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BIBLIOTECONOMIA LEZ 10

BIBLIOTECHE SOTTO IL PROFILO ISTITUZIONALE

- PUBBLICHE STATALI
- ACCADEMICHE
- PUBBLICHE LOCALI

BIBLIOTECHE STATALI

Sono biblioteche che appartengono allo stato che fanno capo al mibact , sono organi periferici dello stato si
chiamano pubbliche statali e questa denominazione tradisce una contraddizione nel termine. Si chiamano
pubbliche statali, ma solo statali perché negli altri paesi quando si parla di b pubbliche non si fa riferimento
a b appartenenti allo stato ma a strutture locali in qualche modo finanziate e rette dalla comunità di
appartenenza.

Questa denominazione ha tuttavia una storia: unità d’Italia, attraversa diverse forme di organizzazione;
molte di queste lo stato italiano le eredita dagli stati preunitari, altre nascono dopo (come la b nazionale
centrale di Roma). Di tutte però si cerca un assetto che tenga conto di due vocazioni:

- Storico conservativa
- Apertura al pubblico

L’organizzazione delle biblioteche statali è contenuta in un regolamento di molti anni fa (1967). Quel
regolamento distingueva all’interno del compartimento delle biblioteche statali cinque tipologie:

- Nazionali centrali (DUE: Firenze e Roma): iniziative e servizi di coordinamento bibliografico


nazionale (Firenze: bibliografia nazionale italiana). I due perni: migliore conservazione possibile del
patrimonio e la migliore valorizzazione di questo patrimonio. Alcuni compiti sono comuni e altri
distinti, ma nel loro insieme abbiamo il vertice, le b più importanti e significative. Entrambe
beneficiano del deposito legale delle pubblicazioni.
- Nazionali (SETTE: con una forte vocazione regionale piuttosto che nazionale. ES. La Braidense di
Milano, la Vittorio Emanuele III di Napoli, la Marciana di Venezia, etc.).
- Universitarie (10\11: una di queste è sia Nazionale che Universitaria – Torino-. Sono
sostanzialmente biblioteche universitarie le biblioteche degli atenei Preunitari. PRECISAZIONE:
queste biblioteche universitarie sono esterne all’università, sono biblioteche pubbliche statali di cui
si occupa il MIBACT, non il ministero dell’università e della ricerca. Svolgono una funzione di
affiancamento e supporto all’università, ma non appartengono all’università. Le biblioteche DELLE
università, sono denominate BIBLIOTECHE ACCADEMICHE. Si è tentato in passato di portare queste
biblioteche DENTRO LE UNIVERSITA’ e quindi di sciogliere il carattere istituzionale, ma si è rivelata
complicata dal punto di vista organizzativo.
- Annesse a monumenti nazionali: spesso sono b annesse a realtà conventuali (anche abbadia di
cava)
- Altre biblioteche pubbliche statali: non meglio definita che raccoglie b molto diverse tra loro (es. la
b medicea, altre con caratteri quasi universitari – la b di archeologia e storia dell’arte a Roma – b
medica statale, e realtà più piccole come la b Isontina di Gorizia. Alcune di queste realtà più piccole
sono indistinguibili dalle b pubbliche locali. Il quadro normativo italiano è estremamente
approssimativo, poche leggi organiche nella storia delle b italiane, talvolta le b sono state
disciplinati da regolamenti, che hanno una loro forza normativa ma non sono leggi. Altre volte sono
uscite leggi riguardanti piccoli aspetti della vita e del funzionamento di queste biblioteche. Non
sempre queste leggi si sono rivelate come la scelta giusta da fare. Negli ultimi anni alcune di questi
interventi hanno comportato alcuni evidenti danni al sis b statali: es. limitaizoni di autonomia
operativa ed organizzativa. Altre sono state declassate e in qualche modo aggregate a poli museali,
altre ancora hanno subito tagli di finanziamento e di organico molto significativi, soprattutto per la
progressiva perdita di competenze scientifiche all’interno di queste biblioteche. Molti bibliotecari
esperti e qualificati sono andati in pensione e non tutti sono stati sostituiti. Il reclutamento è
andato a rilento, determinando di fatto un blocco delle assunzioni. Ultimamente il ministero ha
riavviato il reclutamento.
DEPOSITO LEGALE DEI DOCUMENTI DI INTERESSE CULTURALE 31:40
L’obbligo oggi per gli editori, in passato x i tipografi, di consegnare un certo numero di
pubblicazione da loro prodotto, storia molto lunga, ma funzionale all’Esigenza di allestire grandi
biblioteche reali, delle monarchie e anche ad esigenze di carattere censorio (tenerre sotto controllo
quello che si scriveva). Nel corso del tempo: co servizone e documentazione bibliografica.
Quest’obbligo in Italia è stato a lungo disciplinato da una norma che risaliva al 1939, inefficace sotto
molti punti di vista. Cosicchè il legislatore, seppur tardivamente si è messo all’opera e nel 2004 è
uscita la
- legge 106, che considera ogni genere di documentazione (non solo stampa, am anche i documenti
privi di supporto materiale). finalità: legge cornice. Le fasi attuative sono state poi disciplinate con il
DPR 252 del 2006: gli editori devono consegnare 4 copie: 2 per le b nazionali e 2 per gli archivi
regionali
- DM DEL 28\12\2007: individuati gli istituti depositari per l’istituzione degli archivi regionali
(campania: benevento, salerno e avellino, b. di caserta e la vittorio emanuele III di Napoli)
FINALITA’: Supporto dei servizi bibliografici nazionali: pubblicazione BNI, e prestito
interbibliotecario tra le biblioteche
Disciplinato in modo da obbligare a consegnare direttamente un certo num delle loro produzioni ad
un certo numero di istituti.
Le due b nazionali sono coinvolte sempre (ogni volta che un editore pubblica qualcosa, a Roma e
Firenze arriva, che da una parte viene acquisito a patrimonio e conservato, contemporaneamente,
soprattutto Firenze, inserisce questo libro “nell’ anagrafe”: Quando nasce un nuovo libro questo
viene registrato nella bibliografia nazionale italiana.
Definisce la cornice concettuale e progettuale del deposito dei documenti di interesse culturale.
Il deposito legale non nasce solo in Italia, ma possiamo dire che forme diverse con diversa
individuazione degli istituti, in tutti i paesi del mondo occidentale il deposito legale è prassi
comune. Significa tenere sotto controllo la produzione.
(una parte di produzione non figura negli archivi: es. romanzi rosa, pubblicazione politica,
documenti ecclesiastici). Bni.bncf.firenze.sbn.it
I CONTESTI DELLE BIBLIOTECHE ACCADEMICHE (70 ca atenei italiani)
Sono biblioteche che nella loro tavola degli scopi devono mettere tre cose:
- Sistema di istruzione superiore: esigenze di studio e apprendimento degli studenti
- Ricerca e comunicazione scientifica: svolgono un’attività di sostegno. Scambio di idee esperienze e
prodotti della ricerca.
- Terza missione: recentemente nel mondo universitario si sta sviluppando un terzo filo che riguarda
le università e di riflesso le biblioteche accademiche. È l’insieme delle attività con le quale le
università si mettono in relazione con un territorio e con una comunità di riferimento. Quindi anche
attività culturali e ricreative che riguardano l’ateneo di riferimento.

