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E 4,90 MARZO 2020

RITORNO ALLA VITA I SEGRETI RABARI DELL’INDIA,


DOPO BOKO HARAM DELLE API GLI ULTIMI NOMADI

ITALIA

UN MONDO
SENZA
RIFIUTI
L’ECONOMIA CIRCOLARE È DAVVERO POSSIBILE?

COSMOS: ODISSEA NELLO SPAZIO 2 IN ONDA SU NATIONAL GEOGR APHIC DAL 9 M ARZO

NATIONAL GEOGRAPHIC IN ITALIANO - MENSILE DEL 3 MARZO 2020 - VOL. 45 N. 3 • POSTE ITALIANE SPED. IN A.P. - D.L. 353/2003 CONV. L. 46/2004, ART. 1, C. 1, DCB - MILANO
N AT I O N A L G E O G R A P H I C MARZO 2020

S O M M A R I O

I R E P O R T A G E Un mondo senza rifiuti Le ragazze di Chibok Nomadi rabari


Meno sprechi e Sopravvissute a un L’antico stile di vita di
materiali che si rapimento di Boko questo popolo indiano
riciclano all’infinito. Haram in Nigeria, ora rischia di scomparire
L’economia circolare reclamano un futuro. per sempre.
è davvero realizzabile? DI NINA STROCHLIC DI ELENA DAK
FOTOGR AFIE DI FOTOGR AFIE DI
DI ROBERT KUNZIG

36 66
BÉNÉDICTE KURZEN B RU NO Z ANZOT TER A
FOTOGR AFIE DI

In copertina:
La fossa rifiuti del
L U C A L O C AT E L L I

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pag. 2 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pag.

Cultura o barbarie?
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pag.

Le pioniere
termovalorizzatore I segreti delle api I macachi sono parte La storia di National
di Copenaghen, in Un fotografo ci regala del teatro tradizionale Geographic raccontata
Danimarca, può uno sguardo inedito giapponese, ma come attraverso le donne
contenere 22.000 dall’interno dell’alveare. vengono trattati? che ne sono state
tonnellate DI JASON BITTEL DI RENE EBERSOLE protagoniste.
e usa tecnologia FOTOGR AFIE DI FOTOGR AFIE DI
DI NINA STROCHLIC
avanzata per convertire
i rifiuti in energia.
LA FOTOGRAFIA È DI
INGO ARNDT

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pag. 24 JASPER DOEST

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pag. 50 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pag. 76
LUCA LOCALTELLI

FOTO: JASPER DOEST


M A R Z O 2 0 2 0 | SOMMARIO

The National Geographic Society


is a global nonprofit organization that pushes the bound-
aries of exploration, furthering understanding
of our planet to empower us all to generate solutions
for a healthier and more sustainable future.

NATIONAL GEOGR APHIC SOCIETY


PRESIDENT AND CHIEF OPERATING OFFICER
Michael L. Ulica
SENIOR MANAGEMENT
Jonathan Baillie
EVP AND CHIEF SCIENTIST :
L E R U B R I C H E CHIEF ADMINISTRATIVE OFFICER :Tara Bunch
SVP, GLOBAL ENGAGEMENT : Emma Carrasco
E D I TO R I A L E E X P LO R E CHIEF HUMAN RESOURCES OFFICER : Mara Dell
EVP, GENERAL COUNSEL AND CORPORATE SECRETARY :
Ripensare le risorse La missione della Angelo Grima
D I M A R C O C AT TA N E O scienza CHIEF OF MEDIA AND PUBLIC AFFAIRS : Kalee Kreider
EVP AND CHIEF EDUCATION OFFICER : Vicki Phillips
D I A N N D R U YA N
CHIEF STORYTELLING OFFICER : Kaitlin Yarnall
IN EDICOLA
Un gigante tra i geodi BOARD OF TRUSTEES
CHAIRMAN : Jean M. Case
Montagne Incantate DI ROBIN GEORGE ANDRE WS VICE CHAIRMAN : Katherine Bradley
Brendan P. Bechtel, Afsaneh Beschloss,
ANTEPRIMA
L’allenamento Michael R. Bonsignore, Ángel Cabrera,
del gran maestro Elizabeth (Beth) Comstock, Jack Dangermond,
Alexandra Grosvenor Eller, Jane Lubchenco,
Kevin J. Maroni, Strive Masiyiwa,
Mark C. Moore, George Muñoz, Nancy E.
Pfund, Peter H. Raven, Lyndon Rive, Edward P.
Roski, Jr., Frederick J. Ryan, Jr., Anthony A.
Williams, Tracy R. Wolstencroft
RESEARCH AND EXPLOR ATION COMMITTEE
CHAIRMAN : Peter H. Raven
VICE CHAIRMAN : Jonathan Baillie
Kamal Bawa, Justin Brashares, Ruth DeFries,
Margaret Honey, Anthony Jackson,
Gary Knight, Steven R. Palumbi, Andrew
Revkin, Jerry A. Sabloff, Eleanor Sterling

La pianta della furia EXPLORERS - IN - RESIDENCE


Sylvia Earle, Enric Sala
vichinga
Thomas Hoepker DI ANNIE ROTH
EXPLORERS - AT- LARGE
Robert Ballard, Lee R. Berger, James Cameron,
J. Michael Fay, Beverly Joubert, Dereck
EVENTI
L’arte dei batteri Joubert, Louise Leakey, Meave Leakey
In nome delle donne DI JENNIFER TSANG FELLOWS

Katy Croff Bell, Jim Bentley, Steve Boyes,


FOTO D I A R I O Joe Grabowski, Kavita Gupta, Dan Hammer,
Stephanie Harvey, Charlie Hamilton James,
Corey Jaskolski, Heather Koldewey, David Lang,
Erika Larsen, Tom Lovejoy, Arthur Middleton,
Pete Muller, Alex Oberle, Sarah Parcak, Joe Riis,
Paul Salopek, Joel Sartore, Shah Selbe,
Brian Skerry, Martin Wikelski

NATIONAL GEOGR APHIC PARTNERS


CHAIRMAN Gary E. Knell
SENIOR MANAGEMENT
La corsa continua EDITORIAL DIRECTOR: Susan Goldberg
D I K AT I E O R L I N S K Y GENERAL MANAGER NG MEDIA: David E. Miller
DEPUTY CHIEF COUNSEL : Evelyn Miller
GLOBAL NETWORKS CEO: Courteney Monroe
Un amore paterno HEAD OF TRAVEL AND TOUR OPERATIONS: Nancy
Schumacher
da togliere il respiro CHIEF FINANCIAL OFFICER: Akilesh Sridharan
D I PAT R I C I A E D M O N D S BOARD OF DIRECTORS
Intrappolate Ravi Ahuja, Jean M. Case, Bob Chapek,
3 DOMANDE Nancy Lee, Kevin J. Maroni, Peter Rice,
nel ghiaccio Frederick J. Ryan, Jr., Tracy R. Wolstencroft
Una documentazione Jeff Goldblum INTERNATIONAL PUBLISHING
Yulia Petrossian Boyle
SENIOR VICE PRESIDENT :
delle bolle di gas nei L' O R O LO G I A I O M I O P E Ariel Deiaco-Lohr, Gordon Fournier,
ghiacci artici, segno Kelly Hoover, Jennifer Jones, Jennifer Liu,
Abbraccio mortale Rossana Stella
del cambiamento La National Geographic Society
DI LISA SIGNORILE
climatico. è un’organizzazione non profit internazionale
il cui scopo è l’esplorazione e la salvaguardia
F O T O G R A F I E D I RYO TA K A J I TA I N O LT R E
del pianeta.
I N S TAG R A M • Nel prossimo numero Copyright © 2020 National Geographic Partners.
All rights reserved. National Geographic
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materials.
Printed in U.S.A.

NATIONAL GEOGRAPHIC MAGAZINE


EDITOR IN CHIEF Susan Goldberg
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M A R Z O | EDITORIALE

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RIPENSARE LE RISORSE PUBBLICITÀ


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ABBONAMENTI E ARRETRATI
SECONDO UN RECENTE R APPORTO della Banca Mon- GEDI Distribuzione S.p.A.

diale, ogni anno nel mondo si producono oltre 2 mi- Tel. 0864.256266 Fax 02.26681991
email: abbonamenti@somedia.it
liardi di tonnellate di rifiuti solidi urbani. Se si potessero email: arretrati@somedia.it
caricare tutti su camion, la coda di mezzi farebbe 24 Registrazione del Tribunale di Roma n. 652/97
del 2 dicembre 1997
volte il giro del mondo. Pro capite, fanno 740 grammi ISSN 2499-0582
al giorno, con grandi disparità: si va dai 110 grammi
dei paesi poveri ai 4,5 chili di noi ricchi. E, secondo le
previsioni, da qui al 2050 la massa di rifiuti generata
GEDI Gruppo Editoriale SpA
da Homo sapiens aumenterà del 70 per cento.
CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
Uno dei problemi principali è che il 99 per cento dei PRESIDENTE Marco De Benedetti
beni che acquistiamo finisce nella spazzatura nel giro VICE PRESIDENTI John Elkann, Monica Mondardini
AMMINISTRATORE DELEGATO Laura Cioli
di sei mesi. E il più delle volte non va nemmeno vicino DIRETTORE GENERALE Maurizio Scanavino
a essere riciclato. Uno degli esempi più clamorosi è la CONSIGLIERI

crisi della sabbia e della ghiaia da costruzione, che Agar Brugiavini, Giacaranda Maria Caracciolo
di Melito Falck, Elena Ciallie, Alberto Clò,
estraiamo dagli alvei dei fiumi al ritmo di 50 miliardi Rodolfo De Benedetti, Francesco Dini,
Silvia Merlo, Luca Paravicini Crespi,
di tonnellate all’anno. Secondo un articolo pubblicato Carlo Perrone, Tatiana Rizzante, Michael Zaoui
su Nature a metà dello scorso anno, abbiamo raggiunto DIRETTORI CENTRALI

il punto in cui la domanda di sabbia e ghiaia supera Pierangelo Calegari (Produzione e Sistemi informativi),
Stefano Mignanego (Relazioni esterne),
il naturale ripristino di queste risorse. E, se non ba- Roberto Moro (Risorse umane)

stasse, l’attività estrattiva ha un impatto disastroso Divisione Stampa Nazionale


sugli ecosistemi e sulle infrastrutture. Via Cristoforo Colombo, 90 - 00147 Roma
Un esempio DIRETTORE GENERALE Corrado Corradi
È evidente che non sono le migliori premesse per pro-
virtuoso VICEDIRETTORE Giorgio Martelli

di economia gettare un’economia circolare, un’idea che, per ora, più REDAZIONE NATIONAL GEOGRAPHIC ITALIA
circolare viene che una prospettiva a portata di mano sembra un’utopia Via Cristoforo Colombo 90 - 00147 Roma
tel. (06) 49822736
da Prato, dove da fantascienza, come riconosce anche Robert Kunzig e-mail: forum@nationalgeographic.it
i materiali nel servizio di copertina di questo numero. Eppure Il responsabile del trattamento dei dati raccolti in banche
dati di uso redazionale è il direttore responsabile a cui è
tessili di scarto da qualche parte bisognerà pur cominciare. Perciò in possibile rivolgersi, scrivendo a privacy@gedi.it, per i diritti
vengono previsti dal Regolamento (UE) 2016/679 sulla protezione
queste pagine vi raccontiamo l’importanza di avviare dei dati personali.
processati
e riutilizzati una rivoluzione nel nostro modo di pensare, sfruttare
per creare e recuperare le risorse. Perché non c’è un pasto gratis. Accertamento Diffusione Stampa
Certificato N. 8563 del 18.12.2018
nuovi abiti. E il pianeta ci sta già presentando il conto.

FOTO: LUCA LOCATELLI


I N E D I C O L A

I picchi aguzzi dell’estremo Sud I Cuernos del Paine,


parte del complesso
Il secondo appuntamento con la nuova serie di Le montagne incantate, la collana del Cerro Paine,
nata dalla collaborazione fra National Geographic Italia e CAI (in edicola con nella Patagonia cilena.
National Geographic Italia e Repubblica a marzo a €12,90 in più), ci conduce in
Patagonia, alla scoperta dei picchi aguzzi che fanno da vedette all’estremo
Sud del continente americano. Di questa fantastica regione scoprirete la sto-
ria naturale e umana: dalle prime esplorazioni di padre Alberto Maria De
Agostini agli assalti degli alpinisti trentini e lecchesi, dalle epiche traversate
dei ghiacciai alle avventurose discese fluviali in canoa. E poi i prodigiosi
animali, i guanachi, i puma, i condor, e soprattutto una natura di ghiaccio,
steppa e granito. Un luogo estremo, una frontiera dell’immaginario che ha
sedotto la penna di grandi narratori: Saint-Exupéry, Coloane, Chatwin.

Thailandia, dall’antichità a oggi


È dedicato alla Thailandia il quattordicesimo volume della serie
Le Grandi Civiltà. Cultura tra le più ricche e varie dell’Asia sudorientale,
è generalmente nota più per alcune sue attrazioni specifiche (l’arte di
Bangkok, le rovine di Ayutthaya, i monasteri lignei del nord) che nella
sua integrità. Il volume, basato su testimonianze artistiche e ricostruzioni
archeologiche, propone uno sguardo d’insieme sulle diverse tradizioni
che si sono sviluppate e avvicendate nel paese e che hanno portato,
attraverso recuperi e trasformazioni, innovazioni e rotture, alla nascita
della Thailandia moderna e multiculturale. Thailandia è in edicola
con National Geographic Italia e Repubblica a €12,90 in più.

N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A Copia di promopress
FOTO: GENE WAHRLICH, GETTY IMAGES
A N T E P R I M A

MAESTRI

DI
Thomas Hoepker, creatore di immagini
FOTO G R A F I A Sono famosi i suoi scatti in bianco e nero di Muhammad Alì che tira pugni verso
l’obiettivo, datati 1966. E lo è ancora di più la foto che vedete qui sopra, realizzata
l’11 settembre 2001 nel New Jersey, considerata da molti la foto più controversa
di quell’evento che ha segnato la nostra epoca. Una foto ambigua, soggetta a
varie intepretazioni, senza dubbio frutto di una visione raffinata e originale.
E che rispecchia appieno lo stile di questo fotografo tedesco dell’agenzia Magnum,
sempre alla ricerca di immagini che sollevino domande; sempre molto attento,
quasi maniacale, nella composizione e nell’uso del colore. Eppure Hoepker ci
tiene a dichiarare di non essere un artista, bensì un image maker, un creatore di
immagini. Oggi questo ottantaquattrenne che cominciò a scattare a 16 anni
resta un punto di riferimento nel mondo della fotografia, e il suo stile in continua
evoluzione lo testimonia. Il volume dedicato a Thomas Hoepker a sarà in edicola
ad aprile con National Geographic Italia e Repubblica a €11,90 in più.

FOTO: BROOKYIN, 11 SETTEMBRE 2001, THOMAS HOEPKER, MAGNUMPHOTOS/CONTRASTO

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E V E N T I

IN MOSTRA

Magia degli oceani


Gli oceani ricoprono più
del 70 per cento della
superficie terrestre, ed
è lì che ha avuto origine
la vita. Eppure, fino
a pochi decenni fa non
ne conoscevamo che
la superficie. Ci sono
voluti pionieri come
Jacques-Yves Cousteau
e Jacques Piccard per
cominciare a esplorarne
le profondità. Con
Oceani. Ultima frontiera
– la mostra fotografica
che sarà inaugurata
a Palazzo Blu, a Pisa,
il 21 marzo – National
Geographic Italia
ripercorre la storia
dell’esplorazione
degli oceani, partendo
proprio dai protagonisti
e accompagnandoci
nelle meraviglie degli
abissi senza dimenticare
i problemi, dal
cambiamento climatico
alla pesca eccessiva,
che ne mettono
in pericolo la salute.

a Bologna, nel complesso di Santa Maria della


WOMEN.

IN MOSTRA
In nome delle donne Vita, dal 15 febbraio - è la mostra fotografica
A BOLOGNA
Da un secolo a questa parte, la condizione che National Geographic ha dedicato alle
delle donne è cambiata radicalmente, almeno donne, per raccontare in una straordinaria
in alcune parti del mondo. In Occidente, per raccolta di immagini che coprono oltre un
esempio, anche se restano ancora molte sfide secolo della storia del magazine il faticoso cam-
aperte, a cominciare da uguali opportunità mino verso la parità di genere. Attraverso sei
in ambito professionale o dalla parità salariale sezioni - dedicate a gioia, bellezza, amore, sag-
fino ad arrivare a un’equa presenza nei trial gezza, forza e speranza - e una carrellata di
clinici. In molti altri paesi, poi, i problemi ritratti di donne simbolo del nostro tempo,
che le donne incontrano nella società sono Women offre una testimonianza unica della
ancora più fondamentali. vita, delle sofferenze e delle speranze delle
Women, un mondo in cambiamento - aperta donne di ieri, di oggi e di domani.

FOTO: ROBIN HAMMOND (A SINISTRA); BRIAN SKERRY (A DESTRA)


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Dal 2010 Ryota Kajita
fotografa i disegni
che si formano sia
sopra che sotto
gli strati di ghiaccio
su fiumi, laghi, stagni
e acquitrini dell’Alaska.

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FOTODIARIO

N AT I O N A L G E O G R A P H I C

INTRAPPOLATE
NEL GHIACCIO

OSSERVANDO FOTOGRAFIE DI
LA TERRA RYOTA K A J ITA
DA OGNI
PUNTO Questo fotografo documenta le
DI VISTA curiose formazioni di bolle di gas
intrappolate nei ghiacci dell’Alaska,
segnali del cambiamento climatico.

MARZO 2020
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F O T O D I A R I O

Kajita ha spiegato la scienza che sta dietro alle immagini del suo progetto, Ice Formations, per la galleria
digitale Life-Framer.com: “Molte delle formazioni sono bolle di gas ghiacciate, come metano e anidride

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carbonica, intrappolate sotto il ghiaccio mentre l’acqua congela lentamente partendo dalla superficie”,
dando vita a forme geometriche. Cristalli di neve e gelo sul ghiaccio aggiungono un’altra dimensione.

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F O T O D I A R I O

IL RETROSCENA
U N F O T O G R A F O C O G L I E L’ E F F E T T O V I S I V O D E L L E B O L L E D I G A S
N E L G H I A C C I O L E G AT E A L C A M B I A M E N T O C L I M AT I C O .

ANNO DOPO ANNO, quando l’autunno sono composte da bolle ghiacciate di


in Alaska volge al termine, il fotografo metano e anidride carbonica.
Ryota Kajita va a cercare il primo ghiac- Kajita ama fotografare queste forma-
cio dell’inverno. Kajita, nato in Giap- zioni, ma la loro presenza lo preoccupa.
pone ma residente a Fairbanks, crede Con l’aumentare delle temperature del
che «anche se sembra insignificante, è nord del mondo, accelera lo sciogli-
tutto connesso a una dimensione più mento del permafrost. Questo significa
grande». Un esempio, dice, è il ghiaccio, più metano nell’atmosfera, un nocivo
dopo che si è formato su stagni e laghi gas serra.
ma prima di essere coperto dalla neve. La speranza di Kajita è che, vedendo
Kajita lo fotografa dal 2010 per il suo le sue foto, le persone «si sentano con-
progetto Ice Formations. È affascinato nesse con la natura» e che questo le-
dai motivi geometrici: bolle sotto la su- game permetta di «affrontare questioni
perficie ghiacciata con una spolverata più grandi, come il cambiamento clima-
di cristalli di neve e ghiaccio. Molte foto tico mondiale». — PAT R I C I A E D M O N D S

« La finestra temporale per trovare i disegni di ghiaccio è breve», racconta Kajita, «perché tutte le
superfici esposte, nella stagione fredda, sono ben presto coperte dalla neve».

N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A
© National Geographic
L A M I A F O T O
G L I S C AT T I D E I L E T TO R I

A N D R E A P E R U Z Z I , CA M P I B I S E N Z I O ( F I )

Con l’arco in mano, di ritorno da una battuta di caccia, un capotribù korowai della Papua indonesiana attende la moglie su
un tronco d’albero usato come ponte. «Ho voluto realizzare un reportage su una delle ultime tribù cannibali conosciute»,
racconta l’autore. «È stata un’esperienza indimenticabile, complessa per molti aspetti ed estremamente primitiva».

M A R C O V E N D I T T E L LI , S O R R E N TO ( N A )

«Durante il mio ultimo viaggio in Cina mi sono recato nella regione del Guizhou per conoscere la minoranza dei Longhorn
Miao, famosi per la loro particolare acconciatura, un copricapo fatto con lino, lana e capelli dei loro antenati», racconta
il lettore Vendittelli. «Questo piccolo gruppo etnico vive in tranquillità tra le montagne di questa misteriosa regione».

Inviate le vostre immagini a: tinyurl.com/NG-Magazine-LaMiaFoto

MARZO 2020
INSTAGRAM
MICHAELA SKOVRANOVA
DAI NOSTRI FOTOGRAFI

CHI Fotografare le donne può dare risultati magici.


Residente in Australia, Skovranova, che contribuisce all’account Instagram
Skovranova è una @natgeo, è affascinata dalla combinazione di forza,
fotogiornalista specializzata
in storie di persone e natura. giocosità e complicità che vede nelle donne: un’al-
D OV E chimia che spesso aggiunge calore e ispirazione
Cabbage Tree Bay Aquatic alle foto. Un giorno Skovranova, che è una fotografa
Reserve, vicino a Sydney, naturalistica specializzata in ambienti subacquei
Australia.
COME
appassionata di immersioni in apnea, nuotava al
Scattata con una Olympus
largo di Shelly Beach, in Australia. Lì ha notato
E-M5 Mark II e obiettivo un gruppo di giovani donne che si immergevano
9-18 mm in una custodia nelle onde, ridendo e scherzando tra loro. «Questo
subacquea
sostegno e questa giocosa leggerezza sono a mio
avviso una delle cose più belle dell’essere donna».
In questa pagina pubblichiamo immagini tratte dai nostri account Instagram.
Con più di 127 milioni di follower siamo il marchio più popolare su questo social network.
Seguici anche tu: instagram.com/natgeo
Segui anche il nuovo profilo dell’edizione italiana: instagram.com/natgeo.magazine.italia

MARZO 2020
E X P L O R E

G E T T I A M O L U C E S U I M I S T E R I E L E M E R AV I G L I E C H E C I C I R C O N D A N O

N AT I O N A L G E O G R A P H I C

La missione
della scienza
E I N S T E I N S O S T E N E VA C H E I L D OV E R E D E G L I S C I E N Z I AT I È S P I N G E R C I
A L L’A Z I O N E . C O S Ì L A P E N S A A N C H E L’AU T R I C E D E L L A S E R I E C O S M O S .

