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Lezione 5: Le prove della normativa

UNI--Beni Culturali su edifici storici


UNI

Ing. Dario P. Benedetti


INSTM e Laboratorio di Chimica per le Tecnologie
Universit di Brescia

OUTLINE
PARTE 1: Introduzione sulla normativa italiana ed europea
PARTE 2: Analisi delle prove pi significative
PARTE 3: Case study Il cimitero Vantiniano di Brescia

PARTE 1
INTRODUZIONE

Ing. Dario P. Benedetti


Universit degli Studi di Brescia

Lezione 5 - 27/05/2010

A partire dagli anni 50


50--60 del secolo scorso si manifestata
unaccelerazione nei processi di degrado dei materiali impiegati in opere
di interesse storico/artistico/architettonico, dovuta principalmente ai
mutamenti delle condizioni ambientali (industrie  inquinamento)

NASCE LA SCIENZA DELLA CONSERVAZIONE!

Fine degli anni 60


con le grandi
alluvioni di
Firenze..

Ing. Dario P. Benedetti


Universit degli Studi di Brescia

Lezione 1 - 17/05/2010

A partire dagli anni 50


50--60 del secolo scorso si manifestata
unaccelerazione nei processi di degrado dei materiali impiegati in opere
di interesse storico/artistico/architettonico, dovuta principalmente ai
mutamenti delle condizioni ambientali (industrie  inquinamento)

NASCE LA SCIENZA DELLA CONSERVAZIONE!

e Venezia..

Ing. Dario P. Benedetti


Universit degli Studi di Brescia

Lezione 1 - 17/05/2010

Tecniche e Tecnologie della Diagnostica I

NTRODUZIONE

CONSERVARE SIGNIFICA CONOSCERE

Il progetto di intervento deve essere elaborato sulla base di dati


scientifici e tecnici che nel complesso costituiscono la cosiddetta
DIAGNOSTICA

Dario P. Benedetti
Lezione 6: Le prove della normativa UNIUNI-Beni Culturali

Regolamento di attuazione della legge quadro in materia di LL.


LL.PP
PP.. 109
109/
/94
94
e
successive modifiche (DPR
(DPR.. 554
554/
/99
99)
): si riconosce LA DIAGNOSTICA COME
OBIETTIVO PRIMARIO DEL PROGETTO PRELIMINARE DELLINTERVENTO
DELLINTERVENTO..
Art. 214 (Progetto preliminare)
1. Il progetto preliminare consiste in una relazione programmatica illustrativa del quadro delle
conoscenze, sviluppato per settori di indagine, nonch dei metodi di intervento []
conoscenze
2. []
3. Il quadro delle conoscenze consiste in una lettura dello stato esistente e nella indicazione delle
tipologie di indagine che si ritengono necessarie per la conoscenza del manufatto e del suo
contesto storico e ambientale.
4. Le indagini riguardano:
a) l'analisi storico - critica;
b) i materiali costitutivi e le tecniche di esecuzione
esecuzione;
c) il rilievo dei manufatti;
d) la diagnostica sul campo e sul territorio
territorio;
e) l'individuazione del comportamento strutturale e l'analisi del degrado e dei dissesti
dissesti;
f) lindividuazione degli eventuali apporti di altre discipline afferenti.
Art. 215 (Progetto definitivo)
1. Il progetto definitivo studia il bene con riferimento allintero complesso ed al contesto ambientale in cui
inserito; approfondisce gli apporti disciplinari necessari e definisce i collegamenti
interdisciplinari; [] configura nel complesso un giudizio generale volto ad individuare le priorit, i tipi e
interdisciplinari
i metodi di intervento con particolare riguardo ai possibili conflitti tra lesigenza di tutela e i fattori di
degrado.
Ing. Dario P. Benedetti
Universit degli Studi di Brescia

Lezione 1 - 17/05/2010

La DIAGNOSTICA necessariamente MULTIDISCIPLINARE


stretta collaborazione fra le diverse figure professionali
coinvolte nellintervento:
nellintervento: storici, architetti
architetti,, ingegneri
ingegneri,,
restauratori, ricercatori tecnicitecnici-scientifici
Fino alla met degli anni 70 la diagnostica era realizzata da ogni laboratorio sulla base di procedure interne e
delle esperienze personali dei propri ricercatori, mancando una normativa specifica in tema di Beni Culturali

I risultati (come pure la terminologia) non erano CONFRONTABILI!


Nel 70 il CNR istitu tre Centri di Ricerca a Milano, Firenze e Roma (oggi raggruppati nellICVBC); questi, in
collaborazione con ICR (sotto la direzione di Giovanni Urbani) e Universit, nel 75 si fecero promotori di una
iniziativa mirata alla definizione di metodi normati per lindividuazione dei processi di degrado dei materiali
lapidei (data la grande diffusione di questa casistica) e per la valutazione dellefficacia dei prodotti da utilizzare
in un intervento conservativo.

NASCE LA NorMaL

Ing. Dario P. Benedetti


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Lezione 1 - 17/05/2010

1
La NORMATIVA ITALIANA sui BENI CULTURALI

NB: LItalia il primo paese, non solo in Europa ma nel mondo, ad essersi dotata di una normativa
specifica per la conservazione di quei beni che costituiscono il patrimonio inalienabile di ogni paese.

Ing. Dario P. Benedetti


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Lezione 1 - 17/05/2010

1975

Presentazione della proposta di istituzione al congresso


internazionale The Conservation of Stone di Bologna

1978

NorMaL con il compito di normalizzazione dei metodi di


studio e di controllo dei manufatti artistici in pietra
I compiti della Commissione vengono ampliati; nel Decreto Istitutivo si cita:

1982
1983-2000

normalizzazione dei metodi di studio e di controllo degli interventi conservativi da


effettuare su manufatti di interesse storico-artistico allo scopo, tra laltro, di pervenire alla
redazione di un Capitolato Generale dAppalto

Rinnovo annuale del Decreto costitutivo della Commissione

1997

La Commissione confluisce nellUNI (Ente Nazionale di Normativa


Italiana)

2001

Lattivit della Commissione viene bloccata dal Ministero


BB.CC.

Ing. Dario P. Benedetti


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Lezione 1 - 17/05/2010

UNI - Commissione Beni culturali / NORMAL


GL 1 - Metodologie biologiche

GL 13 - Metodologie petrografiche

GL 2 - Sperimentazione di metodologie per il


controllo dei biodeteriogeni

GL 14 - Prove non distruttive


GL 15 - Strutture

GL 3 - Metodologie chimiche
GL 4 - Inquinamento atmosferico
GL 5 - Metodologia per i trattamenti conservativi
delle superfici: sperimentazione

GL 19 - Umidit nelle strutture murarie: metodi di


valutazione
GL 20 - Legno e derivati
GL 21 - Carta

GL 6 - Metodologie per la caratterizzazione di


ceramiche e vetri

GL 22 - Museotecnica

GL 7 - Metodologie fisiche di laboratorio

GL 23 - (misto UNI/CTI)

GL 8 - Fisica ambientale

GL 24 - Metodologie per il rilevamento e la


documentazione

GL 11 - Metodologie per la caratterizzazione di


malte storiche e da restauro
GL 12 - Materiali metallici

Ing. Dario P. Benedetti


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Lezione 1 - 17/05/2010

Allattivit dei Gruppi di Lavoro partecipano studiosi di biologia,


chimica, fisica, geologia, ingegneria affiliati ad Universit, CNR,
Ministero per i Beni Culturali, liberi professionisti (restauratori,
progettisti), rappresentanti tecnici delle industrie interessate al
settore in totale circa 300 persone.

La partecipazione a titolo gratuito

Ing. Dario P. Benedetti


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Lezione 1 - 17/05/2010

CAMPO DI ATTIVIT
Conservazione dei beni culturali (in ambiente non confinato e
confinato); si applica ai seguenti materiali:
pietre
malte (da murature, per intonaci, per applicazione di
rivestimenti, per decorazioni, per usi particolari)
stucchi
prodotti ceramici (laterizi, terrecotte, porcellane)
calcestruzzi
vetri
mosaici
policromie su pietra, su tela, su legno, su intonaco
metalli
carta
legno
Tessili
Ing. Dario P. Benedetti
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Lezione 1 - 17/05/2010

ARGOMENTI::
ARGOMENTI
Definizioni terminologiche (gi viste la volta scorsa per il degrado)
Metodologie analitiche per la caratterizzazione del materiale, dello stato
di conservazione, degli agenti di degrado (chimici, fisici, biologici)
Metodologie analitiche per la valutazione dell'efficacia dei prodotti
(biocidi, pulenti, consolidanti, sigillanti e malte da stuccature, protettivi)
e delle metodologie di applicazione
Rilievo e documentazione
Parametri ambientali (fattori fisici e chimici)
Metodologie d'intervento per il restauro dei beni architettonici, storicoartistici, archeologici
Normative per contenitori espostivi di opere d'arte
Ing. Dario P. Benedetti
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Lezione 1 - 17/05/2010

4 GRANDI TEMI:
1. CONOSCENZA DEL MATERIALE
MATERIALE:: caratterizzazione chimica, fisica, mineralogicopetrografica, morfologica del materiale, oltre allo studio degli agenti biologici coinvolti
nel processo di degrado
2. STUDIO DEI PARAMETRI AMBIENTALI
AMBIENTALI:: il degrado del materiale conseguenza
dellinterazione fra il materiale stesso e lambiente circostante  fondamentale
conoscere le serie storiche dei parametri ambientali al contorno  parametri chimici
(inquinamento) e fisici (stato fisico dellatmosfera) necessari per definire le cause del
degrado
3. SCELTA DEI METODI DI CONSERVAZIONE:
CONSERVAZIONE: metodologie per lanalisi delle
performance di differenti trattamenti consolidanti e/o protettivi ma anche linee guida per
il controllo del microclima di ambienti interni (musei, chiese, biblioteche)
4. ELEMENTI DI CONOSCENZA DEL MANUFATTO
MANUFATTO:: tecniche da adottare per il rilievo
grafico del bene e modalit di rilevamento della funzionalit degli impianti tecnici

Ing. Dario P. Benedetti


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Lezione 1 - 17/05/2010

UNI BC SUI MATERIALI LAPIDEI NATURALI E ARTIFICIALI:


1.

UNI 11182 (2006) BC - Descrizione della forma di alterazione - Termini e definizioni (gi vista vedere lez. degrado)

2.

UNI 10859 (2000) BC - Determinazione dell'assorbimento d'acqua per capillarit.

3.

UNI 10921 (2001) BC - Prodotti idrorepellenti - Applicazione su provini e determinazione in laboratorio delle loro
caratteristiche

4.

UNI 10922 (2001) BC - Allestimento di sezioni sottili e sezioni lucide di materiali lapidei colonizzati da biodeteriogeni

5.

UNI 10925 (2001) BC - Metodologia per l'irraggiamento con luce solare artificiale

6.

UNI 11060 (2003) BC - Determinazione della massa volumica e della percentuale di vuoti

7.

UNI 11085 (2003) BC - Determinazione del contenuto d'acqua: Metodo ponderale

8.

UNI 11086 (2003) BC - Determinazione del contenuto d'acqua di equilibrio

9.

