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OUTLINE
PARTE 1: Introduzione sulla normativa italiana ed europea
PARTE 2: Analisi delle prove pi significative
PARTE 3: Case study Il cimitero Vantiniano di Brescia
PARTE 1
INTRODUZIONE
Lezione 5 - 27/05/2010
Lezione 1 - 17/05/2010
e Venezia..
Lezione 1 - 17/05/2010
NTRODUZIONE
Dario P. Benedetti
Lezione 6: Le prove della normativa UNIUNI-Beni Culturali
Lezione 1 - 17/05/2010
NASCE LA NorMaL
Lezione 1 - 17/05/2010
1
La NORMATIVA ITALIANA sui BENI CULTURALI
NB: LItalia il primo paese, non solo in Europa ma nel mondo, ad essersi dotata di una normativa
specifica per la conservazione di quei beni che costituiscono il patrimonio inalienabile di ogni paese.
Lezione 1 - 17/05/2010
1975
1978
1982
1983-2000
1997
2001
Lezione 1 - 17/05/2010
GL 13 - Metodologie petrografiche
GL 3 - Metodologie chimiche
GL 4 - Inquinamento atmosferico
GL 5 - Metodologia per i trattamenti conservativi
delle superfici: sperimentazione
GL 22 - Museotecnica
GL 23 - (misto UNI/CTI)
GL 8 - Fisica ambientale
Lezione 1 - 17/05/2010
Lezione 1 - 17/05/2010
CAMPO DI ATTIVIT
Conservazione dei beni culturali (in ambiente non confinato e
confinato); si applica ai seguenti materiali:
pietre
malte (da murature, per intonaci, per applicazione di
rivestimenti, per decorazioni, per usi particolari)
stucchi
prodotti ceramici (laterizi, terrecotte, porcellane)
calcestruzzi
vetri
mosaici
policromie su pietra, su tela, su legno, su intonaco
metalli
carta
legno
Tessili
Ing. Dario P. Benedetti
Universit degli Studi di Brescia
Lezione 1 - 17/05/2010
ARGOMENTI::
ARGOMENTI
Definizioni terminologiche (gi viste la volta scorsa per il degrado)
Metodologie analitiche per la caratterizzazione del materiale, dello stato
di conservazione, degli agenti di degrado (chimici, fisici, biologici)
Metodologie analitiche per la valutazione dell'efficacia dei prodotti
(biocidi, pulenti, consolidanti, sigillanti e malte da stuccature, protettivi)
e delle metodologie di applicazione
Rilievo e documentazione
Parametri ambientali (fattori fisici e chimici)
Metodologie d'intervento per il restauro dei beni architettonici, storicoartistici, archeologici
Normative per contenitori espostivi di opere d'arte
Ing. Dario P. Benedetti
Universit degli Studi di Brescia
Lezione 1 - 17/05/2010
4 GRANDI TEMI:
1. CONOSCENZA DEL MATERIALE
MATERIALE:: caratterizzazione chimica, fisica, mineralogicopetrografica, morfologica del materiale, oltre allo studio degli agenti biologici coinvolti
nel processo di degrado
2. STUDIO DEI PARAMETRI AMBIENTALI
AMBIENTALI:: il degrado del materiale conseguenza
dellinterazione fra il materiale stesso e lambiente circostante fondamentale
conoscere le serie storiche dei parametri ambientali al contorno parametri chimici
(inquinamento) e fisici (stato fisico dellatmosfera) necessari per definire le cause del
degrado
3. SCELTA DEI METODI DI CONSERVAZIONE:
CONSERVAZIONE: metodologie per lanalisi delle
performance di differenti trattamenti consolidanti e/o protettivi ma anche linee guida per
il controllo del microclima di ambienti interni (musei, chiese, biblioteche)
4. ELEMENTI DI CONOSCENZA DEL MANUFATTO
MANUFATTO:: tecniche da adottare per il rilievo
grafico del bene e modalit di rilevamento della funzionalit degli impianti tecnici
Lezione 1 - 17/05/2010
UNI 11182 (2006) BC - Descrizione della forma di alterazione - Termini e definizioni (gi vista vedere lez. degrado)
2.
3.
UNI 10921 (2001) BC - Prodotti idrorepellenti - Applicazione su provini e determinazione in laboratorio delle loro
caratteristiche
4.
UNI 10922 (2001) BC - Allestimento di sezioni sottili e sezioni lucide di materiali lapidei colonizzati da biodeteriogeni
5.
UNI 10925 (2001) BC - Metodologia per l'irraggiamento con luce solare artificiale
6.
UNI 11060 (2003) BC - Determinazione della massa volumica e della percentuale di vuoti
7.
8.
9.
10.
11.
UNI 11121 (2004) BC - Determinazione in campo del contenuto di acqua con il metodo al carburo di calcio
12.
13.
UNI 10813 (1999) BC - Verifica della presenza di microrganismi fotosintetici su materiali lapidei mediante
determinazione spettrofotometrica UV/Vis delle clorofille a, b e c
Lezione 1 - 17/05/2010
UNI 11139 (2004) BC - Malte storiche - Determinazione del contenuto di calce libera e di magnesia libera*
2.
UNI 11140 (2004) BC - Malte storiche - Determinazione del contenuto di anidride carbonica*
3.
UNI 11189 (2006) BC - Malte storiche e da restauro - Metodi di prova per la caratterizzazione chimica di una
malta - Analisi chimica
4.
