tempo di mantenimento della consistenza. Pause nella produzione possono condurre alla
formazione di gel tixotropici nel calcestruzzo gi gettato e questo pu influenzare
negativamente la capacit di riempimento alla ripresa del getto oppure portare alla comparsa
di microfessure sulla superficie verticale.
velocit di riempimento diventano relativamente alte (> 4-7 m/h). Quando la velocit di
riempimento supera i 7 m/h il calcestruzzo autocompattante imprime sulle sponde dei casseri
una spinta triangolare assimilabile a quello idrostatica di un fluido che possiede una massa di
2500 Kg/m3 circa. Il conglomerato tradizionale, la cui velocit di posa in opera non supera,
salvo casi eccezionali, i 4 m/h, per via della maggiore coesione e viscosit, esercita sulle
sponde del cassero una spinta variabile allincirca tra il 40 e 65 % di quella idrostatica a
seconda della consistenza che possiede al getto (i valori pi bassi sono quelli tipici di classi di
consistenza S2 e quelli pi elevati sono relativi a lavorabilit maggiori di 21 cm di slump).
Nel caso del calcestruzzo pompato dal basso la spinta esercitata sui casseri tipicamente di
tipo idrostatico quando le velocit di riempimento superano i 10 m/h. Nella Figura 1
riportato landamento della pressione registrata sui casseri di elementi verticali in calcestruzzo
di lunghezza pari a circa 10 m, altezza 5.5 m e spessore 0.25 m realizzati mediante getto del
calcestruzzo dal basso attraverso un bocchettone con serranda di arresto disposto su una
parete delle testate del cassero. Il riempimento delle casseforme avvenuto ad una velocit di
circa 27 m/h.
In definitiva, atteso che una delle motivazioni che induce le imprese a utilizzare i
calcestruzzi autocompattanti proprio quella di accelerare i lavori di esecuzione dellopera, le
velocit di riempimento dei casseri quando vengono impiegati gli SCC superano generalmente
i 10 m/h e, pertanto, le reali pressioni indotte dal calcestruzzo sulle casseforme sono di tipo
idrostatico. Ne consegue che per limpiego di calcestruzzi autocompattanti necessario
ricorrere allutilizzo di casseri opportunamente progettati in quanto quelli tradizionalmente
destinati alla realizzazione di strutture impiegando i calcestruzzi convenzionali sono
dimensionati per resistere a spinte notevolmente minori.
18
120
PRESSIONE IDROSTATICA
110
100
DISTANZA DALLA BASE:
90
80 1m
2
70
60
2.5 m
50
40
/nt(SpiaKN)m
30
4.5 m
20
10
0
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 35 45 55 65 75 85 95
Tempo di getto (min)
Figura 1 Spinta esercitata sui casseri dal calcestruzzo autocompattante durante lesecuzione del getto di pareti
verticali con pompaggio del conglomerato dal basso verso lalto (sonde disposte ad altezze diverse).
ingredienti. Una ragionevole regola pratica quella di non superare distanze laterali di
scorrimento pari a 8-10 m circa.
I calcestruzzi autocompattanti sono progettati per poter riempire gli stampi senza
vibrazione alcuna. Sottoporre comunque il conglomerato allazione del vibratore ad
immersione non migliora affatto le caratteristiche del calcestruzzo in opera, ma pu, invece,
accentuarne la tendenza alla segregazione, soprattutto in quegli impasti caratterizzati da bassi
tempi di svuotamento al V-funnel.
indicano che il ritiro plastico degli SCC allincirca il doppio di quello dei conglomerati
tradizionali. Questo effetto sembra sia da ascrivere al maggior rapporto acqua/polveri
dellautocompattante e a tempi di presa pi lunghi, determinati dal maggior dosaggio di
additivo. I risultati sperimentali giustificano la necessit evidenziata al precedente paragrafo
di procedere, immediatamente dopo le operazioni di finitura, alla maturazione umida delle
superfici non casserate.
1.8.7 Durabilit
A pari rapporto a/c (0.40) gli autocompattanti presentano un minor coefficiente di diffusione
dei gas.
La resistenza ai cicli di gelo-disgelo rimane sostanzialmente invariata negli SCC
rispetto ad un calcestruzzo convenzionale purch si provveda nel confezionamento ad
inglobare un volume minimo di aria mediante gli additivi aeranti e si utilizzino aggregati non
gelivi.
2.1 Il Progetto
Nel corso del mese di gennaio 2005 sono cominciati i lavori del secondo blocco del piano
edilizio Bocconi 2000 dellUniversit Bocconi di Milano. Il cantiere situato in Via Bligny
e la struttura, progettata dagli architetti Yvonne Farrell e Shelley McNamara, titolari del
Grafton Studio di Dublino, prevede la costruzione di un edificio multifunzionale esteso su una
superficie di 45.000 mq, con 883 tra uffici, laboratori, centri di ricerca e servizi di varia
natura, per un totale di 1.000 posti di lavoro. LAula Magna, progettata per ospitare 1.000
posti a sedere divisibili in due sale, costituir il cuore del complesso, strutturandosi sino al
sottosuolo; previsto inoltre un parcheggio sotterraneo da 190 posti auto, oltre a tre sale
conferenze e una sala riunioni.
