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Il Calcestruzzo strutturale e l’acciaio per

il calcestruzzo armato
CALCESTRUZZO

Il calcestruzzo è un materiale artificiale composto con aggregati lapidei di


diverse dimensioni uniti da un legante idraulico (il cemento) la cui attivazione
avviene grazie alle reazioni chimiche con l’acqua. I componenti essenziali del
calcestruzzo sono:

•Il cemento;
•Gli aggregati;
•L’acqua.

Un primo tipo di calcestruzzo, avente per legante la pozzolana mista a calce, fu


impiegato dai romani con il nome di “betunium” (da cui "beton“, usato oggi da
francesi e tedeschi). Si trattava di un conglomerato impiegato per fondazioni, per
murature di grande spessore e, a volte, per riempire i cassettoni delle cupole
compresi tra i costoloni di muratura di mattoni disposti secondo i meridiani e i
paralleli ovvero per realizzare delle cupole. La cupola del Pantheon a Roma è un
esempio dell’impiego di questo conglomerato, al cui interno si ritrovano cocci di
laterizio e di altro materiale, in quanto il confezionamento del betunium era
anche l’occasione per smaltire notevoli quantità di materiali di risulta.
GLI AGGREGATI

Gli inerti formano lo scheletro solido del calcestruzzo e ne costituiscono la


percentuale prevalente in peso e volume: la loro qualità è determinante per la
buona riuscita del calcestruzzo.

Per minimizzare il volume dei vuoti nell’impasto, si usano aggregati di


diverso diametro:
• aggregati a grana grossa (ghiaia o pietrisco);
• aggregati a grana fine (sabbia).

Per ottenere un buon calcestruzzo


occorre che la miscela di aggregati
abbia una corretta granulometria,
ottenuta mescolando in proporzioni
opportune aggregati di tipo diverso.
GRANULOMETRIA

Il controllo della granulometria si fa tracciando la curva granulometrica


della miscela, che si ottiene riportando in un diagramma, in funzione del
diametro, la percentuale in peso degli aggregati passanti in crivelli con
fori di diametro crescente. Un criterio valido per giudicare della qualità
della curva consiste nel verificare che essa sia contenuta all’interno
di una zona (fuso di Fuller):
CARATTERISTICHE DEGLI AGGREGATI

L’influenza degli aggregati sulla qualità dell’impasto è ovviamente legata


anche alle loro qualità intrinseche: gli aggregati grossi non devono essere
costituiti da rocce tenere di bassa resistenza, mentre le sabbie dovrebbero
essere di tipo siliceo piuttosto che calcareo.
Inoltre gli aggregati devono essere ben “puliti”, cioè privi di argilla e
materie organiche che, interponendosi, possono ostacolare l’aderenza tra il
cemento e gli aggregati.

La scelta degli aggregati


• influenza il costo del calcestruzzo;
• fornisce stabilità dimensionale;
• influenza durezza, resistenza alla abrasione, modulo elastico, ….
L’ACQUA

L’acqua, combinandosi con il cemento nel fenomeno dell’idratazione, dà


luogo alla “presa” che trasforma l’impasto in una massa solida.
Tuttavia l’acqua deve svolgere anche la funzione di lubrificante
nell’impasto, rendendolo sufficientemente fluido da essere lavorabile.
Per questo motivo l’acqua impiegata nell’impasto deve essere in quantità
superiore a quella strettamente necessaria per l’idratazione del cemento.
Peraltro all’aumentare dell’eccesso di acqua peggiorano sensibilmente le
caratteristiche meccaniche del calcestruzzo.
L’acqua da usare nell’impasto deve essere il più possibile pura, quando è
possibile si consiglia quindi l’uso di acqua potabile. In particolare devono
essere evitate acque contenenti percentuali elevate di solfati e le acque
contenenti rifiuti di origine organica o chimica. La presenza di impurità
infatti interferisce con la presa, provocando una riduzione della resistenza
del conglomerato.
Il cemento – EN 197
• - CEM I cemento portland
• - CEM II cemento portland composito
• - CEM III cemento d’altoforno
• - CEM IV cemento pozzolanico
• - CEM V cemento composito
COMPOSIZIONE MEDIA DI UN M3 DI CALCESTRUZZO

