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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI FIRENZE

FACOLTA’ DI INGEGNERIA
Corso di Laurea in Ingegneria Civile
Corso di Costruzioni in zona sismica
A.A. 2005/’06

PROGETTO SISMICO DI UN EDIFICIO IN CEMENTO


ARMATO

Docente: Prof. Ing. Andrea Vignoli


Revisore: Ing. Michele Betti
Studente: Lorenzo Degl’Innocenti
INDICE

CAPITOLO 1: Introduzione pag. 1

1.1 Tema dell’esercitazione pag. 1

1.2 Normativa di riferimento pag. 1

1.3 Materiali impiegati pag. 2

1.4 Descrizione della struttura pag. 3

1.5 Categoria suolo di fondazione pag. 7

1.6 Zona sismica pag. 7

1.7 Software utilizzati pag. 7

CAPITOLO 2: Analisi dei carichi e calcolo masse sismiche pag. 8

2.1 Azioni verticali pag. 8

2.1.1 Solaio piano tipo pag. 8

2.1.2 Balconi pag. 9

2.1.3 Solaio piano copertura pag. 9

2.1.4 Parapetto copertura pag. 10

2.1.5 Vano scala pag. 10

2.1.6 Tamponature esterne/interne pag. 11

2.2 Masse sismiche pag. 12

CAPITOLO 3: Analisi dinamica pag. 14

3.1 Costruzione del modello pag. 14

3.2 Analisi dei risultati pag. 17

3.3 Combinazione dei modi di vibrare pag. 21


CAPITOLO 4: Azione sismica pag. 22

4.1 Calcolo dell’azione sismica pag. 22

4.2 Spettro di risposta elastico pag. 22

4.3 Spettro di progetto allo SLU pag. 24

4.4 Spettro di progetto allo SLD pag. 26

CAPITOLO 5: Combinazioni di carico pag. 27

5.1 Carichi verticali sulle travi pag. 28

5.2 Carichi verticali sulle pareti di taglio pag. 31

5.3 Eccentricità accidentale pag. 32

5.3.1 Calcolo delle forze Fi e delle coppie torcenti Mi pag. 33

5.4 Componenti dell’azione sismica pag. 36

5.5 Load case e combinations pag. 36

CAPITOLO 6: Risultati di Sap 2000 pag. 37

CAPITOLO 7: Progettazione degli elementi strutturali pag. 42

7.1 Trave di spina pag. 42

7.1.1 Verifica a flessione pag. 43

7.1.2 Verifica a taglio pag. 48

7.1.3 Lunghezze di ancoraggio pag. 50

7.2 Trave di bordo pag. 53

7.2.1 Verifica a flessione pag. 53

7.2.2 Verifica a taglio pag. 57

7.2.3 Lunghezze di ancoraggio pag. 59


7.3 Pilastrate interna/esterna pag. 60

7.3.1 Verifica a presso flessione deviata: dominio resistente pag. 60

7.3.2 Verifica a taglio pag. 74

7.4 Nodi trave-pilastro pag. 80

7.5 Parete di taglio pag. 83

7.5.1 Verifica a presso flessione deviata: dominio resistente pag. 83

7.5.2 Verifica a taglio pag. 91

7.6 Vano ascensore pag. 95

7.6.1 Verifica a presso flessione deviata: dominio resistente pag. 96

7.6.2 Verifica a taglio pag. 103

7.7 Travi di collegamento pag. 108

7.8 Trave rovescia di fondazione pag. 111

7.8.1 Verifica a flessione pag. 113

7.8.2 Verifica a taglio pag. 116

7.8.3 Lunghezze di ancoraggio pag. 117

7.9 Verifica spostamenti SLD pag. 118


Corso di Costruzioni in zona sismica Progetto sismico di un edificio in cemento armato

CAPITOLO 1: Introduzione

1.1 Tema dell’esercitazione


L’oggetto della presente relazione riguarda l’analisi sismica e la progettazione degli elementi
strutturali di un edificio multipiano in cemento armato.
Di tale edificio è già stata fatta in precedenza un’analisi dinamica (nella prima esercitazione del corso
“Analisi dinamica di un edificio in cemento armato”), attraverso la quale si è arrivati alla scelta del
tipo di intervento da eseguire per ottimizzare il comportamento dinamico dell’edificio. Per maggiori
dettagli riguardanti questo studio si rimanda al Capitolo 3.
Si procede quindi alla determinazione degli effetti sismici sulla struttura, con un’analisi dinamica in
campo elastico lineare: in particolare verrà eseguita un’analisi dinamica modale associata ad uno
spettro di risposta in termini di accelerazioni, fornito dalla Normativa vigente.
Si considereranno poi i contemporanei effetti dovuti alla presenza dei carichi verticali, sia
permanenti, sia accidentali, che gravano su ciascun elemento strutturale e mediante l’utilizzo di
diverse combinazioni di carico, si andranno a calcolare le sollecitazioni risultanti per poi progettare
ciascun elemento.
Tutte le verifiche sono state eseguite utilizzando il “Metodo semi-probabilistico agli stati limite” le
cui Norme di riferimento sono riportate nel paragrafo successivo.
Infine verranno redatti i seguenti elaborati grafici in scala:

- pianta architettonica e strutturale piano tipo


- sez. longitudinale, distinta dei ferri e sez. trasversali trave di spina
- sez. longitudinale, distinta dei ferri e sez. trasversali trave di bordo
- sez. longitudinale, distinta dei ferri e sez. trasversali pilastrata interna
- sez. longitudinale, distinta dei ferri e sez. trasversali pilastrata esterna
- sez. longitudinale, distinta dei ferri e sez. trasversali setto
- sez. longitudinale, distinta dei ferri e sez. trasversali setti vano ascensore
- sez. longitudinale, distinta dei ferri e sez. trasversali trave rovescia di fondazione

1.2 Normativa di riferimento

• D.M. 9/01/1996: “Norme tecniche per il calcolo, l’esecuzione ed il collaudo delle strutture in
cemento armato, normale e precompresso e per le strutture metalliche”.

• D.M. 16/01/1996: “Norme tecniche relative ai «Criteri generali per la verifica di sicurezza delle
costruzioni e dei carichi e sovraccarichi»”.

• Ordinanza n° 3274 20 Marzo 2003: “Primi elementi in materia di criteri generali per la
classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in
zona sismica”.

• Testo integrato dell’Allegato 2 – Edifici – all’Ordinanza 3274 come modificato dall’O.P.C.M.


3431 del 3/5/05.

Sono state prese in esame solamente le combinazioni di carico relative allo stato limite ultimo.

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Corso di Costruzioni in zona sismica Progetto sismico di un edificio in cemento armato

1.3 Materiali impiegati


Sia per le strutture in elevazione che per quelle di fondazione è stato adottato un calcestruzzo Rck 30
N/mm2 e un acciaio per armature FeB44K.
Le caratteristiche e le resistenze di calcolo dei materiali sono le seguenti:

CLS:

Rck 30 N/mm2 resistenza caratteristica a compressione cubica, a 28


giorni;
Ec = 5700 Rck = 31220 N/mm2 modulo di elasticità;

ρcls = 24 KN/m3 peso specifico conglomerato cementizio ordinario;

ρCA = 25 KN/m3 peso specifico conglomerato cementizio armato;

fck = 0.83 Rck = 24.90 N/mm2 resistenza caratteristica cilindrica


f
fcd = cd = 15.56 N/mm2 resistenza di progetto con γc = 1.6 per CA in SLU
γc

Il valore della resistenza di progetto viene ulteriormente ridotto utilizzando lo “stress block”
del cls, cioè utilizzando la distribuzione uniforme per le tensioni invece che quella a parabola-
rettangolo, come è indicato in Normativa (D.M. 9/01/96):

fc1 = 0.85 fcd = 13.23 N/mm2

fig. 1: diagramma parabola-rettangolo

fctm = 0.27 3 Rck 2 = 2.61 N/mm2 resistenza media a trazione

Fcfm = 1.2 fctm = 3.13 N/mm2 resistenza media a trazione per flessione

ε0 = 3.5 ‰ deformazione limite a rottura cls compresso

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Barre di acciaio ad aderenza migliorata: FeB44K

Ec = 206000 N/mm2 modulo di elasticità;

fyk = 430 N/mm2 resistenza caratteristica a snervamento


f
fyd = yk = 374 N/mm2 resistenza di progetto con γs = 1.15 per acciaio in SLU
γs
f yd
εyd = = 1.82 ‰ deformazione alla resistenza di progetto fyd
Es
εs = 10 ‰ deformazione limite a rottura acciaio teso

1.4 Descrizione della struttura


La struttura in cemento armato oggetto della presente relazione è un edificio multipiano situato nel
comune di Rosignano in provincia di Livorno, che si trova quindi a livello del mare.
L’edificio, a destinazione commerciale - abitativa, presenta 5 piani fuori terra:

piano terra: negozi altezza utile 3.60 m


1° piano: uffici non aperti al pubblico altezza utile 3.20 m
2° piano: abitazioni altezza utile 3.20 m
3° piano: abitazioni altezza utile 3.20 m
4° piano: abitazioni altezza utile 3.20 m

La pianta ha una geometria regolare (vedi fig. 2), a forma rettangolare con dimensioni di
25.00m×12.65m, inclusi gli sbalzi dei balconi di 1.20 m. In posizione centrale all’edificio, sono
posizionati il vano ascensore ed il vano scala.
11450

22650

fig. 2: piano tipo

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La struttura portante è costituita da sei telai orditi in senso trasversale: due di bordo che presentano
travi in altezza e quattro di spina che presentano travi in spessore e travi in altezza nei soli due telai
centrali che circondano il vano scala ed il vano ascensore, come si può vedere dalla seguente figura:

A B C

fig. 3: piano tipo strutturale

Di seguito, per una maggiore chiarezza, si riportano delle tabelle in cui sono indicate le dimensioni
delle sezioni di travi (b × h) e pilastri appartenenti ai telai della struttura:

TELAIO A TELAIO B TELAIO C


piani trave pilastro piani trave pilastro piani trave pilastro
(cm) (cm) (cm) (cm) (cm) (cm)
cop. 25×35 30×30 cop. 55×23 30×35 cop. 30×35 30×35
4° 25×45 30×35 4° 70×25 35×40 4° 30×45 35×40
3° 25×45 30×35 3° 70×25 35×40 3° 30×45 35×40
2° 25×45 30×40 2° 70×25 35×40 2° 30×45 35×40
1° 25×45 30×40 1° 70×25 35×40 1° 30×45 35×40
terra 25×50 40×45 terra 85×25 40×45 terra 30×50 40×45
Tabella 1: sezioni travi e pilastri telai A/B/C

Le sezioni utilizzate per le travi verificano le prescrizioni date dalla Normativa:

b ≥ 20 cm, b/h ≥ 0.25 e per le travi in spessore la larghezza b della trave non deve essere
maggiore della larghezza del pilastro, aumentata da ogni lato di metà dell’altezza della sez.
trasversale del pilastro stesso (Ordinanza 3274 p.to 5.5.2.1).

Anche le sezioni utilizzate per i pilastri verificano le prescrizioni della Normativa:

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b ≥ 30 cm, il rapporto tra i lati minimo e massimo della sez. trasversale non deve essere
inferiore a 0.3.

I telai appena descritti sono collegati con cordoli in spessore di solaio di 30×23 cm in copertura e
35×25 cm per gli altri piani; lungo il lato lungo dell’edificio poi è presente la trave di bordo
portamuro, in altezza, di sezione 28×40 cm.

Il solaio tipo dell’edificio è realizzato in latero–cemento con travetti prefabbricati tipo Bausta larghi
12 cm, blocchi di alleggerimento in laterizio ed una soletta collaborante in cls armato di 5 cm , per
uno spessore strutturale complessivo di 25 cm:
35
25

50 50

Fig. 4: sezione solaio

I balconi, presenti su tre lati dell’edificio, vengono realizzati con una soletta armata in sbalzo dalle
travi di bordo, con spessore pari a 15 cm

Le scale sono realizzate con solette a ginocchio semplice, di spessore 18 cm, vincolate a travi ricalate
di 30×40 cm, sia ai vari piani che agli interpiani, dove poi si innestano i pianerottoli di mezzo piano:

30 270
40

120
18

40

30

Fig. 5: vano scala: sez. longitudinale e trasversale

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Il vano ascensore è realizzato con setti continui in calcestruzzo armato di 20 cm di spessore:


230

170
Fig. 6: vano ascensore

Al fine di ottimizzare il comportamento dinamico dell’edificio ed ottenere forme modali traslazionali


per i primi due modi di vibrare (vedi Capitolo 3), sono presenti anche due pareti di taglio aventi
spessore pari a 25 cm e disposte sui due lati “corti” dell’edificio nel senso trasversale dei telai, come
indicato in pianta nella figura 3.

Infine per quanto riguarda le strutture di fondazione, si è adottata una soluzione mista a travi rovesce
e platea. Le travi rovesce sono impiegate su tutto il perimetro della struttura e sotto i telai, la platea
viene impiegata come fondazione del vano ascensore. Sono presenti anche cordoli trasversali di
irrigidimento, con sez. 50 × 50 cm che vanno a costituire una struttura a graticcio:

Travi
rovesce

Cordoli
Platea

Fig. 7: pianta fondazioni

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1.5 Categoria suolo di fondazione

L’edificio in esame è situato su di un suolo di categoria C indicato in Normativa (Ordinanza 3274)


come: “depositi di sabbie e ghiaie mediamente addensate, o di argille di media consistenza, con
spessori variabili da diverse decine fino a centinaia di metri, caratterizzati da valori di Vs30 compresi
tra 180 e 360 m/s, dove Vs30 è la velocità media di propagazione delle onde di taglio entro 30 m di
profondità ( la resistenza penetrometrica Nspt è compresa 15 < Nspt < 50, e la coesione non drenata Cu
è compresa 70 < Cu < 250 kPa).
Ai fini della realizzazione del modello si considera che il terreno abbia una risposta di tipo elastico
lineare con costante di sottofondo k = 30000 KN/m3 ; tale valore però, deve essere maggiorato di un
coefficiente pari a 3, per tenere conto dell’aumentata rigidezza del terreno nel caso dinamico:

kdinamico = k × 3 = 90000 KN/m3

Quest’ultimo valore ha permesso di determinare la rigidezza da associare alle molle, posizionate su


tutti i nodi delle travi rovesce e della platea di fondazione, e che schematizzano il suolo alla Winkler,
attraverso il prodotto di kdin per l’area d’influenza corrispondente a ciascuna molla.

1.6 Zona sismica

Per l’applicazione dell’Ordinanza 3274 il territorio nazionale è stato suddiviso in zone sismiche
ciascuna delle quali contrassegnata da un diverso valore del parametro ag = accelerazione orizzontale
massima su suolo di categoria A ( “formazioni litoidi o suoli omogenei molto rigidi”), con
probabilità di superamento del 10% in 50 anni.
I valori di ag espressi come frazione dell’accelerazione di gravità g = 9.81 m/s2, sono elencati nella
seguente tabella (modifica all’Ordinanza 3274 del 3/5/05):

Tabella 2: zone sismiche e accelerazioni suolo

L’edificio oggetto di studio è ubicato nella zona 2 (Rosignano, LI- Toscana) e si adotta quindi per
l’accelerazione al suolo il valore di ag = 0.25 g.

1.7 Software utilizzati

Per la modellazione della struttura e l’analisi dinamica è stato utilizzato il programma di calcolo
strutturale agli elementi finiti “Sap 2000 NonLinear” .
Per le verifiche a flessione e presso flessione allo SLU delle sezioni di alcuni elementi strutturali,
quali pilastri, setti e vano ascensore, è stato utilizzato “Sezione generica in CA, verifiche a presso
flessione” realizzato da Ing. Piero Gelfi.

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CAPITOLO 2: Analisi dei carichi e calcolo masse sismiche


In questo capitolo verrà effettuata l’analisi dei carichi di tutti gli elementi non strutturali che, in
seguito non verranno modellati dal programma di calcolo Sap 2000 e che saranno quindi presenti nel
modello sottoforma di masse applicate nei baricentri di piano.

2.1 Azioni verticali

2.1.1 Solaio piano tipo

carichi permanenti:

- pavimento più strato di allettamento 2 cm 0.80 KN/m2

- massetto porta impianti in cls alleggerito 6 cm


(14 KN/m3 × 0.06 m) = 0.84 KN/m2

- strutturale tipo Bausta 20 + 5 3,17 KN/m2

- intonaco 2 cm 0.30 KN/m2

- tramezzi in muratura di mattoni forati 10 cm 1.23 KN/m2


(mattoni forati - 8 cm - 11 KN/m3 )
(intonaci - 2 cm - 0,40 KN/m2 )

TOTALE qps = 6.34 KN/m2

carichi variabili:

I carichi variabili sono dati dai sovraccarichi variabili di esercizio, i cui valori sono forniti dalla
Normativa (D.M. 16/01/1996) in funzione della destinazione d’uso dei vari piani:

- piano abitazione qv = 2 KN/m2


- piano uffici non aperti al pubblico “ 2 KN/m2
- piano negozi “ 4 KN/m2

Carico totale piano tipo (abitazione/uffici): qtot = 8,34 KN/m2

Carico totale piano terra (negozi): qtot = 10,34 KN/m2

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2.1.2 Balconi

Il balcone, in sbalzo, viene realizzato con una soletta armata di spessore pari a 15 cm; si aggiunge
uno strato impermeabilizzante ed il massetto presenta uno spessore variabile da 5 cm a 3 cm, in
modo da realizzare una piccola pendenza per lo scolo delle acque piovane.

carichi permanenti:

- pavimento più allettamento 2 cm 0.80 KN/m2

- impermeabilizzante 1 cm 0.10 KN/m2

- massetto 5/3 cm 0.50 KN/m2

- strutturale 15 cm (25 KN/m3 × 0.15 m) = 3.75 KN/m2

- intonaco 2 cm 0.30 KN/m2

- parapetto 0.10 m × 1.00 m 2.35 KN/m2

TOTALE qpb = 7.80 KN/m2

carichi variabili:

balconi relativi ai piani abitazione e uffici qv = 4 KN/m2

Carico totale balconi: qtot = 11,80 KN/m2

2.1.3 Solaio piano di copertura

carichi permanenti:

- pavimento più allettamento 2 cm 0.80 KN/m2

- impermeabilizzazione 1 cm 0.10 KN/m2

- strato isolante termico 8 cm


(0.25 KN/m3 × 0.08 m) = 0.02 KN/m2
-
strutturale tipo Bausta 18+5 2.85 KN/m2

- intonaco 2 cm 0.30 KN/m2

TOTALE qpc = 4.07 KN/m2

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carichi variabili:

piano copertura praticabile qv = 2 KN/m2

Il carico da neve non viene preso in considerazione perchè, come Normativa indica, non lo si deve
cumulare sulle stesse superfici, con i sovraccarichi variabili d’esercizio.

Carico totale piano di copertura: qtot = 6,07 KN/m2

2.1.4 Parapetto copertura

Sulla copertura, dato che è praticabile, è stato costruito un parapetto con le seguenti dimensioni:

spessore 0.16 m
altezza 1.20 m

Tale elemento viene realizzato in muratura di mattoni semi-pieni:

- mattoni semi-pieni 12 cm
(16 KN/m3 × 0.12 m) = 1.92 KN/m2

- intonaci 2 cm 2 × 0.30 KN/m2

Carico totale parapetto copertura: qpc = 2.52 KN/m2

2.1.5 Vano scala

La scala è realizzata con una soletta continua di 1.20 m × 0.18 m, a singolo ginocchio e da un
pianerottolo di mezzo piano sempre di 0.18 m di spessore. I gradini sono realizzati in cls con alzata
di 17 cm e pedata di 27 cm. L’angolo d’inclinazione delle rampe è di α = 30°.

carichi permanenti:

RAMPE:

- pavimento più allettamento 2 cm 0.80 KN/m2

- gradini in CA a = 17 cm p = 27 cm

⎛ 0.17 × 0.27 ⎞
p = 25 KN/m3 × ⎜ ⎟ × 1.2 m = 0.69 KN peso di un gradino
⎝ 2 ⎠
P = p × 11 = 7.59 KN peso dei gradini di una rampa

P 7.59 KN
qg = = = 2.34 KN/m2 peso dei gradini al m2
A 2.7 m × 1.2 m

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25 × 0.18
- strutturale in CA 18 cm = 5.2 KN/m2
cos α

- intonaco 2 cm (0.30 KN/m2 / cosα) = 0.35 KN/m2

- ringhiera in ferro sagomato 0.10 KN/m2

TOTALE qr = 8.80 KN/m2

PIANEROTTOLI:

- pavimento più allettamento 2 cm 0.80 KN/m2

- massetto 6 cm 0.84 KN/m2

- strutturale in CA 18 cm (25 KN/m3 × 0.18) = 4.5 KN/m2

- intonaco 2 cm 0.30 KN/m2

TOTALE qp = 6.44 KN/m2

carichi variabili: qv = 4.00 KN/m2

Carico totale rampe vano scala: qr = 12.80 KN/m2

Carico totale pianerottoli vano scala: qr = 10.44 KN/m2

2.1.6 Tamponature esterne/interne

carichi permanenti:

- intonaco esterno 2 cm 0.30 KN/m2

- mattoni semi-pieni 12 cm
(16 KN/m3 × 0.12 ) = 1.92 KN/m2

- coibente termico 6 cm
(0.25 KN/m3 × 0.06) = 0.015 KN/m2

- mattoni forati 8 cm
( 11 KN/m3 × 0.08) = 0.88 KN/m2
-
intonaco interno 2 cm 0.30 KN/m2

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Carico totale tamponature: 30 cm qr = 3.42 KN/m2

La tamponatura interna è rappresentata da i due muri che delimitano il vano scala e che sono
realizzati come quelli esterni sul perimetro dell’edificio.

2.2 Masse sismiche

In accordo con l’Ordinanza 3274 come modificato dall’O.P.C.M. 3431 del 3/5/05, gli effetti
dell’azione sismica saranno valutati tenendo conto delle masse associate a carichi gravitazionali
ridotti, rispetto a quelli utilizzati per il calcolo delle azioni verticali. Questa riduzione è fatta tramite
dei coefficienti dati dalla Normativa in funzione della destinazione d’uso dei locali. La relazione da
utilizzare è la seguente:

Gk + ∑i ( ΨEi Qki )

dove: Gk = qp = valore delle azioni permanenti;

ΨEi = Ψ2i φ , coefficiente di combinazione dell’azione variabile Qi, che tiene


conto della probabilità che tutti i carichi ΨEi Qki siano presenti sull’intera
struttura in occasione del sisma.

Di seguito si riportano le tabelle che forniscono i valori dei due coefficienti Ψ2i e φ.

