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Strutture speciali di difesa Esercitazione 13/11/2006

Caratterizzazione del calcestruzzo


fibrorinforzato e proiettato:
prove su piastra

Caratterizzazione del calcestruzzo fibrorinforzato e proiettato: prove su piastra 1


Strutture speciali di difesa Esercitazione 13/11/2006

Indice
• Normativa: UNI 10834
• Introduzione, produzione e controllo del calcestruzzo proiettato
• Prove di assorbimento energia
• Piastre
• Formulazione elastica
• Calcolo a rottura
• Metodo delle strisce
• Metodo delle linee di plasticizzazione
• Esempi
• Il caso della piastra quadrata con carico concentrato

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Calcestruzzo proiettato - Normativa


UNI 10834 (Ottobre 1999)
Riguarda la definizione, la composizione, le modalità di confezione,
il controllo e la posa in opera del calcestruzzo proiettato.

Classificazione in funzione della resistenza

1. Le prestazioni meccaniche dei


calcestruzzi proiettati strutturali
devono soddisfare la normativa in
vigore
2. La resistenza caratteristica a
compressione dei calcestruzzi
proiettati strutturali deve risultare
maggiore di 15 MPa
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Calcestruzzo proiettato - Normativa


UNI 10834 (Ottobre 1999)

Classificazione in funzione della destinazione d’uso

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Calcestruzzo proiettato - Normativa


UNI 10834 (Ottobre 1999)

Classificazione in funzione dello sviluppo della resistenza

Classificazione in funzione della resistenza a flessione UNI EN 12390-5

Modalità di prova: UNI 6133


In assenza di prove sperimentali, i dati del
prospetto permettono di correlare la
resistenza a flessione con le classi di
resistenza a compressione
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Calcestruzzo proiettato - Normativa


UNI 10834 (Ottobre 1999)

Classificazione in funzione all’assorbimento di energia di


deformazione

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Calcestruzzo proiettato - Normativa


UNI 10834 (Ottobre 1999)

Composizione
Acqua Cemento
prEN 1008 UNI EN 197
UNI 11104
Aggregati
Additivi UNI 8520
(miscela base) CALCETRUZZO UNI EN 12620
UNI EN 934-2, UNI 7109, PROIETTATO
UNI 7120, UNI 10765 Fibre
metalliche o
Additivi Additivi polimeriche
acceleranti coesivizzanti
prEN 934-5 prEN 934-5

Specifici per calcestruzzo proiettato


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Calcestruzzo proiettato - Normativa


UNI 10834 (Ottobre 1999)

Controlli
Controlli sulla miscela base

•Miscela base per proiezione per via secca


•Analisi dei costituenti (UNI 6393)
•Umidità degli aggregati (CNR UNI 10008)

•Miscela base per proiezione per via umida


•Umidità degli aggregati (CNR UNI 10008)
•Consistenza della miscela umida (UNI 9418 → UNI EN 12350-2)
•Contenuto d’aria (UNI 6395 → UNI EN 12350-7)
•Massa volumica (UNI 6394-1 → UNI EN 12350-6)
•Controllo quantitativo dei componenti (UNI 6393)
•Resistenza a compressione del calcestruzzo (UNI 6132 → UNI 12390-3)

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Calcestruzzo proiettato - Normativa


UNI 10834 (Ottobre 1999)

Controlli
Controlli durante la proiezione

• Dosaggio degli additivi per la proiezione (UNI 10834)


• Verifica dello sfrido (UNI 10834)

Controlli sul calcestruzzo proiettato giovane

• Curva di sviluppo della resistenza del calcestruzzo giovane determinata con uno
dei seguenti metodi:
• penetrometro modificato (UNI 10834)
• sparo/estrazione di chiodi (UNI 10834)

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Calcestruzzo proiettato - Normativa


UNI 10834 (Ottobre 1999)

Controlli
Controlli sul calcestruzzo proiettato indurito

• resistenza a compressione su provini ricavati da carote prelevate da piastra e/o da


parete (UNI 6131)
• massa volumica (UNI 6394-2 → UNI EN 12350-6)
• resistenza ai cicli di gelo/disgelo (UNI 7087) - opzionale
• resistenza a flessione (UNI 6133 → UNI EN 12390-5) – opzionale

Qualora siano presenti fibre nel calcestruzzo, possono essere richieste anche le seguenti
determinazioni:
• energia di deformazione (UNI 10834)
• contenuto di fibre metalliche (UNI 10834)

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Calcestruzzo proiettato - Normativa


UNI 10834 (Ottobre 1999)

Energia di deformazione – Metodo di prova


• Il metodo è applicabile a calcestruzzi
proiettati fibrorinforzati per valutarne la
capacità di assorbimento di energia di
deformazione mediante prova di
punzonamento su piastre di dimensioni
normalizzate.
• Dimensione delle piastre 600x600x100 mm
• Il punzone deve sezione quadrata di lato
(100 ± 0,1) mm e superficie di carico
rettificata e durezza di 50 HRC (impronta
Vickers). Deve essere verificata l’assialità
dell’applicazione del carico mediante misure
geometriche.
• Per ogni prova si utilizzano almeno 3 provini