D I A N N D R U YA N

quando il futuro divenne

E
E R A U N A N OT TE PI OVO SA
un luogo che si poteva visitare. Nonostante l’acquaz-
zone, ad assistere alla cerimonia di apertura dell’e-
sposizione universale di New York del 1939 c’erano
ben 200.000 persone. Il tema di questo sogno in
stile art deco era “Il mondo di domani”.
C’erano televisori, calcolatori, persino un robot. Per
la prima volta, la gente aveva la possibilità di vedere
gli oggetti che avrebbero cambiato la loro vita. Ma
quella sera erano lì per ascoltare il più grande genio
della scienza dopo Isaac Newton: Albert Einstein do-
veva tenere un breve discorso e premere l’interruttore
che avrebbe illuminato la fiera. Prometteva di essere
il più grande spettacolo di luci artificiali nella storia,
visibile da un raggio di oltre 60 chilometri. Una cosa
da restare a bocca aperta, ma mai strabiliante quanto
la fonte di questa esplosione luminosa. Gli scienziati
avrebbero catturato raggi cosmici per proiettarli nel
Queens, dove avrebbero fornito l’energia necessaria

M AR ZO 2020
E
E M
X PB LAOR RK E || TITHLHEC
E BABISGGI D
IO I DE EAA

DAL TELESCOPIO SPAZIALE HUBBLE DELLA NASA, L’IMMAGINE DELLA FORMAZIONE DI UNA NUOVA STELLA NELLA PHOTOS:
COSTELLAZIONE
NAMETK NAMETK,
DI ORIONE,
ONE LINE, DOESN’T AFFECT FOLIO
A CIRCA 1.350 ANNI LUCE DI DISTANZA DALLA TERRA. FOTO: NASA/AS, G. BACON, L. FRATTTARE, Z. LEVAY, F. SUMMERS (TEAM VIZ3D, STSCI)
per illuminare la notte a giorno, inondando di luce ac- Cosmos: Odissea nello spazio 2
cecante un nuovo mondo reso possibile dalla scienza.
Creato e prodotto da Ann Druyan e presentato
Toccò ad Einstein spiegare cosa fossero i raggi
dall’astrofisico Neil deGrasse Tyson, Cosmos:
cosmici. Gli furono concessi cinque minuti. All’inizio Odissea nello spazio 2 porta i telespettatori
rifiutò: era troppo poco per spiegare il fenomeno. Ma attraverso lo spazio e il tempo con animazioni
era anche convinto che fosse dovere dello scienziato esclusive, ologrammi e ricostruzioni di scoperte
comunicare con il pubblico, così finì per accettare. storiche. In onda su National Geographic ogni
Einstein aveva appena compiuto 60 anni e da de- lunedì alle 21.55 dal 9 marzo al 1 giugno.
cenni era oggetto di una rara forma di idolatria grazie
alle nuove, inimmaginabili realtà fisiche che aveva
scoperto. E la moltitudine riunita sotto la pioggia cleare che potrebbe distruggere noi e innumerevoli
per ascoltarlo non era niente rispetto al pubblico che altre specie prima che si possa intervenire? Come
seguiva l’evento alla radio. possiamo imparare ad apprezzare quelle cose indi-
«Se la scienza, come l’arte, vuole compiere vera- spensabili alla nostra sopravvivenza - aria, acqua,
mente e fino in fondo la sua missione», esordì, «le le basi fondamentali che permettono la vita sulla
sue conquiste devono penetrare con il loro senso più Terra - più di quanto ci interessiamo al denaro e alle
profondo nella coscienza delle persone e non solo comodità a breve termine? Per cambiare, servirebbe
scalfirne la superficie». niente di meno che un risveglio spirituale mondiale.
Quando ho letto per la prima volta queste parole La scienza, come l’amore, è un mezzo per trascen-
poco note di Einstein, ho trovato il vero credo del dere e vivere quella sensazione unica e straordinaria
lavoro a cui ho dedicato gli ultimi 40 anni: il sogno di di essere vivi. L’amore ci chiede di mettere da parte
Cosmos. Einstein ci invitava ad abbattere i muri che le nostre personali paure e speranze per accogliere la
avevano segregato e allontanato la scienza da molti di realtà dell’altro. Ed è proprio così che la scienza ama
noi, a tradurre le scoperte scientifiche dal gergo tecnico la natura. Questa assenza di destinazione finale, di
per iniziati a un linguaggio alla portata di tutti, per una verità assoluta, è quel che rende la scienza una
comprenderle e interiorizzarle attraverso l’incontro metodologia così preziosa per la sacra ricerca. È un’in-
in prima persona con le meraviglie che svelavano. finita lezione di umiltà. La vastità dell’universo - e
Io e Carl Sagan non conoscevamo questa frase di l’amore, quel che rende la vastità sopportabile - sono
Einstein quando iniziammo a scrivere la serie origi- fuori dalla portata degli arroganti. Dovremmo dare
nale Cosmos (in Italia uscì a metà anni Ottanta con più importanza alla realtà che a quel che vorremmo
il titolo Cosmo, n.d.r.) con l’astronomo Steve Soter. credere. Ma come accorgerci della differenza?
Avvertivamo solo una sorta di urgenza evangelica Conosco un modo per squarciare il velo di oscurità
nel condividere lo straordinario potere della scienza, che ci impedisce di vivere un’esperienza completa
a trasmettere al pubblico l’innalzamento spirituale della natura. Eccole, le regole di navigazione fon-
dell’universo che svelava e diffondere i segnali di al- damentali della scienza: sottoporre le idee a espe-
larme lanciati da Carl, Steve e altri scienziati riguardo rimenti e osservazioni. Concentrarsi sulle idee che
il nostro impatto sul pianeta. superano i test. Scartare quelle che non li superano.
Cosmos ha dato voce a queste predizioni, ma tra- Seguire le prove ovunque ci portino. E dubitare di
smetteva anche un messaggio di speranza, un senso tutto, anche dell’autorità.
di fiducia nei confronti dell’umanità e del coraggio di Se i pellegrinaggi che compiamo per comprendere
quegli scienziati che osavano svelare scomode verità. il nostro posto nell’universo, le origini della vita e
La premiata serie televisiva originaria e il libro del le leggi della natura non sono ricerche spirituali,
1980 sono stati letti e seguiti da centinaia di migliaia allora non so cos’altro possa esserlo. Non sono una
di persone. Il libro faceva parte degli 88 volumi scelti scienziata, sono solo una che va a caccia di storie.
dalla Biblioteca del Congresso statunitense per una Quelle che amo di più parlano di esploratori che
mostra intitolata I libri che hanno plasmato l’America. ci hanno indicato la strada nel vasto oceano nero,
Fu quindi con un certo timore che, diversi anni dopo lasciandoci isole di luce.
la morte di Carl, ho deciso con Steve di lanciarmi nella L’uso scorretto della scienza mette in pericolo
realizzazione di Cosmos: Odissea nello spazio. Ora, la nostra civiltà, ma insita nella scienza c’è anche
giunta alla mia terza stagione di viaggi sulla “navi- la capacità di riscatto. Può ripulire un’atmosfera
cella dell’immaginazione”, posso contare ancora una sovraccarica di CO2. Può lasciare proliferare la vita
volta su validissimi collaboratori e ho ancora paura per neutralizzare le tossine che abbiamo disperso
di non reggere il confronto. Ciò nonostante, i nostri in maniera così sconsiderata. I suoi poteri profetici
tempi mi spingono a non mollare. sono dimostrati dalla difficile situazione in cui ci
Tutti noi siamo consapevoli dell’ombra che il troviamo ora. Le parole pronunciate da Einstein in
nostro presente getta sul futuro. Una parte di noi sa quella serata piovosa potrebbero essere il suo più
che dobbiamo agire se non vogliamo condannare grande dono. Se ascoltiamo con attenzione quello
i nostri figli a pericoli e avversità che non abbiamo che gli scienziati ci dicono, un pubblico consapevole
mai dovuto affrontare. Come faremo a svegliarci per e motivato permetterà a questo mondo di continuare
evitare di scivolare in una catastrofe climatica o nu- a esistere.

MARZO 2020
E X P L O R E | D I E T R O L’ O B I E T T I VO

La corsa continua
I N V I AG GIO V E R S O NOR D PE R U N SE RV I Z IO TESTO
S U U N A G A R A E S T R E M A C O N I C A N I DA S L I T TA , U N A E FOTOGRAFIE
D I K ATI E
F O T O G R A FA S C O P R E U N A PA R T I C O L A R E S I M PAT I A P E R ORLINSKY
G L I A N I M A L I C H E N O N R A G G I U N G O N O I L T R A G UA R D O .

N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A
Non avevo mai sentito parlare della Yukon Quest o
della sua gemella americana, la più famosa Iditarod.
Pensando all’Artide - se mai mi capitava di farlo -
mi immaginavo esotici animali in via d’estinzione
e luoghi freddi e distanti, fuori dalla mia portata
come fotografa. Mio padre era un produttore tea-
trale di New York. Le lezioni di vita le ho imparate
dietro un palco, non dietro un fucile.
Nonostante questo, era strano che l’Artide mi
mettesse soggezione. Tra i 20 e i 30 anni, ho passato
la maggior parte del tempo a fotografare conflitti e
drammi sociali in Medio Oriente, Africa e America
Latina. Poi nel 2011 sono stata protagonista di una
storia - una tragedia - in cui le vittime erano i miei
colleghi e io ero la sopravvissuta. In seguito faticavo
a trovare l’ispirazione necessaria per ritrovare l’a-
more di un tempo per la fotografia. Ho continuato
a lavorare, ma spesso lo facevo in modo automatico.
Così nel 2014 ho accettato di fotografare la Yukon
Quest senza sapere cosa aspettarmi. Pochi giorni
dopo ero su un volo per il Canada. Siamo atterrati
a Whitehorse verso mezzanotte, la pista era rico-
perta di neve. Solo toccando il finestrino dell’aereo
sentivo l’aria ghiacciata. Ero arrivata al Nord. I
miei bagagli invece no. Dentro c’era tutto quel che
pensavo potesse servirmi, incluso un paio di panta-
loni da sci, troppo grandi, che mi ero fatta prestare,
calzamaglia termica e un caldo e costosissimo parka
nuovo di zecca. Teoricamente dovevo prendere un
volo da Whitehorse a Dawson City per fotografare
la corsa il mattino dopo e tutto quel che avevo era
una felpa grigia col cappuccio e uno zaino con la
mia apparecchiatura fotografica.
In aeroporto ho spiegato la mia situazione alle
due donne al desk della Air Canada. Una di loro è
sparita sul retro. È ricomparsa con un cardigan di
lana blu della Air Canada. La seconda ha chiesto
al marito di portarle degli stivali e una giacca. Mi
ha prestato il suo piumino grigio, gli stivaletti col
pelo che indossava e un paio di caldi guanti rossi.
Era ancora buio quando sono salita sul volo per
Dawson City. Quando finalmente è sorto, il sole
ha illuminato imponenti catene montuose, cime
frastagliate color beige e rosa acceso, colossi grigi e
neri. Non avevo mai visto un paesaggio così magico
e ho scattato foto attraverso il finestrino, finché è
ALC U N I AN N I FAmi venne proposto un incarico calata una fitta nebbia.
dell’ultimo minuto: dovevo fotografare la Yukon Quando sono scesa a terra, la neve scricchiolava
Quest, una corsa di 1.600 chilometri con i cani da sotto i miei pedi. Nel tragitto verso l’hotel sono
slitta attraverso i selvaggi territori subartici tra rimasta in religioso silenzio ad ammirare i monti
Alaska e Canada. La corsa si svolge nel cuore dell’in- tinti di viola e i fiumi ghiacciati ricoperti da un
verno lungo un percorso che veniva usato ai tempi mosaico di ghiaccio bianco e blu. L’intera foresta
della Corsa all’oro per consegnare posta e generi era ammantata di quella che mi sembrava brina
di conforto. La Yukon Quest è considerata tra le scintillante. Più tardi ho scoperto che si chiama
competizioni sportive più estreme del mondo: le calaverna. Non l’avevo mai vista prima. Mi sentivo
temperature raggiungono spesso 45 °C sottozero, catapultata in un altro mondo, in una favola. A volte
i venti possono soffiare a più di 65 chilometri orari vorrei tornare indietro nel tempo solo per rivivere
e le giornate sono così corte che la maggior parte le mie prime ore a Dawson City.
della corsa si svolge al buio. Nel frattempo il freddo si è rivelato essere tanto
Prima dell’incarico, non sapevo nulla di tutto ciò. atroce quanto il panorama meraviglioso. All’aperto

M AR ZO 2020
E X P L O R E | D I E T R O L’ O B I E T T I VO

lì. I sacchi li avrebbero fatti sentire calmi e protetti


durante il volo verso casa.
I cani da slitta, che qualcuno considera gli atleti
più resistenti al mondo, sono fatti per vivere in
mezzo al freddo e alla neve. La maggior parte dei
conducenti, i musher, addestra i propri cani fin
dalla più tenera età. Anche così, durante una corsa
così lunga, è normale che qualche individuo non
finisca la gara. A volte è stanco o è ferito o non ha più
voglia di correre. Una volta un cane si è sentito male
dopo essersi mangiato le scarpette fluorescenti
che gli proteggono le zampe. Vedere una muta di
cani muoversi compatti è una scena emozionante:
il rumore delle zampe che calpestano la neve, il
ritmo costante con cui si alzano e si abbassano, il
fiato caldo che condensa nell’aria fredda lasciando
una scia di spire di fumo. È facile dimenticare che
ogni animale è unico. Vedere i cani separati uno
Uno o due giorni dopo il suo primo viaggio nel Nord, Katie a uno - nei sacchi, niente meno - ce lo ricorda in
Orlinsky conosce alcuni partecipanti alla Yukon Quest del 2014 modo inequivocabile.
durante la sosta obbligatoria di 36 ore a Dawson City, in Canada.
Nei giorni successivi mi sono occupata più dei
cani che abbandonavano la corsa di quelli che pote-
vano vincerla. I funzionari della gara e i giornalisti
l’aria era così secca che respiravo a stento. Ma in quel locali avranno pensato che ero pazza. Credo che
momento i vestiti avuti in prestito e la gentilezza fosse sintomatico che i cani trasportati in aereo
delle persone bastavano a scaldarmi. Sono stata per- dentro dei sacchi mi colpissero. Ripensandoci ora,
vasa da una sensazione che non provavo da tempo: forse riuscivo a capirli. Capivo l’idea di avere un
fino a quando avessi avuto la mia fotocamera, sa- obiettivo per cui ti eri allenato per tutta la vita fino
rebbe andato tutto bene. Volevo di nuovo fare foto. a quando un evento imprevisto non finiva per cam-
Da quel momento tra gli altri posti ho continuato biare il corso degli eventi.
a fare servizi nell’Artide. L’anno seguente sono tor- Un’ondata di maltempo interessò Eagle e per
nata a nord per seguire un’altra volta la Yukon Quest giorni non sono decollati voli commerciali. Stavo
per National Geographic. Ricordo che eravamo già quasi per perdermi l’arrivo a Fairbanks in occasione
oltre metà gara quando sono salita su un aereo per del mio primo incarico importante per National
raggiungere un checkpoint a Eagle, in Alaska. Un Geographic. Per fortuna sono riuscita a salire su un
pick-up stava aspettando di portare me e i miei charter notturno, un velivolo minuscolo carico di
compagni di volo, soprattutto giornalisti locali cani che avevano lasciato la corsa.
ma anche volontari della corsa, al nostro dormi- Ricordo che quando siamo decollati sorridevo
torio temporaneo, il pavimento della biblioteca mentre guardavo fuori dal finestrino il cielo not-
scolastica locale. turno che faceva da sfondo a una landa artica nera
Prima di andare via ho notato un paio di veteri- come la pece. Su quell’aereo, con indosso un parka
nari della corsa, riconoscibili dal distintivo medico che alla fine non ho mai restituito, circondata da
cucito sui loro enormi parka rossi, che caricavano 16 cani nei loro sacchi, anch’io mi sentivo calma
quelli che sembravano pesanti sacchi di patate su e protetta.
un piccolo velivolo. Poi dai sacchi ho visto spun- La fotografa Katie Orlinsky vive a New York e si occupa di Artide
tare i musi pelosi e le orecchie a punta. Ho chiesto da più di cinque anni. Il suo ultimo servizio, La minaccia nasco-
subito all’autista se poteva aspettare e sono corsa a sta, affrontava il tema dello scongelamento del permafrost.
fotografare la scena. I veterinari mi hanno spiegato
che questi cani erano stati esclusi dal team e lasciati
ASIA
Eagle,
Alaska
NORTH
AMERICA
PACIFIC

1.000
OCEAN

Il numero stimato di scarpette che


ogni musher si porta dietro durante
la Yukon Quest per proteggere
le zampe del proprio team di cani.

NGM MAPS
E X P L O R E | COLPO D’OCCHIO

L’ARTE DEI BATTERI


L’agar, ingrediente è anche diventato una tela alternativa
culinario e terreno su cui mostrare variopinti organismi
microscopici.
di coltura per batteri
Alcuni microbi creano naturalmente
nei laboratori, è usato colori. Diverse specie di Streptomyces, COLORI
ora anche come tela da cui ricaviamo molti dei nostri anti- ORGANICI
per opere d’arte fatte biotici, presentano una colorazione che
«I batteri gialli,
quasi certamente
con microrganismi. spazia dai rossi ai blu fino al nero. Esche- Staphylococcus
richia coli è di un naturale color beige, aureus, e i bianchi,
DI JENNIFER TSANG probabilmente
ma l’introduzione di alcuni geni può far Staphylococcus
brillare il batterio di fluorescenti rosa, epidermidis,
provengono
NEGLI ANNI ’80 dell’Ottocento Ange- verdi e blu. Invisibili quando sono ag- dalla mia pelle»,
lina Hesse, assistente di laboratorio e giunti all’agar, i microbi si moltiplicano dice Kim.
cuoca americana, ha suggerito di usare nel tempo svelando disegni e colori.
l’ingrediente base di budini e gelatine Dal 2015 l’American Society for Mi-
per coltivare batteri. Convertendo l’agar crobiology (ASM) organizza una volta
a questo nuovo scopo, ha rivoluzionato all’anno l’Agar Art Contest per celebrare
la microbiologia, gettando al contempo questa intersezione tra arte e scienza.
UNIVERSO
le basi per una nuova forma d’arte. Ogni anno, racconta Katherine Lon-
SOTTOMARINO
In laboratorio l’agar - sostanza gela- tok della ASM, i partecipanti diventano
tinosa ricavata dalle alghe nota anche «sempre più creativi, incorporando
Questa opera d’arte
come agar agar - è miscelato all’acqua e spore e ogni tipo di organismo». intitolata Marine
ad altri nutrienti, scaldato, sterilizzato Siamo costantemente immersi nei Universe è arrivata in
e versato su piccoli dischi. Una volta microbi, ma normalmente non li ve- finale nella categoria
raffreddato, appare come una super- diamo. L’arte con l’agar svela questo professionale del
ficie spessa e liscia su cui far crescere mondo invisibile, e i suoi unici limiti concorso ASM del
2019. Per crearla Janie
i batteri, un bel passo avanti rispetto a sono la disponibilità di microbi e la
Kim dell’università di
patate, estratti di carne e pane usati in fantasia dell’artista. Il concorso è «un Princeton ha prelevato
precedenza dagli scienziati. mezzo potente per raggiungere il pub- microorganismi da
Oltre un secolo dopo, l’agar resta fon- blico», secondo la Lontok, e svela la «bel- tanti luoghi diversi.
damentale per la coltura batterica, ma lezza e diversità dei microbi».

creatività
scientifica

L’Agar Art Contest


dimostra che «gli
scienziati possono
essere creativi», dice
Katherine Lontok della
American Society
for Microbiology, che
promuove il concorso. Questa scena con un La giudice della Corte Questa scena desertica è stata
pesce koi e un fiore di loto suprema USA Ruth Bader realizzata usando i patogeni
Queste sono alcune (primo premio categoria Ginsburg è stata raffigurata che causano infezioni delle vie
delle opere presentate professionisti) è stata creata su un agar noto con urinarie in «regioni a scarsità
nel 2019. usando 9 organismi diversi. l’acronimo di VRBG. idrica», spiega l’artista.

N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A
POLLIC E VE RDE
I batteri S. aureus
gialli e gli E. coli
blu possono essere
miscelati per creare il
verde. Kim apprezza
il modo in cui
«coesistono per
creare arte».

IL COLORE
DE LL’E . COLI
Una sequenza di
regolazione genica
controlla l’intensità di
blu assunta da questi
batteri di E. coli.

Stendendo della terra Per creare questo albero Il vulcano in 3D è realizzato con agar inoculato
sull’agar per vedere cosa dalle luminose tonalità è con la muffa Cladosporium cladosporioides, da
sarebbe cresciuto, un artista stato usato Bacillus subtilis in cui cola lava di agar essiccato. La sabbia è fatta
ha ottenuto queste tonalità cui sono stati inoculati geni di spore di muffa, i coralli sono microrganismi
di viola e giallo. proteici fluorescenti. coltivati su un mare di agar essiccato.

FOTO (SOPRA, POI DA SINISTRA A DESTRA): JANIE KIM; ARWA HADID; MICHAEL TAVEIRNE; MICHAEL V. MAGAOGAO; ALLISON WERNER; LETICIA LIMA ANGELINI; ISABEL FRANCO CASTILLO
E X P L O R E | N OV I TÀ

L’allenamento del gran maestro


Difficile considerare gli scacchi uno
sport faticoso, ma il dispendio fisico
N OT I Z I E DA L L E a cui sono sottoposti i campioni è pari
a quello degli atleti. In un torneo
PRIME LINEE la risposta dell’organismo allo stress
DELLA SCIENZA connesso al gioco di alto
E D E L L ’ I N N O VA Z I O N E livello fa bruciare fino
a 6.000 calorie, secondo
una ricerca dell’Università
di Stanford. —ANNIE ROTH

E T N O B OTA N I CA

La pianta
della furia
vichinga
I berserker, feroci
guerrieri vichinghi,
prima di una
battaglia sembra
assumessero una
sostanza che
induceva rabbia.
Per anni si è
ritenuto che la loro
droga fosse l’ovolo
malefico, un fungo
allucinogeno. Oggi
l’etnobotanico
Karsten Fatur è
però più propenso
a credere che
La geologa Milagros Carretero seduta dentro il geode Pulpí, uno dei più grandi al mondo.
consumassero il
G E O LO G I A
giusquiamo nero
(sotto), una pianta

UN GIGANTE TRA I GEODI molto più diffusa


in Scandinavia
G L I S C I E N Z I AT I S TA N N O S T U D I A N D O L A R I C E T TA rispetto all’ovolo,
D E G L I E N O R M I C R I S TA L L I S PAG N O L I D I P U L P Í . dice, e che stimola
molto di più
V E D E N D O U N G E O D E È L E C I T O C H I E D E R S I quale forza geologica
possa aver plasmato queste rocce cave rivestite internamente di
l’aggressività. —A.R.
cristalli. Ma non è nulla rispetto allo stupore che si prova vedendo
Pulpí, il geode scoperto in una miniera abbandonata in Spagna.
Questa cavità di circa 11 metri cubi, tra le più grandi al mondo,
è tappezzata di giganteschi cristalli di gesso lunghi anche due
metri. Ora gli studiosi sperano di scoprire come si sono formati.
A quanto pare sarebbero il risultato di una ricetta molto
precisa: 250 milioni di anni di fornitura di anidrite minerale,
un clima favorevole, tanta acqua e molto tempo. In questa zuppa
chimica, i cristalli più grandi potrebbero aver inglobato quelli più
piccoli e la loro crescita potrebbe esser stata accelerata dalle
oscillazioni nelle temperature locali. Restano ancora alcuni punti
oscuri, ma se non altro ora abbiamo una spiegazione plausibile
per questa meraviglia della natura. —ROBIN GEORGE ANDREWS

FOTO: JORGE GUERRERO, AFP VIA GETTY IMAGES (GEODE); BOGNÁR JÁNOS (GIUSQUIAMO NERO); ALAMY STOCK PHOTO
E X P L O R E | BASIC INSTINCT

NON È SEMPLICE studiare un pesce schivo che vive in pozze buie


e fangose. Per questo motivo la scienza sa ancora poco sulle tante
specie di saltafango. Quel che sa è però a dir poco affascinante. Un

UN AMORE esempio: una specie di saltafango mantiene lubrificati i suoi occhi


sporgenti ritraendoli in fondo all’orbita per poi farli schizzare fuori.
Da qui il nome di Boleophthalmus o “occhio sporgente”.

PATERNO DA Quando arriva la stagione dell’accoppiamento nelle zone mesoli-


torali tropicali dove alcuni di questi pesci anfibi vivono, il maschio
si lancia in un rituale di corteggiamento scenografico, saltando in

TOGLIERE IL aria con le pinne allargate. Se la femmina è soddisfatta, lo segue nella


tana per riprodursi. Grazie a un endoscopio, strumenti per lo scavo

RESPIRO e a un paziente lavoro di ricerca, Atsushi Ishimatsu dell’Università


giapponese di Nagasaki è riuscito insieme al suo team a cogliere
alcune immagini dell’accoppiamento dei saltafango.
Il maschio crea una tana dove poi verranno deposte le uova. Uno
o più cunicoli conducono a una stanza parzialmente inondata d’ac-
qua ma dotata di una volta a cupola che funge da camera d’aria. La
femmina depone le uova sulla volta e il maschio le fertilizza. Quando
FOTOGRAFIA DI la femmina se ne va, il maschio resta con le uova per i pochi giorni di
T H O M A S P. P E S C H A K gestazione. Per mantenere il livello di ossigeno necessario alle uova,
il maschio prende aria in superficie e la esala nella tana, senza mai
fermarsi. Guardando il video realizzato da Ishimatsu con l’endoscopio,
la collega Karen L.M. Martin ha ipotizzato che il maschio ripeta questa
operazione «circa 100 volte» per creare la bolla d’aria.
Sempre secondo Martin, il maschio in attesa riesce in qualche
modo a «monitorare le maree e il trascorrere tempo» e al momento
giusto inizia a svuotare d’aria la tana. L’acqua penetra e fa schiudere
le uova; a quel punto le larve escono e nuotano lontano.
— P AT R I C I A E D M O N D S

Decine di specie di pesci


saltafango vivono nelle
mangrovie e negli ecosistemi
palustri di tutto il mondo,
comprese le coste del Kuwait,
dove il fotografo di National
Geographic Thomas P. Peschak
ha «trascorso diverse ore
immobile nel fango per
poter fotografare i rituali
di accoppiamento» del pesce.
M A R Z O | 3 DOMANDE

JEFF
GOLDBLUM
Un uomo curioso alla
scoperta del mondo

nell’aspetto storico o scientifico, e in


cui potessimo anche trovare una con-
nessione umana.

Ti incuriosisce sapere perché sei così


curioso?
Avendo due figli, sono in una fase di
curiosità particolarmente stimolante.
I miei figli si guardano intorno e di-
cono: che cos’è questo? Perché è così?
Forse è qualcosa che si tramanda. O
forse la nostra specie ha bisogno della
curiosità per essere collegata al mondo.
Durante le riprese ho letto tre libri di
Yuval Noah Harari: Sapiens, Homo
Deus e 21 lezioni per il XXI secolo. Come
spiega Harari, questioni epocali come
i cambiamenti climatici, i pericoli della
Il mondo secondo Jeff JEFF GOLDBLUM freme di curiosità. proliferazione nucleare e i grandi cam-
Goldblum sarà presentato Occhi spalancati, postura attenta, biamenti tecnologici possono essere
in anteprima su Disney+ mani gesticolanti. Qualità che ha pre- risolti solo con la cooperazione globale.
dal 24 marzo.
stato a un gran numero di personaggi L’unico motivo per cui la specie umana
“sopra le righe” in film come Jurassic si è sempre evoluta e ha prosperato è
Park, Independence Day o La mosca. che cooperavamo in gruppi ed eravamo
Ora l’attore e musicista americano - curiosi l’uno dell’altro.
un uomo di 67 anni che, per sua stessa
ammissione, «ha ancora quattro anni Se potessi viaggiare nel tempo, chi
sotto molti aspetti» - libera tutta la sua vorresti incontrare?
eccentrica curiosità in un nuovo pro- Ho appena iniziato a leggere L’inven-
gramma televisivo per National Ge- zione della natura, un libro su Alexander
ographic e Disney+: Il mondo secondo von Humboldt. Dicono che il suo nome
Jeff Goldblum. sia stato dato a più cose rispetto a qua-
lunque altro. Ha predetto le sfide del
Gli argomenti che tratterai - dai jeans cambiamento climatico, le conseguenze
ai videogiochi, dai gelati al barbecue inattese della civilizzazione, la rivolu-
- sembrano abbastanza disparati. Con zione industriale. Sarebbe bello potergli
quale criterio li hai scelti? fare qualche domanda. La sintesi del
È una scelta eclettica, un mélange, un programma è un po’ questa: ci sono io
pot-pourri, una torta ripiena di sor- che, non fingendo di sapere più di ciò
prese. Di recente ho condotto tre epi- che so, mi interesso a determinati temi
sodi di un programma National Geo- e parlo con persone stimolanti prove-
graphic, Explorer, e mi è piaciuto un nienti da luoghi inaspettati, cercando
sacco. Così, abbiamo pensato di trat- di avere un incontro curioso e divertente
tare argomenti familiari in cui potes- con loro. E lasciando che la mia mente,
simo trovare qualcosa di inaspettato, così com’è, vaghi liberamente.

