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ITALIA
UN MONDO
SENZA
RIFIUTI
L’ECONOMIA CIRCOLARE È DAVVERO POSSIBILE?
COSMOS: ODISSEA NELLO SPAZIO 2 IN ONDA SU NATIONAL GEOGR APHIC DAL 9 M ARZO
NATIONAL GEOGRAPHIC IN ITALIANO - MENSILE DEL 3 MARZO 2020 - VOL. 45 N. 3 • POSTE ITALIANE SPED. IN A.P. - D.L. 353/2003 CONV. L. 46/2004, ART. 1, C. 1, DCB - MILANO
N AT I O N A L G E O G R A P H I C MARZO 2020
S O M M A R I O
36 66
BÉNÉDICTE KURZEN B RU NO Z ANZOT TER A
FOTOGR AFIE DI
In copertina:
La fossa rifiuti del
L U C A L O C AT E L L I
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pag. 2 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pag.
Cultura o barbarie?
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pag.
Le pioniere
termovalorizzatore I segreti delle api I macachi sono parte La storia di National
di Copenaghen, in Un fotografo ci regala del teatro tradizionale Geographic raccontata
Danimarca, può uno sguardo inedito giapponese, ma come attraverso le donne
contenere 22.000 dall’interno dell’alveare. vengono trattati? che ne sono state
tonnellate DI JASON BITTEL DI RENE EBERSOLE protagoniste.
e usa tecnologia FOTOGR AFIE DI FOTOGR AFIE DI
DI NINA STROCHLIC
avanzata per convertire
i rifiuti in energia.
LA FOTOGRAFIA È DI
INGO ARNDT
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pag. 50 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pag. 76
LUCA LOCALTELLI
DIRETTORE RESPONSABILE
Marco Cattaneo
REDAZIONE
Alessandra Clementi
Valerio Gualerzi
Marco Pinna
Marella Ricci, Grafica e layout
VIDEOIMPAGINAZIONE
Rosaria Ceccarelli
SEGRETERIA E COORDINAMENTO EDITORIALE
Anna Maria Diodori
WEB MASTER E SOCIAL MEDIA
Claudio Campanella
MARKETING
Lorenzo d’Auria
TRADUTTORI
Teresa Albanese
Federica Cuneo
Paola Gimigliano
Francesco Graziosi
Per Scriptum, Roma:
Irene Inserra
Claudia Valeria Letizia
diale, ogni anno nel mondo si producono oltre 2 mi- Tel. 0864.256266 Fax 02.26681991
email: abbonamenti@somedia.it
liardi di tonnellate di rifiuti solidi urbani. Se si potessero email: arretrati@somedia.it
caricare tutti su camion, la coda di mezzi farebbe 24 Registrazione del Tribunale di Roma n. 652/97
del 2 dicembre 1997
volte il giro del mondo. Pro capite, fanno 740 grammi ISSN 2499-0582
al giorno, con grandi disparità: si va dai 110 grammi
dei paesi poveri ai 4,5 chili di noi ricchi. E, secondo le
previsioni, da qui al 2050 la massa di rifiuti generata
GEDI Gruppo Editoriale SpA
da Homo sapiens aumenterà del 70 per cento.
CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
Uno dei problemi principali è che il 99 per cento dei PRESIDENTE Marco De Benedetti
beni che acquistiamo finisce nella spazzatura nel giro VICE PRESIDENTI John Elkann, Monica Mondardini
AMMINISTRATORE DELEGATO Laura Cioli
di sei mesi. E il più delle volte non va nemmeno vicino DIRETTORE GENERALE Maurizio Scanavino
a essere riciclato. Uno degli esempi più clamorosi è la CONSIGLIERI
crisi della sabbia e della ghiaia da costruzione, che Agar Brugiavini, Giacaranda Maria Caracciolo
di Melito Falck, Elena Ciallie, Alberto Clò,
estraiamo dagli alvei dei fiumi al ritmo di 50 miliardi Rodolfo De Benedetti, Francesco Dini,
Silvia Merlo, Luca Paravicini Crespi,
di tonnellate all’anno. Secondo un articolo pubblicato Carlo Perrone, Tatiana Rizzante, Michael Zaoui
su Nature a metà dello scorso anno, abbiamo raggiunto DIRETTORI CENTRALI
il punto in cui la domanda di sabbia e ghiaia supera Pierangelo Calegari (Produzione e Sistemi informativi),
Stefano Mignanego (Relazioni esterne),
il naturale ripristino di queste risorse. E, se non ba- Roberto Moro (Risorse umane)
di economia gettare un’economia circolare, un’idea che, per ora, più REDAZIONE NATIONAL GEOGRAPHIC ITALIA
circolare viene che una prospettiva a portata di mano sembra un’utopia Via Cristoforo Colombo 90 - 00147 Roma
tel. (06) 49822736
da Prato, dove da fantascienza, come riconosce anche Robert Kunzig e-mail: forum@nationalgeographic.it
i materiali nel servizio di copertina di questo numero. Eppure Il responsabile del trattamento dei dati raccolti in banche
dati di uso redazionale è il direttore responsabile a cui è
tessili di scarto da qualche parte bisognerà pur cominciare. Perciò in possibile rivolgersi, scrivendo a privacy@gedi.it, per i diritti
vengono previsti dal Regolamento (UE) 2016/679 sulla protezione
queste pagine vi raccontiamo l’importanza di avviare dei dati personali.
processati
e riutilizzati una rivoluzione nel nostro modo di pensare, sfruttare
per creare e recuperare le risorse. Perché non c’è un pasto gratis. Accertamento Diffusione Stampa
Certificato N. 8563 del 18.12.2018
nuovi abiti. E il pianeta ci sta già presentando il conto.
N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A Copia di promopress
FOTO: GENE WAHRLICH, GETTY IMAGES
A N T E P R I M A
MAESTRI
DI
Thomas Hoepker, creatore di immagini
FOTO G R A F I A Sono famosi i suoi scatti in bianco e nero di Muhammad Alì che tira pugni verso
l’obiettivo, datati 1966. E lo è ancora di più la foto che vedete qui sopra, realizzata
l’11 settembre 2001 nel New Jersey, considerata da molti la foto più controversa
di quell’evento che ha segnato la nostra epoca. Una foto ambigua, soggetta a
varie intepretazioni, senza dubbio frutto di una visione raffinata e originale.
E che rispecchia appieno lo stile di questo fotografo tedesco dell’agenzia Magnum,
sempre alla ricerca di immagini che sollevino domande; sempre molto attento,
quasi maniacale, nella composizione e nell’uso del colore. Eppure Hoepker ci
tiene a dichiarare di non essere un artista, bensì un image maker, un creatore di
immagini. Oggi questo ottantaquattrenne che cominciò a scattare a 16 anni
resta un punto di riferimento nel mondo della fotografia, e il suo stile in continua
evoluzione lo testimonia. Il volume dedicato a Thomas Hoepker a sarà in edicola
ad aprile con National Geographic Italia e Repubblica a €11,90 in più.
IN MOSTRA
IN MOSTRA
In nome delle donne Vita, dal 15 febbraio - è la mostra fotografica
A BOLOGNA
Da un secolo a questa parte, la condizione che National Geographic ha dedicato alle
delle donne è cambiata radicalmente, almeno donne, per raccontare in una straordinaria
in alcune parti del mondo. In Occidente, per raccolta di immagini che coprono oltre un
esempio, anche se restano ancora molte sfide secolo della storia del magazine il faticoso cam-
aperte, a cominciare da uguali opportunità mino verso la parità di genere. Attraverso sei
in ambito professionale o dalla parità salariale sezioni - dedicate a gioia, bellezza, amore, sag-
fino ad arrivare a un’equa presenza nei trial gezza, forza e speranza - e una carrellata di
clinici. In molti altri paesi, poi, i problemi ritratti di donne simbolo del nostro tempo,
che le donne incontrano nella società sono Women offre una testimonianza unica della
ancora più fondamentali. vita, delle sofferenze e delle speranze delle
Women, un mondo in cambiamento - aperta donne di ieri, di oggi e di domani.
N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A
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FOTODIARIO
N AT I O N A L G E O G R A P H I C
INTRAPPOLATE
NEL GHIACCIO
OSSERVANDO FOTOGRAFIE DI
LA TERRA RYOTA K A J ITA
DA OGNI
PUNTO Questo fotografo documenta le
DI VISTA curiose formazioni di bolle di gas
intrappolate nei ghiacci dell’Alaska,
segnali del cambiamento climatico.
MARZO 2020
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F O T O D I A R I O
Kajita ha spiegato la scienza che sta dietro alle immagini del suo progetto, Ice Formations, per la galleria
digitale Life-Framer.com: “Molte delle formazioni sono bolle di gas ghiacciate, come metano e anidride
N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A
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carbonica, intrappolate sotto il ghiaccio mentre l’acqua congela lentamente partendo dalla superficie”,
dando vita a forme geometriche. Cristalli di neve e gelo sul ghiaccio aggiungono un’altra dimensione.
MARZO 2020
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F O T O D I A R I O
IL RETROSCENA
U N F O T O G R A F O C O G L I E L’ E F F E T T O V I S I V O D E L L E B O L L E D I G A S
N E L G H I A C C I O L E G AT E A L C A M B I A M E N T O C L I M AT I C O .
« La finestra temporale per trovare i disegni di ghiaccio è breve», racconta Kajita, «perché tutte le
superfici esposte, nella stagione fredda, sono ben presto coperte dalla neve».
N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A
© National Geographic
L A M I A F O T O
G L I S C AT T I D E I L E T TO R I
A N D R E A P E R U Z Z I , CA M P I B I S E N Z I O ( F I )
Con l’arco in mano, di ritorno da una battuta di caccia, un capotribù korowai della Papua indonesiana attende la moglie su
un tronco d’albero usato come ponte. «Ho voluto realizzare un reportage su una delle ultime tribù cannibali conosciute»,
racconta l’autore. «È stata un’esperienza indimenticabile, complessa per molti aspetti ed estremamente primitiva».
M A R C O V E N D I T T E L LI , S O R R E N TO ( N A )
«Durante il mio ultimo viaggio in Cina mi sono recato nella regione del Guizhou per conoscere la minoranza dei Longhorn
Miao, famosi per la loro particolare acconciatura, un copricapo fatto con lino, lana e capelli dei loro antenati», racconta
il lettore Vendittelli. «Questo piccolo gruppo etnico vive in tranquillità tra le montagne di questa misteriosa regione».
MARZO 2020
INSTAGRAM
MICHAELA SKOVRANOVA
DAI NOSTRI FOTOGRAFI
MARZO 2020
E X P L O R E
G E T T I A M O L U C E S U I M I S T E R I E L E M E R AV I G L I E C H E C I C I R C O N D A N O
N AT I O N A L G E O G R A P H I C
La missione
della scienza
E I N S T E I N S O S T E N E VA C H E I L D OV E R E D E G L I S C I E N Z I AT I È S P I N G E R C I
A L L’A Z I O N E . C O S Ì L A P E N S A A N C H E L’AU T R I C E D E L L A S E R I E C O S M O S .
D I A N N D R U YA N
E
E R A U N A N OT TE PI OVO SA
un luogo che si poteva visitare. Nonostante l’acquaz-
zone, ad assistere alla cerimonia di apertura dell’e-
sposizione universale di New York del 1939 c’erano
ben 200.000 persone. Il tema di questo sogno in
stile art deco era “Il mondo di domani”.
C’erano televisori, calcolatori, persino un robot. Per
la prima volta, la gente aveva la possibilità di vedere
gli oggetti che avrebbero cambiato la loro vita. Ma
quella sera erano lì per ascoltare il più grande genio
della scienza dopo Isaac Newton: Albert Einstein do-
veva tenere un breve discorso e premere l’interruttore
che avrebbe illuminato la fiera. Prometteva di essere
il più grande spettacolo di luci artificiali nella storia,
visibile da un raggio di oltre 60 chilometri. Una cosa
da restare a bocca aperta, ma mai strabiliante quanto
la fonte di questa esplosione luminosa. Gli scienziati
avrebbero catturato raggi cosmici per proiettarli nel
Queens, dove avrebbero fornito l’energia necessaria
M AR ZO 2020
E
E M
X PB LAOR RK E || TITHLHEC
E BABISGGI D
IO I DE EAA
DAL TELESCOPIO SPAZIALE HUBBLE DELLA NASA, L’IMMAGINE DELLA FORMAZIONE DI UNA NUOVA STELLA NELLA PHOTOS:
COSTELLAZIONE
NAMETK NAMETK,
DI ORIONE,
ONE LINE, DOESN’T AFFECT FOLIO
A CIRCA 1.350 ANNI LUCE DI DISTANZA DALLA TERRA. FOTO: NASA/AS, G. BACON, L. FRATTTARE, Z. LEVAY, F. SUMMERS (TEAM VIZ3D, STSCI)
per illuminare la notte a giorno, inondando di luce ac- Cosmos: Odissea nello spazio 2
cecante un nuovo mondo reso possibile dalla scienza.
