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Ritiro e rigonfiamento del legno: cause,

conseguenze e soluzioni
Di ROBERTO ZANUTTINI 
Pubblicato sul Canale STRUTTURE il 27 aprile 2015

I fenomeni di ritiro e rigonfiamento sono caratteristici del legno. Essi sono indotti


principalmente dalle variazioni di umidità. Il legno delle piante da poco abbattute
presenta un’elevata umidità che diminuisce con l’esposizione all’aria durante
la stagionatura.
Il legno è infatti un materiale poroso e igroscopico e la sua umidità tende a
equilibrarsi alle condizioni termoigrometriche dell’ambiente. Il legno è pertanto
soggetto a continui scambi di umidità con l’atmosfera che lo circonda e a
conseguenti variazioni dimensionali, anche se è in opera da molti anni.
Ritiro e rigonfiamento sono processi reversibili, con andamento tendenzialmente
lineare, che si verificano tra lo stato anidro e un’umidità del legno fino al 30% circa,
determinando anche variazioni di volume significative.
Le variazioni dimensionali hanno diversa entità nelle tre direzioni principali
(assiale, radiale e tangenziale) poiché il legno è un materiale anisotropo. In
direzione tangenziale le variazioni dimensionali sono importanti, in direzione
radiale la loro entità è circa la metà delle precedenti, in direzione assiale sono
trascurabili

Deformazioni possibili sulle sezioni dei segati radiali e tangenziali per l’anisotropia dei
ritiri

Ritiro e rigonfiamento comportano il manifestarsi di fessurazioni radiali che si


presentano con una la tipica forma a V negli assortimenti di legno massiccio di
sezione elevata contenenti il midollo, con l’imbarcamento delle tavole ottenute dalle
porzioni periferiche del tronco, con la falcatura, svergolamento, arcuatura o altre
deformazioni, che si verificano in presenza di anomalie del legno.
Effetti del ritiro sulla planarità dei segati: arcuatura (A), falcatura (F), svergolamento (S),
imbarcamento (I)

Oltre a determinare possibili ripercussioni di tipo strutturale, le fessurazioni dovute


al ritiro si legano strettamente al fenomeno delbiodegradamento: le fessurazioni
costituiscono infatti vie di accesso preferenziali per gli agenti di
alterazione anche nel legno che ha subito trattamenti di preservazione, poiché
mettono in evidenza nuove superfici di materiale prive di protezione.
A questo riguardo è bene ricordare che le fessurazioni da ritiro possono essere
controllate tramite apposite lavorazioni che consistono, ad esempio,
nell’eliminare la presenza del midollo dagli assortimenti di legno massiccio,
ottenendo così elementi anche detti “fuori cuore”, o nel realizzare uno o più tagli
longitudinali, profondi fino a un terzo dello spessore, all’estradosso o nella parte
non a vista dell’elemento considerato, in modo da concentrare su di essi gli effetti
del ritiro.
È possibile anche utilizzare elementi in legno lamellare che sono composti da
segati di spessore ridotto, sottoposti a essiccazione artificiale preliminarmente al
loro incollaggio, e quindi interessati dallo sviluppo di fessurazioni superficiali di
entità ridotta. Anche i pannelli a base di legno possono evidenziare, seppure in
minor misura, fenomeni di ritiro e rigonfiamento. In base alla norma UNI CEN/TS
12872:2008, si evince che le variazioni dimensionali più contenute sono quelle
riferibili al compensato e all’OSB. Ritiro e rigonfiamento variano anche in
relazione alla specie legnosa considerata.

Ritiro del legno massiccio per variazioni di umidità comprese tra il punto di saturazione
delle pareti cellulari e lo stato anidro

I fenomeni di ritiro e rigonfiamento sono accentuati da alcuni fattori:


• impiego di un assortimento legnoso la cui umidità è molto diversa da quella di
equilibrio con l’ambiente di posa;
• variazioni elevate o molto rapide delle condizioni di umidità relativa dell’ambiente
con cui il legno è a contatto;
• progettazione e dettagli costruttivi non idonei a sopportare i movimenti dei diversi
elementi lignei.
Una attenta progettazione può limitare o anche superare alcune condizioni di
criticità, portando a ottimi risultati nell’impiego del legno.
Vista la stretta relazione tra umidità e variazioni dimensionali del legno è
sicuramente opportuno tenere sotto controllo il livello di umidità del legno e
dell’ambiente in cui esso viene prima stoccato e poi utilizzato. Si deve inoltre
proteggere il legno dal contatto diretto con l’acqua e da modifiche troppo repentine
delle condizioni termoigrometriche. In sostanza si dovrebbero progettare le
strutture con tutti quegli accorgimenti idonei che contemplano la natura di questo
materiale, soggetto a fenomeni di ritiro e rigonfiamento.

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