Sei sulla pagina 1di 12

ALLEGATO 5

I LIMITI DI ACCETTABILIT DEI CEDIMENTI

ing. Giovanni Tripoli - studio IGM


Via Dante 7 20080 Basiglio (MI)
tel 02-90756076 fax 02-90753449 port. 348-2225384
e-mail: gtripoli@tiscali.it studio.igm@tiscali.it
www.studio-igm.it

ing. Tripoli

A GENERALITA
Assodato che lo scavo delle gallerie implica un cedimento in superficie, la scienza e la pratica
esecutiva (in epoca di realizzazione di metropolitane e passanti ferroviari) hanno ampiamente
sviluppato metodi di indagine sui fabbricati per accertare, in funzione delle loro caratteristiche
costruttive e di conservazione, i limiti sopportabili di cedimento.
In pratica, definite tutte le caratteristiche di forma e ampiezza del bacino di subsidenza,
necessario analizzare il fenomeno di interferenza tra i movimenti subiti dal terreno e le
strutture in superficie.
Il procedimento di analisi degli effetti provocati dalla subsidenza sugli edifici sovrastanti la
galleria prevede:

la definizione dei limiti accettabili di volume perso;


caratterizzazione geotecnica e geometrica dei parametri per le formule empiriche;
la definizione dei parametri che caratterizzano lo stato limite di deformazione delledificio;
la determinazione del valore del parametro indicatore dello stato limite considerato, in
funzione dello stato di sollecitazione dovuto ai cedimenti differenziali;
il confronto tra il parametro considerato e quello considerato ammissibile o critico;
la definizione di una classe di danno in funzione dei cedimenti stimati attraverso i metodi
precedentemente descritti;
lanalisi delle possibili situazioni di rischio.

INFLUENZA DELLA COPERTURA NELLA PREVISIONE DEI CEDIMENTI


SUPERFICIALI

PER

SCAVO

DI

GALLERIE

FORO

CIECO

DETERMINAZIONE DELLA COPERTURA MINIMA


In base allequazione proposta da Peck (1969) per il calcolo della curva di subsidenza
trasversale, possibile determinare i profili dei cedimenti verticali, scelti i valori del volume
perso Vp, il coefficiente adimensionale k che caratterizza l ampiezza della curva di
subsidenza, noto il diametro e la profondit della galleria in esame.
Per le situazioni in esempio sono stati assunti i seguenti i valori caratteristici delle grandezze:
k= 0.375 (valore tipico per terreni sciolti)
Vp=1% valore medio per lavoro condotto secondo buone regole dellarte
D=7.8m
Variando il rapporto di copertura z/D dove z la quota dellasse della galleria, si ottiene, come
visibile in Figura 6, landamento dei cedimenti per alcuni punti in superficie posti ad una

ing. Tripoli

distanza orizzontale rispetto allasse di simmetria della galleria, rispettivamente pari a 0,0m,
2,0m, 4,0m.
Figura 6: Variazione dei cedimenti verticali in superficie per alcuni punti in funzione del
rapporto di copertura

140

X=0

cedim ento[m m ]

120

X=2m

100

X=4

80
60
40
20
0
0

0,5

1,5

z/D

2,5

Dallanalisi del grafico emerge che, per rapporti di copertura compresi tra 2 e 2,5D, il valore
del

cedimento

massimo

(x=0)

tende

crescere

in

maniera

sensibile,

portando

allinstabilizzazione del cavo per coperture pari a poco meno di 1 diametro.


Applicando tale diagramma alla circostanza della citt di Teramo, con copertura di circa 12
metri, quindi con rapporto di copertura:
z/D = 1,5
si ha una indicazione di valore di cedimento massimo, in asse alla galleria, circa pari a:
40 mm
Valori diversi e maggiori sono da considerarsi quindi abnormi e conseguenza di difetti o
progettuali o realizzativi.
In Figura 7 viene riportato il profilo trasversale di cedimento per tre valori di copertura
significativi (1 Diametro, 2 Diametri , 2.5 Diametri), dove, in questo caso, per copertura si
intende leffettiva distanza tra calotta e piano campagna.