Creato e prodotto da Ann Druyan e presentato
Toccò ad Einstein spiegare cosa fossero i raggi
dall’astrofisico Neil deGrasse Tyson, Cosmos:
cosmici. Gli furono concessi cinque minuti. All’inizio Odissea nello spazio 2 porta i telespettatori
rifiutò: era troppo poco per spiegare il fenomeno. Ma attraverso lo spazio e il tempo con animazioni
era anche convinto che fosse dovere dello scienziato esclusive, ologrammi e ricostruzioni di scoperte
comunicare con il pubblico, così finì per accettare. storiche. In onda su National Geographic ogni
Einstein aveva appena compiuto 60 anni e da de- lunedì alle 21.55 dal 9 marzo al 1 giugno.
cenni era oggetto di una rara forma di idolatria grazie
alle nuove, inimmaginabili realtà fisiche che aveva
scoperto. E la moltitudine riunita sotto la pioggia cleare che potrebbe distruggere noi e innumerevoli
per ascoltarlo non era niente rispetto al pubblico che altre specie prima che si possa intervenire? Come
seguiva l’evento alla radio. possiamo imparare ad apprezzare quelle cose indi-
«Se la scienza, come l’arte, vuole compiere vera- spensabili alla nostra sopravvivenza - aria, acqua,
mente e fino in fondo la sua missione», esordì, «le le basi fondamentali che permettono la vita sulla
sue conquiste devono penetrare con il loro senso più Terra - più di quanto ci interessiamo al denaro e alle
profondo nella coscienza delle persone e non solo comodità a breve termine? Per cambiare, servirebbe
scalfirne la superficie». niente di meno che un risveglio spirituale mondiale.
Quando ho letto per la prima volta queste parole La scienza, come l’amore, è un mezzo per trascen-
poco note di Einstein, ho trovato il vero credo del dere e vivere quella sensazione unica e straordinaria
lavoro a cui ho dedicato gli ultimi 40 anni: il sogno di di essere vivi. L’amore ci chiede di mettere da parte
Cosmos. Einstein ci invitava ad abbattere i muri che le nostre personali paure e speranze per accogliere la
avevano segregato e allontanato la scienza da molti di realtà dell’altro. Ed è proprio così che la scienza ama
noi, a tradurre le scoperte scientifiche dal gergo tecnico la natura. Questa assenza di destinazione finale, di
per iniziati a un linguaggio alla portata di tutti, per una verità assoluta, è quel che rende la scienza una
comprenderle e interiorizzarle attraverso l’incontro metodologia così preziosa per la sacra ricerca. È un’in-
in prima persona con le meraviglie che svelavano. finita lezione di umiltà. La vastità dell’universo - e
Io e Carl Sagan non conoscevamo questa frase di l’amore, quel che rende la vastità sopportabile - sono
Einstein quando iniziammo a scrivere la serie origi- fuori dalla portata degli arroganti. Dovremmo dare
nale Cosmos (in Italia uscì a metà anni Ottanta con più importanza alla realtà che a quel che vorremmo
il titolo Cosmo, n.d.r.) con l’astronomo Steve Soter. credere. Ma come accorgerci della differenza?
Avvertivamo solo una sorta di urgenza evangelica Conosco un modo per squarciare il velo di oscurità
nel condividere lo straordinario potere della scienza, che ci impedisce di vivere un’esperienza completa
a trasmettere al pubblico l’innalzamento spirituale della natura. Eccole, le regole di navigazione fon-
dell’universo che svelava e diffondere i segnali di al- damentali della scienza: sottoporre le idee a espe-
larme lanciati da Carl, Steve e altri scienziati riguardo rimenti e osservazioni. Concentrarsi sulle idee che
il nostro impatto sul pianeta. superano i test. Scartare quelle che non li superano.
Cosmos ha dato voce a queste predizioni, ma tra- Seguire le prove ovunque ci portino. E dubitare di
smetteva anche un messaggio di speranza, un senso tutto, anche dell’autorità.
di fiducia nei confronti dell’umanità e del coraggio di Se i pellegrinaggi che compiamo per comprendere
quegli scienziati che osavano svelare scomode verità. il nostro posto nell’universo, le origini della vita e
La premiata serie televisiva originaria e il libro del le leggi della natura non sono ricerche spirituali,
1980 sono stati letti e seguiti da centinaia di migliaia allora non so cos’altro possa esserlo. Non sono una
di persone. Il libro faceva parte degli 88 volumi scelti scienziata, sono solo una che va a caccia di storie.
dalla Biblioteca del Congresso statunitense per una Quelle che amo di più parlano di esploratori che
mostra intitolata I libri che hanno plasmato l’America. ci hanno indicato la strada nel vasto oceano nero,
Fu quindi con un certo timore che, diversi anni dopo lasciandoci isole di luce.
la morte di Carl, ho deciso con Steve di lanciarmi nella L’uso scorretto della scienza mette in pericolo
realizzazione di Cosmos: Odissea nello spazio. Ora, la nostra civiltà, ma insita nella scienza c’è anche
giunta alla mia terza stagione di viaggi sulla “navi- la capacità di riscatto. Può ripulire un’atmosfera
cella dell’immaginazione”, posso contare ancora una sovraccarica di CO2. Può lasciare proliferare la vita
volta su validissimi collaboratori e ho ancora paura per neutralizzare le tossine che abbiamo disperso
di non reggere il confronto. Ciò nonostante, i nostri in maniera così sconsiderata. I suoi poteri profetici
tempi mi spingono a non mollare. sono dimostrati dalla difficile situazione in cui ci
Tutti noi siamo consapevoli dell’ombra che il troviamo ora. Le parole pronunciate da Einstein in
nostro presente getta sul futuro. Una parte di noi sa quella serata piovosa potrebbero essere il suo più
che dobbiamo agire se non vogliamo condannare grande dono. Se ascoltiamo con attenzione quello
i nostri figli a pericoli e avversità che non abbiamo che gli scienziati ci dicono, un pubblico consapevole
mai dovuto affrontare. Come faremo a svegliarci per e motivato permetterà a questo mondo di continuare
evitare di scivolare in una catastrofe climatica o nu- a esistere.
MARZO 2020
E X P L O R E | D I E T R O L’ O B I E T T I VO
La corsa continua
I N V I AG GIO V E R S O NOR D PE R U N SE RV I Z IO TESTO
S U U N A G A R A E S T R E M A C O N I C A N I DA S L I T TA , U N A E FOTOGRAFIE
D I K ATI E
F O T O G R A FA S C O P R E U N A PA R T I C O L A R E S I M PAT I A P E R ORLINSKY
G L I A N I M A L I C H E N O N R A G G I U N G O N O I L T R A G UA R D O .
N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A
Non avevo mai sentito parlare della Yukon Quest o
della sua gemella americana, la più famosa Iditarod.
Pensando all’Artide - se mai mi capitava di farlo -
mi immaginavo esotici animali in via d’estinzione
e luoghi freddi e distanti, fuori dalla mia portata
come fotografa. Mio padre era un produttore tea-
trale di New York. Le lezioni di vita le ho imparate
dietro un palco, non dietro un fucile.
Nonostante questo, era strano che l’Artide mi
mettesse soggezione. Tra i 20 e i 30 anni, ho passato
la maggior parte del tempo a fotografare conflitti e
drammi sociali in Medio Oriente, Africa e America
Latina. Poi nel 2011 sono stata protagonista di una
storia - una tragedia - in cui le vittime erano i miei
colleghi e io ero la sopravvissuta. In seguito faticavo
a trovare l’ispirazione necessaria per ritrovare l’a-
more di un tempo per la fotografia. Ho continuato
a lavorare, ma spesso lo facevo in modo automatico.
Così nel 2014 ho accettato di fotografare la Yukon
Quest senza sapere cosa aspettarmi. Pochi giorni
dopo ero su un volo per il Canada. Siamo atterrati
a Whitehorse verso mezzanotte, la pista era rico-
perta di neve. Solo toccando il finestrino dell’aereo
sentivo l’aria ghiacciata. Ero arrivata al Nord. I
miei bagagli invece no. Dentro c’era tutto quel che
pensavo potesse servirmi, incluso un paio di panta-
loni da sci, troppo grandi, che mi ero fatta prestare,
calzamaglia termica e un caldo e costosissimo parka
nuovo di zecca. Teoricamente dovevo prendere un
volo da Whitehorse a Dawson City per fotografare
la corsa il mattino dopo e tutto quel che avevo era
una felpa grigia col cappuccio e uno zaino con la
mia apparecchiatura fotografica.
In aeroporto ho spiegato la mia situazione alle
due donne al desk della Air Canada. Una di loro è
sparita sul retro. È ricomparsa con un cardigan di
lana blu della Air Canada. La seconda ha chiesto
al marito di portarle degli stivali e una giacca. Mi
ha prestato il suo piumino grigio, gli stivaletti col
pelo che indossava e un paio di caldi guanti rossi.
Era ancora buio quando sono salita sul volo per
Dawson City. Quando finalmente è sorto, il sole
ha illuminato imponenti catene montuose, cime
frastagliate color beige e rosa acceso, colossi grigi e
neri. Non avevo mai visto un paesaggio così magico
e ho scattato foto attraverso il finestrino, finché è
ALC U N I AN N I FAmi venne proposto un incarico calata una fitta nebbia.
dell’ultimo minuto: dovevo fotografare la Yukon Quando sono scesa a terra, la neve scricchiolava
Quest, una corsa di 1.600 chilometri con i cani da sotto i miei pedi. Nel tragitto verso l’hotel sono
slitta attraverso i selvaggi territori subartici tra rimasta in religioso silenzio ad ammirare i monti
Alaska e Canada. La corsa si svolge nel cuore dell’in- tinti di viola e i fiumi ghiacciati ricoperti da un
verno lungo un percorso che veniva usato ai tempi mosaico di ghiaccio bianco e blu. L’intera foresta
della Corsa all’oro per consegnare posta e generi era ammantata di quella che mi sembrava brina
di conforto. La Yukon Quest è considerata tra le scintillante. Più tardi ho scoperto che si chiama
competizioni sportive più estreme del mondo: le calaverna. Non l’avevo mai vista prima. Mi sentivo
temperature raggiungono spesso 45 °C sottozero, catapultata in un altro mondo, in una favola. A volte
i venti possono soffiare a più di 65 chilometri orari vorrei tornare indietro nel tempo solo per rivivere
e le giornate sono così corte che la maggior parte le mie prime ore a Dawson City.
della corsa si svolge al buio. Nel frattempo il freddo si è rivelato essere tanto
Prima dell’incarico, non sapevo nulla di tutto ciò. atroce quanto il panorama meraviglioso. All’aperto
M AR ZO 2020
E X P L O R E | D I E T R O L’ O B I E T T I VO
1.000
OCEAN
NGM MAPS
E X P L O R E | COLPO D’OCCHIO
creatività
scientifica
N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A
POLLIC E VE RDE
I batteri S. aureus
gialli e gli E. coli
blu possono essere
miscelati per creare il
verde. Kim apprezza
il modo in cui
«coesistono per
creare arte».
IL COLORE
DE LL’E . COLI
Una sequenza di
regolazione genica
controlla l’intensità di
blu assunta da questi
batteri di E. coli.
Stendendo della terra Per creare questo albero Il vulcano in 3D è realizzato con agar inoculato
sull’agar per vedere cosa dalle luminose tonalità è con la muffa Cladosporium cladosporioides, da
sarebbe cresciuto, un artista stato usato Bacillus subtilis in cui cola lava di agar essiccato. La sabbia è fatta
ha ottenuto queste tonalità cui sono stati inoculati geni di spore di muffa, i coralli sono microrganismi
di viola e giallo. proteici fluorescenti. coltivati su un mare di agar essiccato.
FOTO (SOPRA, POI DA SINISTRA A DESTRA): JANIE KIM; ARWA HADID; MICHAEL TAVEIRNE; MICHAEL V. MAGAOGAO; ALLISON WERNER; LETICIA LIMA ANGELINI; ISABEL FRANCO CASTILLO
E X P L O R E | N OV I TÀ
E T N O B OTA N I CA
La pianta
della furia
vichinga
I berserker, feroci
guerrieri vichinghi,
prima di una
battaglia sembra
assumessero una
sostanza che
induceva rabbia.
Per anni si è
ritenuto che la loro
droga fosse l’ovolo
malefico, un fungo
allucinogeno. Oggi
l’etnobotanico
Karsten Fatur è
però più propenso
a credere che
La geologa Milagros Carretero seduta dentro il geode Pulpí, uno dei più grandi al mondo.
consumassero il
G E O LO G I A
giusquiamo nero
(sotto), una pianta
FOTO: JORGE GUERRERO, AFP VIA GETTY IMAGES (GEODE); BOGNÁR JÁNOS (GIUSQUIAMO NERO); ALAMY STOCK PHOTO
E X P L O R E | BASIC INSTINCT
JEFF
GOLDBLUM
Un uomo curioso alla
scoperta del mondo
ABBRACCIO MORTALE
DI LISA SIGNORILE
I R E P O R T A G E
36
NEL 2014
I L GRU PP O
TERRORISTICO
BOKO H A R A M
RAPÌ 276
STUDENTESSE
A CHIBOK,
IN NIGERIA.
ORA ALCUNE
DELLE
SUPERSTITI
R ACCON TA NO
LA LORO
STORIA, E
RIVENDICANO
IL PROPRIO
F U T U RO.
DI ROBERT KUNZIG
F O T O S U C C E S S I VA
Detto Copenhill, il
termovalorizzatore
della capitale danese
usa la tecnologia più
avanzata per convertire
485.000 tonnellate
di rifiuti in energia
per fornire elettricità
a 30.000 abitazioni
e riscaldarne 72.000.
L’impianto è anche
una meta ricreativa
dotata di una pista da
sci utilizzabile tutto
l’anno, un percorso
per camminare o
correre delimitato da
alberi e una parete
da arrampicata di 85
metri, la più alta del
mondo.