UNI 11088 (2003) BC - Malte storiche e da restauro - Caratterizzazione chimica di una malta Determinazione del contenuto di aggregato siliceo e di alcune specie solubili*
5.
UNI 11089 (2003) BC - Malte storiche e da restauro - Stima della composizione di alcune tipologie di malte*
6.
UNI 10924 (2001) BC - Malte per elementi costruttivi e decorativi - Classificazione e terminologia
7.
UNI 10705 (2007) BC - Analisi per fluorescenza a raggi X con strumentazione portatile
2.
3.
UNI 11120 (2004) BC - Misurazione in campo della temperatura dell'aria e della superficie dei manufatti
4.
UNI 10923 (2001) BC - Allestimento di preparati biologici per l'osservazione al microscopio ottico
5.
UNI 11177 (2006) BC - Istruzioni complementari per l'applicazione della EN ISO 12571 - Prestazione
igrotermica dei materiali e dei prodotti per edilizia - Determinazione delle propriet
di assorbimento igroscopico
Lezione 1 - 17/05/2010
2.
3.
UNI 10945 (2001) BC - Caratterizzazione degli strati pittorici - Generalit sulle tecniche analitiche impiegate.
4.
UNI 10969 (2002) BC - Principi generali per la scelta e il controllo del microclima per la conservazione dei beni culturali in
ambienti interni
5.
UNI 11202 (2007) BC - Manufatti lignei - Determinazione e classificazione delle condizioni dell'ambiente
6.
UNI 11203 (2007) BC - Manufatti lignei - Strutture portanti degli edifici - Terminologia delle configurazioni strutturali e delle
parti costituenti
7.
8.
UNI 11118 (2004) BC - Manufatti lignei - Criteri per l'identificazione delle specie legnose
9.
UNI 11119 (2004) BC - Manufatti lignei - Strutture portanti degli edifici - Ispezione in situ per la diagnosi degli elementi in opera
10.
UNI 11141 (2004) BC - Manufatti lignei - Linee guida per la datazione dendrocronologica del legno
11.
UNI 11161 (2005) BC - Manufatti lignei - Linee guida per la conservazione, il restauro e la manutenzione
12.
UNI 11162 (2005) BC - Manufatti lignei - Supporti dei dipinti su tavola - Terminologia delle parti componenti
13.
UNI 11130 (2004) BC - Manufatti lignei - Terminologia del degradamento del legno
14.
UNI 11138 (2004) BC - Manufatti lignei - Strutture portanti degli edifici - Criteri per la valutazione preventiva, la progettazione e
l'esecuzione di interventi
15.
UNI 11205 (2007) BC - Legno di interesse archeologico ed archeobotanico - Linee guida per la caratterizzazione
16.
UNI 11206 (2007) BC - Legno di interesse archeologico ed archeobotanico - Linee guida per il recupero e prima conservazione
Lezione 1 - 17/05/2010
7/81
8/81
9/82
9/88
10
10/
/82 Descrizione Petrografica dei Materiali Lapidei Naturali
Naturali..
11
11/
/82 Assorbimento d'Acqua per Capillarit - Coefficiente di Assorbimento Capillare
14
14/
/83 Sezioni Sottili e Lucide di Materiali Lapidei:
Lapidei: Tecnica di Allestimento
16
16/
/84 Caratterizzazione di Materiali Lapidei in Opera e del loro Stato di Conservazione:
Conservazione: Sequenza Analitica
17/84 Elementi Metrologici e Caratteristiche Dimensionali: Determinazione Grafica
18/84 Rilevamento della Funzionalit degli Impianti Tecnici: Schema di Scheda
Lezione 1 - 17/05/2010
2/2
Lezione 1 - 17/05/2010
Lezione 1 - 17/05/2010
2
LA NORMATIVA EUROPEA
Lezione 1 - 17/05/2010
CEN/TC 346
Conservation of Cultural Property
Proposta dallItalia nel 2001 e approvata nel febbraio 2003; hanno votato a favore
delliniziativa 16 stati (Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Finlandia, Francia,
Germania, Grecia, Islanda, Irlanda, Lussemburgo, Malta, Olanda, Norvegia, Portogallo,
Spagna, Grecia, Svizzera, Inghilterra).
Lezione 1 - 17/05/2010
CEN/TC 346
Conservation of Cultural Property
STRUTTURA:
CEN/TC 346/WG 1 - General guidelines and terminology
CEN/TC 346/WG 2 - Materials constituting cultural property
CEN/TC 346/WG 3 - Evaluation of methods and products for conservation works
CEN/TC 346/WG 4 - Environment
CEN/TC 346/WG 5 - Transportation and packaging methods
Lezione 1 - 17/05/2010
3
IL CAPITOLATO DAPPALTO
Lezione 1 - 17/05/2010
STRUTTURA:
Lezione 1 - 17/05/2010
Il volume sulla diagnostica sar uno strumento indispensabile per la stesura di un Piano
Diagnostico completo e sufficiente per definire, anche in termini economici, linsieme delle
indagini che saranno affidate, per lesecuzione, al laboratorio prescelto.
prescelto.