ing. Tripoli

Figura7: Andamento della subsidenza trasversale per tre valori di copertura


0

10 m

15

20

0,00
10,00
20,00

Copertura 2.5 D

30,00

Copertura D

40,00

Copertura 2D

50,00

Il grafico citato mostra come i profili di subsidenza siano fortemente influenzati dalla copertura
della galleria. In particolare risulta evidente come il valore di cedimento massimo per coperture
pari a 2 diametri sia pari a circa 25mm, valore che Terzaghi e Peck (1948) considerano come
massimo ammissibile per cedimenti di fondazioni su sabbie.
Una copertura pari a 2 diametri risulta quindi il valore minimo da rispettare in fase di progetto
per poter contenere i cedimenti in superficie, a meno di ricorrere ad interventi particolari di
preconsolidamento
Alle medesime conclusioni si pu giungere osservando i cedimenti massimi misurati tra gli
anni 70 e gli anni 90 durante la realizzazione di alcune gallerie superficiali in terreni incoerenti,
come mostrato in Figura 8
In tempi di tecnologie gi avanzate (infilaggi jet grouting iniezioni ecc), ma senza
applicazione di metodi di compensazione, attorno i valori di copertura di 1,53 diametri si sono
registrati diversi casi di cedimenti certamente eccedenti i limiti sopportabili dalle strutture
soprastanti.
Figura 8: Gallerie in sabbia: valori misurati di cedimento massimo in funzione della copertura
Titolo del grafico

300

Case Histories
Potenza (Case Histories)

250

Smax [mm]

200

150

100

y = 61,84x-1,0143
50

0
0,00

1,00

2,00

3,00

4,00
z0/D

5,00

6,00

7,00

ing. Tripoli

Effetti sugli edifici

C1

Definizione dei potenziali danni sugli edifici

Nella metodologia di analisi agli stati limite di esercizio, al fine di stabilire il potenziale
danneggiamento cui sottoposto un manufatto, le norme propongono dei valori ammissibili
dei pi comuni parametri didentificazione dello stato deformativo di un edificio soggetto a
cedimenti differenziali in fondazioni.
Parimenti disponibile unampia documentazione bibliografica sullargomento che permette di
determinare, sulla base di osservazioni sperimentali ed esperienze condotte sul campo, delle
categorie di danno delimitate da valori caratteristici dei parametri identificativi dello stato
deformativo indotto. Nel caso di strutture in muratura portante il parametro pi significativo
dato dal rapporto di inflessione D/L (inflessione/lunghezza) e i valori limite, secondo Bjerrum
(1963), sono presentati in figura 9
Dette categorie si riferiscono agli effetti provocati dalle subsidenze su edifici in buone
condizioni.

FIG. 9
10/1000

5/1000

3/1000

2/1000

1.5/1000

1.25/1000

D/L

limite dove possono aversi difficolt per


macchinari sensibili ai cedimenti

limite di pericolo per strutture con diagonali


limite di sicurezza per edifici dove non si vogliono fessurazioni
limite per cui iniziano le prime fessurazioni
limite dove si incontrano le prime difficolt per i carri-ponte
limite per cui linclinazione di edifici alti e rigidi diventa visibile
forti fessurazioni nelle pareti dei pannelli di muratura
limite per muri flessibili cio h/l<0.25
limite per il quale si deve temere un pericolo generale per la struttura

Figura 9: limiti ammissibili della inflessione per varie strutture (Bjerrum, 1963; ripresi da Nuovo
Colombo, Manuale dellIngegnere)

ing. Tripoli

necessario evidenziare come il cedimento in s non causa di danno alle strutture, e


pertanto non pu essere considerato una misura efficace del potenziale danneggiamento, ma
occorre definire altri parametri cui correlare linformazione relativa al cedimento:
-

per strutture intelaiate uno dei parametri pi importanti, e direttamente correlabili con i
valori ottenibili dai risultati delle analisi di subsidenza, linclinazione, o deformazione
angolare, della curva dei cedimenti. Per una preliminare valutazione degli effetti sugli
edifici possibile affermare che per valori di < 1/300 non si ha comparsa di fessure nelle
strutture di tamponamento mentre per >1/150 si possono riscontrare danni alle strutture
portanti in calcestruzzo. LEurocodice n.7 per le opere di ingegneria geotecnica indica
invece valori ammissibili della deformazione angolare pi cautelativi pari a 1/500 per
strutture a telaio in calcestruzzo armato con tamponature, e pari a 1/200 per i telai aperti.
la deformazione critica di trazione (hcrit) un parametro particolarmente idoneo a
rappresentare il quadro deformativo di un edificio in muratura in quanto ne coglie sia il
comportamento flessionale, sia quello deformazionale. Di contro, assumendo come
parametro caratteristico dello stato deformativo il cedimento differenziale ( crit) tra gli
estremi delledificio, mentre ben schematizzato il comportamento flessionale delledificio,
non si coglie il comportamento estensionale, meno determinante per le strutture intelaiate
in c.a. o acciaio, ma decisivo per quelle in muratura. Il modello utilizzato ipotizza che
ledificio, il cui comportamento stato assimilato a quello di una trave ideale di lunghezza
L e altezza H, segua landamento del terreno. Tale ipotesi implica che le deformazioni
siano determinate trascurando gli effetti dellinterazione tra edificio stesso e terreno che
comportano, nella realt, un decremento delle deformazioni orizzontali e dei cedimenti in
virt della rigidezza delledificio stesso.

