mancanza di esperienza. Senza il necessario addestramento ad
68

national geo graphic GIUGNO 2013

alta quota, alcuni alpinisti non sono in grado


di valutare la propria capacit di resistenza e
non sanno quando il caso di abbandonare
limpresa e tornare indietro. Solo la met di
tutta questa gente ha lesperienza necessaria per
scalare questa montagna, osserva Panuru.
Laltra met inesperta, e rischia la morte.
cinquantanni fa Era tutto diverso. Il 1
maggio 1963 James Whittaker, accompagnato
soltanto dallo sherpa Nawang Gombu, fu il
primo americano a scalare la vetta pi alta del
mondo. Big Jim, cos lo chiamavano, sal dalla
kristoffer erickson

Ripassando accanto
ai cadaveri congelati
mentre scendo
dalla vetta, penso
al dolore devastante
che proveranno
i loro familiari
e amici... Molte delle
recenti tragedie
sullEverest sono
state attribuite a una
pericolosa mancanza
di esperienza.
Gli scalatori sfilano accanto al corpo
di Shriya Shah-Klorfine, una donna
nepalo-canadese di 33 anni morta
il 19 maggio per un collasso mentre
scendeva dalla vetta.

Cresta Sud-Est, lungo la via aperta nel 1953


dallineguagliabile neozelandese Edmund Hillary e dallo sherpa Tenzing Norgay. Whittaker
aveva scalato il monte McKinley alcuni anni
prima, mentre Gombu era alla sua terza ascesa
dellEverest. Tre settimane dopo altri due uomini
della spedizione americana, Tom Hornbein e
Willi Unsoeld, raggiunsero la vetta da una via
nuova, la Cresta Ovest. Nello stesso giorno Barry
Bishop e Lute Jerstad completarono la seconda
ascesa americana dalla Cresta Sud-Est. Le due
squadre si incontrarono sotto la vetta, ma era gi
buio, e furono obbligate a bivaccare a 8.535 me-

tri, una scelta pericolosa mai tentata prima di


allora. Senza tende n sacchi a pelo, senza stufe
n ossigeno, senza sherpa, acqua o cibo, rischiarono davvero molto.
Dio, come sono stati fortunati, dice Whittaker. Se si fosse alzato un po di vento sarebbero
morti tutti. Sarebbe stato orribile.
I quattro sopravvissero, anche se Unsoeld e
Bishop persero, tra tutti e due, 19 dita dei piedi.
Mark Jenkins ha collaborato alla stesura del libro
National Geographic Te Call of Everest: Te History,
Science, and Future of the Worlds Tallest Peak.
Everest

69

Centinaia di alpinisti convergono al Campo Base


del versante nepalese dellEverest. Questa sorta
di villaggio temporaneo affollato e variopinto
offre docce con secchi dacqua calda, accesso
a Internet e piatti caldi cucinati al momento.
anjin herndon

Ci sar sempre
qualcuno pronto
a scalare la vetta
pi alta del mondo,
perch salire
sullEverest
unesperienza
che va ben oltre
lessere circondati
dalla folla o trovarsi
davanti cumuli
di immondizia.

degli scalatori dellEverest gente che paga una


guida per farsi portare su, e molti sono sprovvisti persino delladdestramento basilare. Dopo aver
pagato dai 30 mila ai 120 mila dollari, troppe
persone inesperte pensano di poter raggiungere
la vetta. Molte ci riescono, ma in condizioni spaventose. I due percorsi standard, la Cresta NordEst e la Cresta Sud-Est, sono pericolosamente
afollati e disgustosamente inquinati, pieni di
rifuti che emergono dal ghiaccio e piramidi di
escrementi umani che imbrattano i campi ad alta
quota. Per non parlare delle vittime. Oltre ai quattro alpinisti morti sulla Cresta Sud-Est, nel 2012
altre sei persone, tra cui tre sherpa, hanno perso
la vita su questa montagna.
Sembra evidente: c qualcosa che non va sul
tetto del mondo. Ma a detta di chi conosce bene
questa montagna la situazione non irreparabile.

E malgrado due mesi prima lalpinista del Wyoming John Jake Breitenbach fosse morto in un
incidente sulla cascata Khumbu, la spedizione
Usa del 1963 fu considerata unimpresa eroica,
lequivalente alpinistico dello sbarco sulla Luna.
La nostra squadra si trova sullEverest per celebrare lanniversario di quella spedizione. Ma,
come abbiamo potuto constatare con i nostri occhi, la montagna diventata il simbolo di tutto ci
che non va nellalpinismo di oggi. A diferenza del
1963, quando solo sei persone giunsero in vetta,
nella primavera del 2012 ci sono arrivati in pi di
500. Quando lho raggiunta anchio il 25 maggio
era cos afollata che quasi non cerano posti in
piedi. Nel frattempo, gi allHillary Step si era
creata una fla lunghissima, tanto che qualcuno
ha dovuto aspettare pi di due ore, tremando e
indebolendosi malgrado il tempo splendido. Se
questa schiera di alpinisti fosse stata sorpresa da
una tempesta, come accaduto nel 1996, il bilancio delle vittime sarebbe stato sconcertante.
La conquista dellEverest sempre stata una
grande impresa, ma oggi che la vetta stata raggiunta da quasi 4.000 persone - alcune delle quali
lo hanno fatto pi di una volta - ha meno valore
rispetto a 50 anni fa. Oggi circa il 90 per cento

Russel Brice, 60 anni, dirige Himalayan Experience, o Himex, il pi grande operatore di spedizioni alpinistiche. La Himex ha guidato 17
spedizioni sullEverest, sia dal versante nepalese,
sia da quello cinese. Brice, australiano trapiantato
a Chamonix, famoso per il rigore con cui gestisce la sua attivit. Tutti gli scalatori e gli sherpa
che fanno parte delle squadre Himex sono forniti
di radio e sono tenuti a contattare la base ogni
giorno. Inoltre, devono indossare un apparecchio
di ricerca in valanga, un elmetto, unimbracatura
e i ramponi e devono sempre stare agganciati alle
corde di sicurezza (nella primavera del 2012 uno
sherpa di un altro gruppo non riuscito ad agganciarsi alle corde di sicurezza ed precipitato
in un crepaccio). I clienti devono stare al passo,
oppure tornare indietro.
Malgrado siano piuttosto numerosi - fno a 30
clienti con altrettanti sherpa - i gruppi di Brice
cercano di limitare i danni raccogliendo tutti i
loro escrementi e rifuti, pratica che gran parte
delle squadre non segue. Grazie allimpegno per
la pulizia del Sagarmatha Pollution Control Committee, una sorta di consiglio comunale dellEverest, le condizioni del Campo Base sono migliorate
(i rifuti prodotti dagli uomini fniscono in barili
che vengono poi rimossi), ma liniziativa non ha
avuto risultati altrettanto buoni a quote pi alte.

72

national geo graphic GIUGNO 2013

Potremmo gestire i grandi numeri se tutti gli


operatori parlassero tra loro, dice Brice. una
questione di comunicazione.
Magari fosse cos semplice. Ci sono altri fattori
in gioco. Uno, paradossalmente, rappresentato
dallaccuratezza delle previsioni meteorologiche.
In passato la mancanza di informazioni spingeva
le spedizioni a tentare la scalata quando i componenti della squadra si sentivano pronti. Oggi,
grazie a previsioni satellitari iper-accurate, le spedizioni sanno esattamente quando ci sar la prossima fnestra di tempo buono e spesso partono
tutte nello stesso periodo.
Un altro fattore che non sempre gli operatori
pi economici hanno il personale sufciente o le
competenze e le attrezzature necessarie per garantire la sicurezza dei clienti. Spesso le spedizioni
a basso costo assumono pochi sherpa, talvolta
anche con scarsa esperienza. Tutti gli alpinisti
morti sullEverest lanno scorso si erano afdati a
operatori con minori risorse ed esperienza, afferma largentino-americano Willie Benegas, 44
anni, guida dalta quota e comproprietario con il
fratello Damian della Benegas Brothers Expeditions, che ha efetuato 11 spedizioni sullEverest.
Secondo i Benegas, il Ministero della Cultura, del
Turismo e dellAviazione civile che in Nepal ha
competenza sulle spedizioni sullEverest dovrebbe
obbligare gli operatori nepalesi a mantenersi allo
stesso livello di quelli internazionali e puntare su
una migliore formazione degli sherpa.