Lezione 1 - 17/05/2010
CAP. 7
[] E necessario che i materiali siano caratterizzati non solo dal punto di vista della composizione chimica []
ma che siano evidenziati anche eventuali caratteri (pori, fessure, alterazioni.etc.) che ne determinano il
comportamento nelle varie condizioni di impiego e di ambiente.
b)
c)
Valutazione dello stato di conservazione dei materiali attraverso lo studio delle forme di
degrado e delle eventuali modifiche che le propriet dei materiali hanno subito
d)
e)
Individuazione delle propriet dei materiali che possono costituire la causa predisponente o
scatenante i meccanismi del degrado
Lezione 1 - 17/05/2010
FASE 2
INDAGINI IN SITO:
SITO:
Riferimento alla
scheda di capitolato
Lezione 1 - 17/05/2010
INDAGINI IN LABORATORIO:
LABORATORIO:
Il PROGRAMMA MINIMO di analisi deve prevedere alcune delle analisi riportate nelle
apposite tabelle (con la relativa norma e scheda di capitolato) scelte dallEsperto
Scientifico per la caratterizzazione ottimale del materiale e dei relativi problemi.
Le propriet da misurare nel programma minimo di indagine sono indicate con un
asterisco..
asterisco
FASE 3
NB
NB:: poich nella maggior parte dei casi sono disponibili campioni di numero e
dimensioni ridotti, devono essere adottate opportune SEQUENZE ANALITICHE per
ottenere il maggior numero di informazioni dai campioni a disposizione
disposizione..
Lezione 1 - 17/05/2010
NB: il campionamento deve essere programmato ed eseguito sulla base del PIANO
DIAGNOSTICO redatto dallEsperto Scientifico in accordo con gli specialisti delle varie discipline
e deve prevedere:
TIPO (frammenti, carote, polvere.)
QUANTITA
MODALITA DI PRELIEVO dei campioni
I prelievi riguarderanno sia MATERIALE SANO che MATERIALE ALTERATO
Ing. Dario P. Benedetti
Universit degli Studi di Brescia
Lezione 1 - 17/05/2010
Lezione 1 - 17/05/2010
Lezione 1 - 17/05/2010
TESTI DI RIFERIMENTO:
Capitolato speciale di appalto
Restauro architettonico
Autore: S. Tin
Editore: Dario Flaccovio
Anno di edizione: 2002
Prezzo: EURO 29,00 ISBN: 88-775-8455-6
Lezione 1 - 17/05/2010
PARTE 2
ANALISI delle pi significative prove normate (UNI, EN, UNI-BC
e NorMaL)
Lezione 1 - 17/05/2010
2.1
UNI 11140
Determinazione del contenuto di anidride carbonica
Lezione 1 - 17/05/2010
Riporta alcuni metodi per la determinazione del contenuto di anidride carbonica (CO2)
proveniente dai carbonati presenti nei materiali lapidei naturali e artificiali e nei leganti.
Lezione 1 - 17/05/2010
CALCIMETRO
A) Boccia di livello
B) Buretta graduata per gas.
C) Rubinetto
T) Recipiente termostatico
R) Camera di reazione
P) Provetta per HCl
PROCEDIMENTO GENERALE
Macinare il campione fino a farlo passare
completamente allo staccio 0.063, quindi
essiccarlo in stufa a (602)C fino a massa
costante e conservarlo in essiccatore
REATTIVO PER LO SVILUPPO DELLA CO2:
Sciogliere 1,5g di Cu2Cl2 (cloruro rameoso) e
2,50g di CuCl2H2O (cloruro rameico
monoidrato) in 350ml di HCl al 12% e
omogeneizzare
Introdurre nel reattore il campione (meno di
un grammo) contenente la quantit incognita
di CaCO3 ed una beuta col reattivo acido
Sigillare il tutto e far partire la reazione,
misurando la CO2 sviluppata col barometro.
Con il recipiente R aperto e con il rubinetto C
aperto, manovrando la boccia A si porta a zero il
livello del liquido battente, (solitamente acqua
acidulata cui si aggiunto un indicatore).
CaCO3 + 2 HCl
Carbonat
o di
Calcio
Acido
Cloridrico
Anidride
Carbonica
Acqua
pV
n=
RT
738 .2(atm ) 0 .0452 (L )
n=
= 0 .0018 (mol )
760 0 .0821 (L atm ) (mol K ) 293 (K )
m = n PM
mCaCO 3 = 0.0018 (mol ) 100 ( g / mol ) = 0.18 ( g )
%x =
% CaCO3 =
mx 100
mCaCO3 100
mCampione
mCampione
= 30.76%
Etc etc.
