COMPACTING CONCRETE)
Classi di consistenza e caratteristiche per una corretta prescrizione
Ing. Gianluca Pagazzi, Amministratore Delegato e Direttore Tecnico di Alaska concrete S.r.l. - Porcia
Sottotitolo articolo (CALIBRI 16, GRASSETO CORSIVO)
giugno 13 1
PROPRIETÀ
L’autocompattabilità è una caratteristica che presenta molti aspetti di diversa natura,
andando oltre ala sola capacità del calcestruzzo di riempire facilmente la cassaforma con
velocità di esecuzione del getto superiori a quelle conseguibili con conglomerati superfluidi.
Un calcestruzzo autocompattante infatti per essere realmente tale, deve possedere
caratteristiche particolari. Deve essere sicuramente caratterizzato da un’elevata capacità di
scorrimento in assenza di ostacoli (elevata deformabilità), ossia deve essere in grado di
cambiare la sua forma in virtù solo del peso proprio raggiungendo distanze più o meno
elevate dal punto di getto del calcestruzzo, all’interno delle zone casserate, e deve avere
un’elevata resistenza alla segregazione, al fine di realizzare strutture o parti strutturali il
cui volume sia costituito da materiale di caratteristiche omogenee in ogni suo punto. La
resistenza alla segregazione è caratterizzata da più fenomeni agenti contemporaneamente:
resistenza alla “segregazione esterna”, resistenza alla “segregazione di flusso” e resistenza alla
“segregazione interna”, che ora verranno analizzate singolarmente.
La resistenza alla “segregazione interna” è necessaria dal completamento del getto del
calcestruzzo autocompattante all’interno delle proprie casseforme, che deve conservare
l’omogeneità di distribuzione degli ingredienti evitando la segregazione degli aggregati grossi
sul fondo e limitare la risalita di acqua di bleeding negli strati superficiali.
giugno 13 2
METODI PER LA DETERMINAZIONE DELLE PROPRIETÀ - CLASSI DI
CONSISTENZA
La valutazione delle caratteristiche di autocompattabilità è il risultato del soddisfacimento di
diverse proprietà reologiche del conglomerato e per la loro valutazione si richiede il ricorso
contemporaneo a diversi metodi di prova. Capacità di scorrimento in assenza di ostacoli, la
mobilità in sezioni congestionate di armatura, la resistenza alla segregazione dell’impasto
durante la posa e a riempimento avvenuto dei casseri.
Le attrezzature, per le relative prove normate, riconosciute dalle Norme UNI EN e dalle Linee
Guida Europee, per la valutazione delle proprietà reologiche dei calcestruzzi autocompattanti
sono:
il cono di Abrams (Slump-flow);
l’anello giapponese (Japanese Ring - J-ring);
la scatola ad L (L-box);
l’imbuto a forma di V (V-funnel);
il setaccio piano perforato.
Nessun metodo di essi preso singolarmente è in grado di fornire un quadro esaustivo circa le
proprietà reologiche richieste per questa tipologia di calcestruzzo. La misura delle proprietà
tramite la U-box, non è stata dimenticata ma non essendo contemplata nè dalle Linee Guida
Europee nè dalla UNI EN 206-9, non si ritiene necessario riportarla.
giugno 13 3
Figura 2. Cono di Abrams e piastra liscia piana (le misure sono in millimetri)
CLASSI DI SPANDIMENTO SF
MISURA DEL DIAMETRO SPANDIMENTO in mm a), b)
giugno 13 4
Anello Giapponese - Japanese Ring – J-RING - Norma UNI EN 12350-12
Figura 3. Cono di Abrams , J-Ring e piastra liscia piana (le misure sono in millimetri)
J-ring è un anello di acciaio forato (2) dove sono alloggiate delle barre a sezione circolare
simulanti le armature presenti negli elementi in calcestruzzo armato. La prova consiste nel
riempire di calcestruzzo il cono di Abrams (1) sistemato all’interno dell’anello, appoggiati
entrambi su una piastra liscia con una superficie piana di almeno 900 mm x 900 mm (3) e,
successivamente, nel sollevarlo lasciando fluire il calcestruzzo (4) attraverso le barre dello J-
Ring. La capacità di attraversamento può essere valutata misurando la differenza di altezza
della focaccia di calcestruzzo tra la zona interna ed esterna all’anello, come previsto dalle
Linee Guida Europee e la Norma UNI EN 206-9, con la metodologia di prova della Norma UNI EN
12350-12; valori superiori, di tale differenza, a 10 mm indicano che il conglomerato possiede
scarse capacità di attraversamento delle barre.
