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ing. Tripoli
A GENERALITA
Assodato che lo scavo delle gallerie implica un cedimento in superficie, la scienza e la pratica
esecutiva (in epoca di realizzazione di metropolitane e passanti ferroviari) hanno ampiamente
sviluppato metodi di indagine sui fabbricati per accertare, in funzione delle loro caratteristiche
costruttive e di conservazione, i limiti sopportabili di cedimento.
In pratica, definite tutte le caratteristiche di forma e ampiezza del bacino di subsidenza,
necessario analizzare il fenomeno di interferenza tra i movimenti subiti dal terreno e le
strutture in superficie.
Il procedimento di analisi degli effetti provocati dalla subsidenza sugli edifici sovrastanti la
galleria prevede:
PER
SCAVO
DI
GALLERIE
FORO
CIECO
ing. Tripoli
distanza orizzontale rispetto allasse di simmetria della galleria, rispettivamente pari a 0,0m,
2,0m, 4,0m.
Figura 6: Variazione dei cedimenti verticali in superficie per alcuni punti in funzione del
rapporto di copertura
140
X=0
cedim ento[m m ]
120
X=2m
100
X=4
80
60
40
20
0
0
0,5
1,5
z/D
2,5
Dallanalisi del grafico emerge che, per rapporti di copertura compresi tra 2 e 2,5D, il valore
del
cedimento
massimo
(x=0)
tende
crescere
in
maniera
sensibile,
portando
ing. Tripoli
10 m
15
20
0,00
10,00
20,00
Copertura 2.5 D
30,00
Copertura D
40,00
Copertura 2D
50,00
Il grafico citato mostra come i profili di subsidenza siano fortemente influenzati dalla copertura
della galleria. In particolare risulta evidente come il valore di cedimento massimo per coperture
pari a 2 diametri sia pari a circa 25mm, valore che Terzaghi e Peck (1948) considerano come
massimo ammissibile per cedimenti di fondazioni su sabbie.
Una copertura pari a 2 diametri risulta quindi il valore minimo da rispettare in fase di progetto
per poter contenere i cedimenti in superficie, a meno di ricorrere ad interventi particolari di
preconsolidamento
Alle medesime conclusioni si pu giungere osservando i cedimenti massimi misurati tra gli
anni 70 e gli anni 90 durante la realizzazione di alcune gallerie superficiali in terreni incoerenti,
come mostrato in Figura 8
In tempi di tecnologie gi avanzate (infilaggi jet grouting iniezioni ecc), ma senza
applicazione di metodi di compensazione, attorno i valori di copertura di 1,53 diametri si sono
registrati diversi casi di cedimenti certamente eccedenti i limiti sopportabili dalle strutture
soprastanti.
Figura 8: Gallerie in sabbia: valori misurati di cedimento massimo in funzione della copertura
Titolo del grafico
300
Case Histories
Potenza (Case Histories)
250
Smax [mm]
200
150
100
y = 61,84x-1,0143
50
0
0,00
1,00
2,00
3,00
4,00
z0/D
5,00
6,00
7,00
ing. Tripoli
C1
Nella metodologia di analisi agli stati limite di esercizio, al fine di stabilire il potenziale
danneggiamento cui sottoposto un manufatto, le norme propongono dei valori ammissibili
dei pi comuni parametri didentificazione dello stato deformativo di un edificio soggetto a
cedimenti differenziali in fondazioni.
Parimenti disponibile unampia documentazione bibliografica sullargomento che permette di
determinare, sulla base di osservazioni sperimentali ed esperienze condotte sul campo, delle
categorie di danno delimitate da valori caratteristici dei parametri identificativi dello stato
deformativo indotto. Nel caso di strutture in muratura portante il parametro pi significativo
dato dal rapporto di inflessione D/L (inflessione/lunghezza) e i valori limite, secondo Bjerrum
(1963), sono presentati in figura 9
Dette categorie si riferiscono agli effetti provocati dalle subsidenze su edifici in buone
condizioni.