N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A FOTOGRAFIA E INTERVISTA: SIMON INGRAM


L ’ O R O L O G I A I O M I O P E

ABBRACCIO MORTALE
DI LISA SIGNORILE

IL MASCHIO DEL VERME Schistosoma ha- possa avere un periodo di incubazione da


ematobium ha un canale al centro del corpo qualche settimana sino a 20 o 30 anni. Il
che gli serve per circondare e avvolgere la sintomo più classico è l’ematuria, ovvero
femmina, più sottile e più lunga (un paio la presenza di sangue nelle urine, ma nei
di centimetri), proteggendola. Rimangono casi avanzati, a causa di impossibilità di
uniti in questo abbraccio per tutta la vita, accesso a cure mediche, ci possono essere
durante la quale lei genera centinaia di uova fibrosi della vescica e degli ureteri, insuffi-
ogni giorno. A guardarla dal punto di vista cienza renale, cancro alla vescica. Negli
del verme sembra una storia romantica, uomini ci possono essere anche danni alla
ma dal punto di vista del suo ospite defi- prostata e ad altri organi genitali e inferti-
nitivo l’effetto è diametralmente opposto, lità. Nelle donne gravidanze ectopiche che
perché questi vermi parassitano i vasi portano alla morte, lesioni genitali con
sanguigni del tratto urogenitale umano, sanguinamenti e altre problematiche, come
causando una lunga serie di problemi. una maggiore predisposizione all’HIV.
La schistosomiasi, o bilharziosi, dopo la L’ospite intermedio del verme è una
malaria è la parassitosi col maggiore im- chiocciolina acquatica; ci si infetta bevendo
patto economico. Ma, a differenza della acque contaminate dalla chiocciolina.
malaria, passa sotto silenzio poiché colpisce Le origini di questo parassita sono piut-
solo nelle aree tropicali più povere e ne- tosto remote. Sembra si sia evoluto da un
glette e non è un reale rischio per i turisti. verme degli ippopotami, che ha acquisito
Nel 2015, secondo l’Organizzione mondiale la capacità di infestare gli umani. Già 5.000
della sanità, ha colpito quasi 75 milioni di anni fa gli egiziani riferiscono di casi di
persone e richiesto il trattamento preven- ematuria e la malattia è sempre stata molto
tivo di altri 218 milioni. Ogni anno l’OMS diffusa in Egitto sino a tempi recenti. Il
stima che muoiano fino a 200.000 persone verme è oggi endemico in 53 paesi di tutta
a causa di questo parassita, ma ammette la fascia tropicale del pianeta, e a dargli
che il dato dovrebbe essere valutato meglio. manforte ci sono i suoi parenti Schistosoma
I sintomi variano, passando da nessuno mansoni, mekongi, japonicum e guineensis,
a manifestazioni gravissime, e si pensa che che però colpiscono l’apparato digerente.

N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A ILLUSTRAZIONE: MICHELANGELO PACE


N AT I O N A L G E O G R A P H I C MARZO 2020

Un mondo senza rifiuti. . P. 2


I segreti delle api . . . . . . P. 24
Macachi giapponesi . . P. 50
Nomadi rabari . . . . . . . . . . . . P. 66
Le pioniere di NG . . . . . . . P. 76

I R E P O R T A G E

36
NEL 2014
I L GRU PP O
TERRORISTICO
BOKO H A R A M
RAPÌ 276
STUDENTESSE
A CHIBOK,
IN NIGERIA.
ORA ALCUNE
DELLE
SUPERSTITI
R ACCON TA NO
LA LORO
STORIA, E
RIVENDICANO
IL PROPRIO
F U T U RO.

FOTO: BÉNÉDICTE KURZEN


UN
MONDO
SENZA
RIFIUTI
Per quanto difficile
da realizzare, l’idea
di un’economia circolare,
con meno sprechi e materiali che
si riciclano all’infinito potrebbe
convincere sia gli imprenditori
che gli ambientalisti.

DI ROBERT KUNZIG

F OTO G R A F I E D I LU C A LO C ATE LLI


ENERGIA
La fossa rifiuti del
termovalorizzatore
di Copenaghen può
contenerne 22.000
tonnellate. Qui le
macchine miscelano
i rifiuti per facilitare
la combustione.
L’apparecchiatura
per la depurazione
dei fumi occupa gran
parte dell’interno
dell’impianto. Bruciare
i rifiuti generando
energia è meglio che
depositarli in una
discarica. L’economia
circolare, però, mira
a una soluzione più
radicale: non produrre
più rifiuti in assoluto.

F O T O S U C C E S S I VA
Detto Copenhill, il
termovalorizzatore
della capitale danese
usa la tecnologia più
avanzata per convertire
485.000 tonnellate
di rifiuti in energia
per fornire elettricità
a 30.000 abitazioni
e riscaldarne 72.000.
L’impianto è anche
una meta ricreativa
dotata di una pista da
sci utilizzabile tutto
l’anno, un percorso
per camminare o
correre delimitato da
alberi e una parete
da arrampicata di 85
metri, la più alta del
mondo.
UNA RADIOGRAFIA
D E L L’ E C O N O M I A G L O B A L E
Risorse globali, 2015
in miliardi di tonnellate Prendere

Dalla Terra
La maggioranza dei
beni che alimentano
l’economia, 84,4
miliardi di tonnellate
nel 2015, sono risorse
non rinnovabili Minerali
(minerali, metalli e 37,9 AT T I V I TÀ
combustibili fossili) e M I N E RA R I E
rinnovabili (biomasse)
estratte dalla Terra.

mattina

I
N UNA FREDDA
d’autunno ho conosciuto
un uomo che mi ha aiutato
Risorse
a vedere le correnti nasco- estratte
ste della nostra vita su que- 84,4
sto pianeta: i flussi ingenti AT T I V I TÀ
Risorse Minerali
di materie prime e prodotti grezzi
M I N E RA R I E
totali che
utilizzati, con effetti meravi- entrano
9,6
gliosi e devastanti, da 7,7 mi- nell’economia
liardi di esseri umani. Forse 92,8

lo potremmo definire il no-


stro metabolismo collettivo. Combustibili
fossili ESTRAZIONE
Mi trovavo all’interno di un
16,6
antico edificio di laterizi, con
corridoi curvi, grandi scali-
nate e torrette inutilizzate,
affacciato sull’Oosterpark
di Amsterdam. Un secolo fa S E LV I C O LT U RA
questo palazzo ospitava un AG R I C O LT U RA
istituto di ricerca coloniale.
Oggi è la sede di diverse associazioni non-pro-
Biomasse
fit e fondazioni benefiche. Quella per cui la- 28,7
vora Marc de Wit si chiama Circle Economy,
Risorse
ed è parte di un vivace movimento interna- riutilizzate
zionale che propugna il cambiamento di quasi 8,4
tutto ciò che facciamo da 200 anni, da quando
è stata inventata la macchina a vapore, «se
proprio vogliamo indicare un momento sto-
rico preciso», specifica de Wit.
Chimico di formazione, 39 anni, de Wit
porta gli occhiali ed è un uomo affabile. Per
introdurmi all’argomento ha preso un opu-
scolo e mi ha mostrato un diagramma che
lui descrive come una sorta di «radiografia

6 N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A
Ogni anno trasformiamo in prodotti quasi 93 miliardi di tonnellate di materie prime.
Meno di un quarto è usato per costruire edifici, automobili e altri oggetti di lunga
durata. Meno del 10% ritorna nel ciclo economico. L’economia circolare si propone
di aumentare questa percentuale e ridurre l’enorme quantità di rifiuti.

Processare Produrre Fornire Bisogni sociali Fine dell’uso

P I E T RA

Alla discarica
I due terzi dei
materiali che
alimentano
l’economia (61,1
SA B B I A EDILIZIA Edilizia abitativa miliardi di tonnellate
E A RG I L L A 40,6 nel 2015) diventano
emissioni inquinanti
che finiscono
nell’atmosfera
o rifiuti.

L AVO RA Z I O N E D E I M I N E RA L I

P RO D OT T I D I M E TA L LO

M AC C H I N A R I Comunicazioni
M E TA L L I L AVO RA Z I O N E D E I M E TA L L I
2,5
GREZZI
VEICOLI
Dispersi
nell’ambiente
Mobilità
10,8 come rifiuti
P E T RO L I O irrecuperabili
61,1
T RA S P O RT I
GA S P RO D UZ I O N E C O M B U ST I B I L I
N AT U RA L E Sanità
V E N D I TA 3,6
A L D E T TAG L I O
CARBONE E L E T T R I C I TÀ E C A LO R E E C O M M E RC I O
E TO R BA Servizi Scorte accumulate
5,5 Materiali globali di materiali
di lunga di lunga durata
durata come 890
L EG N A M E edifici e
Beni di consumo infrastrutture
ANIMALI 9,7 21,5
C O LT U R E L EG N O E C A RTA
E FIBRE P RO D OT T I D I L EG N O

Discarica 1,5
Incenerimento 0,3
Risorse
L AVO RA Z I O N E A L I M E N T I Alimentazione riutilizzate
20,1 8,4

Compostaggio 0,1
Riciclaggio 1,4
Fertilizzazione 1,6
Biogassificazione 1,7
Trattamento delle acque 3,6

NGM. FONTE: CIRCLE ECONOMY RIFIUTI ZERO 7


dell’economia globale». A differenza degli ecosi- con un movimento circolare tornava indietro e
stemi naturali che funzionano a cicli - le piante rappresentava tutti i materiali che siamo riusciti
crescono nel terreno, gli animali mangiano le a recuperare attraverso il riciclaggio, il compo-
piante, il letame alimenta di nuovo il terreno - staggio e altre pratiche. Erano solo 8,4 miliardi
l’economia industriale segue un andamento in di tonnellate, appena il 9 per cento del totale.
massima parte lineare. Nel diagramma i flussi dei Il “divario di circolarità”, come de Wit e i suoi
quattro tipi di materie prime - minerali, metalli, colleghi lo hanno definito quando hanno pre-
combustibili fossili e biomasse - sono indicati con sentato il loro rapporto al World Economic Fo-
ampie fasce colorate che, osservate da sinistra a rum di Davos nel 2018, è un fenomeno relativa-
destra, si dividono e si intrecciano man mano che mente nuovo nella storia dell’umanità, nato nel
diventano prodotti destinati a soddisfare sette Settecento con l’uso industriale dei combustibili
bisogni umani. La sabbia è uno dei componenti fossili. Fino ad allora, gli esseri umani avevano
del cemento con cui sono stati costruiti edifici usato soprattutto la forza muscolare, la loro e
per appartamenti in tutti i continenti. I metalli quella degli animali. Coltivare, costruire e spe-
sono diventati navi, automobili e anche mietitreb- dire prodotti richiedeva un duro lavoro, e per
biatrici con le quali in appena un anno abbiamo questo motivo acquisivano valore. A quei tempi,
raccolto 20,1 miliardi di tonnellate di biomasse tuttavia, molti di noi erano davvero poveri.
solo per nutrirci. I combustibili fossili hanno fatto L’energia fossile a basso costo - giacimenti di
funzionare quelle macchine, ci hanno tenuto al carbone o di petrolio - ha cambiato tutto. Estrarre
caldo, sono stati trasformati in plastica e in oggetti le materie prime, mandarle alle fabbriche e spe-
di ogni genere. Nel 2015 l’economia ha usato in dire i prodotti finiti in tutto il mondo è diventato
totale 98,2 miliardi di tonnellate di risorse. più facile. I combustibili fossili hanno ampliato
Fin qui tutto bene, se consideriamo queste cifre in modo impressionante le nostre possibilità, e il
il frutto dell’ingegno umano. Il problema sta in ciò processo continua a intensificarsi. Nel corso de-
che accade dopo che le nostre necessità sono state gli ultimi cinquant’anni la popolazione mondiale
soddisfatte. De Wit mi ha indicato la nebbia grigia è più che raddoppiata e i flussi di materiali che
al margine destro del diagramma, una fascia che alimentano l’economia sono più che triplicati.
rappresenta i rifiuti. «Adesso però stiamo per raggiungere il li-
Nel 2015, mi ha spiegato, circa i due terzi delle mite», ha affermato de Wit.
materie prime che abbiamo sottratto al pianeta In questo stesso arco di tempo gli ambienta-
ci sono sfuggiti di mano. Più di 61 miliardi di listi hanno continuato a metterci in guardia sui
tonnellate di materiali ottenuti con fatica sono limiti della crescita. Il nuovo movimento della
andati perduti, e la maggior parte è del tutto ir- “economia circolare” si presenta come qualcosa
recuperabile. Un terzo di tutto il cibo è andato a di diverso. È un insieme di strategie - alcune
male, anche se per produrne in maggiori quan- vecchie, come ridurre i consumi, riutilizzare e
tità abbiamo deforestato l’Amazzonia. Se pen- riciclare, altre nuove come l’idea di noleggiare
siamo a qualsiasi problema ambientale è molto anziché possedere le cose - intese a riorganizzare
probabile che questo sia collegato ai rifiuti. An- l’economia globale per eliminare sprechi e ri-
che i cambiamenti climatici sono dovuti al fatto fiuti. L’obiettivo non è mettere fine alla crescita,
che bruciamo i combustibili fossili e disperdiamo ma piuttosto riformulare le nostre pratiche per
le scorie - l’anidride carbonica - nell’atmosfera. recuperare un rapporto armonico con la natura
A rischio di apparire ridicolo devo confessare e continuare a crescere. Per citare le parole usate
che quella mattina, mentre de Wit mi mostrava dal Commissario europeo per l’ambiente Janez
e spiegava con pazienza tutte quelle cifre, ho Potočnik nella prefazione a un rapporto della
avuto una sorta di illuminazione. Da quello Ellen MacArthur Foundation, si tratta di mirare
strano diagramma emergeva con esaltante chia- alla “prosperità in un mondo di risorse finite”.
rezza un compito ben preciso. È vero, sembrava Secondo il rapporto in questione l’economia
dire, i problemi da affrontare sono molteplici circolare potrebbe far risparmiare alle aziende
e complessi; è vero, sono su scala planetaria. europee fino a 630 miliardi di dollari l’anno.
Ma in realtà per continuare a vivere su questo In un continente piccolo, affollato, ricco eppure
pianeta dobbiamo fare solo una cosa: smettere povero di risorse come l’Europa, l’idea ha riscon-
di sperperarne le risorse. De Wit mi ha indicato trato consensi. L’Unione Europea sta investendo
una sottile freccia in fondo al diagramma che miliardi nella strategia. I Paesi Bassi prevedono di

8 N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A
avere un’economia circolare piena entro il 2050. in Spagna. Ma riciclavano anche: fondevano le
Grandi città come Amsterdam, Parigi e Londra statue di bronzo delle popolazioni vinte per fab-
hanno tutte programmi precisi al riguardo. bricare nuove armi. Il rame è sempre stato nel
Un uomo che crede fortemente in questa mirino dei riciclatori. Rispetto ai liquami, non è
possibilità ed è riuscito a convincere molti altri così abbondante e ha un certo valore.
con i suoi lavori è l’architetto americano Wil- Nel cortile della fonderia della Aurubis a
liam McDonough. Insieme al chimico tedesco Lünen, nella regione tedesca della Ruhr, c’è
Michael Braungart ha pubblicato nel 2002 un un’aiuola fiorita con al centro un grande busto di
libro visionario intitolato Dalla culla alla culla. Lenin, uno dei tanti Lenin di bronzo provenienti
Come conciliare tutela dell’ambiente, equità so- dalle città della Germania Est che qui sono stati
ciale e sviluppo, in cui si sostiene che i prodotti e fusi dopo la riunificazione del paese nel 1990. La
i processi economici possono essere progettati in Aurubis, la più grande produttrice di rame d’Eu-
modo che i rifiuti diventino materiale utile per ropa, è anche la più grande riciclatrice di rame
qualcos’altro. Prima di partire per l’Europa, mi del mondo. L’impianto di Lünen fu costruito nel
sono recato in pellegrinaggio allo studio di Mc- 1916, durante la Prima guerra mondiale, quando
Donough a Charlottesville, in Virginia, e sono fi- la penuria di rame per le granate per l’artiglie-
nalmente riuscito a fargli la domanda scottante: ria spinse i tedeschi a utilizzare le campane di
tutto questo parlare di mettere fine ai rifiuti è bronzo delle chiese. «Da allora quest’impianto si
solo un castello in aria? occupa esclusivamente di riciclaggio», afferma
«Senza dubbio», mi ha risposto. «Ma le il- Detlev Laser, vicedirettore dello stabilimento.
lusioni e le speranze sono necessarie per fare Il rame, a differenza della plastica per esem-
progressi. Dobbiamo sempre ricordare ciò che pio, può essere riciclato all’infinito senza pre-
diceva Leibniz: “Se è possibile, allora esiste”. E giudicarne la qualità: è un materiale perfetta-
io sono convinto che se riusciamo a far esistere mente circolare. Nell’impianto di Lünen si la-
qualcosa, allora questa diventa possibile». vora ancora il rame, soprattutto cavi e tubi, ma
Il suo era un ragionamento tautologico o sag- l’azienda si è dovuta adattare a trattare scarti
gio? E Leibniz l’ha detto veramente? In ogni caso che ne contengono concentrazioni molto più
mi è sembrata un’argomentazione interessante e basse. Da quando l’Europa ha sostituito le di-
sono partito alla ricerca di prove della possibile scariche con i termovalorizzatori, molte scorie
esistenza dell’economia circolare. contengono pezzetti di metallo «perché qual-
cuno ha buttato il telefono cellulare tra i rifiuti
indifferenziati», spiega Laser, anziché tra quelli
destinati al riciclaggio.

Metalli Hendrik Roth, responsabile ambientale dello


stabilimento, mi mostra un escavatore che sca-
A DIRE IL VERO, le prime piccole crepe nella no- rica grosse quantità di rifiuti elettronici su un
stra naturale circolarità risalgono a prima della nastro trasportatore che li trascina verso una
rivoluzione industriale del Settecento. Gli antichi trinciatrice. È il primo di oltre una decina di
romani, oltre a disfarsi in maniera disinvolta delle passaggi di smistamento. In un’altra postazione
anfore rotte, sono stati i pionieri di un’invenzione vedo un nastro trasportatore con pezzi di circui-
foriera di problemi: le fogne. In pratica, scavarono ti stampati. Alcuni cadono in un abisso; altri
canali per convogliare i rifiuti umani nei fiumi, saltano su un nastro soprastante. Un sistema di
anziché restituirli alla terra che, come vi dirà telecamere, mi spiega Roth, stabilisce se i fram-
qualsiasi esperto di circolarità, è il luogo depu- menti contengono metallo, e, in caso contrario,
tato di quelle sostanze nutrienti. McDonough mi attiva un getto d’aria che li spinge verso l’alto.
raccontava che quando era bambino nella Tokyo La Aurubis vende alle industrie l’alluminio e
degli anni Cinquanta (i suoi genitori erano mem- la plastica che recupera; il rame e altri metalli
bri dell’esercito d’occupazione statunitense) di non ferrosi finiscono invece nei suoi forni.
notte si svegliava per il rumore dei contadini che Secondo un rapporto delle Nazioni Unite del
raccoglievano le deiezioni della famiglia. Quei 2017, nel mondo viene riciclato solo un quinto di
ricordi gli sono rimasti impressi nella memoria. tutti i rifiuti elettronici. La Aurubis accetta anche
I romani, come i fenici prima di loro, estrae- carichi provenienti dagli Stati Uniti. «Mi stupi-
vano il rame dai ricchi giacimenti del Río Tinto, sce però che una nazione così industrializzata

RIFIUTI ZERO 9
MACCHINE
Riutilizzare le macchine
è una strategia in atto
da tempo per ridurre
i rifiuti. Quasi 3.300
tra aerei ed elicotteri
dismessi di proprietà
delle forze armate
statunitensi sono
“parcheggiati” presso
la Davis-Monthan
Air Force Base di
Tucson, in Arizona,
perché qui l’aria secca
limita la corrosione
dei metalli. I velivoli
vengono riparati e
rimessi in servizio
oppure smontati per
utilizzarne alcune parti.
Per preservarli viene
usato un rivestimento
protettivo rimovibile.
La struttura, spesso
chiamata Boneyard
(cimitero), è la più
grande del suo genere.
ENERGIA
Sostituire i combustibili
fossili con le energie
rinnovabili, come il
calore generato dal
magma presente nel
sottosuolo in Islanda, è
un passo fondamentale
per creare un’economia
circolare. In Islanda le
centrali geotermiche
forniscono luce e
riscaldamento per uso
domestico. La Laguna
blu è una popolare
attrazione turistica
che sfrutta acqua
geotermale che ha
già generato energia
elettrica nella centrale
di Svartsengi e
non è più bollente.
La silice presente
in alte quantità
impedisce all’acqua di
penetrare nella roccia
lavica e le conferisce
una gradevole
tonalità azzurra.
rinunci a simili risorse», afferma Roth. «Questa il bisnonno per vivere raccoglieva stracci, metallo
roba vale miliardi». Qualcosa comunque sta cam- e carta. Oggi, dalla sede centrale di Dordrecht,
biando. La Apple, per esempio, incoraggia i clienti Boer dirige cinque stabilimenti nei Paesi Bassi,
a dare in permuta i vecchi iPhone, che vengono in Belgio, in Francia e in Germania, che nel com-
portati in Texas, dove un robot intelligente li plesso raccolgono e selezionano fino a 415 ton-
smonta ed estrae i materiali che possono essere nellate di abiti scartati al giorno, che poi vengono
usati per nuovi dispositivi. venduti per essere riusati o riciclati.
Il rame, tuttavia, esemplifica un problema A detta di Boer, le persone hanno un’idea
più generale: anche il riciclaggio estremo ha sbagliata riguardo a ciò che lasciano in un cas-
un limite. Il rame riciclato, infatti, costituisce sonetto per gli abiti usati, perché pensano che
solo un terzo della produzione della Aurubis; il vengano donati direttamente a chi ne ha biso-
resto viene ancora dalle miniere. Negli ultimi gno. Ciò che invece succede di solito è che questa
cinquant’anni la produzione di rame in tutto roba viene comprata da aziende come la Boer
il mondo è quadruplicata, ed è ancora in cre- che la seleziona e la rivende in tutto il mondo.
scita. Le tecnologie di cui abbiamo bisogno per Dalla finestra riesco a vedere i movimenti
rinunciare ai combustibili fossili necessitano di rapidi ed esperti delle operaie che prendono
grandi quantità di rame; per costruire una tur- gli abiti dai nastri trasportatori, li esaminano
bina eolica gigante ce ne vogliono 30 tonnellate. velocemente per poi girarsi e infilarli in uno
«La domanda continua a crescere», afferma dei circa 60 sacchi che hanno a disposizione.
Laser. «Non potremo mai soddisfarla con il ri- Ogni operaia smista circa tre tonnellate di ve-
ciclaggio». Serviranno altre strategie. stiti al giorno, spiega Boer. Le smistatrici devono
avere occhio per la moda, soprattutto per i capi
di qualità (solo il 5 o il 10 per cento del totale),
che costituiscono la maggior parte dei profitti

Abbigliamento dell’azienda. In Russia e in Europa orientale, per


esempio, la biancheria intima femminile può
IL LOGO CON I TRE C E RC HI concentrici della Ellen valere fino a 5 euro al chilo. La roba di qualità in-
MacArthur Foundation era stampato sulla felpa feriore viene spedita in balle da 55 chili in Africa,
che la stessa Ellen indossava il giorno in cui l’ho dove viene venduta per 50 centesimi al chilo.
intervistata nella sede della fondazione sull’Isola La gente compra la biancheria intima usata?
di Wight. Nel 2005, a 28 anni, MacArthur ha com- Sono perplesso. «È roba usata, ma pulita», speci-
pletato il giro del mondo in solitario a bordo di un fica Boer. La gente di solito non dona abiti spor-
trimarano in poco più di 71 giorni. Aveva caricato chi. In questo periodo l’imprenditore riceve più
l’imbarcazione con il cibo necessario per 72 giorni vestiti di quanti ne possa gestire, soprattutto
di navigazione. È tornata a casa con la consape- dalla Germania, che recupera il 75 per cento dei
volezza delle risorse limitate del nostro pianeta. suoi scarti: le amministrazioni cittadine di quel
Ha deciso quindi di abbandonare le competi- paese hanno capito che l’idea funziona.
zioni velistiche e di sfruttare la propria fama per L’azienda è in grado di rivendere il 60 per
fondare un’associazione che finora ha fatto più cento di ciò che recupera. Gli abiti riportati in
di altre per promuovere l’economia circolare, in- uso e indossati di nuovo fanno bene al pianeta
nanzitutto continuando a utilizzare gli oggetti. - l’energia e i materiali con cui sono stati fabbri-
Le persone possono mettere in pratica questa cati non vanno persi - e alla Boer. «L’attività si fi-
strategia a partire dai propri armadi. Secondo un nanzia in questo modo», afferma l’imprenditore.
rapporto della Ellen MacArthur Foundation, nel Il restante 40 per cento, gli indumenti che
periodo che va dal 2000 al 2015 la popolazione nessuno vuole, viene riciclato come panni per
mondiale è aumentata di un quinto e la produ- pulire o fatto a brandelli da usare come mate-
zione di abbigliamento è raddoppiata grazie all’e- riale isolante o per le imbottiture dei materassi.
splosione della cosiddetta fast fashion. Potendo Alcuni vengono inceneriti. Sempre più spesso
disporre di molti abiti economici, un capo viene la frazione riciclata include abiti a basso costo
indossato in media un terzo di volte in meno. rovinati. In questo caso Boer perde denaro. La
Jorik Boer si guadagna da vivere recuperan- fast fashion rischia di fargli chiudere l’azienda.
done una parte in quanto direttore della Boer C’è una forma di riciclaggio da cui Boer ricava
Group, azienda olandese nata un secolo fa quando modesti profitti. Da decenni spedisce pullover