Destinazione d’uso Ψ2i


Abitazioni, uffici 0,30
Uffici aperti al pubblico, Scuole, Negozi e Autorimesse 0,60
Tetti e coperture con neve 0,20
Magazzini, Archivi, Scale 0,80
Vento, Variazione termica 0,00
Tabella 3: coeff. Ψ2i

Carichi ai piani φ
Copertura 1,0
Archivi 1,0
Carichi correlati 0,8
Carichi indipendenti 0,5
Tabella 4: coeff. φ

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Nel caso in esame il calcolo dei carichi unitari per la valutazione delle masse sismiche, ha dato i
seguenti risultati:

Elemento qp Qki ΨEi ΨEi Qki qtot


(KN/m2) (KN/m2) (KN/m2) (KN/m2)
Solaio copertura 4,07 2,00 0,30 0,60 4,67
Solaio piano tipo 6,34 2,00 0,15 0,30 6,64
Solaio piano terra 6,34 4,00 0,48 1,92 8,26
Balconi 7,80 4,00 0,15 0,60 8,40
Rampe 8,80 4,00 0,40 1,60 10,40
Pianerottoli 6,44 4,00 0,40 1,60 8,04
Tabella 5: valori dei carichi

Per quanto riguarda le masse degli elementi strutturali, quali travi, pilastri, fondazioni, ascensore e
setti, queste vengono prese in automatico dal programma di calcolo, assegnando ad ogni elemento la
sua sezione ed il materiale CA, che ha le proprietà meccaniche, di massa e peso specifico del
cemento armato, fatto con calcestruzzo di classe Rck 30 N/mm2. In specifico, nel programma si sono
assegnate a tale materiale, le seguenti caratteristiche:

ƒ massa per unità di volume = 2,548 KN sec2/m


ƒ Peso per unità di volume = 25 KN/m3
ƒ Modulo di elasticità = 31220186 considerando un Rck 30 N/mm2
ƒ Coefficiente di Poisson = 0,2

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CAPITOLO 3: Analisi dinamica


L’analisi dinamica della struttura, utile per determinarne la risposta sismica, viene fatta attraverso lo
studio dei modi di vibrare dell’intero edificio.
Per un’analisi accurata occorrerebbe considerare tutti i possibili modi di vibrare, ma in genere solo i
primi “n” modi risultano significativi, riducendo cosi l’impegno di calcolo. Un criterio per fissare a
priori il valore di “n” non esiste e si deve cosi procedere con una valutazione a posteriori sulla bontà
della scelta, basandosi sulla percentuale di massa complessiva attivata da tutti i modi di vibrare
considerati.
La Normativa (Ordinanza 3274 p.to 4.5.3.) indica che dovranno essere presi in considerazione tutti i
modi con massa partecipante superiore al 5%, oppure un numero di modi la cui massa partecipante
totale sia superiore all’85%.

3.1 Costruzione del modello

In questo paragrafo si riporta un breve riassunto dell’impostazione del modello della struttura, creato
con il programma di calcolo Sap 2000, già realizzato nella prima esercitazione del corso.
Tutti quei componenti strutturali come travi, pilastri, cordoli,travi rovesce e solette portanti le rampe
del vano scala sono costituiti da elementi lineari di tipo prismatico, i “frames”, collegati fra di loro
nei nodi (joints) ed irrigiditi con il comando “End offset” che consente di schematizzare travi
flessibili lungo il loro sviluppo, ma rigide nei nodi intersezione con altri elementi.
Gli “shell” invece, sono elementi piani che permettono di realizzare una migliore modellazione delle
pareti in cemento armato e vengono quindi utilizzati per modellare i setti, i setti del vano ascensore,
la platea di fondazione ed i pianerottoli di piano del vano scala.
Le masse non strutturali (tamponamenti, solai, carichi permanenti portati, carichi accidentali)
vengono inserite nel modello attraverso la definizione degli “Special Joint”, posizionati nel
baricentro delle masse predette per ogni piano, ed aventi le caratteristiche di inerzia polare che
ciascun piano presenta alla rotazione attorno all’asse Z.

Per quanto riguarda i solai, si ipotizza un comportamento di infinita rigidezza nel loro piano e
flessibile fuori dal piano; tali caratteristiche si realizzano attraverso l’opzione “Diaphragm” che è un
vincolo interno (Constrains) assegnato a tutti i nodi di un piano, compreso lo Special Joint. Tale
vincolo impedisce i movimenti orizzontali relativi fra i nodi dello stesso piano consentendo però allo
stesso tempo, quelli fuori dal piano; quindi fa si che i solai si muovano come unici elementi rigidi nel
piano.

Per quanto riguarda le fondazioni si ipotizza di avere un suolo con comportamento alla Winkler,
modellandolo attraverso l’introduzione di molle elastiche lineari (kdin. = k × 3 = 90000 KN/m3),
agenti in direzione verticale, su tutti i nodi delle travi rovesce, dei cordoli e della platea.
Per definire nel modello, la deformabilità delle fondazioni, bisogna fare una discretizzazione degli
elementi di fondazione, introducendo dei nodi intermedi che verranno poi vincolati a terra con le
molle. Tale discretizzazione verrà fatta con l’accortezza di ottenere degli interassi tra le molle,
paragonabili con l’altezza delle travi di fondazione, per evitare dei tratti troppo corti e tozzi, che non
verificherebbero poi l’ipotesi di S.Venant.

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Ai nodi cosi individuati vengono assegnati nel programma dei vincoli di tipo “spring” in direzione
verticale, specificando per ogni molla la sua rigidezza, cosi calcolata:

K = kdinamico × B × i

con: B = base della trave o cordolo di fondazione;


i = interasse molle

Per i nodi intersezione fra le diverse travi di fondazione e/o i cordoli, si considera invece la somma
della quota parte delle aree di pertinenza relative alle diverse impronte di fondazione:

i
K = kdinamico × ∑ ( Bi × )
2

Nella pagina seguente si riporta uno schema 3d delle fondazioni.

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La successiva tabella riassume le caratteristiche d’inerzia e di massa di ogni piano, relativamente agli
Special joint, cioè alle masse non strutturali:

Peso tot Massa tot Igi,z XG YG


Piano
(KN) (KNs2/m) (m4) (m) (m)
terra 2079,81 212,01 12281,51 11,180 5,545
primo 2676,71 272,85 20000,33 11,176 6,181
tipo 2632,52 268,35 19646,00 11,176 6,191
copertura 1375,19 140,18 8636,35 11,174 5,658
mezzo piano 27,47 2,80 2,93 11,170 1,50
Tabella 6: valori dei carichi

Fig. 8: modello 3d

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3.2 Analisi dei risultati

Nel complesso si sono analizzati 12 modi di vibrare che consentono di ottenere l’eccitamento di più
dell’85% della massa complessiva della struttura, come Normativa richiede.
Dal programma di calcolo è possibile estrarre un file di output, riportato di seguito, nel quale sono
indicate sia alcune caratteristiche proprie delle forme modali, come il periodo e la frequenza, ma
anche le percentuali di massa eccitata individualmente da ogni modo nelle due direzioni principali X
ed Y, e nella rotazione attorno a Z, nonché le percentuali cumulative sempre nelle stesse tre
direzioni.
Oltre al file di output si riportano anche le rappresentazioni grafiche dei primi cinque modi di
vibrare:

• 1° FORMA MODALE: T = 1,001 sec

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• 2° FORMA MODALE: T = 0,6644 sec

• 3° FORMA MODALE: T = 0,6145 sec

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• 4° FORMA MODALE: T = 0,2330 sec

• 5° FORMA MODALE: T = 0,1393 sec

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In tabella si evidenziano i valori delle percentuali di massa cumulata che superano la soglia
dell’85%.
Si analizzano solo le prime tre forme modali cui corrispondono i più alti periodi di oscillazione e le
maggiori percentuali di massa sollecitata:

TABLE: Modal Participating Mass Ratios


OutputCase StepNum Period Frequency UX UY RZ SumUX SumUY SumRZ
Text Unitless Sec Cyc/sec Unitless Unitless Unitless Unitless Unitless Unitless
Mode 1 1,0089 0,9991 73,93 0,01 0,03 73,93 0,01 0,03
Mode 2 0,6644 1,5052 0,01 72,25 0,35 73,94 72,26 0,38
Mode 3 0,6145 1,6273 0,01 0,35 73,32 73,95 72,61 73,70
Mode 4 0,2330 4,2909 13,46 0,00 0,00 87,41 72,61 73,70
Mode 5 0,1393 7,1773 0,00 15,35 0,00 87,41 87,96 73,71
Mode 6 0,1163 8,5980 0,02 0,00 15,64 87,43 87,97 89,35
Mode 7 0,1079 9,2681 3,59 0,00 0,03 91,02 87,97 89,38
Mode 8 0,0690 14,5010 1,58 0,00 0,01 92,61 87,97 89,38
Mode 9 0,0624 16,0240 0,00 0,02 0,00 92,61 87,98 89,38
Mode 10 0,0587 17,0300 0,00 3,60 0,00 92,61 91,58 89,38
Mode 11 0,0581 17,2060 0,00 0,01 0,00 92,61 91,59 89,38
Mode 12 0,0579 17,2690 0,00 0,55 0,00 92,61 92,14 89,38
Tabella 7: output modello finale

1° FORMA MODALE: UX = 73.93 %


UY = 0.01 %
RZ = 0.03 %

Si ha una traslazione secondo X.

2° FORMA MODALE: UX = 0.01 %


UY = 72.25 %
RZ = 0.35 %

Si ha una traslazione secondo Y.

3° FORMA MODALE: UX = 0.01 %


UY = 0.35%
RZ = 73.32 %

Si ha una rotazione attorno a Z.

Come si può osservare dai risultati, inserendo le due pareti di taglio si è riusciti ad ottimizzare il
comportamento dinamico dell’edificio ottenendo le prime due forme modali traslazionali e
rotazionale la terza.

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3.3 Combinazione dei modi di vibrare

Come indicato nella Normativa, O.P.C.M. 3431 3/5/05, l’analisi dinamica modale, applicata ad un
modello tridimensionale dell’edificio ed associata ad uno spettro di risposta in termini di
accelerazioni (che verrà definito in seguito), è il metodo normale per la definizione delle azioni
sismiche di progetto per la struttura.
Sempre nel rispetto delle prescrizioni della Normativa, si sono considerati tutti i modi con massa
partecipante totale superiore all’85%.
Al fine di calcolare le sollecitazioni e gli spostamenti complessivi, si dovrà effettuare una
combinazione quadratica completa dei modi di vibrare, dal momento che ci sono alcuni modi che
hanno il periodo di vibrazione che non differisce di almeno il 10% da tutti gli altri (Ordinanza 3431
p.to 4.5.3.):
1/ 2
⎛ ⎞
E = ⎜⎜ ∑ ∑j ρij Ei E j ⎟⎟
⎝ i ⎠
dove:
E è il valore totale della componente di risposta sismica considerata
Ei è il valore della medesima componente dovuta al modo i
Ej è il valore della medesima componente dovuta al modo j
( ) (( )
ρij = 8ξ 2 (1 + β ij ) β ij 3 / 2 / 1 − β ij 2 + 4ξ 2 β ij (1 + β i j )2
2
) è il coeff. di correlazione tra il
modo i e il modo j
ξ è il coeff. di smorzamento viscoso equivalente assunto pari al 5%
βij è il rapporto tra le frequenze di ciascuna coppia i-j di modi

Tale combinazione viene applicata attraverso il programma Sap nel momento in cui vengono definiti
gli spettri di risposta da associare all’analisi. Viene infatti selezionata l’opzione CQC da applicare ai
risultati dell’analisi modale, come si può osservare dalla seguente finestra di dialogo del programma:

Fig. 9:interfaccia grafica di Sap

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CAPITOLO 4: Azione sismica

4.1 Calcolo dell’azione sismica

L’azione sismica agente sulla struttura viene determinata con un’analisi dinamica modale associata
allo spettro di risposta in campo elastico lineare, caratteristico del tipo di suolo su cui sorge l’edificio
e della zona sismica di appartenenza.
Ai fini del progetto poi bisogna considerare le capacità dissipative della struttura, trovando e
applicando all’edificio gli spettri di progetto per lo Stato Limite Ultimo (sicurezza nei confronti della
stabilità) e per lo Stato Limite di Danno (protezione nei confronti del danno).

4.2 Spettro di risposta elastico


Il modello di riferimento per la descrizione del moto sismico in un punto della superficie del suolo è
costituito dallo spettro di risposta elastico, considerando il moto orizzontale composto da due
componenti ortogonali ed indipendenti, caratterizzate dallo stesso spettro di risposta.
Lo spettro della componente orizzontale è cosi definito dalla Normativa (O.P.C.M. 3431 3/5/05):

⎛ T ⎞
0 ≤ T ≤ TB S e (T ) = ag ⋅ S ⋅ ⎜⎜1 + (η ⋅ 2,5 − 1 )⎟⎟
⎝ TB ⎠

TB ≤ T ≤ TC Se (T ) = ag ⋅ S ⋅η ⋅ 2,5

⎛T ⎞
TC ≤ T ≤ TD Se (T ) = ag ⋅ S ⋅ η ⋅ 2,5 ⋅ ⎜ C ⎟
⎝T ⎠
⎛T T ⎞
TD ≤ T S e (T ) = ag ⋅ S ⋅ η ⋅ 2,5 ⋅ ⎜ C 2 D ⎟
⎝ T ⎠

dove
S è il fattore che tiene conto del profilo stratigrafico del terreno
η fattore che tiene conto del coeff. di smorzamento viscoso equival., (η = 1, ξ = 5%)
T periodo di vibrazione
TB, TC , TD periodi che separano i diversi rami dello spettro e che dipendono dal profilo
stratigrafico del terreno

In relazione alla categoria del suolo di fondazione la Normativa consente di determinare i precedenti
parametri secondo la seguente tabella:

Tabella 8: parametri spettro elastico

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Nel caso in esame si ha: S = 1.25 , TB = 0.15 , TC = 0.50 , TD = 2.0 e data la zona sismica 2 si
anche ag = 0.25 g = 2.4525 m/s2 che è l’accelerazione orizzontale
massima su suolo di categoria A.

Lo spettro della componente verticale e di conseguenza l’azione sismica verticale, non vengono presi
in considerazione, non essendo presenti elementi orizzontali con luce superiore a 20 m, elementi
principali precompressi, elementi a mensola, strutture spingenti, pilastri in falso e piani sospesi, come
viene indicato nel p.to 4.6 dell’O.P.C.M. 3431 3/5/05.

Si riporta di seguito l’andamento dello spettro elastico calcolato:

fig. 10: spettro elastico in Sap

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4.3 Spettro di progetto allo SLU


Le capacità dissipative della struttura vengono prese in considerazione con lo spettro di progetto allo
Stato Limite Ultimo, con l’introduzione di un fattore riduttivo q = fattore di struttura, che va a
ridurre le forze elastiche.
Nella pratica l’azione sismica è data dallo spettro di risposta elastico con le ordinate ridotte dal
fattore q.

I parametri ag, S, TB, TC, TD, sono gli stessi adottati per lo spettro elastico, mentre i valori numerici
del fattore di struttura q, sono dati dalla Normativa in funzione dei materiali e delle tipologie
strutturali; per gli edifici con struttura in cemento armato si ha:

q = q0 · KD · KR

dove:
q0 è un fattore legato alla tipologia strutturale
KD fattore legato alla classe di duttilità della struttura
KR fattore legato alle caratteristiche di regolarità in altezza dell’edificio

La struttura in esame è una struttura a telaio per la quale si può assumere q0 = 4.5 αu/α1 ; il rapporto
αu/α1 viene fornito direttamente dalla Normativa qualora non si proceda ad un’analisi non lineare
per la sua valutazione; nel caso in esame si assume αu/α1 = 1.3 e rappresenta il rapporto tra il
moltiplicatore (αu ) della forza sismica orizzontale per la quale si verifica la formazione di un numero
di cerniere plastiche tali da rendere la struttura labile e il moltiplicatore (α1 ) della forza sismica
orizzontale per la quale il primo elemento strutturale raggiunge la sua resistenza flessionale.
Si assumerà poi KD = 0.7 in quanto la struttura rientra in classe di duttilità bassa ( CD “B ) perchè
sono presenti nei telai interni travi in spessore di solaio (p.to 5.3.2. O.P.C.M. 3431 3/5/05);
infine date le caratteristiche di regolarità in altezza dell’edificio (p.to 4.3.1. O.P.C.M. 3431 3/5/05) si
avrà KR = 1.0.
Per cui in definitiva si ha:
q = q0 · KD · KR = 4.5 · 1.3 · 0.7 · 1 = 4.09

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Si riporta di seguito l’andamento dello spettro di progetto calcolato:

fig. 10: spettro SLU in Sap

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4.4 Spettro di progetto allo SLD


Lo spettro di progetto da adottare per la limitazione dei danni si può ottenere riducendo lo spettro
elastico, precedentemente calcolato, secondo un fattore pari a 2.5:

Sd (T) = Se (T)/ 2.5

L’andamento dello spettro risulta essere il seguente:

fig. 11: spettro SLD in Sap

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CAPITOLO 5: Combinazioni di carico


Come già accennato in precedenza, la struttura viene verificata allo SLU sia per soli carichi verticali,
secondo il D.M. 9/01/96 , sia con la presenza del sisma secondo il testo integrato dell’Allegato 2 –
Edifici – all’Ordinanza 3274 come modificato dall’O.P.C.M. 3431 del 3/5/05.
Di conseguenza le combinazioni di carico da prendere in considerazione sono due:

⎡ n

• Fd = γ g ⋅ Gk + γ q ⋅ ⎢Qk1 + ∑ (ψ 0i Qki )⎥ (D.M. 9/01/96)
⎣ i=2 ⎦
dove:
Gk è il valore caratteristico delle azioni permanenti
Qk1 è il valore caratteristico dell’azione di base di ogni combinazione
Qki sono i valori caratteristici delle azioni variabili tra loro indipendenti
γg = 1.4, γq = 1.5
Ψ0i è il coeff. di combinazione allo SLU da determinarsi con valutazioni statistiche

Nel caso in esame oltre ai carichi permanenti, per ogni piano è presente un solo tipo di sovraccarico
d’uso, quindi la precedente espressione si riduce a :

Fd = 1.4 ⋅ Gk + 1.5 ⋅ Qk 1 .

• Fd = γ I ⋅ E + Gk + ∑ψ 2i ⋅ Qki (O.P.C.M. 3431 3/5/05)


i
dove
γI è il fattore di struttura che nel caso di civile abitazione vale 1
E è il valore dell’azione sismica per lo stato limite in esame
Gk è il valore caratteristico delle azioni permanenti
Qki è il valore caratteristico delle azione variabile i
Ψ2i è il coeff. di combinazione che da il valore quasi permanente dell’azione variabile
Qi determinabile secondo la tabella seguente:

Tabella 9: coeff. di combinazione

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5.1 Carichi verticali sulle travi

A questo punto bisogna determinare il valore dei carichi verticali da assegnare ai vari elementi del
modello, sia per la verifica allo SLU per i soli carichi verticali che per la verifica sismica sempre allo
SLU.
La quota parte del carico verticale permanente data dai pesi propri degli elementi strutturali, come
travi, pilastri, setti, solette scale e setti ascensore, non viene inserita manualmente nel modello, ma
viene computata direttamente da Sap mediante il load case “Dead” sulla base del peso specifico del
materiale C.A. ( γc = 25 KN/m3) inserito nel modello.
I valori caratteristici dei carichi, già calcolati nel Capitolo 2, sono i seguenti:

Elemento qp Qki Ψ2i


(KN/m2) (KN/m2)
Solaio copertura
4,07 2,00 0,30
(praticabile)
Solaio piano tipo
6,34 2,00 0,30
(abitazioni)
Solaio piano terra
6,34 4,00 0,60
(negozi)
Balconi 7,80 4,00 0,30
Rampe 8,80 4,00 0,80
Pianerottoli 6,44 4,00 0,80
Tamponamenti 3,42 \ \
Tabella 10: valori dei carichi e coeff.

I valori dei carichi da disporre sulle travi vengono quindi calcolati moltiplicando i precedenti carichi
caratteristici per le rispettive aree d’influenza di ogni trave; bisogna considerare però, che in
corrispondenza dell’ingombro delle travi di spina non è presente lo strato strutturale di solaio, ma
solo le finiture dello stesso, come: pavimentazione, massetto porta-impianti, intonaco e tramezzature
per i solai dei piano tipo e terra e guaina impermeabilizzante e coibente termico per il solaio di
copertura. Bisogna quindi togliere il peso della parte strutturale di solaio per una larghezza
d’ingombro pari a quella delle travi.
I carichi al metro lineare, dovuti ai tamponamenti esterni (presenti su tutto il perimetro dell’edificio)
e ai tamponamenti interni (presenti sulle travi T5 e T6), vengono calcolati moltiplicando il carico
caratteristico al m2 per l’altezza delle tamponature, coincidente con l’altezza netta (“al finito”) dei
piani.
Per meglio chiarire le modalità di calcolo dei carichi su trave, inseriti nel modello della struttura, si
riporta di seguito l’esempio di una trave di bordo (T1) e di una trave di spina (T2) facenti parte di un
piano tipo:

Trave di bordo T1:

qps = 6,34 KN/m2 × 2,35 m = 14,90 KN/m carichi perm. solaio su trave
qpt = 3,42 KN/m2 × 3,20 m = 10,94 KN/m carichi tamponatura esterna
qpb = 7,80 KN/m2 × 1,20 m = 9,36 KN/m carichi permanenti balcone

qtot = qps + qpt + qpb = 35,20 KN/m carichi permanenti totali su trave

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qv.ab = 2 KN/m2 × 2,35 m = 4,7 KN/m carichi variabili abitazione


qv.b = 4 KN/m2 × 1,20 m = 4,8 KN/m carichi variabili balcone

qtot = qv.ab + qv.b = 9,5 KN/m carichi variabili totali su trave

Trave di spina T2:

qps = 6,34 KN/m2 × ( 4,85 m - 0,70 m ) = 26,31 KN/m carichi perm. solaio su trave meno
strutturale solaio

qpf = (0,80KN/m2 +0,84KN/m2+0,30KN/m2+1,23KN/m2)×0,70 m = 2,21 KN/m carichi permanenti


finiture solaio su trave

qtot = qps + qpf = 28,52 KN/m carichi permanenti totali su trave

qv.ab = 2 KN/m2 × 4,85 m = 4,7 KN/m carichi variabili totali abitazione su trave

Alle estremità delle travi del piano tipo vengono aggiunte nel modello, delle coppie concentrate che
rappresentano la presenza dei balconi. Tali coppie vengono valutate sempre secondo l’area
d’influenza di ogni trave, moltiplicando la risultante dei carichi per il suo braccio misurato in asse al
pilastro. Il calcolo si rifà al seguente schema, usato per la trave T2:

4,85 m

1,20 m
b = 0,68 m

T2

fig. 12: schema coppia concentrata

Pb = qpb × 4,85 m × 1,20 m = 45,40 KN risultante carichi permanenti (qpb = 7,80 KN/m2)
Pvb = qvb × 4,85 m × 1,20 m = 23,28 KN risultante carichi variabili (qvb = 4 KN/m2 )
b = 0,68 m braccio
Mb = Pb × b = 30,87 KN·m coppia concentrata carichi permanenti
Mb = Pvb × b = 15,83 KN·m coppia concentrata carichi variabili

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Di seguito si riportano delle tabelle che riassumono tutti i carichi permanenti e variabili, che vengono
applicati alle travi; sono indicate pure le aree d’influenza e le altezze delle tamponature, utilizzate per
i calcoli; si riporta anche una pianta del piano tipo come riferimento per i calcoli:

P1

T3 T4

T1 T2 T7 T8

T5 T6

P2
fig. 13: schema coppia concentrata

PIANO COPERTURA
Carico permanente Carico variabile
TRAVE Telaio a=infl.solaio b=largh.trave h parap.
TOT. TOT.
m m m KN/m KN/m
T1 - T8 A 2,35 / 1,2 12,58 4,7
T2 - T7 B 4,85 0,55 / 18,17 9,7
T3 - T4 C 3,83 0,3 / 14,72 7,65
T5 - T6 C 2,2 / / 8,95 4,4
P1 - P2 bordo / / 1,2 3,02 /

PIANO TIPO
Carico Carico
TRAVE Telaio a=infl.solaio b=largh.trave c=infl.balcone h tamp. permanente variabile
TOT. TOT.
m m m m KN/m KN/m
T1 - T8 A 2,35 / 1,2 3,2 35,2 9,5
T2 - T7 B 4,85 0,7 / / 28,52 9,7
T3 - T4 C 3,83 0,3 / / 23,3 7,65
T5 - T6 C 2,2 / / 3,2 24,89 4,4
P1 bordo / / 1,2 3,2 20,3 4,8
P2 bordo / / / 3,2 10,95 /

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COPPIE CONCENTRATE PIANO TIPO


TRAVE Telaio a =infl.balcone b = braccio Coppie permanenti Coppie variabili
m m KNm KNm
T1 - T8 A 2,65 0,68 16,86 8,65
T2 - T7 B 4,85 0,68 30,87 15,83
T3 - T4 C 3,83 0,68 24,34 12,48

PIANO TERRA
h Carico permanente Carico variabile
TRAVE Telaio a=infl.solaio b=largh.trave
tamp. TOT. TOT.
m m m KN/m KN/m
T1 - T8 A 2,35 / 3,6 27,21 9,4
T2 - T7 B 4,85 0,85 / 28,05 19,4
T3 - T4 C 3,83 0,3 / 23,3 15,3
T5 - T6 C 2,2 / 3,6 26,26 8,8
P1 - P2 bordo / / 3,6 12,31 /

VANI SCALA
larghezza Carico permanente TOT. Carico variabile TOT.
m KN/m KN/m
RAMPE 1,2 10,56 4,8
PIANEROTTOLI
1,2 7,73 4,8
(mezzo piano)
PIANEROTTOLO
(di piano) su 1,2 6,44 KN/m2 4 KN/m2
shell

I pianerottoli del vano scala presenti ai piani dell’edificio, essendo modellati con elementi shells,
sono stati caricati con carichi al m2, come riportato nella precedente tabella.

