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ANTROPOLOGIA CULTURALE 6 CFU

LEZIONE 1 : ANTROPOLOGIA, caratteri introduttivi

1. Il termine "antropologia" deriva dal greco e significa:

Studio del genere umano

2. L'etnologia si occupa:

Dello studio comparato di popolazioni differenti

3. Le origini dell'antropologia si fanno risalire:

Al 1400

4. Il "progetto scientifico" di segno antropologico si sviluppò:

Sulla fina del XVIII secolo

5. La Teoria Unitaria considera:

Il genere umano come una specie naturale fatta di individui con uguali facoltà

6. La differenza tra l'antropologo e il colonizzatore consiste:

Nella volontà dell'antropologo a volere instaurare dei rapporti di reciprocità con le popolazioni

7. Per molto tempo gli antropologi si sono occupati di studiare:

Popoli contemporanei ma distanti geograficamente

8. Il ruolo dell'antropologo è cambiato:

Quando ha cominciato a recarsi personalmente presso i popoli di loro interesse

9. La ricerca sul campo:

E' una pratica che si avvale dell'osservazione diretta

10. Attuale oggetto di studio dell'antropologia:

La visione comparativa e globale di tutti i fenomeni che coinvolgono l'uomo e la sua cultura

LEZIONE 2: ANTROPOLOGIA, natura e metodi

11. L'antropologia culturale

12. I modelli "di":


Studia le differenze e/o le affinità che intercorrono tra diverse culture

Aiutano a pensare qualcosa, a renderla coerente con altre cose e a considerarla una

rappresentazione di come sono o dovrebbero essere le cose

13. L'operatività della cultura ha a che fare con:

Il concetto di habitus

14. Dialettica della dinamica interna e di quella esterna:

Le culture si trasformano tanto secondo logiche proprie quanto secondo logiche di provenienza esterna

15. La distribuzione della cultura:

E' il modo in cui il sapere è ripartito tra i diversi gruppi sociali e tra individui differenti

16. Chi ha distinto la cultura egemonica da quella subalterna

Gramsci

17. Universalità semantica significa:

Che tutte le lingue sono in grado di produrre informazioni relative agli eventi che ci circondano

18. La cultura è complessa e integrata e per questo definita:

Olistica

19. L'etnografia:

Permette di considerare con un certo distacco l'esperienza condivisa con gli appartenenti a una cultura

diversa

20. Il ruolo dell'osservatore è aperto se:

Può garantire una posizione periferica ossia di osservare e interagisce con il gruppo senza partecipare

alle attività

LEZIONE 3: IL RAGIONAMENTO ANTROPOLOGICO

21. La prospettiva olistica e quella del contesto:


Sono interconnesse e pertanto la raccolta dei dati avviene in relazione al contesto

22. 2 Lo stile comparativo utilizzato per società storicamente correlate:

Consente un controllo maggiore delle variabili avendo come vantaggio la precisione descrittiva

23. 3 Sul piano epistemologico la cultura dell'ascolto è importante:

Perché permette a due universi culturali distanti tra loro di trovare uno spazio comune di incontro

24. 4 Il processo di traduzione:

Implica la testualizzazione dell'esperienza etnografica e la traduzione direttamente sul campo

25. Il relativismo culturale:

Ritiene che comportamenti e valori debbano essere considerati all'interno del contesto complessivo dove

essi prendono vita

26. 6 Alla base relativismo:

Vi è la diffidenza nell'universalità di strutture psichiche e mentali

27. Il paradigma:

E' un modello di riferimento

28. 8 Il saper multiparadigmatico dell'antropologia:

E' differente da quello delle scienze cosiddette esatte

29. Nonostante molti campi di applicazione l'antropologia resta:

Un sapere accademico-scientifico

30. La riflessività antropologica:

Consiste nel criticare i fondamenti del proprio etnocentrismo


LEZIONI 4: DIVERSITA’ GENETICHE, CULTURALI E LINGUISTICHE

31. Chi per primo affermò che gli esseri umani fanno parte di un'unica specie:

George Lecrerlc de Buffon

32. Il concetto di razza umana:

E' una costruzione culturale priva di validità scientifica

33. La distanza genetica:

Esprime la differenza nelle frequenze di una particolare caratteristica tra due popolazioni

34. Per gli studiosi delle teorie unitariste:

La presenza di una lingua in una certa parte del mondo può essere il frutto di almeno quattro processi