Sulla base del peso per unità di volume, il calcestruzzo può essere classificato in
tre categorie:
• calcestruzzo normale (2400 kg/m3)
• calcestruzzo leggero (< 1800 kg/m3)
• calcestruzzo pesante (>3200 kg/m3)
La resistenza a compressione fC del calcestruzzo si caratterizza con prove a
rottura di compressione su cubi o cilindri di opportune dimensioni calcolando
la tensione corrispondente al carico massimo applicato per causare la rottura
del provino.

Pmax
fC =
AC

Sulla base della resistenza a compressione, il calcestruzzo può essere


classificato in:

• calcestruzzo a bassa resistenza: resistenza minore di 20 MPa;


• calcestruzzo a moderata resistenza: resistenza fra 20 e 40 MPa;
• calcestruzzo alta resistenza: resistenza superiore a 40 MPa.
FATTORI CHE INFLUENZANO LA RESISTENZA

• Quantità di cemento;
• Composizione degli aggregati;
• Rapporto acqua/cemento;
• Additivi;
• Condizioni ambientali durante la maturazione.

Quantità di cemento

La resistenza del calcestruzzo aumenta quasi proporzionalmente al quantitativo di


cemento impiegato; tuttavia dosi eccessive (> 500 kg/m3) sono inutili o addirittura
dannose.

Gli aggregati

Gli aggregati i devono essere di buona qualità, puliti e dosati accuratamente.


Rapporto Acqua/Cemento (a/c)

Per la presa sono necessari circa 30 litri di acqua


per ogni quintale di cemento, ma per rendere il
calcestruzzo lavorabile questa quantità deve
aumentare (circa il doppio). Tuttavia all’aumentare
del rapporto acqua/cemento (a/c) le prestazioni del
calcestruzzo peggiorano drasticamente. L’aggiunta
di fluidificanti o superfluidificanti consente
l’impiego di valori più bassi del rapporto (a/c).

Resistenza media (N/mm2) a 28 gg di un cls


Rapporto (a/c) confezionato con cemento

32.5 42.5 52.5


0.5 30 40 50
0.6 25 32 40
0.7 20 25 30
0.8 15 20 25
Le condizioni ambientali

La velocità della presa del cemento aumenta rapidamente con la temperatura. Il


caldo secco e l’insolazione diretta sono dannosi, perché producono l’evaporazione
dell’acqua superficiale. Il getto in estate deve essere tenuto coperto e bagnato.
Il freddo rallenta la presa. Se l’acqua gela, la formazione del ghiaccio interrompe il
processo e la dilatazione rompe i legami già formati.
La stagionatura

I processi chimici della presa del cemento si protraggono per un


lungo periodo di tempo (anni); le prestazioni meccaniche variano di
conseguenza. Le condizioni di umidità durante la stagionatura
influenzano la
resistenza finale
del calcestruzzo.
Una maturazione
accelerata si può
ottenere con
trattamenti con
vapore ad alta
temperatura (a
24 ore si hanno già
resistenze dell’ordine
del 60% delle resistenze
a 28 giorni con normale
maturazione.
Lavorabilità

La lavorabilità è una proprietà importante del calcestruzzo, in quanto essa


consente di ottenere getti compatti, privi di cavità e di difetti. Le prime 48 ore
sono molto importanti per le performance di una struttura di calcestruzzo.
Controllano il comportamento a lungo termine, la resistenza, il modulo
elastico, la viscosità e la durabilità.
La lavorabilità si migliora
aumentando il contenuto in
acqua, che però riduce la
resistenza. La compattazione si
migliora con la vibrazione o
con l’aggiunta di fluidificanti
o superfluidificanti.
Proprietà a breve termine