Per evitare lafollamento sulla montagna c


chi ha proposto di limitare non solo il numero
complessivo di permessi rilasciati a ogni stagione
ma anche le dimensioni delle squadre, non pi di
dieci clienti per gruppo. Ma c chi convinto che
non succeder: Una regola del genere non verr
mai imposta. LEverest un grande afare per il
Nepal, che non rinuncer mai a quel denaro,
sostiene il neozelandese Guy Cotter, cinquantenne proprietario di Adventure Consultants, che
ha guidato 19 spedizioni sullEverest.
Il Nepal ha quasi 30 milioni di abitanti e una
persona su quattro vive in povert. Il paese si trova
in una specie di limbo. Dopo labolizione della
monarchia stato formato un governo di coalizione, ma gli ultimi sette anni sono stati difcili,
segnati da lotte tra i partiti politici e dalla mancanza di una costituzione defnitiva. Il sistema
politico talmente corrotto e inconcludente, ha
afermato Kunda Dixit, direttore del Nepali Times,
che non avere un governo quasi un vantaggio;
perlomeno nessuno commette errori.
Secondo lo sherpa Ang Tshering, proprietario di Asian Trekking, nella primavera del 2012
le spedizioni sullEverest hanno portato in Nepal circa 12 milioni di dollari. E il ministero ne
ha guadagnati pi di tre grazie alle imposte sui
permessi rilasciati ai componenti di 30 gruppi
stranieri. Non dimentichiamo che lo Stato nepalese quasi in bancarotta, aggiunge Cotter.
Un maggiore intervento da parte del governo

Sei misure per tutelare lEverest


RIDURRE I PERMESSI Per limitare il
numero totale di alpinisti e sherpa.
GRUPPI PI PICCOLI Per evitare
pericolosi ingorghi e code lungo
la via della Cresta Sud-Est.
OPERATORI CERTIfICATI Per garantire
che soddisfino parametri accettabili in
materia di sicurezza e di conoscenza
della montagna.

PRETEnDERE ESPERIEnZA Per garantire


che alpinisti e sherpa siano preparati
alle sfide ad alta quota.
RISPETTARE LAMBIEnTE Rimuovere
tutti i rifiuti dalla montagna, multando
i trasgressori.
RIMUOVERE I CADAVERI Per rispetto
non solo per i morti ma anche per i vivi
che si imbattono nei corpi lungo le vie.

Everest

73

incoraggerebbe soltanto pi corruzione. Dave


Hahn, guida dalta quota che detiene il record
americano per aver raggiunto la vetta 14 volte,
concorda: non realistico aspettarsi soluzioni
dal governo nepalese. Gli operatori devono
trovare insieme il modo di autoregolamentarsi.
Il ministero dominato da una burocrazia
difusa e inefciente, aggiunge Conrad Anker,
50 anni, che ha guidato la spedizione del 2012
promossa dalla National Geographic Society.
Solo una piccola parte dei tre milioni di dollari
ricavati ogni anno dalle licenze viene reinvestita
nella montagna. (Il ministero stato ripetutamente contattato per questo articolo ma si rifutato di rilasciare una dichiarazione).
Il cosiddetto sistema del funzionario di collegamento un ottimo esempio di questa inefcienza. A ogni squadra diretta sullEverest viene
assegnato un funzionario di collegamento che
viene pagato dal gruppo e dovrebbe garantire il
rispetto delle regole. In realt nessun funzionario
afronta la scalata. La maggior parte non rimane
neppure al Campo Base, spiega Anker. Preferiscono tornare indietro dove fa meno freddo.
Secondo Anker questi funzionari dovrebbero
essere sostituiti da guardie forestali con le competenze, la capacit e la voglia di pattugliare la
montagna e far applicare i regolamenti. Sarebbe
anche auspicabile la presenza di una squadra di
salvataggio e ricerca permanente.
Dieci anni fa Anker e sua moglie Jenni hanno
fondato il Khumbu Climbing Center (Kcc) nel
villaggio di Phortse per migliorare le capacit
74

national geo graphic GIUGNO 2013

alpinistiche degli sherpa e quindi incrementare


il livello di sicurezza di tutti coloro che scalano
lEverest. Molti degli oltre 700 diplomati del Kcc
oggi lavorano per gli operatori che organizzano
le spedizioni. Dopo tutto sono proprio gli sherpa
a compiere il maggior numero di salvataggi. Lo
sherpa Danuru, diplomato al Kcc che ha raggiunto la vetta 14 volte, racconta di aver trascinato
via dalla montagna almeno cinque persone per
salvare loro la vita.
Uno dei grandi problemi che i clienti non
rispettano lesperienza e le conoscenze degli
sherpa, spiega Anker. Ma la colpa anche degli
sherpa stessi, quasi tutti buddhisti tibetani, portati a evitare confronti diretti per motivi culturali
e religiosi. A volte i clienti ignorano i loro consigli e muoiono, prosegue Anker. Lo dimostra
ci che accaduto lanno scorso. Stiamo cercando
di aiutare gli sherpa a diventare pi autoritari.
Anche la tecnologia moderna, gi onnipresente
sullEverest - tutti al Campo Base hanno accesso
a un telefono cellulare o a Internet - pu contribuire a rendere la montagna pi sicura. Lestate
scorsa, nel corso di un incontro con il ministero,
Anker ha proposto che insieme a ogni permesso
sia rilasciata anche una tessera identifcativa.
Questa speciale tessera Everest conterrebbe
dati utili a salvare la vita di un alpinista o di uno
sherpa, spiega Anker. Avrebbe la foto del titolare
e un QR code, levoluzione del codice a barre, che
potrebbe essere letto da uno smartphone in dotazione alle guardie forestali per rivelare tutte le
informazioni pertinenti: et, esperienza, dati sa-

nitari, allergie, assicurazione, famiglia, numeri di


telefono per le emergenze e via dicendo.
Anker dice che i burocrati di Kathmandu sono
rimasti l a fssarlo inespressivi quando ha fatto
la proposta. Ho persino preso il mio cellulare
per mostrare loro come funzionerebbe. Siamo nel
2012, non difcile. una sorta di ski pass.
nonostante tutti i problemi, lEverest resta
una montagna unica. Ci sar sempre qualcuno
pronto a scalare la vetta pi alta del mondo, perch salire sullEverest unesperienza che va ben
oltre lessere circondati dalla folla o trovarsi davanti cumuli di immondizia. Questa montagna
cos alta e indiferente da spingere ogni alpinista
a tirare fuori - prima o poi - il meglio di se stesso.
LEverest ofre sempre qualcosa di straordinario. Non dimenticher mai la vista mozzafato che
si godeva dal Campo 2, con le nuvole che avanzavano lente sulla valle glaciale del Western Cwm
come una valanga al contrario, n il sollievo ristoratore di una zuppa bollente al Campo 4. O, ancora, lo scricchiolio dei miei ramponi sul labirinto
cristallino della cascata Khumbu subito sopra il
Campo Base. Conservo un ricordo prezioso degli
amici con cui ho scalato. Ho afdato loro la mia
vita e loro hanno fatto lo stesso con me.
Momenti come questi spiegano perch gli alpinisti continuano a tornare sullEverest. Non si
tratta soltanto di raggiungere la vetta, ma di mostrare rispetto per la montagna e godersi lesperienza. Adesso sta a noi riportare il buon senso
sulla vetta pi alta del mondo. j
emily harrington (entrambe)

Emily Harrington, componente della


squadra di NG, ha usato liPhone per
creare una foto panoramica (in alto)
e un autoritratto Instagram. Qualche
tempo prima era stata colpita da
uninfezione respiratoria. La spedizione
stata una battaglia mentale dallinizio
alla fine, racconta. Una lotta per
continuare a camminare.

Everest

75

Qualche ora prima dellalba, le lampade frontali degli


scalatori tracciano una scia luminosa fino in vetta.
In mancanza di regole pi rigide, gli alpinisti
continueranno ad affrontare rischi inutili, non solo
legati allalta quota o alle condizioni climatiche.
La cosa pi pericolosa sullEverest, dice una
guida, sono le persone che tentano di scalarlo.
kristoffer erickson

Il grande biologo E. O. Wilson visita questo parco


nazionale del Mozambico, che dopo le devastazioni
della guerra civile fronteggia ora il rischio
di deforestazione della montagna sacra.
<$$PN>
78

national geo graphic <$$MU> <$$A4>

Alla sua prima visita al Gorongosa (e in


Africa), Wilson identifca, annusandola,
una cavalletta della specie Dictyophorus
spumans, cos chiamata per la schiuma
velenosa che secerne.

Alcuni bambini raccolgono rane e libellule


vicino alla cascata di Murombodzi, sul
Gorongosa, per un bioblitz, una raccolta di
campioni di fora e fauna lanciata nel 2011.

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national geo graphic <$$MU> <$$A4>

NINFA, PROBABILMENTE CIMICE (PENTATOMIdAE)

CAMALEONTE ORECCHIuTO (Chamaeleo dilePis)

TOPO (MuRINAE)

GIRINO NuOTATORE (dineutes sP.)