FIG. 9
10/1000
5/1000
3/1000
2/1000
1.5/1000
1.25/1000
D/L
Figura 9: limiti ammissibili della inflessione per varie strutture (Bjerrum, 1963; ripresi da Nuovo
Colombo, Manuale dellIngegnere)
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per strutture intelaiate uno dei parametri pi importanti, e direttamente correlabili con i
valori ottenibili dai risultati delle analisi di subsidenza, linclinazione, o deformazione
angolare, della curva dei cedimenti. Per una preliminare valutazione degli effetti sugli
edifici possibile affermare che per valori di < 1/300 non si ha comparsa di fessure nelle
strutture di tamponamento mentre per >1/150 si possono riscontrare danni alle strutture
portanti in calcestruzzo. LEurocodice n.7 per le opere di ingegneria geotecnica indica
invece valori ammissibili della deformazione angolare pi cautelativi pari a 1/500 per
strutture a telaio in calcestruzzo armato con tamponature, e pari a 1/200 per i telai aperti.
la deformazione critica di trazione (hcrit) un parametro particolarmente idoneo a
rappresentare il quadro deformativo di un edificio in muratura in quanto ne coglie sia il
comportamento flessionale, sia quello deformazionale. Di contro, assumendo come
parametro caratteristico dello stato deformativo il cedimento differenziale ( crit) tra gli
estremi delledificio, mentre ben schematizzato il comportamento flessionale delledificio,
non si coglie il comportamento estensionale, meno determinante per le strutture intelaiate
in c.a. o acciaio, ma decisivo per quelle in muratura. Il modello utilizzato ipotizza che
ledificio, il cui comportamento stato assimilato a quello di una trave ideale di lunghezza
L e altezza H, segua landamento del terreno. Tale ipotesi implica che le deformazioni
siano determinate trascurando gli effetti dellinterazione tra edificio stesso e terreno che
comportano, nella realt, un decremento delle deformazioni orizzontali e dei cedimenti in
virt della rigidezza delledificio stesso.
Per la valutazione preliminare e cautelativa del danno sugli edifici possibile utilizzare la
relazione grafica tra il danneggiamento strutturale e i parametri (distorsione angolare) e h
(deformazione orizzontale) fornita da Cording e Boscardin (Figura 10). Le curve si basano su
analisi in travi profonde con asse posizionato sullestremo inferiore e su strutture con rapporto
tra i lati uguali ad 1.
Ai risultati ottenuti sono state associate le categorie di danno fornite dalla classificazione di
Burland et Al.(1977), che mette in relazione lampiezza delle fessure che si generano
sulledificio con i danni sui suoi elementi non strutturali, associando ad una classe/categoria di
danno una descrizione visiva del danno, lampiezza delle fessure visibili ed i metodi
dintervento per la riparazione.
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FIG. 10
3,5
3
2,5
2
1,5
da moderati a severi
1
0,5
0
leggeri
molto leggeri
danni
trascurabili
Distorsione angolare 1/
(x
103)
Figura 10: Danno sugli edifici in funzione delle deformazioni del terreno e
della distorsione angolare
Per definire in maniera pi precisa il comportamento degli edifici nei confronti della subsidenza
e, quindi, per individuare i parametri che maggiormente inducono il danneggiamento delle
strutture, necessario effettuare una prima distinzione sulla base della tipologia delle
fondazioni:
fondazioni continue: in questa categoria ricadono tutti gli edifici fondati su platea, su plinti in pietra,
su palificate in legno e, in qualche caso, su palificate in calcestruzzo armato;
fondazioni isolate: in questa categoria ricadono tutti gli edifici fondati su plinti in calcestruzzo
armato, e, in qualche caso, su palificate in calcestruzzo armato
per strutture caratterizzate da fondazioni continue, il parametro di valutazione del danno dato
dalla deformazione massima di trazione subita delledificio (max), che funzione dellinflessione
relativa massima (max) subita dalledificio. La deformazione massima di trazione deve essere
confrontata con la deformazione limite (lim) di trazione fornita dalle classificazioni.
per strutture su fondazioni isolate il danneggiamento causato principalmente dal cedimento
differenziale fra i plinti. I parametri pi importanti, in questo caso, sono la distorsione angolare
massima max (definita come rotazione relativa tra due plinti successivi) e i cedimenti massimi
Smax e Smax subiti dalledificio (Fig 11).