• Lavorabilità;
• Perdita Slump;
• Segregazione/Bleeding;
• Ritiro Plastico;
• Tempo di getto;
• Temperatura.
Caratteristiche meccaniche

Le prove di compressione si effettuano in genere su provini cubici con spigolo di


15 cm o cilindrici con D = 15 cm e H = 30 cm.
Le curve tensione σ−deformazione ε di provini di calcestruzzo con diverse
resistenze sono evidenziate in Figura.
80
70
60

sforzo, MPa
50
40
30
20
10
0

0
0,18
0,2
0,4
0,6
0,8
1
1,2
deformazione, %
RESISTENZA A COMPRESSIONE SECONDO NORMATIVA
Quale valore della tensione di rottura? Un valore che sia garantito “quasi sempre”
Valore caratteristico fck: frattile 5% della distribuzione delle resistenze
(la resistenza sarà minore solo nel 5% dei casi)
distribuzione di frequenza densità di probabilità
Numero limitato Num ero m olto
di prove e leva to di prov e
frequenza

Area sottesa da lla


curva : 100 %
Area: 5 %

0 4 8 12 16 20 24 28 32 36 40 0 4 8 12 16 20 24 28 32 36 40
resistenza [MPa] fc k resistenza [MPa ]

Si definisce la classe di resistenza del calcestruzzo in base alla resistenza cilindrica


caratteristica (5%), fck, o alla resistenza cubica, fck,cube, in accordo con la EN 206-1
(Cfck/fck,cube). In genere fck < fck,cube
(Cfck/fck,cube)
Modulo elastico

Il legame costitutivo del calcestruzzo manca di una fase lineare ben


definita. Il modulo elastico è fissato convenzionalmente come il modulo
secante ad una tensione
σ = 0.4 fc

Il modulo elastico è correlato alla resistenza.

Il coefficiente di Poisson

Può essere assunto uguale a 0,2 per calcestruzzo non fessurato e 0 per
calcestruzzo fessurato.

Il coefficiente lineare di dilatazione termica

Può essere assunto uguale a 10 x10-6 K -1.


Tabella 3.1 – Caratteristiche del calcestruzzo
RESISTENZA A TRAZIONE

Il calcestruzzo teso ha un comportamento fragile.


La resistenza a trazione si misura spesso mediante prove indirette.
La resistenza a trazione è correlata con quella a compressione.

Prova di trazione diretta. Prova di flessione (indiretta). Prova brasiliana (indiretta).


La resistenza a trazione è definita dalla più alta tensione raggiunta sotto carichi
concentrici di trazione.

Quando la resistenza a trazione è determinata da prove brasiliane (splitting),


fct,sp, un valore approssimato della resistenza a trazione diretta, fct, può essere
fatta con la relazione:

fct = 0,9 fct,sp.

La resistenza a trazione in flessione può essere valutata dalla relazione:

fctm,fl = max {(1,6 - h/1000)fctm; fctm };

dove:
h é l’altezza dell’elemento strutturale in mm;
fctm è la resistenza media a trazione.
Viscosità

Quando un carico viene applicato per un lungo periodo di tempo le deformazioni


non si arrestano al momento dell’applicazione, ma continuano a crescere tendendo
asintoticamente ad un valore finito. Nel calcestruzzo la deformazione viscosa non
è interamente removibile; una parte della deformazione rimane anche dopo la
rimozione del carico.
Ritiro

Il ritiro del calcestruzzo è un fenomeno che si manifesta la riduzione del volume


del getto. L’entità del ritiro è fortemente influenzata: 1) dal rapporto a/c e
2) dall’umidità ambientale. Il ritiro provoca ulteriori deformazioni e fessurazione
diffusa.