Nelle praterie e nelle foreste del Gorongosa


vive una grande variet di piccole specie
animali. Viene reintrodotta la megafauna,
scomparsa quasi del tutto per la guerra
civile e per mano dei bracconieri.

CAvALLETTA dELLA sAvANA (aCrida sP.)


MARTIN PEsCATORE CAPOBRuNO(halCyon albiventris)

<$$PN>

MILLEPIEdI sPIROBOLIdE
TETTIGONIIdE (enyalioPsis Petersi)

national geo graphic <$$MU> <$$A4>

GRANCHIO DACQUA DOLCE (Potamonautes sp.)

CAvALLEttA vERDE (Zabalius oPhthalmicus)

tEssItORE DAGLI OCCHIALI (Ploceus ocularis)

RAGNO BABBUINO (augacePhalus sp.)

pIpIstRELLI mOLOssIDI (tadarida sp.)

RANA COmUNE DI FIUmE (amietia angolensis)

ApE LEGNAIOLA (XylocoPa sp.)

NEttARINIA BIFAsCIAtA (nectarinia bifasciata)

di Edward O. Wilson
fotografe di Joel Sartore

ella stagione estiva dei monsoni,


da fne novembre a met marzo,
le nubi cariche di pioggia cavalcano gli alisei dellOceano Indiano
dirette a ovest, verso il Mozambico. Incrociando la costa, riportano in vita le
foreste di miombo dellaltopiano di Cheringoma,
poi la savana e le praterie alluvionali della Rif
Valley, e infne si arenano sui pendii del monte
Gorongosa, dove rilasciano, come una benedizione, le loro piogge torrenziali.
Il massiccio del Gorongosa, 1.863 metri daltezza, assorbe quasi due metri di pioggia allanno, quanto basta a far vivere la rigogliosa foresta pluviale che ne ricopre la sommit - e, a est,
nella Rif Valley, un parco che un tempo era una
riserva naturale tra le pi interessanti al mondo. Prima che la guerra civile del Mozambico
lo devastasse, il Parco nazionale del Gorongosa
pullulava di elefanti, bufali africani, ippopotami, leoni, facoceri e una quindicina di specie di
antilopi. Oggi alcune di queste specie sono riapparse, principalmente per merito di Greg Carr,
un uomo dafari statunitense con inclinazioni
flantropiche che a capo di un progetto per riportare in vita il Gorongosa. Nel 2010 il parco ha
ottenuto un risultato importante: per rimediare a
un errore fatto al momento della sua istituzione,
il governo del Mozambico ne ha allargato i confni sino a includere il massiccio del Gorongosa,
dove hanno origine i fumi che lo fanno vivere.
Nellestate del 2011 sono andato sul Gorongosa
per sostenere limpegno di Carr, ma anche per lavorare al mio nuovo libro di testo digitale di biologia per le scuole superiori. Il parco un luogo
perfetto per far capire le difcolt che comporta
e lentusiasmo che richiede oggi lo studio della

biologia della fauna selvatica. La foresta pluviale


in cima al Gorongosa, che si estende allincirca
per 75 chilometri quadrati, unisola verde in
una distesa coperta da savana e prateria. Si raggiunge con difcolt, e per questo rimasta in
gran parte inesplorata dai biologi.
Sono specializzato in formiche, e delle formiche del luogo non si sapeva quasi niente prima
del mio arrivo. Quando ho visitato per la prima
volta il monte Gorongosa, durante il mio primo
viaggio in Africa, ero molto eccitato dalla prospettiva della sorpresa e della scoperta.
Il mio assistente al parco era Tonga Torcida,
un giovane nato sul monte Gorongosa. Ero con
lui quando venuto a sapere che avrebbe ricevuto una borsa di studio per frequentare un college
in Tanzania. Parla quattro lingue e, sfruttando la
sua profonda conoscenza del Gorongosa, spera di
riuscire a diventare biologo della fauna selvatica.
Un giorno Torcida mi ha spiegato perch il
suo popolo considera il Gorongosa una montagna sacra, raccontandomi un mito sulla creazione. Un tempo, ha detto, Dio viveva insieme
al suo popolo sulla montagna. A quel tempo
gli uomini erano giganti e non avevano timore
di chiedere a Dio favori speciali. Se cera una
siccit gli dicevano: Portaci lacqua. Finch
il Creatore, stufo di essere importunato di continuo, se ne and a vivere in cielo. Dalla montagna, per, i giganti continuavano a rivolgersi
a lui. Alla fne, per metterli al loro posto, Dio
decise di rimpicciolirli. Da allora in poi la vita
per gli uomini stata molto pi difcile, e tale
rimasta fno a oggi. Questo racconto e la lezione
morale che contiene mi hanno ricordato molto
certi brani del Vecchio Testamento.

1.863 m

CONFINE DE
L PA

RCO NAZIONALE DEL GORONGOSA


700 m

INTERNATIONAL MAPPING. FONTE: IKONOS IMAGERY

AREA
INGRANDITA

(P.N. GORONGOSA)

P.N.
GORONGOSA

Vunduzi

Muanza
a

pia

to

1815S

iano

Altop

gue
Pun

20

0 km

Che

rin

Al

Condu

gom

PARCO
NAZIONALE
GORONGOSA
Estrazione
doro
Campo
Chitengo

Br

Gorongosa

no

MOZAMBICO

Monte
Gorongosa

AFRICA

Alta 1.863 metri, questa montagna un


serbatoio di acqua piovana e di umidit
in una terra arida. Nel dicembre 2010 le
aree al di sopra dei 700 metri di altitudine
sono state incluse nei confini del Parco
nazionale del Gorongosa. Il parco lotta
per salvare ci che resta della foresta
che ne ricopre la vetta, rifugio biologico
e fonte dacqua per lintera regione.

Zona cuscinetto

RI
F

Monte Gorongosa

CONFINE DEL
PARCO NAZIONALE
DEL GORONGOSA
700 m

Foresta pluviale

Tentativi di riforestazione
Il parco ha reclutato gli
abitanti del luogo per piantare
milioni di alberelli, perlopi
lungo gli argini dei fiumi.

Nuovi terreni agricoli

Lumidit dei monsoni


alimenta una foresta perenne;
negli ultimi 10 anni ne stato
abbattuto pi di un terzo.

M
u
a
er

Insediamenti e campi
Gli agricoltori disboscano
a quote sempre pi alte.
Sul Gorongosa vivono
circa 7.000 abitanti.

700 m

Nei terreni disboscati gli


abitanti coltivano granturco,
patate e altre colture.

0
70

an

h
Altri tipi di vegetazione
0m

70

1.863 m

du

Le praterie e i terreni boschivi


sostengono diverse specie e
un numero crescente di capre
introdotte dagli abitanti.

zi
ndu
Vu

nga
itu
Ch

Cascata
Murombodzi
Sito del bioblitz
del 2011

Vunduzi

1830

Limmagine satellitare del


2010 mostra il Gorongosa da
sud-ovest: la vetta coperta
dal verde scuro della foresta.

Nhand
ar
e

0 km

00

DATI CHE NON RIENTRANO NEI CONFINI DEL PARCO


DISPONIBILI SOLO PARZIALMENTE

PUNTO DI VISTA
(A SINISTRA)

VIRGINIA W. MASON, REDAZIONE NGM


FONTE: PARQUE NACIONAL DA GORONGOSA

34E

Una cosa certa: a un certo punto il Gorongosa caduto in disgrazia. Nel 1978, tre anni dopo
la conquista dellindipendenza dal Portogallo, il
Mozambico sprofond in una guerra civile che
infuri per 17 anni. Il parco, che era stato fondato
nel 1960 dal governo coloniale, divent un campo di battaglia. Gli ufci e le strutture turistiche
vennero distrutti. Soldati allo sbando, afamati di
cibo come dellavorio che in Sudafrica potevano
barattare con le armi, abbatterono gran parte degli animali di grossa taglia. E dopo la frma degli
accordi di pace, ma prima del ritorno alla normalit, i bracconieri uccisero moltissimi animali,
smerciandone la carne nei mercati locali. Alla fne
era praticamente scomparsa quasi tutta la megafauna. Si erano salvati senza subire grossi danni
solo i coccodrilli, abili a rifugiarsi rapidamente
sottacqua dalle rive fangose dei fumi.
La scomparsa delle grandi specie selvatiche ha
avuto serie ripercussioni sullambiente. Dove le
zebre hanno smesso di brucare, erbe e arbusti legnosi si sono infoltiti ed aumentato il rischio di
incendi incontrollati scatenati da cause naturali.
Senza pi gli elefanti che abbattevano gli alberi per
cibarsi dei rami, alcune foreste sono diventate pi
ftte. Con la drastica riduzione di escrementi e carcasse delle grandi specie selvatiche velocemente
diminuita anche la popolazione di alcune specie
saprofaghe. Ci nonostante, la base di vegetazione
e piccoli animali, inclusa una miriade di specie di
insetti e altri invertebrati, rimasta quasi intatta.
Il parco contiene una gran variet di habitat - oltre
alle praterie della valle e alle varie zone vegetative
della montagna, include altopiani selvosi e gole di
pietra calcarea - e sostiene una biodiversit immensa. Nellarea del parco sono state individuate
398 specie di uccelli (tra cui circa 250 stanziali),
122 specie di mammiferi, 34 di rettili e 43 di anfbi. Ed probabile che ci siano decine di migliaia
di specie di insetti, aracnidi e altri invertebrati che
attendono di essere scoperti.
NEL dECENNIO successivo alla fne della guerra civile, mentre nasceva il nuovo Mozambico demoIl biologo di Harvard E. O. Wilson ha scritto 28 libri
e vinto due premi Pulitzer. Il fotografo Joel Sartore ha
realizzato reportage fotografci in tutti i continenti.
86

