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Spettacoli
Pesaro
Il “Barometro del Serpieri” dal Carlino alla libreria
Gli articoli sull’andamento climatico dal 2012 al 2018, tra dati scientifici e curiosità, in un volume a cura dell’Università di Urbino
URBINO
La rubrica “Il Barometro del Ser-
pieri” curata dall’Università di
Urbino, che ogni mese aggiorna
i lettori sull’andamento climati-
co, arriva anche in libreria. Ieri il
magnifico rettore dell’Universi-
tà di Urbino, lo scienziato Vilber-
to Stocchi, ha presentato il volu-
me “Il tempo che è stato - Osser-
vazioni meteorologiche e artico-
li tratti da Il Barometro del Ser-
pieri, rubrica de il Resto del Car-
lino negli anni 2012 - 2018” (edi-
zioni Università di Urbino, 240
pp. 15 euro, reperibile alla Libre-
ria Montefeltro di Urbino, con te-
sti di Vilberto Stocchi, Maurizio
Maugeri, Giovanni Lani, Mauro
Ciccarelli e note a corredo dei
testi a cura dello staff dell’Osser-
vatorio, Piero Paolucci, Silvio
Cecchini, Marcello Paolucci e
Cesarino Balsamini).
La scelta del nostro giornale di
pubblicare la rubrica mensil-
mente sulle pagine locali ha ge-
nerato un forte interesse da par-
te dei lettori: all’informazione
tecnica e scientifica proposta
ogni mese non mancano i riferi-
menti letterari e le storie locali,
le tradizioni, i riferimenti alla cul-
tura popolare. «Il ruolo di infor-
mazione scientifica dell’Osser-
vatorio Serpieri si è sempre più
delineato in questi anni anche
grazie all’appuntamento mensi-
le della rubrica sul Carlino che
lo rendono strumento eloquen-
te della Terza Missione dell’Uni-
versità, divulgativo e affidabile,
in tempi sì di cambiamenti cli-
matici ma anche di allarmismi
talvolta eccessivi» ha detto il
magnifico rettore Stocchi, il cui
intervento è stato seguito da
quello di Cesarino Balsamini, do-
cente di chimica organica e Cu-
ratore dell’Osservatorio “Serpie-
ri” dal 2011 al 2013, di Giovanni
Lani del Carlino, del fisico
dell’atmosfera prof Umberto
Giostra, neo direttore dell’Os-
servatorio, e di Piero Paolucci,
che da tecnico e cultore di sto-
ria urbinate ha illustrato trasver-
salmente una gran quantità di
curiosità che emergono dai dati
raccolti in 170 anni, sempre con
rigoroso metodo.
«Quest’opera esce – ha aggiun-
to Vilberto Stocchi – con il con-
tributo di Marche Multiservizi e
del Consorzio di Bonifica Mar-
che. Sono perciò grato agli auto-
MARTEDÌ — 3 DICEMBRE 2019 - IL RESTO DEL CARLINO
Cultura / Spettacoli / Società
ri e al Carlino che ci ha creduto
fortemente, rendendolo oramai
un appuntamento atteso e direi
preteso dai lettori del giornale».
L’osservatorio Serpieri, inaugu-
rato il 1° maggio 1850, ha ottenu-
to il massimo riconoscimento
mondiale – come ha ricordato
Cesarino Balsamini –; la World
Meteorological Organization nel
giugno dello scorso anno ne ha
riconosciuto il valore per aver
raccolto dati per più di cento an-
ni consecutivi, «osservazioni
che sono parte insostituibile del
patrimonio culturale e scientifi-
co dell’umanità e che tornano
utili alle presenti e future gene-
razioni per le misurazioni a lun-
go termine e di grande qualità»,
come si legge nel diploma con-
Da sinistra, Lani, Stocchi, Giostra, Paolucci e Balsamini. In alto, l’eliofanografo
VILBERTO STOCCHI
«La rubrica curata
dall’Ateneo di Urbino
è diventata
un appuntamento
atteso e direi preteso
dai lettori del giornale»
cesso dall’Organizzazione fa-
cente capo alle Nazioni Unite.
