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Iniziamo con in greci: Gli Opliti erano chiamati così per il loro scudo, chiamato
Oplon, era un disco di legno convesso di bronzo dal diametro di circa 90 cm con il
peso di oltre 9 chili. Questo scudo aveva un impugnatura particolare, esso si impose
nel VI secolo a.C. e rivoluzionò le tecniche di combattimento, prima gli scudi
avevano una singola impugnatura centrale, invece, nell’Oplon l’impugnatura era
spostata verso sinistra e al centro vi era una fascia di cuoio per infilarci il braccio,
così lo scudo veniva tenuto dal braccio e i guerrieri facevano meno fatica. Gli
spartani si facevano dipingere un immagine sullo scudo. Gli opliti avevano in
dotazione l’elmo corinzio per proteggersi dalle frecce, questo elmo in Grecia si
diffuse nel VII secolo a.C. Esso era formato da un unico pezzo di bronzo che
garantiva un ottima protezione per la testa, però aveva un difetto pesava oltre 4,5
chili ed una volta indossato era difficile vedere e sentire cosa succedeva. La maggior
parte degli elmi era decorata da un cimiero di chino di un cavallo, i guerrieri spartani
come Leonida portavano elmi con il pennacchio fissato trasversalmente. In alcune
fonti di alcuni studiosi si dice che gli spartani combattevano con armature di bronzo,
sembra però che molti opliti avesse una corazza anatomica molto resistente, esse
erano robuste perché erano costruite da diversi strati di lino spessi 0,5 cm e
rinforzate da scagli di bronzo sul petto legate tramite cinghie di cuoio. La lancia degli
opliti era lunga tra i 2 e i 3 metri, era un asta di legno dal diametro di 5 cm pesava da
900 g a 2 chili. La punta della lancia era metallica, anche l’estremità aveva una punta
in metallo che serviva per bilanciare l’arma. Infine c’era lo Xiphos, una spada di
ferro a doppio taglio lunga dai 60 ai 90 cm, essa veniva usata quando si perdeva la
lancia o quando si rompeva lo schieramento a falange.