national geo graphic GIUGNO 2013

cratico, il parco continu ad andare in rovina. Nel


frattempo Greg Carr aveva preso a cuore le sorti
del paese e cercava di rendersi utile; dopo aver fatto
fortuna con i servizi di posta vocale e Internet, si era
infatti dato alla flantropia. Nel 2004 ha siglato un
accordo con il governo del Mozambico per progettare la risistemazione del parco. Ma si spinto oltre
e si impegnato personalmente, e a tempo pieno,
per il ripristino del parco, quasi del tutto a proprie
spese. Tanto che il ministero del Turismo del Mozambico ha stipulato con lui un accordo a lungo
termine per la co-gestione e lo sviluppo del parco.
Oggi il Gorongosa senza dubbio in fase di recupero. Dal Sudafrica sono stati importati grandi

Squadre di minatori autorizzati scavano in cerca doro. Anche se si trovano circa


1,5 km fuori dei confni del parco, sono allinterno del bacino idrografco che lo sostiene.
Il futuro del parco dipende dalla creazione di impieghi sostenibili per gli abitanti.

animali selvatici come il bufalo africano e lelefante, che si stanno rapidamente moltiplicando, e
presto toccher agli orici e alle zebre. Bench siano
ancora ben al di sotto dei livelli di popolazione
di prima della guerra, branchi di animali sono
tornati nella savana e nella prateria.
Insieme alla megafauna sta tornando lequilibrio
ecologico, e anche i visitatori dallEuropa e dallAmerica del Nord. Al campo principale di Chitengo
e in quelli per gli esploratori, nel cuore del parco,
sono state costruite strutture di ottima qualit. A
Chitengo conservata una lastra di cemento crivellata di proiettili in ricordo della guerra.
I risultati ottenuti da Greg Carr insieme ai suoi

collaboratori e agli abitanti del Mozambico sono


impressionanti, ma recuperare un parco naturale
devastato molto pi arduo che crearne uno da
zero, e Gorongosa - soprattutto la montagna - non
ancora fuori pericolo. Durante la guerra civile,
quando i soldati invadevano e depredavano la
montagna, alcuni agricoltori cominciarono a disboscare piccoli fazzoletti di terreno lungo i pendii
del monte e a coltivarli per sopravvivere. Il tab
della montagna sacra era dimenticato. In seguito
gli agricoltori hanno raggiunto la foresta pluviale
in cima alla montagna e cominciato ad abbatterne
gli alberi e a trasformare il terreno umido e fertile
in campi di granturco e patate.
gorongosa

87

Nelle praterie aride e cespugliose del


Gorongosa non raro vedere Uraeginthus
angolensis. Nel parco sono state
documentate quasi 400 specie di uccelli.

Negli ultimi dieci anni larea della foresta pluviale originaria stata ridotta di oltre un terzo. La
scomparsa di parte della foresta implica gi che
sopravviveranno meno specie vegetali e animali,
incluse probabilmente alcune endemiche. Ma la
sua totale sparizione, probabile nei prossimi dieci
anni se si continua a deforestare ai ritmi di oggi,
sarebbe una catastrofe per il parco. Senza la foresta
la montagna non potrebbe pi raccogliere, trattenere e rilasciare gradualmente lacqua piovana
scaricata dai monsoni. Lacqua scorrerebbe via
rapida e lumidit dispensata al parco per tutto
lanno verrebbe rilasciata solo stagionalmente.
Con linsorgere dellaridit, la vita dentro e vicino
al parco sarebbe meno sostenibile sia per la fora e
la fauna che per le persone. Ora che la montagna
ne fa parte, il parco ha lautorit per vigilare sui
confni della foresta, che per non sar al sicuro
fnch coloro che la distruggono non avranno alternative per sopravvivere.
Tra le soluzioni proposte da Carr ci sono il turismo e la creazione di vivai - con personale ingaggiato da Carr stesso - dove far crescere piantine
e alberelli della foresta pluviale e dare inizio al
processo decennale, forse anche secolare, che riporter la foresta ai suoi confni originari. Il parco
sta creando scuole e ambulatori per le persone che
vivono ai piedi della montagna, a valle della foresta
pluviale; c anche il progetto di un centro di ricerca e formazione scientifca a tutela dellambiente e
della biodiversit nel parco.
PER CAMPIONARE LATTUALE livello di biodiversit del monte Gorongosa, io e Greg Carr abbiamo
deciso di efettuare sulla montagna un bioblitz,
ingaggiando la comunit che vive sulle pendici pi
basse. Abbiamo chiesto a Tonga Torcida di aiutarci
a organizzarlo e di reclutare come nostri assistenti
i bambini del posto. I bioblitz sono eventi creati per
scoprire, identifcare e contare le specie presenti in
unarea delimitata in un arco di tempo, in genere
24 ore. Le regole sono semplici: i partecipanti perlustrano unarea defnita da un raggio che ruota
intorno a un punto centrale e sono assistiti da naturalisti del luogo, in grado di identifcare le specie che vengono scoperte. Il primo bioblitz che ho
contribuito a organizzare si svolto a Concord, nel
Massachusetts, nellestate del 1998, e aveva come
90

national geo graphic GIUGNO 2013

punto focale Walden Pond. Parteciparono naturalisti venuti da tutto il New England. Limpresa
ebbe un tale successo che da quel momento si
cominciato a organizzare eventi simili in tutti gli
Stati Uniti e in altri 18 paesi, Italia compresa.
Questultimo bioblitz si svolto sul Monte Gorongosa, a circa 1.100 metri di altitudine, appena
sotto il margine inferiore della foresta pluviale.
Dovendoci adattare alla logistica di un posto cos
remoto - io lho raggiunto in elicottero - abbiamo
ridotto la durata a due ore, e io ero lunico esperto.
Ho classifcato gran parte degli insetti e dei ragni
fno alla famiglia tassonomica (i millepiedi delle
Julidae, gli staflinidi delle Staphylinidae e, na-

Naturalisti per un giorno, per il bioblitz i bambini che vivono sul monte Gorongosa
portano a Wilson bustine di plastica con campioni da identifcare, perlopi insetti.
I grandi animali sono spariti dalla montagna, dice il fotografo Joel Sartore.

turalmente, le formiche, che appartengono tutte


alla famiglia delle Formicidae), mentre per alcuni
campioni ho solo fatto congetture. I bambini, di
et compresa tra i quattro e i dodici anni, sono
stati bravi nella caccia e curiosi sullesito delle
scoperte. Alla fne ho contato un totale di 60 specie
di 39 famiglie e 13 ordini diversi. Abbiamo trovato
strani insetti e artropodi, quasi tutti di piccolissime dimensioni. Molti degli ordini degli imenotteri
(che comprende formiche, api e vespe), coleotteri
(scarabei) e ditteri (mosche). Anche se di formiche
ne abbiamo viste poche, ne abbiamo identifcato
una specie rara, Dorylus bequaerti. Abbiamo avvistato uccelli, rettili, anfbi e un topo.