giugno 13 5
Scatola ad L – L-BOX - Norma UNI EN 12350-10
La scatola ad L è costituita da una porzione verticale in cui viene introdotto il calcestruzzo il
quale, inizialmente, è impedito a fuoriuscire dal basso grazie alla presenza di una saracinesca
alla cui apertura il conglomerato fluisce nella porzione orizzontale dell’attrezzatura
attraversando un graticcio costituito da due oppure da tre armature disposte verticalmente,
all’apertura della saracinesca a scorrimento (1). La valutazione della capacità di
attraversamento viene eseguita misurando la differenza di altezza del conglomerato nel punto
più lontano (H2) raggiunto e quella valutata a tergo della saracinesca nella porzione verticale
dell’apparecchiatura (H1).
La capacità di attraversamento (“passing ability”) sarà tanto più elevata quanto più elevato è il
rapporto H2/H1 si approssima a 1 e viene ritenuta sufficiente se il rapporto H2/H1 è almeno
pari a 0,80. Le Linee Guida Europee e la Norma UNI EN 206-9, con la metodologia di prova della
Norma UNI EN 12350-10, distinguono i calcestruzzi in termini di “passing ability” in due classi:
entrambe devono possedere un rapporto H2/H1 almeno pari a 0,80. La prima classe, PL1, e la
seconda classe, PL2, conseguono questo risultato fluendo, rispettivamente, attraverso due o
tre armature.
giugno 13 6
Imbuto a forma di V - V-FUNNEL - Norma UNI EN 12350-9
La resistenza alla segregazione del calcestruzzo autocompattante può essere accertata anche
attraverso la prova condotta con il V-Funnel: essa consiste nel misurare il tempo necessario
per il calcestruzzo a fuoriuscire completamente da un imbuto a forma di V, all’apertura della
saracinesca ribaltabile o scorrevole (1), subito dopo il termine della miscelazione dell’impasto
(t0). Il valore di t0 è correlato alla viscosità del materiale: maggiore è il tempo di svuotamento,
più elevata è la viscosità del sistema e quindi, minore è la sua capacità di flusso. Per contro,
valori di t0 elevati sono indice di una maggiore resistenza alla segregazione dell’impasto.
Le Linee Guida Europee e la Norma UNI EN 206-9 con la metodologia di prova della Norma UNI
EN 12350-9, suddividono i calcestruzzi auto compattanti in due classi riferite al tempo di
svuotamento al V-Funnel: la prima caratterizzata da valori di t0 inferiori o uguali a 8 secondi;
la seconda classe con t0 compreso tra 9 e 25 secondi.
giugno 13 7
Prova di resistenza a segregazione con setaccio - Norma UNI EN 12350-11
La prova di resistenza a segregazione al setaccio è utilizzata per valutare la resistenza alla
segregazione del calcestruzzo autocompattante, secondo Le Linee Guida Europee e la Norma
UNI EN 206-9, con la metodologia di prova della Norma UNI EN 12350-11.
Dopo il campionamento, il calcestruzzo fresco è lasciato riposare per 15 minuti e si prende
nota dell’eventuale separazione di acqua d’essudamento. La parte superiore del campione
viene successivamente versata in un setaccio che presenta aperture con maglia quadrata di
lato 5 mm di lato. Una massa pari a (4,8 ± 0,2) kg, da un’altezza di (500 ± 50) mm. Dopo 2
minuti si registra la massa del materiale che è passato attraverso il setaccio. Il rapporto di
segregazione è infine calcolato come la percentuale del campione che è passata attraverso il
setaccio.