2.2
Analisi granulometrica dellaggregato di una malta
UNI EN 1015-1:2007:Metodi di prova per malte per opere murarie Determinazione della distribuzione granulometrica (mediante stacciatura)
Lezione 1 - 17/05/2010
60
50
Strato1
40
Strato2
30
20
Strato3
10
Strato4
>2
,8
,8
-2
2
1,
4-
,4
-1
1
0,
7-
,7
0,
5
-0
0,
5
,3
-0
0,
3-
0,
1
<0
,1
Diametro [mm]
Mesh 0
Mesh 1
Mesh 2
Mesh 3
Mesh 4
Mesh 5
Mesh 6
Mesh 7
Mesh 8
Diametro
[mm]
0
0,1
0,3
0,5
0,7
1
1,4
2
2,8
Dario P. Benedetti
Peso
[g]
2,54
1,52
0,27
0,13
0,19
0,15
0,19
0,21
0,48
% passante
in peso
44,72
26,76
4,75
2,29
3,35
2,64
3,35
3,70
8,45
Peso
[g]
1,6
1,75
0,64
0,24
0,32
0,31
0,42
0,36
0,32
% passante
in peso
26,85
29,36
10,74
4,03
5,37
5,20
7,05
6,04
5,37
Peso
[g]
2,37
2,84
1,3
0,57
0,52
0,43
0,8
1,11
4,73
% passante
in peso
16,16
19,36
8,86
3,89
3,54
2,93
5,45
7,57
32,24
Peso
[g]
1,48
1,56
0,42
0,11
0,2
0,17
0,26
0,31
0,22
% passante
in peso
31,29
32,98
8,88
2,33
4,23
3,59
5,50
6,55
4,65
Trento, 24/03/2010
DISGREGAMENTO (meccanico,
ultrasuoni)
SETACCIATURA
Dario P. Benedetti
2.3
UNI 11088
Determinazione del contenuto di aggregato siliceo e di
alcune specie solubili
Lezione 1 - 17/05/2010
SCOPO Il contenuto di aggregato siliceo un dato importante nelle prove per il calcolo del
contenuto di legante in una malta; infatti, queste si basano sulla dissoluzione del legante con
un attacco acido, che non intacca appunto laggregato silicatico (e nemmeno la pozzolana).
Le informazioni sulle altre specie solubili sono invece utili per lanalisi del degrado (vedere i
fenomeni descritti nella lezione relativa al degrado)
Es: Na2O e K2O possono essere pericolosi per la reazione alcali-silice nelle murature in pietra
Lezione 1 - 17/05/2010
2.4
UNI 11089
Stima della composizione di alcune tipologie di malte
Lezione 1 - 17/05/2010
La norma stabilisce alcune procedure di calcolo per la stima del tenore di leganti e
aggregati in malte di composizione semplice rappresentabili dalle seguenti 8 classi:
1.
&
2.
AGGREGATO siliceo
&
3.
AGGREGATO siliceo
&
4.
AGGREGATO siliceo
&
5.
&
6.
AGGREGATO siliceo
&
7.
&
8.
AGGREGATO siliceo
&
Il metodo sfrutta la presenza di traccianti quali SiO2 solubile, SO3, CO2, etc per stimare il
contenuto di leganti e aggregati nella miscela secca prima dellimpasto
dellimpasto.
OVVIAMENTE E UN METODO APPROSSIMATO!
SCOPO utile per ricostruire una malta da restauro con caratteristiche simili a quella
originale (per integrazioni, soprattutto negli intonaci)
Ing. Dario P. Benedetti
Universit degli Studi di Brescia
Lezione 1 - 17/05/2010
Composizione della
malta attuale
Lezione 1 - 17/05/2010
2.5
UNI 11139
Determinazione del contenuto di calce libera e di
magnesia libera
Lezione 1 - 17/05/2010
La norma descrive dei metodi per la determinazione della calce libera (intesa come
ossido di Calcio e Idrossido di Calcio) e della magnesia libera (intesa come ossido
di Magnesio e Idrossido di Magnesio) nei materiali lapidei artificiali e nelle calci
aeree o idrauliche
Lezione 1 - 17/05/2010
2.6
UNI 11189
Malte storiche e da restauro - Metodi di prova per la
caratterizzazione chimica di una malta - Analisi chimica
Lezione 1 - 17/05/2010
La norma specifica una serie di metodi di analisi per determinare la composizione di una
malta.
La modesta quantit di materiale necessaria per lanalisi (pochi grammi) la rende
idonea per lo studio delle malte di interesse storico/artistico (malte di allettamento,
stilatura, e per intonaci, decorazioni, affreschi, stucchi.)
Si consiglia di eseguire ogni prova su due provini identici, effettuando la media dei risultati.
Lezione 1 - 17/05/2010
2.7
UNI 11176
Descrizione petrografica di una malta
Lezione 1 - 17/05/2010
La norma riporta uno schema descrittivo per la caratterizzazione petrografica dei campioni di
malta. Si applica a tutte le malte nellambito dei beni culturali, indipendentemente dalla
funzione svolta.
Si trattano:
Lezione 1 - 17/05/2010
NB
NB:: TUTTI QUESTI COMPONENTI POSSONO ESSERE DETERMINATI
ANCHE CON ALTRI METODI QUALI CROMATOGRAFIA IONICA,
ASSORBIMENTO ATOMICO, UV
UV--VISIBILE, ECC
ECC
Lezione 1 - 17/05/2010
2.8
UNI 10922
Allestimento di sezioni sottili e sezioni lucide di materiali
lapidei colonizzati da biodeteriogeni
Lezione 1 - 17/05/2010
Lezione 1 - 17/05/2010
Le sezioni possono essere SEZIONI SOTTILI (spessore circa 30micron montate fra 2 vetrini)
oppure SEZIONI LUCIDE (porzione del materiale lapideo con una faccia lucidata
meccanicamente a specchio)
Nel caso di lapidei colonizzati da organismi biologici, il campione viene dapprima trattato con
reagenti quali la formaldeide o la glutaraldeide per mantenere nel tempo le strutture biologiche
Lezione 1 - 17/05/2010
2.9
UNI 10925
Metodologia per l'irraggiamento con luce solare artificiale
Lezione 1 - 17/05/2010
i provini vengono esposti ad una sorgente di luce artificiale di alta intensit e con
spettro di radiazione rappresentativo della luce solare diurna
Si utilizzano serie di provini (almeno 3 per tipo) con una superficie di esposizione piana e
dimensioni compatibili con le misure a cui verranno sottoposti
La durata della prova dipende dal tipo di provini e comunque deve essere tale da garantire ai
provini una esposizione alla luce, nellintervallo fra 300 e 800nm, di almeno 2000 MJ/m2
Lezione 1 - 17/05/2010
Lezione 1 - 17/05/2010
2.10
UNI 11060
Determinazione della massa volumica e della percentuale
di vuoti
Lezione 1 - 17/05/2010
La norma descrive alcuni metodi per la determinazione della massa volumica e della
percentuale di vuoti dei materiali lapidei naturali ed artificiali macinati in polvere, granulari o in
pezzatura.