UNI 11087 (2003) BC - Determinazione del contenuto di sali solubili

10.

UNI 11207 (2007) BC - Determinazione dell'angolo di contatto statico su provini di laboratorio

11.

UNI 11121 (2004) BC - Determinazione in campo del contenuto di acqua con il metodo al carburo di calcio

12.

UNI 11187 (2006) BC - Pulitura con tecnologia laser

13.

UNI 10813 (1999) BC - Verifica della presenza di microrganismi fotosintetici su materiali lapidei mediante
determinazione spettrofotometrica UV/Vis delle clorofille a, b e c

Ing. Dario P. Benedetti


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Lezione 1 - 17/05/2010

UNI BC SULLE MALTE:


1.

UNI 11139 (2004) BC - Malte storiche - Determinazione del contenuto di calce libera e di magnesia libera*

2.

UNI 11140 (2004) BC - Malte storiche - Determinazione del contenuto di anidride carbonica*

3.

UNI 11189 (2006) BC - Malte storiche e da restauro - Metodi di prova per la caratterizzazione chimica di una
malta - Analisi chimica

4.

UNI 11088 (2003) BC - Malte storiche e da restauro - Caratterizzazione chimica di una malta Determinazione del contenuto di aggregato siliceo e di alcune specie solubili*

5.

UNI 11089 (2003) BC - Malte storiche e da restauro - Stima della composizione di alcune tipologie di malte*

6.

UNI 10924 (2001) BC - Malte per elementi costruttivi e decorativi - Classificazione e terminologia

7.

UNI 11176 (2006) BC - Descrizione petrografica di una malta

UNI BC VARIE che possono interessarci:


1.

UNI 10705 (2007) BC - Analisi per fluorescenza a raggi X con strumentazione portatile

2.

UNI 11131 (2005) BC - Misurazione in campo dell'umidit dell'aria

3.

UNI 11120 (2004) BC - Misurazione in campo della temperatura dell'aria e della superficie dei manufatti

4.

UNI 10923 (2001) BC - Allestimento di preparati biologici per l'osservazione al microscopio ottico

5.

UNI 11177 (2006) BC - Istruzioni complementari per l'applicazione della EN ISO 12571 - Prestazione
igrotermica dei materiali e dei prodotti per edilizia - Determinazione delle propriet
di assorbimento igroscopico

Ing. Dario P. Benedetti


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Lezione 1 - 17/05/2010

Non ci interessano in questa sede


1.

UNI 11084 (2003) BC - Materiali ceramici - Caratterizzazione

2.

UNI 10739 (1998) BC - Tecnologia ceramica - Termini e definizioni.


definizioni

3.

UNI 10945 (2001) BC - Caratterizzazione degli strati pittorici - Generalit sulle tecniche analitiche impiegate.

4.

UNI 10969 (2002) BC - Principi generali per la scelta e il controllo del microclima per la conservazione dei beni culturali in
ambienti interni

5.

UNI 11202 (2007) BC - Manufatti lignei - Determinazione e classificazione delle condizioni dell'ambiente

6.

UNI 11203 (2007) BC - Manufatti lignei - Strutture portanti degli edifici - Terminologia delle configurazioni strutturali e delle
parti costituenti

7.

UNI 11204 (2007) BC - Manufatti lignei - Determinazione dell'umidit

8.

UNI 11118 (2004) BC - Manufatti lignei - Criteri per l'identificazione delle specie legnose

9.

UNI 11119 (2004) BC - Manufatti lignei - Strutture portanti degli edifici - Ispezione in situ per la diagnosi degli elementi in opera

10.

UNI 11141 (2004) BC - Manufatti lignei - Linee guida per la datazione dendrocronologica del legno

11.

UNI 11161 (2005) BC - Manufatti lignei - Linee guida per la conservazione, il restauro e la manutenzione

12.

UNI 11162 (2005) BC - Manufatti lignei - Supporti dei dipinti su tavola - Terminologia delle parti componenti

13.

UNI 11130 (2004) BC - Manufatti lignei - Terminologia del degradamento del legno

14.

UNI 11138 (2004) BC - Manufatti lignei - Strutture portanti degli edifici - Criteri per la valutazione preventiva, la progettazione e
l'esecuzione di interventi

15.

UNI 11205 (2007) BC - Legno di interesse archeologico ed archeobotanico - Linee guida per la caratterizzazione

16.

UNI 11206 (2007) BC - Legno di interesse archeologico ed archeobotanico - Linee guida per il recupero e prima conservazione

Ing. Dario P. Benedetti


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Lezione 1 - 17/05/2010

Sono ancora in fase di elaborazione per la pubblicazione in UNI


3/80 Materiali Lapidei:
Lapidei: Campionamento
Campionamento.. (Ristampa 1988
1988)
)
4/80 Distribuzione del Volume dei Pori in Funzione del loro Diametro.
Diametro.
5/81 Misura dei Parametri Ambientali
5/82 Misura dei Parametri Ambientali
5/83 Misura dei Parametri Ambientali
5/86 Misura dei Parametri Ambientali
5/87 Misura dei Parametri Ambientali
6/81

Caratterizzazione di Materiali Litici di Cava: Schema di Scheda.

7/81

Assorbimento d'Acqua per Immersione Totale - Capacit di Imbibizione

8/81

Esame delle Caratteristiche Morfologiche al Microscopio Elettronico a Scansone (SEM)


(SEM)..

9/82

Microflora Autotrofa ed Eterotrofa: Tecniche di Isolamento in Coltura

9/88

Microflora Autotrofa ed Eterotrofa: Tecniche di Isolamento in Coltura

10
10/
/82 Descrizione Petrografica dei Materiali Lapidei Naturali
Naturali..
11
11/
/82 Assorbimento d'Acqua per Capillarit - Coefficiente di Assorbimento Capillare
14
14/
/83 Sezioni Sottili e Lucide di Materiali Lapidei:
Lapidei: Tecnica di Allestimento
16
16/
/84 Caratterizzazione di Materiali Lapidei in Opera e del loro Stato di Conservazione:
Conservazione: Sequenza Analitica
17/84 Elementi Metrologici e Caratteristiche Dimensionali: Determinazione Grafica
18/84 Rilevamento della Funzionalit degli Impianti Tecnici: Schema di Scheda

Ing. Dario P. Benedetti


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Lezione 1 - 17/05/2010

Sono ancora in fase di elaborazione per la pubblicazione in UNI


20/85 Interventi Conservativi: Progettazione, Esecuzione e Valutazione Preventiva. (Ristampa 1996)
21
21/
/85 Permeabilit al Vapor d'Acqua
22/86 Misura della Velocit di Propagazione del Suono

2/2

24/86 Metodologia di Rilevamento e di Analisi della Vegetazione


25/87 Microflora Autotrofa ed Eterotrofa: Tecniche di Isolamento e di Mantenimento in Coltura Pura
26
26/
/87 Caratterizzazione delle Malte da Restauro
27
27/
/88 Caratterizzazione di una Malta
28
28/
/88 Composizione Chimica dei Materiali Lapidei
29
29/
/88 Misura dell'Indice di Asciugamento (Drying Index
Index)
)
30/89 Metodi di Controllo del Biodeterioramento
33
33/
/89 Misura dell'Angolo di Contatto
34/91 Analisi di Materiali "Argillosi" mediante XRD
35/91 Caratterizzazione di Biocidi: Schema di Scheda
36/92 Glossario per l'Edilizia Storica nei Trattati dal XV al XIX Secolo
37/92 Trattamenti Biocidi: Schema di Scheda per Archiviazione Dati
38/93 Valutazione Sperimentale dell'Efficacia dei Biocidi
39/93 Rilevamento della Carica Microbica dell'Aria
42/93 Criteri Generali per l'applicazione delle PnD
43
43/
/93 Misure colorimetriche di superfici opache
44
44/
/93 Assorbimento d'Acqua a Bassa Pressione

Ing. Dario P. Benedetti


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Lezione 1 - 17/05/2010

In questo momento la Commissione UNI-Beni


Culturali in fase di riorganizzazione:
Dai 24 Gruppi di Lavoro nel 2008 saranno creati 5 GruppiGruppi-specchio
rispetto al CENCEN-TC 346 in modo da fornire supporto ai commissari
italiani e sviluppare nuove metodologie da proporre per la discussione
in sede europea

Ing. Dario P. Benedetti


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Lezione 1 - 17/05/2010

2
LA NORMATIVA EUROPEA

Ing. Dario P. Benedetti


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Lezione 1 - 17/05/2010

CEN/TC 346
Conservation of Cultural Property
Proposta dallItalia nel 2001 e approvata nel febbraio 2003; hanno votato a favore
delliniziativa 16 stati (Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Finlandia, Francia,
Germania, Grecia, Islanda, Irlanda, Lussemburgo, Malta, Olanda, Norvegia, Portogallo,
Spagna, Grecia, Svizzera, Inghilterra).

LA SEGRETERIA TECNICA E STATA ASSEGNATA ALLITALIA gestita da UNI

SCOPO: Unificare le terminologie, le misure ed i metodi impiegati per la


SCOPO:
conoscenza e la caratterizzazione tecnico/scientifica dei materiali e dei
processi di deterioramento per la valutazione dei requisiti e delle
caratteristiche dei prodotti e delle tecnologie utilizzate negli interventi

Ing. Dario P. Benedetti


Universit degli Studi di Brescia

Lezione 1 - 17/05/2010

CEN/TC 346
Conservation of Cultural Property

STRUTTURA:
CEN/TC 346/WG 1 - General guidelines and terminology
CEN/TC 346/WG 2 - Materials constituting cultural property
CEN/TC 346/WG 3 - Evaluation of methods and products for conservation works
CEN/TC 346/WG 4 - Environment
CEN/TC 346/WG 5 - Transportation and packaging methods

Ing. Dario P. Benedetti


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Lezione 1 - 17/05/2010

3
IL CAPITOLATO DAPPALTO

Ing. Dario P. Benedetti


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Lezione 1 - 17/05/2010

Dal 1984 il Ministero dei BB


BB..CC.
CC. ha affiancato allattivit normativa della Commissione anche
quella di redazione del Capitolato Speciale Tipo per il Restauro dei Beni Architettonici,
Archeologici, Storico
Storico--artistici
Ricerca storico-archivistica

STRUTTURA:

Rilevamento e ricostruzione grafica


del bene  accertamento del quadro
strutturale e possibile dissesto
Caratterizzazione dellambiente

VOLUME 1: NORMATIVA DI LEGGE


VOLUME 2: DIAGNOSTICA
VOLUME 3: RESTAURO BENI ARCHITETTONICI
VOLUME 4: RESTAURO BENI ARCHEOLOGICI
VOLUME 5: RESTAURO BENI STORICO-ARTISTICI

Ing. Dario P. Benedetti


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Esame del comportamento


termoigrometrico del manufatto
Conoscenza dei materiali sia
originali che di restauro
Valutazione dello stato di
conservazione
Identificazione di cause e
meccanismi del degrado
Indagini per la scelta di metodologie
e materiali per lintervento

Lezione 1 - 17/05/2010

Il volume sulla diagnostica sar uno strumento indispensabile per la stesura di un Piano
Diagnostico completo e sufficiente per definire, anche in termini economici, linsieme delle
indagini che saranno affidate, per lesecuzione, al laboratorio prescelto.
prescelto.

referente scientifico specializzato (coadiuvato da altri specialisti)


che affiancher il Progettista e il Responsabile del procedimento
nella redazione del Piano Diagnostico e nellinterpretazione dei
risultati delle indagini  elementi indispensabili per la redazione
del Progetto Preliminare e Definitivo

Vediamo (brevemente e in anteprima) come composto il capitolo Caratterizzazione dei


mat. Lapidei naturali ed artificiali e studio dei processi chimico/fisici di alterazione, quello che
ci interessa maggiormente per le murature.