Molte persone, quando parlano di fauna selvatica, si riferiscono soltanto ai mammiferi e agli
uccelli. A tutti piace vedere i grandi animali, e
io non faccio eccezione. Ma la fauna comprende
anche le piccole cose che fanno andare avanti il
mondo: gli insetti e altri invertebrati che costituiscono la base degli ecosistemi terrestri. Perci
Gorongosa non mi ha deluso, ma ha soddisfatto i desideri di avventura e scoperta che nutro
sin dallinfanzia, quando avevo la stessa et dei
miei piccoli assistenti sul Monte Gorongosa, e
mi avventuravo nelle foreste dellAlabama e della
Florida armato di retino, paletta e barattolo per
i campioni. j
gorongosa

91

Nella luce del sole di mezzanotte una


balenottera minore viene macellata
sul ponte della Jan Bjrn, tra le poche
baleniere ancora attive nelle acque
norvegesi al largo delle isole Lofoten.
92
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national geo graphic month 2012

Norvegia, nelle isole dove vivono gli ultimi

Balenieri
vichinghi
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Guadagnarsi da vivere in mare rischioso, e anche per questo quasi tutti i giovani delle Lofoten preferiscono dedicarsi

ad altro. Raymond Nilsen, 34 anni, tra i pochi giovani della sua isola che negli ultimi decenni si sono dati alla pesca.

di Rof Smith
fotografe di Marcus Bleasdale

e isole Lofoten, una catena di schegge rocciose, dirupate e selvagge che si allungano
a mo di penisola nel Mare di Norvegia sopra il
Circolo Polare Artico, sono sempre state un mondo a parte. Secondo il folclore locale, questa lunga
dorsale montuosa nellestremo Nord norvegese era
la dimora di troll e valchirie - le vergini che conducevano al Valhalla i guerrieri uccisi in battaglia
- e i suoi fordi spettacolari fanno da scenario ad
alcune delle pi grandiose saghe vichinghe.
In una luminosa mattina destate un piccolo
peschereccio di legno solca adagio la distesa vitrea del Vestforden, increspando con la sua scia
i rifessi perfetti dei monti circostanti. Il comandante, il sessantanovenne Jan Bjrn Kristiansen,
naviga su queste acque da pi di 50 anni, 40 dei
quali sullo stesso peschereccio segnato da mare
e sole che non a caso si chiama a sua volta Jan
Bjrn. Il nome calzante, perch uomo e imbarcazione hanno molto in comune: sono due
balenieri coriacei e stagionati, norvegesi fno al
midollo - gagliardi, pratici, ostinati - ed entrambi
portano le cicatrici del duro lavoro in mare. Durante la stagione estiva della caccia, Kristiansen
arpiona una media di 30 o 40 balenottere minori,
che poi macella sul ponte e vende al porto, alle
pescherie locali. Bench esista una moratoria internazionale sulla caccia commerciale alla balena,
i norvegesi come lui continuano a cacciare questi
cetacei, ma per ragioni pratiche si mantengono
entro i confni delle acque nazionali.
Nei suoi cinquantanni da baleniere Kristiansen ha afrontato parecchie tempeste, sia in mare
che sulla terraferma. Ha superato gli anni pericolosi delle ecoguerre, quando gli attivisti sabotavano e facevano afondare le baleniere delle sue
isole. Ed sopravvissuto a un orribile incidente
qualche anno fa, quando il cannone lanciarpioni

96

national geo graphic GIUGNO 2013

ha avuto un ritorno di famma e dopo averlo quasi


ucciso gli ha lasciato la mano sinistra mutilata.
Alla stagione successiva, lui era di nuovo al posto
di combattimento. Eppure, in questa mattina estiva di bonaccia, mentre con la barca punta verso
una vecchia stazione baleniera, Kristiansen vede
avviarsi al termine non solo la sua lunga carriera
ma tutto un modo di vivere. Il suo uno dei soli
20 pescherecci che stanno cacciando: una cifra
ben diversa dalle quasi 200 baleniere attive nelle
acque costiere della Norvegia del nord alla fne
degli anni Cinquanta, allepoca in cui Kristiansen ebbe il primo assaggio del mestiere lavorando
come marinaio di coperta.

Non certo la penuria di cetacei che sta facendo calare il sipario, n la complicata politica della
caccia alla balena. qualcosa di pi prosaico e
inesorabile: i ragazzi norvegesi, anche quelli cresciuti nella roccaforte marinara delle Lofoten, non
vogliono pi fare i balenieri. N vogliono sfdare i
burrascosi mari invernali per pescare una fortuna
sotto forma di merluzzo, come hanno fatto per
secoli i loro antenati. Piuttosto, aspirano ad assicurarsi un lavoro sicuro e stipendiato in qualche
citt lontana o nellindustria petrolifera ofshore.
E sono andati via a frotte dalle loro isole.
Una svolta befarda: le Lofoten hanno attratto
nel corso dei secoli tanti giovani ambiziosi. Ne

Marius Hanssen cala nella stiva un


pezzo di carne di balena a un segnale
del baleniere Jan Bjrn Kristiansen.
La caccia alla balena la mia vita,
dice Kristiansen, che ha cominciato
a lavorare come marinaio di coperta
nel 1958. Per Hanssen, studente di
psicologia dellUniversit di Troms,
si tratta invece di un lavoro estivo.

balenieri vichinghi

97

Raymond Nilsen e suo padre Eilert


macellano una balenottera minore
a bordo della Nordfangst. Durante
una stagione di caccia estiva i Nilsen
prendono dalle 20 alle 30 balenottere.
Dinverno, invece, pescano merluzzo.

LUltimo vichingo, classico romanzo di formazione del 1921, lo scrittore norvegese Johan Bojer
defniva la leggendaria catena di isole una terra
dellOceano Artico che tutti i fanciulli maschi
della costa sognavano di visitare un giorno, una
terra di grandi imprese, e di grandi fortune, in cui
i pescatori facevano a gara con la Morte.
Ogni anno, per qualche mese di cuccagna, milioni di merluzzi dellAtlantico migrano dal Mare
di Barents e vanno verso sud a deporre le uova fra
le scogliere e le secche delle Lofoten. Da pi di un
millennio i pescatori accorrono qui per sfruttare la grande abbondanza. Oltre a trovarsi in una
delle zone di pesca pi ricche del mondo, le isole
godono anche di un clima quasi perfetto per far
seccare il pesce allaria aperta; lo stoccafsso, carne di merluzzo molto nutriente e durevole, sfam
i Vichinghi nei loro lunghi viaggi e durante il Medio Evo divenne il prodotto desportazione pi
redditizio per la Norvegia. Limmensa ricchezza
legata al commercio dello stoccafsso e la possibilit, per pochi fortunati, di guadagnare somme
ingenti con una barca e molto coraggio fecero
approdare su queste isole migliaia di persone in
cerca della loro buona stella. In alcune foto sgranate degli anni Trenta i porti delle Lofoten sono
zeppi di barche. Oggi le navi ofcina delle grandi
aziende ittiche del sud hanno sostituito le fotte
di pescherecci nella cattura e nella lavorazione.
Le piccole imbarcazioni di famiglia che portavano le loro balene ai negozianti locali e mantenevano vivi i paesini delle Lofoten sono diventate
una specie a rischio di estinzione. I merluzzi sono
ancora l, ancora a milioni, e il commercio ancora
redditizio. Ma quando i pescatori pi anziani vendono lattivit e si ritirano, sono le aziende ittiche
ad accaparrarsi le quote pagando for di quattrini.
Persino i fgli intenzionati a portare avanti limpresa di famiglia possono trovarsi impossibilitati per
via del costo di un peschereccio e di una quota: in
media, lequivalente di 580 mila euro.
Le banche non vogliono prestare una somma del genere a uno della mia et, dice il ventiRof Smith laureato in letteratura nordica.
Il fotografo Marcus Bleasdale ha vinto numerosi
premi con servizi sul tema dei diritti umani.
100