5.2 Carichi verticali sulle pareti di taglio

Le pareti di taglio in cemento armato sono posizionate nel senso dei telai e vanno quindi a sostituire
la funzione strutturale delle travi e dei pilastri per quei telai. Di conseguenza oltre che ad assorbire
parte delle azioni orizzontali derivanti dal sisma, devono sostenere i solai e quindi “portare” tutti i
carichi corrispondenti all’area d’influenza delle travi che vanno a sostituire; in pratica le due pareti di
taglio sono soggette agli stessi carichi al metro lineare delle travi dei telai di bordo.
Per poter applicare correttamente i carichi alle pareti, dato che queste sono modellate con elementi
shell verticali, si applicano dei carichi concentrati ai nodi; tali forze concentrate vengono ricavate
dai valori dei carichi al metro lineare con cui sono caricate le travi moltiplicati per l’area d’influenza
di ogni nodo, a sua volta ricavabile avendo note le larghezze degli shell contigui al nodo.

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Di seguito si riporta un esempio che riguarda i carichi applicati al setto in corrispondenza di un piano
tipo:

567

13,74
q

6,55 13,10 13,10 13,42 13,74 13,74 12,02 10,31 5,15 q

fig. 14: carichi sui nodi parete di taglio

5.3 Eccentricità accidentale

Per la struttura in esame è stata fatta un’analisi dinamica modale associata ad uno spettro di risposta
di progetto, come metodo normale per la definizione delle azioni sismiche di progetto per la struttura.
La Normativa sismica dice che il modello della struttura deve rappresentare in modo adeguato la
distribuzione di massa e rigidezza effettive dell’edificio; per questo, come si è già illustrato nel
Capitolo 3, per ogni piano dell’edificio è stato individuato un centro di massa in cui sono state
concentrate le proprietà inerziali di ogni diaframma rigido di piano (solai).
Il codice di calcolo del programma (Sap), tiene conto automaticamente, piano per piano, delle
eccentricità effettive e date dalla non coincidenza dei baricentri delle masse e delle rigidezze.
La Normativa però prescrive (p.to 4.4) che in aggiunta alle eccentricità effettive, dovranno essere
considerate delle eccentricità accidentali eai, spostando il centro di massa di ogni piano i, in ogni
direzione considerata (nel nostro caso X e Y), di una distanza pari a +\- 5% della dimensione
massima del piano in direzione perpendicolare all’azione sismica.

32
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Le dimensioni massime in pianta della struttura e le relative eccentricità sono le seguenti:

B = 22,65 m ; H = 11,45 m

SISMA X: + ey = +5% H = 0.05 × 11,45 = 0,572 m

- ey = - 5% H = - 0.05 × 11,45 = - 0,572 m

SISMA Y: + ex = +5% B = 0.05 × 22,65 = 1,132 m

- ex = - 5% B = - 0.05 × 22,65 = - 1,132 m

Nel p.to 4.5.3 dell’Ordinanza viene poi specificato che gli effetti torsionali accidentali, generati dallo
spostamento dei centri di massa secondo le eccentricità appena calcolate, possono essere considerati
in maniera analoga a quanto indicato per l’analisi statica lineare; nel p.to 4.5.2, relativo all’analisi
statica lineare, si precisa che gli effetti torsionali accidentali possono essere tenuti in conto
applicando ad ogni piano la forza sismica Fi con eccentricità eai, o in modo equivalente,
sovrapponendo agli effetti delle forze statiche quelli dovuti ai momenti Mi = Fi × eai .
Quindi nella pratica del modello si applicano ai centri di massa di ogni piano delle coppie torcenti
accidentali Mi .

5.3.1 Calcolo delle forze Fi e delle coppie torcenti Mi

La distribuzione delle forze Fi lungo l’altezza dell’edificio, nell’ipotesi che la distribuzione degli
spostamenti sia lineare, è data dalla seguente espressione (p.to 4.5.2 Ordinanza):

Fh ( zi × Wi )
Fi =
∑ (z j × W j )
dove:

Fh = Sd (T1) × W ×λ /g

Fi è la forza da applicare al piano


Wi e Wj sono i pesi delle masse ai piani i e j
zi e zj sono le altezze dei piani i e j rispetto alle fondazioni
Sd (T1) è l’ordinata dello spettro di risposta di progetto
W è il peso complessivo della costruzione
λ coeff. pari a 0.85 se l’edificio ha almeno 3 piani e se T1 < 2 Tc, pari a 1 negli altri casi
g = 9,81 m/s2 è l’accelerazione di gravità

Nel Capitolo 3 sono già stati calcolati i pesi delle masse non strutturali; le masse strutturali vengono
calcolate utilizzando ρCA = 25 KN/m3 come peso specifico del C.A. e tenendo conto delle loro
dimensioni.

33
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Nella seguente tabella si riportano i valori calcolati delle masse totali ai piani:

zi Wi
PIANO
(m) (KN)
Terra 1.925 2990.37
Primo 5.875 3571.69
Secondo 9. 425 3495.31
Terzo 12.975 3495.31
Quarto 16.525 3467.00
Copertura 20.065 2058.27
Tabella 12: masse ai piani

Si possono dunque calcolare le forze di piano Fi:

• DIREZIONE X:

T1 = 1.001 sec (nel modello dinamico corrisp. alla 1° forma modale)


Sd (T1) = 0.9348 sec
T1 < 2 Tc = 1 sec → λ = 1
Fh = Sd (T1) × W ×λ /g = 2185.68 KN

• DIREZIONE Y:

T1 = 0.6643 sec (nel modello dinamico corrisp. alla 2° forma modale)


Sd (T1) = 1.4087 sec
T1 > 2 Tc = 1 sec → λ = 0.85
Fh = Sd (T1) × W ×λ /g = 2799.66 KN

PIANO zi (m) Fxi (KN) Fyi (KN)


Terra 1.925 61.79 79.14
Primo 5.875 225.23 288.50
Secondo 9. 425 353.61 452.94
Terzo 12.975 486.79 623.54
Quarto 16.525 614.96 787.71
Copertura 20.065 443.30 567.82
Tabella 13: forze ai piani

34
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Le coppie torcenti di piano vengono calcolate associando alle forze Fxi le eccentricità e1, e2 e alle
forze Fyi le eccentricità e3, e4.

SISMA IN DIREZIONE LONGITUDINALE X


PIANO zi (m) Fxi (KN) +ey / - ey (m) Mxi
Terra 1.925 61.79 ± 0,572 m 35.34
Primo 5.875 225.23 ± 0,572 m 128.83
Secondo 9. 425 353.61 ± 0,572 m 202.26
Terzo 12.975 486.79 ± 0,572 m 278.44
Quarto 16.525 614.96 ± 0,572 m 351.76
Copertura 20.065 443.30 ± 0,572 m 253.57
Tabella 14: coppie torcenti ai piani

SISMA IN DIREZIONE TRASVERSALE Y


PIANO zi (m) FYi (KN) + ex / - ex (m) MYi
Terra 1.925 79.14 ± 1,132 m 89.59
Primo 5.875 288.50 ± 1,132 m 326.58
Secondo 9. 425 452.94 ± 1,132 m 512.73
Terzo 12.975 623.54 ± 1,132 m 705.85
Quarto 16.525 787.71 ± 1,132 m 891.69
Copertura 20.065 567.82 ± 1,132 m 642.77
Tabella 15: coppie torcenti ai piani

35
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5.4 Componenti dell’azione sismica

L’azione sismica interviene nelle combinazioni di carico con cui si devono verificare gli elementi
strutturali dell’edificio, con il termine γI·E (Ordinanza p.to 3.3).
Tale azione viene descritta dagli spettri di progetto applicati al modello rappresentante la struttura, in
un processo di analisi dinamica modale, che porta alla determinazione del moto dell’edificio
derivante dallo scuotimento del sisma.
La componente verticale del moto, come già detto in precedenza può essere trascurata; le componenti
orizzontali invece, individuabili secondo le due direzioni di sviluppo in pianta dell’edificio (X e Y),
devono essere considerate indipendenti e ortogonali tra loro, caratterizzate dallo stesso spettro di
risposta (p.to 4.6 Ordinanza) e agenti simultaneamente. Inoltre in caso di analisi lineari (statica e
modale), i valori massimi della risposta ottenuti da ciascuna delle due azioni orizzontali applicate
separatamente potranno essere combinati sommando, ai massimi ottenuti per l’azione applicata in
una direzione, il 30% dei massimi ottenuti per l’azione applicata nell’altra direzione.
Quindi nella pratica, una volta individuate le due componenti orizzontali Ex e Ey, bisognerà
combinarle secondo le seguenti relazioni:

A) + Ex + 0.30 Ey
B) + Ex - 0.30 Ey
C) - Ex + 0.30 Ey
D) - Ex - 0.30 Ey
E) + Ey + 0.30 Ex
F) + Ey - 0.30 Ex
G) - Ey + 0.30 Ex
H) - Ey - 0.30 Ex

Infine bisogna tener presente che ciascuna delle due componenti orizzontali Ex e Ey, agisce in
presenza di due eccentricità ± e, dei vari centri di massa dei piani; quindi le combinazioni totali
diventano 32, dato che si hanno 4 eccentricità, ± ey / ± ex , due per direzione:

DIREZIONE X: ± Ex (± ey ) ± 0.30 Ey (± ex )

DIREZIONE Y: ± Ey (± ex ) ± 0.30 Ex (± ey )

5.5 Load case e combinations

Dal punto di vista operativo, per poter applicare le combinazioni di carico definite all’inizio del
capitolo, si procede definendo in Sap i seguenti load case:

• DEAD = contiene i pesi propri degli elementi strutturali modellati nel programma;
• SISMICA X = load case del tipo response spectrum e fornisce la risposta allo spettro di
progetto per lo SLU in direzione longitudinale, con combinazione CQC dei
primi 12 modi di vibrare della struttura;

• SISMICA Y = load case del tipo response spectrum e fornisce la risposta allo spettro di
progetto per lo SLU in direzione trasversale, con combinazione CQC dei primi
12 modi di vibrare della struttura;

36
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• + ey / - e y / + ex / - e x = applicazione delle coppie torcenti di piano ai vari centri di massa di


ogni piano dell’edificio, in considerazione delle eccentricità accidentali
imposte dalla Normativa;

• permanenti solaio = applicazione di tutti i carichi permanenti dei solai;


• permanenti balconi = applicazione di tutti i carichi permanenti dei balconi;
• parapetto = applicazione dei carichi permanenti del parapetto di copertura;
• tamponature = applicazione di tutti i carichi delle tamponature esterne/interne;
• permanenti scala = applicazione di tutti i carichi permanenti dei vani scala;
• ABITAZIONI = applicazione di tutti i carichi di esercizio dei locali abitazione;
• NEGOZI = applicazione di tutti i carichi di esercizio dei locali a negozi;
• BALCONI = applicazione di tutti i carichi di esercizio dei balconi;
• SCALE = applicazione di tutti i carichi di esercizio dei vani scala;

Per tenere conto ed effettuare tutte le combinazioni fra i vari load case appena descritti, si
definiscono in Sap le seguenti combinations:

• e1X / e2X = vengono combinati attraverso la funzione “Linear Add” rispettivamente +ey e
SISMA X ed - ey e SISMA X;

• e3Y / e4Y = vengono combinati attraverso la funzione “Linear Add” rispettivamente +ex e
SISMA Y ed - ex e SISMA Y;

• EX = vengono combinati attraverso la funzione “Envelope” le combianzioni e1X / e2X ;

• EY = vengono combinati attraverso la funzione “Envelope” le combianzioni e3Y / e4Y ;

• A/B/C/D/E/F/G/H = vengono combinate attraverso la funzione “Linear Add ” e secondo le


modalità illustrate nel precedente paragrafo le combianzioni EX e EY;

• Emax = vengono combinate attraverso la funzione “Envelope” le precedenti 8


combianzioni A/B/C/D/E/F/G/H ;

Quest’ultima combinazione fornisce il termine E presente nella combianzione di carico


dell’Ordinanza 3274, come modificata dall’O.P.C.M. 3431 del 3/5/05.

A questo punto si possono implementare nel programma le due combinazioni di carico definite
all’inizio del presente capitolo:

• DM96 = si combinano tutti i load case corrispondenti ai carichi permanenti e ai carichi


variabili di esercizio, con la funzione “Linear Add ” e con i coeff. dell’espressione
Fd = 1.4 ⋅ Gk + 1.5 ⋅ Qk 1 .

37
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• 3431 = si combinano tutti i load case corrispondenti ai carichi permanenti, ai carichi


variabili di esercizio e Emax , con la funzione “Linear Add ” e con i coeff.
dell’espressione Fd = γ I ⋅ E + Gk + ∑ψ 2i ⋅ Qki .
i

Infine si definisce un’ultima combinazione con la quale si andranno a determinare le sollecitazioni


di progetto per la verifica degli elementi strutturali:

• TOTALE = si combinano DM96 e 3431 attraverso la funzione “Envelope”.

Con questa combinazione si fa quindi, l’inviluppo globale delle sollecitazioni derivanti dalla
combinazione dei carichi del DM ’96 e dell’Ordinanza 3274, ottenendo cosi le massime
sollecitazioni possibili sugli elementi strutturali da verificare.

38
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CAPITOLO 6: Risultati di Sap 2000


In questo capitolo vengono semplicemente riportate le sollecitazioni e gli stati deformativi a cui è
soggetta l’intera struttura e i diversi elementi strutturali con le combinazioni di carico presentate nel
capitolo precedente; in particolare si riportano i risultati per la combinazione di carico finale
denominata “TOTALE”:

fig. 16: deformata struttura per comb. carico “TOTALE”

fig. 17: deformata telaio di spina fig. 18: deformata telaio di bordo
39
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fig. 19: Momento flettente telaio di spina fig. 20: Taglio telaio di spina

40
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fig. 21: Momento flettente telaio di bordo fig. 21: Taglio telaio di bordo

41
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CAPITOLO 7: Progettazione degli elementi strutturali

La progettazione degli elementi strutturali viene eseguita seguendo le modalità e le prescrizioni del
Testo integrato dell’Allegato 2 all’Ordinanza 3274 come modificato dall’O.P.C.M. 3431 del 3/5/05.
Tali norme prevedono che gli edifici in cemento armato posseggano una adeguata capacità di
dissipare energia in campo inelastico per azioni cicliche ripetute, senza che ciò comporti riduzioni
significative della resistenza alle azioni sia verticali che orizzontali.
Tale normativa divide le strutture su due livelli di capacità dissipativa o Classi di Duttilità: A = alta,
B = bassa. L’edificio oggetto di studio rientra in Classe di Duttilità Bassa, nella quale si richiede
che tutti gli elementi a funzionamento flessionale abbiano una soglia minima di duttilità; quindi nei
successivi paragrafi si affronterà il progetto degli elementi strutturali seguendo le modalità previste
per Classe di Duttilità Bassa.

7.1 TRAVE DI SPINA

Si progetta la trave più sollecitata (piano 3°, z = 11.05 m ) dei due telai di spina che presentano travi
in spessore di solaio come si può vedere dalla seguente figura:

fig. 22: trave di spina

42
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7.1.1 Verifica a flessione

Per la verifica delle sezioni a momento flettente è necessario assicurare che:

Mrdu ≥ Msdu

dove Mrdu è il momento resistente ultimo della sezione armata e Msdu è il momento sollecitante
ultimo.
Ipotizzato il quantitativo di armatura e un valore di primo tentativo dell’asse neutro, si impone
l’equilibrio alla traslazione orizzontale delle risultanti interne della sezione ( sul cls compresso,
sull’acciaio teso e sull’acciaio compresso), iterando la posizione dell’asse neutro sotto l’ipotesi che la
rottura avvenga lato acciaio teso, che quindi sarà snervato con una deformazione al 10‰; nota la
posizione dell’asse neutro, si impone l’equilibrio a momento rispetto ad un punto, utilizzando un
diagramma delle tensioni a rettangolo di tipo stress block ottenendo per il cls, una resistenza di
calcolo fc1 = 0.85 fcd = 13.23 N/mm2 ed una deformazione limite a rottura pari al 3.5‰. A questo
punto è possibile ricavare il valore del momento resistente della sezione.

Fs'
As'
d'

C
y
d
h

As Fs
fig: 23: forze resistenti sez. inflessa CA

Per ogni sezione della trave si verificano due casi di sollecitazione:

Msdu - = momento negativo che tende le fibre superiori della sezione;


Msdu + = momento positivo che tende le fibre inferiori della sezione;

Le caratteristiche geometriche delle sezioni della trave sono:

b = 70 cm larghezza
h = 25 cm altezza
c = 2 cm copriferro, inteso come distanza tra la superficie del tondino e il bordo esterno della
sezione;

43
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Φ tondino
d’ = c + Østaffa + = 3.5 cm avendo scelto di armare la trave con dei tondini Ø = 14 per
2
l’armatura longitudinale e con staffe Ø = 8 per quella
trasversale;

Φ tondino
d = h – ( c + Østaffa + ) = 21.5 cm altezza utile della sezione;
2

a) Sollecitazioni di calcolo

Come prescritto dalla Normativa i momenti flettenti di calcolo, da utilizzare per le verifiche, sono
ottenuti dall’analisi globale della struttura per le combinazioni di carico definite nel Capitolo 5; in
particolare si riportano i momenti flettenti della combinazione denominata “TOTALE” ed i valori dei
momenti alle estremità delle travi non sono quelli relativi all’asse strutturale, ma rappresentano i
valori presenti in corrispondenza della sezione a filo pilastro.