Ing. Dario P. Benedetti


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Lezione 1 - 17/05/2010

CAP. 7
[] E necessario che i materiali siano caratterizzati non solo dal punto di vista della composizione chimica []
ma che siano evidenziati anche eventuali caratteri (pori, fessure, alterazioni.etc.) che ne determinano il
comportamento nelle varie condizioni di impiego e di ambiente.

La caratterizzazione deve essere finalizzata alla:


a)

Identificazione chimico-mineralogica-petrografica dei materiali lapidei costituenti lopera

b)

Determinazione delle propriet petrografiche e fisico-meccaniche che pi direttamente


intervengono nei fenomeni di degrado in studio e che possono condizionare la scelta
dellintervento di conservazione

c)

Valutazione dello stato di conservazione dei materiali attraverso lo studio delle forme di
degrado e delle eventuali modifiche che le propriet dei materiali hanno subito

d)

Determinazione della composizione chimica e mineralogica dei prodotti di degrado

e)

Individuazione delle propriet dei materiali che possono costituire la causa predisponente o
scatenante i meccanismi del degrado

LO STUDIO DEVE FORNIRE RISULTATI SUFFICIENTI, A LIVELLO QUALITATIVO E QUANTITATIVO,


PER INDIVIDUARE LINTERVENTO DI RESTAURO PIU EFFICACE

Ing. Dario P. Benedetti


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Lezione 1 - 17/05/2010

Il programma di indagine fa riferimento ad un PROGRAMMA MINIMO


MINIMO; ove il Committente
e/o il Progettista e/o lEsperto Scientifico ritenga necessario approfondire alcuni aspetti o
problemi particolari messi in luce dai risultati analitici conseguiti si ricorre, in una seconda
fase, ad un PROGRAMMA
PROGRAMMA INTEGRATIVO
FASE 1

RICERCHE STORICHE E ARCHIVISTICHE (documentazione di interventi pregressi)


Documentazione fotografica

FASE 2

INDAGINI IN SITO:
SITO:

Rilievo fotografico e/o fotogrammetrico (cap.2)

servono per PIANIFICARE LE INDAGINI DI


LABORATORIO e per COSTITUIRE UNA
DOCUMENTAZIONE prima di effettuare
campionamenti.

Descrizione macroscopica e rappresentazione grafica delle


varie tipologie di alterazione (UNI 11182 scheda 0)
Osservazione per definire le modalit di posa in opera e le
tecniche di lavorazione delle superfici
Microscopia ottica in luce riflessa in sito (scheda 604)

NOTA: se necessario queste indagini possono essere integrate, ad esempio, da:


Misura della velocit di propagazione delle onde elastiche longitudinali (NorMaL 22/86)

Riferimento alla
scheda di capitolato

Misura delle caratteristiche cromatiche (NorMaL 43/93)


Caratterizzazione ambientale al contorno (cap.3)

Le indagini in sito (NON DISTRUTTIVE) permettono di formulare le prime ipotesi su


cause e meccanismi di alterazione
Ing. Dario P. Benedetti
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Lezione 1 - 17/05/2010

INDAGINI IN LABORATORIO:
LABORATORIO:
Il PROGRAMMA MINIMO di analisi deve prevedere alcune delle analisi riportate nelle
apposite tabelle (con la relativa norma e scheda di capitolato) scelte dallEsperto
Scientifico per la caratterizzazione ottimale del materiale e dei relativi problemi.
Le propriet da misurare nel programma minimo di indagine sono indicate con un
asterisco..
asterisco
FASE 3

Il PROGRAMMA INTEGRATIVO di analisi potr prevedere:


Il prelievo di ulteriori campioni (campionatura aggiuntiva mirata)
Un ampliamento del tipo e del numero di analisi a completamento di quelle gi svolte nel
programma minimo
Il prelievo di campioni di dimensioni sufficienti per eseguire prove atte a determinare le
caratteristiche meccaniche (resistenza a compressione, a flessione.) e le
caratteristiche termiche (coeff. di dilatazione lineare, conducibilit termica, etc)

NB
NB:: poich nella maggior parte dei casi sono disponibili campioni di numero e
dimensioni ridotti, devono essere adottate opportune SEQUENZE ANALITICHE per
ottenere il maggior numero di informazioni dai campioni a disposizione
disposizione..

Ing. Dario P. Benedetti


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Lezione 1 - 17/05/2010

CAMPIONAMENTO (Scheda 601)::


 MENO DANNOSO POSSIBILE per il manufatto
 RIDOTTO NEL NUMERO: meglio prelevare in pi fasi sulla base dei risultati gi acquisiti
FASE 4

 RIDOTTO NELLE DIMENSIONI


 RAPPRESENTATIVO DEL FENOMENO DA STUDIARE
 SELETTIVO in modo da semplificare linterpretazione dei risultati
 VUOTI CREATI IN FASE DI CAMPIONAMENTO (es. carotaggi) che devono essere riempiti
con materiali compatibili a livello estetico ma anche chimico/fisico

NB: il campionamento deve essere programmato ed eseguito sulla base del PIANO
DIAGNOSTICO redatto dallEsperto Scientifico in accordo con gli specialisti delle varie discipline
e deve prevedere:
TIPO (frammenti, carote, polvere.)
QUANTITA
MODALITA DI PRELIEVO dei campioni
I prelievi riguarderanno sia MATERIALE SANO che MATERIALE ALTERATO
Ing. Dario P. Benedetti
Universit degli Studi di Brescia

Lezione 1 - 17/05/2010

COME ORGANIZZATO IL CAPITOLATO?


Capo I - Descrizione tecnico economica dell'appalto
[]
Capo II - Qualit e provenienza dei materiali
Art. 27 Materiali in genere
Art. 28 Norme di riferimento
Art. 29 Modalit di prova, controllo e collaudo
Art. 30 Materiali naturali e di cava
Art. 31 Calci, pozzolane, leganti idraulici, leganti idraulici
speciali e leganti sintetici Modalit di fornitura e di
conservazione
Art. 32 Laterizi
Art. 33 Materiali ferrosi e metalli vari
Art. 34 Legnami
Art. 35 Legno lamellare
Art. 36 Materiali per pavimentazioni e rivestimenti
Art. 37 Materiali e componenti di partizioni interne
Art. 38 Colori e vernici
Art. 39 Materiali diversi
Art. 40 Additivi
Art. 41 Fibre e tessuti sintetici - Materiali compositi
Art. 42 Prodotti per coperture

Ing. Dario P. Benedetti


Universit degli Studi di Brescia

Art. 43 Prodotti per impermeabilizzazioni


Art. 44 Isolanti termo-acustici
Art. 45 Tubazioni
Art. 46 Sostanze impregnanti - Generalit
Art. 47 Impregnanti ad effetto idrofobizzante
Art. 48 Impregnanti contro la formazione di
efflorescenze saline
Art. 49 Impregnanti per interventi di deumidificazione
Art. 50 Impregnanti ad effetto consolidante
Art. 51 Prodotti per la pulizia dei manufatti lapidei
Art. 52 Materiali per impianti elettrici
Art. 53 Materiali per impianti idrici
Art. 54 Materiali per impianti di riscaldamento
Art. 55 Materiali per impianti di climatizzazione
Art. 56 Materiali per impianti antintrusione, antifurto,
antieffrazione
Art. 57 Materiali per ascensori

Lezione 1 - 17/05/2010

Capo III - Indagini e prove di laboratorio


Art. 58 Indagini preliminari ai lavori di restauro - Generalit
Art. 59 Rilievo fotografico e Telerilevamento
Art. 60 Accertamento sulle caratteristiche strutturali e costruttive
Art. 61 Indagini per la determinazione delle caratteristiche tensionali dei materiali e delle murature
Art. 62 Indagini atte ad approfondire la conoscenza sulle stratificazioni dell'edificio e sulle caratteristiche
costruttive anche di interventi pregressi
Art. 63 Indagini rivolte alla caratterizzazione dei materiali e all'accertamento dei loro degradi e delle patologie
Art. 64 Caratterizzazione chimico-fisico-mineralogica del materiale costruttivo (lapidei, malte, laterizi, etc.)
Art. 65 Indagini sulle patologie dei materiali
Art. 66 Rilevamento delle alterazioni dovute a presenza di umidit
Art. 67 Indagini preliminari ai trattamenti protettivi e consolidanti ed indagini volte alla verifica dell'efficacia
dell'intervento effettuato
Art. 68 Indagini sulle caratteristiche dei terreni e delle fondazioni
Capo IV Modalit di esecuzione dei lavori
[]
Capo V Restauro degli apparati decorativi
[]
Capo VI Opere varie
[]
Capo VII Impianti
[]
Ing. Dario P. Benedetti
Universit degli Studi di Brescia

Lezione 1 - 17/05/2010

TESTI DI RIFERIMENTO:
Capitolato speciale di appalto
Restauro architettonico

Autore: S. Franceschi - L. Germani


Editore: DEI
Anno di edizione: 2005
Prezzo: EURO 48,00 ISBN: 88-496-2171-X

Ing. Dario P. Benedetti


Universit degli Studi di Brescia

Capitolato speciale di appalto


Restauro e conservazione

Autore: S. Tin
Editore: Dario Flaccovio
Anno di edizione: 2002
Prezzo: EURO 29,00 ISBN: 88-775-8455-6

Lezione 1 - 17/05/2010

PARTE 2
ANALISI delle pi significative prove normate (UNI, EN, UNI-BC
e NorMaL)

Ing. Dario P. Benedetti


Universit degli Studi di Brescia

Lezione 1 - 17/05/2010

2.1
UNI 11140
Determinazione del contenuto di anidride carbonica

Ing. Dario P. Benedetti


Universit degli Studi di Brescia

Lezione 1 - 17/05/2010

Riporta alcuni metodi per la determinazione del contenuto di anidride carbonica (CO2)
proveniente dai carbonati presenti nei materiali lapidei naturali e artificiali e nei leganti.

SCOPO  Il contenuto di CO2 serve per determinare la quantit di


Carbonato di calcio nel campione tramite un attacco acido con HCl
(acido cloridrico)  metodo gasvolumetrico di Dietrich-Fruheling,
detto anche CALCIMETRIA.