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Calcestruzzo proiettato - Normativa


UNI 10834 (Ottobre 1999)
Energia di deformazione – Metodo di prova
• Dopo una stagionatura di 28 giorni nelle
condizioni ambientali della struttura secondo
la UNI 6127 (UNI EN 12390-2), la piastra,
conservata in acqua a (20 ± 2) °C per almeno
3 giorni prima della prova e mantenuta umida
durante l’esecuzione della prova stessa, viene
appoggiata sul telaio metallico in modo da
presentare una luce libera di (500 mm × 500
mm) ± 2 mm ed essere caricata centralmente
dal punzone con la superficie di getto rivolta
verso l’alto.
•Il carico viene applicato imponendo al centro
della piastra un gradiente costante di
spostamento pari a 1,5 mm/min. Durante la
fase di carico, vengono registrate le coppie dei
valori carico-spostamento fino a superare lo
spostamento di 25 mm. Lo spostamento
rilevato deve essere quello effettivo del punto
di applicazione del carico.
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Calcestruzzo proiettato - Normativa


UNI 10834 (Ottobre 1999)
Energia di deformazione – Metodo di prova

A partire dalla curva carico-spostamento


deve essere tracciata una seconda curva
che descriva energia cumulativa
assorbita in funzione dello spostamento
rilevato sul centro della piastra.
La curva energia cumulativa-
spostamento è determinata mediante il
calcolo dell’area progressivamente
sottesa alla curva carico spostamento.

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Calcestruzzo proiettato - Normativa


UNI 10834 (Ottobre 1999)
Energia di deformazione – Metodo di prova

Piastre SFRC 600x600x100 Piastre SFRC 600x600x100

40 40

Prova 1
30 30
Prova 2

Carico [kN]

Carico [kN]
Prova 3

20 20

Prova 1
Prova 2
10 10
Prova 3

0 0

0 10 20 30 40 0 2 4 6 8 10
Spostamento [mm] Spostamento [mm]

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Teoria delle piastre – Calcolo elastico


Ipotesi
1. Spessore della piastra piccolo (indicativamente <1/5 della minima luce)
2. Spostamenti della piastra piccoli (<1/5 dello spessore)
3. Materiale omogeneo ed isotropo, con comportamento elastico lineare
4. Sezioni piane: un segmento originariamente rettilineo e ortogonale al
piano medio rimane rettilineo e normale al piano medio dopo il processo
deformativo
5. Il piano medio della piastra subisce soltanto spostamenti verticali
6. Si trascurano le deformazioni taglianti

Modello di piastra di Kirchoff


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Teoria delle piastre – Calcolo elastico

∂2M x ∂ M y ∂ 2 M xy
2
Equazione indefinita
− p ( x, y ) = + + 2⋅ [1]
di equilibrio ∂x 2
∂y 2
∂x∂y
∂ Mx
2
∂2 M y
Ipotesi: M xy = 0 − p ( x, y ) = + [2]
∂x 2
∂y 2
(Non si considera la torsione)

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Teoria delle piastre – C.A.


∂ 2 M xy
Validità dell’ipotesi di torsione nulla =0
∂x∂y
•A- In una piastra di c.a. fessurata la zona compressa ha una
profondità limitata a valori pari al 20-25% dello spessore e di
conseguenza il braccio associato alle tensioni tangenziali dovute
alla torsione è piccolo.
•B- Modesta efficacia dell’ingranamento degli inerti e dell’azione
di spinotto in presenza di valori medio-piccoli per l’aggregato e
per le barre di armatura (situazioni comuni per le piastre in c.a.).

Si ipotizza che la piastra si comporti come un insieme di strisce


disposte nelle direzioni x e y, ciascuna soggetta a flessione e taglio

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Teoria delle piastre C.A. – Calcolo a rottura

•La piastra giunge al collasso dopo la formazione di una serie di bande fessurate (sia al
negativo che al positivo), lungo le quali sono concentrate le deformazioni, mentre nei
campi adiacenti non sono riscontrabili significativi stati deformativi. Tali campi si
conservano quasi piani.
•Le deformazioni lungo le bande si presentano come micro e macro fessure nel
calcestruzzo teso e deformazioni oltre il limite elastico nelle barre di armatura.
•SLU: la piastra si considera formata da un insieme di blocchi rigidi uniti lungo vincoli
lineari da barre di armatura snervate.
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Teoria delle piastre


Metodo delle strisce (Rankine - Grashof – Hillerborg)

•Si considerano due strisce di


larghezza unitaria nelle due direzioni
•Carico uniformemente distribuito di
intensità p [kN/m2] o concentrato
•Si assume che la striscia in direzione
x sia caricata con una frazione del
carico px=p*a
•Di conseguenza la striscia in
direzione y è caricata con una
frazione del carico py=p*(1-a)
Esistono infiniti campi di momento in grado di
soddisfare l’equazione [2], ma per il calcolo del
carico ultimo, la distribuzione esatta è quella che
corrisponde alla formazione di un cinematismo

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Teoria delle piastre


Metodo delle strisce (Rankine - Grashof – Hillerborg)

Dall’equazione [1] si ottiene quindi:

∂ 2 mx ∂ 2 my
= −α ⋅ p = − (1 − α ) ⋅ p [4a, 4b]
∂x 2
∂y 2

Le [4] descrivono il comportamento a trave della generica striscia di larghezza unitaria


in direzione x e y, vincolate secondo i vincoli della piastra.
La scelta del valore di α (nel rispetto dell’equilibrio rappresentato dalle equazioni [4])
porta ad avere carichi variabili oppure costanti sulle strisce.