MOMENTI SOLLECITANTI (KN·m)


MA+ MAB M B- MB+ MBC MC- MC+
- 89.91 +58.97 - 80.51 -74.65 +23.15 +35.19 -71.89 +30.92 -86.70 +8.79

MCD MD

+55.89 -76.95 +21.18

Tabella 16: Momenti flettenti trave di spina

b) Momenti resistenti

Facendo riferimento alla fig.23, si ottengono i seguenti risultati:

SEZIONE A (b = 70 cm ; h = 25 cm)
Assup Asinf d d' Msdu + Mrdu + Msdu - Mrdu-
2 2
cm cm cm cm KNm KNm KNm KNm
9 Φ 14 = 6 Φ 14 =
21,5 3,5 / / -89,91 -98,59
13,86 9,24

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SEZIONE AB (b = 70 cm ; h = 25 cm)
sup inf
As As d d' Msdu + Mrdu + Msdu - Mrdu-
2 2
cm cm cm cm KNm KNm KNm KNm
4 Φ 14 = 6 Φ 14 =
21,5 3,5 58,97 68,13 / /
6,16 9,24

SEZIONE B (b = 70 cm ; h = 25 cm)
sup inf
As As d d' Msdu + Mrdu + Msdu - Mrdu-
cm2 cm2 cm cm KNm KNm KNm KNm
9 Φ 14 = 4 Φ 14 =
21,5 3,5 23,15 46,22 -80,51 -98,67
13,86 6,16

SEZIONE BC (b = 70 cm ; h = 25 cm)
Assup Asinf d d' Msdu + Mrdu + Msdu - Mrdu-
2
cm cm2 cm cm KNm KNm KNm KNm

4 Φ 14 = 4 Φ 14 =
21,5 3,5 35,19 46,05 / /
6,16 6,16

SEZIONE C (b = 70 cm ; h = 25 cm)
Assup Asinf d d' Msdu + Mrdu + Msdu - Mrdu-
2 2
cm cm cm cm KNm KNm KNm KNm
9 Φ 14 = 4 Φ 14 =
21,5 3,5 30,92 46,22 -86,7 -98,67
13,86 6,16

SEZIONE CD (b = 70 cm ; h = 25 cm)
sup inf
As As d d' Msdu + Mrdu + Msdu - Mrdu-
cm2 cm2 cm cm KNm KNm KNm KNm
5 Φ 14 = 6 Φ 14 =
21,5 3,5 55,89 68,12 / /
7,7 9,24

SEZIONE D (b = 70 cm ; h = 25 cm)
Assup Asinf d d' Msdu + Mrdu + Msdu - Mrdu-
2
cm cm2 cm cm KNm KNm KNm KNm
8 Φ 14 = 6 Φ 14 =
21,5 3,5 21,18 68,12 -76,95 -89,37
12,32 9,24

45
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Momento resistente trave di spina


9 Ø 14 9 Ø 14 9 Ø 14
- 100 KNm
8 Ø 14
- 75 KNm

- 50 KNm
4 Ø 14 4 Ø 14 4 Ø 14

- 25 KNm

0 KNm
A B C D
+ 25 KNm
4 Ø 14
+ 50 KNm

+ 75 KNm 6 Ø 14 6 Ø 14
fig: 24: diagramma del momento resistente trave di spina

c) Prescrizioni minime

La Normativa (Ordinanza 3274) impone innanzi tutto dei limiti geometrici :

la larghezza della trave b, non deve essere minore di 20 cm e per le travi in spessore di solaio, b non
deve essere maggiore della larghezza del pilastro , aumentata da ogni lato di metà dell’altezza della
sez. trasversale del pilastro stesso; infine il rapporto b/h non deve essere minore di 0.25.
Si riporta una tabella con le dimensioni delle sezioni dei pilastri di piano e quelle delle travi portate
da essi:

PIANI TRAVE PILASTRO


b×h b×h
(cm) (cm)
copertura 55×23 1 30×35
4° 70×25 2 35×40
3° 70×25 3 35×40
2° 70×25 4 35×40
1° 70×25 5 35×40
terra 85×25 6 40×45
Tabella 17: sezioni trave e pilastri

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Al fine di conseguire le desiderate caratteristiche di duttilità locali e globali, è necessario che


risultino rispettate condizioni minime sul quantitativo di armatura degli elementi in esame.
Secondo l’Ordinanza per quanto riguarda l’armatura longitudinale delle travi è necessario garantire:

• in ogni sez. della trave il rapporto d’armatura al bordo superiore e inferiore deve essere
compreso entro i seguenti limiti:

1.4 3.5
< ρ < ρ comp +
f yk f yk
dove:
ρ = As/(b×h) oppure Ai/(b×h) = è il rapporto geometrico d’armatura;
ρcomp = è il rapporto geometrico d’armatura relativo all’armatura compressa;
fyk = 430 N/mm2 è la tensione caratterista di snervamento dell’acciaio;
As e Ai sono l’area di armatura ai bordi superiore e inferiore rispettivamente;

• per tutta la lunghezza della trave devono essere presenti superiormente e inferiormente almeno
due barre di diametro non inferiore a 12 mm;
• a ciascuna estremità collegata con i pilastri, per un tratto pari a due volte l’altezza utile della
sezione, la percentuale di armatura compressa non deve essere minore della metà di quella tesa
nella stessa sezione;
• almeno un quarto dell’armatura superiore necessaria alle estremità della trave deve essere
mantenuta per tutto il bordo superiore della trave;

Nella tabella seguente si riportano le armature adottate nelle varie sezioni e le relative prescrizioni
minime che devono soddisfare:

Prescrizioni minime Ordinanza ( b = 700 mm ; h = 250 mm )

SEZ. Asup Ainf ρsup ρinf 1,4/ fyk ρcomp + (3,5/ fyk)
2
cm cm2
9 Φ 14 = 6 Φ 14 =
A 0,0079 0,0053 0,0033 0,013
13,86 9,24
4 Φ 14 = 6 Φ 14 =
AB 0,0035 0,0053 0,0033 0,012
6,16 9,24
9 Φ 14 = 4 Φ 14 =
B (M +) 0,0079 0,0035 0,0033 0,016
13,86 6,16
9 Φ 14 = 4 Φ 14 =
B (M -) 0,0079 0,0035 0,0033 0,0012
13,86 6,16
4 Φ 14 = 4 Φ 14 =
BC 0,0035 0,0035 0,0033 0,0012
6,16 6,16
9 Φ 14 = 4 Φ 14 =
C (M +) 0,0079 0,0035 0,0033 0,016
13,86 6,16
9 Φ 14 = 4 Φ 14 =
C (M -) 0,0079 0,0035 0,0033 0,0012
13,86 6,16
5 Φ 14 = 6 Φ 14 =
CD 0,0044 0,0053 0,0033 0,00125
7,7 9,24
8 Φ 14 = 6 Φ 14 =
D (M +) 0,007 0,0053 0,0033 0,0015
12,32 9,24
8 Φ 14 = 6 Φ 14 =
D (M -) 0,007 0,0053 0,0033 0,0013
12,32 9,24
Tabella 18: Prescrizioni minime trave di spina

47
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7.1.2 Verifica a taglio

Per le strutture in classe di duttilità “B” la Normativa dice che le verifiche a taglio ed il calcolo delle
armature si eseguono come per le situazioni non sismiche.
La verifica quindi procede con la determinazione degli sforzi resistenti ultimi di taglio, ricorrendo
all’analogia del traliccio di Mörsh, in cui il meccanismo resistente che si crea nella trave è costituito
da un traliccio di aste compresse e aste tese che contrastano lo sforzo di taglio sollecitante.
Si determinano due valori del taglio resistente ultimo: il primo detto taglio-compressione, è relativo
alla massima resistenza delle bielle compresse in cls; il secondo detto taglio-trazione, è dovuto alla
resistenza offerta dalle armature trasversali, cioè le staffe. Il taglio resistente ultimo della trave sarà
offerto dal più piccolo di questi due valori:

taglio-compressione:
Vrd = 0.30 f cd b d > Vsdu

taglio-trazione:
Vrdu = Vwd + Vcd > Vsdu

dove
0.9 d
Vwd = Asw f ywd (senβ + cos β )
s

con:
s passo delle staffe
β = 90° inclinazione staffe rispetto asse trave
Asw = area delle staffe
fywd = 374 N/mm2 tensione di snervamento delle staffe

Vcd = 0.60 f ctd d b δ

con:
δ=1
0.7 f ctk
fctd = = 1.14 N/mm2 γc = 1.6
γc

a) Sollecitazioni di calcolo

Come prescritto dalla Normativa i valori dei tagli di calcolo da utilizzare per le verifiche, sono
ottenuti dall’analisi globale della struttura per le combinazioni di carico definite nel Capitolo 5; in
particolare si riportano i tagli della combinazione denominata “TOTALE” ed i valori dei tagli alle
estremità delle campate non sono quelli relativi all’asse strutturale, ma rappresentano i valori presenti
in corrispondenza della sezione a filo pilastro.

48
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TAGLI SOLLECITANTI (KN)


TA TB- TB+ TC- TC+ TD

+ 143.77 -120.12 + 90.56 -87.01 +121.27 +112.38

Tabella 19: Tagli trave di spina

b) Tagli resistenti

Si verifica la trave per il taglio massimo presente nella sezione A e pari a Vsdu = 143.77 KN.
Per determinare il passo delle staffe con cui fare la verifica, si parte dalle prescrizioni minime
presenti nel D.M. 96 in quanto l’Ordinanza impone delle limitazioni solo nelle zone vicino ai pilastri,
che verificheremo più avanti.
Le armature minime a taglio (DM 96) sono:

- Δst ≤ 0.8 d dove Δst indica il passo delle staffe e d = altezza utile della sez. ;
- almeno 3 staffe al metro;
- Ast ≥ ≥ 0.1 [1+0.15 d/b]b [cm2/m] , con Ast = area delle staffe;
- nelle zone di appoggio per una lunghezza pari a d, Δst ≤ 12 Ø, con Ø diametro min.
armatura longitudinale.

Nel caso in esame si ottengono i seguenti valori supponendo di utilizzare delle staffe Ø 8 (Ab = 0.50
cm2) a quattro bracci:

- Δst < 0.8 d = 0.8 ·21.5 = 17.2 cm


- almeno 3 st. al metro
d Ast
- Ast ≥ 0.1[1+0.15 ]b = 7.32 cm2/m → n°st = = 3.7 ≅ 3 staffe al m
b Ab nb

Avendo ottenuto queste limitazioni si adotta un passo pari a Δst = 15 cm e si procede quindi con la
verifica:

taglio-compressione:
Vrd = 0.30 f cd b d = 702.53 KN > Vsdu = 143.77 KN
con:
b = 70 cm , d = 21.5 cm

taglio-trazione:

0.9 d
Vwd = Asw f ywd (senβ + cos β ) = 96.49 KN
s

con:
s = 15 cm , β = 90° , Asw = Ab × 4 = 2 cm2

Vcd = 0.60 f ctd d b δ = 102.94 KN

49
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Vrdu = Vwd + Vcd = 96.49 + 102.94 = 199.43 KN > Vsdu = 143.77 KN

La Normativa poi dice che comunque la resistenza di calcolo dell’armatura trasversale Vwd, non
deve risultare inferiore alla metà del taglio di calcolo:

Vwd = 96.49 KN > Vsdu /2 = 71.88 KN

Quindi in definitiva si pongono staffe Ø 8 a quattro bracci e con passo Δst = 15 cm che verificano
gli sforzi sollecitanti ultimi di taglio.

c) Prescrizioni minime

La Normativa (O.P.C.M. 3431 3/5/05) impone dei limiti minimi da rispettare sulle armature
trasversali nelle zone di attacco con i pilastri: per un tratto pari ad una volta l’altezza utile della
sezione devono essere previste staffe di contenimento. La prima staffa deve distare dalla sez. a filo
pilastro non più di 5 cm, mentre le successive devono essere disposte ad un passo non maggiore della
più piccola delle grandezze seguenti:

- un quarto dell’altezza utile della sezione trasversale;


- 15 cm;

Avendo un’altezza utile di 21.5 cm si ottiene per il primo punto (1/4)×21.5 = 5.3 cm.

Quindi per un tratto pari a 30 cm a partire dalla sez. a filo pilastro, si pongono staffe Ø 8 a
quattro bracci e con passo Δst = 5 cm.

7.1.3 Lunghezze di ancoraggio

Una volta definite tutte le armature si procede con il calcolo delle lunghezze di ancoraggio delle
stesse che assicurano la completa aderenza tra cls ed acciaio, evitando lo sfilamento delle barre.
L’ancoraggio delle barre con il cls è dovuto al legame per aderenza fra i due materiali che si sviluppa
tramite l’insorgenza di tensioni tangenziali distribuite sulla superficie laterale delle barre; la
distribuzione di queste tensioni tangenziali, che per ipotesi si assumono costanti sull’intero tratto La
di ancoraggio, fa equilibrio alla forza di trazione Fa alla quale è soggetta la singola barra per effetto
delle sollecitazioni esterne. La lunghezza di ancoraggio si determina quindi imponendo l’equilibrio
alla traslazione della barra:

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ad
Fa

La

fig: 25: forze di aderenza

fbdad π Ø La = Fa

La forza Fa da considerare è quella corrispondente alla tensione di snervamento della barra fyd = 374
N/mm2, mentre la tensione tangenziale ultima di aderenza fbdad , è data da:

f ctk 2.61
f bd = 2.25 = 2.25 = 2.57 N/mm2
γc 1.6
π φ2
Fa = fyd
4

Sostituendo si ottiene:
f yd φ
La = = 36 ø ≈ = 40 ø
4 fbd

Questa espressione è valida per le barre ancorate in zone di cls compresso o in zone in cui viene
utilmente compattato ai fini dell’ancoraggio; nelle zone di cls teso, dove le condizioni di aderenza
sono peggiori, nel calcolo di La si devono adottare valori ridotti della tensione ultima di aderenza,
anche fino al 50%. Si adotta una riduzione del 30 %:

f yd φ
La = = 52 ø
4 × 0.7 f bd

L’Ordinanza richiede che le armature longitudinali delle travi sia inferiori che superiori
attraversino, di regola, il nodo senza giunzioni.
Quando ciò non risulti possibile sono da rispettare le seguenti prescrizioni:

- è necessario limitare l’eccentricità tra l’asse della trave e l’asse del pilastro corrente

- le barre vanno ancorate oltre la faccia opposta a quella di intersezione oppure


rivoltate verticalmente in corrispondenza di tale faccia, a contenimento del nodo;

- la lunghezza di ancoraggio va calcolata in modo da sviluppare una tensione nelle


barre pari a 1.25 fyk misurata a partire da una distanza pari a 6 diametri dalla faccia del
pilastro verso l’interno.

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Secondo il D.M. 9/0196 le barre tese devono essere ancorate a partire dalla sezione
oltre la quale non vengono più prese in conto ai fini delle verifiche; i valori della tensione
tangenziale ultima di aderenza fbd applicabili a barre ancorate in zona compressa sono quelli già
illustrati in precedenza in questo paragrafo.

Utilizzando le espressioni precedentemente introdotte si ottengono le seguenti lunghezze di


ancoraggio avendo nella trave dei ferri longitudinali d’armatura Ø 14:

f yd φ
• in zona compressa: La = = 56 cm arrotondando a 60 cm
4 fbd
f yd φ
• in zona tesa: La = = 73 cm arrotondando a 80 cm
4 × 0.7 f bd
1.25 f yk φ
• in zona tesa nodo trave-colonna: La = = 98 cm arrotondando a 100 cm
4 × 0.7 f bd
1.25 f yk φ
• in zona compressa nodo trave-colonna: La = = 73 cm arrotondando a 80 cm
4 × f bd

52
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7.2 TRAVE DI BORDO

Si progetta la trave più sollecitata (piano 2°, z = 7.50 m ) dei due telai di bordo connessi alle due
pareti di taglio, come si può vedere dalla seguente figura:

fig: 26: trave dibordo

7.2.1 Verifica a flessione

Si procede come nel caso precedente della trave di spina; per la verifica delle sezioni a momento
flettente è necessario assicurare che:

Mrdu ≥ Msdu

dove Mrdu è il momento resistente ultimo della sezione armata e Msdu è il momento sollecitante
ultimo.
Per ogni sezione della trave si verificano due casi di sollecitazione:

Msdu - = momento negativo che tende le fibre superiori della sezione;


Msdu + = momento positivo che tende le fibre inferiori della sezione;

Le caratteristiche geometriche delle sezioni della trave sono:

b = 25 cm larghezza
h = 45 cm altezza
c = 2 cm copriferro, inteso come distanza tra la superficie del tondino e il bordo esterno della
sezione;

53
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Φ tondino
d’ = c + Østaffa + = 3.5 cm avendo scelto di armare la trave con dei tondini Ø = 14 per
2
l’armatura longitudinale e con staffe Ø = 8 per quella
trasversale;

Φ tondino
d = h – ( c + Østaffa + ) = 41.5 cm altezza utile della sezione;
2

a) Sollecitazioni di calcolo

Come prescritto dalla Normativa i momenti flettenti di calcolo, da utilizzare per le verifiche, sono
ottenuti dall’analisi globale della struttura per le combinazioni di carico definite nel Capitolo 5; in
particolare si riportano i momenti flettenti della combinazione denominata “TOTALE” ed i valori dei
momenti alle estremità delle travi non sono quelli relativi all’asse strutturale, ma rappresentano i
valori presenti in corrispondenza della sezione a filo pilastro.

MOMENTI SOLLECITANTI (KN·m)

MA+ MA- MAB MB- MB+ MBC MC

- 81.99 +40.83 + 76.20 -95.40 +76.20 -110.59 +28.79 -21.54 +70.07 -103.18 +60.28

Tabella 20: Momenti flettenti trave di bordo

b) Momenti resistenti

Facendo riferimento alla fig.23 , si ottengono i seguenti risultati:

SEZIONE A (b = 25 cm ; h = 45 cm)
sup inf
As As d d' Msdu + Mrdu + Msdu - Mrdu-
2 2
cm cm cm cm KNm KNm KNm KNm

5 Φ 14 = 4 Φ 14 =
41,5 3,5 40,83 89,1 -81,99 -110,7
7,70 6,16

SEZIONE AB (b = 25 cm ; h = 45 cm)
sup inf
As As d d' Msdu + Mrdu + Msdu - Mrdu-
2 2
cm cm cm cm KNm KNm KNm KNm
6 Φ 14 = 4 Φ 14 =
41,5 3,5 76,2 89,1 -110,59 -133,7
9,24 6,16

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SEZIONE B (b = 25 cm ; h = 45 cm)
sup inf
As As d d' Msdu + Mrdu + Msdu - Mrdu-
2 2
cm cm cm cm KNm KNm KNm KNm
6 Φ 14 = 4 Φ 14 =
41,5 3,5 76,2 89,1 -110,59 -133,7
9,24 6,16

SEZIONE BC (b = 25 cm ; h = 45 cm)
Assup Asinf d d' Msdu + Mrdu + Msdu - Mrdu-
2 2
cm cm cm cm KNm KNm KNm KNm
4 Φ 14 = 4 Φ 14 =
41,5 3,5 70,07 89,1 -21,54 -89,1
6,16 6,16

SEZIONE C (b = 25 cm ; h = 45 cm)
Assup Asinf d d' Msdu + Mrdu + Msdu - Mrdu-
2 2
cm cm cm cm KNm KNm KNm KNm
6 Φ 14 = 4 Φ 14 =
41,5 3,5 60,28 89,1 -103,18 -133,7
9,24 6,16

Momento resistente trave di bordo


- 150 KNm

6 Ø 14 6 Ø 14
- 125 KNm
5 Ø 14
- 100 KNm
4 Ø 14

- 75 KNm

- 50 KNm

- 25 KNm

0 KNm
A B C
+ 25 KNm

+ 50 KNm

+ 75 KNm
4 Ø 14 4 Ø 14
+ 75 KNm

fig: 27: diagramma momento resistente trave di bordo

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c) Prescrizioni minime

La Normativa (Ordinanza 3274) impone innanzi tutto dei limiti geometrici :

la larghezza della trave b, non deve essere minore di 20 cm ed il rapporto b/h non deve essere minore
di 0.25.
Si riporta una tabella con le dimensioni delle sezioni dei pilastri di piano e quelle delle travi portate
da essi:

PIANI TRAVE PILASTRO


b×h b×h
(cm) (cm)
copertura 25×35 1 30×30
4° 25×45 2 30×35
3° 25×45 3 30×35
2° 25×45 4 30×40
1° 25×45 5 30×40
terra 25×50 6 40×45
Tabella 21:sezioni travi e pilastri

Nella tabella seguente si riportano le armature adottate nelle varie sezioni e le relative prescrizioni
minime che devono soddisfare, date dall’Ordinanza e già illustrate nella trave di spina:

Prescrizioni minime Ordinanza ( b = 250 mm ; h = 450 mm )

SEZ. Asup Ainf ρsup ρinf 1,4/ fyk ρcomp + (3,5/ fyk)
2
cm cm2
5 Φ 14 = 4 Φ 14 =
A (M +) 0,0068 0,0055 0,0033 0,015
7,70 6,16
5 Φ 14 = 4 Φ 14 =
A (M -) 0,0068 0,0055 0,0033 0,014
7,70 6,16
6 Φ 14 = 4 Φ 14 =
AB (M +) 0,0082 0,0055 0,0033 0,016
9,24 6,16
6 Φ 14 = 4 Φ 14 =
AB (M -) 0,0082 0,0055 0,0033 0,014
9,24 6,16
6 Φ 14 = 4 Φ 14 =
B (M +) 0,0082 0,0055 0,0033 0,016
9,24 6,16
6 Φ 14 = 4 Φ 14 =
B (M -) 0,0082 0,0055 0,0033 0,014
9,24 6,16
4 Φ 14 = 4 Φ 14 =
BC (M +) 0,0055 0,0055 0,0033 0,0014
6,16 6,16
4 Φ 14 = 4 Φ 14 =
BC (M -) 0,0055 0,0055 0,0033 0,014
6,16 6,16
6 Φ 14 = 4 Φ 14 =
C (M +) 0,0082 0,0055 0,0033 0,016
9,24 6,16
6 Φ 14 = 4 Φ 14 =
C (M -) 0,0082 0,0055 0,0033 0,014
9,24 6,16
Tabella 22: Prescrizioni minime trave di bordo

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7.2.2 Verifica a taglio

Per le strutture in classe di duttilità “B” la Normativa dice che le verifiche a taglio ed il calcolo delle
armature si eseguono come per le situazioni non sismiche.
La verifica quindi procede con la determinazione degli sforzi resistenti ultimi di taglio come già fatto
nella trave di spina, ricorrendo all’analogia del traliccio di Mörsh, in cui il meccanismo resistente che
si crea nella trave è costituito da un traliccio di aste compresse e aste tese che contrastano lo sforzo
di taglio sollecitante.

a) Sollecitazioni di calcolo

Come prescritto dalla Normativa i valori dei tagli di calcolo da utilizzare per le verifiche, sono
ottenuti dall’analisi globale della struttura per le combinazioni di carico definite nel Capitolo 5; in
particolare si riportano i tagli della combinazione denominata “TOTALE” ed i valori dei tagli alle
estremità delle campate non sono quelli relativi all’asse strutturale, ma rappresentano i valori presenti
in corrispondenza della sezione a filo pilastro.

TAGLI SOLLECITANTI (KN)


TA TB- TB+ TC

- 117.49 +114.93 -138.89 +129.13

Tabella 23: Tagli trave di bordo

b) Tagli resistenti

Si verifica la trave per il taglio massimo presente nella sezione B e pari a Vsdu = 138.89 KN.
Per determinare il passo delle staffe con cui fare la verifica, si parte dalle prescrizioni minime
presenti nel D.M. 96 in quanto l’Ordinanza impone delle limitazioni solo nelle zone vicino ai pilastri,
che verificheremo più avanti.
Le armature minime a taglio (DM 96) sono:

- Δst ≤ 0.8 d dove Δst indica il passo delle staffe e d = altezza utile della sez. ;
- almeno 3 staffe al metro;
- Ast ≥ ≥ 0.1 [1+0.15 d/b]b [cm2/m] , con Ast = area delle staffe;
- nelle zone di appoggio per una lunghezza pari a d, Δst ≤ 12 Ø, con Ø diametro min.
armatura longitudinale.