La soluzione con acido cloridrico attacca i carbonati nel campione e


sviluppa CO2  dal VOLUME di CO2 (con opportune correzioni) si pu
calcolare quanto carbonato era presente nel campione

permette una valutazione del rapporto in peso tra


aggregato e legante nel caso di assenza di calcare
nell'aggregato stesso e che il legante sia
totalmente a calce.
calce

Ing. Dario P. Benedetti


Universit degli Studi di Brescia

Lezione 1 - 17/05/2010

CALCIMETRO

A) Boccia di livello
B) Buretta graduata per gas.
C) Rubinetto
T) Recipiente termostatico
R) Camera di reazione
P) Provetta per HCl

PROCEDIMENTO GENERALE
Macinare il campione fino a farlo passare
completamente allo staccio 0.063, quindi
essiccarlo in stufa a (602)C fino a massa
costante e conservarlo in essiccatore
REATTIVO PER LO SVILUPPO DELLA CO2:
Sciogliere 1,5g di Cu2Cl2 (cloruro rameoso) e
2,50g di CuCl2H2O (cloruro rameico
monoidrato) in 350ml di HCl al 12% e
omogeneizzare
Introdurre nel reattore il campione (meno di
un grammo) contenente la quantit incognita
di CaCO3 ed una beuta col reattivo acido
Sigillare il tutto e far partire la reazione,
misurando la CO2 sviluppata col barometro.


Con il recipiente R aperto e con il rubinetto C
aperto, manovrando la boccia A si porta a zero il
livello del liquido battente, (solitamente acqua
acidulata cui si aggiunto un indicatore).

Si mette una quantit esattamente pesata di


campione in R.

Si introduce cautamente in R la provettina


riempita con HCl stando attenti che lacido non
venga ancora a contatto con il campione.

Si chiude il tappo di R e il rubinetto C.


A questo punto l'apparecchio pronto per la
misura.

Scuotendo R si fa in modo che l'acido


contenuto in P venga in contatto con la polvere del
campione determinando quindi lo svolgimento di
CO2.

La CO2 sposter un equivalente volume di aria


che far abbassare il liquido battente in B.

Manovrando la boccia di livello, si faranno


corrispondere i livelli in A e in B.
In queste condizioni si pu dire che in B
contenuto il gas alla pressione atmosferica letta sul
barometro al momento dell'esperienza.

Il processo che avviene in R sar:

CaCO3 + 2 HCl
Carbonat
o di
Calcio

Acido
Cloridrico

CaCl2 + CO2 + H2O


Cloruro di
Calcio

Anidride
Carbonica

Acqua

Determinazione della percentuale di CaCO3


presente nella miscela incognita di partenza
Esempio:
Massa del campione (m) = 0.5852 g
Peso molecolare del CaCO3 (PM) = 100.0 g/mol.
Volume del gas (V) = 45.2 mL = 0.0452 L
Temperatura a cui avviene la reazione (T) = 20 C (295 K)
Pressione totale (p) = 738.2 Torr
Costante dei Gas ideali (R) = 0.0821 atm*L/K*mol

pV
n=
RT
738 .2(atm ) 0 .0452 (L )
n=
= 0 .0018 (mol )
760 0 .0821 (L atm ) (mol K ) 293 (K )

m = n PM
mCaCO 3 = 0.0018 (mol ) 100 ( g / mol ) = 0.18 ( g )

%x =
% CaCO3 =

mx 100

mCaCO3 100

mCampione

mCampione

= 30.76%

Etc etc.

2.2
Analisi granulometrica dellaggregato di una malta
UNI EN 1015-1:2007:Metodi di prova per malte per opere murarie Determinazione della distribuzione granulometrica (mediante stacciatura)

Ing. Dario P. Benedetti


Universit degli Studi di Brescia

Lezione 1 - 17/05/2010

Operazione di scomposizione di un campione in una


serie di classi, in ciascuna delle quali ricadono grani
con dimensioni comprese in determinati intervalli.
Serve a determinare la distribuzione delle dimensioni
delle particelle che compongono un dato campione.
Si rappresentata a scala semilogaritmica per
consentire una rappresentazione sufficientemente
accurata anche per piccoli valori di d

ANALISI GRANULOMETRICA MEDIANTE SETACCIATURA


PRINCIPIO FISICO: separazione meccanica in base al diametro
mediante pila di setacci a maglie decrescenti

60

Passante in peso [%]

50
Strato1
40
Strato2

30
20

Strato3

10
Strato4

>2
,8

,8

-2
2

1,
4-

,4

-1
1

0,
7-

,7

0,
5

-0
0,
5

,3
-0

0,
3-

0,
1

<0
,1

Diametro [mm]

Mesh 0
Mesh 1
Mesh 2
Mesh 3
Mesh 4
Mesh 5
Mesh 6
Mesh 7
Mesh 8

Diametro
[mm]
0
0,1
0,3
0,5
0,7
1
1,4
2
2,8

Dario P. Benedetti

Peso
[g]
2,54
1,52
0,27
0,13
0,19
0,15
0,19
0,21
0,48

% passante
in peso
44,72
26,76
4,75
2,29
3,35
2,64
3,35
3,70
8,45

Peso
[g]
1,6
1,75
0,64
0,24
0,32
0,31
0,42
0,36
0,32

% passante
in peso
26,85
29,36
10,74
4,03
5,37
5,20
7,05
6,04
5,37

Peso
[g]
2,37
2,84
1,3
0,57
0,52
0,43
0,8
1,11
4,73

% passante
in peso
16,16
19,36
8,86
3,89
3,54
2,93
5,45
7,57
32,24

Peso
[g]
1,48
1,56
0,42
0,11
0,2
0,17
0,26
0,31
0,22

% passante
in peso
31,29
32,98
8,88
2,33
4,23
3,59
5,50
6,55
4,65

Nota: CURVE IDEALI


per CALCESTRUZZI
conglomerato con la massima
densit possibile, cio con il minor
contenuto di vuoti interstiziali tra i
singoli granuli
PROBLEMA: scarsamente
lavorabile .
Per questo motivo, Bolomey ha
suggerito di modificare
leggermente la curva
granulometrica ottimale
introducendo un parametro A che
tiene conto anche della lavorabilit
richiesta e del tipo di aggregato
disponibile (alluvionale o
frantumato).
Ing. Dario P. Benedetti
Universit degli Studi di Brescia

Trento, 24/03/2010

COME SI FA SU UNA MALTA STORICA IN OPERA?


CAMPIONAMENTO (quanto???)

DISGREGAMENTO (meccanico,
ultrasuoni)

TRATTAMENTO CON HCl


(problemi su aggregato
calcareo)

SETACCIATURA
Dario P. Benedetti

2.3
UNI 11088
Determinazione del contenuto di aggregato siliceo e di
alcune specie solubili

Ing. Dario P. Benedetti


Universit degli Studi di Brescia

Lezione 1 - 17/05/2010

La norma definisce un metodo chimico di analisi per determinare:

il contenuto di aggregato siliceo o silicatico di una malta, del contenuto di alcune


specie chimiche caratteristiche
Il contenuto di SiO2, CaO, MgO, Al2O3, Fe2O3, SO3, K2O, Na2O
La perdita di massa a varie temperature

SCOPO  Il contenuto di aggregato siliceo un dato importante nelle prove per il calcolo del
contenuto di legante in una malta; infatti, queste si basano sulla dissoluzione del legante con
un attacco acido, che non intacca appunto laggregato silicatico (e nemmeno la pozzolana).
Le informazioni sulle altre specie solubili sono invece utili per lanalisi del degrado (vedere i
fenomeni descritti nella lezione relativa al degrado)
Es: Na2O e K2O possono essere pericolosi per la reazione alcali-silice nelle murature in pietra

Ing. Dario P. Benedetti


Universit degli Studi di Brescia

Lezione 1 - 17/05/2010

2.4
UNI 11089
Stima della composizione di alcune tipologie di malte

Ing. Dario P. Benedetti


Universit degli Studi di Brescia

Lezione 1 - 17/05/2010

La norma stabilisce alcune procedure di calcolo per la stima del tenore di leganti e
aggregati in malte di composizione semplice rappresentabili dalle seguenti 8 classi:
1.

AGGREGATO siliceo e/o calcareo

&

LEGANTE aereo (solfatico)

2.

AGGREGATO siliceo

&

LEGANTE aereo (calcico)

3.

AGGREGATO siliceo

&

LEGANTE aereo (calcico+solfatico)

4.

AGGREGATO siliceo

&

LEGANTE idraulico (calci idrauliche e cementi)

5.

AGGREGATO siliceo e/o calcareo

&

LEGANTE idraulico (calci idrauliche e cementi)

6.

AGGREGATO siliceo

&

LEGANTE idraulico + aereo (solfatico)

7.

AGGREGATO siliceo e/o calcareo

&

LEGANTE idraulico + aereo (solfatico)

8.

AGGREGATO siliceo

&

LEGANTE idraulico + aereo (calcico)

Il metodo sfrutta la presenza di traccianti quali SiO2 solubile, SO3, CO2, etc per stimare il
contenuto di leganti e aggregati nella miscela secca prima dellimpasto
dellimpasto.
OVVIAMENTE E UN METODO APPROSSIMATO!
SCOPO  utile per ricostruire una malta da restauro con caratteristiche simili a quella
originale (per integrazioni, soprattutto negli intonaci)
Ing. Dario P. Benedetti
Universit degli Studi di Brescia

Lezione 1 - 17/05/2010

Si possono quindi stimare (sfruttando altre norme):

CONTENUTO DI LEGANTE IDRAULICO

CONTENUTO DI CALCE AEREA

CONTENUTO DI LEGANTE AEREO SOLFATICO

CONTENUTO DI AGGREGATO CALCAREO

CONTENUTO DI AGGREGATO SILICEO

Composizione della
malta attuale

Da questi valori si pu stimare la composizione iniziale della malta allo stato


originario, prima dellimpasto!
NB: con alcune informazioni aggiuntive possibile migliorare la precisione della stima, ad esempio utile sapere se
c un 30% di graniglia di marmo nellimpasto + un 1% di gesso (da degrado) in modo da non sovrastimare il
legante carbonatico e quello solfatico, e cos via.
Ing. Dario P. Benedetti
Universit degli Studi di Brescia

Lezione 1 - 17/05/2010

2.5
UNI 11139
Determinazione del contenuto di calce libera e di
magnesia libera

Ing. Dario P. Benedetti


Universit degli Studi di Brescia

Lezione 1 - 17/05/2010

La norma descrive dei metodi per la determinazione della calce libera (intesa come
ossido di Calcio e Idrossido di Calcio) e della magnesia libera (intesa come ossido
di Magnesio e Idrossido di Magnesio) nei materiali lapidei artificiali e nelle calci
aeree o idrauliche

I metodi si basano sullestrazione selettiva con estere acetoacetico (per lapidei


artificiali e calci idrauliche) o sulla titolazione con HCl del campione disciolto in
saccarosio (calci aeree)

SCOPO  Importante determinare la presenza di questi leganti ancora liberi di


reagire, per prevenire eventuali reazioni indesiderate nel materiale e analizzare
fenomeni di incompleta carbonatazione della calce durante il processo di presa.

Ing. Dario P. Benedetti


Universit degli Studi di Brescia

Lezione 1 - 17/05/2010

2.6
UNI 11189
Malte storiche e da restauro - Metodi di prova per la
caratterizzazione chimica di una malta - Analisi chimica

Ing. Dario P. Benedetti


Universit degli Studi di Brescia

Lezione 1 - 17/05/2010

La norma specifica una serie di metodi di analisi per determinare la composizione di una
malta.
La modesta quantit di materiale necessaria per lanalisi (pochi grammi) la rende
idonea per lo studio delle malte di interesse storico/artistico (malte di allettamento,
stilatura, e per intonaci, decorazioni, affreschi, stucchi.)