Viscosità e ritiro del calcestruzzo dipendono dall’umidità ambientale, dalle


dimensioni dell’elemento e dalla composizione del calcestruzzo. La viscosità è
anche influenzata dal grado di maturazione del calcestruzzo alla prima
applicazione dei carichi e dipende dalla durata e dall’entità del carico. La
valutazione del coefficiente di viscosità ϕ(t, t0), e della deformazione da ritiro εcs,
dovrebbero tener conto di questi parametri.
Controlli in esecuzione della resistenza caratteristica

Durante l’esecuzione dei lavori deve essere controllato che il valore


caratteristico della resistenza del calcestruzzo non sia inferiore a quello fissato
in fase di progetto dal progettista.

Prelievi

Per la normativa italiana un prelievo è formato da due campioni, prelevati da


uno stesso getto al momento della posa in opera; la media delle resistenze dei
due campioni è detta resistenza di prelievo. Il controllo di accettazione si può
eseguire secondo due diverse modalità:
•Si esegue un prelievo (2 provini) ogni 100 m3 di getto con un minimo di 3
prelievi;
•Nel caso di costruzioni con più di 1500 m3 di calcestruzzo è ammesso un
controllo di tipo statistico. Viene eseguito almeno un prelievo ogni giorno di
getto e, complessivamente, non meno di 15 prelievi ogni 1500 m3.
Controlli di accettazione

• Per un prelievo ogni 100 m3 di getto:

Indicando con Rm la media aritmetica delle tre resistenze di prelievo e con Rmin il
valore minimo tra i tre, il controllo è superato se:
Rm ≥ Rck + 3.5 (N/mm2)
Rmin ≥ Rck- 3.5 (N/mm2)

• Nel caso di costruzioni con più di 1500 m3 il controllo di tipo statistico è


superato se sono verificate le condizioni seguenti:

Rm ≥ Rck + 1.4s
Rmin ≥ Rck - 3.5 (N/mm2)

in cui Rmin è il valor minimo delle resistenze di prelievo ed s2 il loro scarto


quadratico medio.
ACCIAIO PER CEMENTO ARMATO

Acciai da cemento armato

Gli acciai da c.a. vengono prodotti in barre trafilate di 4 classi: 1) FeB22k,


2) FeB32k, 3) FeB38k e 4) FeB44k, di diametro compreso tra i 6 ed i 30 mm
(26 mm per FeB44). Il numero indica la tensione di snervamento minima
garantita in daN/mm2. Gli acciai sono classificati sulla base della tensione di
snervamento. Gli acciai delle prime due classi (non più utilizzate) sono
prodotti in barre tonde e lisce, quelli delle altre due in barre sagomate per
migliorare l’aderenza.
BARRE DI ACCIAIO DISPONIBILI
Area (mm2)
PROVA DI TRAZIONE DI UNA BARRA IN ACCIAIO

Tensione dN/mm2
ADERENZA ACCIAIO-CALCESTRUZZO

Il corretto funzionamento delle strutture in cemento armato dipende dalla effettiva


possibilità che i due materiali costituenti, calcestruzzo ed acciaio, siano realmente
solidali, cioè subiscano le stesse deformazioni. Questo comportamento è reso possibile
dall’aderenza, il fenomeno attraverso cui si trasmettono gli sforzi tra i due materiali.
Se una barra, annegata per una lunghezza l in un blocco di calcestruzzo, viene
sollecitata a trazione fino allo sfilamento si distinguono diverse fasi. Inizialmente la
forza cresce in assenza di scorrimenti; questa fase è dominata dai legami chimici, che
si formano durante la presa, tra il cemento e l’acciaio. Superata la modesta resistenza
offerta da questi legami, la forza può ancora crescere, ma con scorrimenti più elevati
(secondo ramo della curva). Nelle barre lisce l’incremento di forza in questo tratto è
piccolo e dipende dall’ingranamento tra il calcestruzzo e le microrugosità della
superficie delle barre. Nel caso di barre ad aderenza migliorata questo incremento è
più sensibile grazie all’ingranamento con le nervature sulla superficie delle barre; per
vincere l’aderenza devono rompersi i denti di calcestruzzo che ostacolano lo
scorrimento.
L'aderenza tra l’acciaio e il calcestruzzo è di fondamentale importanza per ogni
elemento strutturale, in quanto una ottima aderenza è necessaria per un corretto
funzionamento delle strutture in cemento armato.