Nel caso in esame si ottengono i seguenti valori supponendo di utilizzare delle staffe Ø 8 (Ab = 0.50
cm2) a due bracci:

- Δst < 0.8 d = 0.8 ·41.5 = 33.2 cm


- almeno 3 st. al metro
d Ast
- Ast ≥ 0.1[1+0.15 ]b = 3.12 cm2/m → n°st = = 3.12 ≅ 3 staffe al m
b Ab nb

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Avendo ottenuto queste limitazioni si adotta un passo pari a Δst = 15 cm e si procede quindi con la
verifica:

taglio-compressione:
Vrd = 0.30 f cd b d = 484.30 KN > Vsdu = 138.99 KN
con:
b = 25 cm , d = 41.5 cm

taglio-trazione:

0.9 d
Vwd = Asw f ywd (senβ + cos β ) = 93.13 KN
s

con:
s = 15 cm , β = 90° , Asw = Ab × 2 = 1.01 cm2

Vcd = 0.60 f ctd d b δ = 79.86 KN

Vrdu = Vwd + Vcd = 93.13 + 79.86 = 173.09 KN > Vsdu = 138.99 KN

La Normativa poi dice che comunque la resistenza di calcolo dell’armatura trasversale Vwd, non deve
risultare inferiore alla metà del taglio di calcolo:

Vwd = 93.13 KN > Vsdu /2 = 69.49 KN

Quindi in definitiva si pongono staffe Ø 8 a due bracci e con passo Δst = 15 cm che verificano gli
sforzi sollecitanti ultimi di taglio.

c) Prescrizioni minime

La Normativa (O.P.C.M. 3431 3/5/05) impone dei limiti minimi da rispettare sulle armature
trasversali nelle zone di attacco con i pilastri: per un tratto pari ad una volta l’altezza utile della
sezione devono essere previste staffe di contenimento. La prima staffa deve distare dalla sez. a filo
pilastro non più di 5 cm, mentre le successive devono essere disposte ad un passo non maggiore della
più piccola delle grandezze seguenti:

- un quarto dell’altezza utile della sezione trasversale;


- 15 cm;
- 6 Øl, con Øl = diametro armatura longitudinale

Avendo un’altezza utile di 41.5 cm si ottiene per il primo punto (1/4)×41.5 = 10.4 cm, mentre per il
terzo punto avendo dei Ø 14 come armatura longitudinale si ottiene 6 Øl = 8.4 cm.

Quindi per un tratto pari a 50 cm a partire dalla sez. a filo pilastro, si pongono staffe Ø 8 a
quattro bracci e con passo Δst = 5 cm.

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7.2.3 Lunghezze di ancoraggio

Utilizzando le espressioni precedentemente introdotte nella verifica della trave di spina, si ottengono
le seguenti lunghezze di ancoraggio avendo nella trave di bordo dei ferri longitudinali d’armatura Ø
14:

f yd φ
• in zona compressa: La = = 56 cm arrotondando a 60 cm
4 fbd
f yd φ
• in zona tesa: La = = 73 cm arrotondando a 80 cm
4 × 0.7 f bd
1.25 f yk φ
• in zona tesa nodo trave-colonna: La = = 98 cm arrotondando a 100 cm
4 × 0.7 f bd
1.25 f yk φ
• in zona compressa nodo trave-colonna: La = = 73 cm arrotondando a 80 cm
4 × f bd

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7.3 PILASTRATE INTERNA/ESTERNA

In questo paragrafo viene affrontato il progetto di due pilastrate, una interna ed una esterna, facenti
parte entrambe dello stesso telaio di spina della trave precedentemente progettata.

fig: 28: pilastrata interna/esterna

7.3.1 Verifica a presso flessione deviata: dominio resistente

Le pilastrate che fanno parte di un edificio in zona sismica, sono l’elemento che maggiormente viene
sollecitato e che quindi resiste, alle azioni del sisma. Per le combinazioni di carico date dal D.M. ‘96,
i pilastri sono prevalentemente sollecitati a sforzo normale, con piccole azioni flettenti che si creano
soprattutto nei pilastri esterni. Con la presenza del sisma poi le pilastrate vengono a subire forti
incrementi flessionali nelle due direzioni principali in pianta in cui si sviluppa la struttura; di
conseguenza la verifica delle pilastrate deve contemplare contemporaneamente tre sollecitazioni:
sforzo normale, momento flettente in una direzione e momento flettente nella direzione ortogonale.
Si dovrà quindi procedere ad una verifica a presso flessione deviata.

La Normativa prescrive che la resistenza delle sezioni dei pilastri a presso flessione, da confrontare
con le rispettive azioni esterne, si valuta secondo le espressioni applicabili alle situazioni non
sismiche e con gli stessi coefficienti di sicurezza dei materiali.
Si procede quindi con la costruzione del dominio resistente Mrduxx-Mrduyy-Nrdu delle sezioni, entro cui
devono ricadere i valori di Msduxx-Msduyy-Nsdu ( di calcolo).
Il dominio resistente di sezioni sottoposte a pressoflessione deviata è tridimensionale, in un sistema
di riferimento Mrduxx-Mrduyy-Nrdu ; a differenza delle sezioni interamente reagenti, non vale la
sovrapposizione degli effetti e non si può considerare la sovrapposizione delle due flessioni rette dato
che si avrebbero due sezioni resistenti differenti. Si determina il dominio attraverso un procedimento
iterativo utilizzando il programma Vcaslu, il quale è in grado di fare questo tipo di procedimento.

60
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Nella pratica si andranno a considerare delle sezioni del solido tridimensionale, ovvero le tracce del
solido sui piani Nsdu , individuati appunto per i valori dello sforzo normale di progetto. Si otterranno
delle curve chiuse nel piano Mrduxx-Mrduyy e la verifica sarà soddisfatta se i punti rappresentativi delle
coppie flettenti Msduxx-Msduyy , ricadranno all’interno della curva.

a) Sollecitazioni di calcolo

Per le strutture in classe di duttilità “B” , la Normativa dice che le sollecitazioni di calcolo da
utilizzare per il dimensionamento dei pilastri a pressoflessione, sono fornite dalla più sfavorevole
situazione ottenuta dall’analisi globale della struttura per le combinazioni di carico definite nel
Capitolo 5; in particolare nel caso della struttura in esame tali sollecitazioni vengono fornite dalla
combinazione denominata “TOTALE”.
Di seguito si riporta una tabella con le sollecitazioni massime con cui si verificano i pilastri facenti
parte delle due pilastrate; in specifico si riportano i momenti flettenti max nelle due direzioni
considerate (X e Y), scegliendoli tra i momenti positivi e negativi che si sviluppano nelle sezioni
estreme e gli sforzi normali massimi e minimi (tutti di compressione) che derivano tra l’altro dalle
combinazioni di carico del D.M. ‘96. I valori dei momenti flettenti sono stati riportati in valore
assoluto.

PILASTRATA INTERNA
N Mxx Myy
PIANO SEZIONE
(KN) (KNm) (KNm)
sup. 90.23 37.77 28.53
copertura
inf. 181.50 31.37 22.22
sup. 225.87 48.95 32.82

inf. 423.26 44.59 28.76
sup. 362.20 47.28 30.73

inf. 665.89 46.97 29.87
sup. 498.64 47.50 30.52

inf. 909.15 50.91 34.06
sup. 636.98 36.62 22.08

inf. 1155.41 39.38 23.18
sup. 806.67 48.64 16.59
terra
inf. 1450.08 76.59 103.67
Tabella 24: Sollecitazioni di calcolo pilastrata interna

61
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PILASTRATA ESTERNA
N Mxx Myy
PIANO SEZIONE
(KN) (KNm) (KNm)
sup. 62.04 40.09 48.93
copertura
inf. 135.45 41.61 41.03
sup. 237.94 67.50 65.44

inf. 463.54 59.81 60.50
sup. 414.34 54.79 61.72

inf. 792.12 55.02 61.44
sup. 591.50 60.21 61.41

inf. 1121.82 64.80 64.95
sup. 773.29 50.24 45.32

inf. 1455.84 36.81 41.58
sup. 930.25 54.36 54.29
terra
inf. 1728.87 80.52 109.52
Tabella 25: Sollecitazioni di calcolo pilastrata esterna

b) Prescrizioni minime

Per ogni sezione delle pilastrate considerate sono state seguite le indicazioni del D.M.9/01/96 e
dell’Ordinanza.
Per quanto riguarda i ferri longitudinali viene indicato:

• Ordinanza:

- Nella sezione del pilastro la percentuale di armatura longitudinale deve risultare:

A
1% ≤ ≤ 4%
Ac
con:
A = area totale dell’armatura longitudinale del pilastro
Ac = area della sezione lorda del pilastro.

- Per tutta la lunghezza del pilastro l’interasse tra le barre non deve essere superiore a 25 cm.

• D.M. ‘96:

- Nei pilastri soggetti a compressione centrata o eccentrica deve essere disposta una armatura
longitudinale tale che:
0.3 % ≤ Al ≤ 6 %
con:
Al = area totale dell’armatura longitudinale del pilastro

- In ogni caso il numero minimo di barre longitudinali è quattro per i pilastri a sezione
rettangolare o quadrata, sei per quelli a sezione circolare.
- Il diametro delle barre longitudinali non deve essere minore di 12 mm.

62
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c) Domini resistenti

Di seguito si riportano, prima per la pilastrata interna poi per quella esterna, delle tabelle con le
caratteristiche geometriche delle sezioni, le armature adottate, le verifiche delle prescrizioni minime
e i diagrammi, ottenuti con il software Vcaslu, rappresentanti dei domini resistenti di ogni sezione
verificata. Tutte le rotture avvengono lato acciaio teso.

fig: 29: schermata software Vcasl

PILASTRATA INTERNA:

PIANO COPERTURA

Caratteristiche sezione
B 30 cm
H 35 cm
c 2 cm
d’ 3.7 cm
L 3.55 m
Assup 3 Ø 18 = 7.62 cm2
Asinf 3 Ø 18 = 7.62 cm2
Ascentrale 2 Ø 18 = 5.08 cm2
AsTOT 8 Ø 18 = 20.36 cm2

Armatura minima D.M. ‘96


As ≥ 0.3 % Acls 3.15 cm2 verifica
2
As ≤ 6 % Acls 63 cm verifica

63
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Armatura minima Ordinanza


As As
≥ 1% = 0.02 verifica
Acls Acls
As As
≤ 4% = 0.02 verifica
Acls Acls

PIANO COPERTURA
Nmax = 181.50 KN ; Mxxmax = 37.77 KNm ; Myymax = 28.53 KNm

As = 8 Ø 18

PIANO COPERTURA
Nmin = 90.23 KN ; Mxxmax = 37.77 KNm ; Myymax = 28.53 KNm

As = 8 Ø 18

64
Corso di Costruzioni in zona sismica Progetto sismico di un edificio in cemento armato

PIANO 4°-3°-2°-1°

Caratteristiche sezione
B 35 cm
H 40 cm
c 2 cm
d’ 3.7 cm
L 3.55 m / 3.95 m 1°
Assup 3 Ø 18 = 7.62 cm2
Asinf 3 Ø 18 = 7.62 cm2
Ascentrale 2 Ø 18 = 5.08 cm2
AsTOT 8 Ø 18 = 20.36 cm2

Armatura minima D.M. ‘96


As ≥ 0.3 % Acls 4.2 cm2 verifica
2
As ≤ 6 % Acls 84 cm verifica
Armatura minima Ordinanza
As As
≥ 1% = 0.015 verifica
Acls Acls
As As
≤ 4% = 0.015 verifica
Acls Acls

PIANO 4°
Nmax = 423.26 KN ; Mxxmax = 48.95 KNm ; Myymax = 32.82 KNm

As = 8 Ø 18

65
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PIANO 4°
Nmin = 225.87 KN ; Mxxmax = 48.95 KNm ; Myymax = 32.82 KNm

As = 8 Ø 18

PIANO 3°
Nmax = 665.89 KN ; Mxxmax = 47.28 KNm ; Myymax = 30.73 KNm

As = 8 Ø 18
PIANO 3°
Nmin = 362.20 KN ; Mxxmax = 47.28 KNm ; Myymax = 30.73 KNm

As = 8 Ø 18

66
Corso di Costruzioni in zona sismica Progetto sismico di un edificio in cemento armato

PIANO 2°
Nmax = 909.15 KN ; Mxxmax = 50.91 KNm ; Myymax = 34.06 KNm

As = 8 Ø 18
PIANO 2°
Nmin = 498.64 KN ; Mxxmax = 50.91 KNm ; Myymax = 34.06 KNm

As = 8 Ø 18

PIANO 1°
Nmax = 1155.41 KN ; Mxxmax = 39.38 KNm ; Myymax = 23.18 KNm

As = 8 Ø 18

67
Corso di Costruzioni in zona sismica Progetto sismico di un edificio in cemento armato

PIANO 1°
Nmin = 636.98 KN ; Mxxmax = 39.38 KNm ; Myymax = 23.18 KNm

As = 8 Ø 18

PIANO terra

Caratteristiche sezione
B 40 cm
H 45 cm
c 2 cm
d’ 3.7 cm
L 2.10 m
Assup 3 Ø 18 = 7.62 cm2
Asinf 3 Ø 18 = 7.62 cm2
Ascentrale 2+2 Ø 18 = 5.08 cm2 +5.08 cm2
AsTOT 10 Ø 18 = 25.45 cm2

Armatura minima D.M. ‘96


As ≥ 0.3 % Acls 5.40 cm2 verifica
As ≤ 6 % Acls 108 cm2 verifica
Armatura minima Ordinanza
As As
≥ 1% = 0.015 verifica
Acls Acls
As As
≤ 4% = 0.015 verifica
Acls Acls

68
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PIANO TERRA
Nmax = 1450.08 KN ; Mxxmax = 76.59 KNm ; Myymax = 103.67 KNm

As = 10 Ø 18
PIANO TERRA
Nmin = 806.67 KN ; Mxxmax = 76.59 KNm ; Myymax = 103.67

As = 10 Ø 18

69
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PILASTRATA ESTERNA:

la pilastrata esterna presenta le stesse identiche sezioni e con le stesse armature longitudinali, di
quella interna appena esaminata; quindi si riportano solo i domini resistenti delle sezioni dato che i
minimi di armature sono già verificati:

PIANO COPERTURA
Nmax = 135.45 KN ; Mxxmax = 41.61 KNm ; Myymax = 48.93 KNm

As = 8 Ø 18
PIANO COPERTURA
Nmin = 62.04 KN ; Mxxmax = 41.61 KNm ; Myymax = 48.93 KNm

As = 8 Ø 18

70
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PIANO 4°
Nmax = 463.54 KN ; Mxxmax = 67.50 KNm ; Myymax = 65.44 KNm

As = 8 Ø 18
PIANO 4°
Nmin = 237.94 KN ; Mxxmax = 67.50 KNm ; Myymax = 65.44 KNm

As = 8 Ø 18
PIANO 3°
Nmax = 792.12 KN ; Mxxmax = 55.02 KNm ; Myymax = 61.72 KNm

As = 8 Ø 18

71
Corso di Costruzioni in zona sismica Progetto sismico di un edificio in cemento armato

PIANO 3°
Nmin = 414.34 KN ; Mxxmax = 55.02 KNm ; Myymax = 61.72 KNm

As = 8 Ø 18
PIANO 2°
Nmax = 1121.82 KN ; Mxxmax = 64.80 KNm ; Myymax = 64.95KNm

As = 8 Ø 18
PIANO 2°
Nmin = 591.50 KN ; Mxxmax = 64.80 KNm ; Myymax = 64.95KNm

As = 8 Ø 18

72
Corso di Costruzioni in zona sismica Progetto sismico di un edificio in cemento armato

PIANO 1°
Nmax = 1455.84 KN ; Mxxmax = 50.24 KNm ; Myymax = 45.32 KNm

As = 8 Ø 18
PIANO 1°
Nmin = 773.29 KN ; Mxxmax = 50.24 KNm ; Myymax = 45.32 KNm

As = 8 Ø 18
PIANO TERRA
Nmax = 1728.87 KN ; Mxxmax = 80.52 KNm ; Myymax =109.52KNm

As = 10 Ø 18

73
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PIANO TERRA
Nmin = 930.25 KN ; Mxxmax = 80.52 KNm ; Myymax =109.52KNm

As = 10 Ø 18

7.3.2 Verifica a taglio

La verifica a taglio delle pilastrate ricalca in tutto e per tutto quella delle travi, già effettuata nei
paragrafi precedenti.

a) Sollecitazioni di calcolo

Per le strutture in classe di duttilità “B” , la Normativa dice che le sollecitazioni di calcolo da
utilizzare per la verifica dei pilastri a taglio, sono fornite dalla più sfavorevole situazione ottenuta
dall’analisi globale della struttura per le combinazioni di carico definite nel Capitolo 5; in particolare
nel caso della struttura in esame tali sollecitazioni vengono fornite dalla combinazione denominata
“TOTALE”.
Di seguito si riporta una tabella con le sollecitazioni massime con cui si verificano i pilastri facenti
parte delle due pilastrate; in specifico si riportano i valori dei tagli massimi nelle due direzioni
considerate (X e Y), scegliendoli tra i tagli positivi e negativi che si sviluppano nelle sezioni estreme
dei pilastri.

PILASTRATA INTERNA
Ty Tx
PIANO
(KN) (KN)
copertura 21.98 15.77
4° 29.70 18.96
3° 29.95 18.43
2° 31.19 19.53
1° 21.36 12.17
terra 93.58 102.66
Tabella 26x: Tagli di calcolo pilastrata interna

74
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PILASTRATA ESTERNA
Ty Tx
PIANO
(KN) (KN)
copertura 26.02 28.65
4° 40.42 39.98
3° 34.86 39.09
2° 39.69 40.10
1° 23.04 24.47
terra 112.99 152.24
Tabella 27: Tagli di calcolo pilastrata esterna

b) Prescrizioni minime

La Normativa (O.P.C.M. 3431 3/5/05) impone dei limiti minimi da rispettare sulle armature
trasversali solo nelle due zone di estremità dei pilastri: si devono disporre staffe di contenimento e
legature per una lunghezza, misurata a partire dalla sezione di estremità, pari alla maggiore delle
seguenti quantità:

- lato maggiore della sezione trasversale


- un sesto dell’altezza netta del pilastro
- 45 cm

In ciascuna delle zone di estremità del pilastro devono essere rispettate le seguenti condizioni: le
barre disposte su gli angoli devono essere contenute da staffe; almeno uan barra ogni due, di quelle
disposte sui lati, dovrà essere trattenuta da staffe o legature; le barre non fisse dovranno trovarsi a
meno di 15 cm da una barra fissata.
Il passo delle staffe disposte dovrà essere pari alla più piccola delle seguenti quantità:

- un quarto del lato minore della sezione trasversale


- 15 cm

Per quel che riguarda le staffe posizionate al di fuori delle zone di estremità dei pilastri, cioè quelle
delle zone intermedie, si seguono le prescrizioni fornite dal D.M. ’96:

- deve essere prevista una staffatura posta ad interasse ≤ di 15 volte Ø min delle barre
longitudinali, con un massimo di 25 cm;

- il Ø delle staffe ≥ 6 mm e di ¼ Ø max delle barre longitudinali;

75
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c) Tagli resistenti

Dato che le due pilastrate sono del tutto uguali, sia nelle caratteristiche geometriche che nelle
armature longitudinali presenti, si analizzano i minimi di armatura trasversale necessari, riferendosi
ad entrambe le pilastrate mentre la verifica viene effettuata nei confronti dei tagli sollecitanti
massimi presenti nelle due pilastrate.
Le espressioni dei tagli resistenti sono le stesse utilizzate per le travi:

taglio-compressione:
Vrd = 0.30 f cd b d > Vsdu

taglio-trazione:
Vrdu = Vwd + Vcd > Vsdu

dove
0.9 d
Vwd = Asw f ywd (senβ + cos β )
s

con:
s passo delle staffe
β = 90° inclinazione staffe rispetto asse trave
Asw = area delle staffe
fywd = 374 N/mm2 tensione di snervamento delle staffe

Vcd = 0.60 f ctd d b δ


con:
δ=1
0.7 f ctk
fctd = = 1.14 N/mm2 γc = 1.6
γc

PILASTRO DI COPERTURA
Caratteristiche geometriche
B 30 cm
H 35 cm
hn (altezza netta) 3.30 m
ZONE DI ESTREMITA’ minimi armatura Ordinanza
lunghezza zone 60 cm
lato maggiore sez. trasversale 35 cm verifica
1/6 hn 55 cm verifica
45 cm 45 cm verifica
passo staffe 5 cm
1/4 lato minore sez. trasversale 7.5 cm verifica
15 cm 15 cm verifica
ZONE INTERMEDIE minimi armatura D.M. ‘96
passo staffe ≤ 15 Ø = 15 Ø 18 27 cm
si sceglie un passo di 20 cm

76
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VERIFICHE DI RESISTENZA
fcd = 15.56 N/mm2
fywd = 374 N/mm2
fctd = 1.14 N/mm2

TAGLIO secondo Y
Vsduy = 21.98 KN pilastrata interna
Vsduy = 26.02 KN pilastrata esterna

b 30 cm
d 31.3 cm
Asw 2 Ø 8 = 1.01 cm2
s (passo delle staffe) 20 cm
Vrdu 438.32 KN
Vwd 70.24 KN
Vcd 64.23 KN
Vwd + Vcd 134.47 KN

TAGLIO secondo X
x
Vsdu = 15.77 KN pilastrata interna
Vsdux = 28.65 KN pilastrata esterna
b 35 cm
d 26.3 cm
Asw 2 bracci Ø 8 = 1.01 cm2
s (passo delle staffe) 20 cm
Vrdu 429.69 KN
Vwd 59.02 KN
Vcd 62.96 KN
Vwd + Vcd 121.98 KN

Dato che i pilastri dei piani 4°-3°-2°-1° hanno tutti le stesse sezioni (35x40) e le stesse armature
longitudinali, anche per le armature trasversali si usano le stesse staffe con i medesimi interassi; la
verifica verrà fatta su un’unica sezione sottoposta agli sforzi di taglio massimi tra tutti i pilastri
appena menzionati.