Si consiglia di eseguire ogni prova su due provini identici, effettuando la media dei risultati.

Ovviamente, essendo unanalisi chimica tradizionale, il campione viene distrutto durante la


prova.

INFORMAZIONI CHE SI POSSONO OTTENERE:


DETERMINAZIONE DELLA PERDITA DI MASSA: secondo la UNI 11088 (gi vista)
QUANTITA DI SILICE (SiO2) pura e impura, OSSIDO DI FERRO (Fe2O3), OSSIDO DI TITANIO
(TiO2), OSSIDO DI ALLUMINIO (Al2O3), OSSIDO DI CALCIO (CaO), OSSIDO DI MAGNESIO
(MgO), ZOLFO TOTALE (come SO3), SOLFURI E SOLFATI, CLORURI, FOSFATI (come P2O5),
ALCALI (Na2O, K2O), MANGANESE (Mn2O3)

Ing. Dario P. Benedetti


Universit degli Studi di Brescia

Lezione 1 - 17/05/2010

2.7
UNI 11176
Descrizione petrografica di una malta

Ing. Dario P. Benedetti


Universit degli Studi di Brescia

Lezione 1 - 17/05/2010

La norma riporta uno schema descrittivo per la caratterizzazione petrografica dei campioni di
malta. Si applica a tutte le malte nellambito dei beni culturali, indipendentemente dalla
funzione svolta.

Si trattano:

DESCRIZIONE DEL CAMPIONE (tipologia, stratigrafia.)


DESCRIZIONE MACROSCOPICA DEI SINGOLI STRATI (aspetto dimensionale, colori.)
DESCRIZIONE MACROSCOPICA SU SEZIONE SOTTILE DEL LEGANTE DI CIASCUNO STRATO
(struttura, tessitura, composizione mineralogica.)
DESCRIZIONE MACROSCOPICA SU SEZIONE SOTTILE DELLAGGREGATO DI CIASCUNO
STRATO (granulometria, dimensioni, classazione, forma.)
RAPPORTO LEGANTE/AGGREGATO (tramite analisi dellimmagine.)
DESCRIZIONE MICROSCOPICA SU SEZIONE SOTTILE TRASVERSALE DELLE COLORITURE
(numero degli strati, successione stratigrafica.)
DESCRIZIONE MICROSCOPICA SU SEZIONE SOTTILE DEI PRODOTTI DI ALTERAZIONE (IN
SUPERFICIE, FRA GLI STRATI, NEI VUOTI)
Ing. Dario P. Benedetti
Universit degli Studi di Brescia

Lezione 1 - 17/05/2010

NB
NB:: TUTTI QUESTI COMPONENTI POSSONO ESSERE DETERMINATI
ANCHE CON ALTRI METODI QUALI CROMATOGRAFIA IONICA,
ASSORBIMENTO ATOMICO, UV
UV--VISIBILE, ECC
ECC

Ing. Dario P. Benedetti


Universit degli Studi di Brescia

Lezione 1 - 17/05/2010

2.8
UNI 10922
Allestimento di sezioni sottili e sezioni lucide di materiali
lapidei colonizzati da biodeteriogeni

Ing. Dario P. Benedetti


Universit degli Studi di Brescia

Lezione 1 - 17/05/2010

SCOPO: lo studio delle sezioni di materiali lapidei naturali e artificiali colonizzati da


microorganismi consente di conoscere:
Modalit e profondit di penetrazione degli organismi
Effetti di eventuali trattamenti con prodotti biocidi
Caratteri petrografici originari o indotti dei materiali naturali
Caratteri composizionali e strutturali originari o indotti per i materiali artificiali
Le sezioni possono essere utilizzate per:
osservazioni allo stereomicroscopio, al microscopio ottico in luce trasmessa polarizzata,
riflessa, a fluorescenza
osservazioni al microscopio elettronico a scansione (SEM)
analisi spettrofotometriche in dispersione di energia (EDS)
analisi in fluorescenza X
 []

Ing. Dario P. Benedetti


Universit degli Studi di Brescia

Lezione 1 - 17/05/2010

Le sezioni possono essere SEZIONI SOTTILI (spessore circa 30micron montate fra 2 vetrini)
oppure SEZIONI LUCIDE (porzione del materiale lapideo con una faccia lucidata
meccanicamente a specchio)

Nel caso di lapidei colonizzati da organismi biologici, il campione viene dapprima trattato con
reagenti quali la formaldeide o la glutaraldeide per mantenere nel tempo le strutture biologiche

Ing. Dario P. Benedetti


Universit degli Studi di Brescia

Lezione 1 - 17/05/2010

2.9
UNI 10925
Metodologia per l'irraggiamento con luce solare artificiale

Ing. Dario P. Benedetti


Universit degli Studi di Brescia

Lezione 1 - 17/05/2010

La norma stabilisce un metodo per lesposizione in laboratorio di provini di materiali lapidei


(naturali e artificiali, trattati e non trattati) a sorgenti luminose rappresentative
dellirraggiamento solare

i provini vengono esposti ad una sorgente di luce artificiale di alta intensit e con
spettro di radiazione rappresentativo della luce solare diurna

Si utilizzano serie di provini (almeno 3 per tipo) con una superficie di esposizione piana e
dimensioni compatibili con le misure a cui verranno sottoposti

STRUMENTAZIONE: camera con lampade ad arco allo XENO (5003000W) ed un radiometro


per misurare lirraggiamento, oltre a filtri che tagliano linfrarosso e lUV sotto i 295nm
NB: ci deve essere anche un sistema di ventilazione per mantenere la temperatura sotto i 60C

La durata della prova dipende dal tipo di provini e comunque deve essere tale da garantire ai
provini una esposizione alla luce, nellintervallo fra 300 e 800nm, di almeno 2000 MJ/m2

Ing. Dario P. Benedetti


Universit degli Studi di Brescia

Lezione 1 - 17/05/2010

Per confrontare i risultati di diverse apparecchiature (lampade differenti, distanze diverse.) si


calcola lESPOSIZIONE:

ESPOSIZIONE [J/m2] = IRAGGIAMENTO [W/m2] x TEMPO (s)

Ing. Dario P. Benedetti


Universit degli Studi di Brescia

Lezione 1 - 17/05/2010

2.10
UNI 11060
Determinazione della massa volumica e della percentuale
di vuoti

Ing. Dario P. Benedetti


Universit degli Studi di Brescia

Lezione 1 - 17/05/2010

La norma descrive alcuni metodi per la determinazione della massa volumica e della
percentuale di vuoti dei materiali lapidei naturali ed artificiali macinati in polvere, granulari o in
pezzatura.

PRINCIPIO FISICO:
FISICO: la massa volumica di un campione di materiale lapideo viene
determinata come rapporto fra la sua massa allo stato secco ed il suo volume
determinato per spostamento di un opportuno liquido densimetrico.
densimetrico.

Si definiscono (e si possono calcolare):

Vuoti CHIUSI, APERTI, TOTALI


volume ASSOLUTO, REALE, APPARENTE
massa VOLUMICA, VOLUMICA ASSOLUTA, REALE, APPARENTE, COSTANTE

Lapparecchiatura costituita da un PICNOMETRO oppure da un VOLUMENOMETRO


DI LE CHATELIER
Ing. Dario P. Benedetti
Universit degli Studi di Brescia

Lezione 1 - 17/05/2010

2.11
UNI 11085
Determinazione del contenuto d'acqua: Metodo ponderale

Ing. Dario P. Benedetti


Universit degli Studi di Brescia

Lezione 1 - 17/05/2010

Descrive le procedure per la determinazione del contenuto di acqua in un materiale lapideo con
il METODO PONDERALE; si applica a campioni di MASSA COMPRESA FRA 2 e 50g COMPRESI
GLI STRATI DI FINITURA.

PRINCIPIO: si determina la perdita di massa del campione dopo lessiccamento per


riscaldamento  stufa da laboratorio
PROCEDIMENTO: si effettua una pesata molto accurata (0,001
PROCEDIMENTO:
001g)
g) immediatamente in
loco, oppure si pu mettere in contenitore ermeticamente chiuso e pesarlo in
laboratorio.. Poi lo si mette in stufa (105
laboratorio
105
C) e si essicca fino a massa costante
costante..

 CONTENUTO % di acqua = [(Mu Ms)/Ms]x


Ms)/Ms]x100
100

Ing. Dario P. Benedetti


Universit degli Studi di Brescia

Lezione 1 - 17/05/2010

2.12
UNI 11086
Determinazione del contenuto d'acqua di equilibrio

Ing. Dario P. Benedetti


Universit degli Studi di Brescia

Lezione 1 - 17/05/2010

Si determina il contenuto dacqua di equilibrio di un campione di materiale lapideo di massa fra


2 e 50g posto in equilibrio termoigrometrico con aria a Temperatura e Umidit relativa
controllate

PROCEDIMENTO: si pone il campione in un ambiente con atmosfera controllata per 48 ore


(camera climatica, oppure contenitore con soluzioni sature di vari sali.) e poi si effettuano
pesate successive fino a massa costante

 CONTENUTO % di acqua allequilibrio= [(Mue Ms)/Ms]x


Ms)/Ms]x100
100

NB: ATTENZIONE ALLA PRESENZA DI EVENTUALI TRATTAMENTI, SOPRATTUTTO


ORGANICI, CHE POTREBBERO SUBIRE TRASFORMAZIONI IN STUFA A 105C E
FALSARE LA LETTURA

Ing. Dario P. Benedetti


Universit degli Studi di Brescia

Lezione 1 - 17/05/2010

2.13
UNI 11087
Determinazione del contenuto di sali solubili

Ing. Dario P. Benedetti


Universit degli Studi di Brescia

Lezione 1 - 17/05/2010

I sali solubili possono essere presenti sia come costituenti della pietra o dei materiali da
costruzione sia come prodotti di degrado di natura chimica o biologica.
Essi possono inoltre derivare da materiali impiegati in interventi di restauro, dal deposito in
superficie di inquinanti particellari, da trasporto capillare o da apporti esterni di varia natura.

NB
NB:: i sali solubili, comunque presenti in un materiale lapideo, possono innescare
ulteriori processi di degrado di natura chimico/fisica
chimico/fisica..

Le specie ioniche in considerazione sono SO4-, NO2-/NO3-, Cl-, PO4---, C2O4--, Na+/K+, Ca++,
Mg++, NH4+
PRINCIPIO: Estrazione dei Sali solubili dal campione (essiccato e macinato con mortaio) con
acqua distillata, misure di conduttivit e poi (dopo filtraggio) misure di cromatografia ionica per
determinare le diverse specie ioniche.

Ing. Dario P. Benedetti


Universit degli Studi di Brescia

Lezione 1 - 17/05/2010

2.14
UNI 11187
Pulitura con tecnologia laser

Ing. Dario P. Benedetti


Universit degli Studi di Brescia

Lezione 1 - 17/05/2010

La norma fornisce:

I requisiti fondamentali del sistema laser per la pulitura


Le linee guida per la scelta del sistema pi idoneo in ogni specifico intervento
La metodologia per determinare il valore dei parametri operativi da impostare in ogni singolo
intervento, in modo da ottimizzare lefficacia e non produrre effetti dannosi alla superficie da
pulire

La norma si applica alla pulitura dei materiali lapidei previa caratterizzazione del loro stato di
conservazione.