35. La divergenza:

Si ha in occasione di migrazioni, conflitti, deriva linguistica

36. Lo sviluppo di famiglie linguistiche particolarmente numerose si deve:

A una stretta connessione tra espansione territoriale, incremento demografico e sviluppo agricolo

37. 7 Geni e lingue:

Cambiano con una velocità minore rispetto a quella con cui mutano i modelli culturali

38. 8I tratti culturali non linguistici:

Non sono stabili, misurabili e databili

39. Le aree culturali:

Sono regioni geografiche con elementi sociali, culturali, linguistici relativamente simili
40. 10 Definire le aree culturali come circoscritte comporta:

L'irrigidimento della realtà culturale

LEZIONE 5: CACCIA E RACCOLTA, ORTICOLTURA E AGRICOLTURA,

PASTORIZIA E COMUNITA’ PERIPATETICHE

41. Un esempio di società acquisitiva è quello:

Dei cacciatori raccoglitori

42. La principale differenza tra i cacciatori-raccoglitori del passato e quelli attuali è:

Vi sono sostanziali differenze nell'organizzazione sociale

43. Le società acquisitive sono molto egualitarie. Questo perché:

La continua ricerca di cibo implica l'impossibilità da parte di qualcuno di appropriarsene a scapito di altri

44. 4 Le società acquisitive odierne:

Non potrebbero sopravvivere senza interagire con società basate su diverse forme di adattamento

45. 5 Le società acquisitive hanno lasciato il posto ad altre forme di adattamento grazie:

Con il domesticamento delle piante e degli animali

46. Le principali differenze tra orticoltura e agricoltura riguardano:

Le operazioni finalizzate alla produzione

47. 7 L'inurbamento del pianeta può essere dovuto a:

La sottoproduttività dell'agricoltura e le migrazioni

48. 8 La pastorizia si distingue dall'allevamanto per:

Il carattere della non stanzialità degli animali

49. La pastorizia nomade:

E' una forma di adattamento iperspecializzata


50. 10 Le comunità peripatetiche:

Sono spesso marginalizzate e responsabili di atti devianti

LEZIONE 6: ORALITA’ E SCRITTURA

51. Le culture a oralità primaria:

Non conoscono nessuna forma di scrittura

52. 2 Lo stile di pensiero di chi maneggia un alfabeto grafico:

E' sostanzialmente diverso da chi usa un alfabeto orale

53. Il regresso dell'oralità:

E' stato determinato dalla televisionee dalle forme di trasmissione tramite immagini

54. 4 Nelle culture orali le parole si caricano di un potere causativo come se il “dire” fosse quasi

un “fare”. Questa riflessione si deve a:

Malinowski

55. La "teoria della parola" diffusa tra i Dogon:

Sostiene che la parola sia la proiezione sonora del corpo nel mondo

56. La trasmissione delle conoscenze basata sulla memoria produce effetti omeostatici:

Tende, cioè, a eliminare tutto ciò che non ha interesse per il presente

57. 7 Laurija sosteneva che:


La dinamica psichica non fosse dipendente esclusivamente dall'attività mentale del soggetto

58. 8 La registrazione orale delle genealogie dei beduini nomadi del Medio Oriente:

Era un'operazione funzionale alla flessibilità della loro società

59. L'alfabeto di Kantè:

Ha le lettere sempre uguali e le vocali scritte

60. L'"immaginazione da spostamento":

Fa parte del nostro quotidiano e serve a orientarlo

LEZIONE 7: PERCEZIONE E COGNIZIONE

61. Le popolazioni "primitive" avevano regole di numerazione molto semplici:

Avevano metodi di classificazione solo meno sistematici rispetto ad altre

62. La scienza del concreto di Malinowski:

Le capacità speculative venivano esercitate in base al reale contesto di esperienza

63. 3 I sistemi cognitivi funzionali:

Sono il prodotto del contesto culturale entro cui il soggetto attiva i processi cognitivi elementari

64. 4 Lo stile cognitivo articolato:

Parte dai singoli elementi per giungere in seguito alla totalità del fenomeno
65. Il prototipo:

E' un punto di riferimento per la costruzione di categorie e classi

66. Il popolo dei Waiwai:

Vieta il consumo di carne alle donne

67. Lo schema:

possibilità di organizzare la nostra esperienza ordinando la realtà

68. "Scrivere" e "Kaku":