UNA RADIOGRAFIA
D E L L’ E C O N O M I A G L O B A L E
Risorse globali, 2015
in miliardi di tonnellate Prendere
Dalla Terra
La maggioranza dei
beni che alimentano
l’economia, 84,4
miliardi di tonnellate
nel 2015, sono risorse
non rinnovabili Minerali
(minerali, metalli e 37,9 AT T I V I TÀ
combustibili fossili) e M I N E RA R I E
rinnovabili (biomasse)
estratte dalla Terra.
mattina
I
N UNA FREDDA
d’autunno ho conosciuto
un uomo che mi ha aiutato
Risorse
a vedere le correnti nasco- estratte
ste della nostra vita su que- 84,4
sto pianeta: i flussi ingenti AT T I V I TÀ
Risorse Minerali
di materie prime e prodotti grezzi
M I N E RA R I E
totali che
utilizzati, con effetti meravi- entrano
9,6
gliosi e devastanti, da 7,7 mi- nell’economia
liardi di esseri umani. Forse 92,8
6 N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A
Ogni anno trasformiamo in prodotti quasi 93 miliardi di tonnellate di materie prime.
Meno di un quarto è usato per costruire edifici, automobili e altri oggetti di lunga
durata. Meno del 10% ritorna nel ciclo economico. L’economia circolare si propone
di aumentare questa percentuale e ridurre l’enorme quantità di rifiuti.
P I E T RA
Alla discarica
I due terzi dei
materiali che
alimentano
l’economia (61,1
SA B B I A EDILIZIA Edilizia abitativa miliardi di tonnellate
E A RG I L L A 40,6 nel 2015) diventano
emissioni inquinanti
che finiscono
nell’atmosfera
o rifiuti.
L AVO RA Z I O N E D E I M I N E RA L I
P RO D OT T I D I M E TA L LO
M AC C H I N A R I Comunicazioni
M E TA L L I L AVO RA Z I O N E D E I M E TA L L I
2,5
GREZZI
VEICOLI
Dispersi
nell’ambiente
Mobilità
10,8 come rifiuti
P E T RO L I O irrecuperabili
61,1
T RA S P O RT I
GA S P RO D UZ I O N E C O M B U ST I B I L I
N AT U RA L E Sanità
V E N D I TA 3,6
A L D E T TAG L I O
CARBONE E L E T T R I C I TÀ E C A LO R E E C O M M E RC I O
E TO R BA Servizi Scorte accumulate
5,5 Materiali globali di materiali
di lunga di lunga durata
durata come 890
L EG N A M E edifici e
Beni di consumo infrastrutture
ANIMALI 9,7 21,5
C O LT U R E L EG N O E C A RTA
E FIBRE P RO D OT T I D I L EG N O
Discarica 1,5
Incenerimento 0,3
Risorse
L AVO RA Z I O N E A L I M E N T I Alimentazione riutilizzate
20,1 8,4
Compostaggio 0,1
Riciclaggio 1,4
Fertilizzazione 1,6
Biogassificazione 1,7
Trattamento delle acque 3,6
8 N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A
avere un’economia circolare piena entro il 2050. in Spagna. Ma riciclavano anche: fondevano le
Grandi città come Amsterdam, Parigi e Londra statue di bronzo delle popolazioni vinte per fab-
hanno tutte programmi precisi al riguardo. bricare nuove armi. Il rame è sempre stato nel
Un uomo che crede fortemente in questa mirino dei riciclatori. Rispetto ai liquami, non è
possibilità ed è riuscito a convincere molti altri così abbondante e ha un certo valore.
con i suoi lavori è l’architetto americano Wil- Nel cortile della fonderia della Aurubis a
liam McDonough. Insieme al chimico tedesco Lünen, nella regione tedesca della Ruhr, c’è
Michael Braungart ha pubblicato nel 2002 un un’aiuola fiorita con al centro un grande busto di
libro visionario intitolato Dalla culla alla culla. Lenin, uno dei tanti Lenin di bronzo provenienti
Come conciliare tutela dell’ambiente, equità so- dalle città della Germania Est che qui sono stati
ciale e sviluppo, in cui si sostiene che i prodotti e fusi dopo la riunificazione del paese nel 1990. La
i processi economici possono essere progettati in Aurubis, la più grande produttrice di rame d’Eu-
modo che i rifiuti diventino materiale utile per ropa, è anche la più grande riciclatrice di rame
qualcos’altro. Prima di partire per l’Europa, mi del mondo. L’impianto di Lünen fu costruito nel
sono recato in pellegrinaggio allo studio di Mc- 1916, durante la Prima guerra mondiale, quando
Donough a Charlottesville, in Virginia, e sono fi- la penuria di rame per le granate per l’artiglie-
nalmente riuscito a fargli la domanda scottante: ria spinse i tedeschi a utilizzare le campane di
tutto questo parlare di mettere fine ai rifiuti è bronzo delle chiese. «Da allora quest’impianto si
solo un castello in aria? occupa esclusivamente di riciclaggio», afferma
«Senza dubbio», mi ha risposto. «Ma le il- Detlev Laser, vicedirettore dello stabilimento.
lusioni e le speranze sono necessarie per fare Il rame, a differenza della plastica per esem-
progressi. Dobbiamo sempre ricordare ciò che pio, può essere riciclato all’infinito senza pre-
diceva Leibniz: “Se è possibile, allora esiste”. E giudicarne la qualità: è un materiale perfetta-
io sono convinto che se riusciamo a far esistere mente circolare. Nell’impianto di Lünen si la-
qualcosa, allora questa diventa possibile». vora ancora il rame, soprattutto cavi e tubi, ma
Il suo era un ragionamento tautologico o sag- l’azienda si è dovuta adattare a trattare scarti
gio? E Leibniz l’ha detto veramente? In ogni caso che ne contengono concentrazioni molto più
mi è sembrata un’argomentazione interessante e basse. Da quando l’Europa ha sostituito le di-
sono partito alla ricerca di prove della possibile scariche con i termovalorizzatori, molte scorie
esistenza dell’economia circolare. contengono pezzetti di metallo «perché qual-
cuno ha buttato il telefono cellulare tra i rifiuti
indifferenziati», spiega Laser, anziché tra quelli
destinati al riciclaggio.
RIFIUTI ZERO 9
MACCHINE
Riutilizzare le macchine
è una strategia in atto
da tempo per ridurre
i rifiuti. Quasi 3.300
tra aerei ed elicotteri
dismessi di proprietà
delle forze armate
statunitensi sono
“parcheggiati” presso
la Davis-Monthan
Air Force Base di
Tucson, in Arizona,
perché qui l’aria secca
limita la corrosione
dei metalli. I velivoli
vengono riparati e
rimessi in servizio
oppure smontati per
utilizzarne alcune parti.
Per preservarli viene
usato un rivestimento
protettivo rimovibile.
La struttura, spesso
chiamata Boneyard
(cimitero), è la più
grande del suo genere.
ENERGIA
Sostituire i combustibili
fossili con le energie
rinnovabili, come il
calore generato dal
magma presente nel
sottosuolo in Islanda, è
un passo fondamentale
per creare un’economia
circolare. In Islanda le
centrali geotermiche
forniscono luce e
riscaldamento per uso
domestico. La Laguna
blu è una popolare
attrazione turistica
che sfrutta acqua
geotermale che ha
già generato energia
elettrica nella centrale
di Svartsengi e
non è più bollente.
La silice presente
in alte quantità
impedisce all’acqua di
penetrare nella roccia
lavica e le conferisce
una gradevole
tonalità azzurra.
rinunci a simili risorse», afferma Roth. «Questa il bisnonno per vivere raccoglieva stracci, metallo
roba vale miliardi». Qualcosa comunque sta cam- e carta. Oggi, dalla sede centrale di Dordrecht,
biando. La Apple, per esempio, incoraggia i clienti Boer dirige cinque stabilimenti nei Paesi Bassi,
a dare in permuta i vecchi iPhone, che vengono in Belgio, in Francia e in Germania, che nel com-
portati in Texas, dove un robot intelligente li plesso raccolgono e selezionano fino a 415 ton-
smonta ed estrae i materiali che possono essere nellate di abiti scartati al giorno, che poi vengono
usati per nuovi dispositivi. venduti per essere riusati o riciclati.
Il rame, tuttavia, esemplifica un problema A detta di Boer, le persone hanno un’idea
più generale: anche il riciclaggio estremo ha sbagliata riguardo a ciò che lasciano in un cas-
un limite. Il rame riciclato, infatti, costituisce sonetto per gli abiti usati, perché pensano che
solo un terzo della produzione della Aurubis; il vengano donati direttamente a chi ne ha biso-
resto viene ancora dalle miniere. Negli ultimi gno. Ciò che invece succede di solito è che questa
cinquant’anni la produzione di rame in tutto roba viene comprata da aziende come la Boer
il mondo è quadruplicata, ed è ancora in cre- che la seleziona e la rivende in tutto il mondo.
scita. Le tecnologie di cui abbiamo bisogno per Dalla finestra riesco a vedere i movimenti
rinunciare ai combustibili fossili necessitano di rapidi ed esperti delle operaie che prendono
grandi quantità di rame; per costruire una tur- gli abiti dai nastri trasportatori, li esaminano
bina eolica gigante ce ne vogliono 30 tonnellate. velocemente per poi girarsi e infilarli in uno
«La domanda continua a crescere», afferma dei circa 60 sacchi che hanno a disposizione.
Laser. «Non potremo mai soddisfarla con il ri- Ogni operaia smista circa tre tonnellate di ve-
ciclaggio». Serviranno altre strategie. stiti al giorno, spiega Boer. Le smistatrici devono
avere occhio per la moda, soprattutto per i capi
di qualità (solo il 5 o il 10 per cento del totale),
che costituiscono la maggior parte dei profitti
14 N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A
di lana e altri articoli di maglieria alle aziende
di Prato che, con appositi macchinari, cardano
la lana, recuperando le fibre lunghe che possono
S TOP A I R IFIUTI DI PL A S TIC A
Il nemico non è la plastica, ma i rifiuti di
essere usate per fare nuovi indumenti di buona plastica dispersi nei mari e altrove. La
qualità. I tessuti di cotone o poliestere non pos- soluzione sta nelle materie biodegradabili
sono essere riciclati in questo modo, perché le e nel riciclaggio? La nostra redattrice Laura
Parker si è chiesta in che modo la plastica
fibre sono troppo corte. Attualmente diverse possa inserirsi in un’economia circolare. Potete
start up stanno lavorando allo sviluppo di tec- leggere il suo articolo su natgeo.com/plastic.
nologie capaci di riciclare chimicamente queste
fibre. Boer pensa che per incentivarne la crescita
l’Unione Europea dovrebbe approvare una legge di ispezionare i loro rifiuti, pesando ogni singolo
che imponga l’uso di una percentuale di fibre scarto alimentare. «Il risultato fu sconvolgente»,
riciclate nella fabbricazione di nuovi indumenti. ricorda Goodwin. «Trovammo polli interi ancora
«In dieci anni ci arriveremo senz’altro», af- nel loro incarto». Ogni anno quasi metà delle
ferma Boer. «Non abbiamo altra scelta». verdure da insalata e un quarto della frutta fi-
Alla Ellen MacArthur Foundation l’attenzione nivano nei cassonetti, insieme a quasi 360 mila
è puntata su un business diverso, capace di pro- tonnellate di patate. Nel complesso, i britannici
muovere la circolarità in molti settori dell’econo- buttavano via un sacchetto della spesa su tre.
mia, un modello basato sul noleggio anziché sul Come è emerso in seguito, non sono gli unici.
possesso. Rent the Runway e altre aziende che Nel mondo si spreca quasi un terzo del cibo con
forniscono un servizio di noleggio di abiti online un costo annuale che si aggira intorno ai mille mi-
coprono attualmente meno del 10 per cento del liardi di dollari, mi ha spiegato Richard Swannel,
mercato della moda, ma sono in rapida crescita. attuale direttore globale del Wrap. Prima dello
In teoria, prendere in affitto i vestiti è una pra- studio nessuno era consapevole di quanto cibo
tica sostenibile: se molte persone condividono - e denaro - andasse sprecato in Gran Bretagna.
lo stesso abito, si potrebbero realizzare meno Il Wrap ha poi lanciato una campagna di sen-
abiti in generale. In pratica, la cosa solleva qual- sibilizzazione. Ha lavorato con le associazioni
che dubbio. I clienti potrebbero semplicemente femminili per diffondere suggerimenti su come
affittare vestiti di lusso che si aggiungerebbero riutilizzare gli avanzi e ha persino convinto al-
al guardaroba che già possiedono. Di certo, il cune catene di supermercati ad adottare alcune
noleggio comporterebbe anche l’imballaggio, semplici misure: estendere le date di scadenza e
la spedizione e la pulitura a secco dei vestiti. La indicarle in modo più chiaro; usare incarti più
giornalista Elizabeth Cline, autrice di due libri piccoli e rivendibili; eliminare le offerte “prendi
sulla fast fashion, ha recentemente pubblicato due paghi uno” sui prodotti deperibili. Racco-
un articolo su Elle in cui analizzava i pro e i mandazioni noiose, basate sul vecchio semplice
contro del noleggio di abiti. «Indossare ciò che buonsenso, eppure hanno funzionato. Nel 2012
si ha già nell’armadio è il modo più sostenibile la quantità di cibo sprecato in Gran Bretagna era
di vestirsi», è stata la sua conclusione. diminuita di un quinto.