Per la valutazione preliminare e cautelativa del danno sugli edifici possibile utilizzare la
relazione grafica tra il danneggiamento strutturale e i parametri (distorsione angolare) e h
(deformazione orizzontale) fornita da Cording e Boscardin (Figura 10). Le curve si basano su
analisi in travi profonde con asse posizionato sullestremo inferiore e su strutture con rapporto
tra i lati uguali ad 1.
Ai risultati ottenuti sono state associate le categorie di danno fornite dalla classificazione di
Burland et Al.(1977), che mette in relazione lampiezza delle fessure che si generano
sulledificio con i danni sui suoi elementi non strutturali, associando ad una classe/categoria di
danno una descrizione visiva del danno, lampiezza delle fessure visibili ed i metodi
dintervento per la riparazione.

ing. Tripoli

FIG. 10

CATEGORIE DI DANNO DEGLI EDIFICI

Deform azione orizzontale H (*103)

3,5
3
2,5

danni da severi a molto severi

2
1,5

da moderati a severi

1
0,5
0

leggeri
molto leggeri
danni
trascurabili

Distorsione angolare 1/
(x

103)

Ref. Boscardin e C ording (1989)

Figura 10: Danno sugli edifici in funzione delle deformazioni del terreno e
della distorsione angolare
Per definire in maniera pi precisa il comportamento degli edifici nei confronti della subsidenza
e, quindi, per individuare i parametri che maggiormente inducono il danneggiamento delle
strutture, necessario effettuare una prima distinzione sulla base della tipologia delle
fondazioni:

fondazioni continue: in questa categoria ricadono tutti gli edifici fondati su platea, su plinti in pietra,
su palificate in legno e, in qualche caso, su palificate in calcestruzzo armato;
fondazioni isolate: in questa categoria ricadono tutti gli edifici fondati su plinti in calcestruzzo
armato, e, in qualche caso, su palificate in calcestruzzo armato

E quindi necessario dapprima individuare i parametri identificativi dello stato deformativo


indotto in funzione della tipologia strutturale e delle fondazioni, e associare a questi delle
categorie di rischio delimitate da valori caratteristici.
In sintesi, questi parametri identificativi possono essere identificati secondo i seguenti punti:

per strutture caratterizzate da fondazioni continue, il parametro di valutazione del danno dato
dalla deformazione massima di trazione subita delledificio (max), che funzione dellinflessione
relativa massima (max) subita dalledificio. La deformazione massima di trazione deve essere
confrontata con la deformazione limite (lim) di trazione fornita dalle classificazioni.
per strutture su fondazioni isolate il danneggiamento causato principalmente dal cedimento
differenziale fra i plinti. I parametri pi importanti, in questo caso, sono la distorsione angolare
massima max (definita come rotazione relativa tra due plinti successivi) e i cedimenti massimi
Smax e Smax subiti dalledificio (Fig 11).

ing. Tripoli

buildi
ng

L
Sma

Sma

ma
x

max

max

Figura 11: Principali parametri per la valutazione del danneggiamento


degli edifici
Per ci che riguarda lentit del danneggiamento, i danni indotti possono essere classificati
secondo le seguenti categorie:

C2

danni estetici: riguardano lievi fessurazioni o dislocamenti in tamponamenti, pareti divisorie,


pavimentazioni, e finiture in genere. Questi effetti possono essere tollerati in quanto eventualmente
facilmente riparabili, soprattutto per fabbricati ordinari;
danni funzionali: riguardano la perdita di funzionalit di alcune parti della struttura o di
strumentazioni in essa alloggiate, senza che sia messa in pericolo lintegrit o la sicurezza della
struttura stessa. Linterruzione di funzionalit pu, per, avere gravi conseguenze commerciali sulla
vita dellimmobile;
danni strutturali: riguardano la fessurazione (strutture in c.a.) o leccessiva deformazione (strutture
in muratura portante) di elementi strutturali. Lentit delle deformazioni subite dalledificio o parte di
esso pu portare al collasso di singoli elementi strutturali, alla connessione di questi e, al limite, al
collasso dellintero edificio.