Ovviamente, la tendenza alla segregazione dell’impasto sarà tanto maggiore quanto più
elevata è la perdita causata dalla separazione della pasta di cemento dall’aggregato grosso a
causa della sua scarsa coesione ed eccessiva fluidità. Due sono le classi previste: SR1 e SR2
(Segregation Resistance: SR) con perdita di massa inferiore rispettivamente al 20% e al 15%.
Figura 6. Apparecchiatura per la prova di segregazione con setaccio (le misure sono in millimetri)
L’apparecchiatura, per la prova (igura 6), è costituita da: 1. Setaccio piano perforato, avente
aperture si sezione quadrata di 5 mm di lato; il telaio di 300 mm di diametro e alto 30 mm,
conforme alla ISO 3310-2; 2. recipiente dal quale può essere facilmente rimosso il setaccio per
sollevamento verticale; 3. contenitore per il campione di calcestruzzo, di plastica oppure
metallico, avente diametro interno di (300 ± 10) mm, capacità di 11 litri e il relativo
coperchio; 4. Bilancia con piattaforma piana sulla quale si possa posizionare il recipiente del
setaccio, la quale bilancia deve avere una portata di almeno 10 kg; 5. cronometro; 6.
termometro.
giugno 13 8
CLASSI DI RESISTENZA ALLA SEGREGAZIONE CON SETACCIO
Porzione segregata in % a), b)
CLASSE SR1 CLASSE SR2
< 20 < 15
Tutto ciò significa che calcestruzzi autocompattanti che posseggono stesse proprietà di
scorrimento (ad esempio, perché evidenziano un medesimo valore dello slump-flow)
possono, allo stesso tempo, essere contraddistinti da una tendenza alla segregazione o da una
capacità di attraversamento completamente differenti. Per questo motivo, basare la scelta del
calcestruzzo autocompattante sui risultati desunti da una soltanto delle metodologie di prova
sopra menzionate può risultare del tutto erroneo. Inoltre, è opportuno far presente che non
necessariamente per tutte le strutture è opportuno ricorrere all’impiego di calcestruzzi
autocompattanti contraddistinti dalla massima capacità di scorrimento (SF3) o dalla minore
viscosità (VF1) perché questa scelta espone al rischio di una maggiore tendenza dell’impasto a
segregare.
Allo stesso modo, non è detto che la scelta di viscosità elevate possa rivelarsi sempre la
soluzione migliore per un SCC, poiché se da una parte questo conduce ad una maggiore
resistenza alla segregazione, dall’altra riduce la capacità di scorrimento, il quale potrebbe
rivelarsi fondamentale quando, per la ridotta accessibilità dei punti di getto, si richiede che il
calcestruzzo fluisca per lunghe distanze. Da tutto ciò si può dedurre che, la scelta del
calcestruzzo autocompattante, deve tenere conto delle particolari esigenze derivanti dalla
difficoltà di esecuzione del getto, dalla geometria, dalla percentuale delle barre d’armatura,
dalla distanza che il calcestruzzo deve percorrere, il tutto al pari di quanto avviene nella scelta
giugno 13 9
della lavorabilità dei calcestruzzi tradizionali con l’aggravante che, a causa dell’elevata fluidità
del calcestruzzo per la necessità di non dover ricorrere ad alcuna forma di vibrazione esterna,
la tendenza alla segregazione degli SCC risulta esaltata.
In accordo con quanto proposto nel presente articolo, si possono fare ora alcune
considerazioni riguardo alle proprietà dei calcestruzzi autocompattanti, in relazione alla
geometria dell’elemento strutturale, alla densità delle barre di armatura e alla distanza che
deve percorrere il calcestruzzo. Di seguito si riportano alcuni esempi, che possono essere
utili ai prescrittori, per individuare il calcestruzzo autocompattante che abbia delle
prestazioni coerenti sia con le caratteristiche dell’elemento strutturale da realizzare, sia con
modalità di messa in opera.
giugno 13 10
CLASSE DI VISCOSITÀ VF2
Consente di realizzare strutture sub-orizzontali quali rampe di accesso ai garage o ai parcheggi
multipiano.