PRINCIPIO FISICO:
FISICO: la massa volumica di un campione di materiale lapideo viene
determinata come rapporto fra la sua massa allo stato secco ed il suo volume
determinato per spostamento di un opportuno liquido densimetrico.
densimetrico.
Lezione 1 - 17/05/2010
2.11
UNI 11085
Determinazione del contenuto d'acqua: Metodo ponderale
Lezione 1 - 17/05/2010
Descrive le procedure per la determinazione del contenuto di acqua in un materiale lapideo con
il METODO PONDERALE; si applica a campioni di MASSA COMPRESA FRA 2 e 50g COMPRESI
GLI STRATI DI FINITURA.
Lezione 1 - 17/05/2010
2.12
UNI 11086
Determinazione del contenuto d'acqua di equilibrio
Lezione 1 - 17/05/2010
Lezione 1 - 17/05/2010
2.13
UNI 11087
Determinazione del contenuto di sali solubili
Lezione 1 - 17/05/2010
I sali solubili possono essere presenti sia come costituenti della pietra o dei materiali da
costruzione sia come prodotti di degrado di natura chimica o biologica.
Essi possono inoltre derivare da materiali impiegati in interventi di restauro, dal deposito in
superficie di inquinanti particellari, da trasporto capillare o da apporti esterni di varia natura.
NB
NB:: i sali solubili, comunque presenti in un materiale lapideo, possono innescare
ulteriori processi di degrado di natura chimico/fisica
chimico/fisica..
Le specie ioniche in considerazione sono SO4-, NO2-/NO3-, Cl-, PO4---, C2O4--, Na+/K+, Ca++,
Mg++, NH4+
PRINCIPIO: Estrazione dei Sali solubili dal campione (essiccato e macinato con mortaio) con
acqua distillata, misure di conduttivit e poi (dopo filtraggio) misure di cromatografia ionica per
determinare le diverse specie ioniche.
Lezione 1 - 17/05/2010
2.14
UNI 11187
Pulitura con tecnologia laser
Lezione 1 - 17/05/2010
La norma fornisce:
La norma si applica alla pulitura dei materiali lapidei previa caratterizzazione del loro stato di
conservazione.
NB
NB:: la pulitura laser caratterizzata da elevata precisione e selettivit,
caratteristiche che permettono di operare su materiali che presentano sequenze
stratigrafiche, avendo la possibilit di arrestare la rimozione a livelli predeterminati.
predeterminati.
Lezione 1 - 17/05/2010
Vengono definiti:
grandezze fisiche caratterizzanti lemissione laser (energia, fluenza, potenza, etc.)
Requisiti del sistema laser
Linee guida per la scelta del laser (lunghezza donda, durata dellimpulso)
METODOLOGIA PER LA DETERMINAZIONE DEI VALORI DEI PARAMETRI OPERATIVI (fluenza di
lavoro)
FOTOABLAZIONE LASER
ASSORBIMENTO OTTICO
DURATA DELLIMPULSO LASER
RUOLO DELLA BAGNATURA
FREQUENZA DI RIPETIZIONE
MISURAZIONE DELLA RIFLETTANZA
Ing. Dario P. Benedetti
Universit degli Studi di Brescia
Lezione 1 - 17/05/2010
2.15
UNI 10813
Verifica della presenza di microrganismi fotosintetici su
materiali lapidei mediante determinazione
spettrofotometrica UV/Vis delle clorofille a, b e c
Lezione 1 - 17/05/2010
NB: unanalisi qualitativa e non quantitativa (il contenuto di clorofilla pu variare in relazione
allo stato fisiologico dei microorganismi)
Lezione 1 - 17/05/2010
PRINCIPIO: il metodo si basa sullestrazione in acetone delle clorofille presenti nel campione e
sulla lettura spettrofotometrica dellestratto alle diverse lunghezze donda alle quali le clorofille
hanno il massimo di assorbimento (clorofilla a:664nm; clorofilla b: 647nm; clorofilla c: 630nm)
Il campione si preleva mediante bisturi o spatola sulla superficie, spessore di circa 1mm da una
superficie di circa 25cm2 colonizzata dal microorganismo.
MOLTO INTERESSANTE
2.16
UNI 10921
Materiali lapidei naturali ed artificiali. Prodotti
idrorepellenti Applicazione su provini e determinazione
in laboratorio delle loro caratteristiche.
Lezione 1 - 17/05/2010
Lezione 1 - 17/05/2010
2.17
UNI 10859
Determinazione dell'assorbimento d'acqua per capillarit.