Classificazioni di danno e concetto di rischio

Per le strutture aventi tipologia di fondazione definita come continua, i valori di riferimento per
il parametro di valutazione del possibile danneggiamento (la deformazione limite di trazione)
sono forniti dalla classificazione di Burland (classificazione di rischio 1, 1977), che individua
diverse categorie di rischio, in funzione dello stato fessurativo della struttura. La Tabella 6.2
associa ad ogni categoria di rischio una descrizione visiva del potenziale danno alla struttura.

ing. Tripoli

Per gli edifici caratterizzati da fondazioni isolate, la classificazione di Rankin (classificazione


di rischio 2, 1988) che stabilisce i limiti base in funzione dei parametri di riferimento cedimento
e deformazione angolare e quindi permette lindividuazione delle diverse categorie di rischio.
In Tabella 12 presentata la descrizione del danno per tale classificazione.
Tabella 12a - Classificazione utilizzata per la valutazione del danneggiamento di edifici a fondazioni
continue (Burland, 1977)
CATEGORIA DI
TIPO DI DANNO
DESCRIZIONE DEL DANNO
RISCHIO
0 (estetico)
irrilevante, non visibile
Crepe a corda di crine.
1
molto lieve
Crepe leggere. Eventuali fessurazioni isolate
(estetico)
allinterno degli edifici. Crepe nei tavolati in
laterizio osservabili con attente ispezioni.
2
lieve
Molte fessurazioni allinterno delledificio:
(estetico)
crepe visibili, possibili infiltrazioni dovute
allumidit. Le porte e le finestre possono
svergolarsi.
3
medio
Danni a porte e finestre. Danni da infiltrazioni
(estetico/funzionale)
di umidit. Possibili danneggiamenti alle
tubature.
4
elevato
Onde e rigonfiamenti sulle pavimentazioni e
(funzionale)
sui muri. Perdita della capacit portante delle
travature.
5
molto elevato
Notevole perdita della capacit portante delle
(strutturale)
travature. Pericolo dinstabilit strutturali.
Tabella 12b - Classificazione utilizzata per la valutazione del danneggiamento di edifici a
fondazioni isolate (Rankin, 1988)
CATEGORIA DI
TIPO DI DANNO
DESCRIZIONE DEL DANNO
RISCHIO
1 (estetico)
irrilevante, non visibile
Improbabile danno superficiale.
2
lieve
Possibile danno superficiale senza
(estetico)
conseguenze strutturali
3
medio
Probabile danno superficiale e possibile
(funzionale)
danno strutturale ed alle tubature
4
elevato
Probabile danno strutturale ed alle tubature
(strutturale)

Al fine di unificare la nomenclatura esistente, in funzione della correlazione fra le due


classificazioni sopra citate, sono state fra loro assimilate, in funzione della tipologia di danno
potenziale verificabile e dellentit del danneggiamento, le categorie 0 e 1 (danni trascurabili o
molto lievi) e le categorie 4 e 5 (danni elevati e molto elevati) di Burland per le fondazioni
continue, ottenendo una correlazione fra questa categoria di rischio e quella di Rankine.
Questo permette di uniformare gli indici di riferimento che possono essere utilizzati per definire
il livello di danneggiamento potenziale e gli interventi eventuali da mettere in opera.
La correlazione fra le classificazioni di rischio, viene riportata in tabella 13

ing. Tripoli

Tabella 13 - Relazione tra le categorie di rischio e le misure da adottare


CATEGORIA DI
RISCHIO
(Burland)

0 (estetico)

MISURE DA ADOTTARSI PRIMA E/O DURANTE


LESECUZIONE DELLE OPERE CHE POSSONO
INTERFERIRE CON LEDIFICIO

CATEGORIA DI
RISCHIO/TIPO DI
DANNO
(Rankin)
1 (estetico)/

Non necessitano misure preventive

Irrilevante

1 (estetico)
2 (estetico)
3 (estetico / funzionale)
4 (funzionale)

Monitoraggio delledificio ed eventuale attivazione


delle contromisure

2 (estetico)/
Lieve
3 (funzionale)/

Misure preventive (consolidazione del terreno o


delle strutture) devono essere realizzate prima
dellesecuzione delle opere.