Nel complesso ledificio prevede tre piani interrati e pi corpi da 4 - 5 piani affioranti;
la complessit della realizzazione quindi non solo architettonica ma anche strutturale,
collocandosi lopera in pieno centro storico di Milano a pochi metri dalla falda acquifera
(attualmente a 12 m).
La durata del progetto di tre anni, dal 2005 al 2007; i costi realizzativi sono
dellordine di 60 milioni di euro.
25
costruttiva, ci si rende conto che pi che sospesi sono appesi ai tiranti. Gli unici elementi che
possono assomigliare a pilastri sono in realt proprio i tiranti strutturali del "ponte".
Per garantire la rigidit fra una soletta e l'altra, i tiranti sono stati incamiciati con pali
in acciaio resi ignifughi attraverso l'impiego di una vernice bianca. Il risultato di questa
soluzione tecnica sono degli esili "pilastrini" di circa 12 cm di diametro che si confondono
con le finestre a nastro che chiudono le luci fra una soletta e l'altra.
Slump-flow
Tempo (min) V funnel T cls (C)
(cm)
t=0' 83 6,6 25,6
t=30' 77 26,7
t=60' 73 26,5
t=90' 64 26,2
Tabella 4. Risultati di prove in laboratorio con COMPACTCRETE 39/T100
Per risolvere questo problema si cominciata una fase di prove con un nuovo
prodotto: un secondo additivo superfluidificante di nuova generazione a base policarbossilica
con caratteristiche di mantenimento ancora pi spinte ancorch la sua diversa efficacia
richiedesse dosaggi di additivo pi elevati (COMPACTCRETE 39/T75). Le prove di
laboratorio eseguite con questultimo additivo hanno dato risultati molto positivi (Tabella 5),
quindi si provveduto ad eseguire, con la stessa ricetta, prove in autobetoniera confezionando
4 m di calcestruzzo tenuto in costante movimento a bassi giri (Tabella 6).
Slump-flow
Tempo (min) V funnel T cls (C)
(cm)
t=0' 80 6,7 31,6
t=10' 81 30,9
t=20' 81 30,3
t=30' 80 29,7
t=60' 76 28,8
t=90' 75 28,2
t=120' 76 7,8 27,6
Tabella 5. Risultati di prove in laboratorio con COMPACTCRETE 39/T75
Slump-flow T ambiente
Tempo (min) V funnel (s) T cls (C)
(cm) (C)
t=0' 80 4,2 4,6 (t=+5') 33,0 34,0
t=30' 81 4,5 33,0 33,4
t=60' 80 4,5 33,3 34,1
t=90' 76 7,3 34,2 34,5
t=120' 75 5,2 7,6 (t=+5') 34,0 35,5
Tabella 6. Risultati di prove i autobetoniera con COMPACTCRETE 39/T75 e in costante movimento a bassi giri
28
2.4 Risultati
Tre obiettivi importanti sono stati raggiunti attraverso luso dellSCC:
la riduzione al minimo della manodopera;
leliminazione delle operazioni di staggiatura e vibrazione;
leliminazione del rumore da vibrazione in cantiere.
Inoltre un quarto risultato, non presente in altri SCC, riguarda il mantenimento della
lavorabilit a due ore con temperature ambiente maggiori di 30C, senza compromettere le
resistenze iniziali.
Attraverso la raccolta sistematica di dati tecnici relativi alle gettate in opera possibile
dimostrare la piena affidabilit del prodotto in uso nella costruzione della nuova universit
Bocconi: le prove in cantiere e la misura delle resistenze raggiunte a 7 e a 28 giorni
testimoniano un mantenimento dei requisiti prestazionali del calcestruzzo nel tempo.
30
Nella Tabella 8 vengono esposti i valori medi dei risultati raccolti nel corso di tre mesi
di getto. Gli scarti quadratici medi relativi alle resistenze meccaniche sono risultati nella
norma e i valori di slump-flow compresi tra 75 e 80 cm.
Massa
Massa volumica Resistenza 7 gg. Resistenza 7 Slump Flow
Rck (N/mm2) Cons D MAX (mm) volumica
2 28gg. (kg/m2) (N/mm2) gg. (N/mm2) (cm)
7gg. (kg/m )
Valori medi 35 SCC <25 2360 2366 41,4 47,4 77
Tabella 8. Valori medi dei risultati raccolti nel corso di tre mesi di getto
31
3.1 Progetto
Per la realizzazione del basamento, inizialmente, era stato progettato un mix design di
riferimento, riportato in tab 9., il quale sfruttava le caratteristiche dei SCC, quali la passing
32
ability e la resistenza a segregazione, per poter permettere l'utilizzo di una fitta maglia di
armature.
