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CORSO DI RECUPERO E CONSERVAZIONE DEGLI EDIFICI A.A.

2010-2011

Larco in muratura

Ing. Emanuele Zamperini


Corso di Recupero e conservazione degli edifici A.A. 2010-2011 Ing. Emanuele Zamperini

LARCO Terminologia di base


(concio di) chiave estradosso

freccia o monta

sezione alle reni

intradosso

piano di imposta spalla o piedritto

30

corda o luce

spalla o piedritto

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Ing. Emanuele Zamperini

CENNI STORICI SU

DIMENSIONAMENTO E VERIFICA DEGLI ARCHI IN MURATURA


Levoluzione del dimensionamento e della verifica degli archi in muratura (e pi in generale di tutte le strutture) pu essere schematizzata in tre fasi principali:

Metodi empirico-grafici; Metodi basati sulla meccanica del corpo rigido; Metodi basati sulla meccanica del corpo deformabile.

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METODI EMPIRICO-GRAFICI (1)

Le proporzioni tra le singole parti della struttura, riscontrate idonee nella pratica costruttiva, costituivano un codice formale che veniva applicato indipendentemente dalle dimensioni (ANTONINO GIUFFR, 1986)
Regole proporzionali indipendenti dalle dimensioni delloggetto

Sono metodi che si basano su regole proporzionali dedotte dallosservazione di strutture esistenti. Il progresso della tecnica costruttiva passa necessariamente dal superamento di tali regole ottenuto con la sperimentazione su modelli o su strutture reali, oppure dallosservazione dei dissesti creatisi in strutture dimensionate con tali regole.

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METODI EMPIRICO-GRAFICI (2)


Leonardo da Vinci propose una regola per il dimensionamento dello spessore di un arco: Larco non si romper se la corda dellarchi di fori non toccher larco di dentro. La cosiddetta regola di Deran consentiva di dimensionare i piedritti di un arco: si tracciano allintradosso dellarco tre segmenti uguali; si proseguono i due laterali verso lesterno raddoppiandone la lunghezza; lasse verticale passante per lestremo esterno del segmento individua lo spessore del piedritto. La regola aveva senso solo perch inserita in un pi ampio sistema di rapporti proporzionali fra le parti della costruzione (ad es. luce dellarco/altezza del piedritto). Entrambe le regole, anche se prive di un significato meccanico davano dei risultati a favore di sicurezza e consentivano p.e. di avere spessori dellarco e del piedritto inferiori per gli archi a sesto acuto.
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METODI EMPIRICO-GRAFICI (3)


Viollet-le-Duc afferma che larco a sesto acuto sia nato dallosservazione delle lesioni che si presentavano pi comunemente negli archi a tutto sesto. I costruttori vedendo aprirsi delle fessure allintradosso dellarco in chiave hanno compreso che quella parte dellarco non era soggetta a compressione e quindi era inutile. Hanno quindi spostato pi in alto la chiave dellarco.
Viollet-le-Duc e la nascita dellarco a sesto acuto

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METODI BASATI SULLA MECCANICA DEL CORPO RIGIDO (1)


Larco, struttura iperstatica, viene reso isostatico ipotizzando la presenza e la posizione di lesioni (cerniere plastiche). I metodi basati sulla meccanica del corpo rigido, infatti, individuano i possibili meccanismi di collasso e studiano larco nelle condizioni di equilibrio limite (studio a collasso incipiente). I principali meccanismi di collasso per larco sono: Rottura per scivolamento della parte centrale dellarco (studiato da De La Hire e De Belidor); Rottura flessionale della porzione centrale dellarco (Coulomb e Mascheroni). Entrambi i meccanismi possono generarsi solo in presenza di rotazione dei piedritti.
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45 45

Rottura per scivolamento

Rottura flessionale

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METODI BASATI SULLA MECCANICA DEL CORPO RIGIDO (2)


Meccanismo di rottura per scivolamento
La rottura dellarco avviene per scivolamento della porzione centrale individuata da due angoli di 45. Questo meccanismo
pu verificarsi solo in presenza di rotazioni dei piedritti.

45

45

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METODI BASATI SULLA MECCANICA DEL CORPO RIGIDO (3)


Meccanismo di rottura flessionale
La rottura dellarco avviene per flessione, con lapertura di fessure posizionate allintradosso in chiave ed allestradosso alle reni. La sezione pi sollecitata presa per convenzione a 30 sul
piano orizzontale ma dovrebbe essere individuata di volta in volta a seconda della distribuzione dei carichi agenti sullarco.

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METODI BASATI SULLA MECCANICA DEL CORPO DEFORMABILE (1)


I metodi basati sulla meccanica del corpo deformabile studiano lequilibrio della struttura iperstatica assieme alla sua deformabilit, possono quindi valutare anche gli spostamenti dei vari punti della struttura.
Per studiare la deformabilit delle strutture sono necessari i dati riguardanti il comportamento dei materiali costitutivi. Lelevata incertezza connessa alla difficolt di individuare correttamente questi valori e la loro variabilit allinterno della struttura rende spesso lesito delle elaborazioni di difficile interpretazione.
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METODI BASATI SULLA MECCANICA DEL CORPO DEFORMABILE (2)


Principali problemi connessi alluso di questi metodi Difficolt ad individuare il comportamento meccanico delle
murature storiche: incertezza nei valori di E, n, etc. e nella valutazione della anisotropia della disomogeneit e della non linearit del comportamento dei materiali; Difficolt a tener conto delle discontinuit presenti nella struttura muraria, siano esse di natura costruttiva (giunti, intercapedini, canne fumarie) o legate a dissesti (lesioni spesso invisibili ad occhio nudo o con geometria difficilmente rilevabile); Difficolt a governare modelli di calcolo molto complessi e quindi necessit di verifiche anche sommarie e semplificate della validit dei risultati ottenuti.
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Problemi per la modellazione di: Comportamento meccanico