Lezione 1 - 17/05/2010
Lezione 1 - 17/05/2010
questo lo
posso fare
anchio!
2.17
NorMaL 44/93
Misura dellassorbimento
dacqua a bassa pressione
Lezione 1 - 17/05/2010
Lezione 1 - 17/05/2010
questo lo
posso fare
anchio!
2.17.1
NorMaL 44/93
Misura dellassorbimento
dacqua a bassa pressione
I prezzi di questo tipo di prove variano anche di un ordine di grandezza a seconda del laboratorio
laboratorio..
(Fino a 1000 EURO/giorno)
EURO/giorno) in alcuni casi non servono particolari conoscenze e attrezzature
ISTRUZIONI:
Si fissa lapparecchiatura alla superficie in modo da ottenere una perfetta
tenuta stagna. Si blocca la superficie alla cella con un apposito morsetto. Poi si
fa affluire lacqua allinterno della cella cava aprendo il serbatoio. Nellistante
in cui lacqua ha completamente riempito la cella si fa partire il cronometro. Si
procede allulteriore riempimento del sistema facendo affluire acqua fino al
raggiungimento dello zero di riferimento nella pipetta graduata e ci si assicura
sia della mancanza di bolle daria nel sistema, sia di eventuali perdite dacqua,
quindi, il serbatoio viene chiuso.
La prima lettura sulla pipetta graduata si effettua quando il cronometro
segna 5 minuti, leggendo il livello del menisco dellacqua. Durante lintervallo
di tempo tra 0 e 5 minuti, importante mantenere il livello dellacqua il pi
possibile vicino allo zero. Le letture si effettuano poi ogni 5 minuti fino al
raggiungimento del tempo finale t , che pu variare da 20, 30 a 60 minuti in
funzione della porosit del materiale investigato.
Il tempo finale viene stabilito in base a prove preliminari in cui la quantit
dacqua assorbita in finzione del tempo raggiunge un valore asintotico.
importante verificare che durante la prova non ci siano perdite dacqua, per
questo necessario rilevare i dati ogni 5 minuti.
Lezione 1 - 17/05/2010
Qi =
Qti Qt5
S
0,30
0,25
Non trattati
0,20
Trattamento A
0,15
Invecchiati
0,10
0,05
0,00
0
10
15 20
25 30
35 40
45 50
55 60
Tempo (min)
Lezione 1 - 17/05/2010
NOTE:
Lezione 1 - 17/05/2010
2.18
NORMAL 21/85
Permeabilit al Vapor d'Acqua
Lezione 1 - 17/05/2010
Viene descritto il metodo per misurare la quantit di vapore acqueo che fluisce, nell'unit di
tempo, per unit d superficie e in condizioni stazionarie, attraverso due superfici parallele di un
campione di determinato spessore, sotto l'effetto di una differenza di pressione parziale di
vapore.
FONDAMENTALE PER VALUTARE LA TRASPIRABILITA DEL MATERIALE PRIMA E
DOPO LAPPLICAZIONE DI PRODOTTI E/O DOPO TRATTAMENTI DI PULITURA
Lezione 1 - 17/05/2010
Lezione 1 - 17/05/2010
2.19
NORMAL 33/89
Misura dell'Angolo di Contatto
Lezione 1 - 17/05/2010
Viene descritto il metodo per misurare l'angolo di contatto acqua - materiale lapideo in
condizioni statiche. Permette la valutazione dell'idrorepellenza di una superficie lapidea
sottoposta a trattamenti conservativi.
Viene descritto il metodo per misurare l'umidit contenuta nelle murature con il metodo
ponderale. Si applica a sistemi murari costituiti da materiali porosi sia naturali che artificiali.
Langolo di contatto , espresso in gradi, langolo formato dalla superficie del
campione e dalla tangente alla goccia dacqua nel punto di contatto
Lezione 1 - 17/05/2010
PRIMA DEL
TRATTAMENTO
DOPO IL
TRATTAMENTO
DOPO
TRATTAMENTO E
INVECCHIAMENTO
ESEMPIO DI VALUTAZIONE DI UN
PROTETTIVO
2h
2h
= 2arctg
d
Anche questa prova fondamentale per valutare le variazioni della bagnabilit della superficie
dovute ad interventi di pulitura, oppure per valutare lefficacia di prodotti idrorepellenti.
Ing. Dario P. Benedetti
Universit degli Studi di Brescia
Lezione 1 - 17/05/2010
PARTE 3
ESEMPIO APPLICATIVO
Lezione 5 - 27/05/2010
Tesi di Laurea:
Laureande::
Laureande
Privacy
INTRODUZIONE
MATERIALE LAPIDEO
TERMINE STRATIGRAFICO
TERMINE COMMERCIALE
Encrinite di Rezzato
Pietra di Rezzato
Corso Rosso
di Botticino
Encrinite
di Rezzato
PIETRA DI REZZATO
E stata cavata fino al 1960;
1960;
Si tratta di un calcare non omogeneo
omogeneo;;
La disomogeneit dovuta alla presenza
di inclusioni di argilla tra i noduli di calcare
calcare..