NB
NB:: la pulitura laser caratterizzata da elevata precisione e selettivit,
caratteristiche che permettono di operare su materiali che presentano sequenze
stratigrafiche, avendo la possibilit di arrestare la rimozione a livelli predeterminati.
predeterminati.

(lo vedremo nel dettaglio nella lezione sulle tecniche di pulitura)

Ing. Dario P. Benedetti


Universit degli Studi di Brescia

Lezione 1 - 17/05/2010

Vengono definiti:
grandezze fisiche caratterizzanti lemissione laser (energia, fluenza, potenza, etc.)
Requisiti del sistema laser
Linee guida per la scelta del laser (lunghezza donda, durata dellimpulso)
METODOLOGIA PER LA DETERMINAZIONE DEI VALORI DEI PARAMETRI OPERATIVI (fluenza di
lavoro)

Ci sono poi delle utili appendici informative che trattano:

FOTOABLAZIONE LASER
ASSORBIMENTO OTTICO
DURATA DELLIMPULSO LASER
RUOLO DELLA BAGNATURA
FREQUENZA DI RIPETIZIONE
MISURAZIONE DELLA RIFLETTANZA
Ing. Dario P. Benedetti
Universit degli Studi di Brescia

Lezione 1 - 17/05/2010

2.15
UNI 10813
Verifica della presenza di microrganismi fotosintetici su
materiali lapidei mediante determinazione
spettrofotometrica UV/Vis delle clorofille a, b e c

Ing. Dario P. Benedetti


Universit degli Studi di Brescia

Lezione 1 - 17/05/2010

La determinazione delle clorofille a, b e c mediante spettrofotometria UV/VIS unanalisi


specifica di estrema utilit nello studio di microorganismi fotosintetici.

Questa tecnica consente:


Di rilevare la presenza di microorganismi fotosintetici in campioni di materiali
provenienti da alterazioni la cui origine biologica incerta (per esempio
incrostazioni, depositi superficiali variamente colorati, etc
etc)
Di fornire indicazioni sulla loro vitalit
Di risalire, entro certi limiti, ai raggruppamenti sistematici cui tali microorganismi
fotosintetici appartengono

Es: cyanophyta, chromophyta, chlorophyta.

NB: unanalisi qualitativa e non quantitativa (il contenuto di clorofilla pu variare in relazione
allo stato fisiologico dei microorganismi)

Ing. Dario P. Benedetti


Universit degli Studi di Brescia

Lezione 1 - 17/05/2010

PRINCIPIO: il metodo si basa sullestrazione in acetone delle clorofille presenti nel campione e
sulla lettura spettrofotometrica dellestratto alle diverse lunghezze donda alle quali le clorofille
hanno il massimo di assorbimento (clorofilla a:664nm; clorofilla b: 647nm; clorofilla c: 630nm)

Il campione si preleva mediante bisturi o spatola sulla superficie, spessore di circa 1mm da una
superficie di circa 25cm2 colonizzata dal microorganismo.

Ovviamente serve uno spettrofotometro UV/VIS da laboratorio..

MOLTO INTERESSANTE

2.16
UNI 10921
Materiali lapidei naturali ed artificiali. Prodotti
idrorepellenti Applicazione su provini e determinazione
in laboratorio delle loro caratteristiche.

Ing. Dario P. Benedetti


Universit degli Studi di Brescia

Lezione 1 - 17/05/2010

SCOPO: determinare le caratteristiche prestazionale di prodotti idrorepellenti e/o


SCOPO:
consolidanti..
consolidanti
MATERIALI:: in generale lapidei naturali ed artificiali (con qualche problema
MATERIALI
problema)
PARAMETRI MISURATI
MISURATI:: la norma prevede lesecuzione di un set di prove atte a
caratterizzare in modo esaustivo il comportamento del materiale allo stato
originale e dopo lapplicazione di prodotti protettivi/idrorepellenti nei confronti
dellacqua

Ing. Dario P. Benedetti


Universit degli Studi di Brescia

Lezione 1 - 17/05/2010

La norma descrive la metodologia per la determinazione in laboratorio delle caratteristiche


prestazionali di prodotti idrorepellenti applicati su provini in vista di un loro utilizzo su materiali
lapidei
NB
NB:: come abbiamo visto laltra volta, importante fare anche prove di durabilit del
trattamento
La norma UNI 10921 illustra la metodologia di preparazione dei provini, la modalit di
applicazione del prodotto sui provini, lindividuazione del tempo di trattamento e le prove da
effettuare prima e dopo il trattamento.
Di seguito si elencano i parametri da determinare secondo la norma:
 determinazione della massa costante;
 quantit dacqua assorbita per capillarit (UNI 10859);
 quantit dacqua assorbita per capillarit a tempi brevi (UNI 10859);
 quantit dacqua assorbita a bassa pressione (NORMAL 44/93);
 quantit dacqua assorbita per immersione totale (NORMAL 7/81);
 quantit dacqua rilasciata per evaporazione (NORMAL 29/88);
 permeabilit al vapore dacqua (NORMAL 21/85);
 Misura dellangolo di contatto (NORMAL 33/89);
 misure colorimetriche di superfici opache (NORMAL 43/93).

2.17
UNI 10859
Determinazione dell'assorbimento d'acqua per capillarit.

Ing. Dario P. Benedetti


Universit degli Studi di Brescia

Lezione 1 - 17/05/2010

Descrive il metodo per la determinazione dell'Assorbimento d'Acqua per Capillarit


Capillarit, ossia
della quantit d'acqua assorbita per unit di superficie, in funzione del tempo, a pressione e
temperatura ambiente, da un campione avente la superficie di base in contatto con acqua
deionizzata.
Viene altres descritto il metodo per calcolare il Coefficiente di Assorbimento Capillare.

La norma si applica ai lapidei naturali e artificiali, trattati (sottoposti a pulitura, ad


applicazione di prodotti idrorep.-consol.-biocidi, ad invecchiamento artificiale)
Ing. Dario P. Benedetti
Universit degli Studi di Brescia

Lezione 1 - 17/05/2010

questo lo
posso fare
anchio!

2.17
NorMaL 44/93
Misura dellassorbimento
dacqua a bassa pressione

Ing. Dario P. Benedetti


Universit degli Studi di Brescia

Lezione 1 - 17/05/2010

Detta anche PIPETTA

Si misura il volume dacqua che viene assorbito


a bassa pressione da una definita superficie di
materiale dopo un tempo prefissato
prefissato, si esprime in
ml/cm2.
Lapparecchiatura utilizzata per lesecuzione della
prova costituita da:
a) una cella cava di plexiglas con una sezione di contatto
avente un diametro di 3,5 cm;
b) un raccordo superiore in cui viene inserita una pipetta
graduata di diversa capacit a seconda del litotipo esaminato.
Lo zero della pipetta deve essere a 21 cm dallinterasse della
camera;
c) un raccordo inferiore al quale collegato un serbatoio
dacqua per il riempimento della cella;
d) una guarnizione di gomma morbida (si utilizza il neoprene)
che ha lo scopo di impedire le perdite dacqua tra la superficie
del materiale e la cella una volta che questa viene applicata;
e) un cronometro.

Ing. Dario P. Benedetti


Universit degli Studi di Brescia

Lezione 1 - 17/05/2010

NorMaL 44/93 : Determinazione della


quantit dacqua assorbita a bassa pressione

Variante nord-europea della prova: Tubo di Karsten

Si tratta di applicare sul supporto, il tubo di Karsten,


immettervi l'acqua e fare le letture di assorbimento dopo
5',10
',10'' e 15
15''; la differenza fra le letture dopo 5'e 15
15'' esprime
l'assorbimento in grammi sulla superficie di 5 cm2
cm2 in 10
10''.
La misura viene effettuata con una pressione di 92 mm di
colonna d'acqua, che pari alla pioggia spinta da un vento di
140 Km/h

TORNIAMO UN ATTIMO AL TITOLO: PERCHE questo lo posso fare anchio?

questo lo
posso fare
anchio!

2.17.1
NorMaL 44/93
Misura dellassorbimento
dacqua a bassa pressione

I prezzi di questo tipo di prove variano anche di un ordine di grandezza a seconda del laboratorio
laboratorio..
(Fino a 1000 EURO/giorno)
EURO/giorno) in alcuni casi non servono particolari conoscenze e attrezzature

ISTRUZIONI:
Si fissa lapparecchiatura alla superficie in modo da ottenere una perfetta
tenuta stagna. Si blocca la superficie alla cella con un apposito morsetto. Poi si
fa affluire lacqua allinterno della cella cava aprendo il serbatoio. Nellistante
in cui lacqua ha completamente riempito la cella si fa partire il cronometro. Si
procede allulteriore riempimento del sistema facendo affluire acqua fino al
raggiungimento dello zero di riferimento nella pipetta graduata e ci si assicura
sia della mancanza di bolle daria nel sistema, sia di eventuali perdite dacqua,
quindi, il serbatoio viene chiuso.
La prima lettura sulla pipetta graduata si effettua quando il cronometro
segna 5 minuti, leggendo il livello del menisco dellacqua. Durante lintervallo
di tempo tra 0 e 5 minuti, importante mantenere il livello dellacqua il pi
possibile vicino allo zero. Le letture si effettuano poi ogni 5 minuti fino al
raggiungimento del tempo finale t , che pu variare da 20, 30 a 60 minuti in
funzione della porosit del materiale investigato.
Il tempo finale viene stabilito in base a prove preliminari in cui la quantit
dacqua assorbita in finzione del tempo raggiunge un valore asintotico.
importante verificare che durante la prova non ci siano perdite dacqua, per
questo necessario rilevare i dati ogni 5 minuti.

Ing. Dario P. Benedetti


Universit degli Studi di Brescia

Lezione 1 - 17/05/2010

Si calcola lassorbimento dacqua del campione al tempo t


con la seguente formula:

Qi =

Qti Qt5
S

Assorbimento d'acqua a bassa pressione


Trattamento A
0,35
Quantit d'acqua
assorbita Q (ml)

0,30
0,25
Non trattati

0,20

Trattamento A

0,15

Invecchiati

0,10
0,05
0,00
0

10

15 20

25 30

35 40

45 50

55 60

Tempo (min)

Ing. Dario P. Benedetti


Universit degli Studi di Brescia

Lezione 1 - 17/05/2010

NOTE:

 un indice della porosit del materiale.


Molto importante fare la misura PRIMA e DOPO puliture, applicazioni di prodotti
sulla superficie, oppure dopo invecchiamenti simulati del materiale lapideo
artificiale.
E un po complicato fissarle se si eseguono misure in situ. Un buon metodo
quello di sfruttare un puntello che faccia leva sullebventuale ponteggio, ma
attenzione alle deformazioni termiche. Eventualmente si possono sfruttare le fughe
tra mattoni o blocchi di pietra per inserire tasselli di fissaggio. Qualcuno fa un foro
e usa tasselli tipo Fischer
NB!!! Se la prova viene ripetuta PRIMA e DOPO, lasciare i tasselli per il fissaggio e
localizzare bene le coordinate in modo da riposizionare le celle nello stesso punto.

