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Anche all’interno di una stessa famiglia di prodotti, come quella dei calcestruzzi, esistono
differenze nelle procedure di qualifica come nel caso dei calcestruzzi proiettati CP (spritz
beton o shotcrete) che presentano sostanziali differenze rispetto alle qualifiche dei
calcestruzzi ordinari OC (ordinary concrete) o degli autocompattanti SCC (Self Compacting
Concrete).
Lo spritz beton, infatti, è un particolare prodotto a base cementizia che per le sue peculiarità è
solitamente impiegato in sotterraneo per la messa in sicurezza delle pareti durante le operazioni
di scavo o per la realizzazione di calotte nella realizzazione di gallerie, oppure, a cielo aperto per
la messa in sicurezza di pendii e scarpate o per il ripristino di strutture ammalorate.
La peculiarità di questi calcestruzzi, è quella di poter realizzare degli strati, seppur di ridotto
spessore, di calcestruzzo strutturale caratterizzato da un’elevata rapidità di presa e da un
rapido sviluppo delle resistenze che garantiscono la messa in sicurezza del sito.
Una prima classificazione dei CP è effettuata in base all’ impiego, come ad esempio riportato
dal capitolato Italferr:
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Figura 1. Introduzione della centina di una galleria della SS106 Jonica
Le modalità di messa in opera possono essere di due tipologie: per via secca e per via umida
a seconda del processo di proiezione impiegato. Nel primo caso, la fase solida (cemento,
aggregati e aggiunte), e quella liquida (acqua e additivi acceleranti) viaggiano in due tubazioni
separate e si miscelano poco prima dell’immissione nel terminale della lancia. Nel secondo
caso invece, in una tubazione viene pompato il calcestruzzo già miscelato e, solo nel terminale
della lancia sono aggiunti gli additivi acceleranti di presa pompati attraverso una seconda
tubazione.
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dalle procedure di campionamento e maturazione dei campioni che sono molto più vincolate
al sito realizzativo.
Sia nel caso di Anas sia di Italferr, per gli spritz-beton è prevista una fase di prequalifica a
carico dell’esecutore (Appaltatore/GC). La documentazione presentata sarà successivamente
verificata tramite prove di qualifica dalla D.L. con l’ausilio di un laboratorio ufficiale presso il
cantiere.
La differenza sostanziale, rispetto alle qualifiche di calcestruzzi ordinari, è che per i CP la fase
di pre-qualifica deve essere svolta sul campo e non in laboratorio come invece avviene per i
calcestruzzi ordinari OC.
Per quanto riguarda i costituenti, molta dell’attenzione è posta sulla scelta degli additivi
acceleranti e il relativo effetto sul decadimento delle prestazioni del calcestruzzo che
rappresenta una delle peculiarità più importanti cui prestare attenzione.
Sorvolando sugli altri controlli per i costituenti, previsti dalle norme UNI, le prove più
peculiari relative agli shotcrete sono i controlli in fase di proiezione (dosaggio
dell’accelerante, determinazione dello sfrido), i controlli sul calcestruzzo proiettato giovane (
curva di sviluppo della resistenza), e su quello indurito (resistenza meccanica a 28gg, massa
volumica, resistenza a flessione), con ulteriori differenze nel caso di presenza di fibre (energia
di deformazione e contenuto di fibre).
La resistenza del calcestruzzo proiettato giovane, , può essere stimata attraverso prove di
penetrazione (con penetrometro modificato) o di sparo ed estrazione di chiodi.
Tale resistenza è considerata solo “indicativa” dal capitolato Italferr che lascia al progettista il
compito di specificare le proprietà richieste.
La verifica con queste tecniche indirette è consentita solo per valori di resistenza max di 15
MPa, oltre le quali si deve procedere a misure dirette su carote estratte da piastra
normalizzata. Le tecniche indirette si differenziano per il loro range di applicabilità, in
particolare l’uso del penetrometro (misura della forza necessaria all’inserimento nel
calcestruzzo di un ago con apertura di (60±1)° fino ad una profondità di 15±2 mm per
resistenze stimate del calcestruzzo giovane comprese tra 0,2 e 1,2 MPa.