(individuazione dei valori, anisotropia, disomogeneit)

Discontinuit
(costruttive, legate a dissesti)

IL METODO DI MERY (1)


Il metodo di Mery un metodo di verifica di tipo grafico nel quale larco iperstatico reso isostatico collocando tre cerniere plastiche nelle sezioni di massima sollecitazione flessionale. La situazione considerata quella in cui si ha lannullamento degli sforzi di compressione allestradosso dellarco nelle sezioni alle reni ed allintradosso nella sezione di chiave. Lannullamento degli sforzi ad un lembo si ha con una distribuzione triangolare degli sforzi; ad una distribuzione triangolare degli sforzi corrisponde una risultante che passa ad un terzo dellaltezza della sezione dalla parte delle fibre compresse: in questa posizione che vengono collocate le cerniere plastiche. Il giunto in chiave si apre allintradosso La risultante al limite superiore del terzo medio

Il giunto alle reni si apre allestradosso La risultante al limite inferiore del terzo medio

apertura della lesione

apertura della lesione

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IL METODO DI MERY (2)


Ipotesi per lapplicabilit del metodo di Mery:
1. Larco deve essere a tutto sesto e simmetrico; 2. I carichi devono essere distribuiti simmetricamente; 3. Lo spessore dellarco deve essere uniforme; 4. Larco deve essere costituito da materiale sufficientemente rigido e resistente a compressione, cos che i tratti compresi fra le lesioni siano assimilabili a corpi rigidi.

Se la linea delle pressioni della parte di arco compresa tra le due fessure in ogni punto interna al terzo medio, allora larco pu essere considerato sicuro.

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IL METODO DI MERY (3)


Fasi di applicazione del metodo di Mery:
1. Si definisce la geometria reale dellarco; 2. Si omogeneizzano tutti i materiali ed i carichi esterni al materiale costituente larco; 3. Si suddivide larco in conci (in genere 6-10 conci); 4. Si calcolano le risultanti dei carichi gravanti su ciascun concio; 5. Si costruisce la risultante di tutti i carichi e le reazioni in chiave ed alle reni; 6. Si costruisce la curva delle pressioni; 7. Si verifica che la curva sia interna al terzo medio; 8. Si verificano le sollecitazioni nei vari conci.
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IL METODO DI MERY (4)


VERIFICA DELLE SOLLECITAZIONI.
Individuazione delle azioni:
1- Si individua lazione interna in una data sezione (attraverso il poligono delle successive risultanti); 2- La si scompone in azione assiale ed azione di taglio; 3- Si individua leccentricit della sollecitazione.

R T
e

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IL METODO DI MERY (5)


VERIFICA DELLE SOLLECITAZIONI. Sforzi dovuti a PRESSOFLESSIONE:
(ipotesi di materiale non resistente a trazione)

sn-max

e t/6
= N/A + M/W = N/A + (N e)/W
N/A t/3 M/W

Sezione interamente reagente.

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t/3

t/6 t/6

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IL METODO DI MERY (6)


VERIFICA DELLE SOLLECITAZIONI. Sforzi dovuti a PRESSOFLESSIONE:
(ipotesi di materiale non resistente a trazione)

N=[3(t/2e)]S

sn-max

e t/6
Sezione parzializzata.

sn-max

=2N/[3(t/2e)S]

t/2 - e

N t
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t/3

t/6

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IL METODO DI MERY (6)


VERIFICA DELLE SOLLECITAZIONI. Sforzi dovuti al TAGLIO: valori massimi
(ipotesi di materiale non resistente a trazione)

tmax tmax

=3/2T/(tS) =3/2T/[3(t/2e)S]

con con

e t/6 e t/6

Zone compresse

T = 2 / 3 tmax ( t S )
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IL METODO DI MERY (7)


VERIFICA DELLE SOLLECITAZIONI. Sforzi dovuti al TAGLIO: valori medi
(ipotesi di materiale non resistente a trazione)

tmedia tmedia

=T/(tS) =T/[3(t/2e)S]

con con

e t/6 e t/6

La resistenza dipende dalla coesione e dallattrito (modello di Coulomb)

tres. tres.

=aN/(tS) =aN/[3(t/2e)S]

con con

e t/6 e t/6

Dove a il coefficiente dattrito muratura su muratura


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IL CRITERIO DI HEYMAN (*)


Se esiste una linea delle pressioni per larco completo che sia in equilibrio con i carichi applicati, incluso il peso proprio, e che risulti ovunque interna allo spessore dellarco in ogni punto e in corrispondenza di ogni sezione, allora larco pu considerarsi in condizioni di sicurezza.
Il criterio basato sulle seguenti ipotesi: 1- Non pu avvenire rottura per scorrimento tra due conci o in una generica sezione (resistenza allo scorrimento infinita); 2- La muratura ha resistenza a trazione nulla; 3- La muratura ha resistenza a compressione infinita. Il criterio applicabile ad archi con geometria (archi policentrici, ribassati, a sesto acuto,) e distribuzione dei carichi qualsiasi (anche asimmetrica). (*): Criterio enunciato in JACQUES HEYMAN, The Masonry Arch, Ellis Horwood, Chichester, 1982.
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Se lanalista riesce a trovare una curva delle pressioni completamente interna allo spessore dellarco, questo sar almeno altrettanto bravo a trovarsene una da s e quindi rimanere in equilibrio (A. Giuffr).

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