fbd
La lunghezza di ancoraggio di base lb è la lunghezza di ancoraggio (misurata
in asse alla barra, sia essa rettilinea o curva) ottenuta assumendo tensione di
aderenza costante. Di solito si assume che la tensione sia costante su tutta la
superficie a contatto; in questo caso la forza che può essere trasmessa fra
una barra di acciaio di diametro Φ annegata nel calcestruzzo per una
lunghezza lb è legata alla tensione fbd di aderenza, dalla relazione:
Fb = π Φ lb fbd

Se alla barra si richiede di poter raggiungere una tensione di snervamento σy


la forza massima che sollecita la barra risulta
Fb = fyd(π Φ2/4)

Uguagliando le due relazioni si ottiene la lunghezza di ancoraggio di base lb


lb = (fydΦ)/(4 fbd)
Assumendo fyd= 4400 kg/cm2, fbd = 20 kg/cm2 (limite di adesione chimica),
si ottiene lb = (35÷55) Φ. Si comprende che se si desidera che una trave
collassi solo con uno snervamento è necessario che la barra sia ancorata di
35÷55 volte il diametro. Per esempio una barra con diametro φ = 1,2 cm,
verrà ancorata di 48 cm.
DURABILITÀ
Durabilità: abilità di resistere ad azioni ambientali, attacco chimico,
abrasione, o qualsiasi processo di deterioramento.
PRINCIPALI CAUSE DI DEGRADO DELLE STRUTTURE IN C.A.

Degrado del cls Degrado delle armature

meccaniche fisiche strutturali chimiche corrosione

Abrasione Sovraccarichi
Carbonatazione
erosione assestamenti
cloruri
urto carichi ciclici
correnti vaganti
esplosione Gelo-disgelo
incendio Reaz. alcali aggregati
attacco acido
attacco da solfati
attacco da solfuri
attacco da acque pure
Fino agli anni 70 a livello normativo non si parlava di durabilità (Model Code
CEB, 1978).
Sempre più oggi nella progettazione si dovrebbe tener conto di diversi fattori che
influenzano la durabilità quali:
¾ Le condizioni ambientali attese;
¾ L’utilizzo della struttura;
¾ Le condizioni di prestazioni richieste;
¾ La composizione, proprietà e comportamento dei materiali;
¾ La forma degli elementi strutturali e i dettagli costruttivi;
¾ Qualità e controllo della manodopera;
¾ La manutenzione.

Meccanismi che portano ad un degrado del calcestruzzo sono:


¾Corrosione delle armature;
¾Carbonatazione del calcestruzzo;
¾Presenza di cloruri;
¾Azione dei cicli di gelo-disgelo;
¾Reazione alcali-silice;
¾Attacco da solfati;
¾Abrasione
¾……….
FENOMENI DI CORROSIONE
Fattori responsabili della perdita di passività e quindi della corrosione:
1. la variazione del pH della pasta di cemento (carbonatazione):
l’anidride carbonica presente nell’atmosfera quando viene a contatto con il
calcestruzzo reagisce con i suoi componenti alcalini per dare carbonati,
soprattutto di calcio. Il pH si riduce dal valore usuale di 12,5-13,5 fino ad 8-
9, cioè ben al di sotto del valore necessario per assicurare le condizioni di
passività.
2. La presenza dei cloruri: i cloruri solubili sono presenti nel calcestruzzo sia
perché apportati dai vari componenti dell’impasto, sia perché capaci di
diffondere all’interno se presenti nell’ambiente (acqua di mare, sali
disgelanti) a causa della presenza di fessure o della permeabilità del
calcestruzzo. Quindi le strutture che possono subire il danno sono
fondamentalmente quelle situate in ambiente marino e quelle soggette all'uso
di sali disgelanti, che vengono impiegati nelle zone molto fredde per evitare
la formazione di ghiaccio sulle pavimentazioni stradali, autostradali e
pedonali Una piccola quantità di ione cloruro è sufficiente a modificare la
morfologia dello strato di ossido passivante, formando ioni complessi
instabili e provocando una riduzione di pH ed un riciclaggio di ione cloro.
CARBONATAZIONE