Pietra di
Rezzato
Botticino
IL PROBLEMA DELLUMIDITA
Infiltrazione dalle fondazioni
Condensazione
Dispersione delle acque pluviali
SEZIONE CINERARIO 1
5m
Trattamento di
consolidamento
Prestazioni richieste ai
prodotti::
prodotti
Trattamento di
protezione
PROTETTIVI:
Silicato di etile
Resine silossaniche
Resine acrilsiliconiche
A base di silossani
TRATTAMENTI
SILICATO DI ETILE AL 70%
+
IDROREPELLENTE SILOSSANICO
2 prodotti
applicati in serie
Trattamento B
2 prodotti
applicati in serie
Trattamento C
1 prodotto unico
Trattamento D
RESINE SILOSSANICHE
1 prodotto unico
Trattamento E
RESINA ACRILSILICONICA
1 prodotto unico
Trattamento A
NORMATIVA DI
RIFERIMENTO
Protocollo UNI
UNI--NORMAL
UNI 10921:
10921: Materiali lapidei naturali e artificiali.
artificiali. Prodotti idrorepellenti
Applicazione su provini e determinazione in laboratorio delle loro
caratteristiche
UNI 10859:
10859: Materiali lapidei naturali e artificiali Determinazione
dellassorbimento dacqua per capillarit
NORMAL 7/81:
81: Assorbimento dacqua per immersione totale
NORMAL 21/
21/85:
85: Permeabilit al vapor dacqua
NORMAL 29/
29/88:
88: Misura dellindice di asciugamento
NORMAL 33/
33/89:
89: Misura dellangolo di contatto
NORMAL 43/
43/93:
93: Misure colorimetriche di superfici opache
NORMAL 44/
44/93:
93: Assorbimento dacqua a bassa pressione
FASI DI LAVORO
Il Protocollo prevede che si effettuino le prove prima e dopo il trattamento
DOPO IL TRATTAMENTO
(5x5x1)cm
(5x5x2)cm
(3x3x3)cm
Serie relative
relativa a
ad51TRATTAMENTI
TRATTAMENTO
MODALITA DI APPLICAZIONE
SECONDO NORMATIVA
per capillarit:
Trattamento A (Idrorepellente)
Trattamento B (Idrorepellente)
per immersione:
Trattamento A (Consolidante)
Trattamento B (Consolidante)
Trattamento C
Trattamento D
Trattamento E
Q1 Q2
Rp =
100
Q2
CONDIZIONE
Rpn Rpn 1
100 3
Rpn 1
RISULTATI:
Trattamenti
T (h)
napplicazioni
applicazioni
A
B
C
D
E
4
2
-
2
1
4
INVECCHIAMENTO ARTIFICIALE
I provini sono posti in camera climatica per 32 giorni
Cicli gelo
gelo--disgelo ad UR costante
80
T: 80
80CC(da
(da -20
20CCaa+60
+60
C)
60
T [C]
40
UR: 70%
20
0
-20 0
12
16
20
24
-40
Tempo [h]
96 CICLI TOTALI
Condizione::
Condizione
( mi m0 ) ( mi 1 m0 ) 100 1
mi m0
50
5
5
RISULTATI
COMPORTAMENTO MIGLIORE
COMPORTAMENTO PEGGIORE
Trattamento A
Trattamento E
16
14
12
10
8
6
4
2
0
Qi (mg/cm )
Qi (mg/cm )
16
14
12
10
8
6
4
2
0
0
1/2
T (s
Non trattati
Non trattati
Trattati
Trattati
Invecchiati
Invecchiati
1/2
25
25
25
20
Qi (mg/cm )
25
Un
Ununica
unica pesata al tempo
ricavato dal diagramma di
capillarit, intersecando i tratti
rettilinei, iniziale e finale, della
curva..
curva
15
Non trattati
10
Tratto iniziale
100 200
300
400 500
T (s
600 700
800
1/2
T=2 h
100
89,3
Trattati
87,4
90
RISULTATI:
80
Q1 Q2
100
Q2
Rp (% )
Rp =
Invecchiati
80,4
79,2
72,5
67,5
70
Rapporti di protezione
Tratto finale
68,7
58,5
60
56,9
51,3
50
40
30
20
10
0
A
25
Cella di misura:
Pipetta graduata
Cella cava
Guarnizione
provino
morsetto
COMPORTAMENTO MIGLIORE
COMPORTAMENTO PEGGIORE
Trattamento A
Trattamento C
0,20
0,20
0,16
0,16
Qi (ml)
Qi (ml)
0,12
0,08
0,12
0,08
0,04
0,04
0,00
0,00
0
5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60
5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60
T (min)
T (min)
Non trattati
Non trattati
Trattati
Trattati
Invecchiati
Invecchiati
25
Capacit di imbibizione:
imbibizione:
M max M 0
100
M0
0,004
CI (%)
CI =
0,005
0,003
0,002
Non trattati
0,001
Trattati
0,000
Invecchiati
Quantit dacqua
assorbita::
assorbita
M M0
M
%= i
100
M
M0
COMPORTAMENTO MIGLIORE
COMPORTAMENTO PEGGIORE
Trattamento A
Trattamento D
0,30
0,30
0,25
0,25
0,20
0,20
Qi (g)
Qi (g)
0,15
0,15
0,10
0,10
0,05
0,05
0,00
0,00
0
50
100
150
200
250
300
350
400
450
50
1/2
100
150
200
250
1/2
T (s )
T (s )
Non trattati
Non trattati
Trattati
Trattati
Invecchiati
Invecchiati
300
350
400
450
1, 0
Condizione:
msat mi
mi msec
100
Qi =
msec
RISULTATI:
Q i (%)
Dopo il trattamento
Indice di
0,5
0,4 asciugamento
tf
0,3
0,2
IA =
0,1
25
f (Qi )dt
Dopo linvecchiamento
0,05
0,5
0,04
0,4
0,03
0,3
0,2
0,02
Qmax t f
Non trattati
Non trattati
Trattati
Tratt. A
Tratt.