La prova di sparo ed estrazione di chiodi per la misurazione della forza necessaria ad estrarre
chiodi di dimensioni standard da una piastra all’uopo confezionata, è invece consentito in un
range di resistenze stimate tra 2 e 15 MPa. Le misure devono essere effettuate almeno in tre
punti durante le prime 24 ore dalla proiezione anche se, nelle fasi preliminari dei lavori si
consiglia una valutazione in continuo per meglio monitorare il comportamento del
calcestruzzo.
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standard (600x600x100 mm con lati svasati di 45°), posta, con un angolo di circa 20°, in
corrispondenza della parete da trattare. I pannelli prodotti devono essere rasati e lasciati
maturare in condizioni ambientali analoghe alla struttura. Dalla piastra vengono quindi
estratti per carotaggio provini cilindrici (carote), preferibilmente con rapporto h/d=1 e
diametro maggiore di tre volte il Dmax dell’aggregato.
La valutazione della resistenza cubica si ottiene dalla formula:
( ⁄ )
dove λ rappresenta la snellezza dei provini (altezza/diametro) e fλ è la resistenza misurata su
carote.
La norma consente di incrementa Rc del 20% per tener conto dell’effetto “disturbo” indotto
dall’estrazione del provino.
Nel caso invece di impiego di calcestruzzo fibrorinforzato, è necessario effettuare una prova di
punzonamento per la verifica della capacità di assorbimento dell’energia di deformazione. La
prova ha lo scopo di simulare il comportamento di un calcestruzzo impiegato come
rivestimento in galleria sottoposta alla pressione della roccia retrostante dovuta a
deformazione della stessa.
La prova prevede che raggiunti i 28gg di maturazione, lo spritz-beton, campionato con una
piastra normalizzata, e conservato in acqua per almeno 3 gg prima dell’esecuzione della
prova, venga appoggiato su un telaio di dimensioni 500x500 mm, con la superficie del getto
rivolta verso l’alto e caricato con un punzone centrale (di sezione quadrata con lato 100 mm)
e durezza 50 HRC azionato da una pressa con una portata di almeno 200 KN.
Applicato il carico con un gradiente di spostamento di 1,5 mm/min, sono registrate le coppie
carico-spostamento finché, lo spostamento misurato non raggiunge i 25 mm. Tracciata la
curva, con le coppie misurate, si procede infine a calcolare l’area progressiva sottesa alla
stessa e a rappresentarla sotto forma di digramma rappresentante l’energia assorbita.
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Figura 3. Macchina e diagrammi per la valutazione dell'energia assorbita
La nuova norma europea UNI EN 14487 richiede, tra l’altro, la certificazione delle fibre
utilizzate, secondo la UNI EN 14889-1(fibre in acciaio) o 14889-2 (fibre sintetiche).
Particolare attenzione va quindi ora posta se la fibra è certificata per impieghi strutturali (con
sistema d’attestazione di conformità 1) o per altri impieghi (sistema d’attestazione 3). Solo le
prime possono essere usate per le opere strutturali.
Recentemente si è avuto modo di procedere alla qualifica preliminare di diverse miscele di
spritz-beton testando, in particolare, miscele con acceleranti a base di silicati di sodio e alkali-
free e diverse tipologie di fibre. Dai test effettuati è emerso come a seconda degli
accoppiamenti additivo-tipologia di fibre si possono registrare abbattimenti di resistenza in
percentuale diverse.
Come anticipato, essendo partiti dalle prove di qualifica previsti dai capitolati presi in esame,
si è assunto come riferimento la vecchia UNI 10834 (ritirata nel 2009).
La norma attualmente in vigore per il calcestruzzo proiettato, derivante dalla UNI 10834 e
dall’integrazione di altre norme come linee guida austriache e quelle dell’EFNARC, è la UNI EN
14487:2006.
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Figura 4. Esempio di prospetto per la definizione delle categorie di ispezione (UNI EN 14487-1:2006)
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