In seguito i progressi si sono bloccati, ma nes-
suno aveva mai pensato che il buon senso da solo
potesse bastare. Forse l’intelligenza artificiale può
RIFIUTI ZERO 15
A G R I C O LT U R A
La fattoria verticale al
chiuso più grande del
mondo, gestita dalla
Aerofarms a Newark,
nel New Jersey, si
propone di dimostrare
che è possibile coltivare
verdure e ortaggi in
modo sostenibile e
per tutto l’anno in
città. Gli ortaggi da
foglia di piccola taglia
(baby leaf) vengono
coltivati in un substrato
riutilizzabile ricavato
da bottiglie di plastica
riciclate. L’acqua viene
spruzzata sulle radici
dal basso, consentendo
un risparmio del 95%
rispetto alla coltivazione
all’aperto. I pesticidi
sono banditi; sostanze
nutrienti e fertilizzanti
sono usati solo se
necessario.
16
La soia usata nel mangime per animali potrebbe essere sostituita dalle mosche soldato
(Hermetia illucens) che si nutrono di rifiuti. La start up britannica Entocycle sperimenta le
CIBO condizioni di allevamento nel suo laboratorio di Londra (sopra) nutrendo le larve con fondi
di caffè e altri scarti. Le larve vengono raccolte (sotto) dopo appena due settimane.
A Prato, dove si producono tessuti di lana dal XII secolo, ci sono circa 3.500 aziende,
con 40.000 dipendenti, che processano i materiali tessili di scarto (sopra). La lana è
TESSUTI divisa per colore, lavata, cardata (sotto) e poi nuovamente filata. Attualmente solo
l’uno per cento degli scarti tessili viene riciclato per produrre nuovi vestiti.
Zornes sostiene che, prestando attenzione altà siamo tutti viziati. Le aziende non vogliono
ai dati forniti dai nuovi bidoni dei rifiuti, i suoi deludere i clienti e tengono sempre troppa roba».
clienti - tra cui la multinazionale francese Ac- Nel 2018 InStock ha iniziato a consegnare il
corHotels - hanno dimezzato gli sprechi. Mi cibo in eccesso ad altri ristoranti. Al momento
porta l’esempio dei buffet per la colazione, triste- la priorità di van Nimwegen è stipulare contratti
mente noti perché la maggior parte degli avanzi con le mense aziendali. Secondo un rapporto
viene buttata via. «Quando inizi ad avere un’idea stilato dalle autorità olandesi, dal 2010 a oggi lo
precisa del problema, cominci anche a gestirlo», spreco alimentare nei Paesi Bassi è diminuito del
afferma l’imprenditore. Prepari minori quantità 29 per cento, più che in Gran Bretagna.
di ciò che non viene consumato. Il dessert era una deliziosa mousse di ciliegie
Qualche giorno dopo ho avuto un’esperienza e frutti di bosco al vino rosso, quello delle botti-
simile nel ristorante InStock di Amsterdam, che glie del bar aperte da troppo tempo. Sentendomi
propone un menu ambizioso preparato con pro- sazio e consapevole sono tornato in albergo in
dotti invenduti. Sono entrato e mi sono seduto a bicicletta nella nebbiosa Amsterdam notturna.
un tavolo sotto un contatore di legno che indicava Entrato in camera ho trovato un pipistrello im-
la quantità di “alimenti recuperati”: 780.054 chilo- pazzito che volava disperato cercando una via d’u-
grammi. Una delle fondatrici, Freke van Nimwe- scita. Osservando la povera bestia ho pensato che
gen, mi ha raggiunto e mi ha raccontato la sua quella serata mi aveva fatto un altro regalo, for-
storia mentre io consumavo la cena a menu fisso. nendomi una perfetta metafora dei nostri tempi.
Subito dopo essersi laureata in economia,
Van Nimwegen è stata assunta dalla Albert
Heijn, la più grande catena di supermercati dei
Paesi Bassi. Lavorava per l’azienda da due anni
quando ha cominciato a interessarsi al problema
Vie d’uscita
dello spreco alimentare. In qualità di vicediret- PE R U SC I RE DALL A TR APPOL A in cui siamo fi-
trice di una filiale aveva cercato di fare qualcosa niti con l’economia lineare e tornare a un’econo-
al riguardo ma senza molto successo. I banchi mia modellata sulla natura sarà necessaria una
alimentari, per esempio, ritirano il pane ma non buona dose di quello che gli psicologi chiamano
tutti i prodotti. Nel 2014, insieme a due colleghi, “pensiero divergente”. A Copenaghen mi sono
ha avuto l’idea di InStock e ha convinto l’azienda fermato ad ammirare il nuovo termovalorizza-
a finanziarla. InStock adesso ha altre due sedi tore municipale che brucia i rifiuti per generare
oltre a quella di Amsterdam, una a Utrecht e energia e diverge decisamente dalla norma: sul
l’altra all’Aia. Secondo van Nimwegen quella suo tetto è stata creata una pista da sci utilizza-
che è nata come un’avventura sta diventando bile tutto l’anno. La mia vera meta, però, era il
un’esperienza davvero interessante. vicino porto di Kalundborg, una sorta di icona
A un certo punto mi è stato servito il piatto dell’economia circolare.
principale: bocconcini di oca fritti, i “Kentucky Nella sala riunioni ho incontrato 11 direttori di
Fried Goose”. «Stia attento, nella carne potreb- altrettanti impianti industriali che hanno stretto
bero esserci dei proiettili», mi ha avvisato la ca- un insolito legame: ogni azienda usa i rifiuti
meriera. L’aeroporto di Amsterdam Schiphol, mi dell’altra. Il presidente del collettivo, Michael
ha spiegato van Nimwegen, ingaggia cacciatori Hallgren, dirige uno stabilimento della Novo
per uccidere le oche selvatiche che altrimenti Nordisk che produce la metà della fornitura
potrebbero far inceppare i motori dei jet. Gli uc- mondiale di insulina e, insieme alla consorella
celli morti, che prima finivano nell’inceneritore, Novozymes, 330 mila tonnellate di lievito esau-
adesso vengono portati al ristorante. sto. Questo impasto molliccio viene trasportato
Gli chef di InStock improvvisano i piatti con in un impianto di bioenergia dove i microbi lo
gli ingredienti che hanno a disposizione. Gli trasformano in biogas in quantità sufficienti
alimenti provengono dai supermercati Albert per rifornire 6.000 abitazioni, e in fertilizzante
Heijn, ma anche da altri produttori, contadini per circa 20 mila ettari di terreno. Questo è solo
inclusi. «È facile puntare il dito contro i super- l’ultimo dei 22 scambi di rifiuti che compongono
mercati», ha affermato van Nimwegen. «Ma è la Kalundborg Symbiosis.
l’intera catena di distribuzione, incluso il cliente, All’inizio non c’era niente di programmato,
a voler sempre avere tutto a disposizione. In re- mi ha spiegato Lisbeth Randers, coordinatrice
20 N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A
CHIUDERE Consumare meno, utilizzare più a lungo, riciclare all’infinito;
queste sono le strategie dell’economia circolare. Nella
CERCHIO
scomposti in “nutrienti tecnici” per realizzare prodotti nuovi,
oppure essere biodegradabili. I rifiuti indicano una falla del
sistema. Così come avviene in natura, non devono esistere.
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JASON TREAT, NGM
FONTE: ELLEN MACARTHUR FOUNDATION
SI PUÒ FARE
Non sprecare cibo. ma di buona qualità, alimentari. Riciclare il più
Indossare abiti che già e ripararli quando si possibile e spronare le
possediamo. Evitare rompono. Donare gli abiti persone che conosciamo
la plastica monouso. che non usiamo più. a fare altrettanto.
RIFIUTI ZERO 21
municipale del collettivo; il gruppo è cresciuto, Troy, nello Stato di New York. Seguiva un corso
un accordo bilaterale per volta, nell’arco di qua- dedicato alle invenzioni e all’importanza del
rant’anni. Un’azienda che fabbrica pannelli di pensiero divergente e il problema su cui stava
cartongesso ha aperto la sua sede a Kalundborg, riflettendo - aveva letto Dalla culla alla culla -
spinta in parte dalla possibilità di sfruttare il gas riguardava le colle tossiche contenute nel trucio-
di scarto della raffineria di petrolio come fonte lato o nella vetroresina. Cresciuto in una fattoria
energetica a basso costo; successivamente ha del Vermont, Bayer aveva passato ore a spalare
usato pure il gesso che la vicina centrale a car- trucioli di legno da inserire in un forno per pro-
bone produce lavando il diossido di zolfo dei suoi durre lo sciroppo d’acero. Spesso quei trucioli si
fumi. Niente di tutto ciò è avvenuto per ragioni incollavano tra loro perché venivano colonizzati
esclusivamente ambientali, ma la Kalundborg dal micelio, la fitta rete di microscopici filamenti
Symbiosis, ha sottolineato Randers, riduce le che costituisce la radice di un fungo. Bayer si è
emissioni di anidride carbonica di 635 mila ton- quindi chiesto: «Sarà possibile ottenere una colla
nellate all’anno, consentendo alle aziende che ne non nociva dai funghi?».
fanno parte di risparmiare 27 milioni di dollari. Il primo prodotto che Bayer e il suo socio Ga-
Nella campagna della Vestfalia, in Germa- vin McIntyre hanno realizzato con l’azienda
nia, terra d’origine di un famoso prosciutto e, che hanno fondato, la Ecovative Design, è stato
non a caso, di molti suini, ho conosciuto una un materiale per l’imballaggio che sostituisce il
donna che pur non avendo studiato ingegne- polistirolo. Hanno inoculato piccole quantità di
ria ha ideato una soluzione su scala industriale micelio in fibre di canapa o trucioli di legno e i
per il trattamento di uno dei principali problemi minuscoli filamenti bianchi sono andati a riem-
della regione: l’eccesso di letame di maiale. I ni- pire gli spazi tra le particelle avvolgendole in una
trati che filtrano dai campi troppo fertilizzati rete e incollandole tra loro. I due hanno scoperto
hanno inquinato le acque freatiche di quasi un che il materiale poteva essere coltivato all’interno
quarto della Germania. Un agricoltore dei din- di stampi di qualsiasi forma. Smette di crescere
torni di Velen, la città in cui ho incontrato Doris quando viene disidratato e può essere compostato
Nienhaus, può spendere 40 mila dollari l’anno se non si sa più che farne. Negli ultimi decenni
per trasportare quasi 2.000 metri cubi di letame la Ecovative ha prodotto più di 450 tonnellate di
liquido fino a un campo, distante più di 150 chi- materiale per imballaggio per clienti disposti a
lometri, che non è stato ancora concimato. «Un pagare un po’ di più in nome della sostenibilità.
giorno un sistema del genere non sarà più attua- In seguito l’azienda è passata a oggetti più
bile economicamente», ha affermato Nienhaus. grandi, composti al 100 per cento da funghi. «È
La sua soluzione consiste in un impianto che come una stampante in 3-D biologica», chiarisce
estrae dal letame i nutrienti di base, cioè fosforo, Bayer. Grazie ai finanziamenti degli investitori e
azoto e potassio. Nienhaus, che in passato ha ai 9,2 milioni di dollari forniti dall’Agenzia per i
lavorato per il Dipartimento regionale dell’a- progetti di ricerca avanzata della Difesa (Darpa),
gricoltura e ha allevato maiali, ha convinto 90 la Ecovative sta ampliando il proprio laborato-
agricoltori a investire 7,6 milioni di euro nel suo rio per studiare la possibilità di fabbricare con il
progetto. Il letame dei loro allevamenti viene micelio oggetti di ogni genere, tra cui suole per
sottoposto a digestione anaerobica da parte di le scarpe, la pelle vegana e una struttura edibile
batteri e il biogas che ne risulta alimenta un per produrre bistecche artificiali.
generatore che fornisce elettricità all’impianto Nella visione “dalla culla alla culla” di Mc-
(quella non consumata viene venduta alla rete Donough e Braungart, il concetto di rifiuto non
pubblica). Successivamente un sistema di ve- esiste neppure. Ogni materiale rientra nel ciclo
loci centrifughe, un polimero brevettato e forni sotto forma di “nutriente tecnico”, capace di
ad alta temperatura scompongono il digestato essere riciclato all’infinito, oppure biologico,
in un liquido bruno, ricco di azoto e potassio, e e dunque commestibile o compostabile. Bayer
una cenere che contiene il 35 per cento di fosforo. condivide questa visione, ma è convinto che in
Tutto potrà essere venduto e non saranno pro- futuro la maggior parte degli oggetti sarà rea-
dotti rifiuti, ha precisato Nienhaus. lizzata con biomateriali. «I materiali di origine
Quando Eben Bayer ha avuto l’idea per la sua biologica rispettano già il ciclo della natura»,
invenzione, nel 2006, era uno studente di in- ha osservato. «L’Astronave Terra può digerire
gegneria al Rensselaer Polytechnic Institute di questa roba».
22 N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A
scando gli ambienti sottostanti. A differenza delle
RIFIUTI ZERO 23
I SEGRETI
L’ E S P E R I M E N T O D I U N F O T O G R A F O C I R E G A L A U N O S G U A R D O
I N E D I T O S U C O M E L E A P I S E LVAT I C H E S I D I F E N D O N O ,
DELLE API
24
FOTO PRECEDENTE
SOPRA
Le api convergono al
loro nido nella cavità
di un albero, creata
insediamento,
e poi abbandonata
da un picchio nero.
la colonia di api
è stata colpita.