La diagnosi si effettua eseguendo un test colorimetrico con fenolftaleina su


carotaggi o su frammenti di calcestruzzo, con le modalità del testo UNI 9944,
spruzzando una soluzione idroalcolica di fenolftaleina su una superficie
perpendicolare alla superficie di estradosso dell'elemento strutturale. La
soluzione con fenolftaleina colora di rosso il calcestruzzo se la pasta di
cemento è alcalina (pH> 10.2) e rimane incolore se viene a contatto con un
calcestruzzo avente pH < 8.6 nel quale per effetto della carbonatazione il
Ca(OH)2 si è completamente trasformato nel CaCO3.
CARBONATAZIONE

Calcestruzzo esposto a CO 2 Calcestruzzo carbonatato


CORROSIONE ARMATURE
Strutture in calcestruzzo armato esposte ad ambiente marino: corrosione da cloruri
evidente dopo 2-3 anni, e collassate dopo 7 anni e mezzo.
REAZIONE ALCALI-AGGREGATO (ASR)

In ambiente umido la presenza di alcali (sodio e potassio) nel cemento e di


silice reattiva (opale, calcedonio e certe forme di quarzo) negli aggregati
innesca la cosiddetta reazione alcali-silice.
Il degrado si può manifestare sotto forme distinte.
Per strutture massive contenenti una quantità rilevante di aggregato reattivo
distribuito con omogeneità nel conglomerato: fessurazione diffusa (a carta
geografica), accompagnata da un rigonfiamento (soprattutto nelle zone più
esposte all’umidità ambientale).
Per elementi strutturali armati: formazione di fessure lineari parallele al lato
lungo del manufatto (ad esempio su pilastri si formano fessure sulla mezzeria
delle facce verticali). Se invece gli aggregati reattivi sono pochi e situati in
vicinanza della superficie esposta all’umidità, il degrado si manifesta nel
sollevamento e successiva espulsione di una piccola area di calcestruzzo che
circonda l’inerte reattivo (pop out).
Poiché il decorso della reazione alcali-aggregato richiede in genere tempi
molto lunghi (da qualche mese a qualche decina di anni), il fenomeno si
presenta molto insidioso, in quanto comporta il degrado della struttura quando
essa è ormai da tempo in pieno servizio.
ASR
ASR
PRESCRIZIONI PER LA DURABILITÀ

Al fine di garantire la vita utile, adeguate misure devono essere adottate per
proteggere tutti gli elementi strutturali contro le rilevanti azioni ambientali.
Queste riguardano:

¾ Concezione Strutturale,
¾ Scelta dei Materiali,
¾ Dettagli Costruttivi (es. copriferro),
¾ Esecuzione,
¾ Controlli di Qualità,
¾ Sorveglianza,
¾ Verifiche,
¾ Misure Speciali (e.g. uso di acciaio inossidabile, rivestimenti,
protezione catodica).
COPRIFERRO NOMINALE

cnom = cmin + Δcdev

cmin dipende sia dall’aderenza che dalle condizioni ambientali


cmin = max {cmin,b; cmin,dur+Δcdur,γ - Δcdur,st - Δcdur,add; 10 mm}

cmin,b : copriferro minimo per aderenza


cmin,dur : copriferro minimo per condizioni ambientali
Δcdur,γ : incremento per sicurezza
Δcdur,st : riduzione per uso di acciaio inox
Δcdur,add : riduzione per uso di agenti protettivi
Barra singola ⇒ cmin,b = diametro della barra φ