national geo graphic GIUGNO 2013

duenne Odd Helge Isaksen, che nonostante tutto


deciso a fare il pescatore secondo la tradizione.
Isaksen abita a Rst, un paese vicino alle scogliere
dove i merluzzi depongono le uova, e lavora duro,
con un peschereccio, tirando su i merluzzi a uno a
uno con la lenza a mano, pi o meno come facevano i suoi antenati vichinghi un migliaio di anni
fa. A Rst negli ultimi dieci anni solo Isaksen e un
altro ragazzo hanno deciso di diventare pescatori.
Io sono uno dei nuovi Vichinghi, scherza lui
una gelida sera dinverno, tornando in porto dopo
una lunga giornata in mare. Il suo peschereccio,
rientrato qualche ora dopo gli altri della fotta,
carico di merluzzo fno alle falchette; c pesce a
quintali. Lui, ascoltando i Black Sabbath a tutto
volume sulliPod, manovra la barca con una mano
e con laltra controlla Facebook sul cellulare.
I miei compagni di scuola trovano curiosa la
mia decisione di fare il pescatore, dice Isaksen.
Ma sono rimasti colpiti da quanto guadagno.
IN CONFRONTO ALLINDUSTRIA legata al merluzzo
e alla sua storia millenaria, la caccia commerciale
alla balena arrivata tardi. Ai tempi di mio nonno non si sapeva cosa fosse la caccia alla balena
dalla barca, ricorda Oddvar Berntsen, 83 anni,
lultimo abitante rimasto del suo villaggio di pescatori. Le barche erano troppo piccole. Ogni
tanto, se una balena si avvicinava a riva capitava
di ammazzarla, ma era unoccasione rara e lo si
faceva per mangiare.
Larrivo in Norvegia della caccia commerciale
alla balena fu esplosivo. Negli anni Sessanta dellOttocento un certo Svend Foyn, magnate della navigazione e della caccia alla balena, invent un arpione
con una carica esplosiva sulla punta. Uninvenzione
rivoluzionaria che catapult la Norvegia alla testa
dei paesi balenieri. Nel decennio successivo, tuttavia, i pescatori norvegesi accusarono la nuova
industria di impoverire la loro attivit: allepoca si
credeva che le balene spingessero i banchi di pesci
vicino alla costa, dove loro potevano catturarli dai
loro piccoli pescherecci. Dopo una serie di aspri
scontri fra pescatori e balenieri, la Norvegia fu la
prima nazione a bandire la caccia alla balena nelle
sue acque territoriali e nel 1904 dispose una mo(Continua a pag. 106)
ratoria di dieci anni.

Cambio di marea al nord


Con lo spirito di sfida dei Vichinghi, i balenieri norvegesi
continuano a cacciare balenottere minori nelle loro
acque territoriali nonostante la moratoria internazionale
vigente. Forse la situazione socioeconomica porr fine
a questa pratica controversa; le comunit di pescatori
delle isole Lofoten e Vesterlen, a nord del Circolo
Polare Artico, scompaiono, abbandonate dai giovani.

Area norvegese di pesca


e caccia alla balena

Svalbard

(NOR.)

Porto di pesca
Strada principale

Trivellazioni
o prospezioni petrolifere

Jan Mayen
(NOR.)

Traghetto

KVALY

Zona interdetta
allestrazione petrolifera

Troms

OLA
RE A
RTICO

60

18

15E

AREA
INGRANDITA

FINLANDIA

NORVEGIA
Oslo

Skaland
Gryllefjord
Andenes

Harstad

Ibestad

Sortland

H I N N YA
4,154 ft
1,266 m
Ldingen

Sjvegan

Kvfjord

Melbu

Bardufoss

Stonglandet

Risyhamn

Skrolsvik

Myre

LANGYA

Finnsnes
Srreisa

ANDYA

Petrolio e metano rappresentano il


23 % del PIL norvegese. Lo Stato ha
negato allindustria lautorizzazione
a entrare nelle acque delle
Lofoten per preservare le aree di
deposizione delle uova di merluzzo.

68N

SENJA

SVEZIA

AUSTVAGY
Korsnes

Evenskjer

TJELDYA

Bjerkvik

Narvik

NORVEGIA

Svolvr

VESTVAGY

Henningsvr
Skrova
Stamsund

MOSKENESYA

Hamary

Kjpsvik

Skutvik

Steigen

Srvgen
Helnessund

Nordfold

SVEZIA

Krakmo

Vry
Rrstad
Rst

0 km

25

Kjerringy
Rsvik

Bod

Fauske

VIRGINIA W. MASON, NGM STAFF


FONTI: NORWEGIAN PETROLEUM INSTITUTE;
NORWEGIAN COASTAL ADMINISTRATION

Ricca di bellezze naturali, Skrova vantava fno al 1980 la pi alta percentuale di milionari di tutta la Norvegia

grazie ai forenti stabilimenti ittici e alla stazione baleniera. Oggi solo uno stabilimento in attivit.

103

Queste bambine giocano a una festa


nellinterminabile sole estivo di Rst.
Non rimarranno molto sullisola:
per frequentare le scuole superiori gli
adolescenti sono costretti a trasferirsi.

Secondo le stime, nellAtlantico del Nord ci sono 130 mila


balenottere minori; la pesca norvegese considerata pi che
sostenibile. Quelli destinati allestinzione sono i balenieri.

linverno del 1951 (sopra) e


centinaia di pescherecci, attirati
alle Lofoten dalla redditizia corsa
al merluzzo, intasano il porto di
Henningsvr. Un operaio di uno
stabilimento ittico di Rst (a destra)
si accinge a scaricare il pescato di
una piccola fotta. Le navi ofcina
e le grandi aziende ittiche hanno
costretto molte imprese a conduzione
familiare a chiudere i battenti.
Sverre A. Brretzen, ntB SCAnPIX (In Alto)

106

national geo graphic GIUGNO 2013

(Segue da pag. 100) Da quel momento i balenieri commerciali norvegesi andarono a cercare la
preda nellAtlantico del Nord e nelle ricche acque
dellAntartide.
Pi o meno nello stesso periodo la fotta da pesca delle Lofoten cominci a passare dalla vela al
motore. Grazie alla maggiore mobilit acquisita,
alcuni pescatori si diedero alla caccia alla balena
per portare qualcosa in pi sulla tavola, vantaggio
non da poco quando anni dopo, con la Grande
Depressione, carne e denaro scarseggiarono.
Lannata eccezionale alle Lofoten fu quella del
1958, quando 192 pescherecci catturarono 4.741
balene. Ma il cambiamento era gi nellaria. Nel
1973, lanno in cui Kristiansen compr la sua barca, i balenieri erano quasi ridotti della met. E
sono diventati sempre meno, ma pi per motivi
economici e sociali che ambientali. La caccia alla
balena costosa e i ricavi sono bassi. Bench nei

ristoranti alla moda di Oslo si mangi ancora bistecca di balena, molti consumatori norvegesi ne
considerano la sostanziosa carne rossa un piatto
da tempo di crisi, ovvero anti-ecologico, o peggio
ancora unoriginale specialit per turisti. E per
vari fattori - fra cui le restrizioni imposte dalla
Convenzione sul commercio internazionale delle
specie a rischio di estinzione (Cites) - il mercato
delle esportazioni ristretto. Quindi, bench lo
Stato imponga una quota massima annuale di
1.286 balenottere minori, in pratica se ne catturano molte di meno (appena 533 nel 2011).
Di questi tempi perfno alcuni gruppi ambientalisti, contrarissimi per principio alla caccia alla
balena, si accontentano di vegliare al capezzale di
un modo di vivere che si prevede si spegner nel
giro di una generazione. Possono permettersi di
attendere: la popolazione di balenottere minori
dellAtlantico del Nord, stimata a 130 mila indivi-

dui, sembra in salute, e la modesta pesca annuale


norvegese considerata pi che sostenibile. Quelli
destinati allestinzione, piuttosto, sono i balenieri.
LA PROGRESSIVA SCOMPARSA della caccia alla
balena e il consolidamento dellindustria del
merluzzo stanno trasformando le isole Lofoten,
e il cambiamento evidente soprattutto a Skrova.
Fino a una generazione fa, questo era un porto
di pescherecci con ben otto stabilimenti che lavoravano senza sosta merluzzo, aringhe e altro
pescato. Cera il boom della pesca e della caccia
alla balena, e Skrova era popolarissima. Allinizio degli anni Ottanta si riteneva che il paesino
ospitasse ormai la pi alta percentuale di ricchi di
tutta la Norvegia. Pescatori e industriali facoltosi
amavano sostare su una certa panchina del porto, che gli abitanti sconcertati avevano battezzato
millionrbnken, la panchina dei milionari.
balenieri vichinghi

107

Gli operai migranti lavorano senza sosta per essiccare e stagionare migliaia di merluzzi sulle rastrelliere

di legno che a Rst si estendono per ettari. Lo stoccafsso il prodotto desportazione pi importante della Norvegia.

Oggi il prodotto desportazione pi importante


di Skrova non il salmone n la balena, ma i ragazzi
costretti ad andare via per frequentare le superiori.

Turisti russi in posa sulla prua


di una riproduzione di nave vichinga
nel Museo vichingo delle Lofoten
a Vestvgy. I giovani del luogo
preferiscono impieghi nel turismo
o nellindustria petrolifera ai mestieri
legati al mare o alla terra. A destra, un
ovile abbandonato sullisola di Rst.