26 N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A
N O N D A G L I A C A R I D E L G E N E R E VA R R O A ,
né dai ammazzeranno l’intera colonia», racconta il
pesticidi, né dalla sindrome dello spopolamento fotografo Ingo Arndt, che ospita la colonia di api
o da uno dei tanti pericoli che oggi minacciano le nel suo giardino a Langen, in Germania.
popolazioni di api di tutto il mondo, ma dai cala- Tuttavia, con il passare delle settimane, le api
broni: veri giganti dagli occhi rossi in confronto hanno guadagnato terreno. Hanno iniziato ad
alle minuscole api impellicciate. Ogni attacco ammassarsi all’entrata del nido, creando un
durava un istante; i predatori piombavano sulle tappeto vivente di guardie. Ogni volta che un
vittime in volo e la portavano via, per poi triturarle calabrone si avvicinava troppo, alcune delle
e darle in pasto alle loro larve fameliche. protettrici saltavano addosso all’invasore e lo
Una singola ape europea non è in grado di placcavano. Un attimo dopo, altre api si aggiun-
affrontare un calabrone, che misura fino a quat- gevano al mucchio e inchiodavano il calabrone.
tro centimetri ed è dotato di mandibole possenti All’interno di questa palla accadeva qualcosa
capaci di fare a pezzi gli insetti più piccoli. di ancora più bizzarro. Le api europee hanno un
Nei primi giorni dell’assedio, le api sembra- trucco: sono capaci di attivare i muscoli del volo
vano incapaci di reagire al massacro. così rapidamente che il loro torace emette una
«Mi sono detto: oddio, se continua così mi piccola quantità di calore.
55%
studia il comportamento e le inte- appartenuto al picchio.
razioni sociali delle api da mezzo Nel corso di sei mesi Arndt ha
secolo. scattato oltre 60 mila fotografie,
Dopo le prime battaglie, rac- documentando la vita delle api
conta Arndt, ha iniziato a vedere È la percentuale come mai prima d’ora.
di americani che
combattimenti fra api e calabroni «È questo che rende il suo lavoro
mette le api al primo
anche dieci volte al giorno. Se una posto della lista assolutamente speciale», spiega Se-
colonia di api è debole, i calabroni delle specie animali eley. Gli ornitologi hanno usato tec-
possono annientarla, ma per ora la da salvare, stando niche simili per studiare gli uccelli,
lotta nel giardino di Arndt conti- a un sondaggio ma nessuno le aveva mai applicate
nua come guerra di logoramento. realizzato da National allo studio delle api in natura.
In questa saga esistono anche Geographic e Le centinaia di ore passate nel ca-
Morning Consult.
altre fazioni. Arndt spiega che panno sono state preziose. Quando
spesso le api provenienti da colonie fuori faceva caldo, Arndt guardava
vicine razziano il nido nel suo giar- le api fare avanti e indietro da una
dino nel tentativo di rubare il riserva d’acqua messa a loro dispo-
miele, specialmente verso la fine dell’estate, sizione, in cui succhiavano il liquido con le lingue
quando i fiori iniziano a scarseggiare. simili a cannucce per poi riportarlo al nido. Una
volta rientrate, le raccoglitrici passavano l’acqua
D O P O AV E R A C C O M PA G N AT O G L I S C I E N Z I AT I che a un altro gruppo di api, le spruzzatrici, il cui com-
studiavano le api in natura nelle foreste del pito è rigurgitare il liquido sopra i favi, dove eva-
Parco nazionale di Hainich, Arndt è rimasto pora creando un effetto rinfrescante. Le altre api
stregato. Ha intuito che non sarebbe mai riuscito possono accelerare il processo facendo vibrare le
davvero a svelare i segreti degli insetti osservan- ali, cosa che aumenta la circolazione dell’aria e fa
34 N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A
Nel corso di sei mesi, Arndt ha scattato
oltre 60.000 fotografie, documentando la vita
delle api come mai prima d’ora.
Quando lavorano nel nido, le api intrecciano «Ripuliscono le superfici interne della cavità
spesso le zampe con le compagne. Queste catene da tutte le particelle instabili», rivela Tautz.
viventi sono importanti nella costruzione dei favi:
per poter mantenere la cera morbida e malleabile, Questo comportamento non solo aiuta a ri-
la temperatura deve essere almeno di 35 gradi. muovere potenziali patogeni, ma aiuta anche a
creare una superficie liscia su cui le altre api
evaporare l’acqua più velocemente. Si chiama raf- possono applicare una lacca nota come propoli.
freddamento mediante evaporazione, e in pratica «La propoli è una secrezione prodotta dalle
è quello che facciamo quando sudiamo e ci met- gemme degli alberi in primavera», spiega Tautz.
tiamo seduti davanti a un ventilatore. «È molto appiccicosa, ma le api la raccolgono per-
Quando le temperature esterne calano, le api ché ha proprietà antifungine e antibatteriche».
si afferrano per le zampe a formare una coperta Altri momenti sono stati catturati per la prima
vivente sulla superficie dei favi. Tautz paragona volta, come quando Arndt ha fotografato un’ape
la struttura a un sacco a pelo, in cui la consi- in volo che apre una ghiandola per l’emissione
stenza del tessuto si può però ispessire o allentare di feromoni.
per regolare la temperatura. «Nessuno lo aveva mai mostrato prima d’ora»,
precisa Seeley, che spera che questi scatti pos-
sono riusciti a
I N A L C U N I C A S I A R N D T E TA U T Z sano svelare agli occhi del pubblico le meravi-
spiegare comportamenti che da tempo lascia- glie più nascoste delle api selvatiche. j
vano perplessi gli apicoltori. Uno dei tanti mi-
steri era perché gli insetti rosicchiassero il legno Jason Bittel scrive per natgeo.com; questo
delle arnie senza alcun effetto apprezzabile. Ma è il suo primo servizio per il magazine. Il libro
di Ingo Arndt e Jürgen Tautz, Honey Bees:
all’interno dell’albero il comportamento ha fi- Mysterious Forest Dwellers, sarà pubblicato
nalmente acquistato un senso. in primavera.
37
Il 14 aprile 2014, 276 studentesse furono sequestrate nei loro dormitori a Chibok - una città della
Nigeria nordorientale - dal gruppo estremista Boko Haram. Il drammatico evento attirò l’attenzione
internazionale. Oggi 112 delle giovani risultano ancora scomparse. Molte delle sopravvissute studiano
38 N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A
alla New Foundation School (NFS), un corso preparatorio universitario alla American University of
Nigeria (AUN) di Yola. Tra loro ci sono (in senso orario dall’alto a sinistra): Awa Abuga, Glori Aji, Mwada
Baba, Yana Joshua, Kume Ishaku e Grace Paul. Hanno posato per i ritratti in uno studio improvvisato.
LE RAGAZZE DI CHIBOK 39
SAMBISA
FOREST
RESERVE
Chibok
N I G E R I A
Abuja
Yola 200 mi
200 km
Lagos
NIGERIA
40 N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A NGM MAPS
42 N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A
Le studentesse per i test di ammissione
di Chibok scattano alle università.
foto nell’ultimo giorno Ben 15 studentesse
di lezioni prima hanno completato
della pausa estiva. il programma NFS
Il rigoroso programma e stanno studiando
accademico le prepara alla AUN.
succes-
P AT I E N C E B U L U S H A P A S S AT O L’ E S TAT E
siva al sequestro nel suo villaggio di Askira, ad
ascoltare musica gospel e a scendere a patti, rac-
conta, con l’idea che quell’attacco avesse posto
fine ai suoi studi. Una volta la madre di Esther
Joshua è andata a trovarla, ma Patience non era
in casa. I giornalisti volevano sapere che cosa
fosse successo quella notte; i genitori chiedevano
se avesse visto le loro figlie scomparse. Ripetere
la storia del 14 aprile era diventato sfiancante.
Patience e altre nove superstiti hanno accettato
l’offerta di studiare negli Stati Uniti. Lei ha colto
l’occasione con entusiasmo.
Più o meno nel periodo in cui Patience si pre-
parava a trasferirsi all’estero, una guardia della
scuola è andata a trovare Margee Ensign, la pre-
side del campus della American University of Ni-
geria (Aun) a Yola, una città di qualche centinaio
di migliaia di abitanti più a sud rispetto a Chi-
bok. Ha spiegato a Ensign che sua sorella e altre
56 ragazze erano fuggite subito dopo l’attacco e
che i rapitori, che litigavano tra loro, non erano
riusciti a riacchiapparle. Tra queste, Mary, alla
quale erano occorse 24 ore per arrivare a casa, e
quando finalmente ci era riuscita aveva trovato
il suo villaggio in preda ai combattimenti.
Ensign è andata a Chibok con il suo staff ed
è tornata con due pulmini di sopravvissute che
volevano continuare a studiare alla Aun.
«Non eravamo pronti», ricorda Ensign. «Boko
Haram era ancora nella zona. Ma non è stata
una decisione difficile da prendere». Circa
20 studentesse si sono sistemate nel campus
dell’università, circondato da un’alta recinzione
e sorvegliato da guardie in impeccabili uniformi
LE RAGAZZE DI CHIBOK 43
44 N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A
La domenica, le incoraggiate a tornare
giovani assistono a riprendere gli studi
alla messa nella AUN. in autunno. In questa
Alla fine dell’anno regione, meno della
accademico, il metà delle bambine
sacerdote Raymond frequentano la scuola
Obindu le ha primaria.
LE RAGAZZE DI CHIBOK 45
e frasi motivazionali dipinte sulle pareti. Poco All’inizio le nuove studentesse si sono tenute
dopo l’arrivo di Esther, un’altra studentessa le ha in disparte, mangiando nel loro edificio e an-
trasmesso il messaggio di Patience. Al telefono, dando in palestra alla mattina del sabato. Pre-
Esther ha raccontato alla sua amica tutto quello sto, però, hanno cominciato a consumare i pasti
che era successo nella foresta, facendole giurare nella mensa e, alcune, a frequentare lezioni.
che non lo avrebbe ripetuto a nessuno. «Non la- Ma non sono studentesse normali. Boko Ha-
sciare che questo ti fermi», le consigliò Patience. ram ha minacciato di ucciderle se fossero tornate
«Questa è la nostra occasione di fare qualcosa a scuola. Le guardie sorvegliano il loro edificio
di buono». e le seguono ogni volta che escono. Nel campus
hanno un sistema di supporto medico e psico-
del dormitorio,
I N U N A S TA N Z A Q U A D R U P L A logico 24 ore su 24. Alcune hanno proiettili e
Esther ha sistemato i suoi nuovi libri sulle schegge ancora nel corpo. Una ha una gamba
mensole e svuotato la valigia nell’armadio. Il artificiale. Un’altra cammina con il bastone. La
suo computer nuovo si è riempito in fretta di maggior parte di loro ha vissuto quasi tre anni in
selfie e fotografie. prigionia e lotta con i traumi che si porta dietro.
46 N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A
Dopo essere tornata negli USA. Patience pione si prendeva gioco di poliziotti inefficienti,
libera, Esther Joshua ha invitato Esther a funzionari pigri e rapitori avidi. Quando le pri-
(a sinistra) ha ricevuto cogliere la sua seconda
una chiamata dall’amica possibilità: «Questa è gioniere venivano liberate e tornavano dalle
Patience Bulus, che la nostra occasione per loro famiglie, la folla è esplosa in un applauso.
era fuggita durante il fare qualcosa di buono», Alla fine, alcune studentesse in fila hanno letto
rapimento e oggi studia le ha detto.
i messaggi per le loro compagne assenti prima
di liberare in aria dei palloncini.
“Cara sorella, so che gli angeli vegliano su di te”.
I funzionari della Aun dicono che la protezione “Cara sorella, sento che cammini al mio fianco”.
è necessaria. Ma qualcuno pensa che le tagli fuori. “Cara sorella, non vedo l’ora di riabbracciarti”.
«Dopo che sono state rilasciate, sono state messe Tre famiglie di ragazze scomparse che vivono
dal governo in una struttura di Abuja. Poi sono ad Abuja dicono che non hanno nessun numero
state mandate al campus», racconta Anietie da chiamare per avere aggiornamenti, non ven-
Ewang, la ricercatrice per la Nigeria di Human gono avvisate quando escono delle notizie e non
Rights Watch, che ha seguito il caso da vicino. hanno avuto contatti con il governo dopo il teso
«Sembra che in ogni fase siano state isolate». incontro con il presidente Muhammadu Buhari
Il governo nigeriano e donatori privati stanno nel 2016. Di questi tempi è raro che il governo
coprendo i costi di almeno sei anni di istruzione rilasci commenti sulla vicenda. Lo scorso aprile,
per ognuna di loro. Alcune stanno valutando la in occasione del quinto anniversario del seque-
scuola di giurisprudenza. Altre hanno in mente stro, Buhari ha trasmesso un messaggio in cui
di diventare attrici, scrittrici, contabili. rassicurava i nigeriani che “sono stati inten-
Non tutte le superstiti della guerra di Boko sificati gli sforzi per garantire il rilascio delle
Haram hanno queste possibilità. Nello Stato del ragazze di Chibok”.
