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• 20 LUNEDÌ — 31 LUGLIO 2023

L’AUDITEL DI SABATO 29 LUGLIO 2023

Il Caffè 1 Venti anni che siamo italiani - Raiuno


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«Il lago della Gioconda era sul Marecchia»


Un nuovo elemento si aggiunge all’ipotesi delle studiose Nesci e Borchia: «Compare su una carta del 1154 del geografo arabo Edrisi»

zi lasciano pensare che in effetti


sia esistito in passato. LA STORIA
di Stefano Nei giorni scorsi Olivia Nesci ha
Marchetti individuato la carta d’Italia del Un’opera simbolo
geografo arabo Edrisi, risalente
al 1154, in cui compare un am-
controversa
È un enigma il suo sorriso, è un pio lago alle sorgenti del Marec-
segreto il suo nome, è una sfida chia, a due passi dal mare.
anche il suo significato recondi- «Quando l’ho vista non credevo
to. La “Gioconda“ di Leonardo – ai miei occhi. Quello era proprio
si sa – è il dipinto dei mille miste- il lago della Gioconda», dice en-
ri. «Ma per noi almeno una cosa tusiasta. Peraltro nel testo in ara-
è certa: quando realizzò il suo bo, tradotto in un volume
quadro, attorno al 1503, Leonar- dell’Accademia dei Lincei, si leg-
do aveva negli occhi il territorio ge che il fiume màr.k.lah (Marec-
della Valmarecchia e del Monte- chia) «trae origine da uno sta-
feltro dove era stato pochi mesi gno copioso d’acqua, a pie’ di
prima. E alle spalle della Giocon- un monte». «Già le mie ricerche 1 Cinquantenne
da si possono riconoscere tanti geologiche e morfologiche ave- La “Gioconda“ (databile
punti chiave di queste zone: il vano individuato in quell’area la agli anni che vanno dal
massiccio del Fumaiolo con il presenza (in secoli antichi) di 1503 al 1506) fu dipinta
monte Aquilone, i monti della una grande depressione», spie- da un Leonardo
Faggiola, il torrente Senatello, ga Olivia Nesci. cinquantenne (era nato
lo stesso fiume Marecchia e il Siamo fra l’Aquilone e i monti nel 1452). Il quadro è un
ducato di Urbino», dicono con della Faggiola, oggi a monte di dipinto a olio su tavola di
sicurezza Olivia Nesci e Rosetta Casteldelci: in quel bacino, gra- pioppo; misura 77 × 53
Borchia, le ‘cacciatrici di pae- zie al terreno argilloso, si ‘ferma- centimetri, con 13
saggi’ che da ormai più di quin- vano’ le acque provenienti an- millimetri di spessore
dici anni si dedicano allo studio che dalle sorgenti del Fumaiolo.
dei fondali dei capolavori di Pie- «Doveva essere un lago non
ro della Francesca e Leonardo. molto profondo ma vasto», dice
Grazie alle loro ricerche è stato La “Gioconda“ (o “Monna Lisa“) è esposta a Parigi al Museo del Louvre la studiosa. Con i secoli è scom-
parso, molto probabilmente at-
possibile creare i nove ‘balconi’
torno al 1700, durante la picco-
del Montefeltro, speciali belve-
tificazioni militari. In alcuni dise- chia hanno ‘risolto’ un altro dei la età glaciale caratterizzata da
dere che si aprono sui paesaggi
gni, in particolare tra i fogli di misteri della “Gioconda“, quello dissesti climatici e geologici co-
visti e dipinti dai maestri del Ri-
Windsor, si riconoscono minu- relativo al lago che si vede in al- me la grande frana di Maiolo.
nascimento: in particolare da
ziosamente le zone del Monte- to a destra nel dipinto, ai piedi Ma Leonardo lo aveva visto di si-
Pennabilli (Rimini) e dal monte
feltro». È soprattutto su questi del monte che viene riconosciu- curo. E lo ha ‘donato’ alla “Gio-
Costa Grande ci si può ‘affaccia-
conda“.
re’ sui panorami della “Giocon- elementi che le due studiose to come l’Aquilone. Quello spec- 2 Quadro “francese“
È un altro tassello dell’intrigante
da“. hanno fondato la loro tesi. chio d’acqua oggi non c’è, o me- Fu Leonardo a portare il
e appassionante ‘giallo’ artisti-
Sul paesaggio della “Giocon- E proprio di recente Nesci e Bor- glio non c’è più, poiché vari indi- co del dipinto che ‘gira’ tutto at- quadro con sé in Francia.
da“ il dibattito è destinato forse torno alle terre del Montefeltro. La “Gioconda“ ha poi
a non esaurirsi mai: qualche stu- La stessa Gioconda, infatti, non trovato casa al Louvre,
dioso ci vede la terra aretina, sarebbe Monna Lisa Gherardini, salvo il periodo (1911 -
qualcun altro l’area del lago come vuole la tradizione, ma Pa- 1914) del clamoroso furto.
d’Iseo in Lombardia, «ma noi cifica Brandani, dama urbinate, Sottratto da un italiano ex
sappiamo che il 30 luglio 1502 amante segreta di Giuliano de’ dipendente del museo, fu
Leonardo si trovava a Urbino al Medici. Lei non parla, non rivela recuperato a Firenze
servizio di Cesare Borgia detto alcunché ma, appesa a una pa- (nella foto è agli Uffizi)
il Valentino che aveva conqui- rete del Louvre e ‘assediata’
stato quasi tutto il Montefeltro – ogni giorno da migliaia di visita-
sottolinea la professoressa Ne- tori, continua a sorridere. E chis- 3 I dubbi
sci, già docente di geografia fisi- sà, mentre ci vede ad affannarci Il quadro di Leonardo
ca all’università di Urbino –. Fu a fra i suoi segreti, forse si diverte impegna da sempre gli
Pesaro, a Rimini e poi venne no- pure. studiosi, sia per stabilire
Una necropoli romana nella Striscia di Gaza chi sia la donna ritratta,
minato soprintendente delle for- © RIPRODUZIONE RISERVATA
Scoperte 125 tombe con scheletri e oggetti intatti sia per identificare il
LA BIOGRAFIA paesaggio retrostante.
APPENNINO TOSCO-ROMAGNOLO
Almeno 125 tombe, molte profumo e monete in bocca Fra le altre ipotesi
Lo specchio d’acqua con scheletri intatti, sono agli scheletri sono rimasti al
Leonardo aveva avanzate, quella che
alle sorgenti del fiume state scoperte nella loro posto. Sui sarcofagi frequentato l’area colloca la scena
non esiste più necropoli romana di intricate incisioni di delfini poco tempo prima nell’aretino e l’altra che
Ard-al-Moharbeen nella potrebbero indicare che i punta sull’area del lago
Sarebbe scomparso di dipingere
Striscia di Gaza. Bottiglie di morti erano pescatori. d’Iseo
nel corso del ’700 il suo capolavoro

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