77
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PILASTRI PIANO 4°-3°-2°-1°


Caratteristiche geometriche
B 35 cm
H 40 cm
hn (altezza netta) 3.30 m
ZONE DI ESTREMITA’ minimi armatura Ordinanza
lunghezza zone 60 cm
lato maggiore sez. trasversale 40 cm verifica
1/6 hn 55 cm verifica
45 cm 45 cm verifica
passo staffe 5 cm
1/4 lato minore sez. trasversale 8.7 cm verifica
15 cm 15 cm verifica
ZONE INTERMEDIE minimi armatura D.M. ‘96
passo staffe ≤ 15 Ø = 15 Ø 18 27 cm
si sceglie un passo di 20 cm

VERIFICHE DI RESISTENZA
fcd = 15.56 N/mm2
fywd = 374 N/mm2
fctd = 1.14 N/mm2
TAGLIO secondo Y
Vsduy = 31.19 KN pilastrata interna
Vsduy = 40.42 KN pilastrata esterna
b 35 cm
d 36.3 cm
Asw 2 bracci Ø 8 = 1.01 cm2
s (passo delle staffe) 20 cm
Vrdu 593.07 KN
Vwd 61.09 KN
Vcd 86.90 KN
Vwd + Vcd 147.99 KN
TAGLIO secondo X
x
Vsdu = 19.53 KN pilastrata interna
Vsdux = 40.10 KN pilastrata esterna
b 40 cm
d 31.3 cm
Asw 2 bracci Ø 8 = 1.01 cm2
s (passo delle staffe) 20 cm
Vrdu 584.43 KN
Vwd 52.68 KN
Vcd 85.63 KN
Vwd + Vcd 138.31 KN

78
Corso di Costruzioni in zona sismica Progetto sismico di un edificio in cemento armato

PILASTRI PIANO TERRA


Caratteristiche geometriche
B 40 cm
H 45 cm
hn (altezza netta) 1.50 m
ZONE DI ESTREMITA’ minimi armatura Ordinanza
lunghezza zone 60 cm
lato maggiore sez. trasversale 45 cm verifica
1/6 hn 25 cm verifica
45 cm 45 cm verifica
passo staffe 10 cm
1/4 lato minore sez. trasversale 10 cm verifica
15 cm 15 cm verifica
ZONE INTERMEDIE minimi armatura D.M. ‘96
passo staffe ≤ 15 Ø = 15 Ø 18 27 cm
si sceglie un passo di 10 cm su tutto il pilastro

VERIFICHE DI RESISTENZA
fcd = 15.56 N/mm2
fywd = 374 N/mm2
fctd = 1.14 N/mm2
TAGLIO secondo Y
y
Vsdu = 93.58 KN pilastrata interna
Vsduy = 112.99 KN pilastrata esterna
b 40 cm
d 41.3 cm
Asw 2 bracci Ø 8 = 1.01 cm2
s (passo delle staffe) 10 cm
Vrdu 771.15 KN
Vwd 139.00 KN
Vcd 113.00 KN
Vwd + Vcd 252.00 KN
TAGLIO secondo X
Vsdux = 102.66 KN pilastrata interna
Vsdux = 152.24 KN pilastrata esterna
b 45 cm
d 36.3 cm
Asw 2 bracci Ø 8 = 1.01 cm2
s (passo delle staffe) 10 cm
Vrdu 762.52 KN
Vwd 122.00 KN
Vcd 111.73 KN
Vwd + Vcd 233.73 KN

79
Corso di Costruzioni in zona sismica Progetto sismico di un edificio in cemento armato

7.4 NODI TRAVE - PILASTRO

I nodi sono spesso i punti più deboli si un sistema strutturale. Bisogna quindi prestare particolare
attenzione nei dettagli costruttivi da adottare quando si progettano tali elementi, in particolare si
deve:
- garantire l’integrità del nodo
- il comportamento deve rimanere in campo elastico anche con sismi di moderata intensità
- contenere la deformazione in modo da non influenzare eccessivamente lo spostamento in
piano della struttura
- il dettaglio costruttivo va accuratamente studiato per evitare in fase realizzativi i problemi
connessi ad un congestionamento delle armature
- un nodo danneggiato riduce il quantitativo di energia che può essere dissipato dagli elementi
strutturali che vi convergono
- il ripristino dei nodi danneggiati implica difficoltà ben maggiori di quelle che si incontrano
intervenendo su altri elementi strutturali

Le verifiche imposte dall’Ordinanza 3274 , per quanto riguarda la progettazione dei nodi , si
differenziano a seconda di due casi:

A) NODO INTERAMENTE CONFINATO


B) NODO NON INTERMANENTE CONFINATO

Un nodo si definisce INTERAMENTE CONFINATO , quando su ognuna delle facce verticali si


innesta una trave di larghezza pari ad almeno i 3/4 di quella del pilastro , e se per entrambe le coppie
di facce opposte del nodo , le sezioni delle travi si sovrappongono per almeno i 3/4 dell’altezza.
Un nodo si definisce NON INTERAMENTE CONFINATO quando non appartiene alla categoria
precedente.

fig. 30: nodo interamente confinato

80
Corso di Costruzioni in zona sismica Progetto sismico di un edificio in cemento armato

La verifica si assume automaticamente soddisfatta nel caso di nodo interamente confinato; per i nodi
non confinati, le staffe presenti lungo l’altezza del nodo devono verificare la seguente condizione:

nst Ast Rck


≥ 0.05
i ⋅b f yd

dove:

nst = numero di braccia della singola staffa orizzontale


Ast = area della sez. trasversale di tondino della singola staffa
i = interasse delle staffe
b = larghezza utile del nodo valutata nel seguente modo:

- se la trave ha una larghezza bw > bc a quella del pilastro, allora b = min ( bw ; bc + hc/2)
con hc dimensione della sezione della colonna parallela alla trave;
- se la trave ha una larghezza bw > bc a quella del pilastro, allora b = min ( bc ; bw + hc/2)

PILASTRATA INTERNA
Verifica confinamento nodi
PILASTRO DI COPERTURA
bcy = larghezza pilastro in direzione Y = 35 cm
bcx = larghezza pilastro in direzione X = 30 cm
Y) bw1 = bw3 = 30 cm > 3/4 bcy = 26 cm
X) bw2 = bw4 = 55 cm > 3/4 bcx = 22.5 cm
X) / Y) hw1 = hw2 = hw3 = hw4 = 23 cm > 3/4 (hw1 - hw2) o (hw3 - hw4) = 17 cm

PILASTRI 4°-3°-2°-1° PIANO


bcy = larghezza pilastro in direzione Y = 40 cm
bcx = larghezza pilastro in direzione X = 35 cm
Y) bw1 = bw3 = 35 cm > 3/4 bcy = 30 cm
X) bw2 = bw4 = 70 cm > 3/4 bcx = 26 cm
X) / Y) hw1 = hw2 = hw3 = hw4 = 25 cm > 3/4 (hw1 - hw2) o (hw3 - hw4) = 18.7 cm

PILASTRO PIANO TERRA


bcy = larghezza pilastro in direzione Y = 45 cm
bcx = larghezza pilastro in direzione X = 40 cm
Y) bw1 = bw3 = 35 cm > 3/4 bcy = 30 cm
X) bw2 = bw4 = 85 cm > 3/4 bcx = 33.7 cm
X) / Y) hw1 = hw2 = hw3 = hw4 = 25 cm > 3/4 (hw1 - hw2) o (hw3 - hw4) = 18.7 cm
Tabella 29: confinamento nodi pilastrata interna

bw1 ; bw3 ; bw2 ; bw4 ; hw1 ; hw2 ; hw3 ; hw4 , sono riferiti alle travi concorrenti nel nodo, come
illustrato nella figura precedente.

81
Corso di Costruzioni in zona sismica Progetto sismico di un edificio in cemento armato

Per quel che riguarda i nodi della pilastrata esterna, questi risultano automaticamente non confinati
dato che essendo esterni, da un lato non c’è una trave. Si procede quindi con la verifica
dell’interasse delle staffe orizzontali dei nodi, invertendo la relazione introdotta prima, in modo da
ottenere subito l’interasse che è necessario a verificare le limitazioni imposte dalla Normativa:

nst Ast f yd
i ≤
0.05 Rck b

i nodo presentano tutti staffe Ø 8 a due braccia con passo di 5 cm, come ottenute dal progetto a taglio
dei pilastri, già effettuato nei paragrafi precedenti.

VERIFICA INTERASSE STAFFE NODI PILASTRATA ESTERNA


DIREZIONE X DIREZIONE Y
NODO
1 bwx bcx b i bwY bcy b i
28 cm 35 cm 35 cm 7.12 cm 55 cm 30 cm 47.5 cm 5.3 cm
DIREZIONE X DIREZIONE Y
NODO
2-3-4-5 bwx bcx b i bwY bcy b i
28 cm 40 cm 40 cm 6.2 cm 70 cm 35 cm 55 cm 4.53 cm
DIREZIONE X DIREZIONE Y
NODO
6 bwx bcx b i bwY bcy b i
28 cm 45 cm 45 cm 5.54 cm 85 cm 40 cm 61 cm 4.02 cm
Tabella 30: interassi staffe nodi pilastrata esterna

Come si può osservare dalla tabella, gli interassi delle staffe dei nodi 2-3-4-5-6 non verificano le
prescrizioni della Normativa; quindi in tali nodi si sceglie di cambiare il passo delle staffe e di
infittirlo fino a 4 cm.
Infine l’Ordinanza prevede una serie di dettagli costruttivi per le armature che attraversano i nodi ed
in particolare dà delle restrizioni sulle lunghezze di ancoraggio delle barre; per tali indicazioni si
rimanda al paragrafo che riguarda il calcolo delle lunghezze di ancoraggio delle barre delle travi, in
cui sono stati affrontate tali limitazioni.

82
Corso di Costruzioni in zona sismica Progetto sismico di un edificio in cemento armato

7.5 PARETE DI TAGLIO

La parete di taglio, di dimensioni 25cm x 435cm in pianta e altezza di 19.76 m dallo spiccato delle
fondazioni, che viene progettata è quella maggiormente sollecitata, e viene indicata nella seguente
figura:

fig. 31: parete di taglio

Le pareti di taglio dell’edificio oggetto di studio, come già illustrato nel Capitolo 3, sono state
inserite al fine di rendere traslazionali le prime due forme modali della struttura; per questo tali
elementi strutturali saranno soggetti a elevati sforzi flessionali, portati dalle azioni sismiche, nelle
due direzioni principali orizzontali, in cui si sviluppa l’edificio. In più essendo posizionati, come si
può vedere dalla figura precedente, nella direzione dei telai, sono soggetti ai carichi portati dai solai
e dalle travi di bordo che vanno a sostituire.
La loro progettazione ricalca quindi quella dei pilastri, ovvero vengono progettati a pressoflessione
deviata e a taglio.

7.5.1 Verifica a presso flessione deviata: dominio resistente

La determinazione del dominio resistente delle sezioni della parete di taglio, avviene con gli stessi
procedimenti utilizzati nel caso dei pilastri; quindi si individueranno le curve rappresentatrici dei vari
domini nel piano Mrduxx-Mrduyy e si verificherà che le coppie di valori Msduxx-Msduyy ricadano entro le
curve, al variare di Nsdu .
Anche per la parete di taglio, verrà utilizzato il software Vcaslu, per la determinazione dei domini.
Per quanto riguarda le prescrizioni fornite dalla Normativa, questa dice che nel caso di parete
semplice, la verifica di resistenza si effettua con riferimento al rettangolo di base, che nel caso in
esame è di 25cm x 435cm. Inoltre si aggiunge che in ogni sezione il momento resistente, associato al
più sfavorevole valore dello sforzo normale e calcolato come per le condizioni non sismiche, deve
risultare superiore o uguale al momento esterno di calcolo.

83
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a) Sollecitazioni di calcolo

Il setto, come già visto al Capitolo 3, è stato modellato mediante l’utilizzo di elementi shell.
Per tabulare le sollecitazioni ottenute dall’analisi sul modello dinamico e agenti su una sezione
orizzontale della parete è stato fatto uso del comando section cuts. Tale comando permette,
selezionando tutti i nodi posti alla quota in cui si effettua la sezione e gli elementi shell ad essi
adiacenti, ma stando attenti a selezionare solo gli shell da una parte sola della sezione, di determinare
le risultanti delle tensioni agenti sulla linea così descritta. Si devono specificare naturalmente le tre
direzioni rispetto alle quali risultano espresse le componenti delle azioni risultanti e un centro di
riduzione per il calcolo dei momenti.
Le section cuts sono state effettuate per ogni piano, subito sotto l’asse delle travi e subito sopra; in
tutto se ne hanno dodici, due per piano: la prima è a 10 cm dallo spiccato di fondazione, l’ultima
sulla sommità della parete.
Il centro di riduzione rispetto al quale sono state ottenute le azioni sollecitanti è stato dato
automaticamente da SAP ed è coinciso con il baricentro della sezione rettangolare.

Tutte queste operazioni, volte alla “lettura” delle sollecitazioni sugli shell della parete, vengono
effettuate su un modello diverso della struttura; infatti se si leggessero tali sollecitazioni su un
modello in cui viene effettuata una analisi dinamica (come è stato fatto fino ad ora per gli elementi
strutturali fin qui progettati), il programma di calcolo attraverso il comando section cuts, non riesce a
tenere conto dell’inversione di segno dell’azione sismica, descritta dagli spettri di progetto applicati.
E’ per questa motivazione che si crea un altro modello della struttura, formalmente uguale al
precedente, ma nel quale verrà fatta un’analisi statica lineare applicando il sistema di forze distribuite
lungo l’altezza dell’edificio assumendo una distribuzione lineare degli spostamenti; tali forze sono le
stesse forze utilizzate per determinare le coppie torcenti di piano, già illustrate nel Capitolo 5, e
vengono applicate nei vari baricentri di massa di ogni piano. Si rimanda al Capitolo 5 per la loro
determinazione.
In questo nuovo modello (con l’analisi statica lineare) le combinazioni di carico analizzate non
cambiano, rispetto al precedente modello.

Per le strutture in classe di duttilità “B”, la distribuzione dei momenti flettenti e degli sforzi di taglio
lungo l’altezza delle pareti è quella derivante dall’analisi dell’edificio per le combinazioni di carico
considerate al Capitolo 5.

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Di seguito si riporta una tabella con tutte le sollecitazioni delle sezioni analizzate, ricavate dalla
combinazione di carico denominata “TOTALE”, in cui vengono indicati i valori massimi e minimi di
ogni sollecitazione:

SOLLECITAZIONI PARETE DI TAGLIO


Tx Ty N Mxx Myy
SECTION CUT tipo valore
KN KN KN KN-m KN-m

FOND. sup.
Max 217,788 316,214 2614,763 6600,3108 231,0422
Min -187,045 -105,649 1353,941 -7697,4272 -189,7866
Max 217,788 316,214 2579,602 6782,5032 81,4212
FOND. inf.
Min -187,045 -105,649 1268,826 -7759,8778 -59,7559
Max 25,997 1405,986 2292,575 7017,1121 71,9693
TERRA sup.
Min -40,727 -1132,67 1148,109 -8094,0404 -105,4738
Max 25,997 1405,986 2166,542 3851,6213 36,5936
TERRA inf.
Min -40,727 -1132,67 1058,086 -4662,3606 -19,2788
Max 33,88 973,612 1799,223 3525,4826 66,3488
1° sup.
Min -48,85 -865,198 900,977 -4434,7571 -93,1741
Max 33,88 973,612 1689,629 1535,6502 53,3755
1° inf.
Min -48,85 -865,198 822,696 -2108,1588 -35,2902
Max 31,394 666,371 1308,52 1330,7276 49,879
2° sup.
Min -48,832 -560,102 664,842 -2014,7638 -81,6125
Max 31,394 666,371 1198,926 599,6335 64,8848
2° inf.
Min -48,832 -560,102 586,561 -953,3381 -44,3033
Max 24,261 293,138 811,08 413,1062 34,4795
3° sup.
Min -42,825 -191,128 421,801 -596,5922 -67,7161
Max 24,261 293,138 701,486 544,7493 60,7592
3° inf.
Min -42,825 -191,128 343,52 -680,6829 -38,3048
Max 23,804 175,886 310,687 347,5808 31,8896
COPERTU. sup.
Min -42,644 -74,792 170,359 -618,7995 -65,725
Max 23,804 175,886 201,276 196,9346 61,9945
COPERTU. inf.
Min -42,644 -74,792 92,208 -153,8715 -39,4033
Tabella 31: sollecitazioni parete di taglio

b) Prescrizioni minime

Per quanto riguarda i limiti geometrici la Normativa impone che:

- lo spessore delle pareti deve essere generalmente non inferiore a 15 cm oppure a 20 cm nel
caso in cui siano presenti armature ad X nelle travi di collegamento.
- lo sforzo normale normalizzato (νd = N/Ac fcd ) prodotto dai carichi di gravità non deve
eccedere 0.4.

Per le armature longitudinali:

- devono essere disposte su entrambe le facce della parete.


- il passo tra le barre deve essere non maggiore di 30 cm.
- il diametro delle barre non maggiore di un decimo dello spessore della parete.

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L’Ordinanza definisce poi una zona inelastica di base individuata da una altezza detta hcr = altezza
critica ed è data dal più grande dei seguenti valori: altezza della sezione di base della parete (l = 4.35
m), un sesto dell’altezza dell’edificio ( H = 18.14 m, 1/6 H = 3.02 m); hcr non deve essere comunque
maggiore dell’altezza del piano terra nel caso di edificio con numero di piani non superiore a 6 ( 3.95
m ) e due volte l’altezza del piano terra per edifici con oltre 6 piani, e non maggiore di due volte
l’altezza della sezione di base ( 2 l = 4.35x2= 8.6 m) .
Si sceglie quindi come altezza critica l’altezza del piano terra: hcr = 3.95 m.
Nell’altezza della zona in elastica di base , si definisce una zona “confinata” pari al 20% della
lunghezza in pianta della parete e comunque non inferiore a 1.5 volte lo spessore della parete. In tale
zona il rapporto geometrico ρ dell’armatura totale verticale, riferito all’area confinata, deve essere
compreso tra i seguenti limiti:
1% ≤ ρ ≤ 4%
Nel caso in esame, facendo riferimento alla massima dimensione in pianta pari a 4.35 m ed al
massimo spessore pari a 25 cm, la zona confinata viene pari a 87 cm; è stato scelto lc = 100 cm
anche perchè, come si vedrà più avanti sono necessarie delle armature superiori ai minimi.
All’estremità di ogni lato della parete sono dunque presenti due “pilastrini” di dimensione 25x100
cm, che verranno poi staffati con il medesimo passo della staffatura globale della sezione, al fine di
aumentare l’effetto di contenimento nelle zone d’estremità, dove si concentrano le massime tensioni
in caso di presso flessione.
Nella rimanente parte della parete, ovvero al di sopra di hcr, e tra le zone confinate all’interno di hcr,
deve essere previsto un minimo di armatura verticale pari allo 0.2% per controllare la fessurazione da
taglio.
Si pongono le seguenti armature:

• In hcr:

- nelle zone confinate l’armatura dei “pilastrini” è data da 16 Ø 18 in un’area di 25x100


cm, per le quali si ha ρ = 1% ≤ 2% ≤ 4%;

- per le zone comprese tra i “pilastrini”, si pongono 18 Ø 14 in un’area di 25x235 cm, per
le quali si ha ρ = 0.47% ≥ 0.2%;

• Al di fuori di hcr:

si pone un’armatura uniforme su tutta la sezione pari a 50 Ø 14 che corrisponde a


ρ = 0.70% ≥ 0.2%.

• Verifica a sforzo assiale normalizzato:

N
νd = < 0.4
f cd ⋅ Ac

N Ac
PIANO νd
(KN) (cm2)
FOND. 2614.76 25x435 =10875 0.15
TERRA 2292.57 “ 0.13
1° 1799.22 “ 0.11
2° 1308.52 “ 0.08
3° 811.08 “ 0.05
COPERT. 92.21 “ 0.005
Tabella 32: Verifica sforzo assiale normalizzato

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c) Domini resistenti

Le verifiche a pressoflessione deviata sono state svolte con il programma Vcaslu.


Di seguito si riportano i domini resistenti relativi alle varie sezioni prese in esame per le verifiche
sismiche allo SLU; per ogni sezione si considerano i momenti flettenti massimi nelle due direzioni X
e Y nel caso di sforzo normale massimo e minimo. Tutte le rotture avvengono lato acciaio teso.

PIANO FONDAZIONE
Nmax = 2614.76 KN ; Mxxmax = 7759.88 KNm ; Myymax = 231.04 KNm

As = 16 Ø 18 + 18 Ø 14
PIANO FONDAZIONE
Nmin = 1268.83 KN ; Mxxmax = 7759.88 KNm ; Myymax = 231.04 KNm

As = 16 Ø 18 + 18 Ø 14

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PIANO TERRA
Nmax = 2292.57 KN ; Mxxmax = 8094.04 KNm ; Myymax = 105.47 KNm

As = 16 Ø 18 + 18 Ø 14
PIANO TERRA
Nmin = 1058.09 KN ; Mxxmax = 8094.04 KNm ; Myymax = 105.47 KNm

As = 16 Ø 18 + 18 Ø 14

PIANO 1°
Nmax = 1799.22 KN ; Mxxmax = 4434.76 KNm ; Myymax = 93.17 KNm

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As = 16 Ø 18 + 18 Ø 14
PIANO 1°
Nmin = 822.70 KN ; Mxxmax = 4434.76 KNm ; Myymax = 93.17 KNm

As = 16 Ø 18 + 18 Ø 14
PIANO 2°
Nmax = 1308.52 KN ; Mxxmax = 2014.76 KNm ; Myymax = 81.61 KNm

As = 50 Ø 14
PIANO 2°
Nmin = 586.56 KN ; Mxxmax = 2014.76 KNm ; Myymax = 81.61 KNm

As = 50 Ø 14

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PIANO 3°
Nmax = 811.08 KN ; Mxxmax = 680.68 KNm ; Myymax = 67.72 KNm

As = 50 Ø 14
PIANO 3°
xx
Nmin = 343.52 KN ; M max = 680.68 KNm ; Myymax = 67.72 KNm

As = 50 Ø 14

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7.5.2 Verifica a taglio

Per quanto riguarda la verifica a taglio la Normativa riporta tre verifiche che devono essere
soddisfatte sia dalla sola sezione di cls, sia dalle armature trasversali con il contributo di quelle
longitudinali:

- verifica dell’anima a compressione:


V < Vrd2

dove:

Vrd2 = 0.4 ( 0.7 - fck / 200) × fcd × b0 × z

con fck espresso in MPa e non superiore a 40 MPa


b0 = spessore dell’anima della parete
z = braccio delle forze interne, pari a 0.8 l

- verifica del meccanismo resistente a trazione:

V < Vrd3 = Vcd + Vwd

dove:

Vcd e Vwd sono rispettivamente il contributo del conglomerato e dell’armatura e sono da


valutare con le espressioni valide per le situazioni non sismiche nelle sezioni al di fuori di
hcr, mentre nelle zone critiche valgono:

sforzo normale di trazione Vcd = 0


sforzo normale di compressione Vcd = τrd (1.2 + 0.4 ρ ) b0 × z
con ρ = rapporto geometrico dell’armatura longitudinale in %

- verifica a scorrimento lungo piani orizzontali

V < Vrd,s = Vdd + Vfd + Vid

nella quale Vdd e Vfd, Vid rappresentano rispettivamente il contributo dell’effetto spinotto
delle armature verticali e Vfd il contributo della resistenza per attrito ed il contributo delle
armature inclinate presenti alla base e sono dati da:

Vdd = 0.25 fyd ∑ Asi


Vdd = 0.25 fyd ×ξ l× b0
Vid = ∑ Asi fyd cos Ø

essendo ∑ Asi la somma delle aree delle barre verticali intersecanti il piano e ξ l l’altezza
della parte compressa della sezione, Asi l’area di ciascuna armatura inclinata che attraversa il
piano con Ø angolo di inclinazione.

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a) Sollecitazioni di calcolo

Le sollecitazioni di calcolo per i tagli sollecitanti sono anch’esse ricavate sugli shell con il comando
section cuts: vedi tabella xxx.

b) Prescrizioni minime

Per quanto riguarda l’armatura trasversale l’Ordinanza 3274 definisce una serie di
limitazioni geometriche:

- l’interasse delle barre non deve essere maggiore di 30 cm;


- le armature presenti sulle due facce devono essere collegate con legature in ragione di
almeno nove ogni metro quadrato;
- nelle zone confinate l’armatura trasversale deve essere costituita da tondini di diametro non
inferiore a 8 mm, disposti in modo da fermare tutte le barre verticali con un passo non
superiore a 10 volte il diametro della barra o a 25 cm.
- al di fuori di hcr deve essere presente un’armatura minima orizzontale pari allo 0.2% per
controllare la fessurazione da taglio.
Il D.M. 9/01/96 specifica in più, rispetto a quanto detto sopra, che le staffe devono avere un interasse
massimo pari a 20 volte il diametro delle barre longitudinali che collegano.