Borno, l’epicentro della crisi, le lezioni sono state Su una collinetta dietro a un quartiere di am-
cancellate per due anni. Lì e in due Stati confi- basciate e ville di Abuja, Rebecca Samuel vive
nanti, circa 500 scuole sono state distrutte, 800 in un affollato palazzo di calcestruzzo. Sua fi-
chiuse e più di 2.000 insegnanti sono stati uccisi. glia Sarah è tra le ragazze che ancora mancano
A circa 25 chilometri dal campus della Aun, Glo- all’appello. Tre fotografie che lei conserva nel
ria Abuya si alza alle 5.00 del mattino e cammina portafogli mostrano Sarah quando era bambina
per due ore per raggiungere la scuola dal campo alla fine della scuola materna, come sfrontata
profughi di 2.100 persone in cui vive. Quando quattordicenne e come compassata adolescente
nel 2014 sono arrivati nel paese natale di Gloria, in abito bianco. Quando nel 2017 sono state li-
Gwoza, i militanti di Boko Haram hanno ucciso berate 82 ragazze, Samuel è corsa all’ospedale
gli uomini e ordinato alle mogli di seppellirne i dove venivano tenute. La sicurezza non voleva
corpi. In seguito hanno preso le ragazze. Gloria lasciarla entrare.
ha passato due mesi in prigionia prima di fuggire
mentre i suoi carcerieri pregavano. Molte donne la Aun è ve-
A L L’AV V I C I N A R S I D E L L’ E S TAT E 2 0 1 9
tenute prigioniere da Boko Haram ritornano in nuta a sapere che gli estremisti avevano appic-
comunità che le temono e famiglie che le ripu- cato il fuoco alle case di diverse famiglie delle
diano. Gloria non sa quando potrà riprendere la studentesse di Chibok. Il capo della sicurezza,
sua vecchia vita, né se ci riuscirà mai. «Non ho Lionel Rawlins, ha sconsigliato alle giovani di
niente a cui tornare», ha detto. tornare a casa, ma circa 90 di loro hanno deciso
Nel maggio 2019, una settimana prima dell’ini- di andare comunque. Per alcune era solo la se-
zio delle vacanze estive, le studentesse di Chibok conda estate dalla loro liberazione e avevano
si sono preparate a festeggiare l’anniversario della una voglia disperata di vedere le loro famiglie.
loro liberazione. «È molto triste perché ricordiamo La Aun non si preoccupa solo della loro sicu-
le nostre sorelle ancora nella foresta», ha spiegato rezza: la maggior parte di queste ragazze è sulla
Amina Ali mentre si vestiva per la cena. «Mentre ventina, e in questa regione è insolito che fre-
noi siamo qui, e siamo felici». quentino ancora la scuola. Se non avessero pas-
Il giorno dopo, il circolo teatrale ha messo sato anni in prigionia, molte di loro starebbero già
in scena uno spettacolo in cui due ragazze ve- mettendo su famiglia. Nell’autunno precedente,
nivano rapite con richiesta di riscatto e le loro otto studentesse non sono tornate a scuola e, a
famiglie lottavano per riaverle indietro. Il co- quanto pare, metà di loro si sono sposate.
LE RAGAZZE DI CHIBOK 47
48 N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A
Lo scorso maggio Haram. Alla fine
studentesse e della celebrazione le
insegnanti si sono ragazze hanno liberato
riuniti per festeggiare in aria dei palloncini,
l’anniversario della tra cui 112 neri: uno
liberazione delle per ognuna delle loro
studentesse da Boko compagne mancanti.
LE RAGAZZE DI CHIBOK 49
50
CULTURA O
DI RENE EBERSOLE
FOTOGR AFIE DI JASPE R DOE ST
BARBARIE?
Quando gli avventori
della taverna Kayabuki
di Utsonomiya hanno
finito di mangiare,
le scimmie domestiche
dei proprietari salgono
obbedienti sul palco
sfoggiando una
collezione di maschere
di cartapesta.
FOTO PRECEDENTE
Gli addestratori della
compagnia Sen-zu
No Sarumawashi di
Kawasaki portano
fuori le scimmie in
pannolino per la
consueta passeggiata
quotidiana.
Nella prima fase
di addestramento
del Sarumawashi
(spettacolo di
scimmie), si insegna
ai cuccioli a sedersi
su minuscoli sgabelli.
Col tempo le scimmie
imparano a camminare
sui trampoli e a saltare.
Le
scimmie
sono in
divisa da
calciatore.
Tenuti al guinzaglio in piedi su due zampe, sei
macachi giapponesi si scambiano obbedienti la
palla sul campo in una finta partita Giappo-
ne-Brasile, incitati dai loro addestratori e dalla Un gruppo di “scimmie
delle nevi” si rilassa
folla di spettatori. nelle acque calde
Quelli in maglia blu (il Giappone) sembrano delle sorgenti termali
più robusti, con la coda tozza che sbuca da un del Parco nazionale
di Joshin’etsukogen,
foro nei pantaloncini, ma la formazione in giallo sull’isola di Honshu.
del Brasile è veloce, specie quando il numero 10 Anni fa, per tenerle
si ferma a leccarsi le mani e un attimo dopo si lontane da case
e fattorie, la gente
impossessa della palla, tira e fa gol. Vittoria! La del luogo cominciò
squadra giapponese si inchina. E dal pubblico a dar da mangiare
si leva un boato di risate. alle scimmie, che da
allora sono diventate
Questo è solo uno dei vari numeri preliminari una famosa attrazione
allo spettacolo allestito nell’anfiteatro al co- turistica.
perto del Nikko Saru Gundan, un parco a tema
situato lungo la strada statale 121, nella città
giapponese di Nikko. Gironzolando per il parco,
ho visto un macaco in pannolino e tuta aran-
cione sbaragliare il suo sfidante, un bambino di
cinque anni, a una partita di hockey da tavolo;
ogni volta che gli arrivava il dischetto, lo scara-
54 N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A
ventava dritto verso la porta dell’avversario. Lo spettacolo del Nikko Saru Gundan affonda
Un’altra scimmia distribuiva oracoli, mentre sul le proprie radici nella cultura tradizionale giap-
palco principale all’aperto un macaco maschio ponese. I numeri sono un’evoluzione di una
in kimono mostrava i muscoli e saltava ostacoli. forma di intrattenimento detta Sarumawashi,
Poco dopo è arrivato il momento di mettersi cioè esibizione di scimmie, fondata sulla cre-
in fila per l’anfiteatro, dove una donna di nome denza che la saru (la scimmia) sia protettrice
Yuria Suzuki e il suo fedele primate Riku sono dei cavalli e mediatrice fra gli dei e gli esseri
i protagonisti di un numero circense e della pa- umani e che sia capace di scacciare gli spiriti
rodia di una famosa fiction poliziesca giappo- maligni per spianare la strada alla buona sorte.
nese. Quando il sergente Suzuki ha finto di Come il Kabuki, anche il Sarumawashi veniva
mandare il capitano Riku sul luogo del delitto, allestito in teatri pubblici già un millennio fa.
quello è sparito dietro le quinte e poi è rientrato Ma in una società sempre più modernizzata
in scena con una mannaia di gomma nella testa. come quella giapponese la valenza spirituale è
Nel finale da circo lo stesso Riku, in gilet di raso svanita. Oggi le esibizioni di scimmie sembrano
rosa e pantaloni azzurri a pois, ha sfidato il spettacoli circensi. Molti animali vengono istrui-
vuoto con un salto tra due scale a pioli e si è ti usando rinforzo positivo e affettuosità, ma
prodotto in una verticale su una mano sola so- altri subiscono una rigida disciplina imposta
pra una lunga pertica ondeggiante. con la violenza dagli addestratori, dice Keiko
64 N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A
già addestratore per vari spet-
S AT O S H I H A R A D A , La star era Ponzo, una scimmia in gilet giallo sgar-
tacoli di scimmie, è il direttore di una compa- giante e tuta nera che con i suoi numeri conti-
gnia chiamata Sen-zu No Sarumawashi che nuava a strappare gridolini entusiastici ai piccoli.
allestisce spettacoli di scimmie per feste, scuole Rientrati negli uffici della Sen-zu, gli adde-
e party privati. Quando l’ho conosciuto a Kawa- stratori hanno tolto il pannolino alle scimmie
saki mi ha detto che lui preferisce concentrarsi e le hanno chiuse nelle gabbie in cui vivono. Poi
sul rinforzo positivo, che comporta persino dor- hanno sbrigato le ultime faccende della gior-
mire con l’animale quando è molto giovane. nata: togliere gli escrementi dagli sgocciolatoi
Nella sala prove della compagnia, Harada mi sotto le gabbie e preparare ciotole di arance,
ha presentato ai suoi colleghi e ai loro collabo- mele e banane per far cenare le scimmie. Ormai
ratori pelosi. Il gruppo di scimmie, tutte munite erano le cinque del pomeriggio, l’ora di andare
di pannolino, comprendeva quattro nuovi nati a casa. Sarebbero tornati l’indomani prima della
e osservava un programma di allenamento ri- colazione, per prepararsi in vista del prossimo
goroso: due ore al mattino e due al pomeriggio. spettacolo. j
Quel mattino avevo seguito con meraviglia le
acrobazie degli animali nel corso di uno spetta- Rene Ebersole è autrice di articoli sui crimini contro
la fauna selvatica per National Geographic.
colo per 300 bambini della materna, seduti a Per questo progetto Jasper Doest ha vinto nel
gambe incrociate nella palestra della loro scuola. 2019 un premio Wildlife Photographer of the Year.
FOTOGRAFIE DI
BRUNO ZANZOTTERA
È
tempo di sorseggiare un tè presso
una stazione di servizio lungo
un’autostrada afollata del Guja-
rat indiano. Si intravede del mo-
vimento in lontananza: una ca-
rovana composta da una decina
di nomadi rabari, tutte donne, e
altrettanti dromedari, avanza in
ila, è il caso di dire “indiana”, lungo la corsia di
emergenza. Non il deserto, né la polvere e nem-
meno il silenzio dei grandi spazi accolgono i loro
Virsig e Gowa, due
passi che si fanno largo, come se nulla li turbasse, pastori Rabari del
nel fragore assordante della strada trafficata gruppo Vagadiya,
lungo le cui corsie si susseguono mezzi di ogni conducono il loro
gregge a fianco di
sorta, soprattutto camion colorati che a tutta una strada trafficata
velocità, rombanti come tuoni, siorano le esili nel distretto del
igure. Queste paiono incedere indiferenti ma Kutch. Una volta
i loro percorsi
la presa della corda e i nervi tesi dei polsi tradi- migratori erano
scono la stretta con cui tengono le briglie perché quasi tutti in aperta
i dromedari sentano la loro presenza, audace e campagna.
protettiva, e non si imbizzarriscano.
Il contrasto tra l’avanzare di quelle donne e la
rumorosa autostrada indiana mi pare meritevole rio senza pietà. Dopo il terremoto del 2001 la
di essere ascoltato. La percezione di una forte regione si è trasformata gradualmente da Stato
accelerazione impressa in questo ultimo secolo sonnacchioso di bucolica arretratezza a uno dei
ai cambiamenti che riguardano i nomadi rabari, motori economici dell’India di oggi, con tutte le
e non solo loro, mi induce a cercare di catturare, contraddizioni che il rapido sviluppo innesca
attraverso l’osservazione e l’immersione nel loro nella società.
vivere quotidiano di pastori, il senso della mi- Pensando all’arte del ricamo, di cui i pastori
grazione in un contesto ambientale quasi ostile. rabari nel passato sono stati eccelsi detentori, e
La scrittrice australiana Robyn Davidson li volendo applicarla al territorio, oggi si può im-
aveva seguiti, amati e quasi odiati, 25 anni fa. maginare un tessuto ambientale sopra il quale
Mi torna in mente la sua lunga esperienza vis- la modernità ha grossolanamente cucito ogni
suta insieme ai Rabari, ruvidi ma irresistibili, tipo di infrastruttura: strade a sei corsie, ponti,
e la copertina che proprio National Geographic sopraelevate, ferrovie, pale eoliche, fabbriche e
dedicò al suo reportage nel settembre 1993, in capannoni, agglomerati urbani itti di ediici e
occasione di quell’avventurosa impresa. brulicanti di vite.
Le strade del Gujarat oggi tagliano il territo- Nel mezzo di questo reticolo antropizzato e
68 N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A
industrializzato mi metto alla ricerca dei nomadi In Gujarat, nel distretto del Kutch, arrivarono nel
rabari Vagadiya, che resistono e migrano. Per XIV secolo, passando prima per la regione del Sind,
certo quelli dei Rabari sono passi di piedi abi- nell’attuale Pakistan. Il Kutch è il luogo in cui si
tuati alla polvere e ora costretti alla strada, ed è sono insediati tre gruppi: i Kacchi, ormai seden-
in questo scarto tra sabbia e asfalto che tento di tarizzati, a ovest di Bhuj, capoluogo del distretto;
indagare le loro vite nomadi. i Dhebaria, nel centro e nell’area di Anjar, e i Va-
gadiya, che ho potuto seguire, più a oriente, tra
LO N TA N O DA L L E I M M AG I N I dei grandi spazi vuoti Bachau e Ravechi, nella zona detta Vaghad.
che per antonomasia fanno da sfondo al nomade La risposta alle pressioni politiche, ai pericoli
in cammino, i Rabari se possibile migrano più connessi e alle crisi climatiche è sempre stata mi-
lontano di un tempo, costretti dalla ricerca dei grare. Un tempo allevatori di dromedari, i Rabari
pochi spazi liberi e sospinti dalle ricorrenti siccità rifornivano l’aristocrazia guerriera dei Rajput,
a cercare pascoli lontani. Pare siano giunti in Raja- spesso occupati in scorribande belliche; inoltre
sthan nell’XI secolo a seguito di successivi lussi i dromedari erano necessari alle carovane pro-
migratori dalle regioni afghane, spinti verso est e tagoniste dei traici commerciali. L’arrivo degli
sud dal difondersi dei conquistatori musulmani. inglesi determinò trasformazioni irreversibili:
RABARI 69
70 N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A
“L’osservazione partecipante è una tecnica
di ricerca etnograica centrata sulla prolungata
permanenza e partecipazione alle attività del
gruppo sociale studiato da parte del ricercatore”,
si legge in qualunque manuale di antropologia.