α=1 Tutto il carico compete alla i-esima striscia in direzione x

α=0 Tutto il carico compete alla i-esima striscia in direzione y

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Teoria delle piastre


Metodo delle strisce (Rankine - Grashof – Hillerborg)
Esempio – Piastra rettangolare appoggiata al contorno

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Teoria delle piastre


Metodo delle strisce (Rankine - Grashof – Hillerborg)
Esempio – Piastra rettangolare appoggiata al contorno
Calcolo dei momenti

m1−1 = q ( 2 ) ( 3 ) ( 6 ) 36
⋅ b ⋅ b =1 ⋅ qb 2 ( 2 ) ⋅ ( b 4 ) = 18 ⋅ qb
m2 − 2 = q ⋅ b 2

= ( q ) ⋅ ( b ) ⋅ ( b ) = 1 ⋅ qb ( 3 ) ⋅ ( b 6 ) = 118 ⋅ qb
m4 − 4 = q ⋅ b
2 2
m3− 3
2 3 6 36

mi − i
As =
f yd ⋅ 0.8 ⋅ t
Con fyd la tensione di progetto dell’acciaio delle barre di armatura e t lo spessore della piastra

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Teoria delle piastre


Metodo delle strisce (Rankine – Grashof – Hillerborg)
Confronto con trave

S=momento di progetto per una trave di


lunghezza lx o ly

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Shotcrete: piastre di prova


Travetti UNI

Valori medi

• fiF 6.073 MPa


• feq0-0.6 3.884 MPa

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Previsione carico piastra

P⋅L 4⋅M h2
M = P= m = σ ⋅W = σ ⋅
4 L 6
2⋅ 4⋅ m 8⋅m
PT = 2 ⋅ P = =
L L

• fiF medio 6.073 • fiF 86 kN


• feq0-0.6 medio 3.884 • feq0-0.6 135 kN

Carico previsto superiore alle risultanze sperimentali!

• Acceleranti che diminuiscono le caratteristiche meccaniche


• Rottura per punzonamento
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Shotcrete: piastre di prova


Confronto 2 gg e 28 gg
Piastre cls bianco e SFRC

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Shotcrete: stato dell’arte


Storia della tecnologia di spruzzo

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Shotcrete: stato dell’arte


Storia della tecnologia di spruzzo

1. Getto per via secca: cemento e sabbia miscelati e inviati alla


lancia. L’acqua veniva introdotta direttamente nella lancia.
2. Anni ’50: procedimento per via umida. Con un sistema
pneumatico si effettuava la miscelazione con acqua e l’impasto
era inviato alla lancia. Poca diffusione del sistema perché
inefficiente.
3. Innovazione tecnologica: diffusione del sistema per via umida

Vantaggi della tecnologia a umido


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Shotcrete: stato dell’arte


Tecnologia a umido: vantaggi

1. Minor emissione di polveri


2. Minor produzione di materiale di rimbalzo (minor materiale
contaminato chimicamente)
3. Maggior controllo della qualità del calcestruzzo proiettato
(rapporto acqua/cemento, lavorabilità…)

Tecnologia standard per applicazioni civili e minerarie

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Shotcrete: stato dell’arte


Acceleranti di presa

Tipologie di acceleranti:
• Alcalini (silicati e alluminati di sodio o potassio)
• Alkali-free (privo di cationi alcalini)

Gli acceleranti alcalini sono basi forti (10<pH<14) e sono


caustici per la pelle.

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Shotcrete: stato dell’arte


Acceleranti di presa: sviluppo resistenza

Dosaggio di accelerante

J1, J2, J3: classi di resistenza secondo normativa austriaca

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Bibliografia
1. Corradi dell’Acqua L., Meccanica delle strutture – Le teorie strutturali e il metodo
degli elementi finiti, McGraw-Hill, 1993
2. Corradi dell’Acqua L., Meccanica delle strutture – Il comportamento dei mezzi
continui, McGraw-Hill, 1993
3. Bares R., Calcolo di lastre e piastre con la teoria elastica lineare, Edizioni Città
Studi, 1992
4. UNI, UNI 10834 - Calcestruzzo proiettato, Ente nazionale italiano di unificazione,
1999
5. Di Prisco M., Mauri M., Pavimentazioni industriali in calcestruzzo fibrorinforzato,
Politecnico di Milano e Trafileria Badessi, 2004

scola@stru.polimi.it
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