14 N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A
di lana e altri articoli di maglieria alle aziende
di Prato che, con appositi macchinari, cardano
la lana, recuperando le fibre lunghe che possono
S TOP A I R IFIUTI DI PL A S TIC A
Il nemico non è la plastica, ma i rifiuti di
essere usate per fare nuovi indumenti di buona plastica dispersi nei mari e altrove. La
qualità. I tessuti di cotone o poliestere non pos- soluzione sta nelle materie biodegradabili
sono essere riciclati in questo modo, perché le e nel riciclaggio? La nostra redattrice Laura
Parker si è chiesta in che modo la plastica
fibre sono troppo corte. Attualmente diverse possa inserirsi in un’economia circolare. Potete
start up stanno lavorando allo sviluppo di tec- leggere il suo articolo su natgeo.com/plastic.
nologie capaci di riciclare chimicamente queste
fibre. Boer pensa che per incentivarne la crescita
l’Unione Europea dovrebbe approvare una legge di ispezionare i loro rifiuti, pesando ogni singolo
che imponga l’uso di una percentuale di fibre scarto alimentare. «Il risultato fu sconvolgente»,
riciclate nella fabbricazione di nuovi indumenti. ricorda Goodwin. «Trovammo polli interi ancora
«In dieci anni ci arriveremo senz’altro», af- nel loro incarto». Ogni anno quasi metà delle
ferma Boer. «Non abbiamo altra scelta». verdure da insalata e un quarto della frutta fi-
Alla Ellen MacArthur Foundation l’attenzione nivano nei cassonetti, insieme a quasi 360 mila
è puntata su un business diverso, capace di pro- tonnellate di patate. Nel complesso, i britannici
muovere la circolarità in molti settori dell’econo- buttavano via un sacchetto della spesa su tre.
mia, un modello basato sul noleggio anziché sul Come è emerso in seguito, non sono gli unici.
possesso. Rent the Runway e altre aziende che Nel mondo si spreca quasi un terzo del cibo con
forniscono un servizio di noleggio di abiti online un costo annuale che si aggira intorno ai mille mi-
coprono attualmente meno del 10 per cento del liardi di dollari, mi ha spiegato Richard Swannel,
mercato della moda, ma sono in rapida crescita. attuale direttore globale del Wrap. Prima dello
In teoria, prendere in affitto i vestiti è una pra- studio nessuno era consapevole di quanto cibo
tica sostenibile: se molte persone condividono - e denaro - andasse sprecato in Gran Bretagna.
lo stesso abito, si potrebbero realizzare meno Il Wrap ha poi lanciato una campagna di sen-
abiti in generale. In pratica, la cosa solleva qual- sibilizzazione. Ha lavorato con le associazioni
che dubbio. I clienti potrebbero semplicemente femminili per diffondere suggerimenti su come
affittare vestiti di lusso che si aggiungerebbero riutilizzare gli avanzi e ha persino convinto al-
al guardaroba che già possiedono. Di certo, il cune catene di supermercati ad adottare alcune
noleggio comporterebbe anche l’imballaggio, semplici misure: estendere le date di scadenza e
la spedizione e la pulitura a secco dei vestiti. La indicarle in modo più chiaro; usare incarti più
giornalista Elizabeth Cline, autrice di due libri piccoli e rivendibili; eliminare le offerte “prendi
sulla fast fashion, ha recentemente pubblicato due paghi uno” sui prodotti deperibili. Racco-
un articolo su Elle in cui analizzava i pro e i mandazioni noiose, basate sul vecchio semplice
contro del noleggio di abiti. «Indossare ciò che buonsenso, eppure hanno funzionato. Nel 2012
si ha già nell’armadio è il modo più sostenibile la quantità di cibo sprecato in Gran Bretagna era
di vestirsi», è stata la sua conclusione. diminuita di un quinto.
In seguito i progressi si sono bloccati, ma nes-
suno aveva mai pensato che il buon senso da solo
potesse bastare. Forse l’intelligenza artificiale può

Cibo essere d’aiuto. Mark Zornes, amministratore dele-


gato di Winnow, propone una soluzione high-tech
la causa della
L A G E NTE N O N PU Ò AB B R AC C IARE che la sua start up ha già collocato nella cucina di
circolarità da sola. È il sistema che va cambiato. 1.300 ristoranti: un bidone dei rifiuti intelligente.
Le scelte personali, però, sono importanti. «In Zornes mi mostra il suo funzionamento nella
primo luogo bisognerebbe ridurre i consumi», sala riunioni dell’azienda usando una coscia di
dice Liz Goodwin, del World Resources Institute. pollo di plastica. Quando un cuoco o un came-
Nel 2008 Goodwin ha diretto il Waste and Re- riere getta il contenuto di una pentola o di un
sources Action Programme (Wrap), a cui si deve piatto nel bidone Winnow, una bilancia misura
uno dei primi studi importanti sullo spreco di il peso aggiunto e una fotocamera scatta una fo-
cibo. In quell’occasione l’associazione non-profit tografia. A questo punto un software identifica il
chiese a 2.100 famiglie britanniche il permesso nuovo rifiuto e ne mostra il costo.

RIFIUTI ZERO 15
A G R I C O LT U R A
La fattoria verticale al
chiuso più grande del
mondo, gestita dalla
Aerofarms a Newark,
nel New Jersey, si
propone di dimostrare
che è possibile coltivare
verdure e ortaggi in
modo sostenibile e
per tutto l’anno in
città. Gli ortaggi da
foglia di piccola taglia
(baby leaf) vengono
coltivati in un substrato
riutilizzabile ricavato
da bottiglie di plastica
riciclate. L’acqua viene
spruzzata sulle radici
dal basso, consentendo
un risparmio del 95%
rispetto alla coltivazione
all’aperto. I pesticidi
sono banditi; sostanze
nutrienti e fertilizzanti
sono usati solo se
necessario.

16
La soia usata nel mangime per animali potrebbe essere sostituita dalle mosche soldato
(Hermetia illucens) che si nutrono di rifiuti. La start up britannica Entocycle sperimenta le
CIBO condizioni di allevamento nel suo laboratorio di Londra (sopra) nutrendo le larve con fondi
di caffè e altri scarti. Le larve vengono raccolte (sotto) dopo appena due settimane.
A Prato, dove si producono tessuti di lana dal XII secolo, ci sono circa 3.500 aziende,
con 40.000 dipendenti, che processano i materiali tessili di scarto (sopra). La lana è
TESSUTI divisa per colore, lavata, cardata (sotto) e poi nuovamente filata. Attualmente solo
l’uno per cento degli scarti tessili viene riciclato per produrre nuovi vestiti.
Zornes sostiene che, prestando attenzione altà siamo tutti viziati. Le aziende non vogliono
ai dati forniti dai nuovi bidoni dei rifiuti, i suoi deludere i clienti e tengono sempre troppa roba».
clienti - tra cui la multinazionale francese Ac- Nel 2018 InStock ha iniziato a consegnare il
corHotels - hanno dimezzato gli sprechi. Mi cibo in eccesso ad altri ristoranti. Al momento
porta l’esempio dei buffet per la colazione, triste- la priorità di van Nimwegen è stipulare contratti
mente noti perché la maggior parte degli avanzi con le mense aziendali. Secondo un rapporto
viene buttata via. «Quando inizi ad avere un’idea stilato dalle autorità olandesi, dal 2010 a oggi lo
precisa del problema, cominci anche a gestirlo», spreco alimentare nei Paesi Bassi è diminuito del
afferma l’imprenditore. Prepari minori quantità 29 per cento, più che in Gran Bretagna.
di ciò che non viene consumato. Il dessert era una deliziosa mousse di ciliegie
Qualche giorno dopo ho avuto un’esperienza e frutti di bosco al vino rosso, quello delle botti-
simile nel ristorante InStock di Amsterdam, che glie del bar aperte da troppo tempo. Sentendomi
propone un menu ambizioso preparato con pro- sazio e consapevole sono tornato in albergo in
dotti invenduti. Sono entrato e mi sono seduto a bicicletta nella nebbiosa Amsterdam notturna.
un tavolo sotto un contatore di legno che indicava Entrato in camera ho trovato un pipistrello im-
la quantità di “alimenti recuperati”: 780.054 chilo- pazzito che volava disperato cercando una via d’u-
grammi. Una delle fondatrici, Freke van Nimwe- scita. Osservando la povera bestia ho pensato che
gen, mi ha raggiunto e mi ha raccontato la sua quella serata mi aveva fatto un altro regalo, for-
storia mentre io consumavo la cena a menu fisso. nendomi una perfetta metafora dei nostri tempi.
Subito dopo essersi laureata in economia,
Van Nimwegen è stata assunta dalla Albert
Heijn, la più grande catena di supermercati dei
Paesi Bassi. Lavorava per l’azienda da due anni
quando ha cominciato a interessarsi al problema
Vie d’uscita
dello spreco alimentare. In qualità di vicediret- PE R U SC I RE DALL A TR APPOL A in cui siamo fi-
trice di una filiale aveva cercato di fare qualcosa niti con l’economia lineare e tornare a un’econo-
al riguardo ma senza molto successo. I banchi mia modellata sulla natura sarà necessaria una
alimentari, per esempio, ritirano il pane ma non buona dose di quello che gli psicologi chiamano
tutti i prodotti. Nel 2014, insieme a due colleghi, “pensiero divergente”. A Copenaghen mi sono
ha avuto l’idea di InStock e ha convinto l’azienda fermato ad ammirare il nuovo termovalorizza-
a finanziarla. InStock adesso ha altre due sedi tore municipale che brucia i rifiuti per generare
oltre a quella di Amsterdam, una a Utrecht e energia e diverge decisamente dalla norma: sul
l’altra all’Aia. Secondo van Nimwegen quella suo tetto è stata creata una pista da sci utilizza-
che è nata come un’avventura sta diventando bile tutto l’anno. La mia vera meta, però, era il
un’esperienza davvero interessante. vicino porto di Kalundborg, una sorta di icona
A un certo punto mi è stato servito il piatto dell’economia circolare.
principale: bocconcini di oca fritti, i “Kentucky Nella sala riunioni ho incontrato 11 direttori di
Fried Goose”. «Stia attento, nella carne potreb- altrettanti impianti industriali che hanno stretto
bero esserci dei proiettili», mi ha avvisato la ca- un insolito legame: ogni azienda usa i rifiuti
meriera. L’aeroporto di Amsterdam Schiphol, mi dell’altra. Il presidente del collettivo, Michael
ha spiegato van Nimwegen, ingaggia cacciatori Hallgren, dirige uno stabilimento della Novo
per uccidere le oche selvatiche che altrimenti Nordisk che produce la metà della fornitura
potrebbero far inceppare i motori dei jet. Gli uc- mondiale di insulina e, insieme alla consorella
celli morti, che prima finivano nell’inceneritore, Novozymes, 330 mila tonnellate di lievito esau-
adesso vengono portati al ristorante. sto. Questo impasto molliccio viene trasportato
Gli chef di InStock improvvisano i piatti con in un impianto di bioenergia dove i microbi lo
gli ingredienti che hanno a disposizione. Gli trasformano in biogas in quantità sufficienti
alimenti provengono dai supermercati Albert per rifornire 6.000 abitazioni, e in fertilizzante
Heijn, ma anche da altri produttori, contadini per circa 20 mila ettari di terreno. Questo è solo
inclusi. «È facile puntare il dito contro i super- l’ultimo dei 22 scambi di rifiuti che compongono
mercati», ha affermato van Nimwegen. «Ma è la Kalundborg Symbiosis.
l’intera catena di distribuzione, incluso il cliente, All’inizio non c’era niente di programmato,
a voler sempre avere tutto a disposizione. In re- mi ha spiegato Lisbeth Randers, coordinatrice

20 N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A
CHIUDERE Consumare meno, utilizzare più a lungo, riciclare all’infinito;
queste sono le strategie dell’economia circolare. Nella

IL visione “dalla culla alla culla” tutti i prodotti devono essere

CERCHIO
scomposti in “nutrienti tecnici” per realizzare prodotti nuovi,
oppure essere biodegradabili. I rifiuti indicano una falla del
sistema. Così come avviene in natura, non devono esistere.

Meno consumi Progettazione saggia Rifiuti zero


Rinnovabili anziché fonti Macchine e altri prodotti sono Tutte le sostanze
fossili; i servizi di noleggio progettati in modo da durare nutrienti vengono
o di sharing soddisfano un a lungo e poter essere riparati, immesse in un ciclo.
numero più alto di clienti oppure in modo da poterne Quasi niente finisce
con meno prodotti. riutilizzare i componenti. in discarica.

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utili come da più Prodotti


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NON RINNOVABILI nuovi persone usati il più


nel a lungo
tempo possibile

RIFIUTI
ENERGIA
RINNOVABILE MATERIALI PRODOTTI SERVIZI CONSUMATORI E INQUINAMENTO
MINIMI

Biomasse
scartate
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JASON TREAT, NGM
FONTE: ELLEN MACARTHUR FOUNDATION

CHE COSA Limitare i consumi


Volare e guidare meno.
Riparare e riutilizzare
Comprare meno prodotti,
Riciclare tutto
Compostare i rifiuti

SI PUÒ FARE
Non sprecare cibo. ma di buona qualità, alimentari. Riciclare il più
Indossare abiti che già e ripararli quando si possibile e spronare le
possediamo. Evitare rompono. Donare gli abiti persone che conosciamo
la plastica monouso. che non usiamo più. a fare altrettanto.

RIFIUTI ZERO 21
municipale del collettivo; il gruppo è cresciuto, Troy, nello Stato di New York. Seguiva un corso
un accordo bilaterale per volta, nell’arco di qua- dedicato alle invenzioni e all’importanza del
rant’anni. Un’azienda che fabbrica pannelli di pensiero divergente e il problema su cui stava
cartongesso ha aperto la sua sede a Kalundborg, riflettendo - aveva letto Dalla culla alla culla -
spinta in parte dalla possibilità di sfruttare il gas riguardava le colle tossiche contenute nel trucio-
di scarto della raffineria di petrolio come fonte lato o nella vetroresina. Cresciuto in una fattoria
energetica a basso costo; successivamente ha del Vermont, Bayer aveva passato ore a spalare
usato pure il gesso che la vicina centrale a car- trucioli di legno da inserire in un forno per pro-
bone produce lavando il diossido di zolfo dei suoi durre lo sciroppo d’acero. Spesso quei trucioli si
fumi. Niente di tutto ciò è avvenuto per ragioni incollavano tra loro perché venivano colonizzati
esclusivamente ambientali, ma la Kalundborg dal micelio, la fitta rete di microscopici filamenti
Symbiosis, ha sottolineato Randers, riduce le che costituisce la radice di un fungo. Bayer si è
emissioni di anidride carbonica di 635 mila ton- quindi chiesto: «Sarà possibile ottenere una colla
nellate all’anno, consentendo alle aziende che ne non nociva dai funghi?».
fanno parte di risparmiare 27 milioni di dollari. Il primo prodotto che Bayer e il suo socio Ga-
Nella campagna della Vestfalia, in Germa- vin McIntyre hanno realizzato con l’azienda
nia, terra d’origine di un famoso prosciutto e, che hanno fondato, la Ecovative Design, è stato
non a caso, di molti suini, ho conosciuto una un materiale per l’imballaggio che sostituisce il
donna che pur non avendo studiato ingegne- polistirolo. Hanno inoculato piccole quantità di
ria ha ideato una soluzione su scala industriale micelio in fibre di canapa o trucioli di legno e i
per il trattamento di uno dei principali problemi minuscoli filamenti bianchi sono andati a riem-
della regione: l’eccesso di letame di maiale. I ni- pire gli spazi tra le particelle avvolgendole in una
trati che filtrano dai campi troppo fertilizzati rete e incollandole tra loro. I due hanno scoperto
hanno inquinato le acque freatiche di quasi un che il materiale poteva essere coltivato all’interno
quarto della Germania. Un agricoltore dei din- di stampi di qualsiasi forma. Smette di crescere
torni di Velen, la città in cui ho incontrato Doris quando viene disidratato e può essere compostato
Nienhaus, può spendere 40 mila dollari l’anno se non si sa più che farne. Negli ultimi decenni
per trasportare quasi 2.000 metri cubi di letame la Ecovative ha prodotto più di 450 tonnellate di
liquido fino a un campo, distante più di 150 chi- materiale per imballaggio per clienti disposti a
lometri, che non è stato ancora concimato. «Un pagare un po’ di più in nome della sostenibilità.
giorno un sistema del genere non sarà più attua- In seguito l’azienda è passata a oggetti più
bile economicamente», ha affermato Nienhaus. grandi, composti al 100 per cento da funghi. «È
La sua soluzione consiste in un impianto che come una stampante in 3-D biologica», chiarisce
estrae dal letame i nutrienti di base, cioè fosforo, Bayer. Grazie ai finanziamenti degli investitori e
azoto e potassio. Nienhaus, che in passato ha ai 9,2 milioni di dollari forniti dall’Agenzia per i
lavorato per il Dipartimento regionale dell’a- progetti di ricerca avanzata della Difesa (Darpa),
gricoltura e ha allevato maiali, ha convinto 90 la Ecovative sta ampliando il proprio laborato-
agricoltori a investire 7,6 milioni di euro nel suo rio per studiare la possibilità di fabbricare con il
progetto. Il letame dei loro allevamenti viene micelio oggetti di ogni genere, tra cui suole per
sottoposto a digestione anaerobica da parte di le scarpe, la pelle vegana e una struttura edibile
batteri e il biogas che ne risulta alimenta un per produrre bistecche artificiali.
generatore che fornisce elettricità all’impianto Nella visione “dalla culla alla culla” di Mc-
(quella non consumata viene venduta alla rete Donough e Braungart, il concetto di rifiuto non
pubblica). Successivamente un sistema di ve- esiste neppure. Ogni materiale rientra nel ciclo
loci centrifughe, un polimero brevettato e forni sotto forma di “nutriente tecnico”, capace di
ad alta temperatura scompongono il digestato essere riciclato all’infinito, oppure biologico,
in un liquido bruno, ricco di azoto e potassio, e e dunque commestibile o compostabile. Bayer
una cenere che contiene il 35 per cento di fosforo. condivide questa visione, ma è convinto che in
Tutto potrà essere venduto e non saranno pro- futuro la maggior parte degli oggetti sarà rea-
dotti rifiuti, ha precisato Nienhaus. lizzata con biomateriali. «I materiali di origine
Quando Eben Bayer ha avuto l’idea per la sua biologica rispettano già il ciclo della natura»,
invenzione, nel 2006, era uno studente di in- ha osservato. «L’Astronave Terra può digerire
gegneria al Rensselaer Polytechnic Institute di questa roba».

22 N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A
scando gli ambienti sottostanti. A differenza delle

Tra sogno e incubo strutture di cemento, le sezioni pavimento-sof-


fitto prefabbricate possono essere smontate e
così tanti rifiuti non
I L F AT T O C H E P R O D U C I A M O riutilizzate nel caso in cui l’edificio debba essere
significa che siamo cattivi, ma solo che siamo un ristrutturato o demolito. Gli edifici di Park 20/20
po’ stupidi. Quando ho incontrato Michael Braun- sono come “banche di materiali”, mentre altrove
gart ad Amburgo, lui ci ha tenuto a precisarlo su- i materiali edili rappresentano la principale tipo-
bito. Dopo essere stato per alcuni anni un attivista logia di rifiuti che finisce in discarica.
di Greenpeace e aver organizzato diverse proteste Quando ero nello studio di McDonough mi
contro le industrie chimiche, Braungart ha co- sono seduto su una vecchia sedia Herman Mil-
minciato a lavorare come consulente d’azienda. ler tappezzata con il primo materiale che lui e
«Dalla culla alla culla è il nostro strumento per Braungart hanno prodotto, un tessuto di lana e
combattere contro un’eredità culturale derivata ramiè, una fibra che si ricava da piante urtica-
da credenze religiose», ha chiarito riferendosi alle cee. Mentre McDonough mi parlava di Leibniz e
fedi monoteiste. L’ambientalismo ha ereditato da di un mondo di possibilità, mi è venuto in mente
queste religioni l’idea che la natura è buona e gli un vecchio film intitolato A cena con gli amici.
esseri umani, con la loro influenza nefasta, sono «Se non sogni in grande […] la vita diventa un
cattivi. La cosa migliore che possiamo fare, dun- incubo», dice il personaggio interpretato da Mi-
que, è limitare i danni. Secondo Braungart questo ckey Rourke verso la fine, quando insieme ai suoi
è un concetto fuorviante e semplicistico. Lui crede amici si avvia verso il futuro pieno di incertezze.
che gli uomini possano migliorare la natura. Forse, ho pensato, la nostra specie si trova nella
Quando ero ad Amsterdam ho visitato un’area stessa situazione: ha bisogno di un sogno in cui
di uici di 30 ettari poco fuori dalla città chiamata credere per non cadere in un incubo.
Park 20/20 progettata dallo studio di McDonough L’economia circolare è un sogno che sta spin-
con la consulenza di Braungart per la scelta dei gendo molta gente a darsi da fare. Ma - se mi è con-
materiali. Dieci anni fa, il suo costruttore Coert cesso concludere con una nota spiacevole - non è
Zachariasse si è recato per la prima volta a Char- affatto una realtà. Se non ci lasciamo abbagliare
lottesville, aspettandosi che il guru gli rivelasse da certi risultati positivi e consideriamo invece
come realizzare un complesso di uici ispirato alla i numeri, quelli che mi ha mostrato de Wit, ve-
visione “dalla culla alla culla”. McDonough, invece, dremo che il “divario di circolarità” sta crescendo,
si mostrò esitante. «Mi disse di non avere ancora non diminuendo. Entro il 2050 il nostro uso delle
un’idea precisa, ma che avrebbe pensato a qual- risorse naturali potrebbe raddoppiare. E le emis-
cosa», mi ha raccontato Zachariasse. Quell’iniziale sioni di CO2 continuano ad aumentare.
delusione, però, ha lasciato il posto a un senso di «Ci stiamo muovendo abbastanza in fretta?
libertà e a una maggiore determinazione. Non proprio», ha ammesso de Wit.
Park 20/20 è in via di completamento, ma è Come gli altri ottimisti che ho incontrato, de Wit
già un’area di uffici verde e piacevole. Gli edi- ritiene che sia questione di tempo. Per costruire
fici hanno facciate diverse e fantasiose, gli spazi un’economia circolare sarà necessario un enorme
sono luminosi e accoglienti, l’energia è rinnova- cambiamento culturale, qualcosa di portata simile
bile, le acque reflue vengono trattate e riciclate alla rivoluzione industriale. «Dobbiamo avere pa-
sul posto. Uno degli elementi più interessanti zienza e resistere», ha proseguito. «Secondo me
è meno evidente rispetto ad altri: i solai degli non ci riusciremo con la generazione attualmente
edifici non hanno la solita struttura in cemento al potere. Ci vorrà ancora una ventina d’anni». Con
armato, ma ne hanno una leggera e cava di travi queste parole de Wit stava incalzando la mia ge-
d’acciaio, grazie alla quale è possibile ricavare nerazione a uscire di scena. Ma non l’ho presa sul
sette piani nell’altezza di sei, usando nel com- personale. Di certo noi saremo sottoterra quando
plesso il 30 per cento di materiali in meno. l’economia circolare arriverà. E in quel modo da-
In inverno l’acqua calda del canale adiacente, remo il nostro piccolo contributo. j
immagazzinata sottoterra dall’estate precedente,
scorre nelle tubature di ogni sottofondo riscal- Le foto scattate da Luca Locatelli per il reportage
dando l’ambiente sovrastante; in estate l’acqua sull’agricoltura olandese pubblicato nel settembre
2017 sono esposte al Guggenheim Museum di
fredda del canale, conservata dall’inverno pre- New York. Il redattore Robert Kunzig ha firmato
cedente, scorre nelle tubature dei soffitti rinfre- l’articolo sulle città dell’aprile 2019.

RIFIUTI ZERO 23
I SEGRETI
L’ E S P E R I M E N T O D I U N F O T O G R A F O C I R E G A L A U N O S G U A R D O

I N E D I T O S U C O M E L E A P I S E LVAT I C H E S I D I F E N D O N O ,

REGOL ANO IL MICROCLIM A E SOCIALIZZ ANO FR A LORO.

DI JASON BITTEL | FOTOGRAFIE DI INGO ARNDT

DELLE API
24
FOTO PRECEDENTE

Con le loro lingue


tubolari, queste api
europee a Langen, in
Germania, raccolgono
Poco dopo
il suo
l’acqua da riportare
al nido, dove verrà
usata per regolare il
microclima.