Le armature trasversali impiegate sono staffe Ø 10 con passo pari a :

• In hcr:

- Δst = 15 cm < 25 cm (Ordinanza)


- Δst = 15 cm < 10 Ø = 10 Ø 18 = 18 cm (Ordinanza)
• Fuori da hcr:

- Δst = 25 cm < 30 cm (Ordinanza)


- Δst = 25 cm < 20 Ø = 20 Ø 14 = 28 cm (D.M. ‘96)
2 φ 10
- ρ= = 0.25% > 0.20% (D.M. ‘96)
25 × 25

c) Tagli resistenti

Verifica a compressione delle anime:

si verifica lo sforzo di taglio massimo, che si verifica in direzione Y, pari a V = 1405.99 KN.

Vrd2 = 0.4 ( 0.7 - fck / 200) × fcd × b0 × z = 3116.76 KN > V = 1405.99 KN

con fck 30 MPa


b0 = 25 cm
z = 0.8 l = 0.8 × 435 = 348 cm

Tale verifica risulta soddisfatta in tutte le sezioni della parete, infatti il valore di Vrd2 rimane costante
in quanto dipende esclusivamente dalle caratteristiche della sezione.

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Di seguito si riportano invece le altre due verifiche, dove il termine ξ l viene fornito dal programma
Vcaslu con il quale sono state verificate a presso flessione le sezioni della parete:

SEZIONI IN hcr V = 1405.99 KN


Verifica meccanismo resistente a trazione
b 25 cm
l 435 cm
d 431.1 cm
Astot (16 Ø 18 + 18 Ø 14 ) = 68.36 cm2
ρ = Astot / (b× l) 0.63%
fcd 15.56 N/mm2
fywd 374 N/mm2
fctd 1.14 N/mm2
τrd 0.34 N/mm2
SI PONGONO STAFFE Ø = 10 A DUE BRACCI Asw = 1.57 cm2
con Δst = 15 cm
Vcd 429.50 KN
Vwd 1518.80 KN
Vrd3 = Vcd + Vwd 1948.30 KN

Verifica a scorrimento lungo piani orizzontali


∑ Asi (16 Ø 18 + 18 Ø 14 ) = 68.36 cm2
ξl 98.6 cm
Φ 90°
Vdd 639.17 KN
Vfd 959.04 KN
Vid 0
Vrd,s = Vdd + Vfd + Vid 1598.21 KN

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SEZIONI FUORI DA hcr V = 975.61 KN


Verifica meccanismo resistente a trazione
b 25 cm
l 435 cm
d 431.1 cm
Astot (50 Ø 14 ) = 77 cm2
ρ = Astot / (b× l) 0.71%
fcd 15.56 N/mm2
fywd 374 N/mm2
fctd 1.14 N/mm2
τrd 0.34 N/mm2
SI PONGONO STAFFE Ø = 10 A DUE BRACCI Asw = 1.57 cm2
con Δst = 25 cm
Vcd 438.97 KN
Vwd 911.70 KN
Vrd3 = Vcd + Vwd 1350.67 KN

Verifica a scorrimento lungo piani orizzontali


∑ Asi (50 Ø 14 ) = 77 cm2
ξl 91.84 cm
Φ 90°
Vdd 719.95 KN
Vfd 777.03 KN
Vid 0
Vrd,s = Vdd + Vfd + Vid 1496.98 KN

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7.6 VANO ASCENSORE

La torre dell’ascensore rappresenta un’estensione di quanto già detto per il dimensionamento della
parete di taglio semplice. La sezione scatolare può essere vista come l’insieme di quattro pareti
(Ordinanza 3274 punto 5.5.5.1) di cui tre semplici (lati 2, 3, 4) ed una accoppiata (lato 1, dove è
presente l’apertura) come evidente nella fig. seguente. Per ciascuno dei quattro lati, infatti, il
rapporto tra la minima e la massima dimensione della sezione è inferiore a 0.3.
Lo spessore dei quattro lati è pari a 20 cm , maggiore del minimo ammissibile che è pari a 15 cm, ed
il lato 1 è pari al minimo spessore da prevedersi nel caso di presenza di armature a X nelle travi di
collegamento, sempre di 20 cm.
L’Ordinanza 3274 specifica al punto 5.4.5 che si definiscono pareti di forma composta l’insieme di
pareti semplici collegate in modo da formare sezioni a L, T, U, I etc. Nel caso di tali pareti si precisa,
al punto 5.4.5.2, che le verifiche di resistenza vanno effettuate considerando la parte costituita dalle
anime parallele o approssimativamente parallele alla direzione principale sismica, con l’aggiunta di
porzioni limitate di ali. Poiché non è presente un’ indicazione specifica riguardo ai nuclei in cemento
armato, si è optato per una soluzione intermedia: la verifica a flessione della torre è stata riferita alla
sezione scatolare considerando il lato 1 con la presenza dell’apertura, perchè risulta essere la sezione
più “debole” rispetto a quella chiusa; i tagli di calcolo complessivi agenti sulla sezione globale,
invece, sono stati distribuiti sulle anime parallele alla direzione del taglio in esame. In particolare si
verificheranno a taglio secondo la direzione Y , le due pareti dei lati 2 - 4 e secondo la direzione X
solo la parete del lato 3 data, l’esigua grandezza delle pareti sul lato 1 e le difficoltà di ripartizione
delle sollecitazioni, che invece nel caso precedente vengono ripartite in parti uguali.

Y
lato3

lato2 lato4
X X

lato1
Y
fig. 32:sez. vano ascensore

Anche le pareti del vano ascensore sono soggette, come le pareti di taglio, a elevati sforzi flessionali
derivanti prevalentemente dalle azioni sismiche orizzontali; per questo anche la sezione scatolare del
nucleo ascensore viene verificata a presso flessione deviata e a taglio.

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7.6.1 Verifica a presso flessione deviata: dominio resistente

La determinazione del dominio resistente delle sezioni del vano ascensore, avviene con gli stessi
procedimenti utilizzati nel caso della parete di taglio; quindi si individueranno le curve
rappresentatrici dei vari domini nel piano Mrduxx-Mrduyy e si verificherà che le coppie di valori Msduxx-
Msduyy ricadano entro le curve, al variare di Nsdu .
Verrà utilizzato il software Vcaslu, per la determinazione dei domini resistenti.
Per quanto riguarda le prescrizioni fornite dalla Normativa, questa dice che nel caso di parete
semplice, la verifica di resistenza si effettua con riferimento al rettangolo di base, che nel caso in
esame è data dalla sezione scatolare. Inoltre si aggiunge che in ogni sezione il momento resistente,
associato al più sfavorevole valore dello sforzo normale e calcolato come per le condizioni non
sismiche, deve risultare superiore o uguale al momento esterno di calcolo.

a) Sollecitazioni di calcolo

Le pareti del vano ascensore, come già visto al Capitolo 3, sono state modellate mediante l’utilizzo di
elementi shell. Per tabulare le sollecitazioni ottenute dall’analisi sul modello della struttura e agenti
su una sezione orizzontale della torre si è utilizzato il comando section cuts come già fatto per la
parete di taglio.
Tale comando permette, selezionando tutti i nodi posti alla quota in cui si effettua la sezione e gli
elementi shell ad essi adiacenti, di determinare le risultanti delle tensioni agenti sulla linea chiusa
così descritta. Si devono specificare le tre direzioni rispetto alle quali risultano espresse le
componenti delle azioni risultanti e un centro di riduzione per il calcolo dei momenti.
Le section cuts sono state effettuate per ogni piano, subito sotto l’asse delle travi e subito sopra; in
tutto se ne hanno tredici, due per piano e l’ultima sulla sommità della porzione di torre che emerge
dalla copertura.
Il centro di riduzione rispetto al quale sono state ottenute le azioni sollecitanti è stato dato
automaticamente da SAP ed è coinciso con il baricentro della sezione scatolare aperta.
Nei punti in cui sono state calcolate le azioni risultanti delle sezioni subito sotto i piani, la sezione del
vano presenta effettivamente sezione chiusa; verificando tali sollecitazioni con la sezione scatolare
aperta non si commettono grandi errori, perchè le differenze nei valori delle sollecitazioni sono
minime, e comunque si va a favore di sicurezza.

Naturalmente, come è stato fatto per il caso della parete di taglio, anche per le pareti del vano
ascensore le sollecitazioni sulle section cuts degli shell, sono state lette su un modello della struttura
in cui viene eseguita un’analisi statica lineare, applicando ai baricentri delle masse di ogni piano,
oltre alle coppie torcenti per la considerazione degli effetti delle eccentricità accidentali, le forze Fi
già calcolate nel Capitolo 5 e a cui si rimanda per la loro determinazione.
In questo nuovo modello (con l’analisi statica lineare) le combinazioni di carico analizzate non
cambiano, rispetto al precedente modello (con l’analisi dinamica modale).

Per le strutture in classe di duttilità “B”, la distribuzione dei momenti flettenti e degli sforzi di taglio
lungo l’altezza delle pareti è quella derivante dall’analisi dell’edificio per le combinazioni di carico
considerate al Capitolo 5.

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Di seguito si riporta una tabella con tutte le sollecitazioni delle sezioni analizzate, ricavate dalla
combinazione di carico denominata “TOTALE”, in cui vengono indicati i valori massimi e minimi di
ogni sollecitazione:

SOLLECITAZIONI VANO ASCENSORE


Tx Ty N Mxx Myy
SECTION CUT tipo valore
KN KN KN KN-m KN-m
Max 1166,978 645,061 3387,121 3510,2251 5092,684
FOND. sup.
Min -1197,76 -751,475 1102,07
-3020,0933 -5250,351
Max 1197,756 751,475 -1056,63 2026,6988 7189,357
FOND. inf.
Min -1166,98 -645,061 -3331,68
-2352,9539 -7079,088
Max 1284,652 535,744 3016,238 2882,7703 7670,029
TERRA sup.
Min -1292,2 -534,205 995,714
-2577,9089 -7922,311
Max 1284,652 535,744 2903,041 977,2882 4743,366
TERRA inf.
Min -1292,2 -534,205 940,52 -689,8515 -4968,703
Max 869,468 358,997 2507,5791979,3763 3537,582
1° sup.
Min -876,451 -385,598 828,39 -1130,808 -4373,441
Max 876,451 385,598 -729,367 334,9818 1511,521
1° inf.
Min -869,468 -358,997 -2368,95-576,176 -1297,833
Max 599,873 304,018 1939,268 936,5611 790,6138
2° sup.
Min -602,908 -358,296 724,95 -574,027 -965,7242
Max 599,873 304,018 1800,637 395,2514 967,958
2° inf.
Min -602,908 -358,296 625,928-237,9637 -2133,433
Max 205,068 206,307 1314,584 467,0412 615,5888
3° sup.
Min -205,218 -266,201 560,151-170,4167 -721,571
Max 205,068 206,307 1175,953 477,4748 1199,341
3° inf.
Min -205,218 -266,201 471,129-393,9293 -1304,848
Max 203,144 117,966 674,666 265,1339 887,1786
COPERTU. sup.
Min -195,485 -211,159 334,875 -34,979 -935,5067
Max 195,485 211,159 -236,093 261,8113 476,7527
COPERTU. inf.
Min -203,144 -117,966 -536,371
-261,1118 -385,9951
Max 5,56E-10 3,23E-10 166,944 16,6367 1,43E-09
SOMMITA' sup.
Min -5,3E-10 -2,9E-10 119,245 11,8834 -1,36E-09
Tabella 33: sollecitazioni sezione scatolare vano ascensore

b) Prescrizioni minime

Per quanto riguarda i limiti geometrici la Normativa impone che:

- lo spessore delle pareti deve essere generalmente non inferiore a 15 cm oppure a 20 cm nel
caso in cui siano presenti armature ad X nelle travi di collegamento.
- lo sforzo normale normalizzato (νd = N/Ac fcd ) prodotto dai carichi di gravità non deve
eccedere 0.4.

97
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Per le armature longitudinali:

- devono essere disposte su entrambe le facce della parete.


- il passo tra le barre deve essere non maggiore di 30 cm.
- il diametro delle barre non maggiore di un decimo dello spessore della parete.
Avendo uno spessore di 20 cm, si dovranno utilizzare barre con un diametro massimo di 20 mm. Si
decide di utilizzare barre Ø 18, dal momento che tale diametro è già stato utilizzato per tutti gli
elementi strutturali verticali ( pilastri e pareti di taglio).
Come già fatto per la parete di taglio si definisce una zona inelastica di base individuata dall’altezza
hcr = altezza critica che per ovvie ragioni è la stessa : hcr = 3.95 m.
Nell’altezza della zona in elastica di base , si definisce una zona “confinata” pari al 20% della
lunghezza in pianta della parete e comunque non inferiore a 1.5 volte lo spessore della parete. In tale
zona il rapporto geometrico ρ dell’armatura totale verticale, riferito all’area confinata, deve essere
compreso tra i seguenti limiti:
1% ≤ ρ ≤ 4%

Nel caso in esame si fa riferimento alla massima dimensione in pianta fra i quattro setti che
costituiscono la sezione scatolare dell’ascensore, che risulta essere pari a 2.30 m ed al massimo
spessore pari a 20 cm; la zona confinata viene pari a 46 cm; è stato scelto quindi lc = 50 cm.
All’estremità di ogni lato della parete sono dunque presenti due “pilastrini” di dimensione 20x50 cm,
che verranno poi staffati con il medesimo passo della staffatura globale di ogni setto della sezione, al
fine di aumentare l’effetto di contenimento nelle zone d’estremità, dove si concentrano le massime
tensioni in caso di presso flessione.
Nella rimanente parte della parete, ovvero al di sopra di hcr, e tra le zone confinate all’interno di hcr,
deve essere previsto un minimo di armatura verticale pari allo 0.2% per controllare la fessurazione da
taglio.
Si pongono le seguenti armature:

• In hcr:

- nelle zone confinate l’armatura dei “pilastrini” è data da:

lati 2 -4 10Ø18 in un’area di 20x50 cm, con ρ = 1% ≤ 2.5% ≤ 4% ;


lati 1 -3 8Ø18 in un’area di 20x50 cm, con ρ = 1% ≤ 2% ≤ 4% ;

- per la zona compresa tra i “pilastrini” sul lato 3, si pongono 16Ø18 in un’area di
20x130 cm, per le quali si ha ρ = 1.5% ≥ 0.2%;
- per la zona compresa tra i “pilastrini” sui lati 2 - 4, si pongono 6Ø18 in un’area di
20x70 cm, per le quali si ha ρ = 1% ≥ 0.2%;

• Al di fuori di hcr:

- si usano barre Ø14 su tutta la sezione scatolare e la percentuale più bassa di armatura si
ha sul lato 3 con 28Ø14 , pari a ρ = 0.94% ≥ 0.2%.

Per una migliore chiarezza sulla disposizione delle armature si rimanda alla relativa tavola.

98
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• Verifica a sforzo assiale normalizzato:


N
νd = < 0.4
f cd ⋅ Ac

PIANO N (KN) Ac (cm2) νd


FOND. 3387.12 9280 0.23
TERRA 3016.00 “ 0.21
1° 2507.58 “ 0.17
2° 1939.27 “ 0.13
3° 1314.58 “ 0.09
COPERT. 674.67 “ 0.05
Tabella 34: Verifica sforzo assiale normalizzato
c) Domini resistenti

Le verifiche a pressoflessione deviata sono state svolte con il programma Vcaslu.


Per ogni sezione si considerano i momenti flettenti massimi nelle due direzioni X e Y nel caso di
sforzo normale massimo e minimo. Tutte le rotture avvengono lato acciaio teso.

PIANO FONDAZIONE
Nmax = 3387.12 KN ; Mxxmax = 3510.22 KNm ; Myymax = 7189.36 KNm

Armatura Ø 18
PIANO FONDAZIONE
Nmin = 1056.63 KN ; Mxxmax = 3510.22 KNm ; Myymax = 7189.36 KNm

Armatura Ø 18

99
Corso di Costruzioni in zona sismica Progetto sismico di un edificio in cemento armato

PIANO TERRA
Nmax = 3016.00 KN ; Mxxmax = 2882.77 KNm ; Myymax = 7922.31 KNm

Armatura Ø 18
PIANO TERRA
xx
Nmin = 940.52 KN ; M max = 2882.77 KNm ; Myymax = 7922.31 KNm

Armatura Ø 18
PIANO 1°
Nmax = 2507.58 KN ; Mxxmax = 1979.38 KNm ; Myymax = 4373.44 KNm

Armatura Ø 18

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PIANO 1°
Nmin = 729.37 KN ; Mxxmax = 1979.38 KNm ; Myymax = 4373.44 KNm

Armatura Ø 18
PIANO 2°
Nmax = 1939.27 KN ; Mxxmax = 936.56 KNm ; Myymax = 2133.43 KNm

Armatura Ø 14
PIANO 2°
Nmin = 625.93 KN ; Mxxmax = 936.56 KNm ; Myymax = 2133.43 KNm

Armatura Ø 14

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PIANO 3°
Nmax = 1314.58 KN ; Mxxmax = 477.47 KNm ; Myymax = 1199.34 KNm

Armatura Ø 14
PIANO 3°
Nmin = 471.13 KN ; Mxxmax = 477.47 KNm ; Myymax = 1199.34 KNm

Armatura Ø 14
PIANO COPERTURA
Nmax = 674.67 KN ; Mxxmax = 265.13 KNm ; Myymax =935.51 KNm

Armatura Ø 14

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PIANO COPERTURA
Nmin = 236.09 KN ; Mxxmax = 265.13 KNm ; Myymax =935.51 KNm

Armatura Ø 14

7.6.2 Verifica a taglio

La verifica a taglio viene effettuata secondo le due direzioni principali X e Y. Come già detto si
considerano i tagli di calcolo complessivi agenti sulla sezione globale vengono distribuiti sulle anime
parallele alla direzione del taglio in esame.
Per semplicità e a favore di sicurezza e data anche l’esigua lunghezza delle due pareti sul lato 1 della
sezione ( stipiti a contorno delle aperture del vano), si considera resistente al taglio Tx solo il lato 3
della sezione scatolare; il taglio Ty invece viene ripartito in parti uguali sui lati 2 e 4 della sezione.

Per quanto riguarda la verifica a taglio la Normativa riporta tre verifiche che devono essere
soddisfatte sia dalla sola sezione di cls, sia dalle armature trasversali con il contributo di quelle
longitudinali:

- verifica dell’anima a compressione:


V < Vrd2

dove:

Vrd2 = 0.4 ( 0.7 - fck / 200) × fcd × b0 × z

con fck espresso in MPa e non superiore a 40 MPa


b0 = spessore dell’anima della parete
z = braccio delle forze interne, pari a 0.8 l

- verifica del meccanismo resistente a trazione:

V < Vrd3 = Vcd + Vwd

dove:

103
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Vcd e Vwd sono rispettivamente il contributo del conglomerato e dell’armatura e sono da


valutare con le espressioni valide per le situazioni non sismiche nelle sezioni al di fuori di
hcr, mentre nelle zone critiche valgono:

sforzo normale di trazione Vcd = 0


sforzo normale di compressione Vcd = τrd (1.2 + 0.4 ρ ) b0 × z
con ρ = rapporto geometrico dell’armatura longitudinale in %

A differenza di quanto accade per la parete di taglio verificata nel precedente paragrafo, non si
effettua la “verifica a scorrimento lungo i piani orizzontali” dal momento che, per come è stata
effettuata la verifica a flessione, non si può individuare con semplicità, anima per anima, il valore del
termine ξ l che indica l’altezza della parte compressa; tale verifica potrebbe essere fatta se si
considerassero come resistenti ai momenti flettenti solo due anime alla volta.

a) Sollecitazioni di calcolo

Le sollecitazioni di calcolo per i tagli sollecitanti sono anch’esse ricavate sugli shell con il comando
section cuts: vedi tabella 33.

b) Prescrizioni minime

Per quanto riguarda l’armatura trasversale l’Ordinanza 3274 definisce una serie di
limitazioni geometriche:

- l’interasse delle barre non deve essere maggiore di 30 cm;


- le armature presenti sulle due facce devono essere collegate con legature in ragione di
almeno nove ogni metro quadrato;
- nelle zone confinate l’armatura trasversale deve essere costituita da tondini di diametro non
inferiore a 8 mm, disposti in modo da fermare tutte le barre verticali con un passo non
superiore a 10 volte il diametro della barra o a 25 cm.
- al di fuori di hcr deve essere presente un’armatura minima orizzontale pari allo 0.2% per
controllare la fessurazione da taglio.

Il D.M. 9/01/96 specifica in più, rispetto a quanto detto sopra, che le staffe devono avere un interasse
massimo pari a 20 volte il diametro delle barre longitudinali che collegano.

Le armature trasversali impiegate sono staffe Ø 10 con passo pari a :

• In hcr:

zone confinate lato 3:

- Δst = 10 cm < 25 cm (Ordinanza)


- Δst = 10 cm < 10 Ø = 10 Ø 18 = 18 cm (Ordinanza)

zone non confinate (tra i due “pilastrini”) lato 3:

2 φ 10
- Δst = 10 cm con ρ = = 0.78% > 0.20% (D.M. ‘96)
20 × 10

104
Corso di Costruzioni in zona sismica Progetto sismico di un edificio in cemento armato

zone confinate lato 2 - 4 :

- Δst = 15 cm < 25 cm (Ordinanza)


- Δst = 15 cm < 10 Ø = 10 Ø 18 = 18 cm (Ordinanza)

zone non confinate (tra i due “pilastrini”) lato 2 - 4:

2 φ 10
- Δst = 15 cm con ρ = = 0.52% > 0.20% (D.M. ‘96)
20 × 15

• Fuori da hcr:

lato 3 :

- Δst = 20 cm < 30 cm (Ordinanza)


- Δst = 25 cm < 20 Ø = 20 Ø 14 = 28 cm (D.M. ‘96)

2 φ 10
- ρ= = 0.39% > 0.20%
20 × 20

lato 2 - 4 :

- Δst = 25 cm < 30 cm (Ordinanza)


- Δst = 25 cm < 20 Ø = 20 Ø 14 = 28 cm (D.M. ‘96)

2 φ 10
- ρ= = 0.31% > 0.20%
20 × 25

c) Tagli resistenti

Verifica a compressione delle anime:

lato 3:

si verifica lo sforzo di taglio massimo Txmax = 1292.20 KN.