Sono due cose simili ma non identiche

69. Nei sistemi dove è percepito il colore marrone:

Saranno sicuramente presenti il blu e il bianco

70. I colori possono assumere valenze significative diverse a seconda del contesto di riferimento:

E' una critica mossa a Berlin e Kay

LEZIONE 8: TEMPO E SPAZIO

71. Gli esseri umani hanno la percezione della finitezza delle cose:

Percepiscono cioè il tempo

72. 2 Tra i primi studiosi di tempo e spazio come intuizioni a priori troviamo:

Kant

73. 3 Tempo e spazio come istituzioni sociali:

Se in una cultura prevale l'oralità le rappresentazioni del tempo e dello spazio sarebbero legate

maggiormente alla dimensione dell'esperienza piuttosto che a quella del ragionamento astratto
74. 4 Il tempo puntiforme:

Tipico delle società primitive

75. 5 I "miti dell'eterno ritorno" riguardano:

La volontà dell'uomo a ritornare a un tempo primordiale

76. Presso i Baulé:

Il tempo è lineare e misurabile e adattato alle categorie temporali locali

77. Il tempo qualitativo:

Non è sconosciuto alle società basate sul tempo quantizzato

78. 8 Lo spazio:

Riveste speso valenze qualitative che lo rendono diversamente significante agli esseri umani

79. Un caso particolare di memoria sociale legato allo spazio è dato da:

Gli Zafimaniry del Madagascar

80. 10 La concezione preoperatoria del tempo:

Non mette in relazione il tempo e lo spazio come se fossero variabili dipendenti

LEZIONE 9: SISTEMI CHIUSI E SISTEMI APERTI

81. Lo studio sui Dogon del Mali fu pubblicato da:

Griaule

82. La cosmologia dogon presenta:

Un elevato carattere di sistemicità e coerenza


83. Nei sistemi di pensiero dei popoli "primitivi":

Spesso si ha una visione articolata e complessa del mondo

84. 4 Horton confrontò il ragionamento della scienza occidentale con:

Il pensiero religioso del popolo africano

85. 5 Per Horton "spiegare" vuol dire:

Ricercare un principio d'ordine del mondo

86. 6 I popoli africani spiegano la realtà attraverso:

La tensione tra un numero ristretto di entità

87. 7 Nel pensiero occidentale le analogie esplicative si basano:

Sulle cose

88. Nel regno 'nso, i giovani sono accusati:

Di sottrarsi all'autorità tradizionale

89. 9 Per Lévi-Bruhl nel pensiero primitivo era presente:

L'incapacità di distinguere tra i sé e il proprio totem

90. 10 Gran parte delle nostre attività mentali funziona:

In base a una logica fuzzy

LEZIONE 10: PENSIERO METAFORICO E PENSIERO MAGICO

91. Per alcuni antropologi il pensiero metaforico:

E' possibile solo tra gli occidentali


92. Il primo antropologo che si è occupato delle questioni "metaforiche" fu:

Keesing

93. 3 Gli arara rossi erano:

Una varietà di pappagalli amazzonici

94. I Bororo nella vita quotidiana si comportano:

In modo del tutto diverso rispetto ai pappagalli

95. Presso i Bororo esiste una assimilazione metaforica:

Dei maschi con gli arara

96. 6 Nella società bororo le comunità:

Sono divise in due metà

97. La magia contagiosa:

Si fondava sull'idea - sbagliata - che due oggetti venuti in contatto avessero il potere di agire l'uno

sull'altro anche a distanza

98. Per Malinowski:

Non esiste nessuna correlazione tra religione, scienza e magia

99. La funzione della magia sarebbe quella di:

Ritualizzare l'ottimismo dell'uomo

100. Secondo De Martino:

La magia si comprende in relazione all'angoscia umana della perdita della presenza


LEZIONE 11: IL PENSIERO MITICO

101. Nel mito:

Si ignorano spazio e tempo

102. 2 Nel mito dell'Androgino:

Un essere porta in sé i caratteri di entrambi i sessi e viene separato in due dagli dei

103. Il trickster:

Segna la rottura dell'equilibrio originario

104. Il più famoso trickster è quello dei:

Winnebago del Nordamerica

105. Chi per primo confrontò il mito aborigino australiano con quello nordamericano fu:

Radcliffe-Brown

106. Per Malinowski il mito:

Ha la funzione di autorizzare il compimento di alcuni atti

107. Il concetto di opponente:

Mette in risalto la relazione complementare tra due specie che tuttavia appare come tale solo se messa in

relazione con l'organizzazione sociale

108. I mitemi:

Sono le unità minime di un mito

109. Il mito è un ambito speculativo:


Non soffre delle costrizioni della realtà materiale

110. Cosa è l'Axis Mundi:

La funzione che collega Cielo, Terra e Infero

LEZIONE 12: IDENTITA’, CORPI, PERSONE

111. 1 Il problema di capire "chi siamo":