Ing. Dario P. Benedetti


Universit degli Studi di Brescia

Lezione 1 - 17/05/2010

2.18
NORMAL 21/85
Permeabilit al Vapor d'Acqua

Ing. Dario P. Benedetti


Universit degli Studi di Brescia

Lezione 1 - 17/05/2010

Viene descritto il metodo per misurare la quantit di vapore acqueo che fluisce, nell'unit di
tempo, per unit d superficie e in condizioni stazionarie, attraverso due superfici parallele di un
campione di determinato spessore, sotto l'effetto di una differenza di pressione parziale di
vapore.
FONDAMENTALE PER VALUTARE LA TRASPIRABILITA DEL MATERIALE PRIMA E
DOPO LAPPLICAZIONE DI PRODOTTI E/O DOPO TRATTAMENTI DI PULITURA

Ing. Dario P. Benedetti


Universit degli Studi di Brescia

Lezione 1 - 17/05/2010

Ing. Dario P. Benedetti


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Lezione 1 - 17/05/2010

2.19
NORMAL 33/89
Misura dell'Angolo di Contatto

Ing. Dario P. Benedetti


Universit degli Studi di Brescia

Lezione 1 - 17/05/2010

Viene descritto il metodo per misurare l'angolo di contatto acqua - materiale lapideo in
condizioni statiche. Permette la valutazione dell'idrorepellenza di una superficie lapidea
sottoposta a trattamenti conservativi.
Viene descritto il metodo per misurare l'umidit contenuta nelle murature con il metodo
ponderale. Si applica a sistemi murari costituiti da materiali porosi sia naturali che artificiali.
Langolo di contatto , espresso in gradi, langolo formato dalla superficie del
campione e dalla tangente alla goccia dacqua nel punto di contatto

Ing. Dario P. Benedetti


Universit degli Studi di Brescia

Lezione 1 - 17/05/2010

PRIMA DEL
TRATTAMENTO

DOPO IL
TRATTAMENTO

DOPO
TRATTAMENTO E
INVECCHIAMENTO

ESEMPIO DI VALUTAZIONE DI UN
PROTETTIVO

2h
2h
= 2arctg
d
Anche questa prova fondamentale per valutare le variazioni della bagnabilit della superficie
dovute ad interventi di pulitura, oppure per valutare lefficacia di prodotti idrorepellenti.
Ing. Dario P. Benedetti
Universit degli Studi di Brescia

Lezione 1 - 17/05/2010

PARTE 3
ESEMPIO APPLICATIVO

Ing. Dario P. Benedetti


Universit degli Studi di Brescia

Lezione 5 - 27/05/2010

Universit degli Studi di Brescia


Facolt di Ingegneria
Corso di Laurea in Ingegneria Civile

Tesi di Laurea:

PROGETTO E REALIZZAZIONE DI PROVE DI


INVECCHIAMENTO PER LO STUDIO SPERIMENTALE
DI CONSOLIDANTI PER MATERIALI LAPIDEI: IL
CASO DEL CIMITERO VANTINIANO DI BRESCIA
Relatore:
Prof.. Laura E. Depero
Prof
Correlatore::
Correlatore
Prof.. Arch
Prof
Arch.. Gian Paolo Treccani
Ing.
Ing. Dario P. Benedetti

Laureande::
Laureande

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Anno Accademico 2004/2005

INTRODUZIONE

 La tesi si colloca allinterno del progetto di restauro del Cimitero Vantiniano,


nellambito della collaborazione tra lUniversit e il Comune di Brescia
Brescia..
 Il rilievo e la mappatura del degrado del Vantiniano, forniti da un precedente
lavoro di tesi, ne rappresentano il punto di partenza
INTERVENTO DI CONSOLIDAMENTO
INTERVENTO DI PROTEZIONE

 Questo lavoro costituisce lindagine preliminare allintervento:


allintervento: tramite prove di
laboratorio stato studiato il comportamento di diversi trattamenti consolidanti e
protettivi sulla pietra del nucleo antico.
antico.

 Per valutare il comportamento nel tempo del sistema materiale


materiale--prodotto sono
state progettate e realizzate prove di invecchiamento artificiale
artificiale..

MATERIALE LAPIDEO

TERMINE STRATIGRAFICO

TERMINE COMMERCIALE

Encrinite di Rezzato

Pietra di Rezzato

Corso Rosso
di Botticino

Encrinite
di Rezzato

PIETRA DI REZZATO
E stata cavata fino al 1960;
1960;
Si tratta di un calcare non omogeneo
omogeneo;;
La disomogeneit dovuta alla presenza
di inclusioni di argilla tra i noduli di calcare
calcare..

Pietra di
Rezzato

Botticino

IL DEGRADO DEL MATERIALE


Degrado di tipo
meccanico

Ha inizio con lesposizione agli agenti atmosferici:


umidit, pioggia, vento e cicli di gelogelo-disgelo.

IL PROBLEMA DELLUMIDITA
Infiltrazione dalle fondazioni
Condensazione
Dispersione delle acque pluviali

SEZIONE CINERARIO 1

5m

CRITERI DI SCELTA DEI TRATTAMENTI

Trattamento di
consolidamento

Prestazioni richieste ai
prodotti::
prodotti

Trattamento di
protezione

 Miglioramento delle propriet meccaniche


 Idrorepellenza
 Permeabilit al vapor dacqua
 Trasparenza
 Reversibilit

Sulla base delle classi di prodotti reperibili in commercio e delle informazioni


disponibili in letteratura sono stati scelti:
CONSOLIDANTI:

PROTETTIVI:

 Silicato di etile
 Resine silossaniche
 Resine acrilsiliconiche
 A base di silossani

TRATTAMENTI
SILICATO DI ETILE AL 70%
+
IDROREPELLENTE SILOSSANICO

2 prodotti
applicati in serie

Trattamento B

SILICATO DI ETILE AL 35%


+
IDROREPELLENTE SILOSSANICO

2 prodotti
applicati in serie

Trattamento C

SILICATO DI ETILE AL 35% e miscela


di ALCHILALCHIL-ALCOSSIALCOSSI-SILANI

1 prodotto unico

Trattamento D

RESINE SILOSSANICHE

1 prodotto unico

Trattamento E

RESINA ACRILSILICONICA

1 prodotto unico

Trattamento A

NORMATIVA DI
RIFERIMENTO

Protocollo UNI
UNI--NORMAL

UNI 10921:
10921: Materiali lapidei naturali e artificiali.
artificiali. Prodotti idrorepellenti
Applicazione su provini e determinazione in laboratorio delle loro
caratteristiche
UNI 10859:
10859: Materiali lapidei naturali e artificiali Determinazione
dellassorbimento dacqua per capillarit
NORMAL 7/81:
81: Assorbimento dacqua per immersione totale
NORMAL 21/
21/85:
85: Permeabilit al vapor dacqua
NORMAL 29/
29/88:
88: Misura dellindice di asciugamento
NORMAL 33/
33/89:
89: Misura dellangolo di contatto
NORMAL 43/
43/93:
93: Misure colorimetriche di superfici opache
NORMAL 44/
44/93:
93: Assorbimento dacqua a bassa pressione

FASI DI LAVORO
Il Protocollo prevede che si effettuino le prove prima e dopo il trattamento

PRIMA DEL TRATTAMENTO

DOPO IL TRATTAMENTO

DOPO LINVECCHIAMENTO ARTIFICIALE

REPERIMENTO DEL MATERIALE e SERIE DI PROVINI

(5x5x1)cm

(5x5x2)cm

(3x3x3)cm

Serie relative
relativa a
ad51TRATTAMENTI
TRATTAMENTO

Serie relativa alla durata del TEMPO DI TRATTAMENTO

PREPARAZIONE DEI PROVINI

Abrasione con carta al carburo di silicio


Lavaggio
Spazzolatura
Immersione in acqua deionizzata per 30 min
Asciugamento a temperatura ambiente
Identificazione
Essiccazione fino a raggiungimento della massa costante

MODALITA DI APPLICAZIONE
SECONDO NORMATIVA
per capillarit:

Trattamento A (Idrorepellente)
Trattamento B (Idrorepellente)

per immersione:

SECONDO SCHEDA TECNICA


a pennello:

Trattamento A (Consolidante)
Trattamento B (Consolidante)
Trattamento C
Trattamento D
Trattamento E

TEMPO DI TRATTAMENTO e NUMERO DI APPLICAZIONI


RAPPORTO DI PROTEZIONE

Q1 Q2
Rp =
100
Q2

CONDIZIONE
Rpn Rpn 1
100 3
Rpn 1
RISULTATI:

Trattamenti

T (h)

napplicazioni
applicazioni

A
B
C
D
E

4
2
-

2
1
4

INVECCHIAMENTO ARTIFICIALE
I provini sono posti in camera climatica per 32 giorni

Cicli gelo
gelo--disgelo ad UR costante
80

T: 80
80CC(da
(da -20
20CCaa+60
+60
C)

60

T [C]

40

UR: 70%

20
0
-20 0

12

16

20

24

Durata cicli: 8 ore

-40

Tempo [h]

96 CICLI TOTALI

ACQUA ASSORBITA PER CAPILLARITA


(UNI 10859)
Si utilizzano contenitori in vetro a
chiusura ermetica;
ermetica;
I provini sono posti su multistrato
imbevuto di acqua deionizzata
deionizzata;;
3 provini in ogni contenitore;
contenitore;
Si effettuano le pesate agli intervalli
di tempo:
tempo:10
10, 20
20, 30
30, 60
60, 4h, 6h,
24h
24h e successivamente ogni 24 h;
La
prova
si
conclude
al
raggiungimento della condizione
condizione;; in
ogni caso dopo 8 giorni.
giorni.