Kg/mc
Cemento II-A/L 32,5 R Buzzi Unicem 330
Fly-Ash 175
Sabbia (0/8) 906
Pietrischetto (8/16) 726
Acqua 175
Addiment Compactcrete 39/P (%
sulcemento + cenere) 1,40%
Tabella 9.
Considerata la configurazione e le dimensioni notevoli del basamento, particolare attenzione
stata posta allo sviluppo del calore di idratazione ed ai possibili rischi di fessurazione termica.
Simulazioni effettuate in laboratorio, in collaborazione con l'Universit di Roma La
Sapienza, hanno evidenziato la possibilit del raggiungimento di gradiente di temperatura,
fra l'interno e l'esterno del basamento, elevati a tal punto da comportare un rischio per la
fessurazione del basamento stesso.
In prima scelta progettuale, era stata vagliata la possibilit di asportare il calore, per
mezzo di un sistema di raffreddamento dell'armatura, ma data la densit dei ferri quest'ultima
stata scartata. Quindi per la soluzione del problema si optato per riprogettare il mix del
SCC tale da minimizzare il calore sviluppatosi per idratazione, tenendo conto anche delle
caratteristiche meccaniche richieste. Prove di laboratorio hanno permesso di individuare un
rapporto cenere/cemento tale da consentire abbattimento di calore di idratazione, a fronte di
un calo accettabile delle caratteristiche meccaniche (Figura 2.).
Figura 2.
33
Tabella 10.
Nonostante le prove con il nuovo mix design dimostrassero una riduzione del rischi di
fessurazione si ritenuto opportuno inserire una doppia serie di ferri corticali 16 passo 20
cm fino ad una profondit di 25 cm dalla superficie dei casseri.
Inoltre prima dell'esecuzione del getto si ritenuto opprtuno misurare landamento
della temperatura allinterno del blocco di fondazione. Sono state perci disposte, in
corrispondenza della superficie e di una parete laterale, a varie profondit (1, 10, 25, 50, 100
cm), 10 canne in PVC diametro esterno 15 mm, chiuse con tappi filettati di acciaio
allestremit immersa nel getto. Un ulteriore canna stata inserita in prossimit del cuore
del getto a 200 cm dalla superficie. Allinterno di ciascuna canna stata calata una
termoresistenza collegata ad un acquisitore di dati, inoltre si registrato anche la temperatura
ambientale, i dati sono riportati nelle Figure 3. e 4.
Onde evitare uno sbalzo termico eccessivo fra le superfici esterne e il cuore della
struttura si deciso di rimuovere i casseri dopo 7 giorni dal getto.
34
Figura 3.
Figura 4.
35
CONCLUSIONI
In questa sede sono state riportate due esperienze affini per problematiche dovute all'utilizzo
di SCC in presenza di problemi relativi alle temperature; esterna in fase di esecuzione del
getto nel caso Bocconi di Milano, e di gradiente termico dovuto al calore di idratazione nel
caso del basamento per il mulino della cementeria Uunimed di Barletta.
In entrambi i casi si reso necessario l'utilizzo dei SCC data l'esigenza di avere il
faccia vista di ottima qualit e data la presenza di una fitta armatura e dalla impossibilit di
effettuare vibrazioni.
Le esperienze riportate hanno confermato in pieno le caratteristiche gi note dei
calcestruzzi auto-compattanti quali l'elevata deformabilit e l'elevata resistenza alla
segregazione, sia esterna che interna; ed inoltre hanno evidenziato la possibilit di progettare
un mix-design diverso ed adatto alle diverse caratteristiche dei materiali a disposizione e in
grado di far fronte a molteplici problemi progettuali.
Da non trascurare sono gli altri vantaggi derivati dall'utilizzo di SCC, a fronte di un
maggior costo di produzione, i risparmi conseguiti, in termini di riduzione di manodopera e
tempi di realizzazione, sono risultati significativi, senza contare il miglioramento delle
condizioni di lavoro dovute al mancato utilizzo dei vibratori.
Piena conferma hanno avuto anche le raccomandazioni e le accortezze che il Self-
Compacting Concrete richiede, in generale, per la sua corretta confezione e posa in opera:
impianti di produzione con adeguati sistemi di pesatura e rilevatori;
autobetoniere molto efficienti; raccomandabile l'uso di un premescolatore;
costanza qualitativa del calcestruzzo che deve essere verificata regolarmente;
curing pi accurato rispetto a quello di un calcestruzzo tradizionale, soprattutto per
l'elevato contenuto di polveri;
utilizzo di casseri in grado di resistere alla spinta prodotta dal calcestruzzo ed in grado
di assicurare una perfetta tenuta.
37
Blibliografia e Sitografia
www.addimentitalia.it
http://www.buzziunicem.it