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3. Documenti e archivio
Per gli archivisti il termine documento aveva un’accezione più ampia. Paola Carucci definisce
documento ogni rappresentazione in forma libera di un fatto o di un atto relativo allo svolgimento
dell’attività istituzionale, statuaria o professionale di un ente o di una persona. Un’altra definizione
quella di Mariella Guercio secondo cui il documento è la rappresentazione memorizzata su un
supporto e conservata da una persona fisica o giuridica nell’esercizio delle sue funzioni di un
atto/fatto rilevante per lo svolgimento di tale attività. La Guercio precisa però che può essere
documento d’archivio anche qualcosa che non è considerato documento in senso stretto né dai
giuristi né dai diplomatisti.
4. Uffici e organi centrali dello Stato: Archivio centrale dello Stato e altre
sedi di conservazione
Per la conservazione dei documenti produttori dagli organi centrali dello Stato era stato creato un
apposito istituto di concentrazione: l’Archivio del Regno, che però non ebbe vita autonoma, in
quanto
fino al 1953 ebbe sede e direttore in comune con l’Archivio di Stato di Roma. L’Archivio centrale
dello Stato, con sede all’EUR di Roma, fu istituito nel 1959-60. In esso si conservano gli originali delle
leggi, le inchieste parlamentari, gli archivi del Senato, dei Tribunali militari, dello Stato fascista e di
enti nazionali. L’Archivio centrale dello Stato svolge anche funzione di sorveglianza tramite apposite
commissioni. Fanno eccezione e quindi non vengono concentrati nell’Archivio centrale dello Stato:
Gli Archivi storici parlamentari
L’Archivio storico della Presidenza della Repubblica
L’Archivio della Corte costituzionale
L’Archivio storico del Ministero degli affari esteri e gli Archivi storici del Ministero della Difesa
7. L’attività didattica
L’amministrazione archivistica svolge inoltre un’altra funzione, quella didattica, che fino a qualche
tempo fa si concretizzava nell’attività delle Scuole di archivistica, paleografia e diplomatica. Negli
ultimi anni inoltre le Soprintendenze hanno organizzato corsi di breve durata per istruire il personale
degli enti soggetti alla vigilanza.
7. ISO 15489
L’Organizzazione Internazionale per gli Standard, organismo federale di più Stati membri, ha
emanato una norma per la gestione documentale, ISO 15489, appunto. Tale norma si propone di
fornire una guida per la gestione dei documenti e degli archivi in organizzazioni pubbliche o private.
2. Sorveglianza e vigilanza
Gli archivi di deposito degli uffici statali vengono sorvegliati da apposite commissioni; queste
devono preparare il materiale per il futuro versamento nell’Archivio centrale dello Stato, ossia per
la conservazione permanente. In questa fase, inoltre, si decide quale materiale conservare e quale
scartare, predisponendo i necessari verbali di scarto e di versamento (oltre ai massimari di scarto).
8. Sfoltimento
Con questo termine si intende l’estrazione e l’eliminazione fisica di alcuni documenti da un fascicolo
e da una serie. Ad esempio, dalla serie Concorsi, si possono eliminare le domande dei candidati una
volta scaduto il periodo nel quale si può ricevere un ricorso.
9. Campionatura
Con questo termine si intende l’eliminazione della maggior parte di una serie, della quale però si
conserva un campione ridotto. Ad esempio, delle denunce dei redditi si conserva un campione non
inferiore all’1%.
1. La conservazione
Conservare un archivio significa non solo provvedere alla costruzione di un edificio attrezzato, ma
anche e soprattutto realizzare le condizioni migliori per la sua fruizione sia amministrativa che
scientifica. Per quanto concerne la realizzazione dell’edificio, in Italia più che in ogni altro luogo
sorge il problema della destinazione, in quanto vista l’enorme mole di edifici di interesse artistico è
necessario sfruttare questi. Tuttavia negli edifici destinati alla conservazione archivistica bisogna
prevedere:
· Area destinata all’accoglienza di utenti esterni (guardaroba, ristoro, bagni, telefono)
· Area per consultazione e studio (sale studio con prese per PC)
· Area destinata al personale tecnico-scientifico e amministrativo
· Depositi per il materiale, monitorati e trattati per clima, umidità e luce
· Area tecnologica (restauro, legatoria, riproduzioni)
Oltre, ovviamente, ai lavori di consolidamento dell’edificio, che deve avere una capacità di
1200kg/mq in caso di scaffalatura compattabile (che riduce la necessità di spazi) e ai sistemi di
sorveglianza e di allarme. Per ovviare a questi problemi molti enti hanno destinato il loro archivio
storico a terzi, di fatto riducendo l’archivio ad un semplice deposito.
