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ABACO DEI DEGRADI 1

ABACO DEI DEGRADI

Per una più semplice individuazione dei fenomeni di degrado dei materiali lapidei costituenti le superfici esterne degli edifici, è stata riporta-
ta una tavola sinottica nella quale sono stati messi in relazione i seguenti elementi:
- Le alterazioni e le degradazioni individuate dalle “Raccomandazioni NorMaL - 1/88. Alterazioni macroscopiche dei materiali lapidei: lessi-
co”, (CNR-ICR, 1990, Roma);
- La loro descrizione, desunta dalle suddette Raccomandazioni;
- Le principali cause dei fenomeni descritti;
- La riproduzione fotografica del fenomeno descritto, avente carattere indicativo e non esaustivo;
- La simbologia grafica con la quale le forme di degrado vengono correttamente descritte negli elaborati riguardanti il loro rilievo, nel rispet-
to della normativa vigente (“Raccomandazioni NorMaL - 1/88. Alterazioni macroscopiche dei materiali lapidei: lessico”, CNR-ICR, 1990,
Roma).
Secondo le Raccomandazioni NorMaL per alterazione si intende “una modificazione del materiale che non implica necessariamente un peggio-
ramento delle sue caratteristiche sotto il profilo conservativo”, mentre con il termine degradazione si intende una modificazione che “implica
sempre un peggioramento”.

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DESCRIZIONE CAUSE RETINO
DEGRADAZIONI FOTOGRAFICA
- Biodeteriogeni;
- Inquinanti atmosferici (es:. deposito di pol-
Alterazione che si manifesta attraverso la veri e fumo);
variazione di uno o più parametri che defini- - Radiazioni solari (es:. pigmenti non resi-
Alterazione scono il colore: tinta (hue), chiarezza (value), stenti alla luce solare);
cromatica saturazione (chroma). Può manifestarsi con - Affioramento di macchie;
morfologie diverse a seconda delle condizioni - Assorbimento differenziato del sup-porto;
e può riferirsi a zone ampie o localizzate. - Emersione del pigmento in fase di de-coe-
sione e successivo dilavamento della super-
ficie (nei sistemi a calce).

Degradazione che si manifesta con la forma- - Movimento dell'acqua all'interno del sub-
zione di cavità di forma e dimensione variabi- strato;
li. Gli alveoli sono spesso interconnessi e - Azione disgregatrice esercitata dalla pres-
hanno distribuzione non uniforme. Nel caso sione di cristallizzazione dei sali all'interno
Alveolizzazione particolare in cui il fenomeno si sviluppa dei pori del materiale lapideo;
essenzialmente in profondità con an-damento - Dilavamento;
a diverticoli si può usare il termine “alveoliz- - Correnti eoliche, con conseguente rapida
zazione a cariatura”. evaporazione delle superfici.
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Deposito compatto generalmente formato da
elementi di estensione limitata, sviluppato
- Infiltrazione dell'acqua;
preferenzialmente in una sola direzione non
Concrezione1 coincidente con la superficie lapidea. Talora
- Presenza di croste nere;
- Presenza di umidità protratta nel tempo.
può assumere forma stalattitica o stalagmiti-
ca.

Strato superficiale di alterazione del mate-


riale lapideo o dei prodotti utilizzati per even-
- Azione di microrganismi e di inquinanti;
tuali trattamenti. Di spessore variabile, è
- Ossidazione;
duro, fragile e distinguibile dalle parti sotto-
Crosta2 stanti per le caratteristiche morfologiche e,
- Circolazione d'aria scarsa o assente;
- Residui della combustione di oli derivanti
spesso, per il colore. Può distaccarsi anche
dal petrolio.
spontaneamente dal substrato che, in gene-
re, si presenta disgregato e/o pulverulento.

Variazione della sagoma che interessa l'inte-


Deformazione ro spessore del materiale e che si manifesta - Dilatazioni termiche da radiazioni solari.
soprattutto in elementi nastriformi.

Degradazione da porre in rapporto ad etero- - Ruscellamento delle acque meteoriche;


Degradazione geneità di composizione o di struttura del - Azione meccanica e chimica da parte degli
differenziale materiale, tale quindi da evidenziarne spesso agenti atmosferici (deperimento di marmi e
gli originali motivi tessiturali o strutturali. di gessi).

Accumulo di materiali estranei di varia natu-


- Esposizione, scabrosità e deformazione
ra, quali, ad esempio, polvere, terriccio,
Deposito della superficie;
guano, ecc. Ha spessore variabile e, general-
superficiale3 mente, scarsa coerenza e aderenza al mate-
- Impiego di prodotti vernicianti;
- Inquinanti atmosferici.
riale sottostante.