SOPRA

Le api convergono al
loro nido nella cavità
di un albero, creata
insediamento,
e poi abbandonata
da un picchio nero.
la colonia di api
è stata colpita.
26 N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A
N O N D A G L I A C A R I D E L G E N E R E VA R R O A ,
né dai ammazzeranno l’intera colonia», racconta il
pesticidi, né dalla sindrome dello spopolamento fotografo Ingo Arndt, che ospita la colonia di api
o da uno dei tanti pericoli che oggi minacciano le nel suo giardino a Langen, in Germania.
popolazioni di api di tutto il mondo, ma dai cala- Tuttavia, con il passare delle settimane, le api
broni: veri giganti dagli occhi rossi in confronto hanno guadagnato terreno. Hanno iniziato ad
alle minuscole api impellicciate. Ogni attacco ammassarsi all’entrata del nido, creando un
durava un istante; i predatori piombavano sulle tappeto vivente di guardie. Ogni volta che un
vittime in volo e la portavano via, per poi triturarle calabrone si avvicinava troppo, alcune delle
e darle in pasto alle loro larve fameliche. protettrici saltavano addosso all’invasore e lo
Una singola ape europea non è in grado di placcavano. Un attimo dopo, altre api si aggiun-
affrontare un calabrone, che misura fino a quat- gevano al mucchio e inchiodavano il calabrone.
tro centimetri ed è dotato di mandibole possenti All’interno di questa palla accadeva qualcosa
capaci di fare a pezzi gli insetti più piccoli. di ancora più bizzarro. Le api europee hanno un
Nei primi giorni dell’assedio, le api sembra- trucco: sono capaci di attivare i muscoli del volo
vano incapaci di reagire al massacro. così rapidamente che il loro torace emette una
«Mi sono detto: oddio, se continua così mi piccola quantità di calore.

I SEGRETI DELLE API 27


Industriose
Queste immagini
gettano luce sulla vita
delle api allo stato
selvatico. Le operaie
costruiscono nuovi favi
con la cera, mentre altre
rientrano nella cavità
portando polline e
nettare. A differenza
delle formiche,
che hanno ruoli
specializzati, ciascuna
ape operaia è in grado
di compiere ogni
lavoro necessario al
mantenimento del nido.
Difesa accalorata
Per proteggere il nido dai calabroni predatori, le
api si schierano in posa difensiva all’entrata della
cavità. Sollevano le zampe anteriori e spalancano le
mandibole (qui sotto, in alto). Quando si avvicina un
calabrone, le api lo placcano (al centro) e si ammassano
per impedirne la fuga (in basso). Poi iniziano a muovere
rapidamente i muscoli del volo per generare calore
(a destra). Il calabrone si surriscalda fino a morire.
Ciclo vitale
Le nuove api adulte
sbucano dalle celle
masticando la cera che
le riveste. Le api hanno
vari stadi vitali. Dalle
uova si schiudono larve
voraci e vermiformi che
devono essere nutrite
costantemente dalle
operaie premurose.
Dopo alcuni giorni le
operaie sigillano le celle
con la cera e le larve
tessono un bozzolo per
impuparsi e completare
la metamorfosi. Dopo
una o due settimane
emerge l’ape nella sua
forma adulta.
Quando una dozzina di api o più scalda i mo- doli in una cassetta artificiale. Più di ogni altra
tori contemporaneamente, l’intero ammasso cosa, Arndt voleva fotografare un nido naturale.
può aumentare la temperatura circostante in Non si tratta di un’impresa da poco. Anche vo-
modo significativo. lendo indossare una tuta e salire nel folto degli al-
Le api stavano arrostendo vivi i calabroni. beri a 20 metri di altezza, dove amano nidificare le
«Lo trovo molto ingegnoso», commenta api, come ha fatto Arndt nel 2018, «tutte le cose più
Jürgen Tautz, biologo da poco in pensione che interessanti accadono comunque dentro l’albero».
per circa 25 anni si è specializzato nello studio Così nel febbraio 2019 il fotografo ha avuto
delle api all’Università Julius Maximilian di dalle autorità forestali tedesche il permesso di
Würzburg, in Germania. prelevare da un bosco della zona un tronco di
La trappola di calore è un’arma potente, ma faggio caduto con un nido di picchio nero abban-
può anche causare perdite interne. A volte le api donato: una casa assai ambita dalle api europee.
al centro dell’ammasso muoiono insieme al ca- Ha segato una porzione del tronco e l’ha fatta
labrone, sacrificandosi per proteggere la colonia. spedire nel suo giardino.
Questo è solo un aspetto del comportamento Intorno al tronco Arndt si è messo a costruire
delle api europee che Arndt ha studiato negli un capanno di compensato, completo di illumi-
ultimi due anni, scoprendo nuovi particolari. nazione e di una finestrella affacciata sul retro
Arndt fotografa gli animali in natura da de- della cavità, da cui far passare il suo obiettivo
cenni, ma non è un esperto di insetti, perciò ha macro. Poi ha prelevato la regina da una colonia
deciso di collaborare con Tautz. vicina di api europee, e l’ha collocata all’interno
Il comportamento difensivo contro i cala- del cavo. A quel punto doveva solo aspettare nel
broni era stato documentato in alcune specie capanno, con il dito sul pulsante di scatto.
affini in Asia e osservato dagli allevatori di api Nel giro di pochi minuti le esploratrici della
europee in Egitto e Israele, ma nessuno aveva colonia originaria della regina sono venute a po-
mai immortalato il duello tra insetti come ha sarsi ai bordi del nido del picchio. Hanno conti-
fatto oggi Arndt. «È la foto migliore che abbia nuato ad arrivare, finché il tronco si è riempito
mai visto di questo comporta- di insetti sociali selvatici, a decine
mento», afferma Thomas D. Seeley, di migliaia. L’intera colonia ha fi-
docente alla Cornell University che nito per trasferirsi nel cavo che era

55%
studia il comportamento e le inte- appartenuto al picchio.
razioni sociali delle api da mezzo Nel corso di sei mesi Arndt ha
secolo. scattato oltre 60 mila fotografie,
Dopo le prime battaglie, rac- documentando la vita delle api
conta Arndt, ha iniziato a vedere È la percentuale come mai prima d’ora.
di americani che
combattimenti fra api e calabroni «È questo che rende il suo lavoro
mette le api al primo
anche dieci volte al giorno. Se una posto della lista assolutamente speciale», spiega Se-
colonia di api è debole, i calabroni delle specie animali eley. Gli ornitologi hanno usato tec-
possono annientarla, ma per ora la da salvare, stando niche simili per studiare gli uccelli,
lotta nel giardino di Arndt conti- a un sondaggio ma nessuno le aveva mai applicate
nua come guerra di logoramento. realizzato da National allo studio delle api in natura.
In questa saga esistono anche Geographic e Le centinaia di ore passate nel ca-
Morning Consult.
altre fazioni. Arndt spiega che panno sono state preziose. Quando
spesso le api provenienti da colonie fuori faceva caldo, Arndt guardava
vicine razziano il nido nel suo giar- le api fare avanti e indietro da una
dino nel tentativo di rubare il riserva d’acqua messa a loro dispo-
miele, specialmente verso la fine dell’estate, sizione, in cui succhiavano il liquido con le lingue
quando i fiori iniziano a scarseggiare. simili a cannucce per poi riportarlo al nido. Una
volta rientrate, le raccoglitrici passavano l’acqua
D O P O AV E R A C C O M PA G N AT O G L I S C I E N Z I AT I che a un altro gruppo di api, le spruzzatrici, il cui com-
studiavano le api in natura nelle foreste del pito è rigurgitare il liquido sopra i favi, dove eva-
Parco nazionale di Hainich, Arndt è rimasto pora creando un effetto rinfrescante. Le altre api
stregato. Ha intuito che non sarebbe mai riuscito possono accelerare il processo facendo vibrare le
davvero a svelare i segreti degli insetti osservan- ali, cosa che aumenta la circolazione dell’aria e fa

34 N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A
Nel corso di sei mesi, Arndt ha scattato
oltre 60.000 fotografie, documentando la vita
delle api come mai prima d’ora.

Quando lavorano nel nido, le api intrecciano «Ripuliscono le superfici interne della cavità
spesso le zampe con le compagne. Queste catene da tutte le particelle instabili», rivela Tautz.
viventi sono importanti nella costruzione dei favi:
per poter mantenere la cera morbida e malleabile, Questo comportamento non solo aiuta a ri-
la temperatura deve essere almeno di 35 gradi. muovere potenziali patogeni, ma aiuta anche a
creare una superficie liscia su cui le altre api
evaporare l’acqua più velocemente. Si chiama raf- possono applicare una lacca nota come propoli.
freddamento mediante evaporazione, e in pratica «La propoli è una secrezione prodotta dalle
è quello che facciamo quando sudiamo e ci met- gemme degli alberi in primavera», spiega Tautz.
tiamo seduti davanti a un ventilatore. «È molto appiccicosa, ma le api la raccolgono per-
Quando le temperature esterne calano, le api ché ha proprietà antifungine e antibatteriche».
si afferrano per le zampe a formare una coperta Altri momenti sono stati catturati per la prima
vivente sulla superficie dei favi. Tautz paragona volta, come quando Arndt ha fotografato un’ape
la struttura a un sacco a pelo, in cui la consi- in volo che apre una ghiandola per l’emissione
stenza del tessuto si può però ispessire o allentare di feromoni.
per regolare la temperatura. «Nessuno lo aveva mai mostrato prima d’ora»,
precisa Seeley, che spera che questi scatti pos-
sono riusciti a
I N A L C U N I C A S I A R N D T E TA U T Z sano svelare agli occhi del pubblico le meravi-
spiegare comportamenti che da tempo lascia- glie più nascoste delle api selvatiche. j
vano perplessi gli apicoltori. Uno dei tanti mi-
steri era perché gli insetti rosicchiassero il legno Jason Bittel scrive per natgeo.com; questo
delle arnie senza alcun effetto apprezzabile. Ma è il suo primo servizio per il magazine. Il libro
di Ingo Arndt e Jürgen Tautz, Honey Bees:
all’interno dell’albero il comportamento ha fi- Mysterious Forest Dwellers, sarà pubblicato
nalmente acquistato un senso. in primavera.

I SEGRETI DELLE API 35


NEL 2014
IL RAPIMENTO DI
276 STUDENDESSE
NIGERIANE HA
INDIGNATO IL MONDO
INTERO. MENTRE 112
MANCANO ANCORA
ALL’APPELLO,
LE SUPERSTITI
RIVENDICANO
IL LORO FUTURO.
DI NINA STROCHLIC
FOTO G R AFIE D I B É N É D I C TE KU R ZE N

Esther Usman posa studiano. Le giovani


dietro al dormitorio si stanno preparando
di una località della per l’università e
Nigeria nordorientale pianificano carriere
dove lei e più di 100 nell’economia, nella
altre studentesse medicina e nel campo
di Chibok vivono e dei diritti umani.

37
Il 14 aprile 2014, 276 studentesse furono sequestrate nei loro dormitori a Chibok - una città della
Nigeria nordorientale - dal gruppo estremista Boko Haram. Il drammatico evento attirò l’attenzione
internazionale. Oggi 112 delle giovani risultano ancora scomparse. Molte delle sopravvissute studiano

38 N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A
alla New Foundation School (NFS), un corso preparatorio universitario alla American University of
Nigeria (AUN) di Yola. Tra loro ci sono (in senso orario dall’alto a sinistra): Awa Abuga, Glori Aji, Mwada
Baba, Yana Joshua, Kume Ishaku e Grace Paul. Hanno posato per i ritratti in uno studio improvvisato.

LE RAGAZZE DI CHIBOK 39
SAMBISA
FOREST
RESERVE
Chibok
N I G E R I A
Abuja
Yola 200 mi
200 km

Lagos

QUELLA NOTTE D’APRILE ESTHER E U R O PA

E PATIENCE SI TENEVANO PER MANO AFRICA

NIGERIA

QUANDO FURONO COSTRETTE OCEANO


ATLANTICO

A USCIRE DAL DORMITORIO SOTTO


LA MINACCIA DI UNA PISTOLA.
Spinte sul retro di un camion col cassone aperto, si ritrovarono
separate. Nella massa di studentesse spaventate, Patience
sentì la voce sommessa di Esther chiedere: «Che succederà?».
A quel punto alcune saltarono giù dal camion. All’improv-
viso altre ragazze si lanciarono nel buio, pronte a farsi sparare
o a perdersi nella foresta sconosciuta pur di sfuggire ai loro
carcerieri. Patience cercò la sua amica, ma Esther era stata tra-
scinata più in là. Patience si avvicinò al bordo e saltò da sola.
Da cinque anni un’insurrezione nella Nigeria nordorientale
terrorizzava la regione e faceva chiudere scuole. La Govern-
ment Secondary School per ragazze di Chibok aveva riaperto
nell’aprile 2014 perché le studentesse potessero sostenere gli
esami finali. In una regione in cui meno della metà delle ra-
gazze frequentano la scuola primaria, quelle giovani avevano
cercato di sottrarsi a questo destino molto prima di essere rag-
giunte dalla guerra. Ma attorno alle 23 del 14 aprile i camion
dei militanti di Boko Haram, nome più o meno traducibile con
“l’istruzione occidentale è proibita”, costrinsero 276 ragazze a
uscire dai dormitori e salire sui loro mezzi e le portarono nel
loro rifugio nella foresta di Sambisa, una riserva naturale di
cui il gruppo jihadista aveva preso il controllo per scatenare
una sanguinosa guerra contro lo Stato.
L’attacco diede l’impulso a #BringBackOurGirls, una Una pattuglia trovò
campagna internazionale sostenuta dalla allora First Lady Amina Ali - che ha
firmato questa foto
statunitense Michelle Obama. Chibok, prima del sequestro scrivendo “non mi
una cittadina remota e semisconosciuta, diventò il simbolo arrenderò mai” - che
di alcuni dei problemi più gravi della Nigeria: la corruzione, vagava nella foresta di
Sambisa nel 2016. Fu la
l’insicurezza, l’invisibilità dei poveri. I media raccontarono prima delle studentesse
ogni sviluppo: le 57 ragazze che fuggirono subito; le avven- rapite a essere liberata.
ture delle 10 che finirono in diverse scuole americane; i video Qualche mese dopo
il governo negoziò
diffusi da Boko Haram che mostravano le prigioniere sconso- il rilascio di 21 ragazze,
late; due rilasci per un totale di 103 ragazze, a quanto pare in e di altre 82 nel 2017.

40 N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A NGM MAPS
42 N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A
Le studentesse per i test di ammissione
di Chibok scattano alle università.
foto nell’ultimo giorno Ben 15 studentesse
di lezioni prima hanno completato
della pausa estiva. il programma NFS
Il rigoroso programma e stanno studiando
accademico le prepara alla AUN.

cambio di soldi e detenuti; e infine la successiva,


favoleggiata, fuga di quattro ragazze.
Delle 276 studentesse di Chibok rapite, 112
mancano ancora all’appello. Si pensa che alcune
di loro siano morte. Due anni e mezzo fa, il go-
verno ha mandato più di 100 sopravvissute a
studiare in un campus rigidamente sorvegliato
nella Nigeria nordorientale. Da allora, non si è
parlato molto della vicenda.

succes-
P AT I E N C E B U L U S H A P A S S AT O L’ E S TAT E
siva al sequestro nel suo villaggio di Askira, ad
ascoltare musica gospel e a scendere a patti, rac-
conta, con l’idea che quell’attacco avesse posto
fine ai suoi studi. Una volta la madre di Esther
Joshua è andata a trovarla, ma Patience non era
in casa. I giornalisti volevano sapere che cosa
fosse successo quella notte; i genitori chiedevano
se avesse visto le loro figlie scomparse. Ripetere
la storia del 14 aprile era diventato sfiancante.
Patience e altre nove superstiti hanno accettato
l’offerta di studiare negli Stati Uniti. Lei ha colto
l’occasione con entusiasmo.
Più o meno nel periodo in cui Patience si pre-
parava a trasferirsi all’estero, una guardia della
scuola è andata a trovare Margee Ensign, la pre-
side del campus della American University of Ni-
geria (Aun) a Yola, una città di qualche centinaio
di migliaia di abitanti più a sud rispetto a Chi-
bok. Ha spiegato a Ensign che sua sorella e altre
56 ragazze erano fuggite subito dopo l’attacco e
che i rapitori, che litigavano tra loro, non erano
riusciti a riacchiapparle. Tra queste, Mary, alla
quale erano occorse 24 ore per arrivare a casa, e
quando finalmente ci era riuscita aveva trovato
il suo villaggio in preda ai combattimenti.
Ensign è andata a Chibok con il suo staff ed
è tornata con due pulmini di sopravvissute che
volevano continuare a studiare alla Aun.
«Non eravamo pronti», ricorda Ensign. «Boko
Haram era ancora nella zona. Ma non è stata
una decisione difficile da prendere». Circa
20 studentesse si sono sistemate nel campus
dell’università, circondato da un’alta recinzione
e sorvegliato da guardie in impeccabili uniformi

LE RAGAZZE DI CHIBOK 43
44 N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A
La domenica, le incoraggiate a tornare
giovani assistono a riprendere gli studi
alla messa nella AUN. in autunno. In questa
Alla fine dell’anno regione, meno della
accademico, il metà delle bambine
sacerdote Raymond frequentano la scuola
Obindu le ha primaria.

rosse. Hanno frequentato la New Foundation


School (Nfs), un programma pensato apposta
per preparare al college le giovani di Chibok.

NEI DUE ANNI SUCCESSIVI, nessuna delle studen-


tesse scomparse è stata rilasciata. Continuavano
a girare voci su condizioni di prigionia da incubo:
matrimoni forzati, schiavitù, fame. Poi, nel mag-
gio 2016, la studentessa di Chibok Amina Ali è
fuggita dalla foresta con il suo neonato. Cinque
mesi dopo, a quanto si dice, il governo della Ni-
geria avrebbe offerto a Boko Haram contante e
prigionieri in cambio della liberazione di 21 ra-
gazze. Gravemente malnutrite, queste sono state
portate in un ospedale di Abuja, la capitale, per
essere visitate da uno psichiatra, un medico, un
terapeuta sportivo, un imam e un assistente so-
ciale. Hanno raccontato che i militanti avevano
offerto loro un’alternativa: convertirsi all’Islam
e sposarsi, oppure diventare schiave. Molte, se-
condo i media, avevano scelto la schiavitù.
Nel maggio 2017 sono state rilasciate altre
82 ragazze. La loro commovente riunione con
i genitori è stata trasmessa in tutto il mondo.
Negli Stati Uniti, Patience Bulus ha guardato il
notiziario, controllando i nomi delle ragazze.
Il cuore le è balzato in petto quando ha letto
“Esther Joshua”.
Patience ricordava il giorno in cui Esther
si era trasferita a Chibok da un’altra scuola.
Patience l’aveva osservata e aveva deciso che
sarebbe stata la sua amica ideale. Presto erano
diventate inseparabili e avevano in programma
di passare insieme una parte dell’estate 2014.
Quando Patience ha scoperto che le sue 103
compagne di classe appena liberate si sarebbero
unite a quelle che studiavano alla Aun, ha man-
dato un messaggio a un’amica: “Quando Esther
arriva a Yola, dille di chiamarmi”.
Nel settembre 2017 la Aun è passata dalle 24
studentesse di Chibok che ospitava e istruiva a
130. Esther era intimidita da quel campus affol-
lato. A Chibok non c’erano stati laptop, né yoga né
serate di karaoke. A Yola, le stanze per il tempo li-
bero erano corredate di televisioni, comodi divani

LE RAGAZZE DI CHIBOK 45
e frasi motivazionali dipinte sulle pareti. Poco All’inizio le nuove studentesse si sono tenute
dopo l’arrivo di Esther, un’altra studentessa le ha in disparte, mangiando nel loro edificio e an-
trasmesso il messaggio di Patience. Al telefono, dando in palestra alla mattina del sabato. Pre-
Esther ha raccontato alla sua amica tutto quello sto, però, hanno cominciato a consumare i pasti
che era successo nella foresta, facendole giurare nella mensa e, alcune, a frequentare lezioni.
che non lo avrebbe ripetuto a nessuno. «Non la- Ma non sono studentesse normali. Boko Ha-
sciare che questo ti fermi», le consigliò Patience. ram ha minacciato di ucciderle se fossero tornate
«Questa è la nostra occasione di fare qualcosa a scuola. Le guardie sorvegliano il loro edificio
di buono». e le seguono ogni volta che escono. Nel campus
hanno un sistema di supporto medico e psico-
del dormitorio,
I N U N A S TA N Z A Q U A D R U P L A logico 24 ore su 24. Alcune hanno proiettili e
Esther ha sistemato i suoi nuovi libri sulle schegge ancora nel corpo. Una ha una gamba
mensole e svuotato la valigia nell’armadio. Il artificiale. Un’altra cammina con il bastone. La
suo computer nuovo si è riempito in fretta di maggior parte di loro ha vissuto quasi tre anni in
selfie e fotografie. prigionia e lotta con i traumi che si porta dietro.

46 N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A
Dopo essere tornata negli USA. Patience pione si prendeva gioco di poliziotti inefficienti,
libera, Esther Joshua ha invitato Esther a funzionari pigri e rapitori avidi. Quando le pri-
(a sinistra) ha ricevuto cogliere la sua seconda
una chiamata dall’amica possibilità: «Questa è gioniere venivano liberate e tornavano dalle
Patience Bulus, che la nostra occasione per loro famiglie, la folla è esplosa in un applauso.
era fuggita durante il fare qualcosa di buono», Alla fine, alcune studentesse in fila hanno letto
rapimento e oggi studia le ha detto.
i messaggi per le loro compagne assenti prima
di liberare in aria dei palloncini.
“Cara sorella, so che gli angeli vegliano su di te”.
I funzionari della Aun dicono che la protezione “Cara sorella, sento che cammini al mio fianco”.
è necessaria. Ma qualcuno pensa che le tagli fuori. “Cara sorella, non vedo l’ora di riabbracciarti”.
«Dopo che sono state rilasciate, sono state messe Tre famiglie di ragazze scomparse che vivono
dal governo in una struttura di Abuja. Poi sono ad Abuja dicono che non hanno nessun numero
state mandate al campus», racconta Anietie da chiamare per avere aggiornamenti, non ven-
Ewang, la ricercatrice per la Nigeria di Human gono avvisate quando escono delle notizie e non
Rights Watch, che ha seguito il caso da vicino. hanno avuto contatti con il governo dopo il teso
«Sembra che in ogni fase siano state isolate». incontro con il presidente Muhammadu Buhari
Il governo nigeriano e donatori privati stanno nel 2016. Di questi tempi è raro che il governo
coprendo i costi di almeno sei anni di istruzione rilasci commenti sulla vicenda. Lo scorso aprile,
per ognuna di loro. Alcune stanno valutando la in occasione del quinto anniversario del seque-
scuola di giurisprudenza. Altre hanno in mente stro, Buhari ha trasmesso un messaggio in cui
di diventare attrici, scrittrici, contabili. rassicurava i nigeriani che “sono stati inten-
Non tutte le superstiti della guerra di Boko sificati gli sforzi per garantire il rilascio delle
Haram hanno queste possibilità. Nello Stato del ragazze di Chibok”.
Borno, l’epicentro della crisi, le lezioni sono state Su una collinetta dietro a un quartiere di am-
cancellate per due anni. Lì e in due Stati confi- basciate e ville di Abuja, Rebecca Samuel vive
nanti, circa 500 scuole sono state distrutte, 800 in un affollato palazzo di calcestruzzo. Sua fi-
chiuse e più di 2.000 insegnanti sono stati uccisi. glia Sarah è tra le ragazze che ancora mancano
A circa 25 chilometri dal campus della Aun, Glo- all’appello. Tre fotografie che lei conserva nel
ria Abuya si alza alle 5.00 del mattino e cammina portafogli mostrano Sarah quando era bambina
per due ore per raggiungere la scuola dal campo alla fine della scuola materna, come sfrontata
profughi di 2.100 persone in cui vive. Quando quattordicenne e come compassata adolescente
nel 2014 sono arrivati nel paese natale di Gloria, in abito bianco. Quando nel 2017 sono state li-
Gwoza, i militanti di Boko Haram hanno ucciso berate 82 ragazze, Samuel è corsa all’ospedale
gli uomini e ordinato alle mogli di seppellirne i dove venivano tenute. La sicurezza non voleva
corpi. In seguito hanno preso le ragazze. Gloria lasciarla entrare.
ha passato due mesi in prigionia prima di fuggire
mentre i suoi carcerieri pregavano. Molte donne la Aun è ve-
A L L’AV V I C I N A R S I D E L L’ E S TAT E 2 0 1 9
tenute prigioniere da Boko Haram ritornano in nuta a sapere che gli estremisti avevano appic-
comunità che le temono e famiglie che le ripu- cato il fuoco alle case di diverse famiglie delle
diano. Gloria non sa quando potrà riprendere la studentesse di Chibok. Il capo della sicurezza,
sua vecchia vita, né se ci riuscirà mai. «Non ho Lionel Rawlins, ha sconsigliato alle giovani di
niente a cui tornare», ha detto. tornare a casa, ma circa 90 di loro hanno deciso
Nel maggio 2019, una settimana prima dell’ini- di andare comunque. Per alcune era solo la se-
zio delle vacanze estive, le studentesse di Chibok conda estate dalla loro liberazione e avevano
si sono preparate a festeggiare l’anniversario della una voglia disperata di vedere le loro famiglie.
loro liberazione. «È molto triste perché ricordiamo La Aun non si preoccupa solo della loro sicu-
le nostre sorelle ancora nella foresta», ha spiegato rezza: la maggior parte di queste ragazze è sulla
Amina Ali mentre si vestiva per la cena. «Mentre ventina, e in questa regione è insolito che fre-
noi siamo qui, e siamo felici». quentino ancora la scuola. Se non avessero pas-
Il giorno dopo, il circolo teatrale ha messo sato anni in prigionia, molte di loro starebbero già
in scena uno spettacolo in cui due ragazze ve- mettendo su famiglia. Nell’autunno precedente,
nivano rapite con richiesta di riscatto e le loro otto studentesse non sono tornate a scuola e, a
famiglie lottavano per riaverle indietro. Il co- quanto pare, metà di loro si sono sposate.