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buildi
ng
L
Sma
Sma
ma
x
max
max
C2
Per le strutture aventi tipologia di fondazione definita come continua, i valori di riferimento per
il parametro di valutazione del possibile danneggiamento (la deformazione limite di trazione)
sono forniti dalla classificazione di Burland (classificazione di rischio 1, 1977), che individua
diverse categorie di rischio, in funzione dello stato fessurativo della struttura. La Tabella 6.2
associa ad ogni categoria di rischio una descrizione visiva del potenziale danno alla struttura.
ing. Tripoli
ing. Tripoli
0 (estetico)
CATEGORIA DI
RISCHIO/TIPO DI
DANNO
(Rankin)
1 (estetico)/
Irrilevante
1 (estetico)
2 (estetico)
3 (estetico / funzionale)
4 (funzionale)
2 (estetico)/
Lieve
3 (funzionale)/
Medio
4 (strutturale)/
Elevato
5 (strutturale)
10
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A valori bassi dellindice corrispondono situazioni migliori dal punto di vista della capacit
delledificio di sopportare deformazioni, ossia una condizione delledificio maggiormente
prossima allottimo stato di conservazione.
Lindice di vulnerabilit viene utilizzato per stabilire un eventuale fattore riduttivo dei valori
limite dei parametri di controllo che compaiono delle classificazioni di rischio, le quali sono
generalmente riferite a fabbricati in buono stato di conservazione, proprio per tenere in conto
la particolarit della storia di ogni edificio che, nel corso del tempo, ne pu ridurre la capacit
di risposta. Le correzioni delle classificazioni di rischio adottate sono riportate in bibliografia. In
funzione della classe di appartenenza di Iv, si stabilisce un coefficiente riduttivo (FR) dei valori
limite dei parametri di controllo (lim,max,Smax) variabile da 1.0 a 2.0.
Il significato della correzione il seguente: a parit di cedimento indotto a livello del piano di
fondazione, un edificio molto vulnerabile subisce danni molto pi elevati (appartiene ad una
classe di rischio pi alta) di un edificio poco vulnerabile.
Tabella 14 Vulnerabilit degli edifici in funzione del valore dellindice Iv
Intervallo Indice di
Vulnerabilit Iv
0-20
20-40
40-60
60-80
80-100
Irrilevante
Basso
Medio
Alto
Elevato
La traduzione operativa dellattivit di stima della vulnerabilit conduce infine alla definizione,
per ciascun edificio interessato da sottoescavazione, delle soglie di attenzione ed allarme per
cedimenti e distorsioni, del tipo riportato in tabella 15
Vulnerabilit edifici
Allarme
Cedimenti
Movimenti assoluti
differenziali
Sx,y (*)
[mm]
Sz
[mm]
Sz
[mm]
Sz max
Sx,y (*)
Sz
[mm]
[mm]
[mm
Controlli
Cedimenti
addizional
differenziali
Sz
Sz max
[mm]
[mm]
acc [mm/g]
Bassa
2.5 H
25
1/350
2.0 L
15
3.5 H
40
1/200
3.0 L
25
3-4
Media
2.0 H
20
1/500
1.5 L
12
3.0 H
30
1/350
2.5 L
20
2-3
Alta
1.5 H
15
1/750
1.3 L
10
2.5 H
25
1/500
2.0 L
15
1-2
11
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LEGENDA
x,y = movimento nel piano orizzontale, stimato in millimetri
z = massimo cedimento verticale ammissibile, stimato in millimetri
1/ = massimo cedimento verticale ammissibile, stimato in millimetri
z = massimo cedimento differenziale ammissibile, stimato in millimetri, per
edificio
L = distanza fra 2 punti di livellamento, espresso in metri, tipicamente 45 m
z max = limite superiore ammissibile per cedimenti differenziali , per edificio:
z = L < z max
H = elevazione, relativamente alla superficie, del punto di installazione delle mire ottiche,
espresso in metri
12