110

national geo graphic GIUGNO 2013

La panchina ancora l, vecchia e malandata,


ma da un pezzo i milionari che vi si accomodavano sono quasi tutti falliti a causa delle aziende
ittiche del sud con le loro fotte di navi ofcina.
Solo uno stabilimento di Skrova ancora aperto;
lultima chiusura risale al 2000. E, mancando il
lavoro, la popolazione dellisola scesa a circa
150 residenti fssi.
Lunica impresa rimasta la Ellingsen, una
vecchia azienda ittica a conduzione familiare
che continua a prosperare mettendo sul mercato
12 mila tonnellate annue di salmoni allevati localmente e, durante lestate, comprando carne di
balena per qualche settimana da una manciata di
balenieri ancora attivi in queste acque.
Diciamoci la verit: la carne di balena non
pi conveniente per nessuno di noi, dice Ulf
Christian Ellingsen, 42 anni, terza generazione
della famiglia che dirige limpresa.

Continuiamo a comprarla pi che altro per


rispetto verso la tradizione e verso le nostre radici. Mio nonno mise su questattivit nel 1947 e
trattava soprattutto carne di balena. Ci piacerebbe
andare avanti cos il pi possibile.
Oggi il prodotto da esportazione pi importante di Skrova non n la balena n il salmone,
ma il prezioso carico che in autunno parte per
Svolvr con il traghetto: i ragazzi troppo grandi per la minuscola scuola dellisola, costretti a
fare i bagagli e andare via di casa per frequentare le scuole superiori. Per la maggior parte di
loro questo ingresso in un mondo pi grande
segna linizio di una vita nuova, che li porta
via da Skrova. I cinque adolescenti che partono
questautunno saranno seguiti da due coetanei
lanno prossimo e da altri tre lanno successivo.
E vista lassenza di bambini allaltro capo del
percorso educativo, sembra che la piccola comu-

nit scolastica dellisola sia destinata a ridursi


ulteriormente. Dobbiamo far trasferire qui altre
famiglie giovani, dice Ellingsen. Sua fglia Aurora tra i ragazzi che questautunno emigrano
a Svolvr per proseguire gli studi.
Mi piacerebbe tornare qui da vecchia, quando
sar in pensione, dice la diciassettenne June Kristin Hauvik, la cui madre lavora allo stabilimento
di Ellingsen da 35 anni. Per adesso, comunque,
June Kristin seguir le orme delle sorelle maggiori, luna medico, laltra avvocato, felicemente
sistemate in una grande citt lontana anni luce
dallisola sonnacchiosa in cui sono cresciute.
un luminoso pomeriggio dautunno e June
Kristin e gli altri ragazzi in partenza salgono sul
traghetto, lasciandosi alle spalle la vecchia panchina dei milionari, i monti e i fordi per andare
incontro al futuro sul grande mare aperto in cui
tutto sembra possibile. j
balenieri vichinghi

111

La sedicenne Aurora Ellingsen, che


sogna di studiare cinematografa,
se ne andr presto da Skrova per
frequentare le superiori. Sar la
prima tappa di un viaggio che
probabilmente la porter lontano
dai suoi genitori e dalle radici isolane.

La caccia alla balena


Le balene sono sopravvissute a stento al
Novecento. Agli inizi del secolo, visto il calo
di individui nellemisfero boreale, i balenieri
si spostarono verso lAntartide e adottarono gli
arpioni esplosivi, lanciati da navi officina. Nel 1946,
per salvare il settore fissando quote massime, fu
creata la Commissione baleniera internazionale
(IWC), ma le proteste portarono, nel 1986, a una
moratoria sulla caccia commerciale alla balena.

82.998
Record di catture
La caccia intensiva alla
balena era praticata solo
da Giappone, Unione
Sovietica e Norvegia
quando il numero delle
catture sub un crollo
vertiginoso per il calo della
domanda, ma soprattutto
per la drastica riduzione
del numero di balene. Dal
1900, solo nellemisfero
australe ne erano state
uccise pi di 1,6 milioni.

La moratoria del 1986


LIWC mette al bando la
caccia commerciale alla
balena. Ma Giappone,
Norvegia e Islanda
continuano a cacciare
grazie allopzione
per fini scientifici, che
autorizza a uccidere
le balene per studiarne
la biologia e poi
venderne la carne.

Balene
cacciate
e uccise
nel mondo

40.000

Colata a picco
La caccia alla balena
cal durante le guerre
mondiali e nei primi
anni Trenta, quando
croll il prezzo
dellolio di balena
usato nella margarina
e come lubrificante
industriale.

Catture
norvegesi

Catture
giapponesi

1993
La Norvegia reintroduce
la caccia commerciale
alla balena con
quote autoimposte
(autorizzata dallIWC).
Lo stesso fa lIslanda
nel 2006.

20.000

1.539
balene sono
state cacciate
e uccise
nel 2011

0
1900

114

1917

1931

1946
Nasce lIWC

1964
Picco

LVARO VALIO E TONY SCHICK. FONTI: CHERRY ALLISON, COMMISSIONE BALENIERA INTERNAZIONALE;
PHILLIP CLAPHAM E YULIA IVASHCHENKO, NATIONAL MARINE MAMMAL LABORATORY, SEATTLE

1986
Moratoria

1993

2011

Le balene catturate oggi


Totale delle catture per paese nel 2011

Catture per specie

Una piccola parte delle balene catturate


va ai cacciatori tradizionali delle zone artiche
di Groenlandia, Russia, Usa e Canada.
Una quota va alle popolazioni caraibiche
con una tradizione storica di caccia alla balena.

Le balenottere minori sono le pi catturate


perch numerose. Una volta erano meno
cacciate per le dimensioni ridotte: ci le
ha preservate. Destano preoccupazione
le catture accidentali nelle reti da pesca.

TIPO DI AUTORIZZAZIONE

Scientica

Commerciale

Caccia tradizionale

Giappone 540

Balenottera 1.193
Balenottera minore
e balenottera comune
antartica
Balenottera
minore

Tutte le altre specie


catturate nel 2011 (sotto)
furono in passato decimate
dalla caccia eccessiva. Oggi
c una ripresa generale, ma
molte popolazioni regionali
non hanno recuperato.
Tra le specie cacciate, la
balenottera boreale e quella
comune sono considerate
a rischio destinzione.

Balenottera
minore

Norvegia 533

Balenottera boreale
(a rischio)

reale

Eden

ra bo

B. di

pod
une Ca

B. com

notte

Bale

Balena grigia

oglio

B. minore

Balena della Groenlandia

Danimarca 203
(Groenlandia)
B. minore

Balenottera di Eden
Balena
grigia 128

B. Groenlandia

e
or

Russia 128

in

.m

Megattera

Islanda 58
U.S.A. (Alaska) 51
Corea del Sud 21 (Illegale)
Canada 3
St. Vincent e
Grenadine 2

B. comune

Balena
grigia

B. Boreale 96

Megattera

B. Groenlandia 55

B. Groenlandia

B. di Eden 50
B. Groenlandia
Megattera

Megattera 10

Balenottera comune
(a rischio)

Balenottera
comune 6

Capodoglio 1

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IN EDICOLA A LugLIO

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DVD
La culla degli dei
Molto pi antico delle
piramidi, di Stonehenge
e di qualunque altro
edificio sacro mai
scoperto, il tempio
di Gbekli Tepe si
trova nella Turchia
sudorientale. A costruirlo
e a scolpire le statue
che lo decoravano fu
un misterioso popolo
di cacciatori-raccoglitori:
era il 9.500 a.C., e
luomo non aveva ancora
scoperto lagricoltura.
Oggi studiosi di tutto
il mondo tentano di
scoprire i segreti del

In principio fu il caos
i pianeti giganti non sono sempre stati dove si trovano oggi.
il nostro Sistema solare si formato con una giovent
selvaggia e turbolenta.

Il ritorno del caimano


trentanni fa il caimano jacar sembrava destinato a scomparire, tramutato
in cinture, stivali e borsette. Ma qualcosa cambiato. come e perch?

Lantenato mancante
incontro con un misterioso membro della famiglia umana.

Primo piano su Marte


il rover Curiosity sta scattando ritratti senza precedenti del pianeta rosso.

Transilvania, il profumo del feno


una terra solare, un susseguirsi di distese di campi derba e fiori coltivati
con tecniche tradizionali, senza agenti chimici n pesticidi.

Lultimo canto degli uccelli migratori


nellarea del Mediterraneo, milioni di uccelli vengono cacciati
per consumo diretto, vendita o per puro divertimento.

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foto: StEpHEn MojzSiS, univErSity of coLorAdo/ nASA LunAr SciEncE inSt itutE; WiLLiAM BottkE

luogo in cui nacque


la religione.