2. La descrizione archivistica.
Gli strumenti descrittivi servono a tutelare il materiale per consentire l’accesso ai documenti
archivistici. In base alle fasi di vita dell’archivio, troviamo:
· Mezzi di corredo coevi, ossia nati contemporaneamente ai documenti grazie allo stesso
produttore
· Mezzi di corredo o strumenti di ricerca posteriori, realizzati da persone diverse dal produttore
In base all’oggetto del mezzo di corredo, invece, troviamo:
· Strumenti relativi a più archivi (censimenti, guide)
· Strumenti relativi al singolo archivio ( elenchi, inventari)
· Strumenti relativi al singolo documento (trascrizioni, sunti, schede)
4. Censimento
Con il termine “censimento” si intende uno dei mezzi di corredo archivistico che elenca tutti gli
archivi di un certo tipo esistenti in un determinato territorio. Può essere pubblicato, ma di solito è
un documento preparatorio alla guida.
La realizzazione di un censimento prevede una serie di operazioni scientifiche:
- Realizzazione di un campo d’indagine
- Indagini bibliografiche volte a conoscere sia il profilo giuridico della tipologia dei produttori
oggetto del censimento, sia l'esistenza e le vicende dei singoli produttori
- Piano di rilevazione che comporta il reperimento delle risorse finanziarie e l'organizzazione delle
risorse umane (pianificazione anche economica)
- Definizione di una scheda di rilevazione, che può essere anche informatica
- Raccolta dei dati, che può essere effettuata sia su materiale già disponibile sia tramite sopralluoghi
- Rielaborazione dei dati
5. Guide
Esistono vari tipi di guide: settoriali, tematiche, topografiche, d’istituto.
Le guide settoriali sono un mezzo di corredo attraverso il quale si descrivono tutti gli archivi di un
certo tipo esistenti in un determinato territorio. Solitamente pubblicate, si compongono di
un’introduzione, che contiene i criteri di individuazione, le schede descrittive dei singoli archivi,
l’indice dei nomi di persone e di famiglie, località, istituzioni e autori citati.
Le guide tematiche sono un mezzo di corredo attraverso il quale si elenca e descrive il materiale
relativo ad un determinato tema di ricerca, sia esso un intero archivio, una serie, una singola unità
archivistica. La guida tematica è di difficile realizzazione in quanto è difficile censire tutto l’esistente
su un dato argomento. Di solito sono destinate alla stampa.
Le guide topografiche sono un mezzo di corredo attraverso il quale si facilita la collocazione fisica di
un archivio, di una serie o di un pezzo all’interno di un istituto di conservazione. Serve soprattutto
per il servizio interno di reperimento. È utile in caso di trasferimento del materiale da una sede
all’altra. È costituita da piante dettagliate dei locali.
Le guide d’istituto sono un mezzo di corredo attraverso il quale si descrive in modo logico e
sistematico i fondi in esso conservati; sono pochi gli istituti ad avere una propria guida.
6. Elenco
Con il termine “elenco” si intende il mezzo di corredo archivistico che descrive un archivio del quale
non ricostruisce, a differenza dell’inventario, l’ordine e la struttura. Un elenco è analitico quando
fornisce una descrizione critica, mentre viene definito di consistenza quando fornisce una
descrizione sommaria.
7. Inventario
Con il termine “inventario” si intende il mezzo di corredo redatto al termine di un processo critico
di riordino (riordinare secondo l’ordine originario, non quello attuale) di un archivio. È costituito da
un’introduzione generale, riguardante la storia del produttore e le vicende dell’archivio, una sezione
descrittiva, nella quale le singole unità dell’archivio vengono raggruppate in serie, introdotte da un
cappello, e dall’indice dei nomi. L’inventario, quindi, a differenza dell’elenco, presuppone un
riordino dei documenti; l’inventario in definitiva non è solo un elenco, sia pure analitico, di
descrizioni dei singoli pezzi, ma ricostruisce il funzionamento dell’archivio nella sua organizzazione
originaria.
Per quanto riguarda il riordino, bisogna elencare i passaggi che producono questo effetto:
· Schedatura preliminare, anche sommaria (preferibile partire dai pezzi legati) che porta alla
stesura di una prima schedatura contenente n° provvisorio, titolo, estremi cronologici,
descrizione fisica;
· Tenere a mente le denominazioni gergali, utili per ricostruire il sistema dell’archivista originale.
L’inventario deve considerare solo l’archivio storico e non quello di deposito, in quanto in
quest’ultima parte non è avvenuto ancora lo scarto.
9. Regesto
Si intende con il termine “regesto” la descrizione critica dell’azione giuridica. Si adottano le stesse
regole ortografiche dell’edizione critica.
10. Sunto
Il sunto è la forma più discorsiva del regesto.
11. Scheda
Preferibile a volte al regesto, consiste in una schedatura sistematica di un gruppo di documenti, che
può assumere anche l’aspetto di una base di dati (es. schedario testamenti, schedario dei
procuratori di S. Marco)
12. Indice
Con il termine “indice” si intende l’elenco in ordine alfabetico dei nomi di categorie determinate
(persone, famiglie, località, istituzioni, cariche, materie, merci). Un indice deve essere sempre critico
e normalizzato, le varianti vanno ricondotte al lemma principale e gli omonimi vanno disambiguati.
Nella costituzione di un indice vanno seguite le norme dello standard ISAAR (CPF).