Esiste in tutte le culture

112. L'idea di appartenere a un sè collettivo:

Esprime il concetto di identità

113. La retorica dell'identità:

Acuisce il confine tra sé e l'altro

114. Presso alcuni popoli:

L'identità è frutto di una mescolanza con altri diversi da noi

115. La conoscenza attraverso il corpo:

E' del tutto diversa da quella riflessiva e intenzionale

116. L'antropopoiesi è:

La fabbricazione dell'umano da parte della società

117. Nervos, sustos e pasmos erano:

Espressione di resistenza e ribellione da parte delle donne

118. 8 La medicalizzazione del paziente:

E' un inquadramento medico che desocializza il paziente


119. Il concetto di persona:

Si esprime in attitudini relazionali

120. Presso i balinesi:

L'essere umano è una rappresentazione di un modello generale

LEZIONE 13: IL SESSO IL GENERE E LE EMOZIONI

121. In molte culture la differenza maschile/femminile:

E' all'origine di tutte le cose

122. L'universalità dell'opposizione maschile/femminile:

Non implica che in tutte le culture si abbiamo rappresentazioni analoghe della relazione tra sessi

123. Presso gli Inuit, l'anima-nome:

Viene assegnata alla nascita in base a segni leggibili dagli sciamani

124. Le differenze sessuali:

Sono legate alle caratteristiche anatomiche dell'individuo

125. La riproduzione umana:

E' un atto tutt'altro che naturale

126. L'uso del velo:

Può essere, in certi casi un'espressione estetico-seduttiva

127. Indossare lo hijâb per le donne iraniane significa:

Affermare la bidimensionalità dell'essere umano (corpo e spirito)

128. Il carattere tipico medio, maschile e femminile:

E' frutto del lavoro di Margaret Mead

129. Tutti gli stati d'animo che prevedono una certa emozione:

Sono espressi da soggetti culturali

130. Il termine Metagu:

E' la risposta più appropriata a Song


LEZIONE 14:LE CASTE, LE CLASSI, LE ETNIE

131. Casta è un termine di origine:

Portoghese

132. Le caste:

Sono gruppi chiusi con endogamia e commensalità

133. Chi appartiene a un varna superiore:

Non è detto che avrà più potere di uno che appartiene a un varna inferiore

134. I gruppi totemici si autopercepiscono:

Come gruppi culturali

135. La coscienza di classe esprime:

La consapevolezza di conoscere la propria condizione di fronte a un'altra classe

136. Il Centre for Contemporary Cultural Studies (CCCS) nacque:

Agli inizi degli anni '60

137. I cultural studies si fondano su un concetto centrale che è quello di:

Agengy

138. La definizione di etnia si fonda sulla condivisione di:

Lingua, territorio, cultura

139. Lo scopo dello scontro etnico è:

L'eliminazione dell'altro

140. Secondo Cohen:

Etnicità e coscienza di classe sono esclusive l'una dell'altra

LEZIONE 15: LA PARENTELA, NOZIONI PRINCIPALI

141. La parentela:

Lega gli individui sulla base della consaguineità o dell'affinità

142. Lo studio della parentela:

Non riguarda solo i rapporti tra i singoli individui bensì i rapporti tra i gruppi.
143. A

E' il simbolo della relazione sessuale

144. B

E' il simbolo della relazione di discendenza

145. I diagrammi di parentela:

Tendono spesso riprodurre l’idea che gli attori sociali hanno delle proprie interrelazioni

146. Le sigle utilizzate nei diagrammi di parentela:

Consentono di descrivere i parenti di EGO indipendentemente dal modo in cui si è soliti chiamare i suoi

parenti

147. I diagrammi di parentela:

Non sono sempre egocentrati

148. BWB indica:

Il fratello della moglie del fratello di EGO

149. I gruppi di discendenza:

Sono una vera e propria costruzione sociale

150. La genesi dei gruppi di discendenza:

Si deve a un gruppo di individui (appartenenti a un antenato comune) capace di aver fatto coincidere

popolazione e risorse, affermare diritti e doveri e di trasmettere questi ultimi ai discendenti

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