Fasci di barre ⇒ cmin,b = diametro equivalente φn =φ nb ≤ 55mm


nb= numero di barre ≤ 4 per barre verticali compresse e giunti
sovrapposti
nb ≤ 3 in tutti gli altri casi

Se il valore nominale dell’aggregato massimo è maggiore di 32mm cmin,b deve


essere incrementato di 5mm.

Simili raccomandazioni valgono per le armature presollecitate.


Copriferro minimo per condizioni ambientali cmin,dur

Gli incrementi e le riduzioni sono indicati nelle appendici nazionali.


Se non ci sono ulteriori specificazioni i valori raccomandati sono:
Δcdur,γ = 0 mm
Δcdur,st = 0 mm
Δcdur,add= 0 mm
TOLLERANZE PER QUALITÀ DI ESECUZIONE Δcdev

Definito nelle appendici nazionali - Valore raccomandato: Δcdev = 10mm

Riduzioni possibili:

Produzione soggetta a controllo di qualità:


5mm≤ Δcdev ≤10mm

Produzione soggetta a monitoraggio con eliminazione di elementi non conformi:


0mm≤ Δcdev ≤10mm
CICLI GELO – DISGELO
Quando l’acqua comincia a gelare in una cavità capillare della pasta di
cemento, l’aumento di volume richiederebbe una dilatazione della cavità pari
circa al 9% del volume di acqua gelata; si genera perciò una pressione
idraulica, che però non è la sola causa dell’espansione della pasta di cemento:
la pressione osmotica, dovuta alle differenze di concentrazione del sale nel
fluido dei pori, e l’effetto capillare, che implica una migrazione su larga scala
dell’acqua dai pori piccoli alle cavità più grandi, sono ugualmente responsabili
dell’espansione dei corpi porosi.
Anche gli aggregati costituiti da roccia porosa, pietra arenaria, calcari e scisti
possono essere interessati dallo stesso fenomeno.
Questo tipo di degrado si manifesta con modalità diversa a seconda che siano
presenti o meno sali disgelanti: se questi ultimi non sono presenti, i cicli, per
effetto dell’aumento di volume dell’acqua, provocano un progressivo
sfarinamento della pasta cementizia della superficie del manufatto, in modo
tale da far sgretolare la frazione di malta ed evidenziare l’aggregato grosso; in
presenza dei suddetti sali si verifica il distacco e sollevamento di strati corticali
di calcestruzzo. L’osservazione visiva, oltre al tipo di esposizione, permette di
riconoscere il fenomeno.
AZIONE DEL FUOCO
E’ necessario determinare come l'azione del fuoco abbia ridotto la resistenza
meccanica del calcestruzzo a diverse profondità rispetto alla superficie di
estradosso. Questo è possibile tramite: indagini meccaniche per misurare la
resistenza a compressione (mediante carotaggio o altre tecniche adeguate);
indagini chimiche, tendenti ad individuare trasformazioni dei composti che
costituiscono la pasta legante o gli aggregati, sempre a diverse profondità
all'interno della struttura.

EFFETTO DEL SISMA-URTI


A seguito del sisma si richiedono generalmente soltanto indagini volte a
determinare la resistenza a compressione del calcestruzzo e l'effetto
complessivo del fenomeno dal punto di vista strutturale.

EFFETTI DI EROSIONE ED ABRASIONE


Anche in questo caso la natura dei fenomeni è conosciuta; le indagini
necessarie sono generalmente solo quelle occorrenti per individuare la
profondità della sezione della struttura da ricostituire.

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