LE RAGAZZE DI CHIBOK 47
48 N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A
Lo scorso maggio Haram. Alla fine
studentesse e della celebrazione le
insegnanti si sono ragazze hanno liberato
riuniti per festeggiare in aria dei palloncini,
l’anniversario della tra cui 112 neri: uno
liberazione delle per ognuna delle loro
studentesse da Boko compagne mancanti.

La domenica prima che partissero per tor-


nare alle loro case, un sacerdote le ha radunate
per un sermone. «Alcune di voi hanno vissuto
cose terribili, hanno attraversato l’ombra della
morte», ha detto.
«AMEN!», hanno risposto loro.
«Alcune di voi stanno per mettersi in viaggio.
Alcune di voi hanno paura», ha proseguito al-
zando il tono di voce. «Non dovete aver paura!
Se vivete nella paura, attirate il pericolo».
Grace Dodo, una studentessa statuaria che
cammina con il bastone, ha inclinato la testa e
ripetuto in coro con le altre: «Sì!».
«Voglio che andiate dai vostri cari e che tor-
niate per finire gli studi», ha detto ancora il
sacerdote.
Mentre Esther Joshua faceva le valigie per an-
dare a trovare la sua famiglia, Patience Bulus stava
passando l’estate lontana da casa, nel bucolico
campus del Dickinson College di Carlisle, in Penn-
sylvania. Nel 2018 l’ex preside della Aun, Margee
Ensign, ha aperto alla Dickinson un corso di pre-
parazione al college, che oggi dirige. Ha ammesso
quattro sopravvissute di Chibok.
Patience studiava in tutta tranquillità, inte-
grandosi con studenti di tutto il mondo. Poi,
nell’aprile 2019, ha parlato della crisi della Nige-
ria nel corso di una tavola rotonda al Congresso
statunitense. Presto gli studenti della Dickinson
hanno cominciato a riconoscere il suo sorriso
radioso e i suoi turbanti colorati mentre girava
per il campus. La avvicinavano e le chiedevano
di ascoltare la sua storia. Lei ora la racconta.
Perché no? Ha in programma di studiare psico-
logia e curare le persone o lavorare con i profu-
ghi. Per quanto la riguarda, ha smesso di andare
alle sedute di terapia e ha cominciato a vedere
un consulente professionale.
«Non potrò mai dimenticare», dice Patience,
«ma ho cominciato a fingere di dimenticare.
Devo andare avanti con la mia vita». j

Nina Strochlic è una giornalista di National


Geographic. Bénédicte Kurzen è una fotografa
francese che si occupa soprattutto di Africa
occidentale e Medio Oriente.

LE RAGAZZE DI CHIBOK 49
50
CULTURA O
DI RENE EBERSOLE
FOTOGR AFIE DI JASPE R DOE ST

In Giappone i macachi sono parte


integrante della lunga storia dello
spettacolo nazionale, ma oggi la
loro presenza in numeri da circo
viene messa in discussione.

BARBARIE?
Quando gli avventori
della taverna Kayabuki
di Utsonomiya hanno
finito di mangiare,
le scimmie domestiche
dei proprietari salgono
obbedienti sul palco
sfoggiando una
collezione di maschere
di cartapesta.

FOTO PRECEDENTE
Gli addestratori della
compagnia Sen-zu
No Sarumawashi di
Kawasaki portano
fuori le scimmie in
pannolino per la
consueta passeggiata
quotidiana.
Nella prima fase
di addestramento
del Sarumawashi
(spettacolo di
scimmie), si insegna
ai cuccioli a sedersi
su minuscoli sgabelli.
Col tempo le scimmie
imparano a camminare
sui trampoli e a saltare.
Le
scimmie
sono in
divisa da
calciatore.
Tenuti al guinzaglio in piedi su due zampe, sei
macachi giapponesi si scambiano obbedienti la
palla sul campo in una finta partita Giappo-
ne-Brasile, incitati dai loro addestratori e dalla Un gruppo di “scimmie
delle nevi” si rilassa
folla di spettatori. nelle acque calde
Quelli in maglia blu (il Giappone) sembrano delle sorgenti termali
più robusti, con la coda tozza che sbuca da un del Parco nazionale
di Joshin’etsukogen,
foro nei pantaloncini, ma la formazione in giallo sull’isola di Honshu.
del Brasile è veloce, specie quando il numero 10 Anni fa, per tenerle
si ferma a leccarsi le mani e un attimo dopo si lontane da case
e fattorie, la gente
impossessa della palla, tira e fa gol. Vittoria! La del luogo cominciò
squadra giapponese si inchina. E dal pubblico a dar da mangiare
si leva un boato di risate. alle scimmie, che da
allora sono diventate
Questo è solo uno dei vari numeri preliminari una famosa attrazione
allo spettacolo allestito nell’anfiteatro al co- turistica.
perto del Nikko Saru Gundan, un parco a tema
situato lungo la strada statale 121, nella città
giapponese di Nikko. Gironzolando per il parco,
ho visto un macaco in pannolino e tuta aran-
cione sbaragliare il suo sfidante, un bambino di
cinque anni, a una partita di hockey da tavolo;
ogni volta che gli arrivava il dischetto, lo scara-

54 N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A
ventava dritto verso la porta dell’avversario. Lo spettacolo del Nikko Saru Gundan affonda
Un’altra scimmia distribuiva oracoli, mentre sul le proprie radici nella cultura tradizionale giap-
palco principale all’aperto un macaco maschio ponese. I numeri sono un’evoluzione di una
in kimono mostrava i muscoli e saltava ostacoli. forma di intrattenimento detta Sarumawashi,
Poco dopo è arrivato il momento di mettersi cioè esibizione di scimmie, fondata sulla cre-
in fila per l’anfiteatro, dove una donna di nome denza che la saru (la scimmia) sia protettrice
Yuria Suzuki e il suo fedele primate Riku sono dei cavalli e mediatrice fra gli dei e gli esseri
i protagonisti di un numero circense e della pa- umani e che sia capace di scacciare gli spiriti
rodia di una famosa fiction poliziesca giappo- maligni per spianare la strada alla buona sorte.
nese. Quando il sergente Suzuki ha finto di Come il Kabuki, anche il Sarumawashi veniva
mandare il capitano Riku sul luogo del delitto, allestito in teatri pubblici già un millennio fa.
quello è sparito dietro le quinte e poi è rientrato Ma in una società sempre più modernizzata
in scena con una mannaia di gomma nella testa. come quella giapponese la valenza spirituale è
Nel finale da circo lo stesso Riku, in gilet di raso svanita. Oggi le esibizioni di scimmie sembrano
rosa e pantaloni azzurri a pois, ha sfidato il spettacoli circensi. Molti animali vengono istrui-
vuoto con un salto tra due scale a pioli e si è ti usando rinforzo positivo e affettuosità, ma
prodotto in una verticale su una mano sola so- altri subiscono una rigida disciplina imposta
pra una lunga pertica ondeggiante. con la violenza dagli addestratori, dice Keiko

MACACHI GIAPP ONE SI 55


Il personale
dell’Arashiyama
Monkey Park
Iwatayama, alle porte di
Kyoto, sfama i macachi
giapponesi selvatici.
La distribuzione
di cibo ha contribuito
a incrementarne
la popolazione: ormai
sono così numerosi
che ogni anno se ne
abbattono in natura
oltre 19.000 per evitare
razzie nei campi.
Nonostante il soprannome, le cosiddette “scim- cioli rimasti orfani, che a volte vengono cattu-
mie delle nevi” sono presenti quasi ovunque nel rati da cittadini sensibili al problema e conse-
paese, anche nelle foreste subtropicali della zona gnati a qualche gruppo di intrattenimento.
meridionale del loro areale. Sono onnivore, e Un pomeriggio ho fatto una passeggiata in
mangiano davvero di tutto: piante, frutta, insetti, collina nei dintorni di Yamaguchi con Shuji Mu-
corteccia, terra. E per questa loro dieta sono en- rasaki. Lungo il viottolo di campagna c’era un
trate nel mirino di diversi agricoltori. uomo che stava governando il suo laghetto di
I danni causati dalle scimmie, definiti engai, carpe koi. Murasaki si è fermato e mi ha indicato
ammontano ogni anno a svariati milioni di dol- una grande gabbia vuota di metallo in mezzo a
lari; vanno persi soprattutto i raccolti di frutta un campo: era una trappola per attirare con il
e verdura. Per tenerle lontane, i contadini usano cibo le scimmie che razziavano le coltivazioni.
recinzioni, spaventapasseri e fuochi artificiali; La settimana prima, mi ha detto Murasaki, la
in alcuni comuni ci si può anche rivolgere a enti gente del paese ne aveva catturate una decina.
che, con piani mirati, si occupano di catturare Non sapeva che fine avessero fatto, probabil-
e abbattere gli animali molesti. Stando ai dati mente le avevano ammazzate a colpi di fucile.
del ministero giapponese per l’Ambiente, nel Due scimmiette minuscole avevano trovato casa
paese si abbattono annualmente oltre 19 mila da suo figlio Kohei, che voleva addestrarle per
scimmie. La conseguenza è la diffusione di cuc- farle esibire, ha aggiunto.

MACACHI GIAPP ONE SI 59


Avventori della taverna
Kayabuki mostrano
ridendo di apprezzare
i numeri delle scimmie
mascherate. Al termine
dello spettacolo i
clienti chiedono di farsi
fotografare con gli
animali. I proprietari
del locale dicono che la
condivisione delle foto
sui social ha aumentato
il loro giro di affari.
Ma anche nelle
recensioni online c’è
chi discute la pratica
di far esibire le scimmie.
Kaoru Amagai vive in
una casa giapponese
tradizionale a Ota,
nella prefettura di
Gunma, insieme a tre
macachi domestici.
Amagai afferma di
trattarli come fossero
bambini, vestendoli
(ha un centinaio
di abiti), lavandoli e
nutrendoli ogni giorno
con spuntini a base di
yogurt. La catena in
primo piano, aggiunge,
serve a tenere in
posizione i pannolini
dei macachi.
Murasaki, ex attore settantaduenne oggi at-
tivista per i diritti umani, ha fatto parte dello
sparuto gruppo responsabile della rinascita del
Sarumawashi tradizionale che nel corso degli
anni Sessanta era praticamente scomparso. Suo
figlio Kohei ha appreso da lui la pratica di man-
tenersi fedele alle radici spirituali di questa
forma di spettacolo. Le loro esibizioni, mi ha
spiegato Murasaki, ne abbracciano la filosofia
orientale originaria. «Gli animali sono interme-
diari fra il pubblico e Dio. Non si tratta di un
semplice spettacolo, si tratta di una cerimonia».
Secondo le credenze giapponesi, ogni ani-
male ha un suo percorso da seguire per portare
fortuna e nel Sarumawashi tradizionale ogni
numero ha un suo significato: quando l’adde-
stratore prende l’animale per le braccia e lo fa
ruotare, lo spazio dell’esibizione viene purifi-
cato; quando una scimmia salta fra due cerchi
I tradizionali spettacoli
diffonde salute e lunga vita, mentre far cammi- del Sarumawashi
nare una scimmia sui trampoli estende ai bam- vedono una scimmia
bini l’augurio di benessere e felicità. eseguire numeri
acrobatici con un
Non è facile addestrare l’animale a esibirsi in addestratore al seguito.
numeri complicati: per imparare anche solo quelli Il palco del Nikko Saru
più elementari può occorrere un anno. Prima di Gundan è approntato
per l’allestimento
tutto si insegna alla scimmia a sedersi su uno sga- di ricchi spettacoli a
bello. Poi è la volta della camminata bipede: copione che prevedono
«Molto innaturale per una scimmia», ha sottoli- fino a sei scimmie, set
elaborati e vari cambi
neato Murasaki; perciò capita che per mesi si di costume. I parchi
debba condurre l’animale tenendolo per le mani, di questo tipo sono
finché non comincia a camminare da solo. sempre più criticati in
tutto il mondo da chi
Pian piano addestratore e scimmia affrontano teme per il benessere
mosse ed esercizi più elaborati. Murasaki e suo degli animali.
figlio le lasciano l’iniziativa, mi ha chiarito lo
stesso Murasaki, perché l’alternativa - sgridarla
o picchiarla - creerebbe un senso di sfiducia. zione nel mondo, per questo tanti circhi di animali
Ma di metodi ne esistono vari. Durante la mia stanno chiudendo i battenti e vari paesi comin-
visita al Nikko Saru Gundan, un addestratore ciano a bandirli», dice Jason Baker, vicepresidente
che lavora lì da vent’anni, Tsuyoshi Oikawa, mi senior per le campagne internazionali di People
ha detto che tradizionalmente gli addestratori for the Ethical Treatment of Animals. «Purtroppo
usavano la dominanza per inculcare nelle scim- la storia ci insegna che non si può fare affida-
mie il concetto della superiorità dell’essere mento sui governi per la tutela degli animali, spe-
umano; per fissare la gerarchia strillavano e cie in paesi come il Giappone con una legislazione
addirittura mordevano l’animale. Oikawa, in- troppo debole in materia. Non c’è controllo delle
vece, usa il rinforzo positivo attraverso il gioco, condizioni di vita, delle sedute di addestramento
unito a una disciplina orale. «Le trattiamo come preliminari, della separazione materna e delle
fossero figli: se fanno un bello spettacolo le lo- sorti degli animali una volta che l’industria dello
diamo, altrimenti le rimproveriamo». spettacolo smette di servirsene».
In varie parti del mondo i parchi come il Nikko Oikawa afferma però che chi critica l’etica del
Saru Gundan suscitano reazioni sempre più ne- parco non capisce la cultura giapponese del Sa-
gative da chi parte di chi ritiene moralmente ri- rumawashi. «Noi amiamo le scimmie, siamo
provevole sfuttare animali selvatici per fare spet- solidali con loro», ha detto. «Non usiamo metodi
tacolo. «L’esibizione di animali suscita indigna- violenti per addestrarle».

64 N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A
già addestratore per vari spet-
S AT O S H I H A R A D A , La star era Ponzo, una scimmia in gilet giallo sgar-
tacoli di scimmie, è il direttore di una compa- giante e tuta nera che con i suoi numeri conti-
gnia chiamata Sen-zu No Sarumawashi che nuava a strappare gridolini entusiastici ai piccoli.
allestisce spettacoli di scimmie per feste, scuole Rientrati negli uffici della Sen-zu, gli adde-
e party privati. Quando l’ho conosciuto a Kawa- stratori hanno tolto il pannolino alle scimmie
saki mi ha detto che lui preferisce concentrarsi e le hanno chiuse nelle gabbie in cui vivono. Poi
sul rinforzo positivo, che comporta persino dor- hanno sbrigato le ultime faccende della gior-
mire con l’animale quando è molto giovane. nata: togliere gli escrementi dagli sgocciolatoi
Nella sala prove della compagnia, Harada mi sotto le gabbie e preparare ciotole di arance,
ha presentato ai suoi colleghi e ai loro collabo- mele e banane per far cenare le scimmie. Ormai
ratori pelosi. Il gruppo di scimmie, tutte munite erano le cinque del pomeriggio, l’ora di andare
di pannolino, comprendeva quattro nuovi nati a casa. Sarebbero tornati l’indomani prima della
e osservava un programma di allenamento ri- colazione, per prepararsi in vista del prossimo
goroso: due ore al mattino e due al pomeriggio. spettacolo. j
Quel mattino avevo seguito con meraviglia le
acrobazie degli animali nel corso di uno spetta- Rene Ebersole è autrice di articoli sui crimini contro
la fauna selvatica per National Geographic.
colo per 300 bambini della materna, seduti a Per questo progetto Jasper Doest ha vinto nel
gambe incrociate nella palestra della loro scuola. 2019 un premio Wildlife Photographer of the Year.

MACACHI GIAPP ONE SI 65


Nomadi
senza terra
LO S T I L E D I V I TA D E L P O P O LO
R A B A R I D E L G UJA R AT I N D I A N O
R I S C H I A D I S C OM PA R I R E P E R
SEMPRE A CAUSA DELLA
M A N C A N Z A D I PA S C O L I .
Due donne rabari
della famiglia
di Abu Bai (capo
della carovana della
famiglia Vagadiya)
con i loro dromedari
prima della partenza
per la migrazione
stagionale.
DI ELENA DAK

FOTOGRAFIE DI

BRUNO ZANZOTTERA

È
tempo di sorseggiare un tè presso
una stazione di servizio lungo
un’autostrada afollata del Guja-
rat indiano. Si intravede del mo-
vimento in lontananza: una ca-
rovana composta da una decina
di nomadi rabari, tutte donne, e
altrettanti dromedari, avanza in
ila, è il caso di dire “indiana”, lungo la corsia di
emergenza. Non il deserto, né la polvere e nem-
meno il silenzio dei grandi spazi accolgono i loro
Virsig e Gowa, due
passi che si fanno largo, come se nulla li turbasse, pastori Rabari del
nel fragore assordante della strada trafficata gruppo Vagadiya,
lungo le cui corsie si susseguono mezzi di ogni conducono il loro
gregge a fianco di
sorta, soprattutto camion colorati che a tutta una strada trafficata
velocità, rombanti come tuoni, siorano le esili nel distretto del
igure. Queste paiono incedere indiferenti ma Kutch. Una volta
i loro percorsi
la presa della corda e i nervi tesi dei polsi tradi- migratori erano
scono la stretta con cui tengono le briglie perché quasi tutti in aperta
i dromedari sentano la loro presenza, audace e campagna.
protettiva, e non si imbizzarriscano.
Il contrasto tra l’avanzare di quelle donne e la
rumorosa autostrada indiana mi pare meritevole rio senza pietà. Dopo il terremoto del 2001 la
di essere ascoltato. La percezione di una forte regione si è trasformata gradualmente da Stato
accelerazione impressa in questo ultimo secolo sonnacchioso di bucolica arretratezza a uno dei
ai cambiamenti che riguardano i nomadi rabari, motori economici dell’India di oggi, con tutte le
e non solo loro, mi induce a cercare di catturare, contraddizioni che il rapido sviluppo innesca
attraverso l’osservazione e l’immersione nel loro nella società.
vivere quotidiano di pastori, il senso della mi- Pensando all’arte del ricamo, di cui i pastori
grazione in un contesto ambientale quasi ostile. rabari nel passato sono stati eccelsi detentori, e
La scrittrice australiana Robyn Davidson li volendo applicarla al territorio, oggi si può im-
aveva seguiti, amati e quasi odiati, 25 anni fa. maginare un tessuto ambientale sopra il quale
Mi torna in mente la sua lunga esperienza vis- la modernità ha grossolanamente cucito ogni
suta insieme ai Rabari, ruvidi ma irresistibili, tipo di infrastruttura: strade a sei corsie, ponti,
e la copertina che proprio National Geographic sopraelevate, ferrovie, pale eoliche, fabbriche e
dedicò al suo reportage nel settembre 1993, in capannoni, agglomerati urbani itti di ediici e
occasione di quell’avventurosa impresa. brulicanti di vite.
Le strade del Gujarat oggi tagliano il territo- Nel mezzo di questo reticolo antropizzato e

68 N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A
industrializzato mi metto alla ricerca dei nomadi In Gujarat, nel distretto del Kutch, arrivarono nel
rabari Vagadiya, che resistono e migrano. Per XIV secolo, passando prima per la regione del Sind,
certo quelli dei Rabari sono passi di piedi abi- nell’attuale Pakistan. Il Kutch è il luogo in cui si
tuati alla polvere e ora costretti alla strada, ed è sono insediati tre gruppi: i Kacchi, ormai seden-
in questo scarto tra sabbia e asfalto che tento di tarizzati, a ovest di Bhuj, capoluogo del distretto;
indagare le loro vite nomadi. i Dhebaria, nel centro e nell’area di Anjar, e i Va-
gadiya, che ho potuto seguire, più a oriente, tra
LO N TA N O DA L L E I M M AG I N I dei grandi spazi vuoti Bachau e Ravechi, nella zona detta Vaghad.
che per antonomasia fanno da sfondo al nomade La risposta alle pressioni politiche, ai pericoli
in cammino, i Rabari se possibile migrano più connessi e alle crisi climatiche è sempre stata mi-
lontano di un tempo, costretti dalla ricerca dei grare. Un tempo allevatori di dromedari, i Rabari
pochi spazi liberi e sospinti dalle ricorrenti siccità rifornivano l’aristocrazia guerriera dei Rajput,
a cercare pascoli lontani. Pare siano giunti in Raja- spesso occupati in scorribande belliche; inoltre
sthan nell’XI secolo a seguito di successivi lussi i dromedari erano necessari alle carovane pro-
migratori dalle regioni afghane, spinti verso est e tagoniste dei traici commerciali. L’arrivo degli
sud dal difondersi dei conquistatori musulmani. inglesi determinò trasformazioni irreversibili:

RABARI 69
70 N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A
“L’osservazione partecipante è una tecnica
di ricerca etnograica centrata sulla prolungata
permanenza e partecipazione alle attività del
gruppo sociale studiato da parte del ricercatore”,
si legge in qualunque manuale di antropologia.
Bronislaw Malinowski fu l’ideatore di questa me-
todologia circa 100 anni fa, e quando si tratta di
camminare insieme ai nomadi mi pare ancora la
strategia di ricerca che più si adatta allo scopo.
La partecipazione alle azioni e al cammino è ne-
cessaria e la condivisione dei dettagli minimi
fa parte del piacere e dell’immersione che un
progetto di questo tipo impone. Tutti i sensi
sono all’erta perché si rende necessario guar-
A SINISTRA
dare, ascoltare, odorare, assaporare e toccare
Ravina, giovane rabari
del gruppo Debriya, durante la marcia e nelle lunghe ore di attesa,
al risveglio in un mentre l’animo si fa poroso nei confronti degli
accampamento nel umori delle famiglie che ci accolgono. Il plurale
corso della migrazione
stagionale nel distretto è doveroso, visto che chi scatta le immagini di
del Kutch. queste pagine si cala quanto me nella vita dei
Rabari, indossa le stesse fatiche e partecipa ai
SOTTO
medesimi entusiasmi, assiste agli stessi matri-
Sura Bai, pastore
Debriya, aiuta un moni e condivide ogni pasto.
agnello del suo gregge
ad allattare nel coso anche da lontano. L’ab-
I R A B A R I S I AV V I S TA N O
della migrazione
stagionale. bigliamento degli uomini li rende facilmente
riconoscibili anche ai meno esperti: pantaloni
composti da un lungo telo annodato ai ianchi e
passato tra le cosce e bolerini ittissimi di pieghe
la costruzione di strade e ferrovie comportò il dal petto in giù. Tutto bianco. Non manca l’inse-
declino dei lussi carovanieri e il crollo della do- parabile bastone su cui appoggiarsi nei momenti
manda di dromedari da combattimento; così i di stanchezza, aizzare il gregge quando necessa-
Rabari si dedicarono all’allevamento di capre e rio e appendere, durante il cammino, qualche
pecore utili per la produzione di lana. fagotto contenente il corredo per preparare il tè.
Questa ricerca sulle tracce dei Rabari guarda Si palesano come apparizioni in mezzo ai campi
senza retorica all’oggi dei pastori, prevede di o lungo le vie, preceduti dal gregge o circondati
inilarsi nella stessa maglia di contraddizioni e da pecore sparse intente a brucare.
fatiche, di condividere lo stesso tempo, la stessa I pastori camminano lenti o stanno a ri-
polvere, gli spazi, il sole, i rovesci monsonici, i poso nell’attesa. Le donne, che si occupano
matrimoni e le puje (oferte) nei templi, le man- del carico delle masserizie sui dromedari, si
sioni ai pozzi, le spine e il chapati sul fuoco la sera. distinguono per i bolerini straordinariamente
Seguire i loro passi sull’erba, ma più spesso sull’a- ricamati (un tempo a mano) e per i numerosi
sfalto, diventa l’attività quotidiana, così come piccoli tatuaggi che si rincorrono sul collo, gli
attraversare in carovana ferrovie e carreggiate avambracci, le mani, i polpacci, le poche parti
autostradali respirando i fumi di scarico delle esposte del corpo. I Rabari sono attori di una
auto, ma anche l’odore della terra bagnata dopo la realtà pastorale poco conosciuta e particolare
pioggia; accade di temere di sofocare a causa delle nel panorama nomade: posseggono infatti
esalazioni delle fabbriche contro le cui recinzioni case stabili in villaggi o in quartieri destinati
i pastori si accampano talvolta di notte ma anche a loro, ma non hanno terre, e alla ine della sta-
di ascoltare canti notturni e crepitio di braci. Le gione estiva dei monsoni, quando il territorio
loro vite sono fasci di contrasti tra bellezza e smog, e il clima tornano asciutti, sono costretti a in-
jeans e ricami d’altri tempi, carovane e ciminiere. traprendere una lunga migrazione più o meno

RABARI 71
Una famiglia rabari con
il proprio gregge si
incammina al tramonto
in una zona desertica
del Gujarat alla ricerca
di un appezzamento
di pascolo libero.
La riduzione progressiva
di terra libera per il pascolo
è il principale problema
che oggi i Rabari devono
affrontare.