BIBLIOTECHE ACCADEMICHE:

il loro funzionamento è discilinato dagli statuti e regolamenti dell’ateneo, perché rispondono


all’università della loro attività e funzionamento. Diversa fisionomia e configurazione:

quattro principali tipologie


- BIBLIOTECHE E SISTEMI DI ATENEO: raro in Italia, ma si sta diffondendo all’estero, corrispondono a
realizzazione di progetti biblioteconomici e architettonici di nuova realizzazione, ma svolgono una
funzione centrale nella vita di un ateneo. La b di ateneo può essere o unica (raro) o una b centrale,
che svolge anche una funzione di coordinamento di area. Nei campus americani, britannici,
australiani e asiatica, si stanno sviluppando questi modelli. Rappresenta il campus, è un simbolo,
soprattutto se costruita con modelli architettonici avanzati, spesso affidati a grandi architetti.
In quasi tutte le altre realtà, invece, abbiamo i sistemi di ateneo: centri di coordinamento
dell’attività di più biblioteche. Si concepisce l’intera offerta di servizi b di una università come un
sistema di ateneo, e questo è affidato al coordinamento di un ufficio o un dirigente bibliotecario.
La più importante di tutte queste attività è l’allestimento del CATALOGO UNICO DI ATENEO: un solo
catalogo che permetta agli utenti con una sola ricerca di interrogare contemporaneamente tutte le
biblioteche dell’università (un solo OPAC). Una volta individuato, l’OPAC mi localizza il documento.
- DI AREA: biblioteche che agiscono con riferimento a macroaree, non a utenze ristrette. B dell’area
UMANISTICA, significa pensa a prof e studenti dell’INTERA AREA UMANISTICA (filosofia, storia,
archivistica, storia dell’arte, pedagogia, sociologia, etc.).
- DIPARTIMENTIMENTALI E INTERDIPARTIMENTALI: b di ricerca e studio, concepite per questa
funzione. Spesso sono aperte anche all’uso degli studenti e in particolare dei tesisti. Molto
frequente è il caso di realtà in cui non vi è una vera e propria area di servizio: non vi sono
bibliotecari professionisti, nessun orario di apertura e chiusura. Non c’è una vera e propria
fisionomia di servizio. In altri casi hanno una loro organizzazione.
- DI LABORATORI, CENTRI DI RICERCA: a volta non vere e proprie biblioteche, ma semplici raccolte di
libri (non ha una propria organizzazione)

- CONSORZI:

Di solito nella b. accademica vediamo più punti di questo elenco coesistere.

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