Medio

Monitoraggio delledificio ed eventuale attivazione


delle contromisure

4 (strutturale)/
Elevato

5 (strutturale)

Le classificazioni utilizzate per la valutazione del rischio di danneggiamento potenziale (sia


quella di Burland che quella di Rankin), si riferiscono agli effetti provocati dalla subsidenza su
edifici in buone condizioni. Le modifiche ai valori di riferimento in funzione delle condizioni
degli edifici sono apportate sulla base del parametro Indice di Vulnerabilit delledificio. Le
vulnerabilit viene espressa attraverso un indice, che prende appunto il nome di indice di
vulnerabilit Iv. Per ogni edificio, deve essere compilata una scheda identificativa che valuti
tutte le caratteristiche che ne influenzano la sensibilit nei confronti di possibili cedimenti
differenziali.In particolare sono valutati il comportamento strutturale dellimmobile, la
funzionalit dellimmobile, laspetto estetico dellimmobile e orientazione rispetto allasse della
galleria.
A ciascuna voce assegnato un peso, la cui somma rappresenta lindice di vulnerabilit
delledificio. A valori meno elevati corrispondono situazioni migliori dal punto di vista della
capacit delledificio di sopportare deformazioni. I pesi assegnati alle singole voci vengono
sommati per comporre lindice Iv, il quale varia tra 0 e 100, individuando cinque classi (tabella
14).

10

ing. Tripoli

A valori bassi dellindice corrispondono situazioni migliori dal punto di vista della capacit
delledificio di sopportare deformazioni, ossia una condizione delledificio maggiormente
prossima allottimo stato di conservazione.
Lindice di vulnerabilit viene utilizzato per stabilire un eventuale fattore riduttivo dei valori
limite dei parametri di controllo che compaiono delle classificazioni di rischio, le quali sono
generalmente riferite a fabbricati in buono stato di conservazione, proprio per tenere in conto
la particolarit della storia di ogni edificio che, nel corso del tempo, ne pu ridurre la capacit
di risposta. Le correzioni delle classificazioni di rischio adottate sono riportate in bibliografia. In
funzione della classe di appartenenza di Iv, si stabilisce un coefficiente riduttivo (FR) dei valori
limite dei parametri di controllo (lim,max,Smax) variabile da 1.0 a 2.0.
Il significato della correzione il seguente: a parit di cedimento indotto a livello del piano di
fondazione, un edificio molto vulnerabile subisce danni molto pi elevati (appartiene ad una
classe di rischio pi alta) di un edificio poco vulnerabile.
Tabella 14 Vulnerabilit degli edifici in funzione del valore dellindice Iv

Intervallo Indice di
Vulnerabilit Iv

Descrizione Classe di Vulnerabilit


dellEdificio

0-20
20-40
40-60
60-80
80-100

Irrilevante
Basso
Medio
Alto
Elevato

La traduzione operativa dellattivit di stima della vulnerabilit conduce infine alla definizione,
per ciascun edificio interessato da sottoescavazione, delle soglie di attenzione ed allarme per
cedimenti e distorsioni, del tipo riportato in tabella 15

Vulnerabilit edifici

Tabella 15 - Soglie di attenzione ed allarme per sottoescavazione


Attenzione
Movimenti assoluti

Allarme
Cedimenti

Movimenti assoluti

differenziali
Sx,y (*)
[mm]

Sz

[mm]

Sz
[mm]

Sz max

Sx,y (*)

Sz

[mm]

[mm]

[mm

Controlli
Cedimenti

addizional

differenziali

Sz

Sz max

[mm]

[mm]

acc [mm/g]

Bassa

2.5 H

25

1/350

2.0 L

15

3.5 H

40

1/200

3.0 L

25

3-4

Media

2.0 H

20

1/500

1.5 L

12

3.0 H

30

1/350

2.5 L

20

2-3

Alta

1.5 H

15

1/750

1.3 L

10

2.5 H

25

1/500

2.0 L

15

1-2

11

ing. Tripoli

LEGENDA
x,y = movimento nel piano orizzontale, stimato in millimetri
z = massimo cedimento verticale ammissibile, stimato in millimetri
1/ = massimo cedimento verticale ammissibile, stimato in millimetri
z = massimo cedimento differenziale ammissibile, stimato in millimetri, per
edificio
L = distanza fra 2 punti di livellamento, espresso in metri, tipicamente 45 m
z max = limite superiore ammissibile per cedimenti differenziali , per edificio:
z = L < z max

H = elevazione, relativamente alla superficie, del punto di installazione delle mire ottiche,
espresso in metri

12

Potrebbero piacerti anche