Invecchiati
B
Tratt. C
Tratt. D
Tratt. E
0,1
0,01
0,0
0,0
0
10
20
30
40
T (h)
500,0060
70
A
0
B
10
20
C
30
40
T (h)
D
50
60
70
Quantit dacqua
rilasciata
ACQUA RILASCIATA
PER EVAPORAZIONE
t0
Qass (%) =
10,00
10,00
NON
TRATTATI
9,00
9,00
8,00
8,00
INVECCHIATI
Quantit dacqua
assorbita
tf
7,00
6,00
5,00
NON
TRATTATI
e
INVECCHIATI
A ntr
A tr
A inv
B ntr
B tr
B inv
C ntr
C tr
C inv
7,00
TRATTATI
6,00
5,00
D ntr
D tr
D inv
E ntr
E tr
E inv
4,00
4,00
TRATTATI
3,00
3,00
A- B- C
D- E
2,00
0,00
0,10
0,20
0,30
0,40
0,50
2,00
0,00
0,10
0,20
0,30
0,40
0,50
25
Cella di misura:
misura:
Vaschetta
Coperchio
Guarnizioni
Viti e bulloni
Condizione:
( M i M i 1 ) 100 5
M i
RISULTATI
20
Non trattati
18
16
Trattati
14
Invecchiati
12
10
8
6
4
2
0
A
Perm(20C )
p(20C )
= Perm(tx )
p(tx )
p(20
(20
C) e p(tx): Pressioni parziali di vapore alle
rispettive temperature
15
Angolo di contatto:
contatto: angolo formato dalla superficie
del campione e dalla tangente alla
goccia dacqua nel punto di
contatto..
contatto
2h
2
h
=
2
arctg
BAGNABILITA
d
della superficie
Metodologia di prova
Il campione viene spolverato e posto su piano
orizzontale;;
orizzontale
Tramite pipetta si depone una goccia di volume di
5 l sulla superficie
superficie;;
Dopo 15 secondi si acquisisce limmagine e la si
elabora tramite software che restituisce il valore .
BAGNABILITA
Si effettua la misura di 15
gocce per ogni provino;
provino;
Ogni goccia deve essere
posta ad una distanza minima
di 3 mm dalle altre;
altre;
Si riportano i risultati come
medie per ogni serie
omogenea.
RISULTATI
Prima del
trattamento
a < 90
90
120
100
80
60
40
20
0
Dopo il
trattamento
A e E < 90
90
B C D > 90
90
Dopo
linvecchiamento
A
Non trattati
Trattati
Invecchiati
A B C E < 90
90
D > 90
90
MISURE COLORIMETRICHE
(NORMAL 43/93)
CIE
Spazio colorimetrico
tridimensionale L* a* b*
10
L*
a*
Luminosit: 00-100
Prima coordinata cromatica: [[-60;+60]
b*
Rappresentazione
SFERA
Cerchio esterno
Asse centrale
Raggio orizzontale
MISURE COLORIMETRICHE
(NORMAL 43/93)
SPETTROFOTOMETRO
Misura la riflettanza spettrale
NON
delloggetto
a ciascuna lunghezza
TRATTATI
INVECCHIATI
TRATTATI
donda, utilizzando sensori multipli
RISULTATI
Luminosit L*
Dopo linvecchiamento
il trattamento
L* diminuisce
Tendenza a scurirsi
MISURE COLORIMETRICHE
(NORMAL 43/93)
PRIMA DEL TRATTAMENTO
Dopo
linvecchiamento
DOPO IL TRATTAMENTO
RISULTATI
Parametri di tinta a* e b*
DOPO LINVECCHIAMENTO
Per A B C E
b* aumenta
Tendenza ad
ingiallire
Per D
b* diminuisce
Nessuna tendenza
ad ingiallire
MISURE COLORIMETRICHE
(NORMAL 43/93)
RISULTATI
Dopo il
trattamento
Dopo
6,00
5,00
DE
4,00
3,00
linvecchiamento
2,00
1,00
0,00
A
Variazione di tinta H*
H * = ( E * ) 2 ( a * ) 2 ( b* ) 2
Dopo il
trattamento
Dopo
DH
3
2
linvecchiamento
1
0
A
VALUTAZIONI CONCLUSIVE
A
IDROREPELLENZA
Buona
Buona
Discreta
Discreta
Scarsa
PERMEABILITA
Scarsa
Scarsa
Buona
Buona
Buona
CAPACITA di
ASCIUGAMENTO
Buona
Buona
Buona
Scarsa
Discreta
BAGNABILITA
Alta
Leggera
Leggera
Bassa
Alta
VARIAZIONI
CROMATICHE
Tendenza
a scurire e
ad
ingiallire
Tendenza
a scurire e
ad
ingiallire
Tendenza
a scurire e
ad
ingiallire
Tendenza
a scurire
Tendenza
a scurire e
ad
ingiallire
CONCLUSIONI
PROSPETTIVE
di prove di abrasione).
abrasione).