Bronislaw Malinowski fu l’ideatore di questa me-
todologia circa 100 anni fa, e quando si tratta di
camminare insieme ai nomadi mi pare ancora la
strategia di ricerca che più si adatta allo scopo.
La partecipazione alle azioni e al cammino è ne-
cessaria e la condivisione dei dettagli minimi
fa parte del piacere e dell’immersione che un
progetto di questo tipo impone. Tutti i sensi
sono all’erta perché si rende necessario guar-
A SINISTRA
dare, ascoltare, odorare, assaporare e toccare
Ravina, giovane rabari
del gruppo Debriya, durante la marcia e nelle lunghe ore di attesa,
al risveglio in un mentre l’animo si fa poroso nei confronti degli
accampamento nel umori delle famiglie che ci accolgono. Il plurale
corso della migrazione
stagionale nel distretto è doveroso, visto che chi scatta le immagini di
del Kutch. queste pagine si cala quanto me nella vita dei
Rabari, indossa le stesse fatiche e partecipa ai
SOTTO
medesimi entusiasmi, assiste agli stessi matri-
Sura Bai, pastore
Debriya, aiuta un moni e condivide ogni pasto.
agnello del suo gregge
ad allattare nel coso anche da lontano. L’ab-
I R A B A R I S I AV V I S TA N O
della migrazione
stagionale. bigliamento degli uomini li rende facilmente
riconoscibili anche ai meno esperti: pantaloni
composti da un lungo telo annodato ai ianchi e
passato tra le cosce e bolerini ittissimi di pieghe
la costruzione di strade e ferrovie comportò il dal petto in giù. Tutto bianco. Non manca l’inse-
declino dei lussi carovanieri e il crollo della do- parabile bastone su cui appoggiarsi nei momenti
manda di dromedari da combattimento; così i di stanchezza, aizzare il gregge quando necessa-
Rabari si dedicarono all’allevamento di capre e rio e appendere, durante il cammino, qualche
pecore utili per la produzione di lana. fagotto contenente il corredo per preparare il tè.
Questa ricerca sulle tracce dei Rabari guarda Si palesano come apparizioni in mezzo ai campi
senza retorica all’oggi dei pastori, prevede di o lungo le vie, preceduti dal gregge o circondati
inilarsi nella stessa maglia di contraddizioni e da pecore sparse intente a brucare.
fatiche, di condividere lo stesso tempo, la stessa I pastori camminano lenti o stanno a ri-
polvere, gli spazi, il sole, i rovesci monsonici, i poso nell’attesa. Le donne, che si occupano
matrimoni e le puje (oferte) nei templi, le man- del carico delle masserizie sui dromedari, si
sioni ai pozzi, le spine e il chapati sul fuoco la sera. distinguono per i bolerini straordinariamente
Seguire i loro passi sull’erba, ma più spesso sull’a- ricamati (un tempo a mano) e per i numerosi
sfalto, diventa l’attività quotidiana, così come piccoli tatuaggi che si rincorrono sul collo, gli
attraversare in carovana ferrovie e carreggiate avambracci, le mani, i polpacci, le poche parti
autostradali respirando i fumi di scarico delle esposte del corpo. I Rabari sono attori di una
auto, ma anche l’odore della terra bagnata dopo la realtà pastorale poco conosciuta e particolare
pioggia; accade di temere di sofocare a causa delle nel panorama nomade: posseggono infatti
esalazioni delle fabbriche contro le cui recinzioni case stabili in villaggi o in quartieri destinati
i pastori si accampano talvolta di notte ma anche a loro, ma non hanno terre, e alla ine della sta-
di ascoltare canti notturni e crepitio di braci. Le gione estiva dei monsoni, quando il territorio
loro vite sono fasci di contrasti tra bellezza e smog, e il clima tornano asciutti, sono costretti a in-
jeans e ricami d’altri tempi, carovane e ciminiere. traprendere una lunga migrazione più o meno
RABARI 71
Una famiglia rabari con
il proprio gregge si
incammina al tramonto
in una zona desertica
del Gujarat alla ricerca
di un appezzamento
di pascolo libero.
La riduzione progressiva
di terra libera per il pascolo
è il principale problema
che oggi i Rabari devono
affrontare.
74 N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A
sono sempre più spesso di tessuti sintetici che le I bambini andranno tutti a scuola e per loro i
giovani preferiscono colorati. vecchi desiderano vite sedentarie, stipendi issi,
lavori in fabbrica o in campagna, perché non c’è
cammina ondeggiante,
I L V E C C H I O WA L L A B A I futuro per i pastori, dicono, non c’è spazio nel
come se stesse sempre per inciampare, le gambe senso isico di terra disponibile. Le famiglie sono
curve in basso e un ampio turbante sul capo. A cacciate quasi ogni giorno dagli abitanti dei vil-
ogni passo fa tremare le mille pieghe del suo laggi limitroi verso un orizzonte mai libero.
giacchino bianco. Con pezzi di carta trovati Walla Bai segue le faville volare via con lo
a terra confeziona ischietti improvvisati per sguardo e domani raccoglierà altre cartacce per
richiamare a sé gli agnelli che gli aidano in confezionare nuovi ischietti per le pecore e ri-
cammino. Mentre spezza delicatamente rami valeggiare con i clacson dei camion. La sua vita
sottili e attizza il fuoco, dice che per lui la vita in non cambierà; rimarrà pastore migrante ino alla
migrazione è stata la migliore possibile e la sua ine dei suoi giorni. Ciò non toglie che abbiamo
dimensione domestica preferita è sotto il cielo, avuto la netta sensazione di essere testimoni di un
sull’erba, insieme agli amati animali, fumando mondo in rapidissima trasformazione destinato
e bevendo chai. Ma spera che i nipoti avranno a diventare altro. j
una vita diversa, consapevole della percezione
deteriore che la società tutta ha oggi dei pastori Conservatrice, scrittrice e viaggiatrice, Elena
Dak è alla sua prima collaborazione con National
e che i Rabari stessi, forse, hanno del vecchio Geographic Italia. Il fotografo Bruno Zanzottera
stile di vita alla luce della modernità. è collaboratore abituale del magazine.
RABARI 75
Queste donne
hanno fatto
da apripista
alle nuove
generazioni
di esploratrici
di National
Geographic.
(Da sinistra a destra,
dall’alto verso il basso)
Asha de Vos
B I O LO GA
Maria Mitchell
ASTRONOMA
Ella Al-Shamahi
PA L E O A N T R O P O L O G A
Else Bostelmann
A R T I S TA
Dickey Chapelle
F O T O G R A FA
Evgenia Arbugaeva
F O T O G R A FA
Barbara Washburn
C A R T O G R A FA
Marie Tharp
G E O LO GA
Munazza Alam
ASTROFISICA
Rae Wynn-Grant
E C O LO GA
Jess Cramp
A M B I E N TA L I S TA
Biruté Galdikas
P R I M AT O L O G A
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LE PIONIERE
DI NINA STROCHLIC | R I C E R C H E D ’A R C H I V I O S A R A M A N C O
Donne, un secolo di cambiamenti
donna a
C
ERCA DI ESSERE LA PRIMA
fare qualcosa», disse un giorno un re-
« dattore alla giovane fotografa Dickey
Chapelle mentre infuriava la Seconda
Maria Mitchell
1818-1889
guerra mondiale. Chapelle seguì alla
lettera il consiglio e nel 1945, durante Prima persona a scoprire una
la battaglia di Okinawa, riuscì a sbarcare sull’isola con i cometa al telescopio; prima
astronoma professionista
Marines, violando il divieto che precludeva alle giornal- statunitense
iste donne l’accesso alle zone di combattimento. Le fu
revocato l’accredito, ma si guadagnò la fama di intrepida All’inizio dell’800 gli abitanti
fotoreporter. di Nantucket, nel Massachusetts,
Da quando, nel 1888, esiste la National Geographic erano noti per l’abitudine
di tenere dei cannocchiali puntati
Society, le donne hanno ottenuto molti risultati, sia in verso il mare in attesa del ritorno
ambito scientifico che nel campo dell’esplorazione, ma delle baleniere e dei pescherecci.
spesso senza il dovuto riconoscimento. Hanno mappato Invece Maria Mitchell, che crebbe
aiutando il padre, astronomo
il fondo dell’oceano, conquistato le montagne o portato dilettante, a fare complessi calcoli
alla luce antiche civiltà. E hanno volato intorno al mondo. di navigazione per i capitani delle
«Non c’è motivo per cui una donna non possa andare baleniere, a determinare i tempi
delle eclissi e a registrare i movimenti
ovunque vada un uomo, anche oltre», diceva nel 1920 dei corpi astrali, il suo cannocchiale
l’esploratrice Harriet Chalmers Adams. lo rivolgeva alle stelle.
Eppure nel nostro magazine le donne sono rima- Alle 22.30 del 1° ottobre 1847, Maria,
al tempo 29enne, era sul tetto di casa
ste spesso ai margini, oscurate, a volte, dalla fama dei quando, guardando nel telescopio,
mariti. L’archeologo Matthew Stirling, per esempio, ha notò qualcosa che sulle sue carte
firmato diversi articoli sulle sue scoperte, mentre sua astronomiche non c’era: una cometa.
Re Federico VI di Danimarca aveva
moglie, Marion, che lo ha sempre affiancato nelle sue offerto una medaglia d’oro alla prima
spedizioni, ha pubblicato a suo nome solo una storia persona che avesse scoperto una
su come svolgeva le mansioni domestiche sul campo. cometa, e Mitchell reclamò il premio.
La sua scoperta e conseguente
“Dannazione, dannazione, dannazione!”, annotava carriera fecero di lei la prima
nel 1933 sul suo diario Anne Morrow Lindbergh parlando astronoma professionista degli USA.
della sua vita accanto al famoso coniuge, l’aviatore Char- Nello stesso anno in cui ricevette il
premio fu la prima donna ammessa
les Lindbergh. Anne fu la prima americana a ottenere un all’American Academy of Arts and
brevetto da pilota di aliante ed ebbe diverse onorificenze Sciences. Si batté per una maggiore
per le sue capacità di volo. presenza delle donne nella scienza,
per l’abolizione della schiavitù e per
Altre donne furono semplicemente ignorate. Quando il suffragio elettorale alle donne.
agli albori degli anni Cinquanta del secolo scorso la geo- Mitchell insegnò astronomia al
grafa Marie Tharp ebbe la prova dello spostamento delle Vassar College, dove poté studiare
i pianeti, le stelle, le comete e le
placche tettoniche, un suo collega definì le sue argomen- eclissi e dove dovette lottare per
tazioni “chiacchiere da donna”. Negli anni Venti ce ne fu essere pagata come i suoi colleghi
una, la giornalista Juliet Bredon, che per pubblicare su maschi. La cometa 1847-VI, quella che
aveva scoperto, divenne nota come
National Geographic trovò più facile usare un nome ma- “cometa di Miss Mitchell”. Le furono
schile. Perfino quelle che in vita godettero di fama mon- dedicati anche un cratere lunare e un
diale, come l’astronoma ottocentesca Maria Mitchell, mercantile, la S.S. Maria Mitchell. Nel
1888, un anno prima della sua morte,
dovettero lottare per ottenere un’equa retribuzione. suo fratello, l’oceanografo Henry
Gli archivi di National Geographic custodiscono mi- Mitchell, fu tra i fondatori
lioni di foto e documenti raccolti sin dai tempi della fon- della National Geographic Society.
dazione della Society. Manoscritti sbiaditi e raccoglitori FOTO PRECEDENTI: BETTMANN/GETTY IMAGES
(MITCHELL, LINDBERGH, ANABLE); THOMAS J.
pieni di corrispondenza dattiloscritta che rivelano le sto- ABERCROMBIE (JOHNSON); RICHARD H. STEWART (PUGH);
MILO WOODBRIDGE WILLIAMS (GRIFFIN); AMADO ARAÚZ,
rie delle pioniere. E noi qui vogliamo rendere omaggio PER GENTILE CONCESSIONE DELLA COLLEZIONE ARAÚZ
(TORRES DE ARAÚZ); JOHN TEE-VAN (BOSTELMANN);
ad alcune di loro, da quelle del passato a quelle di oggi. JOSEPH H. BAILEY (THARP)
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A metà dell’800 la scoperta di una cometa rese celebre l’astronoma
Maria Mitchell (a sinistra nella foto, 1880 circa), suffragista e
sostenitrice dell’uguaglianza di genere nella scienza.
SCIENCE HISTORY IMAGES/ALAMY STOCK PHOTO
Nel penultimo decennio dell’Otto-
cento, molto prima di diventare la più
grande esploratrice del suo tempo, Har-
riet Chalmers, che all’epoca aveva otto
anni, attraversò a cavallo la Sierra Ne-
vada assieme al padre. A 24 anni sposò
Franklin Pierce Adams, con cui partì
per l’America Latina. Qui, spostandosi
a cavallo, in canoa, a piedi e in treno, i
due percorsero 65 mila chilometri. Al
loro rientro, quasi tre anni dopo, lei
tenne una conferenza alla National
Geographic Society con cui inaugurò
la sua trentennale carriera di autrice.