Vrd2 = 0.4 ( 0.7 - fck / 200) × fcd × b0 × z = 1318.35 KN > V = 1292.20 KN.

con fck 30 MPa


b0 = 20 cm
z = 0.8 l = 0.8 × 230 = 184 cm

lato 2-4:

si verifica lo sforzo di taglio massimo Tymax = 751.47/2 = 375.68 KN.

Vrd2 = 0.4 ( 0.7 - fck / 200) × fcd × b0 × z = 974.05 KN > V = 375.68 KN.

105
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con fck 30 MPa


b0 = 20 cm
z = 0.8 l = 0.8 × 170 = 136 cm

Tale verifica risulta soddisfatta in tutte le sezioni della parete, infatti il valore di Vrd2 rimane costante
in quanto dipende esclusivamente dalle caratteristiche della sezione.
Di seguito si riportano invece le altre verifiche, eseguite sia per la zona inelastica hcr che al di sopra:

LATO 3 - TAGLIO IN DIREZIONE X


SEZIONI IN hcr Txmax = 1292.20 KN
Verifica meccanismo resistente a trazione
b 20 cm
l 230 cm
d 226.3 cm
Astot (32 Ø 18 ) = 81.28 cm2
ρ = Astot / (b× l) 1.8%
fcd 15.56 N/mm2
fywd 374 N/mm2
fctd 1.14 N/mm2
τrd 0.34 N/mm2
SI PONGONO STAFFE Ø = 10 A DUE BRACCI Asw = 1.57 cm2
con Δst = 10 cm
Vcd 243.63 KN
Vwd 1195.91 KN
Vrd3 = Vcd + Vwd 1439.50 KN

SEZIONI FUORI DA hcr Txmax = 602.91 KN


Verifica meccanismo resistente a trazione
b 20 cm
l 230 cm
d 226.5 cm
Astot (28 Ø 14 ) = 39.2 cm2
ρ = Astot / (b× l) 0.94%
fcd 15.56 N/mm2
fywd 374 N/mm2
fctd 1.14 N/mm2
τrd 0.34 N/mm2
SI PONGONO STAFFE Ø = 10 A DUE BRACCI Asw = 1.57 cm2
con Δst = 20 cm
Vcd 199.98 KN
Vwd 598.48 KN
Vrd3 = Vcd + Vwd 798.46 KN

106
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LATI 2 - 4 - TAGLIO IN DIREZIONE Y


SEZIONI IN hcr Tymax = 375.68 KN
Verifica meccanismo resistente a trazione
b 20 cm
l 170 cm
d 166.3 cm
Astot (26 Ø 18) = 46.8 cm2
ρ = Astot / (b× l) 1.9%
fcd 15.56 N/mm2
fywd 374 N/mm2
fctd 1.14 N/mm2
τrd 0.34 N/mm2
SI PONGONO STAFFE Ø = 10 A DUE BRACCI Asw = 1.57 cm2
con Δst = 15 cm
Vcd 183.83 KN
Vwd 585.89 KN
Vrd3 = Vcd + Vwd 768.89 KN

SEZIONI FUORI DA hcr Tymax = 179.15 KN


Verifica meccanismo resistente a trazione
b 20 cm
l 170 cm
d 166.5 cm
Astot (22 Ø 14 ) = 30.8 cm2
ρ = Astot / (b× l) 0.99%
fcd 15.56 N/mm2
fywd 374 N/mm2
fctd 1.14 N/mm2
τrd 0.34 N/mm2
SI PONGONO STAFFE Ø = 10 A DUE BRACCI Asw = 1.57 cm2
con Δst = 25 cm
Vcd 149.79 KN
Vwd 351.96 KN
Vrd3 = Vcd + Vwd 501.64 KN

107
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7.7 TRAVI DI COLLEGAMENTO

La particolarità del vano ascensore è quella di avere una parete forata, dotata di travi tozze di
accoppiamento che collegano le due porzioni di parete ai lati delle aperture.
Queste travi sono sede principalmente di sforzi taglianti e non avrebbe alcun senso la disposizione di
armature longitudinali correnti tipica delle travi alte. Infatti si rivela che per travi cosi armate dopo
pochi cicli di carico si ha la comparsa di una lesione diagonale per taglio, ed una staffatura anche
calcolata in eccesso in base alla massima azione di taglio presente non consentirebbe di evitarla.
Per questo l’O.P.C.M. 3431 impone quanto segue:
travi aventi altezza pari allo spessore del solaio non sono da considerare efficaci ai fini del
collegamento. La verifica delle travi di collegamento è da eseguire con i procedimenti seguiti per le
travi se è soddisfatta almeno una delle seguenti condizioni:

- il rapporto luce netta e altezza è uguale o superiore a 3;


- lo sforzo di taglio di calcolo risulta :
Vd ≤ 4bd τrd

Se le condizioni precedenti non sono soddisfate lo sforzo di taglio deve venire assorbito da
armature ad X, con sezione pari ad As per ciascuna diagonale, che attraversano diagonalmente la
trave e si ancorano nelle pareti adiacenti, in modo da soddisfare la relazione:

Vd ≤ 2 As fyd sen α

con α angolo tra le diagonali e l’asse orizzontale.


In ogni caso deve risultare Vd < 15 b d τrd

Le travi di collegamento presenti nel vano ascensore dell’edificio oggetto di studio hanno le seguenti
dimensioni :

piano 1°:
b = 20 cm larghezza della sezione trasversale
h = 165 cm altezza netta della sezione trasversale
l = 126 cm lunghezza netta di tutta la trave ovvero larghezza delle aperture vano
ascensore

piani successivi:

b = 20 cm larghezza della sezione trasversale


h = 125 cm altezza netta della sezione trasversale
l = 126 cm lunghezza netta di tutta la trave ovvero larghezza delle aperture vano
ascensore

108
Corso di Costruzioni in zona sismica Progetto sismico di un edificio in cemento armato

a) Sollecitazioni di calcolo

Le sollecitazioni di taglio vengono lette sempre con l’ausilio del comando section cuts, già
esaminato in precedenza, sul modello della struttura in cui si fa eseguire un’analisi statica lineare.
Le varie section cuts vengono fatte verticalmente in corrispondenza delle sezioni terminali di ogni
trave di collegamento, sia dalla parte sinistra che dalla parte destra, per ottenerne i valori massimi.
Si è analizzata la combinazione di carico denominata “TOTALE” (vedi Capitolo 5).
I risultati ottenuti sono riportati in valore assoluto nella seguente tabella per ogni piano e per
ciascuna trave sia i valori del taglio all’estremo sinistro che quelli dell’estremo destro:

SOLLECITAZIONI DI TAGLIO TRAVI DI COLLEGAMENTO


QUOTA TAGLIO
PIANO SEZIONE
(m) (KN)
1° 3.95 Sx 301.06
1° 3.95 Dx 319.77
2° 7.50 Sx 246.49
2° 7.50 Dx 270.09
3° 11.05 Sx 108.44
3° 11.05 Dx 205.36
4° 14.60 Sx 89.84
4° 14.60 Dx 170.42
copertura 18.15 Sx 91.04
copertura 18.15 Dx 97.77
terminale 21.45 Sx 16.38
terminale 21.45 Dx 12.58
Tabella 34: Tagli di calcolo travi di collegamento

b) Verifica armature ad X

- rapporto luce netta e altezza deve essere ≥ 3:

l 126 cm
piano 1: = = 0.7
h 165 cm
l 126 cm
piani successivi: = =1
h 125 cm
la prima condizione non risulta soddisfatta.

- Vd ≤ 4bd τrd : Vdmax = 319.77 KN ; b = 20 cm ; τrd = 0.34 N/mm2


d = 161.1 cm piano 1°
d = 121.1 cm piani successivi

Si ottengono i seguenti risultati:

piano 1°: 4bd τrd = 438.19 KN > Vdmax


piani successivi: 4bd τrd = 329.39 KN > Vdmax

la seconda condizione risulta soddisfatta.

109
Corso di Costruzioni in zona sismica Progetto sismico di un edificio in cemento armato

In definitiva quindi essendo soddisfatta almeno una delle due precedenti condizioni poste dalla
Normativa per l’inserimento delle armature ad X, non risulta necessario impiegarle.
Nonostante questo però si decide ugualmente di inserire tali armature per i benefici che portano in
caso di sisma.

c) Prescrizioni geometriche

Nel caso di armatura ad X, la Normativa, prescrive che ciascuno dei due fasci di armatura deve
essere racchiuso da armatura a spirale o da staffe di contenimento con passo non superiore a 100
mm.
Nel caso in esame si utilizzano staffe Ø8 a passo 10 cm.
In aggiunta all’armatura diagonale sarà disposta su ciascuna faccia della trave una rete di diametro 10
mm a maglia quadrata di lato 10 cm, ed armatura corrente di 2 barre da 16 mm ai bordi superiore ed
inferiore.
Nel caso in esame oltre alla rete Ø10/10x10, si pongono ai bordi superiore ed inferiore due barre da
18 mm di diametro, dal momento che in tutti gli elementi strutturali in elevazione sono stati
impiegati diametri diversi (Ø18 in particolare per pilastri e pareti) dal 16 mm prescritti dalla
Normativa.
Infine gli ancoraggi delle armature diagonali nelle pareti saranno del 50% più lunghi di quanto
previsto per il dimensionamento in condizioni non sismiche:

La = 52 Ø = 52 x 18 mm = 94 cm ancoraggio zona tesa in condizioni non sismiche


La = 52 Ø x 1.5 = 141 cm ancoraggio in condizioni sismiche

Si garantirà un ancoraggio delle armature di 150 cm prolungando i ferri diagonali fino all’estremità
delle pareti adiacenti e risvoltando i ferri verso l’alto o verso il basso per un tratto pari ad 1 m.

110
Corso di Costruzioni in zona sismica Progetto sismico di un edificio in cemento armato

7.8 TRAVE ROVESCIA DI FONDAZIONE

Le strutture di fondazione utilizzate in questo edificio sono di due tipologie: travi rovesce posizionate
in corrispondenza dei telai trasversali e lungo tutto il perimetro della costruzione ed una platea che
rappresenta la fondazione del vano ascensore; come collegamento trasversale tra le varie travi sono
invece previsti cordoli a sezione costante pari a 50x50.
Si procederà in questa sede, al progetto e verifica della trave rovescia di fondazione del telaio di
spina come illustrato nella seguente figura:

fig. 33:trave rovescia

La sezione della trave ha invece le seguenti caratteristiche geometriche:

500
1200
500

1500

fig. 34: sezione trave rovescia

111
Corso di Costruzioni in zona sismica Progetto sismico di un edificio in cemento armato

Nel modello dinamico che rappresenta la struttura nel suo complesso e che è stato utilizzato per
l’analisi, le travi rovesce di fondazione sono state modellate con elementi frames vincolati al terreno
rispetto alle due traslazioni orizzontali del piano (X e Y), mentre in direzione verticale, essendo il
terreno rappresentato con il modello di suolo elastico alla Winkler, sono state posizionate delle molle
ad elasticità lineare con costante di sottofondo kdin. = k × 3 = 90000 KN/m3 ; per maggiori dettagli
per questo tipo di scelte, si rimanda al Capitolo 3 riguardante l’analisi dinamica della struttura.
Le travi risultano quindi soggette ai seguenti carichi:

- un carico uniformemente ripartito, diretto verso l’alto, costituito dalla reazione “utile” del
terreno; il termine utile sta a significare che per il calcolo delle sollecitazioni sulla trave, si
può ammettere che il peso proprio della fondazione stessa e la pressione esercitata sul terreno
si compensino reciprocamente;
- reazioni, dirette verso il basso, fornite dai pilastri portanti il, peso della sovrastruttura;

Il programma di calcolo strutturale Sap tiene conto di tutte queste considerazioni e restituisce
direttamente le sollecitazioni della trave, che quindi viene trattata come si già fatto per le travi dei
telai della sovrastruttura.

112
Corso di Costruzioni in zona sismica Progetto sismico di un edificio in cemento armato

7.8.1 Verifica a flessione

Per la verifica delle sezioni a momento flettente quindi è necessario assicurare che:

Mrdu ≥ Msdu

dove Mrdu è il momento resistente ultimo della sezione armata e Msdu è il momento sollecitante
ultimo.
La normativa antisismica (O.P.C.M. 3431) non specifica molte cose riguardo le strutture di
fondazione. Per edifici in classe di duttilità “B” il dimensionamento delle fondazioni e la verifica del
terreno devono essere eseguiti assumendo come sollecitazioni agenti quelle ottenute dall’analisi delle
struttura; in particolare per analisi lineare (come nel nostro caso), le azioni sismiche sono quelle
descritte dallo spettro di progetto già adottato nel modello dinamico della struttura.
Per quanto riguarda le prescrizioni minime sulle armature, la normativa specifica solo che le travi di
fondazione devono avere percentuali di armature longitudinali non inferiori allo 0.20% sia
inferiormente che superiormente per l’intera lunghezza.
Di seguito si riporta una tabella in cui sono riassunte tutte le azioni sia flettenti sia di taglio della
trave rovescia di fondazione più sollecitata, che però non risulta essere quella che andremo a
progettare (appartenente al telaio di spina), ma quella che si trova in corrispondenza del telaio di
bordo, dove la presenza della parete di taglio incide maggiormente sulle sollecitazioni della trave di
fondazione.

TRAVE ROVESCIA
M T
SEZIONE VALORE
(KNm) (KN)
sup. + 36.18 -178.24
A-
inf. -142.33 +59.77
sup. +162.86 -5.12
A+
inf. -288.30 +511.00
sup. +168.33 -575.44
1
inf. -560.23 +748.60
sup. -188.79 -986.00
2
inf. -325.15 +844.05
sup. +1360.10 -482.76
B-
inf. -1606.17 -337.90
sup. +1420.02 -712.55
B+
inf. -1419.02 +587.42
sup. -258.55 +23.65
C
inf. -554.90 +744.24
sup. +316.36 -70.39
3
inf. -41.18 +336.43
sup. +133.67 +118.76
D-
inf. -247.83 +293.62
sup. -32.27 +31.89
D+
inf. -79.10 +89.21
Tabella 35: sollecitazioni trave di fondazione

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Momento resistente trave rovescia


1600 KNm
10 Ø 22

1400 KNm

1200 KNm
7 Ø 22 7 Ø 22

1000 KNm

800 KNm

600 KNm

400 KNm

200 KNm

1 2 B C 3 D
0 KNm
A

-200 KNm

-400 KNm

-600 KNm

-800 KNm

-1000 KNm

-1200 KNm
8 Ø 22 8 Ø 22

-1400 KNm

-1600 KNm

12 Ø 22
-1800 KNm

fig. 35: momento resistente trave rovescia

Per ogni sezione della trave si verificano due casi di sollecitazione:

Msdu - = momento negativo che tende le fibre inferiori della sezione;


Msdu + = momento positivo che tende le fibre superiori della sezione;

Le caratteristiche geometriche delle sezioni della trave sono:

B = 150 cm larghezza base a contatto con il terreno


h = 120 cm altezza totale sezione
c = 4 cm copriferro, inteso come distanza tra la superficie del tondino e il bordo esterno della
sezione;

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Corso di Costruzioni in zona sismica Progetto sismico di un edificio in cemento armato

Φ tondino
d’ = c + Østaffa + = 6.3 cm avendo scelto di armare la trave con dei tondini Ø = 22 per
2
l’armatura longitudinale e con staffe Ø = 12 per quella
trasversale;

Φ tondino
d = h – ( c + Østaffa + ) = 113.7 cm altezza utile della sezione;
2

As,min = 0.20% Acls = 22 cm2

Facendo riferimento ai dati precedenti, e sottolineando che Assup rappresenta l’area dell’armatura
presente sulla sommità della nervatura e che con Asinf si intende invece l’area di armatura distribuita
sol bordo inferiore della larghezza di base , si ottengono i seguenti risultati delle sezioni
maggiormente sollecitate:

SEZIONE A
Assup Asinf d d' Msdu + Mrdu + Msdu - Mrdu-
2 2
cm cm cm cm KNm KNm KNm KNm
7 Φ 22 = 8 Φ 22 =
113,7 6,3 162,86 1180 -288,30 -1258
26,60 30,40

SEZIONE B -
Assup Asinf d d' Msdu + Mrdu + Msdu - Mrdu-
cm2 cm2 cm cm KNm KNm KNm KNm
10 Φ 22 = 12 Φ 22 =
113,7 6,3 +1360,10 1537 -1606.17 -1720
38 45,6

SEZIONE C
sup inf
As As d d' Msdu + Mrdu + Msdu - Mrdu-
cm2 cm2 cm cm KNm KNm KNm KNm
7 Φ 22 = 8 Φ 22 =
113,7 6,3 / / -554.90 -1258
26,60 30,40

SEZIONE D
Assup Asinf d d' Msdu + Mrdu + Msdu - Mrdu-
2 2
cm cm cm cm KNm KNm KNm KNm
7 Φ 22 = 8 Φ 22 =
113,7 6,3 +133,67 1180 -247,83 -1258
26,60 30,40

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7.8.2 Verifica a taglio

Per quanto riguarda l’armatura trasversale, la normativa (O.P.C.M. 3431) non specifica nessuna
prescrizione; per questo motivo la verifica viene condotta secondo il D.M. ’96 seguendo anche le
prescrizioni sui minimi date dall’Ordinanza.
Il taglio massimo si ha in corrispondenza della campata AB, e vale Tsdu = 986 KN.

Per determinare il passo delle staffe con cui fare la verifica, si parte dalle prescrizioni minime
presenti nel D.M. 96 in quanto l’Ordinanza impone delle limitazioni solo nelle zone vicino ai pilastri,
che verificheremo più avanti.
Le armature minime a taglio (DM 96) sono:

- Δst ≤ 0.8 d dove Δst indica il passo delle staffe e d = altezza utile della sez. ;
- almeno 3 staffe al metro;
- Ast ≥ 0.1 [1+0.15 d/b]b [cm2/m] , con Ast = area delle staffe;
- nelle zone di appoggio per una lunghezza pari a d, Δst ≤ 12 Ø, con Ø diametro min.
armatura longitudinale.

Nel caso in esame si ottengono i seguenti valori supponendo di utilizzare delle staffe Ø 12 (Ab = 1.13
cm2) a quattro bracci e che la sezione resistente sia solo quella composta dalla nervatura:

- Δst < 0.8 d = 0.8 ·113.7 = 91 cm


- almeno 3 st. al metro
d Ast
- Ast ≥ 0.1[1+0.15 ]b = 6.70 cm2/m → n°st = = 1.5 ≅ 2 staffe al m
b Ab nb
- nelle zone di appoggio per una lunghezza pari a d = 113.7 cm, Δst ≤ 12 Ø = 12x2.2 cm = 26.4
cm
Secondo l’Ordinanza nelle zone di attacco con i pilastri, per una lunghezza pari all’altezza utile d =
113.7 cm = 115 cm, devono essere previste staffe di contenimento con un passo pari alla minore
delle seguenti:

- (1/4) d = 28 cm
- 15 cm

Avendo ottenuto queste limitazioni si adotta un passo pari a Δst = 20 cm nelle zone intermedie e
passo pari a 10 cm nelle zone di attacco dei pilastri per una lunghezza di 115 cm; si procede quindi
con la verifica, andando a verificare il passo 20 cm:

taglio-compressione:
Vrd = 0.30 f cd b d = 2654 KN > Tsdu = 986 KN
con:
b = 50 cm , d = 113.7 cm

taglio-trazione:

0.9 d
Vwd = Asw f ywd (senβ + cos β ) = 865 KN
s

con:
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s = 20 cm , β = 90° , Asw = Ab × 4 = 4.52 cm2

Vcd = 0.60 f ctd d b δ = 389 KN

Vrdu = Vwd + Vcd = 865 + 389 = 1254 KN > Tsdu = 986 KN

La Normativa poi dice che comunque la resistenza di calcolo dell’armatura trasversale Vwd, non deve
risultare inferiore alla metà del taglio di calcolo:

Vwd = 865 KN > Tsdu /2

Quindi in definitiva si pongono staffe Ø 12 a quattro bracci e con passo Δst = 20 cm che
verificano gli sforzi sollecitanti ultimi di taglio.
Il passo nelle zone di attacco con i pilastri è automaticamente soddisfatto.

7.8.3 Lunghezze di ancoraggio

Le lunghezze di ancoraggio delle barre longitudinali, vengono calcolate con le stesse espressioni
utilizzate per la trave di spina e di bordo.
Utilizzando le espressioni precedentemente introdotte si ottengono le seguenti lunghezze di
ancoraggio avendo nella trave dei ferri longitudinali d’armatura Ø 22:

f yd φ
• in zona compressa: La = = 40 Ø = 88 cm arrotondando a 90 cm
4 fbd
f yd φ
• in zona tesa: La = = 52 Ø = 114 cm arrotondando a 115 cm
4 × 0.7 f bd

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7.9 VERIFICHE SPOSTAMENTI SLD

Le costruzioni nel loro complesso, includendo gli elementi strutturali e non strutturali, ivi comprese
le apparecchiature rilevanti alla funzione dell’edificio, non devono subire danni gravi ed interruzioni
d’uso in conseguenza di eventi sismici che abbiano una probabilità di occorrenza più elevata di
quella dell’azione sismica di progetto, ma non maggiore del 50% in 50 anni, e che hanno quindi una
significativa probabilità di verificarsi più di una volta nel corso della durata utile dell’opera
arrecando danni strutturali di entità trascurabile.
Per tale azione sismica, ottenuta applicando un’analisi dinamica modale con lo spettro di riposta allo
Stato Limite di Danno, già calcolato nel Capitolo 4, dovrà essere verificato che gli spostamenti
strutturali non producano danni tali da rendere temporaneamente inagibile l’edificio. Questa
condizione si potrà ritenere soddisfatta qualora gli spostamenti dr d’interpiano, ottenuti dall’analisi,
siano inferiori al seguenti limiti:

dr < 0.005 h per edifici con tamponamenti collegati rigidamente alla struttura che
interferiscono con la deformabilità della stessa;

dr ≤ drp ≤ 0.01 h per edifici con tamponamenti progettati in modo da non subire danni a
seguito di spostamenti di interpiano drp, per effetto della loro
deformabilità intrinseca o dei loro collegamenti con la struttura;

Per l’edificio in esame, si rientra nel primo caso, e si riportano i risultati nella seguente tabella, in cui
si è verificato che gli spostamenti relativi di ogni piano, fratto l’altezza di interpiano, siano minori
del limite di Normativa, 0.005:

DIREZIONE X DIREZIONE Y
PIANO z (m) h (m) di (m) di/h di (m) dr/h
TERRA 0 3.95 0.00323 0.00168 0.0022 0.0011
PRIMO 3.95 3.55 0.0110 0.0028 0.0066 0.0017
SECONDO 7.50 3.55 0.011 0.0031 0.0071 0.0020
TERZO 11.05 3.55 0.011 0.0031 0.0074 0.0021
QUARTO 14.60 3.55 0.010 0.0029 0.0074 0.0021
COPERTURA 18.15 3.55 0.0095 0.0027 0.0071 0.0020
Tabella 36: verifica spostamenti interpiano

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