circolare in gruppi, detti dang, di due o tre fami-


glie, per poi ritornare a casa poco prima dell’i-
nizio delle piogge successive, otto mesi dopo.
La migrazione di pecore e capre (e dromedari
necessari al trasporto dei loro beni) è costante e
solo le igure umane che se ne occupano entrano
ed escono alternativamente dal lusso dandosi
il cambio: qualcuno torna (per riposo, affari
familiari, cure, matrimoni) e altri seguono il
gregge. All’interno di questo schema generale,
ogni gruppo di famiglie si sposta in modo leg-
germente diverso ma mai a caso a seconda della
disponibilità di cibo (erba o residui di coltiva-
zioni) e acqua per gli animali, del clima, della
stabilità o fragilità delle relazioni con i proprie-
tari delle terre e dei bisogni e traiettorie dei vi-
In un accampamento
cini. Raramente migrano in territori totalmente notturno, Abu Bai,
sconosciuti e approittano, quando possibile, di capo della carovana
relazioni già consolidate con i contadini e della della famiglia Vagadiya,
accende un bidi,
presenza di punti d’acqua noti. una piccola sigaretta
La riduzione progressiva di terra per il pascolo indiana.
è il principale problema che i Rabari oggi devono
afrontare. L’agricoltura estensiva, le strade, le
innumerevoli fabbriche rendono la migrazione
una corsa a ostacoli; i vecchi percorsi migratori secondo l’usanza patrilocale, viene uicialmente
sono stravolti da interferenze e interruzioni e so- consegnata allo sposo che ne paga il prezzo in
prattutto la terra libera è drasticamente ridotta. denaro, gioielli e animali. In passato era previ-
Colpisce la caparbietà che anima i pastori e li in- sta l’istituzione della dote che la tradizione esi-
duce a migrare laddove non ti aspetteresti mai di geva ricchissima. Questa imponeva alla famiglia
trovarli; toglie il iato la visione di carovane lente della sposa un tale dispendio di denaro, tempo ed
e ondeggianti sulle autostrade. energie che nel 1995 uno dei capi della comunità
È oggetto di discussione, non solo in ambito Dhebaria la abolì, vietando anche l’uso di capi ri-
antropologico naturalmente, l’usanza dei Rabari camati e sollevando le famiglie da obblighi gravosi
di stipulare accordi matrimoniali quando i igli ma privando al tempo stesso i Rabari di una se-
sono ancora piccoli. Nonostante la legge proi- colare tradizione. Fu proibito anche l’acquisto di
bisca matrimoni al di sotto dei 18 anni, questi gioielli perché la vita stava diventando così cara
spesso vengono celebrati di nascosto nei villaggi, che spendere in oro e argento risultava ingiusto.
col favore delle tenebre. La scelta del coniuge ri- Le donne Vagadiya tuttavia continuano a por-
cade sempre all’interno dello stesso sottogruppo tare numerosi orecchini: stanghette d’argento
di appartenenza ma in un villaggio diverso da appesantite alle estremità da cubetti pieni, tin-
quello di origine della sposa. tinnano le une contro le altre e abbassano il lobo
Dopo il idanzamento infantile, la cerimonia col loro peso. E sono nere, le donne, soprattutto
matrimoniale si svolge durante l’adolescenza ma le più adulte, nere nei veli, le gonne lunghe, i
solo qualche tempo dopo, di solito anni, la sposa, bolerini. Capi che un tempo erano di lana e ora

74 N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A
sono sempre più spesso di tessuti sintetici che le I bambini andranno tutti a scuola e per loro i
giovani preferiscono colorati. vecchi desiderano vite sedentarie, stipendi issi,
lavori in fabbrica o in campagna, perché non c’è
cammina ondeggiante,
I L V E C C H I O WA L L A B A I futuro per i pastori, dicono, non c’è spazio nel
come se stesse sempre per inciampare, le gambe senso isico di terra disponibile. Le famiglie sono
curve in basso e un ampio turbante sul capo. A cacciate quasi ogni giorno dagli abitanti dei vil-
ogni passo fa tremare le mille pieghe del suo laggi limitroi verso un orizzonte mai libero.
giacchino bianco. Con pezzi di carta trovati Walla Bai segue le faville volare via con lo
a terra confeziona ischietti improvvisati per sguardo e domani raccoglierà altre cartacce per
richiamare a sé gli agnelli che gli aidano in confezionare nuovi ischietti per le pecore e ri-
cammino. Mentre spezza delicatamente rami valeggiare con i clacson dei camion. La sua vita
sottili e attizza il fuoco, dice che per lui la vita in non cambierà; rimarrà pastore migrante ino alla
migrazione è stata la migliore possibile e la sua ine dei suoi giorni. Ciò non toglie che abbiamo
dimensione domestica preferita è sotto il cielo, avuto la netta sensazione di essere testimoni di un
sull’erba, insieme agli amati animali, fumando mondo in rapidissima trasformazione destinato
e bevendo chai. Ma spera che i nipoti avranno a diventare altro. j
una vita diversa, consapevole della percezione
deteriore che la società tutta ha oggi dei pastori Conservatrice, scrittrice e viaggiatrice, Elena
Dak è alla sua prima collaborazione con National
e che i Rabari stessi, forse, hanno del vecchio Geographic Italia. Il fotografo Bruno Zanzottera
stile di vita alla luce della modernità. è collaboratore abituale del magazine.

RABARI 75
Queste donne
hanno fatto
da apripista
alle nuove
generazioni
di esploratrici
di National
Geographic.
(Da sinistra a destra,
dall’alto verso il basso)

Asha de Vos
B I O LO GA

Maria Mitchell
ASTRONOMA

Electa “Exy” Johnson


N AV I G AT R I C E

Ella Al-Shamahi
PA L E O A N T R O P O L O G A

Anne Morrow Lindbergh


AV I AT R I C E

Marion Stirling Pugh


A R C H E O LO GA

Jocelyn Crane Griffin


CA R C I N O LO GA

Gloria Hollister Anable


IT TI O LO GA

Else Bostelmann
A R T I S TA

Dickey Chapelle
F O T O G R A FA

Evgenia Arbugaeva
F O T O G R A FA

Barbara Washburn
C A R T O G R A FA

Reina Torres de Araúz


ANTROPOLOCA

Marie Tharp
G E O LO GA

Munazza Alam
ASTROFISICA

Rae Wynn-Grant
E C O LO GA

Jess Cramp
A M B I E N TA L I S TA

Biruté Galdikas
P R I M AT O L O G A

Harriet Chalmers Adams


E S P L O R AT R I C E

Liliana Gutiérrez Mariscal


B I O LO GA

76
LE PIONIERE
DI NINA STROCHLIC | R I C E R C H E D ’A R C H I V I O S A R A M A N C O
Donne, un secolo di cambiamenti

donna a

C
ERCA DI ESSERE LA PRIMA
fare qualcosa», disse un giorno un re-
« dattore alla giovane fotografa Dickey
Chapelle mentre infuriava la Seconda
Maria Mitchell
1818-1889
guerra mondiale. Chapelle seguì alla
lettera il consiglio e nel 1945, durante Prima persona a scoprire una
la battaglia di Okinawa, riuscì a sbarcare sull’isola con i cometa al telescopio; prima
astronoma professionista
Marines, violando il divieto che precludeva alle giornal- statunitense
iste donne l’accesso alle zone di combattimento. Le fu
revocato l’accredito, ma si guadagnò la fama di intrepida All’inizio dell’800 gli abitanti
fotoreporter. di Nantucket, nel Massachusetts,
Da quando, nel 1888, esiste la National Geographic erano noti per l’abitudine
di tenere dei cannocchiali puntati
Society, le donne hanno ottenuto molti risultati, sia in verso il mare in attesa del ritorno
ambito scientifico che nel campo dell’esplorazione, ma delle baleniere e dei pescherecci.
spesso senza il dovuto riconoscimento. Hanno mappato Invece Maria Mitchell, che crebbe
aiutando il padre, astronomo
il fondo dell’oceano, conquistato le montagne o portato dilettante, a fare complessi calcoli
alla luce antiche civiltà. E hanno volato intorno al mondo. di navigazione per i capitani delle
«Non c’è motivo per cui una donna non possa andare baleniere, a determinare i tempi
delle eclissi e a registrare i movimenti
ovunque vada un uomo, anche oltre», diceva nel 1920 dei corpi astrali, il suo cannocchiale
l’esploratrice Harriet Chalmers Adams. lo rivolgeva alle stelle.
Eppure nel nostro magazine le donne sono rima- Alle 22.30 del 1° ottobre 1847, Maria,
al tempo 29enne, era sul tetto di casa
ste spesso ai margini, oscurate, a volte, dalla fama dei quando, guardando nel telescopio,
mariti. L’archeologo Matthew Stirling, per esempio, ha notò qualcosa che sulle sue carte
firmato diversi articoli sulle sue scoperte, mentre sua astronomiche non c’era: una cometa.
Re Federico VI di Danimarca aveva
moglie, Marion, che lo ha sempre affiancato nelle sue offerto una medaglia d’oro alla prima
spedizioni, ha pubblicato a suo nome solo una storia persona che avesse scoperto una
su come svolgeva le mansioni domestiche sul campo. cometa, e Mitchell reclamò il premio.
La sua scoperta e conseguente
“Dannazione, dannazione, dannazione!”, annotava carriera fecero di lei la prima
nel 1933 sul suo diario Anne Morrow Lindbergh parlando astronoma professionista degli USA.
della sua vita accanto al famoso coniuge, l’aviatore Char- Nello stesso anno in cui ricevette il
premio fu la prima donna ammessa
les Lindbergh. Anne fu la prima americana a ottenere un all’American Academy of Arts and
brevetto da pilota di aliante ed ebbe diverse onorificenze Sciences. Si batté per una maggiore
per le sue capacità di volo. presenza delle donne nella scienza,
per l’abolizione della schiavitù e per
Altre donne furono semplicemente ignorate. Quando il suffragio elettorale alle donne.
agli albori degli anni Cinquanta del secolo scorso la geo- Mitchell insegnò astronomia al
grafa Marie Tharp ebbe la prova dello spostamento delle Vassar College, dove poté studiare
i pianeti, le stelle, le comete e le
placche tettoniche, un suo collega definì le sue argomen- eclissi e dove dovette lottare per
tazioni “chiacchiere da donna”. Negli anni Venti ce ne fu essere pagata come i suoi colleghi
una, la giornalista Juliet Bredon, che per pubblicare su maschi. La cometa 1847-VI, quella che
aveva scoperto, divenne nota come
National Geographic trovò più facile usare un nome ma- “cometa di Miss Mitchell”. Le furono
schile. Perfino quelle che in vita godettero di fama mon- dedicati anche un cratere lunare e un
diale, come l’astronoma ottocentesca Maria Mitchell, mercantile, la S.S. Maria Mitchell. Nel
1888, un anno prima della sua morte,
dovettero lottare per ottenere un’equa retribuzione. suo fratello, l’oceanografo Henry
Gli archivi di National Geographic custodiscono mi- Mitchell, fu tra i fondatori
lioni di foto e documenti raccolti sin dai tempi della fon- della National Geographic Society.
dazione della Society. Manoscritti sbiaditi e raccoglitori FOTO PRECEDENTI: BETTMANN/GETTY IMAGES
(MITCHELL, LINDBERGH, ANABLE); THOMAS J.
pieni di corrispondenza dattiloscritta che rivelano le sto- ABERCROMBIE (JOHNSON); RICHARD H. STEWART (PUGH);
MILO WOODBRIDGE WILLIAMS (GRIFFIN); AMADO ARAÚZ,
rie delle pioniere. E noi qui vogliamo rendere omaggio PER GENTILE CONCESSIONE DELLA COLLEZIONE ARAÚZ
(TORRES DE ARAÚZ); JOHN TEE-VAN (BOSTELMANN);
ad alcune di loro, da quelle del passato a quelle di oggi. JOSEPH H. BAILEY (THARP)

78 N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A
A metà dell’800 la scoperta di una cometa rese celebre l’astronoma
Maria Mitchell (a sinistra nella foto, 1880 circa), suffragista e
sostenitrice dell’uguaglianza di genere nella scienza.
SCIENCE HISTORY IMAGES/ALAMY STOCK PHOTO
Nel penultimo decennio dell’Otto-
cento, molto prima di diventare la più
grande esploratrice del suo tempo, Har-
riet Chalmers, che all’epoca aveva otto
anni, attraversò a cavallo la Sierra Ne-
vada assieme al padre. A 24 anni sposò
Franklin Pierce Adams, con cui partì
per l’America Latina. Qui, spostandosi
a cavallo, in canoa, a piedi e in treno, i
due percorsero 65 mila chilometri. Al
loro rientro, quasi tre anni dopo, lei
tenne una conferenza alla National
Geographic Society con cui inaugurò
la sua trentennale carriera di autrice.
Visitare tutti i paesi che erano o erano
stati colonie spagnole e ripercorrere le
tracce di Cristoforo Colombo dall’Eu-
ropa alle Americhe divenne la sua
missione, ma viaggiò anche in Asia e
in Africa, dove assistette all’incorona-
zione di Haile Selassie come impera-
tore d’Etiopia. Durante la Prima guerra
mondiale fu la prima giornalista a cui

HARRIET CHALMERS fu permesso di fotografare le trincee


francesi, dove rimase per mesi.
Con 21 articoli sulle sue imprese

ADAMS fu l’autrice donna più pubblicata nei


primi cinquant’anni di vita di Natio-
nal Geographic. Nei suoi pezzi criti-
1875-1937
cava le ingiustizie che vedeva. “Quale
Prima giornalista donna ad benedizione di cui già non godevano
accedere alle trincee francesi avrebbe portato loro la civiltà euro-
durante la Prima guerra mondiale; pea?”, scrisse dopo una visita in Perù.
primo presidente della Society “Cosa non avranno sofferto in nome di
of Woman Geographers quella croce che sormonta la collina?”.
Adams non aveva una formazione
professionale come geografa e non
aveva mai frequentato l’università,
N O N H O M A I C O N S I D E R AT O ma le sue foto a colori e il suo amore
per l’avventura le procurarono inviti
I L M I O S E S S O U N O S TA C O L O , M A I
da tutto il mondo, spesso da organiz-
A F F R O N TAT O D I F F I C O LTÀ C H E U N A zazioni che non avevano mai invitato
DONNA NON POTESSE SUPER ARE una donna prima di lei. Fu la terza
ALL A STREGUA DI UN UOMO; americana a ricevere l’invito a unirsi
N O N H O M A I AV U T O PA U R A alla Royal Geographical Society bri-
tannica. L’Explorers Club di New York,
DEL PERICOLO E NON MI È M AI
invece, snobbò sia lei che altre impor-
M A N C AT O I L C O R A G G I O tanti figure di esploratrici.
DI PROTEGGER MI. Gli uomini «hanno da sempre
un così grande timore che le donne
possano invadere i loro santuari di
discussione, che non ce le fanno nem-
meno entrare», disse una volta Adams.
«Tanto meno le fanno partecipare a
Questa foto della prima linea incontri dove si discute di cose che
francese durante la Prima
guerra mondiale rivela l’accesso potrebbero essere utili a entrambi».
privilegiato che ebbe la fotografa Così, nel 1925, un gruppo di donne
e giornalista Harriet Chalmers esploratrici decise di costituire il
Adams. Adams, che per molti
anni esplorò il mondo, è stata proprio circolo e fondò la Society of
nei primi 50 anni di vita di National Woman Geographers, con Adams a
Geographic la più prolifica presiederla. Lei la diresse fino al 1933,
delle autrici donne della rivista.
ALAMY STOCK PHOTO (IN ALTO);
anno in cui si trasferì in Francia, dove
HARRIET CHALMERS ADAMS morì quattro anni dopo, a 61 anni.

LE PIONIERE 81
Nel 1961, in una città costiera di Pa- piendo così la prima traversata in auto

REINA
nama, una società americana demolì dall’America del Nord a quella del Sud.
un edificio di epoca coloniale, La Pólv- Torres de Araúz ha lasciato un’im-
ora, per fare posto a una strada. Indi- pronta importante a Panama. Ha

TORRES DE
gnata, Reina Torres de Araúz, un’an- fondato il centro di ricerca archeo-
tropologa di 29 anni, se ne lamentò logica dell’Università di Panama,
con l’allora presidente di Panama, istituito borse di studio per incorag-

ARAÚZ Roberto Chiari. Lui le diede ascolto


e Panama creò la Comision Nacional
De Arqueologia y Monumentos Hi-
giare gli studenti a condurre ricerche
sul campo e creato i dipartimenti di
preistoria, etnografia e antropologia
1932-1982 storicos, affidando a Torres de Araúz culturale panamense. Dopo aver di-
Prima donna l’incarico di garantire la tutela dei siti retto il Museo Nazionale di Panama,
latinoamericana a di importanza storica e archeologica. ha contribuito alla nascita di sei musei
beneficiare di un Allora Torres de Araúz era già nota e di un parco archeologico.
fondo della National come antropologa impegnata nella di- Nel 1971 fu la prima donna latino-
Geographic Society; fesa del patrimonio culturale. Aveva americana a beneficiare di un fondo
ha contribuito alla fatto parte della spedizione organizzata della National Geographic Society, che
tutela del patrimonio per individuare il percorso migliore per le permise di catalogare una serie di ma-
storico di Panama la costruzione del tratto panamense nufatti aurei precolombiani. In seguito
della Panamericana, la rete stradale fece pressione, con successo, per l’appro-
che oggi si estende dall’Alaska al Cile. vazione di una legge che impedisse di
La Trans-Darien Expedition fu la portare all’estero quei manufatti.
luna di miele dell’antropologa e Natio- Torres de Araúz morì nel 1982, a 49
nal Geographic ne parlò in un articolo. anni, ma la sua eredità è ancora viva
La spedizione partì da Panama a bordo a Panama City, dove un grande museo
di una Jeep e di una Land Rover, e arrivò a lei intitolato conserva 15 mila inesti-
in Colombia quattro mesi dopo, com- mabili reperti della storia di Panama.
Nel 1960 l’antropologa
panamense Reina Torres de
Araúz (in basso) partecipò alla
prima spedizione in auto dal
Nord al Sud America attraverso
il Darién, che collega Panama
alla Colombia.
AMADO ARAÚZ, PER GENTILE
CONCESSIONE DELLA COLLEZIONE ARAÚZ

Electa Johnson (a destra), qui


ritratta sul Nilo all’inizio degli
anni Sessanta, ha passato la vita
navigando intorno al mondo,
arrivando a coprire una distanza
due volte quella tra Terra e Luna.
WINFIELD PARKS

nella bozza di una parte alle ricerche


Electa “Exy” storia che Irving ed dell’aviatrice Amelia
Johnson Electa, o Exy, Johnson Earhart, dispersa
scrissero nel 1959 per nel Pacifico. Insieme
1909-2004 National Geographic, scrissero nove articoli
descrive una giornata e numerosi libri, e negli
Con il marito Irving, ha di questa famiglia di oltre 40 anni di viaggi
circumnavigato per navigatori. Quando per mare realizzarono
sette volte il mondo la coppia ammainò tre film per la National
definitivamente le vele, Geographic Society.
aveva compiuto sette Irving morì nel 1991,
“Non credo che circumnavigazioni Exy nel 2004, a 95 anni.
un’occasione come del globo. Al termine di una vita
questa capiti a molte I loro viaggi avevano di viaggi Exy aveva
madri!”, disse Exy sempre la stessa durata: coperto una distanza
mentre cucinava si navigava intorno al pari a due volte quella
un capodoglio che mondo per 18 mesi e che separa la Terra
aveva arpionato poi se ne passavano dalla Luna. Il loro
Arthur, il nostro figlio altri 18 negli Stati Uniti. insegnamento continua
diciottenne. Eravamo in Altri viaggi li portarono a Los Angeles, dove
crociera alle Galápagos nei paesi baltici, lungo i bambini imparano
per la sesta volta in il Nilo e nella rete di a lavorare in squadra
vent’anni di viaggi canali europea, dove e a risolvere i problemi a
intorno al mondo Exy potè usare alcune bordo di due brigantini:
sul brigantino Yankee. delle diverse lingue che l’Irving Johnson e l’Exy
Questo brano, incluso parlava. Presero anche Johnson.

LE PIONIERE 83
Nel 1930 gli esploratori subacquei Wil-
liam Beebe e Otis Barton furono calati

JOCELYN nell’Oceano Atlantico nei pressi delle


Bermuda all’interno di una piccola
sfera d’acciaio. In superficie, un gruppo
CRANE GRIFFIN 1909-1998
di scienziate donne garantiva che la
nuova e audace invenzione - chiamata
batisfera - funzionasse senza intoppi.
Fu la prima seria impresa di esplora-
Collaborò alla spedizione
zione in profondità con equipaggio.
della prima batisfera; svolse
ricerche sui granchi violinisti Dal ponte della nave l’assistente di
laboratorio Jocelyn Crane Griffin aiu-
tava a individuare le forme di vita ma-
rina. Al telefono c’era Gloria Hollister

ELSE Anable, capo tecnico del Dipartimento


di ricerca tropicale di quella che oggi
è la Wildlife Conservation Society,
BOSTELMANN che partecipava al finanziamento
della missione. Questo collegamento
telefonico, reso possibile da un cavo
1882-1961
che collegava la nave alla batisfera,
Illustrò le forme di vita
era l’unica cosa che teneva Beebe in
marina scoperte nelle
profondità oceaniche contatto con il mondo in superficie.
Anable trascriveva le osservazioni che
Beebe le faceva mentre si guardava
intorno, trasmettendogli a sua volta

GLORIA informazioni su profondità, tempi e


condizioni meteo.
Al termine di ogni immersione gli
HOLLISTER schizzi di Beebe e la trascrizione delle
sue descrizioni venivano consegnati

ANABLE nel laboratorio di Bermuda a Else Bo-


stelmann, che li trasformava in dipinti.
Anche se non si immerse mai con la
1900-1988 batisfera, spesso Bostelmann indos-
Stabilì il record sava un casco da palombaro, legava i
mondiale femminile di suoi pennelli a una tavolozza di colori
immersione profonda a olio e si portava la tela sott’acqua per
dipingere e trovare ispirazione. I suoi
disegni delle fantastiche forme della
vita marina - pesci con zanne giganti,
crostacei psichedelici, un pesce dalla
pelle nera mai visto prima - hanno reso

William Beebe descriveva al


telefono ciò che vedeva negli
abissi a Gloria Hollister Anable
(nella foto sopra è a destra
nel quartier generale della
batisfera, alle Bermuda).
Sulla nave, Jocelyn Crane
Griffin (al centro) aiutava a
individuare le forme di vita. Poi
Else Bostelmann (la più vicina
alla porta) realizzava disegni
delle creature (a sinistra).
JOHN TEE-VAN (SOPRA); ELSE
BOSTELMANN (A SINISTRA, ENTRAMBE)

84 N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A
viva questa spedizione sulle pagine di del Dipartimento di ricerca tropicale.
National Geographic. Nel 1991, durante un’intervista all’e-
Beebe fu deriso per la sua scelta di sploratrice subacquea Sylvia Earle, le
reclutare donne, ma lui rimase fedele fu chiesto che cosa l’avesse portata
al suo team. Al termine della missione verso l’oceanografia. Lei rispose ci-
Bostelmann continuò a fare l’illustra- tando i racconti di Beebe. «Per quanto
trice per National Geographic, men- siano meravigliosi e vari, i grandi ac-
tre Anable condusse una spedizione quari che ci sono nel mondo (...) non
scientifica nell’attuale Guyana. Griffin hanno quel genere di creature che
passò a gestire stazioni di ricerca nei Beebe descrisse negli anni Trenta du-
Caraibi e dopo la morte di Beebe, nel rante la sua esplorazione», disse Earle.
1962, prese il suo posto di direttore «Questo mi ha sicuramente ispirato».

LE PIONIERE 85
Negli anni Trenta del
secolo scorso, grazie a un
marchingegno d’acciaio
chiamato batisfera, fu
condotto il più audace
tentativo di esplorazione
marina di profondità con
equipaggio. Il personale
di terra di questa serie
di spedizioni da record,
condotte allo scopo di
studiare la vita marina, era
composto da Jocelyn Crane
Griffin, Else Bostelmann e
Gloria Hollister Anable (al
centro della foto).
JOHN TEE-VAN

86 N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A
LE PIONIERE 87
La carriera di alpinista di Barbara Wa-
shburn ebbe inizio nel 1939, con un
suggerimento per un posto di lavoro
datole dal portalettere. Era un posto
di segretaria per Bradford Washburn,
direttore del Museo di storia naturale
del New England, ma a lei non inte-
ressava. “Non voglio lavorare in quel
vecchio museo polveroso”, ricordava
di aver pensato, “e non ho certo voglia
di lavorare per un alpinista folle”.
Un anno dopo la giovane, che non
aveva mai campeggiato, era sulla cima
del Monte Bertha, in Alaska, a 3.094
metri, e l’alpinista folle se l’era sposato.
A distanza di un altro anno i due fu-
rono i primi a conquistare, assieme ai

BARBARA compagni di spedizione, i 4.154 metri


del Monte Hayes. Lei indossava indu-
menti antifreddo da uomo: quelli da

WASHBURN donna non esistevano. Su una cresta


molto insidiosa Barbara andò in testa
alla cordata perché era leggera e sarebbe
1914-2014
stato facile tirarla su se il terreno avesse
Prima donna a conquistare la ceduto.
vetta del Denali; ha mappato Nel 1947 Barbara e Bradford lascia-
il Grand Canyon assieme al rono i figli a casa per andare a scalare il
marito Bradford Washburn Monte McKinley (ora chiamato Denali).
Dopo quasi due mesi di scalata, Barbara
fu la prima donna sulla vetta più alta
dell’America del Nord.
Bradford era un cartografo e la
ESSERE LA PRIMA DONNA coppia intraprese ambiziosi pro-
getti di mappatura. Dal 1970 in poi
A D A F F R O N TA R E U N A
utilizzarono la fotografia aerea, gli
SPEDIZIONE DIFFICILE IN strumenti di misurazione laser e un
A L A S K A N O N M I S U S C I TAVA contachilometri su ruote per mappare
PA RT I C O L A R I S E N S A Z I O N I . tutto il Grand Canyon per la Society.
SAPEVO SOLO CHE DOVEVO Il progetto richiese sette anni e quasi
700 viaggi in elicottero. Mapparono
E S S E R E A L L’A LT E Z Z A .
anche le White Mountains, nel New
Hampshire, e il Monte Denali. Nel 1988
furono tra i 15 esploratori che ricevet-
tero il National Geographic Centennial
Award, assieme a Edmund Hillary, Ja-
cques-Yves Cousteau e Mary e Richard
Leakey. Anche in età avanzata i Wa-
La seconda scalata di shburn hanno continuato a chiedere
Barbara Washburn fu
fondi alla Society, per esempio per un
quella che nel 1941 la
portò in cima ai 4.154 progetto di rilevazione dello spessore
metri del Monte Hayes. del manto nevoso dell’Everest.
Sei anni più tardi
Barbara è morta nel 2014, sette anni
guardava davanti a sé dal
Passo Denali (a sinistra), dopo il marito e due mesi prima del
a pochi metri dalla vetta suo centesimo compleanno. Diceva
più alta dell’America
che non aveva mai capito tutto il cla-
del Nord.
BRADFORD WASHBURN
more sul fatto che fosse donna, e si
(ENTRAMBE) definiva “un’alpinista accidentale”.