Visitare tutti i paesi che erano o erano
stati colonie spagnole e ripercorrere le
tracce di Cristoforo Colombo dall’Eu-
ropa alle Americhe divenne la sua
missione, ma viaggiò anche in Asia e
in Africa, dove assistette all’incorona-
zione di Haile Selassie come impera-
tore d’Etiopia. Durante la Prima guerra
mondiale fu la prima giornalista a cui
LE PIONIERE 81
Nel 1961, in una città costiera di Pa- piendo così la prima traversata in auto
REINA
nama, una società americana demolì dall’America del Nord a quella del Sud.
un edificio di epoca coloniale, La Pólv- Torres de Araúz ha lasciato un’im-
ora, per fare posto a una strada. Indi- pronta importante a Panama. Ha
TORRES DE
gnata, Reina Torres de Araúz, un’an- fondato il centro di ricerca archeo-
tropologa di 29 anni, se ne lamentò logica dell’Università di Panama,
con l’allora presidente di Panama, istituito borse di studio per incorag-
LE PIONIERE 83
Nel 1930 gli esploratori subacquei Wil-
liam Beebe e Otis Barton furono calati
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viva questa spedizione sulle pagine di del Dipartimento di ricerca tropicale.
National Geographic. Nel 1991, durante un’intervista all’e-
Beebe fu deriso per la sua scelta di sploratrice subacquea Sylvia Earle, le
reclutare donne, ma lui rimase fedele fu chiesto che cosa l’avesse portata
al suo team. Al termine della missione verso l’oceanografia. Lei rispose ci-
Bostelmann continuò a fare l’illustra- tando i racconti di Beebe. «Per quanto
trice per National Geographic, men- siano meravigliosi e vari, i grandi ac-
tre Anable condusse una spedizione quari che ci sono nel mondo (...) non
scientifica nell’attuale Guyana. Griffin hanno quel genere di creature che
passò a gestire stazioni di ricerca nei Beebe descrisse negli anni Trenta du-
Caraibi e dopo la morte di Beebe, nel rante la sua esplorazione», disse Earle.
1962, prese il suo posto di direttore «Questo mi ha sicuramente ispirato».
LE PIONIERE 85
Negli anni Trenta del
secolo scorso, grazie a un
marchingegno d’acciaio
chiamato batisfera, fu
condotto il più audace
tentativo di esplorazione
marina di profondità con
equipaggio. Il personale
di terra di questa serie
di spedizioni da record,
condotte allo scopo di
studiare la vita marina, era
composto da Jocelyn Crane
Griffin, Else Bostelmann e
Gloria Hollister Anable (al
centro della foto).
JOHN TEE-VAN
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LE PIONIERE 87
La carriera di alpinista di Barbara Wa-
shburn ebbe inizio nel 1939, con un
suggerimento per un posto di lavoro
datole dal portalettere. Era un posto
di segretaria per Bradford Washburn,
direttore del Museo di storia naturale
del New England, ma a lei non inte-
ressava. “Non voglio lavorare in quel
vecchio museo polveroso”, ricordava
di aver pensato, “e non ho certo voglia
di lavorare per un alpinista folle”.
Un anno dopo la giovane, che non
aveva mai campeggiato, era sulla cima
del Monte Bertha, in Alaska, a 3.094
metri, e l’alpinista folle se l’era sposato.
A distanza di un altro anno i due fu-
rono i primi a conquistare, assieme ai
LE PIONIERE 89
I dati sonar del fondo
oceanico, pazientemente
raccolti dai geologi Marie
Tharp e Bruce Heezen, li
aiutarono a dimostrare
la teoria della tettonica
delle placche, allora poco
considerata.
JOE COVELLO
90 N AT I O N A L G E O G R A P H I C I TA L I A
BIRUTÉ GALDIKAS
Classe 1946
LE PIONIERE 91
della Smithsonian Marion dirige gli scavi
Institution. e pulisce e cataloga
Marion Qualche anno dopo i reperti. Scrive con
Stirling lei e Matthew sono Matthew molti saggi
sposati e Marion e nel 1939 riesce a
Pugh frequenta corsi di stabilire attraverso una
antropologia e serie di calcoli che un
1911-2001
geologia. Nel 1938, calendario scolpito su
Con le sue spedizioni durante un viaggio di in un monumento olmeco
ha contribuito a Messico, Matthew va a si riferisce al 31 a.C.,
riscrivere la storia vedere una gigantesca all’epoca la datazione
mesoamericana scultura in pietra più antica scoperta nel
scoperta qualche Nuovo Mondo.
decennio prima. Tra le altre scoperte
Si tratta di un’enorme della coppia: la giada
testa olmeca. precolombiana in
In una fotografia Matthew ottiene Messico, le sfere di
scattata nel 1948 dalla Smithsonian granito in Costa Rica
durante una spedizione Institution e dalla e le costruzioni a
a Panama, Marion National Geographic tumulo di alcuni villaggi
Stirling fissa una collana Society un panamensi.
da poco scoperta, finanziamento per Risposatasi dopo
composta da circa scavare l’area, e con una la morte di Matthew,
800 denti umani. La quindicina di spedizioni Marion è stata per due
sua vita è sicuramente nel Messico la coppia volte presidente della
cambiata da quando, riscrive in sostanza la Society of Woman
nel 1931, ha deciso di storia mesoamericana, Geographers. Nel 1975
accettare un lavoro portando alla luce le è stata conferita la
a Washington come teste di pietra e altri medaglia d’oro per la
segretaria di Matthew resti dell’antico Impero sua opera di pioniera
Stirling, allora direttore olmeco, probabilmente dell’archeologia in
del Dipartimento di la prima grande civiltà Messico e in America
Etnologia Americana della regione. Centrale.
Le scoperte archeologiche
che Marion e Matthew
Stirling hanno fatto nella
prima metà del secolo scorso
in Messico hanno riscritto
la storia mesoamericana.
Nella foto a sinistra Marion
applica una mano di lacca a
un antico teschio per evitare
che si sgretoli.
RICHARD H. STEWART
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Il primo appuntamento di Anne Morrow adombrata: nel 1932 il loro bambino era
con Charles Lindbergh fu su un aereo stato rapito e assassinato. Poi Charles si
LINDBERGH 1906-2001
nozze, Anne compì il suo primo volo
in solitaria. Nel 1930 fu la prima donna
degli Stati Uniti a ottenere un brevetto
sostegno dell’isolazionismo, definendo
il fascismo “l’onda del futuro”.
Il pubblico che un tempo li adorava
da pilota di aliante di prima classe. gli si rivoltò contro. In seguito, in inter-
Prima donna negli Quell’anno Charles e Anne volarono viste e diari, Anne si mostrò pentita di
Stati Uniti a ottenere da Los Angeles a New York in 14 ore e 23 quella presa di posizione, che a suo dire
il brevetto da pilota minuti, battendo il record di velocità apparteneva soprattutto a suo marito.
di aliante; prima transcontinentale. Anne era copilota, “Il mio matrimonio”, scrisse, “mi ha
donna a ricevere la operatrice radio, navigatrice e… incinta allontanata dal mio mondo, cambian-
Hubbard Medal di sette mesi. Poi fu la volta del Giap- domi”. Si riscattò attraverso la scrittura.
pone: in quell’occasione Anne stabilì Nel 1955 pubblicò Gift From the Sea, una
un record per le comunicazioni radio riflessione sulla vita delle donne che fu
a lunga distanza. Ebbe riconoscimenti salutata come un manifesto femminista
sia come aviatrice che come autrice e e scalò le classifiche dei best seller.
nel 1934 fu la prima donna a ricevere Nel 1979, cinque anni dopo la morte
la Hubbard Medal della National Geo- di Charles, Anne fu ammessa alla Na-
graphic Society per aver totalizzato più tional Aviation Hall of Fame. Visse per
di 64 mila chilometri di volo. altri 22 anni, scrivendo in solitudine nel
Ma all’epoca la loro vita si era già Connecticut.
LE PIONIERE 93
DICKEY CHAPELLE
1919-1965
LE PIONIERE 95
el primo secolo di vita di National Geographic, le poche esploratrici, fotografe
N e scienziate donne che apparivano nelle sue pagine erano americane o europee
e quasi sempre bianche. Oggi, invece, la comunità di esploratrici e collaboratrici
è eterogenea quanto i luoghi, le persone e le specie che studia. Ma tuttora, nel
2020, ci sono luoghi e settori professionali nei quali le donne sono una rarità: ne è un esempio
Asha de Vos, l’unica biologa dei mammiferi marini dello Sri Lanka titolare di un dottorato
di ricerca. Ecco alcune delle esploratrici che rappresentano la Society oggi, e fanno da apripista
a una nuova generazione di donne avventurose.
IN SENSO ORARIO DALL’ALTO A SINISTRA, IN QUESTA PAGINA: ANDY MANN; TSALANI LASSITER; SPENCER LOWELL.
96 NELLA PAGINA A FIANCO: ELIZABETH DALZIEL; JACKIE FAHERTY; IAN BALAM; THEODORA RICHTER
Ella Al-Shamahi scava
alla ricerca di fossili
di Neandertal in Iraq,
Yemen e altri paesi. La
paleoantropologa, che
è anche una comica da
cabaret, riesce a non
dare peso alle reazioni
di chi si stupisce di
trovare una scienziata
donna che lavora in
zone di conflitto, ma
teme che lo squilibrio
di genere che esiste
nel suo campo
Ella dissuada le ragazze
Al-Shamahi dall’intraprendere una
carriera come la sua.
Classe 1983
È per questo che si
Antropologa che è data la missione di
studia i Neandertal mettere in risalto, sia
in zone di guerra sui social media che nel
mondo accademico,
le donne che sono
riuscite a realizzarsi.
MUNAZZA ALAM
Classe 1994
LE PIONIERE 97
N E L P R O S S I M O N U M E R O | APRILE 2020
FOTO: NASA
M A R Z O | N AT I O N A L G E O G R A P H I C I N T V
la
È F I N A L M E N T E A R R I VATA
nuova stagione di Cosmos:
Odissea nello spazio, condotta
dall’astrofisico Neil deGrasse
Tyson. In onda su National Geographic dal 9 marzo, i nuovi episodi ci portano
a compiere un salto nel tempo alla scoperta degli uomini e delle donne che
STUPIDI AL
hanno sacrificato tutto in nome della ricerca scientifica. Verremo trasportati
Q UA D R AT O 8
nel luogo dove potrebbe aver avuto inizio la vita sulla Terra, in un viaggio tra
DAL 7 MARZO,
i mondi perduti dei nostri antenati e quelli possibili dei nostri discendenti. IL SABATO E L A
DOMENICA ALLE 20.00
La nuova stagione di questa serie ormai celebre è composta da 13 puntate ed è
Cosa può andare storto
stata girata in 11 paesi diversi, coinvolgendo più di 1.000 persone.
quando si costruisce
una torre di bottiglie di
champagne? O quando si
OSSESSIONE ANIM ALI decide di fare snowboard
senza neve? Torna su
DAL 15 MARZO,LA DOMENICA ALLE 21.10
National Geographic con
Ci sono casi in cui l’amore per gli animali una nuova stagione la
domestici può trasformarsi in ossessione. serie Stupidi al quadrato.
C’è chi vive in un appartamento di tre In compagnia del
stanze in compagnia di 41 cani e chi presentatore britannico
invece non riesce a separarsi dai suoi 34 Dallas Campbell
cuccioli di volpino di Pomerania, fino alla scopriremo i principi
famiglia che condivide la propria casa scientifici alla base
con diverse specie di serpenti. Ossessione di alcuni dei fallimenti
animali racconta le storie di uomini e più divertenti della storia
donne che hanno scelto di accogliere in un assurdo connubio
nelle proprie case i loro “piccoli amici”. tra scienza e follia.
FOTO: COSMOS STUDIOS (IN ALTO); LAMBENT PRODUCTIONS (SOPRA); NATIONAL GEOGRAPHIC (A DESTRA)
M A R Z O | A RC H I V I O I TA L I A N O
L’AUDACE AEROPLANISTA
PIONIERA ITALIANA DELL’AVIAZIONE, ROSINA FERRARIO È STATA L’ OTTAVA
DONNA AL MONDO A OTTENERE LA LICENZA DI VOLO.
BREVETTO DI VOLO Nº 203. È quello che, il sprezzo del pericolo e dei pregiudizi, il
3 gennaio 1913, consegue Rosina Ferrario, sogno di diventare pilota, incoraggiata da
prima - e a lungo unica - donna a rice- un mito dell’aviazione come Gianni Ca-
vere il libretto dell’Aereo Club d’Italia. proni, progettista e costruttore di velivoli.
La francese Elisa Deroche, antesignana Frequentando le scuole di pilotaggio di
assoluta, l’aveva preceduta di tre anni. Baggio, Taliedo e infine quella fondata
Milanese, classe 1888, Ferrario è una proprio da Caproni a Vizzola Ticino -
giovane indipendente e sportiva impie- dove dal 1911 si collaudano i monoplani-
gata nella filiale cittadina della Cadillac Ferrario, in pochi mesi, padroneggerà
grazie al suo bilinguismo: il nonno ma- mezzi e meccanica compiendo decine di
terno, carbonaro diventato cuoco del esibizioni. Lo scoppio del conflitto mon-
principe di Galles, aveva sposato un’in- diale ferma i voli civili e le viene negato
glese. Una famiglia dal coté cosmopolita, l’ingresso nel corpo aeronautico, anche
e agiata, che ha consentito alle quattro solo come addetta al soccorso. Dopo
figlie di studiare ed emanciparsi. La la guerra si sposerà e non tornerà più a
scintilla per il volo, scattata assistendo pilotare. In questa foto del 1913, scattata
ad una manifestazione aerea nel 1910, a Vizzola, Ferrario è ai comandi di un
porta Ferrario ad inseguire con tenacia, Caproni Ca.12. —ALESSANDRA CLEMENTI
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