Bibliografia
D.M. 14.01.2008 – Norme Tecniche per le Costruzioni.
Norma UNI EN 206-1 e Norma UNI 11104.
Norme UNI 11040, UNI EN 206-9, UNI EN 12350-8, UNI EN 12350-9, UNI EN 12350-10,
UNI EN 12350-11, UNI EN 12350-12.
Prof. Luigi Coppola - “Concretum”, pp.660, McGraw-Hill, Milano, Italia (2007), ISBN 978-
88-386-6465-6.
Prof. L. Coppola, G. Pagazzi, A. Buoso, A. Caddeu, R. Caiaro, G. Ruggeri, D. Ruggeri, A. Farci,
M. Iuorio, M. Conti, G. Albani, “Linee guida per la prescrizione delle opere in c.a.”, Il Sole
24ore (Ottobre 2007).
G. Pagazzi, A. Buoso, A. Caddeu, R. Caiaro, G. Ruggeri, D. Ruggeri, A. Farci, M. Iuorio, M.
Conti, G. Albani, “Linee guida per la prescrizione delle opere in c.a.”, Progetto Concrete
(Febbraio 2008).
G. Pagazzi, R. Caiaro, E. Ciferri, D. Ruggeri, A. Farci, M. Iuorio, G. Albani, “Linee guida per la
prescrizione delle opere in c.a.”, Progetto Concrete (Febbraio 2010).
Alessandra Buoso, Gianluca Pagazzi, Luigi Coppola, “Schede monotematiche per la
SUPERBETON S.p.A”, Ottobre 2009.
Alessandra Buoso, Gianluca Pagazzi, Luigi Coppola, “Le Prescrizioni di Capitolato per le
Opere in Calcestruzzo”, In Concreto, 80, Gennaio/Febbraio 2008, pp. 68-86.
Alessandra Buoso, Gianluca Pagazzi, Luigi Coppola, “Iter progettuale ed esecutivo – I
passaggi necessari per garantire la durabilità e la sicurezza delle strutture in c.a.”, GB
News n. 30-2009.
Gianluca Pagazzi, “La maturazione dei getti”, In Concreto, 98, Gennaio/Febbraio 2011,
pp. 84-99.
Gianluca Pagazzi, “Processo esecutivo per garantire la durabilità e la sicurezza delle
strutture in c.a.”, In Concreto, 102, Settembre/Ottobre 2011, pp. 70-75.
giugno 13 11
Norme UNI 11040, UNI EN 206-9, UNI EN 12350-8, UNI EN 12350-9, UNI EN 12350-
10, UNI EN 12350-11, UNI EN 12350-12.
Prof. Luigi Coppola, “Proprietà ed Applicazioni dei Calcestruzzi Autocompattanti”,
Realtà Mapei N. 48, Aprile 2001, pp. 40-44, Realtà Mapei International N. 11, Settembre
2002, pp. 42-46.
Prof. Luigi Coppola, “Rheology Proportioning and Properties of Self-Compacting
Concretes”, Proceedings of Self Compacting Concrete for Tunnel Linings, Sargans,
Switzerland, 9-11 April 2001.
Prof. Luigi Coppola, “La Reologia ed il Proporzionamento dei Calcestruzzi
Autocompattanti / Rheology and Mix Proportioning of Self-Compacting Concretes”,
L’Industria Italiana Del Cemento, N. 762, Febbraio 2001, pp. 152-163.
Prof. Luigi Coppola, “Role of Admixtures in Advanced Concrete Technology”,
Supplementary Papers of Seventh Canmet/Aci International Conference on
“Superplasticizers and Other Chemical Admixtures in Concrete”, pp. 473-495, Berlin,
October 20-23, 2003.
Prof. Luigi Coppola, “Durability of Self-Compacting Concretes”, Proceedings Two-Day
International Seminar on “Sustainable Development in Cement and Concrete Industries”, pp.
261-272, Milano, 17-18 October 2003.
giugno 13 12