LE PIONIERE 89
I dati sonar del fondo
oceanico, pazientemente
raccolti dai geologi Marie
Tharp e Bruce Heezen, li
aiutarono a dimostrare
la teoria della tettonica
delle placche, allora poco
considerata.
JOE COVELLO

bordo delle navi per Geographic Society, il


la ricerca scientifica, progetto “World Ocean
Marie quindi Heezen usò Floor” fu pubblicato nel
Tharp le misurazioni sonar 1977 come prima mappa
che aveva raccolto in globale del fondo degli
1920-2006
precedenti spedizioni. oceani, rivelando un
Mappò i fondali In un ufficio della paesaggio di catene
oceanici consolidando Columbia, Tharp vulcaniche e alti picchi
la teoria della deriva trasformava i dati diviso da una dorsale di
dei continenti in mappe. circa 65 mila chilometri
Mentre lavorava che corre lungo la
alla prima mappa superficie terrestre.
La Seconda guerra dell’Oceano Atlantico, “È stata una di quelle
mondiale diede a Marie Tharp notò un opportunità che si
Tharp l’opportunità avvallamento che hanno una volta sola
di fare una clamorosa attraversava il fondo nella vita - una volta
scoperta. Gli studenti oceanico, e che la sola nella storia del
maschi erano in guerra portò a concludere mondo - per tutti, ma in
e gli atenei erano vuoti. che i vari pezzi della quegli anni soprattutto
Lei, già laureata in crosta terrestre si per una donna”, scrisse
inglese e musica, colse stavano spostando. La Tharp. L’anno dopo la
l’occasione per studiare sua teoria della deriva pubblicazione della
geologia. Dopo un dei continenti fu «quasi mappa, Tharp e Heezen
periodo di lavoro come una forma di eresia vinsero la Hubbard
geologa sul campo scientifica», avrebbe Medal, il più alto
per una compagnia detto in seguito. riconoscimento della
petrolifera, fu assunta All’inizio Heezen non National Geographic
come assistente tecnica accettò la sua teoria: Society, che premia i
al Lamont Geological “chiacchiere da donna”, risultati più importanti
Observatory della disse. Ma la conclusione nel campo della
Columbia University, di Tharp era sostenuta ricerca, delle scoperte
dove conobbe Bruce dalle letture del sonar. e dell’esplorazione.
Heezen. Insieme, si La crepa nella Terra In pensione Tharp
imbarcarono in un convinse la comunità avviò un’attività di
progetto audace: scientifica che in distribuzione delle
mappare il fondo passato i continenti mappe. Nel frattempo
oceanico. formavano un’unica era finalmente riuscita
A quel tempo massa. Sovvenzionato a salire a bordo
alle donne non era dalla Marina degli Stati di una nave da ricerca.
consentito lavorare a Uniti e dalla National È morta nel 2006.

90 N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A
BIRUTÉ GALDIKAS
Classe 1946

Una delle Trimates, le tre


scienziate delle quali fu
mentore l’antropologo Louis
Leakey; studia gli oranghi
da quasi cinquant’anni

Convinto che le donne fossero dotate


di più pazienza e intuito degli uomini,
il paleoantropologo Louis Leakey in-
viò tre ricercatrici a studiare i grandi
primati nel loro habitat, creando con il
contributo della National Geographic
Society tre stazioni di ricerca sul campo:
una in Tanzania, per permettere a Jane
Goodall di studiare gli scimpanzé; una
in Ruanda, dove Dian Fossey ha vissuto
con i gorilla di montagna, e la terza nel
Borneo indonesiano, dove Biruté Gal-
dikas osserva ancora oggi gli oranghi.
Queste tre donne, le cosiddette Trima-
tes, sono state pioniere della ricerca.
Nel 1971, quando Galdikas mise
piede per la prima volta nella Riserva
nazionale Tanjung Puting, gli oranghi
erano ritenuti una specie pressoché
impossibile da studiare. Più solitari di
altri primati, vagavano per vaste aree di
foresta. Ma Galdikas non ci mise molto a
individuarli e riuscì ad avvicinarsi tanto
da poter interagire con loro. La ricerca-
trice trasformò la sua casa in un rifugio
temporaneo per gli individui che si pre-
paravano alla reintroduzione in natura,
come raccontò nel 1975 in un servizio di
copertina per il nostro magazine.
Nei primi anni di ricerca, durante i
quali effettuò quasi 7.000 ore di osserva-
zione, Galdikas fece importanti scoperte
sul comportamento degli oranghi in
natura, raccogliendo dettagli sulla loro
dieta, sui loro spostamenti e sulle loro
relazioni. Non meno importante, lanciò
un allarme sulla deforestazione, causa
della rapida perdita dei loro habitat.
Oggi, a quasi 50 anni di distanza, Gal-
dikas è ancora sul campo, e il suo studio
è uno dei più lunghi e ininterrotti mai
condotti su una specie.

Lo studio sugli oranghi


selvatici che Biruté Galdikas
conduce in Indonesia da quasi
50 anni ha svelato la socialità
e le abitudini di questi primati.
RODNEY BRINDAMOUR

LE PIONIERE 91
della Smithsonian Marion dirige gli scavi
Institution. e pulisce e cataloga
Marion Qualche anno dopo i reperti. Scrive con
Stirling lei e Matthew sono Matthew molti saggi
sposati e Marion e nel 1939 riesce a
Pugh frequenta corsi di stabilire attraverso una
antropologia e serie di calcoli che un
1911-2001
geologia. Nel 1938, calendario scolpito su
Con le sue spedizioni durante un viaggio di in un monumento olmeco
ha contribuito a Messico, Matthew va a si riferisce al 31 a.C.,
riscrivere la storia vedere una gigantesca all’epoca la datazione
mesoamericana scultura in pietra più antica scoperta nel
scoperta qualche Nuovo Mondo.
decennio prima. Tra le altre scoperte
Si tratta di un’enorme della coppia: la giada
testa olmeca. precolombiana in
In una fotografia Matthew ottiene Messico, le sfere di
scattata nel 1948 dalla Smithsonian granito in Costa Rica
durante una spedizione Institution e dalla e le costruzioni a
a Panama, Marion National Geographic tumulo di alcuni villaggi
Stirling fissa una collana Society un panamensi.
da poco scoperta, finanziamento per Risposatasi dopo
composta da circa scavare l’area, e con una la morte di Matthew,
800 denti umani. La quindicina di spedizioni Marion è stata per due
sua vita è sicuramente nel Messico la coppia volte presidente della
cambiata da quando, riscrive in sostanza la Society of Woman
nel 1931, ha deciso di storia mesoamericana, Geographers. Nel 1975
accettare un lavoro portando alla luce le è stata conferita la
a Washington come teste di pietra e altri medaglia d’oro per la
segretaria di Matthew resti dell’antico Impero sua opera di pioniera
Stirling, allora direttore olmeco, probabilmente dell’archeologia in
del Dipartimento di la prima grande civiltà Messico e in America
Etnologia Americana della regione. Centrale.

Le scoperte archeologiche
che Marion e Matthew
Stirling hanno fatto nella
prima metà del secolo scorso
in Messico hanno riscritto
la storia mesoamericana.
Nella foto a sinistra Marion
applica una mano di lacca a
un antico teschio per evitare
che si sgretoli.
RICHARD H. STEWART

Anne Morrow Lindbergh


e suo marito Charles
(sopra) ritratti nel 1930 in
un aeroporto californiano
mentre si accingono a
battere il record di volo
transcontinentale. I novelli
sposi atterreranno a New
York 14 ore, 23 minuti e 32
secondi dopo il decollo.
BETTMANN/GETTY IMAGES

92 N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A
Il primo appuntamento di Anne Morrow adombrata: nel 1932 il loro bambino era
con Charles Lindbergh fu su un aereo stato rapito e assassinato. Poi Charles si

ANNE che sorvolava Long Island, nel 1928. Il


suo corteggiatore aveva appena com-
piuto il primo volo transatlantico senza
innamorò dei progressi tecnologici della
Germania, accettò una medaglia dal
regime nazista e si oppose apertamente
MORROW sosta ed era probabilmente l’uomo più
famoso del mondo. Tre mesi dopo le loro
all’entrata in guerra degli Stati Uniti.
Anne, dal canto suo, scrisse un libro a

LINDBERGH 1906-2001
nozze, Anne compì il suo primo volo
in solitaria. Nel 1930 fu la prima donna
degli Stati Uniti a ottenere un brevetto
sostegno dell’isolazionismo, definendo
il fascismo “l’onda del futuro”.
Il pubblico che un tempo li adorava
da pilota di aliante di prima classe. gli si rivoltò contro. In seguito, in inter-
Prima donna negli Quell’anno Charles e Anne volarono viste e diari, Anne si mostrò pentita di
Stati Uniti a ottenere da Los Angeles a New York in 14 ore e 23 quella presa di posizione, che a suo dire
il brevetto da pilota minuti, battendo il record di velocità apparteneva soprattutto a suo marito.
di aliante; prima transcontinentale. Anne era copilota, “Il mio matrimonio”, scrisse, “mi ha
donna a ricevere la operatrice radio, navigatrice e… incinta allontanata dal mio mondo, cambian-
Hubbard Medal di sette mesi. Poi fu la volta del Giap- domi”. Si riscattò attraverso la scrittura.
pone: in quell’occasione Anne stabilì Nel 1955 pubblicò Gift From the Sea, una
un record per le comunicazioni radio riflessione sulla vita delle donne che fu
a lunga distanza. Ebbe riconoscimenti salutata come un manifesto femminista
sia come aviatrice che come autrice e e scalò le classifiche dei best seller.
nel 1934 fu la prima donna a ricevere Nel 1979, cinque anni dopo la morte
la Hubbard Medal della National Geo- di Charles, Anne fu ammessa alla Na-
graphic Society per aver totalizzato più tional Aviation Hall of Fame. Visse per
di 64 mila chilometri di volo. altri 22 anni, scrivendo in solitudine nel
Ma all’epoca la loro vita si era già Connecticut.

LE PIONIERE 93
DICKEY CHAPELLE
1919-1965

Coraggiosa fotoreporter di National


Geographic e corrispondente
dal fronte tra la Seconda guerra
mondiale e il Vietnam; prima
corrispondente di guerra americana
uccisa in combattimento
Nessuna potenza di fuoco
riusciva a tenere Dickey
Chapelle lontano dalla
guerra. In una sua foto
(in basso) del conflitto in
Vietnam, un inferno di fuoco
costringe alcuni Vietcong a
fuggire da una capanna nel
Delta del Mekong. Chapelle
ha coperto decine di conflitti
ed è morta in Vietnam per
le ferite riportate durante
una missione di pattuglia
con i Marines.
GEORGE F. MOBLEY (A DESTRA);
DICKEY CHAPELLE

È il 1959 e Dickey Chapelle si prepara a di guerrra sia una novità, nessuno


saltare da una torre. Ha accompagnato se ne approfitta. “Nessun generale
una divisione aviotrasportata dell’eser- si è mai offerto di svelarmi notizie su
cito Usa nel Kentucky e, a 41 anni, si operazioni segrete in cambio della mia
sta lanciando per la prima volta con il virtù”, scrive al suo editore. Intitola la
paracadute. È terrorizzata, ma con lei la sua autobiografia What’s a Woman
paura ha vita breve e del paracadutismo Doing Here? (Che ci fa una donna qui?)
in seguito parlerà come di una delle «più Una domanda che le facevano spesso.
grandi esperienze che si possano avere». Che le zone di guerra non siano po-
Chapelle ha già coperto decine di con- sti adatti a una donna «è chiaro», disse
flitti, inclusa la Seconda guerra mon- una volta Chapelle a un intervistatore.
diale. È stata imprigionata e tenuta in «Ma c’è un’altra specie per cui sono
isolamento durante la rivolta ungherese ugualmente inadatte, ed è l’uomo».
ed è stata la prima giornalista a essere Nel 1962 Chapelle diventa la se-
accettata dai ribelli algerini. Fidel Castro conda donna a ricevere il George Polk
l’ha definita “la piccola e garbata ame- Memorial Award, la più alta citazione
ricana nelle cui vene scorre il sangue di per il coraggio dell’Overseas Press Club
una tigre”. Grazie al suo addestramento, of America. In Vietnam ha visto più
è anche l’unica donna autorizzata a lan- combattimenti lei di qualsiasi altro
ciarsi con i paracadutisti in Vietnam. americano, 17 in tutto.
Nata Georgette Meyer, prende il nome Il 4 novembre 1965 è in missione
Dickey dal suo eroe, l’ammiraglio Ri- con i Marines nei pressi della città
chard Byrd, un esploratore artico. Da costiera di Chu Lai. Intorno alle 8 del
bambina sogna di fare il pilota o l’inge- mattino l’unità di pattuglia entra in
gnere aerospaziale e a 14 anni vende il contatto con una trappola esplosiva
suo primo servizio alla rivista U.S. Air che fa esplodere una granata collegata
Services; a 16 anni si iscrive al Mit e nel a un mortaio. Chapelle viene colpita
1940 sposa Tony Chapelle. al collo dalle schegge e muore sul
Negli anni Cinquanta i due iniziano pavimento di un elicottero, prima
a scrivere storie corredate da immagini corrispondente di guerra americana
per National Geographic, poi si separano donna a morire in combattimento.
e Dickey comincia a fare tutto da sola. Anni dopo alcuni giornalisti riferi-
E con entrambi i distintivi dei paraca- ranno che le truppe aviotrasportate
dutisti vietnamiti e statunitensi appun- vietnamite ricordano ancora con
tati sul cappello si avventura dove altri affetto quella donna minuta e sboc-
giornalisti non osano andare. Benché cata che una volta si era lanciata con
la presenza di una donna nelle zone il paracadute assieme a loro.

LE PIONIERE 95
el primo secolo di vita di National Geographic, le poche esploratrici, fotografe

N e scienziate donne che apparivano nelle sue pagine erano americane o europee
e quasi sempre bianche. Oggi, invece, la comunità di esploratrici e collaboratrici
è eterogenea quanto i luoghi, le persone e le specie che studia. Ma tuttora, nel
2020, ci sono luoghi e settori professionali nei quali le donne sono una rarità: ne è un esempio
Asha de Vos, l’unica biologa dei mammiferi marini dello Sri Lanka titolare di un dottorato
di ricerca. Ecco alcune delle esploratrici che rappresentano la Society oggi, e fanno da apripista
a una nuova generazione di donne avventurose.

Alle isole Cook, dove


vive, Jess Cramp è
spesso l’unica donna
a bordo quando
conduce le sue ricerche
sui pescherecci
commerciali. Per
una biologa marina
specializzata negli
squali, avere il rispetto
dell’equipaggio è
cruciale per il buon
esito della ricerca.
Prima di diventare
ricercatrice, Cramp
Jess Cramp ha dovuto lottare
Classe 1979 per trovare mentori
donne in un campo
Biologa marina che competitivo come il
ha contribuito a suo. E per quanto abbia
creare uno dei più contribuito a creare nel
grandi santuari per Pacifico meridionale
squali del mondo uno dei più grandi
santuari per squali
al mondo, le dicono
ancora troppo spesso
RAE WYNN-GRANT
Classe 1985
che non sembra uno
scienziato. Ecologa che studia il conflitto
tra l’uomo e i grandi carnivori

«Spesso, se arrivo in un posto e dico che


sono il dottor Wynn-Grant, la gente non
mi crede», racconta Rae Wynn-Grant,
Asha unica ecologa afroamericana specia-
lizzata in grandi carnivori e titolare di
de Vos un dottorato di ricerca Usa.
Classe 1979 A instradarla verso l’ecologia sono
stati i programmi tv, anche se i presen-
Pioniera della ricerca tatori, dice, erano «molto diversi da me,
sulle balene nell’Oceano
spesso uomini bianchi e anziani, che
Indiano settentrionale
pareva fossero cresciuti nella natura».
Lei ha fatto la sua prima escursione a
Prima di diventare il dove ha iniziato a 20 anni, ma da allora ha affinato le sue
primo Ph.D. dello Sri studiare le balenottere capacità di sopravvivenza negli am-
Lanka, la biologa dei azzurre. «Come donne, bienti naturali lavorando sul campo in
mammiferi marini Asha dobbiamo lavorare di giro per il mondo. Studia il conflitto tra
de Vos immaginava più degli uomini», dice.
l’uomo e i grandi carnivori osservando i
che avrebbe visto «Se lavori tanto la gente
«cose che nessun altro smetterà di considerarti
grizzly nel Parco di Yellowstone, i leoni
avrebbe mai visto». Anni in base al sesso in Kenya e in Tanzania e gli orsi neri nel
dopo quel sogno l’ha o al background, Gran Bacino americano. Lo fa, dice, per
condotta su una nave e ti considererà per costruire un mondo «florido, sano ed
nell’Oceano Indiano, le tue capacità». equilibrato».

IN SENSO ORARIO DALL’ALTO A SINISTRA, IN QUESTA PAGINA: ANDY MANN; TSALANI LASSITER; SPENCER LOWELL.
96 NELLA PAGINA A FIANCO: ELIZABETH DALZIEL; JACKIE FAHERTY; IAN BALAM; THEODORA RICHTER
Ella Al-Shamahi scava
alla ricerca di fossili
di Neandertal in Iraq,
Yemen e altri paesi. La
paleoantropologa, che
è anche una comica da
cabaret, riesce a non
dare peso alle reazioni
di chi si stupisce di
trovare una scienziata
donna che lavora in
zone di conflitto, ma
teme che lo squilibrio
di genere che esiste
nel suo campo
Ella dissuada le ragazze
Al-Shamahi dall’intraprendere una
carriera come la sua.
Classe 1983
È per questo che si
Antropologa che è data la missione di
studia i Neandertal mettere in risalto, sia
in zone di guerra sui social media che nel
mondo accademico,
le donne che sono
riuscite a realizzarsi.
MUNAZZA ALAM
Classe 1994

Astrofisica che cerca


pianeti simili alla Terra

Munazza Alam sta cercando il gemello


della Terra. Questo pianeta, che do-
Evgenia vrebbe avere acqua liquida, per ora esi-
Arbugaeva ste solo a livello teorico, ma Alam, lau-
reata all’Harvard-Smithsonian Center
Classe 1985
for Astrophysics, studia con cura i dati
Fotografa che dei telescopi nella speranza di trovarlo.
esplora la vita nella Cresciuta a New York, Alam non
regione artica russa ha mai prestato molta attenzione allo
spazio, finché un giorno, durante una
Un rullino di pellicola in momento e allo stesso gita al Kitt Peak National Observatory
una classe del liceo ha tempo il controllo in Arizona, ha visto per la prima volta
acceso la passione di creativo di quel la Via Lattea. Ora le atmosfere degli
Evgenia Arbugaeva, momento». esopianeti sono l’oggetto della sua
oggi acclamata Per comprendere fascinazione accademica.
fotografa che appieno i suoi soggetti Accedere a questa professione non
documenta la regione isolati, Arbugaeva è stato facile. «Di solito in una stanza
artica russa. «Nella trascorre mesi o anni
piena di astronomi sono l’unica che mi
fotografia ho visto immersa nella vita della
immediatamente tundra. Ma tra i suoi somiglia», dice. «Dato che a volte sono
infinite possibilità di progetti ce n’è anche la mia più severa critica, ho dovuto
catturare e raccontare uno sulla sua città faticare molto per dimostrare a me
storie, la bellezza della natale, anch’essa nella stessa che sono capace e che l’astro-
totale immersione nel regione artica. nomia è la mia strada».

Se ce la fa una, ce la pesca in Messico e che


faremo tutte. È un detto ora lavora con le leader
comune, questo, tra comunitarie per
Liliana le donne di El Manglito, proteggere il mare
Gutiérrez il villaggio di pescatori e risollevare le città
messicano dove costiere. «Le donne
Mariscal lavora la biologa comprendono
Classe 1976 Liliana Gutiérrez. La veramente e
scienziata ha fondato profondamente il
Biologa e attivista un’organizzazione legame che c’è tra i
per i diritti delle che investe nella bambini, l’educazione
donne in Messico reintroduzione della e la salute degli oceani».

LE PIONIERE 97
N E L P R O S S I M O N U M E R O | APRILE 2020

NUMERO SPECIALE IL FUTURO DEL PIANETA Rinascita


L’uso della tecnologia,
Catastrofe
Il cambiamento
In occasione del 50° anniversario della Giornata il miglioramento climatico è fuori
della Terra, compiamo un balzo in avanti di delle infrastrutture controllo. L’innovazione
mezzo secolo per capire che ne sarà del nostro e una generazione di e la tecnologia possono
fragile pianeta nel 2070. Sfrutteremo il nostro giovani leader ispirati limitare i danni, ma non
ingegno per innescare processi di rinascita, o potrebbe portare possiamo invertire un
proseguiremo il cammino verso la catastrofe? all’equilibrio planetario. processo già avviato.

FOTO: NASA
M A R Z O | N AT I O N A L G E O G R A P H I C I N T V

ODISSEA NELLO SPAZIO 2


DAL 9 MARZO, OGNI LUNEDÌ ALLE 21.55

la
È F I N A L M E N T E A R R I VATA
nuova stagione di Cosmos:
Odissea nello spazio, condotta
dall’astrofisico Neil deGrasse
Tyson. In onda su National Geographic dal 9 marzo, i nuovi episodi ci portano
a compiere un salto nel tempo alla scoperta degli uomini e delle donne che
STUPIDI AL
hanno sacrificato tutto in nome della ricerca scientifica. Verremo trasportati
Q UA D R AT O 8
nel luogo dove potrebbe aver avuto inizio la vita sulla Terra, in un viaggio tra
DAL 7 MARZO,
i mondi perduti dei nostri antenati e quelli possibili dei nostri discendenti. IL SABATO E L A
DOMENICA ALLE 20.00
La nuova stagione di questa serie ormai celebre è composta da 13 puntate ed è
Cosa può andare storto
stata girata in 11 paesi diversi, coinvolgendo più di 1.000 persone.
quando si costruisce
una torre di bottiglie di
champagne? O quando si
OSSESSIONE ANIM ALI decide di fare snowboard
senza neve? Torna su
DAL 15 MARZO,LA DOMENICA ALLE 21.10
National Geographic con
Ci sono casi in cui l’amore per gli animali una nuova stagione la
domestici può trasformarsi in ossessione. serie Stupidi al quadrato.
C’è chi vive in un appartamento di tre In compagnia del
stanze in compagnia di 41 cani e chi presentatore britannico
invece non riesce a separarsi dai suoi 34 Dallas Campbell
cuccioli di volpino di Pomerania, fino alla scopriremo i principi
famiglia che condivide la propria casa scientifici alla base
con diverse specie di serpenti. Ossessione di alcuni dei fallimenti
animali racconta le storie di uomini e più divertenti della storia
donne che hanno scelto di accogliere in un assurdo connubio
nelle proprie case i loro “piccoli amici”. tra scienza e follia.

FOTO: COSMOS STUDIOS (IN ALTO); LAMBENT PRODUCTIONS (SOPRA); NATIONAL GEOGRAPHIC (A DESTRA)
M A R Z O | A RC H I V I O I TA L I A N O

L’AUDACE AEROPLANISTA
PIONIERA ITALIANA DELL’AVIAZIONE, ROSINA FERRARIO È STATA L’ OTTAVA
DONNA AL MONDO A OTTENERE LA LICENZA DI VOLO.

BREVETTO DI VOLO Nº 203. È quello che, il sprezzo del pericolo e dei pregiudizi, il
3 gennaio 1913, consegue Rosina Ferrario, sogno di diventare pilota, incoraggiata da
prima - e a lungo unica - donna a rice- un mito dell’aviazione come Gianni Ca-
vere il libretto dell’Aereo Club d’Italia. proni, progettista e costruttore di velivoli.
La francese Elisa Deroche, antesignana Frequentando le scuole di pilotaggio di
assoluta, l’aveva preceduta di tre anni. Baggio, Taliedo e infine quella fondata
Milanese, classe 1888, Ferrario è una proprio da Caproni a Vizzola Ticino -
giovane indipendente e sportiva impie- dove dal 1911 si collaudano i monoplani-
gata nella filiale cittadina della Cadillac Ferrario, in pochi mesi, padroneggerà
grazie al suo bilinguismo: il nonno ma- mezzi e meccanica compiendo decine di
terno, carbonaro diventato cuoco del esibizioni. Lo scoppio del conflitto mon-
principe di Galles, aveva sposato un’in- diale ferma i voli civili e le viene negato
glese. Una famiglia dal coté cosmopolita, l’ingresso nel corpo aeronautico, anche
e agiata, che ha consentito alle quattro solo come addetta al soccorso. Dopo
figlie di studiare ed emanciparsi. La la guerra si sposerà e non tornerà più a
scintilla per il volo, scattata assistendo pilotare. In questa foto del 1913, scattata
ad una manifestazione aerea nel 1910, a Vizzola, Ferrario è ai comandi di un
porta Ferrario ad inseguire con tenacia, Caproni Ca.12. —ALESSANDRA CLEMENTI

FOTO: SEM/UNIVERSAL IMAGES GROUP VIA GETTY IMAGES

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