1 La formazione di concrezioni si verifica su materiali calcarei, arenarie, travertino in presenza di permanenze umide, protratte nel tempo, in ambiente protetto con migrazio-
ne, deposito e mineralizzazione di sali.
2 Croste Nere: cementificazione superficiale dei materiali inquinanti particellari.
3 È da annotare come pitturazioni pellicolanti, a prevalente impiego di resine sintetiche (acriliche, epossidiche, poliesteri, viniliche, ecc.) anche se lisce, prive di spessori e gra-
nulosità, trattengono fortemente le polveri atmosferiche e conseguentemente il particellato inquinante e lo sporco.
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- Biodeteriogeni;
Decoesione caratterizzata da distacco di gra- - Radici di piante superiori;
Disgregazione4 nuli o cristalli sotto minime sollecitazioni mec- - Infiltrazioni di acqua, risalita capillare;
caniche. - Reazione tra i materiali edilizi e atmosfera;
degrado di interfaccia tra laterizi e malte.

- Fenomeni di umidità ascendente; formazio-


ne di ghiaccio negli strati più superficiali;
- Perdite localizzate degli impianti di smalti-
mento e/o di convogliamento delle acque;
Soluzione di continuità tra strati superficiali - Consistente presenza di formazioni saline;
del materiale, sia tra loro che rispetto al sub- efflorescenze;
strato: prelude in genere alla caduta degli - Soluzioni di continuità conseguenti alla pre-
strati stessi. Il termine si usa in particolare senza di fessurazioni e/o di lesioni struttu-
per gli intonaci e i mosaici. Nel caso di mate- rali;
Distacco riali lapidei naturali le parti distaccate assu- - Dilatazioni differenziali tra materiali di sup-
mono spesso forme specifiche in funzione porto e finitura;
delle caratteristiche strutturali e tessi turali, e - Soluzioni di continuità conseguenti agli
si preferiscono allora voci quali crosta, sca- stress termici in prossimità dell'innesto di
gliatura, esfoliazione. elementi metallici;
- Impiego di prodotti vernicianti pellicolanti su
supporti tradizionali;
- Errori di posa in opera ed utilizzo di sabbie
o malte poco idonee.

É conseguente alla pressione di cristallizzazio-


ne dei sali. Tale fenomeno è accentuato da:
- Umidità da risalita capillare, da condensa-
Formazione di sostanze, generalmente di
zione, da perdite localizzate di impianti;
colore biancastro e di aspetto cristallino, pul-
- Ruscellamento delle acque meteoriche;
verulento o filamentoso, sulla superficie del
- Presenza di solfati;
manufatto. Nel caso di efflorescenze saline, la
- Azione del vento che accelera l'evaporazio-
Efflorescenza cristallizzazione5 può avvenire anche all'inter-
ne superficiale dell'acqua);
no del materiale provocando spesso il distac-
- Sostanze aggiunte in trattamenti restaura-
co delle parti più superficiali: il fenomeno
tivi (salificazioni di sodio cloruro, di potas-
prende allora il nome di cripto efflorescenza o
sio, e di nitrato di calcio);
sub-efflorescenza.
- Degrado di interfaccia tra laterizi e malte
(formazione di solfoalluminati di calcio e
grandi cristalli).

4 Il fenomeno è particolarmente evidente nelle arenarie a forte gelività, sottoposte all'azione diretta degli agenti atmosferici.
5 I materiali con porosità molto fine (intonaci, laterizi, pietre porose) favoriscono la cristallizzazione dei sali.
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Asportazione di materiale dalla superficie
- Erosione meccanica da pioggia battente;
dovuta a processi di natura diversa. Quando
erosione per abrasione degli strati corticali
sono note le cause del degrado, possono
provocata da vento;
essere utilizzati anche termini come erosione
Erosione6 per abrasione o erosione per corrasione
- Aggressione chimica da inquinanti (esem-
pio: prodotti ammoniacali);
(cause meccaniche), erosione per corrosione
- Formazione di ghiaccio negli strati più
(cause chimiche e biologiche), erosione per
superficiali.
usura (cause antropiche).

- Movimento dell'acqua all'interno del sub-


strato;
Degradazione che si manifesta con distacco,
- Azione di microrganismi;
Esfoliazione spesso seguito da caduta, di uno o più strati
- Applicazione di prodotti vernicianti pellico-
superficiali subparalleli fra loro (sfoglie).
lanti su supporti tradizionali;
- Nei laterizi, presenza di carbonato di calcio.

