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Inquadramento normativo
La circolare 7/2019 stabilisce che l’apertura di un vano in una parete accompagnata da
opportuni rinforzi si può considerare un intervento locale a condizione che “si dimostri
che l’insieme degli interventi non modifichi significativamente rigidezza, resistenza nei
confronti delle azioni orizzontali e capacità di deformazione della struttura”.
Uno dei limiti del D.M.2018 e della circolare, come anche dei loro predecessori, è che
prescrivono che rigidezza e resistenza non cambino in modo significativo a seguito
dell’intervento, senza però definire quando una variazione sia significativa.
Un utile riferimento per colmare questa lacuna può essere il documento “Orientamenti
interpretativi in merito a interventi locali o di riparazione in edifici esistenti” emesso dalla
Regione Toscana nel 2012 che riguardo gli interventi sulle murature in elevazione riporta:
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In accordo con il parere del comitato tecnico-scientifico della Regione Toscana si può
assumere che la variazione di rigidezza non è significativa se la rigidezza cala o aumenta
meno del 15%.
Invece quando la variazione di rigidezza è significativa deve per forza essere previsto un
intervento di rinforzo per ripristinare la situazione ante operam.
Quando si prevede di inserire un telaio metallico o in c.a. all’interno dei vani la rigidezza
del telaio viene calcolata con il classico nEJ/H³ dove n può essere 3 o 12 a seconda del
vincolo alla base del telaio che viene scelto. E bisogna moltiplicare la rigidezza per due, in
quanto ci sono due montanti. Nel post operam la rigidezza dei due montanti del telaio, o
dei telai nel caso di più aperture, viene sommata a quella dei maschi murari residui. In
accordo con il documento della regione Toscana, la rigidezza dei maschi murari residui
sommata a quella dei montanti dei telai non deve variare di più del 15% rispetto alla
rigidezza ante operam.
Bisogna anche tenere presente che non è detto che basti la presenza della fascia di piano
per considerare l’altezza del maschio murario pari a quella delle aperture adiacenti.
Pensiamo per esempio al caso della finestra: la muratura sotto l’apertura potrebbe non
avere funzione portante ed in questo caso l’altezza del maschio murario non sarebbe
coincidente con l’altezza della finestra ma andrebbe dalla base della parete fino
all’estremo superiore dell’apertura, in pratica come se ci fosse una porta.
Poiché la normativa non si esprime, sono tutte valutazioni di competenza del progettista.
Purtroppo però questa via non è percorribile nel caso i vani da aprire o modificare siano
più di uno. Infatti si calcola una variazione globale di resistenza o di rigidezza tra ante
operam e post operam. In altre parole, date le due o più aperture, possiamo sapere che
sulla parete oggetto di studio c’è stata una certa variazione di rigidezza o resistenza. Ma
non è così immediato ripartire questa variazione di rigidezza globale della parete tra i due
o più telai necessari per il ripristino della situazione ante operam.
Anche qui la normativa non è d’aiuto, è il progettista che deve decidere come
determinare le sollecitazioni di progetto del telaio.
E bisogna anche fare attenzione a non sovradimensionare il telaio. Non si può avere un
telaio troppo rigido altrimenti la rigidezza e la resistenza della parete aumenta troppo. Un
telaio rigido va in crisi per spostamenti molto inferiori a quelli della muratura. L’ideale
sarebbe avere un telaio che abbia una deformabilità confrontabile con quella della
muratura. Può essere utile accettare una riduzione di rigidezza rispetto allo stato di fatto,
purché si resti all’interno del 15% proposto dalla regione Toscana.
Il funzionamento del modulo è molto intuitivo. La maggior parte della finestra principale
del programma è occupata dalla finestra grafica. Nella parte destra ci sono i comandi per
la definizione della geometra della parete e delle aperture, sia ante operam che post
operam, e delle caratteristiche dei materiali.
I criteri di progetto
L’apertura di un vano in una parete esistente è un intervento apparentemente semplice.
Tuttavia ci sono alcuni aspetti da valutare con particolare attenzione, come detto nei
precedenti paragrafi relativi alle criticità.