Condizione::
Condizione

( mi m0 ) ( mi 1 m0 ) 100 1
mi m0

50
5
5

RISULTATI

COMPORTAMENTO MIGLIORE

COMPORTAMENTO PEGGIORE

Trattamento A

Trattamento E

16
14
12
10
8
6
4
2
0

Qi (mg/cm )

Qi (mg/cm )

ACQUA ASSORBITA PER CAPILLARITA

100 200 300 400 500 600 700 800


T (s

16
14
12
10
8
6
4
2
0
0

100 200 300 400 500 600 700 800

1/2

T (s

Non trattati

Non trattati

Trattati

Trattati

Invecchiati

Invecchiati

1/2

25
25
25

ACQUA ASSORBITA PER CAPILLARITA


A TEMPI BREVI (UNI 10859)
Procedimento analogo alla
prova precedente

20

Qi (mg/cm )

25

Un
Ununica
unica pesata al tempo
ricavato dal diagramma di
capillarit, intersecando i tratti
rettilinei, iniziale e finale, della
curva..
curva

15

Non trattati

10

Tratto iniziale

100 200

300

400 500

T (s

600 700

800

1/2

T=2 h
100

89,3

 Trattati

87,4

90

RISULTATI:

80

Q1 Q2
100
Q2

Rp (% )

Rp =

 Invecchiati

80,4

79,2

72,5

67,5

70

Rapporti di protezione

Tratto finale

68,7

58,5

60

56,9
51,3

50
40
30
20
10
0
A

ACQUA ASSORBITA A BASSA PRESSIONE


(NORMAL 44/93)

25

Cella di misura:
Pipetta graduata
Cella cava
Guarnizione

Il provino viene bloccato alla


cella cava tramite morsetto;
morsetto;
Lacqua affluisce fino allo zero
della pipetta
pipetta;;
Si blocca lafflusso dacqua e
ogni 5 min si effettua la lettura.
lettura.

provino
morsetto

COMPORTAMENTO MIGLIORE

COMPORTAMENTO PEGGIORE

Trattamento A

Trattamento C

0,20

0,20

0,16

0,16
Qi (ml)

Qi (ml)

ACQUA ASSORBITA A BASSA PRESSIONE RISULTATI


(NORMAL 44/93)

0,12
0,08

0,12
0,08

0,04

0,04

0,00

0,00
0

5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60

5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60
T (min)

T (min)

Non trattati

Non trattati

Trattati

Trattati

Invecchiati

Invecchiati

ACQUA ASSORBITA PER IMMERSIONE


TOTALE (NORMAL 7/81)

25

I provini sono posti in un contenitore su rete metallica


e completamente immersi in acqua deionizzata
deionizzata;;
Si effettuano le pesate agli intervalli di tempo:
tempo:10
10, 30
30,
60
60, 4h, 8h, 24h
24h e successivamente ogni 24 h;
La prova si conclude quando la quantit dacqua
assorbita in due pesate successive 0,1% della
massa rilevata nellultima pesata;
pesata; in ogni caso dopo 8
giorni..
giorni
Capacit di Imbibizione

Capacit di imbibizione:
imbibizione:

M max M 0
100
M0

0,004
CI (%)

CI =

0,005

0,003
0,002

 Non trattati

0,001

 Trattati

0,000

 Invecchiati

Quantit dacqua
assorbita::
assorbita

M M0
M
%= i
100
M
M0

COMPORTAMENTO MIGLIORE

COMPORTAMENTO PEGGIORE

Trattamento A

Trattamento D

0,30

0,30

0,25

0,25

0,20

0,20
Qi (g)

Qi (g)

ACQUA ASSORBITA PER IMMERSIONE


TOTALE (NORMAL 7/81)

0,15

0,15

0,10

0,10

0,05

0,05

0,00

0,00
0

50

100

150

200

250

300

350

400

450

50

1/2

100

150

200

250
1/2

T (s )

T (s )

Non trattati

Non trattati

Trattati

Trattati

Invecchiati

Invecchiati

300

350

400

450

ACQUA RILASCIATA PER


EVAPORAZIONE (NORMAL 29/88)

Il campione saturo dacqua viene tamponato, pesato e poi


posto su rete metallica in essiccatore;
essiccatore;
Il sistema viene mantenuto a temperatura costante (T=
(T=20
20C)
C);;
Si effettuano le pesate successive dopo 15
15, 30
30, 1h, 3h, 6h,
10h
10h, 24h
24h e successivamente ogni 24 h fino al raggiungimento
della condizione.
condizione.
msat mi 1
0,90

1, 0
Condizione:
msat mi
mi msec
100
Qi =
msec

RISULTATI:

Q i (%)

Dopo il trattamento
Indice di
0,5
0,4 asciugamento
tf

0,3
0,2

IA =

0,1

25

f (Qi )dt

Dopo linvecchiamento

0,05

0,5

0,04

0,4

0,03

0,3
0,2

0,02

Qmax t f

 Non trattati
Non trattati
 Trattati
Tratt. A
 Tratt.
Invecchiati
B
Tratt. C
Tratt. D
Tratt. E

0,1

0,01

0,0

0,0
0

10

20

30

40
T (h)

500,0060

70
A

0
B

10

20
C

30

40
T (h)
D

50

60

70

Quantit dacqua
rilasciata

ACQUA RILASCIATA
PER EVAPORAZIONE

t0

Qass (%) =

( msat msec ) 100 %


msec

10,00

10,00

NON
TRATTATI
9,00

9,00

8,00

8,00

INVECCHIATI

Quantit d'acqua rilasciata

Quantit d'acqua rilasciata

Quantit dacqua
assorbita

tf

Qril = f (Qi )dt

7,00

6,00

5,00

NON
TRATTATI
e
INVECCHIATI

A ntr
A tr
A inv
B ntr
B tr
B inv
C ntr
C tr
C inv

7,00

TRATTATI
6,00

5,00

D ntr
D tr
D inv
E ntr
E tr
E inv

4,00

4,00

TRATTATI
3,00

3,00

A- B- C

D- E

2,00
0,00

0,10

0,20

0,30

0,40

Quantit d'acqua assorbita (%)

0,50

2,00
0,00

0,10

0,20

0,30

0,40

Quantit d'acqua assorbita (%)

0,50

MISURA DELLA PERMEABILITA AL


VAPOR DACQUA (NORMAL 21/85)

25

Cella di misura:
misura:
Vaschetta
Coperchio
Guarnizioni
Viti e bulloni

Si effettua la prima pesata e la cella viene posta in


essiccatore
le pesate successive vengono effettuate ogni 24 h
fino al raggiungimento del regime stazionario

Condizione:

( M i M i 1 ) 100 5
M i

MISURA DELLA PERMEABILITA AL


VAPOR DACQUA (NORMAL 21/85)

RISULTATI

prima del trattamento


dopo il trattamento
dopo linvecchiamento.

Valori medi di permeabilit


per ogni serie di provini:

Perm a 20C (g/m *24h)

20

 Non trattati

18
16

 Trattati

14

 Invecchiati

12
10
8
6
4
2
0
A

I risultati vengono espressi a 20


20
C
C

Perm(20C )

p(20C )
= Perm(tx )
p(tx )

p(20
(20
C) e p(tx): Pressioni parziali di vapore alle
rispettive temperature

MISURE DI ANGOLO DI CONTATTO


(NORMAL 33/89)

15

Angolo di contatto:
contatto: angolo formato dalla superficie
del campione e dalla tangente alla
goccia dacqua nel punto di
contatto..
contatto
2h
2
h

=
2
arctg
BAGNABILITA
d
della superficie

Metodologia di prova
Il campione viene spolverato e posto su piano
orizzontale;;
orizzontale
Tramite pipetta si depone una goccia di volume di
5 l sulla superficie
superficie;;
Dopo 15 secondi si acquisisce limmagine e la si
elabora tramite software che restituisce il valore .

MISURE DI ANGOLO DI CONTATTO


(NORMAL 33/89)

BAGNABILITA

Si effettua la misura di 15
gocce per ogni provino;
provino;
Ogni goccia deve essere
posta ad una distanza minima
di 3 mm dalle altre;
altre;
Si riportano i risultati come
medie per ogni serie
omogenea.

Prima del trattamento

RISULTATI

Dopo il trattamento Dopo linvecchiamento

Prima del
trattamento
a < 90
90

120
100
80
60
40
20
0

Dopo il
trattamento
A e E < 90
90
B C D > 90
90
Dopo
linvecchiamento
A

 Non trattati

 Trattati

 Invecchiati

A B C E < 90
90
D > 90
90

MISURE COLORIMETRICHE
(NORMAL 43/93)
CIE

Spazio colorimetrico
tridimensionale L* a* b*

10

L*
a*

Luminosit: 00-100
Prima coordinata cromatica: [[-60;+60]

b*

Seconda coordinata cromatica: [[-60;+60]

Rappresentazione
SFERA

Attributi del colore:


TINTA
LUMINOSITA
SATURAZIONE

Cerchio esterno
Asse centrale
Raggio orizzontale

MISURE COLORIMETRICHE
(NORMAL 43/93)
SPETTROFOTOMETRO
Misura la riflettanza spettrale
NON
delloggetto
a ciascuna lunghezza
TRATTATI
INVECCHIATI
TRATTATI
donda, utilizzando sensori multipli

RISULTATI

Luminosit L*

Dopo linvecchiamento
il trattamento
L* diminuisce

Tendenza a scurirsi

Restituisce i valori dello


spazio colorimetrico (L* a* b*)

MISURE COLORIMETRICHE
(NORMAL 43/93)
PRIMA DEL TRATTAMENTO

Dopo
linvecchiamento

DOPO IL TRATTAMENTO

RISULTATI
Parametri di tinta a* e b*
DOPO LINVECCHIAMENTO

Per A B C E
b* aumenta

Tendenza ad
ingiallire

Per D
b* diminuisce

Nessuna tendenza
ad ingiallire

MISURE COLORIMETRICHE
(NORMAL 43/93)

RISULTATI

Variazione cromatica E* E * = (L* ) 2 + (a* ) 2 + (b* ) 2


7,00

Dopo il
trattamento
Dopo

6,00

5,00
DE

4,00
3,00

linvecchiamento

2,00
1,00
0,00
A

Variazione di tinta H*

H * = ( E * ) 2 ( a * ) 2 ( b* ) 2

Dopo il
trattamento
Dopo

DH

3
2

linvecchiamento

1
0
A

VALUTAZIONI CONCLUSIVE
A

IDROREPELLENZA

Buona

Buona

Discreta

Discreta

Scarsa

PERMEABILITA

Scarsa

Scarsa

Buona

Buona

Buona

CAPACITA di
ASCIUGAMENTO

Buona

Buona

Buona

Scarsa

Discreta

BAGNABILITA

Alta

Leggera

Leggera

Bassa

Alta

VARIAZIONI
CROMATICHE

Tendenza
a scurire e
ad
ingiallire

Tendenza
a scurire e
ad
ingiallire

Tendenza
a scurire e
ad
ingiallire

Tendenza
a scurire

Tendenza
a scurire e
ad
ingiallire

Dai risultati ottenuti e dalla tipologia di degrado a cui soggetto il materiale, le


migliori prestazioni sono presentate dai trattamenti:
trattamenti:
Trattamento A: silicato di etile al 70%
70% e idrorepellente silossanico
silossanico;;
Trattamento B: silicato di etile al 35%
35% e idrorepellente silossanico

CONCLUSIONI

 Nellambito della tesi sono state individuate 8 prove di laboratorio per


la valutazione dei diversi trattamenti da applicare sul materiale lapideo
lapideo..
 E stata allestita la strumentazione e sono stati implementati i fogli di
calcolo necessari per lo svolgimento delle prove.
prove.
 Si sono elaborati i risultati in modo da rendere possibile la scelta
della tipologia ottimale di intervento.
intervento.

La scelta del trattamento, quindi, pu ora essere effettuata sulla base


dei fenomeni di degrado a cui il materiale soggetto.
soggetto.
Le indagini eseguite costituiscono una base diagnostica indispensabile
per il progetto dellintervento di restauro.
restauro.

PROSPETTIVE

 Prove atte a studiare laumento di RESISTENZA MECCANICA


SUPERFICIALE indotta dal consolidamento (ad esempio per mezzo

di prove di abrasione).
abrasione).

 Pianificare una DIAGNOSTICA IN CANTIERE durante il lavoro di


intervento, in modo tale da monitorare lesecuzione di tutte le fasi
del restauro, dallottimizzazione del processo di pulitura alla
corretta applicazione dei prodotti.
prodotti.

Normativa Uni-Beni Culturali e Raccomandazioni NorMaL

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