- Cicli di gelo e disgelo;


- Dissesto dell'apparato murario di supporto;
- Incompatibilità di tipo fisico-meccanico tra
Degradazione che si manifesta con la forma- supporto e finitura;
Fratturazione o zione di soluzioni di continuità nel materiale - Dilatazioni differenziali tra materiali di sup-
Fessurazione e che può implicare lo spostamento recipro- porto e finitura;
co delle parti. - Degrado di interfaccia tra laterizi e malte
(formazione di solfoalluminati di calcio e
grandi cristalli).
- Nei laterizi, presenza di carbonato di calcio.

Deposito stratiforme, compatto e general-


mente aderente al substrato, composto da
Incrostazione sostanze inorganiche o da strutture di natura
- Biodeteriogeni.
biologica.

Caduta e perdita di parti di un dipinto mura-


Lacuna le, con messa in luce degli strati di intonaco
più interni o del supporto.

6 Tale forma di degradazione materica colpisce nelle superfici esposte in modo più accentuato le pietre arenarie, ma anche le stratigrafie delle malte (rinzaffo, arriccio e into-
naco) private delle protezioni superficiali (intonachino e finitura pittorica).
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Alterazione che si manifesta con pigmentazio-


- Biodeteriogeni;
ne accidentale e localizzata della superficie; è
- Ossidazione di elementi metallici (ferro,
Macchia correlata alla presenza di materiale estraneo
rame)
al substrato (ruggine, sali di rame, sostanza
- Atti di vandalismo.
organiche, vernici).

- Fenomeni di umidità ascendente;


- Perdite localizzate degli impianti di smalti-
mento e/o di convogliamento delle acque;
- Consistente presenza di formazioni saline;
- Soluzioni di continuità conseguenti alla pre-
Caduta e perdita di parti. Il termine si usa
senza di fessurazioni e/o di lesioni struttu-
Mancanza quando tale forma di degradazione non è
rali;
descrivibile con altre voci del lessico.
- Soluzioni di continuità conseguenti agli
stress termici in prossimità dell'innesto di
elementi metallici;
- Errori di posa in opera e l'utilizzo di sabbie
o malte poco idonee.

Alterazione strettamente limitata a quelle


modificazioni naturali della superficie dei
materiali non collegabili a manifesti fenomeni
Patina di degradazione e percepibili come una varia-
zione del colore originario del materiale. Nel
caso di alterazioni indotte artificialmente si
usa di preferenza il termine patina artificiale.

Strato sottile, morbido ed omogeneo, aderen-


- Azione di microrganismi autotrofi;
te alla superficie e di evidente natura biologi-
- Presenza di umidità o acqua;
ca, di colore variabile, per lo più verde. La
Patina biologica patina biologica è costituita prevalentemente
- Caratteristiche morfologiche del substrato
(scabrosità, asperità, rientranze, ecc.).
da microrganismi cui possono aderire polvere,
terriccio, ecc..

Strato superficiale di sostanze coerenti fra - Trattamento protettivo del materiale lapi-
loro ed estranee al materiale lapideo. Ha deo, a sua volta soggetto a degrado per
Pellicola spessore molto ridotto e può distaccarsi dal ossidazione e contrazione in ragione delle
substrato, che in genere si presenta integro. sostanze impiegate.
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Degradazione puntiforme che si manifesta


attraverso la formazione di fori ciechi, nume-
Tale degrado interessa principalmente le pie-
Pitting rosi e ravvicinati. I fori hanno forma tenden-
tre calcaree, in particolare i marmi.
zialmente cilindrica con diametro massimo di
pochi millimetri.

Decoesione che si manifesta con la caduta


Polverizzazione7 spontanea del materiale sottoforma di polve- - Azione di microrganismi.
re o granuli.

- Accumuli di umidità;
Presenza di Locuzione impiegata quando vi sono licheni,
- Attacco di organismi autotrofi (batteri uni-
vegetazione muschi e piante.
cellulari, alghe, licheni, piante superiori).

- Dilatazioni differenziali tra materiali di sup-


Sollevamento superficiale e localizzato del
porto e finitura;
Rigonfiamento materiale, che assume forma e consistenza
- Formazione di ghiaccio negli strati più
variabili.
superficiali.

Degradazione che si manifesta col distacco


totale o parziale di parti (scaglie) spesso in
corrispondenza di soluzioni di continuità del
- Esposizione agli agenti atmosferici;
materiale originario. Le scaglie, costituite
- Presenza di umidità nella muratura (cristal-
Scagliatura generalmente da materiale in apparenza inal-
lizzazione dei sali solubili).
terato, hanno forma irregolare e spessore
consistente e disomogeneo. Al di sotto posso-
no essere presenti efflorescenze o patine bio-
logiche.

7 Particolare forma di polverizzazione è lo "spolvero del colore", che interessa le tinte a base minerale (in particolare il processo di carbonatazione nelle tinte a calce).

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