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national geographic in tv

Gli anni 80

I re dei salmoni
Dal 4 giugno, il marted alle 22.00

Da marted 4 giugno alle 20.55


Una serie per ricostruire e rivivere
il decennio che ha rivoluzionato
il nostro stile di vita, puntando i riflettori non solo sugli aspetti
economici e sociali, ma anche musicali, cinematografici e sportivi.
Un tuffo nel decennio delledonismo e del consumismo, ma anche
di grandi sconvolgimenti socio-politici come la caduta del Muro
di Berlino. in questo decennio che sono nate mode e tendenze
destinate a durare a lungo, come il cibo biologico o laerobica,
come la Microsoft o la apple di Steve Jobs, nonch i primi telefoni
cellulari. introdurr ogni episodio il giornalista e blogger di Wired
Matteo Bordone, che ci regaler curiosit e approfondimenti sugli
anni ottanta in italia.

La posta in gioco: 60 milioni di


dollari ogni giorno. Il luogo: le
acque gelide del Pacifico al largo
dellAlaska. I protagonisti: 400
pescherecci capitanati da uomini
ambiziosi e spietati. La preda:
i banchi di salmoni che risalgono
verso i fiumi per lestate. In questa
agguerrita competizione i pescatori
dovranno sfidarsi allultimo
salmone, affrontando guasti
meccanici e repentini cambiamenti
climatici, tirando fuori il meglio
di s con strategie vincenti e un
grande gioco di squadra. Una
sfida appassionante che alla fine
consacrer il vero re dei salmoni.

Come ti cambio
il ristorante
dal 13 giugno, il gioved alle 22.30
Un grande chef e un designer

Armstrong: ascesa e caduta di un mito

di successo, entrambi rispettati


professionisti nei loro ambiti
lavorativi, hanno una sola
settimana per riorganizzare,
rinnovare, ridecorare e rilanciare
in grande stile un ristorante
sullorlo del fallimento.

Domenica 16 giugno alle 22.55 national Geographic channel


racconta la vicenda sportiva di uno dei ciclisti pi famosi al mondo,
lance armstrong. Sopravvissuto al cancro, sette volte vincitore al
tour de france, armstrong ha rappresentato per anni un modello
da imitare. Ma poi venuta a galla unaltra storia, fatta di inganni
e doping, che ha infangato per sempre la sua carriera.

i canali di national Geographic sono solo su Sky. per maggiori informazioni sui programmi visitare il sito www.natgeotv.com

foto: Sean Stack (in alto); national GeoGraphic channelS

in lettura

sI fa presto a dIre selvaggI

pIaneta cIna

Un popolo dI cammInatorI

Lagricoltura esiste
da poco pi di 11
mila anni, lo Stato
da poco pi di
5.000; per gran
parte della sua
storia luomo ha
vissuto in quelle
che chiamiamo
societ tradizionali, alcune delle
quali sopravvivono ancora oggi. Senza
romanticismi o nostalgie per il buon
selvaggio, Diamond le racconta con
il talento narrativo e la ricchezza di
esempi che hanno reso celebre il suo
Armi, acciaio e malattie; per scoprire
che dai primitivi anche noi moderni
abbiamo qualcosa da imparare.
Il mondo fino a ieri
Jared Diamond, trad. Anna Rusconi
Einaudi, pagg. 504, 29

Nessuna religione
organizzata, un
atteggiamento
verso le leggi molto
pi anarchico
di quanto i lunghi
periodi di dittatura
farebbero pensare:
eppure la civilt
cinese sopravvive da millenni e oggi
sfida lOccidente per la conquista
dellegemonia mondiale. Renata Pisu
esplora misteri e contraddizioni della
spiritualit e della mentalit cinese
attingendo alla sua lunga esperienza
di giornalista e studiosa.
N Dio n legge Renata Pisu
Laterza, pagg. 176, 15

La passione per
il viaggio a piedi
sempre pi diffusa
anche nel nostro
paese: la guida
propone una
serie di cammini
per esperti
o principianti,
dal Monte Bianco alla Costiera
Amalfitana, insieme alle riflessioni
di scrittori-camminatori come
Paolo Rumiz o Susanna Tamaro.
Italia a piedi Fabrizio Ardito
Touring, pagg. 240, 19,90

storIe sInIstre

Diabolici, eccentrici,
sbagliati, o magari
originali e creativi:
da sempre
i mancini attirano
pregiudizi. Smits
li smonta
con spiegazioni
scientifiche
e una serie inesauribile di aneddoti.
Lenigma della mano sinistra
Rik Smits, trad. Delia Belleri
Odoya, pagg. 304 18

dallo spazIo alla terra

qUel che resta da esplorare

La superficie
terrestre, gli oceani
e il sottosuolo; e
poi la Luna, Marte,
il resto del Sistema
Solare e oltre: sono
le sette sfere
di cui luomo deve
ancora completare
- o iniziare - lesplorazione. Scienziato
e divulgatore, Bignami ci accompagna
in un viaggio nel passato e nel futuro
della conoscenza umana.
Il mistero delle sette sfere
Giovanni F. Bignami
Mondadori, pagg. 240 17,50

Elettrodomestici a batteria, lenti


antigraffio, tessuti tecnologici
e persino cannucce pieghevoli...
lastronauta Guidoni accompagna
i ragazzi alla scoperta degli oggetti
di uso comune ideati o sperimentati
durante le missioni spaziali.
Cos extra, cos terrestre
Umberto Guidoni, Andrea Valente
Editoriale Scienza, pagg. 126, 12,90

PER IMMAGINI

Il padrino del surf


Nato sulle coste della California, Leroy Grannis cominci a fotografare il mondo del
surf ai tempi delle longboard, negli anni sessanta, raccogliendo una documentazione
cos esaustiva da portare il New York Times a definirlo il padrino della fotografia
di surf. Oggi, a due anni dalla sua scomparsa, esce anche in Italia in edizione
economica il libro con il meglio delle sue immagini; pi che un libro di fotografie, la
testimonianza di uno stile di vita che contrassegn unintera generazione di americani.
Surf photography of the 1960s and 1970s Leroy Grannis, Taschen, pagg. 192 9,99

listante

Marco Grob

Copertina profonda
Per la foto di copertina con il premio Oscar James
Cameron sottacqua abbiamo usato un po di trucchi
del cinema. Dobbiamo far vedere a tutti quanto
la scienza sia emozionante, dice il regista ed
esploratore. Cameron, explorer-in-residence
di National Geographic, stato messo a mollo
nellenorme serbatoio di uno studio cinematografico
di Manhattan Beach, in California, non lontano da due
modelli del Titanic alti circa 12 metri luno. Sabbia,
piante e bolle sono poi state aggiunte allimmagine
per creare lillusione che Cameron si trovasse in fondo
al mare, un posto che il regista di Titanic e Abyss
conosce bene. Il fotografo Marco Grob (sopra,
con la macchina fotografica) aveva solo due ore per
scattare prima che il modello andasse allaeroporto
a prendere un volo per lAustralia. Cameron
si quindi sbrigato a indossare la muta e a mettersi
in posa, sottacqua. Ha trattenuto il fiato come
un vero professionista. Ogni tanto mi preoccupavo,
ammette Grob, bussavo sul vetro del serbatoio e gli
dicevo Dai, esci un po. Margaret G. Zackowitz
fOtO (IN AltO): BIll MARR, NGM StAff

PRIMA

Ecco la foto di copertina


non ritoccata di James
Cameron scattata
da Marco Grob.

DOPO

Ed ecco la stessa foto,


modificata per dare
lillusione che Cameron
si trovi in fondo al mare.

FLASHBACK

Benvenuto
al fresco
Bandiere, uccelli, una
barca e un arco costruito
con balle di stoccafisso
accolgono il principe
Gustavo di Norvegia
nel 1887, in occasione
della sua visita alla citt
portuale di hammerfest,
tra i centri abitati pi
a nord del mondo.
La citt tutta di legno,
spiegano gli appunti
allegati alla foto.
Tutto quel legno
sarebbe diventato
un problema. Nel 1890
la citt fu distrutta da
un incendio. Ricostruita,
fu data alle fiamme nel
1945, su ordine di hitler,
quando gli occupanti
nazisti fuggirono per
lavanzata dei sovietici.
Migliaia di persone
rimasero senza tetto;
molti affrontarono
linverno nelle grotte
circostanti. Ma ancora
una volta hammerfest
risorta dalle sue ceneri:
oggi ha circa 10 mila
abitanti. La sua economia
ancora legata al mare.
Margaret G. Zackowitz

FoTo: ChARLES hARRIS PhELPS, NATIoNAL GEoGRAPhIC SToCk


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della telefonata da rete fissa di 14,37 cent di euro al minuto pi 6,24 cent di euro di scatto alla risposta (Iva inclusa). Per chiamate da rete mobile il costo massimo della chiamata di 48,4 cent di euro al
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contenute nellarticolo 2 comma 2 del Codice Deontologico relativo al trattamento dei dati personali nellesercizio dellattivit giornalistica ai sensi dellAllegato A del Codice in materia di protezione dei
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