Un riconoscimento a questi
massimi livelli mondiali – che è
stato dato anche all’Osservato-
rio di Pesaro – ha fatto entrare la
storica creazione di padre Ales-
sandro Serpieri (1823 - 1885) nel
ristretto club dei 117 osservatori
storici del pianeta Terra. Parlan-
do dell’Osservatorio verrebbe
DUE MINUTI
DI STORIA
IL NUOVO VIDEO SU
www.ilrestodelcarlino.it/pesaro
da perdersi nel raccontare la fi-
gura del padre scolopio fonda-
tore, riscoperta in gran parte
grazie al lavoro certosino di Ce-
sarino Balsamini, il quale non so-
lo ha ritrovato appunti, memo-
rie, registri storici, ma persino
l’opera morale che lo scienziato
compose a beneficio degli stu-
denti, un compendio di buone
regole di vita e civiltà per diven-
tare uomini colti e cittadini (un
testo davvero rivoluzionario, for-
se troppo avanti nei tempi per
un’Italia alle prese con l’Unità
Nazionale e con una infinità di
problemi).
«Per il Serpieri, peraltro, oltre
ai dati, sono disponibili molte e
dettagliate informazioni sulla
storia delle osservazioni. Que-
ste informazioni, spesso indica-
te con il termine di metadati,
rendono i dati ancora più prezio-
si in quanto ci aiutano a capire
come le osservazioni più anti-
che possano essere confronta-
te con quelle più moderne, evi-
tando che cambiamenti nelle
condizioni di misura possano in-
ficiare il valore scientifico di
questo confronto», spiega nella
presentazione il professor Mau-
rizio Maugeri dell’Università di
Milano - Dipartimento di fisica e
docente di climatologia e me-
teorologia.
Il volume ricorda poi un altro
grande merito poco noto ai più
di padre Alessandro Serpieri,
una delle figure più care al poe-
ta Giovanni Pascoli, suo allievo.
Lo scienziato fu colui che salvò
Nuccio
Ordine
dalla distruzione la Predella del-
la Profanazione dell’Ostia di Pao-
lo Uccello. La tavola, lunga co-
me le strisce dei fumetti del No-
vecento (oggi ricollocata sotto
la pala di Giusto di Gand nella
Galleria Nazionale delle Mar-
che), così bella da far dimentica-
re che stava sotto il grande di-
pinto, è di proprietà della Con-
fraternita del “Corpus Domini”.
Serpieri la vide per la prima vol-
ta durante i lavori di restauro di
alcuni locali al Collegio Raffael-
lo (che in precedenza inglobava
la chiesa della confraternita, so-
dalizio poi trasferitosi nella chie-
sa di san Giuseppe di Paola a
Valbona). Il nostro scienziato –
a quanto si tramanda – vide che
la predella era utilizzata come
base d’appoggio per gli attrezzi
dei muratori. Uno scempio bello
e buono. La salvò subito e collo-
cò nel suo studio; oggi fortuna-
tamente la vediamo ancora nel-
la sua bellezza (e spietatezza, in
fondo è un manifesto antisemi-
ta bello e buono) al Palazzo Du-
cale.
Ogni volta che guardiamo quel-
la predella, immaginiamoci allo-
ra il giovane Alessandro Serpie-
ri appena 27enne, ricco di ener-
gia ed entusiasmo, che riflette
nel suo studio di rettore del Col-
legio Raffaello (e magari fissa il
dipinto, chissà…) e pensa di fon-
dare l’Osservatorio meteo che
oggi porta il suo nome. Quell’os-
servatorio che oggi, grazie ai
suoi dati scientifici, ci fa capire
di più e meglio come ci sta cam-
biando il mondo intorno.
Quell’osservatorio i cui dati – co-
me ricordato ieri da Piero Pao-
lucci – possono stupire di conti-
nuo come quando ci conferma-
no (contrariamente al pensiero
comune) che gli anni più freddi
della nostra storia sono stati
quelli più vicini a noi, tra gli anni
Settanta e Ottanta del Novecen-
to e non lontanissimi come a vol-
te si crede, quando sicuramen-
te i sistemi di riscaldamento del-
le abitazioni erano decisamente
meno efficaci.
In 240 pagine possiamo dun-
que riassumere il senso di un
meteo che cambia neanche tan-
to lentamente sotto i nostri oc-
chi e che merita sempre più at-
tenzione. Un motivo in più per
leggere questo libro e, una vol-
ta al mese, la rubrica Il Barome-
tro del Serpieri su queste colon-
ne.
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