Dal momento che la norma non obbliga ad utilizzare un certo metodo di verifica, e
nemmeno dà suggerimenti, molte scelte spettano al progettista.
La prima scelta da fare riguarda il calcolo dell’altezza dei maschi murari. Sono possibili tre
opzioni diverse:
Fasce non rigide: maschi murari con altezza pari all’altezza di interpiano
Fasce rigide: maschi murari con altezza pari all’altezza delle aperture adiacenti
Fasce semirigide: il metodo proposto da Dolce, con il quale si costruisce anche il telaio
equivalente per le analisi di pushover.
Come già detto in precedenza, nel caso di parete senza aperture allo stato di fatto,
considerando le fasce rigide c’è il rischio di ottenere un aumento di rigidezza in seguito
alla creazione delle aperture. Per questo motivo il programma consente al progettista di
considerare la stessa altezza dei maschi murari sia allo stato di fatto che allo stato di
progetto.
Una seconda scelta da fare riguarda lo schema statico dei maschi murari. Il programma
consente di indicare se è presente un cordolo o meno in modo da considerare
l’opportuno moltiplicatore di EJ/H³. Analogamente è possibile personalizzare anche lo
schema statico del telaio di rinforzo considerando una cerniera od un incastro alla base.
Questa scelta va fatta in funzione del materiale, della presenza di un elemento sotto
l’apertura e, per l’acciaio, del tipo di piastra di base che verrà realizzata.
Nei criteri di progetto è possibile personalizzare anche il metodo per il calcolo dello
spostamento ultimo. Sono disponibili due diversi metodi previsti in letteratura:
Le ultime scelte da fare nei criteri di progetto sono quelle relative al progetto del telaio.
Come detto in precedenza, anche per le verifiche del telaio la norma e la circolare non
danno particolari prescrizioni o suggerimenti quindi è il progettista che deve valutare
come è più opportuno procedere.
Forza in sommità al telaio. Il telaio è verificato per resistere alle sollecitazioni dovute ad
una forza applicata in sommità pari al momento ultimo dell’elemento verticale diviso
la sua altezza. Nel caso di colonna in acciaio il momento ultimo si calcola con le
formule del capitolo 4 del D.M.2018, Mu = Wpl*fyk/gammaM0 per profili in classe 1 o 2 o
Wel*fyk/gammaM0 per profili in classe 3. Allo scopo di non sovradimensionare il telaio
non si considera mai una forza maggiore del taglio ultimo dei maschi murari.
Spostamento in sommità. Il telaio è verificato per resistere alle sollecitazioni che si
ottengono applicando in sommità lo spostamento elastico. Tuttavia non si considera
uno spostamento maggiore dello spostamento ultimo della muratura. Considerare
uno spostamento maggiore dello spostamento ultimo della muratura vorrebbe dire
sovradimensionare il telaio.
Con entrambi i metodi si considerano applicati sull’architrave i carichi permanenti e
variabili dati dalla muratura e dai solai sopra la parete oggetto dell’intervento.
Le verifiche
Tutte le verifiche sono automatizzate. Il programma valuta prima la variazione di
rigidezza. Se questa è compresa nel limite del più o meno 15% rispetto allo stato di fatto
PRO_CAD calcolo cerchiature procede anche con le verifiche del telaio di rinforzo. Infatti
non avrebbe senso verificare il telaio se la variazione di rigidezza fosse eccessiva.
Nelle verifiche vengono automaticamente trascurati gli elementi che non hanno i
requisiti richiesti dal D.M. 2018 per poter essere considerati elementi portanti. Per questo
motivo è molto importante fare attenzione a dove si posiziona l’apertura ed alle
dimensioni che avrà: è necessario che al post operam ci sia comunque un numero
sufficiente di elementi in muratura portanti. Se la maggior parte della muratura viene
sostituita da un telaio metallico o in c.a. non si tratta di intervento locale.
Nel caso sia stato utilizzato un telaio metallico, all’interno della finestra della relazione di
calcolo, è possibile utilizzare il comando “esportare nodi acciaio” per generare e verificare
in automatico i nodi del telaio con il modulo PRO_CAD nodi acciaio.
Riassumendo:
L’apertura di vani in pareti in muratura esistenti:
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